La felicità è il corretto uso di un tempo che nessuno ci restituirà.
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Pensiero
Corre, cammina, si appoggia; è un petalo di tulipano, una goccia di pioggia. Si appoggia, corre, cammina; è un fulmine, un temporale di prima mattina. Cammina, si appoggia, corre; è una lama di spada, una punta di torre. Delicato, violento, insistente; chiudi gli occhi: guarda il niente.
#pensiero#pensieri#pioggia#tempesta#tulipani#lame#buio#chiudigliocchi#nonc'èniente#c'ètutto#c'èunmondo
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“Every time you use Facebook or Whatsapp you are losing something” Potrebbe essere lo slogan di una nuova campagna contro I social network. Potrebbero inserire un cartellone con questa frase tra quelli pubblicitari ai lati della strada, cosicché, tra la w capovolta del McDonald’s e l’occhio gigante dell’ottica più vicina, si possa scorgere qualcosa che susciti un pensiero diverso da “ho fame” o “voglio un nuovo paio di occhiali”. Mi voglio immaginare questa scritta nera che risalta su uno sfondo bianco, proprio in inglese, affinché tutti la capiscano, anche il tedesco o il russo che stanno guidando la loro costosa macchina in direzione Bibione. E quelli che non capiranno, molto probabilmente sono proprio coloro che l’inglese l’hanno studiato solo alle elementari almeno quarant’anni fa e scommetto che sono le stesse persone che Facebook e Whatsapp non l’hanno perché preferiscono ancora una chiamata ad un messaggio o un caffè al bar rispetto a Skype o FaceTime. Anche scriverlo in due lingue non sarebbe una brutta idea (non voglio escludere mia mamma dal capire questo nuovo slogan pronunciato dal mio prof di inglese): “Ogni volta in cui usi Facebook o Whatsapp stai perdendo qualcosa”. So che i colori scelti, bianco e nero, non sono proprio efficaci, ma per combattere l’uso sfrenato dei social non voglio utilizzare la loro stessa tecnica, ossia l’impiego di colori sgargianti come blu, verde e azzurro che, secondo alcuni studi, attraggono le persone e creano dipendenza. Non so che studi siano e da cosa provengano queste supposizioni, ma immaginatevi un Facebook in bianco e nero: non verrebbe ignorato proprio come il giornale sul tavolino del bar? Almeno io sarò sicura che ad attirare l’attenzione di qualche automobilista o passeggero sarà il contenuto del messaggio e non com’è scritto. Quasi quasi farei aggiungere allo slogan anche un’altra frase: “When you do something ask yourself if it makes you happy” (Mr. Furlanis oggi si è dato ai discorsi filosofici, che mia mamma ovviamente non capirebbe, quindi traduco “quando fai qualcosa chiediti se ti rende felice”). Cosa c’entra con i social network? Chi lo legge per strada avrà un intero viaggio in macchina per pensarci. Io invece ho avuto 5 intense ore di scuola per farlo. Prima c’è stata la fase della superficialità “è vero gli altri abusano dei social”, poi della mezza sincerità “forse lo faccio anche io”, successivamente della negazione “lo faccio perché è l’unico modo per tenermi in contatto con gli altri, non perché voglio”. Infine c’è stata la frase della riflessione. “Mi rende felice Whatsapp?” “No.”, “Perché lo uso allora?” “Perché non sentire per niente chi voglio sentire mi renderebbe ancora meno felice.”, “E qualcosa che ti renderebbe più felice c’è? “Sì, vederli.”, “Perché non lo fai?” “Non ho tempo.”, “Trova una soluzione.”. Mi sono detta di trovare una soluzione e allora ho pensato “Risparmia tutto il tempo che sprechi a scrivere, a mandare messaggi vocali, a guardare da uno schermo la vita degli altri; risparmialo e usalo in maniera migliore: un’ora con la tua migliore amica o con il ragazzo a cui hai scritto venti volte che ti manca (sprecando tempo aggiungerei)”. È bastata una frase a farmi capire che il tempo che vorrei per essere felice me lo tolgo da sola, una sola frase durante una lezione di inglese. Può bastare a far riflettere qualcun altro che la legge in un cartellone pubblicitario? Al massimo, se leggendo che usando i social si perde qualcosa, l’unica cosa a cui penserà la gente sarà alla vista, potrà sempre rivolgersi all’ottico del cartellone pubblicitario successivo e, se si troverà a comprare un nuovo paio di occhiali, ricordo che al McDonald’s hanno installato dei tablet sui tavoli, semmai ci fosse il bisogno di farli vedere a propria sorella prima di arrivare a casa.
#social#facebook#whatsapp#english#englishlesson#thinking#write#writing#McDonalds#occhiali#vedetevi#pensieri#zibaldone
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“If a writer falls in love with you, you can never die.”
(via suspend)
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Io spero vivamente che coloro che si stanno "battendo" per la libertà di espressione da dietro il loro cellulare o pc sappiano che per libertà di espressione non si intende poter continuare a scrivere i 140 caratteri su Twitter.
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Il pensiero di quel cielo notturno oscuro e silenzioso le era sgradito; ma più ella si rendeva conto che ciò la destabilizzava, più aveva desiderio di restare sveglia tutta la notte ad ascoltare ed ascoltarsi. Tra sé e sé pensava che sarebbe stato un affronto alla natura esserci solamente in presenza di un arcobaleno, di un tramonto sul mare, di un’alba rossa e lucente; così promise soprattutto a se stessa di amare l’immensità non soltanto quando essa si potesse tradurre in totalità, ma soprattutto quando potesse identificarsi in nullità; che poi, in fondo, è la stessa cosa.
amantedellarte (via amantedellarte)
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Books float on the street after a library on Rue Jacob, Paris is flooded during the Great 1910 Parisian Flood.
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