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LA DEMOCRAZIA DEFUNTA IN EUROPA

Siamo giunti alla resa dei conti in Romania dove nonostante le accuse di brogli ha vinto al ballottaggio il candidato europeista. Il regime europeo ha restaurato lo status quo in un battibaleno.
La situazione non è dissimile nel resto del continente.
La principale potenza militare europea, la Francia, come già ha dimostrato il golpe bianco di Macron, non può più rischiare un vero processo democratico perché metterebbe a repentaglio i piani della oligarchia guerrafondaia.
Le irregolarità commesse dalla Le Pen si sono probabilmente realmente verificate, ma il fatto di avversare le sue idee politiche non può fermarci dal notare quanto sia palese che l'interdizione della Le Pen dalle prossime elezioni, che la vedevano favorita, si inserisca in un contesto preciso.
In cui ogni candidato avverso al riarmo o all'invio di armamenti viene eliminato politicamente, oppure arrestato come accaduto in Moldavia e Bosnia, oppure defraudato della vittoria elettorale come in Romania, o anche oggetto di attentati potenzialmente mortali come in Slovacchia e Ungheria..
Siamo di fronte a molto di più della crisi dei valori di cui parlava l'ipocrita vicepresidente USA Vance: la crisi della democrazia europea è in realtà sottostimata. Viviamo nel totalitarismo liberale.
I GUERRAFONDAI DEVONO ANDARE TUTTI A CASA!
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LA COSTRUZIONE DI UN LEGGIFICIO POPOLARE

Di fronte allo svuotamento della nostra democrazia, ridotta a un rituale meramente formale, incapace di realizzare la volontà popolare,
si rende necessaria l'ideazione di nuove forme di protesta e di nuovi strumenti per riuscire a riportare la voce dei cittadini nelle istituzioni governate dai vincoli esterni.
La recente novità costituita dalla implementazione della Piattaforma Nazionale gratuita dei referendum e delle iniziative popolari può forse rappresentare uno strumento che apre a nuove possibilità di azione politica dal basso.
Come ben sappiamo le raccolte firme, in special modo quelle referendarie, sono sempre state soggette ad altissimo rischio di fallimento, perché di fronte al complice silenzio del sistema mediatico, vi è un' enorme difficoltà nel portare i cittadini a conoscenza delle iniziative.
Come dimostra la raccolta firme contro l'autonomia differenziata delle regioni, l'unico modo per una raccolta firme di raggiungere le 500.000 sottoscrizioni necessarie è quello di avere potenti associazioni a sostegno dell'iniziativa.
Anche in caso di successo le proposte referendarie necessitano di superare un ulteriore ostacolo costituito dall'esame, tutt'altro che imparziale, della Corte
Costituzionale, che come tutti gli altri organi dello Stato è lottizzata e governata dai vincoli esterni.
Quale potrebbe dunque essere un utilizzo politico utile e percorribile dello strumento online messo a disposizione dei cittadini?
La possibilità di poter firmare gratuitamente sia leggi popolari che referendum apre a una possibilità inedita, una crepa, uno spiraglio temporaneo, che probabilmente sarà possibile utilizzare solamente una volta.
Questa possibilità consiste nel poter predisporre in anticipo un grande numero di L.I.P. e di proposte referendarie, e di presentarle pubblicamente SOLO E SOLTANTO quando saranno stati coinvolti i firmatari necessari a farle firmare in blocco sulla piattaforma.
Questo implica che prima di promuovere le iniziative debbono essere "raccolti" i firmatari. Essi possono essere raccolti, in attesa di raggiungere il numero necessario, all'interno di mailing list e canali social appositamente preparati.
Come raccogliere i firmatari per sottoscrivere in blocco molteplici iniziative e creare uno tsunami di proposte popolari?
A questo scopo sono necessari due elementi fondamentali:
1) l'adesione da parte dei firmatari raccolti a una linea politica, anche molto generale, sintetizzata in un manifesto, avente al suo centro il welfare: l'istruzione, la sanità, la manutenzione del territorio, i beni comuni, i settori di interesse strategico, in una parola, una linea di ri-attivazione del dettato costituzionale.
2) il coinvolgimento della controinformazione, di personalità indipendenti che godano di seguito sui social, e delle associazioni a difesa della Costituzione.
Solo attraverso il coinvolgimento di comitati e associazioni, che già contano online centinaia di migliaia di followers, sarà possibile raggiungere gradualmente i 500.000 sottoscrittori necessari.
In particolare è necessario puntare sul coinvolgimento dei canali dell'informazione alternativa, che oggi hanno la capacità di raggiungere numericamente lo stesso pubblico della carta stampata.
Canali Youtube come Ottolina Tv, La Fionda, Il Vaso di Pandora, La Casa del Sole, l'Antidiplomatico, l'Indipendente, VisioneTV e molte altre testate giornalistiche online.
Una ulteriore difficoltà è costituita dal fatto che la capacità di redigere leggi di iniziativa popolare e proposte referendarie non è cosa banale e alla portata di tutti.
Sarà necessario pertanto riuscire a coinvolgere associazioni di giuristi che siano costituzionalmente orientati e che sottoscrivano l'idea alla base del progetto.
Senza dubbio i primi gruppi di giuristi da contattare dovrebbero essere il CDC (Coordinamento Democrazia Costituzionale), Attuare la Costituzione, Magistratura Democratica, 1000 Avvocati per la Costituzione..
L'idea è quella di accumulare contemporaneamente, da una parte i firmatari e dall'altra le iniziative e una volta raggiunti i numeri stabiliti organizzare una sorta di "Bombardamento" sulle istituzioni.
Le L.I.P. e i Referendum dovrebbero essere in numero tale da portare all'evidenza, persino dei media mainstream, l'esistenza di un vero e proprio programma di governo popolare dal basso.
Un evento che verosimilmente potrà avvenire soltanto una volta, perchè successivamente il sistema correrà ai ripari per evitare che si ripeta, e che avrà un grandissimo impatto se verrà ben organizzato.
Un altro requisito perché l'idea possa realizzarsi è che l'insieme degli aderenti non ceda alla tentazione di volersi mettere alla testa del progetto. Il progetto avrà tanto più successo nel raccogliere firmatari, quanto più si porrà in modo non connotato politicamente, neutro, inclusivo, trasversale.
A questo scopo sarà utile cercare di avere dei volti mediatici che possano mettersi al servizio di questa idea, cercare di coinvolgere dei promotori appartenenti a tutte le aree, meglio se non direttamente coinvolti nelle attività parlamentari, che possano parlare a diversi spicchi di elettorato.
#costituzione#elezioni politiche#partiti antisistema#partiti#elezioni europee#referendum#politica#costume#economic
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La lezione di Hiroshima e Nagasaki

Il 6 agosto del 1945 alle 8:15 della mattina, un bombardiere statunitense lanciò la prima bomba nucleare della storia sulla città giapponese di Hiroshima, uccidendo in un sol colpo oltre 100.000 persone e provocando sofferenze indicibili ai sopravvissuti. Il 9 agosto, un secondo attacco analogo contro Nagasaki.
Incredibilmente oggi, nel 2024, una guerra nucleare è ritornata possibile.
Per la prima volta, dopo decenni, è ripartita la corsa agli armamenti rendendo probabile l’aumento dell’arsenale nucleare nei prossimi anni.
Negli ultimi anni tutti i trattati che limitavano l'uso delle bombe nucleari in guerra sono stati stracciati:
Trattato ABM anti missili balistici firmato da USA ed URSS nel 1972. Prevedeva una parità strategica basata sulla dottrina della mutua distruzione assicurata. Nel 2002 ritiro degli USA.
Trattato sui cieli aperti (Open Skies). A maggio 2020 il presidente Trump ne ha ufficializzato l’uscita.
Trattato INF [Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, NdR] sui missili nucleari a raggio intermedio del 1987. Gli Stati Uniti con Donald Trump annunciano il ritiro unilaterale nel 2019. Fino ad allora vietava alle due superpotenze il dispiegamento a terra di armi nucleari a medio raggio, ossia con una gittata tra i 500 e 5500 chilometri e il loro uso.
Al contempo le grandi potenze miniaturizzano le testate, chiamandole "tattiche", in modo da renderne l'utilizzo sempre meno "inaccettabile".
Anche il sistema mediatico parla di "guerra atomica" con sempre maggiore disinvoltura. Escono film di Hollywood ambigui sull'uso del nucleare in guerra. Sui giornali fioriscono termini ed espressioni militari anche su argomenti che nulla hanno a che vedere con il settore bellico. Spuntano applicazioni sui telefoni che diramano messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti. La televisione trasmette solo violenza, sia nell'intrattenimento che nel clima dei dibattiti. Le oligarchie che ci governano stanno militarizzando le democrazie in un clima di sempre maggiore intolleranza nei confronti di chi dissente dal pensiero dominante.
Le oligarchie propongono un modello che è bellico in ogni suo aspetto: sia sul piano sociale, che economico e culturale.
Beninteso è un modello capitalista morente che si allontana sempre di più dalla vita umana e che sta attraversando una crisi terminale. Ma intanto ci mette tutti a rischio.
Intanto gli Stati Uniti sono già entrati in Svezia. Un accordo concede loro accesso illimitato a 17 basi militari svedesi. Qui gli Stati Uniti potranno schierare anche armi nucleari.
Un accordo analogo è stato stipulato dagli USA con la Finlandia, entrata nella NATO sotto comando USA lo scorso aprile. La Finlandia concede agli Stati Uniti l’accesso illimitato a 15 basi militari, compreso il pre-posizionamento di armamenti e l’ingresso di aerei, navi e veicoli militari statunitensi. Cinque delle 15 basi si trovano in Lapponia al confine con la Russia.
Quest'anno è molto importante partecipare alle commemorazioni, che avvengono in ogni angolo del mondo, delle esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki.
Si tratta di una ricorrenza tanto più importante nel nostro presente, perché la lezione di Hiroshima e Nagasaki è una lezione che l'umanità sta dimenticando.
Dobbiamo essere saldi anche nel nostro quotidiano nello scegliere una direzione vitale, diversa da quella bellica proposta ogni giorno dalle oligarchie che ci governano.
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Raccolta firme per l'abrogazione della Autonomia Differenziata

Come ben sappiamo il parlamento italiano è occupato da un partito unico.
Un partito che, pur dotato di correnti, ha una compattezza perfetta su quelli che sono i suoi pilastri: l'europeismo , l'atlantismo e il neoliberismo.
Di conseguenza i settori principali che compongono la politica del paese non subiscono mai importanti cambi di rotta.
Che sia la corrente di centro sinistra o quella di centro destra a governare, possiamo essere certi che la politica estera e la politica economica saranno sempre esattamente le stesse..
La legge sulla autonomia differenziata delle regioni è un esempio di quel tipo di norma che verrà portata avanti a prescindere dal governo in carica.
Ideata dal Governo Giallo Verde, portata avanti dal governo giallo rosso e poi dal governo Draghi, ora finalmente approvata dal governo Meloni.
Portare avanti l'agenda neoliberale è qualcosa che è reso possibile soltanto dal sistema della comunicazione, il quale, con sempre maggiore difficoltà, deve inscenare polemiche e aspre battaglie, smaccatamente fasulle,
con l'unico obiettivo di far sembrare rivali mortali il governo e le opposizioni.
Sull'istituzione dei referendum contro l'autonomia differenziata delle regioni è avvenuto l'ennesimo inganno mediatico.
Il PD ha simulato una finta opposizione approvando grazie all'apporto della regione Emilia Romagna, un quesito referendario di abrogazione parziale che mantiene però inalterato l'impianto della legge.
Il tradimento si è concretizzato negli ultimi giorni nel consiglio regionale del 9 Luglio e la situazione appare al momento più contorta che mai ..
Infatti oltre al quesito " Bonacciniano" che è stato già approvato da 5 regioni e non richiede dunque la raccolta firme e il cui vero obiettivo è che la legge sulla autonomia differenziata non venga abrogata,
esiste anche un quesito di abrogazione totale sostenuto da tutti i comitati nazionali e locali e da CGIL, UIL, ARCI, ANPI, PRC etc. molte confluite nell’organizzazione la “Via Maestra” e ha l’obiettivo ben preciso di abrogare totalmente la legge.
L'obiettivo, malgrado la capillarità delle associazioni, sembra essere molto difficoltoso perché non sono disponibili i canonici 3 mesi di tempo.
Se si vuole andare a referendum nella primavera del 2025 tutte le firme devono raggiungere la cassazione entro il 30 Settembre.
Malgrado la difficoltà dell'impresa è superfluo ricordare che le conseguenze di un fallimento sarebbero nefaste.
Assisteremo in tutto il paese a una escalation dei processi di privatizzazione, in settori come la scuola, la sanità, il territorio, i beni comuni; un ulteriore grave impoverimento del Sud e delle fasce più povere del Nord.
Per approfondimenti rimandiamo agli esaustivi articoli di Contropiano e soprattutto ai link in esso contenuti.
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Referendum Rappresentanza

Anche quest'anno siamo chiamati a partecipare a una iniziativa importante. La raccolta firme per avviare un Referendum parzialmente abrogativo della legge elettorale Rosatellum.
Una iniziativa nata dall'impegno del compianto giurista Felice Besostri, che più di ogni altro si è speso contro le perversioni giuridiche delle nostre infami leggi elettorali.
I suoi ricorsi e le sue battaglie legali vittoriose contro il Porcellum e contro l'Italicum ci sono di incoraggiamento per questa ennesima battaglia, da lui accuratamente preparata per noi in tutti i suoi aspetti tecnici. Un lascito generoso che siamo felici di poter onorare.
La questione della rappresentanza democratica è tra quelle più pesanti, più basilari, più essenziali, per la vita nostra e delle generazioni future.
La nostra democrazia scomparsa necessita di ritrovarsi e di riannodare i fili di un percorso che ha visto in passato il nostro paese protagonista di momenti luminosi e importanti.
Momenti di inclusione, solidarietà sociale, mutuo soccorso: virtù incarnate dalle nostre istituzioni scolastiche, sanitarie, sindacali.
È proprio per queste virtù umane che la difesa della patria è sacro dovere del cittadino, come recita l'Art.52 Cost.
Ed è quindi per difendere le più importanti virtù umane che siamo chiamati a una difesa della rappresentanza.
La rappresentanza è stata negli anni erosa dalla cultura del consumismo, fatta di rapporti di forza, competizione ed esclusione sociale.
I mercati finanziari di cui la nostra classe politica è cameriera, hanno svuotato la nostra democrazia e instaurato la tacita dottrina in base alla quale bisogna pensare solo a se stessi e non curarsi degli altri che restano indietro. Il principio cardine del business.
Contro questo pensiero mortifero e contro questa moderna dittatura mascherata da democrazia ci prepariamo nuovamente alla mobilitazione.
Nella certezza di trovarci all'interno di un grande percorso storico di liberazione, già ora vittorioso, inarrestabile e incoercibile.
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La mia evoluzione

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Santoro e la NATO
Ci siamo. Mancano poche ore alle elezioni e sono ancora nella indecisione su chi votare. Uno dei nomi che più mi attira è la vedova di Giulietto chiesa, Fiammetta Cucurnia. Che però ha scelto di presentare la sua candidatura in un partito moderato come quello di Michele Santoro ( Pace, Terra e Dignità).
Pur rispettando la figura di Raniero La Valle , intellettuale di grande spessore che affianca Santoro in questo progetto,
Non posso che sottolineare le contraddizioni e le ambiguità di questo progetto,
la cui nascita ha generato la spaccatura del progetto " Unione Popolare" che comprendeva Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, altre piccole forze e la guida di De Magistris .
La spaccatura è avvenuta proprio sul nodo del pacifismo, essendo Santoro contrario a una uscita unilaterale dell'Italia dalla NATO.
Il disaccordo sulla necessità di sostenere in ogni modo la resistenza palestinese contro lo Stato sionista israeliano e nel chiamare genocidio la strage israeliana a Gaza.
il disaccordo sulla necessità di considerare la NATO la prima responsabile di ogni guerra nel mondo e di chiederne la fine senza se e senza ma.
Una non chiara collocazione alternativa nei confronti del centrosinistra in Italia ed in Europa.
Questi sono stati i principali punti che hanno convinto PaP e De Magistris a non aderire al progetto " Pace Terra Dignità"
Le posizioni di Santoro sulla NATO sono andate delineandosi più chiaramente negli ultimi giorni grazie ad alcune interviste.
Ucraina, Santoro: "Non possiamo uscire adesso dalla Nato". Intervista
Il leader della lista Pace, terra e dignità dopo l'ok di Biden all'Ucraina a usare armi Usa per colpire in Russia
Possiamo tranquillamente evidenziare che la permanenza nella NATO significa automaticamente opporsi a una politica del disarmo.
Non possiamo dimenticare che Santoro non disse neppure una parola per sostenere il Referendum contro l'invio degli armamenti, anche se pubblicamente si è dichiarato contrario al continuare ad inviare armi in particolare nel teatro di guerra Ucraino.
In ultimo mettiamo in evidenza come Santoro ci tenga a ribadire che il suo progetto politico NON si colloca nella Sinistra.
Michele Santoro si candida alle elezioni Europee con il movimento 'Pace, Terra, dignità'
Michele Santoro si candida alle elezioni europee. Lo farà con il suo movimento ‘Pace, Terra, dignità’, nato con l’obiettivo di raccogliere le istanze del pacifismo italiano in vista della tornata...
"Non siamo una lista di sinistra e soprattutto non vogliamo rifondarla"
Il Verbo " Rifondare " non è stato usato a caso da Santoro essendo "Rifondazione Comunista" la forza che ha permesso al Frontman di raccogliere le firme in tutte le circoscrizioni.
Non conosciamo gli accordi presi tra Rifondazione e Santoro ma appare evidente che Rifondazione ha dovuto cedere molto rispetto al proprio programma politico ( sulla NATO in primis) e rispetto al percorso compiuto ( cestinare anni e anni di lavoro per costituire Unione Popolare) .
Saranno state fatte forse considerazioni sul fatto che il potere mediatico di Santoro sia l'unica cosa che renda possibile sperare nel superamento della soglia di sbarramento.
Vista l'età elevata degli attivisti di Rifondazione questa è stata probabilmente l'ultima volta che il partito ha potuto rendere possibile il miracolo di una raccolta firme su base nazionale.
Sappiamo bene che eleggere almeno un europarlamentare garantisce l'accesso a benefici economici e logistici che sono puro ossigeno per un piccolo partito.
Ritengo pertanto, personalmente, che questa sia per Rifondazione la mossa della disperazione finale dopo il fallimento nel 2022 dell'intesa con , Addirittura! , il Movimento 5 Stelle.
L'appello di Rifondazione comunista al M5S: "Costruiamo una coalizione popolare"
Oggi il Prc, assieme a Potere al Popolo, sta varando Unione popolare, con alla guida Luigi De Magistris. La speranza ora è fare fronte con Giuseppe Conte
…
Riguardo infine alle scelte delle candidature…
La candidatura di Alessandra Guerra ( ex governatrice del Friuli in quota Lega) nelle liste di Santoro e di vari ex M5S tra cui Marta Grande e Piernicola Pedicini, sembrano confermare l'intenzione di andare verso un superamento degli " steccati ideologici".
È una tendenza questa, interessante da osservare, che accomuna tutte le new entries di queste elezioni europee,
Da Marco Rizzo, che si abbraccia con Alemanno,
a Cateno De Luca che mette assieme di tutto, dagli ex M5S agli ex CasaPound.
Bisogna osservare che questo tentativo di superamento delle categorie destra sinistra non avviene a mio avviso in modo ragionato e analizzato,
Non avviene tra una " sinistra rifondata" e una " destra depurata" ..
È una tendenza che nasce senza una nuova visione del mondo a supportarla, senza alcuna speranza dunque di portare a un reale superamento del 900.
Un superamento che sarebbe reso possibile soltanto da una riflessione seria e approfondita sui motivi antropologici che hanno reso la storia del genere umano una storia fatta di violenza , di guerre e di sangue, in una evoluzione all'interno di una forma mentis bellica che è arrivata fino ad oggi.
Questo, che non è un problema ma IL problema " il partito della Pace" non ha nessuna intenzione di affrontarlo né in profondità né in superficie.
Ma del resto non l'ha mai fatto nessuno , tranne Gandhi e Mandela.
Poscritto:
mi rendo conto di aver espresso solo e soltanto critiche nella mia analisi. Non posso tuttavia prevedere il futuro di questo progetto. È ben vero che le basi di partenza non sembrano incoraggianti ma se questo soggetto passasse la soglia di sbarramento potrebbe forse essere una base per poter costruire qualcosa in seguito .
Voglio concludere così, per il rispetto dovuto allo sforzo straordinario espresso dagli attivisti nel raccogliere le firme necessarie. Una impresa che era davvero molto ardua e che deve essere riconosciuta, apprezzata e valorizzata.
#elezioni europee#partiti antisistema#politica#palestine#europee2024#michele santoro#PACE TERRA DIGNITà#pace terra dignità#pace#Raniero La Valle#Giulietto Chiesa
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Marx incontra Gandhi: per una sinistra iniziatica

Per poter superare il 900' occorre secondo me integrare il sempre contemporaneo e preveggente pensiero di Marx con le trasformazioni, soprattutto legate alla tecnologia, in atto nel multiforme capitalismo finanziario, bellico e liberista nel quale siamo immersi.
Per fare ciò dobbiamo lavorare su una crescita nella analisi teorica e di consapevolezza riguardo a due aspetti fondamentali:
1) la forza della tecnologia nelle mani delle élite utilizzata per dare vita a tecniche di controllo e ingegneria sociale sempre più sofisticate
2) le implicazioni psicologiche del vivere immersi in una cultura della guerra e della competizione:
La forma della società determina la forma della mente degli individui e crea giovani cittadini sospettosi, competitivi, privi di fiducia verso gli altri, oppure che decidono di non crescere, perché non vi è nulla di buono nella società che li attende. In tutti i casi individui sempre più isolati e soli di fronte alle avversità della vita.
Non a caso i sistemi sociali più attaccati e demonizzati, oggetto di demolizione da parte del sistema sono la scuola, la sanità e le organizzazioni dei lavoratori,
Poiché queste istituzioni hanno nel loro DNA virtù che contrastano il pensiero bellico, come solidarietà sociale, gratuità ed empatia.
Dice a questo proposito il filosofo e linguista Noam Chomsky :
“Ai privati non piace l’istruzione pubblica, per diverse ragioni. La prima ha a che fare con il principio stesso su cui essa si fonda, che dal potere è percepito come una minaccia: il concetto di solidarietà…”
“…Ciò contrasta con la dottrina in base alla quale bisogna pensare solo a se stessi e non curarsi degli altri che restano indietro: il principio cardine del business”
“L’istruzione pubblica è una minaccia a un tale sistema di pensiero perché contribuisce a formare la solidarietà, la comunità, il sostegno reciproco”
Esiste pertanto la necessità di integrare a mio avviso la dimensione della coscienza e della psiche nel pensiero marxista ,
Per due ragioni principali:
1) attraverso una comprensione del funzionamento della propria psiche basata su meccanismi difensivi e condizionamenti è possibile capire e analizzare i condizionamenti sofisticati messi in atto attraverso le moderne tecniche di controllo e ingegneria sociale
2) soltanto una mente depurata dalla cultura bellica e avente un alto grado di consapevolezza di sé può pensare realisticamente di avviare un processo rivoluzionario.
Un processo rivoluzionario basato su contenuti ineccepibili sarebbe infatti destinato al fallimento se portato avanti da persone con la psiche immersa nei valori della competizione e dei rapporti di forza.
In virtù di tutto ciò rilevo l'esigenza di aggiungere alla lotta di classe anche una lotta tra classi di umanità .
Si tratta a mio modo di vedere di un percorso che ci sarà sicuramente, è solo questione di tempo, perché restare immersi nell'io bellico minaccia la sopravvivenza della specie, come si vede bene dagli episodi di guerra e distruzione che stanno devastando ampie zone del pianeta.
E ci sono sicuramente strumenti per attuare un processo di trasformazione delle coscienze, precondizione del processo rivoluzionario
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La colonizzazione occidentale alla base del genocidio Palestinese

Ovunque gli occidentali abbiano colonizzato hanno sterminato gli indigeni
Gli Indiani d'America, gli Indios, gli Aborigeni australiani..
E' soltanto l'ennesimo episodio di colonizzazione occidentale.
E sono gli stessi israeliani a dirlo..
Riporto una parte del famoso dialogo tra Goldman e Ben-Gurion molto esplicativo..
"Non comprendo il vostro ottimismo” affermò Ben-Gurion “Perché gli arabi dovrebbero volere la pace? Se fossi un leader arabo non scenderei mai a patti con Israele. E’ naturale: ci siamo presi la loro terra. Certo, Dio ce l’ha promessa, ma cosa volete che gliene importi? E’ il nostro Dio, mica il loro. Noi proveniamo da Israele, vero, ma duemila anni fa, e quindi? C’è stato anti-semitismo, i Nazisti, Hitler, Auschwitz, ma che colpa ne hanno loro? Loro comprendono soltanto una cosa: noi siamo arrivati e ci siamo presi la loro terra. Perché dovrebbero accettarlo? Forse fra una o due generazioni se ne saranno dimenticati, ma per ora non c’è possibilità. E’ così semplice: dobbiamo essere forti e mantenere un esercito potente. Questa deve essere la nostra unica politica. Altrimenti gli arabi ci stermineranno”.
“Ma come puoi dormire quando la pensi così” sono intervenuto io “ed essere allo stesso tempo il Primo Ministro di Israele?”
"Chi dice che dormo?" è stata la sua risposta.
( "Il Paradosso ebreo" , Nahum Goldman p. 99)
Molto illuminante è anche il discorso funebre del 1956 che Moshe Dayan , allora Capo di Stato, tenne al funerale di Roy Rottemberg, giovane responsabile della sicurezza di un kibbutz ucciso da una incursione armata proveniente da Gaza.
Dayan lasciò esterrefatti i suoi ascoltatori con la sua visione brutalmente sincera degli assassini di Rotenberg, della loro connessione con la terra contesa e i loro moventi.
“Ieri all’alba, Roy è stato assassinato. La quiete della mattina primaverile lo aveva accecato, e lui non ha visto coloro che nascosti dietro i fossati miravano alla sua vita. Non dedichiamoci oggi a incolpare i suoi assassini. Che cosa possiamo dire del loro odio terribile verso di noi? Da otto anni essi si trovano nei campi profughi di Gaza e hanno visto come, davanti ai loro occhi, noi abbiamo trasformato la loro terra e i loro villaggi, dove loro e i loro antenati abitavano in precedenza, facendoli diventare casa nostra”.
Ma il riconoscimento di Dayan della rabbia dei palestinesi non lo portava ancora a quel tipo di posizioni “pacifiste” che egli avrebbe adottato dopo la guerra del 1973, al crepuscolo della sua carriera.
Come osserva lo storico Benny Morris nel suo libro Israel’s Border Wars, Dayan si era domandato:
“Non è tra gli arabi di Gaza, ma proprio in mezzo a noi, che chiudiamo gli occhi e ci rifiutiamo di guardare dritto il nostro destino e vedere, in tutta la sua brutalità, il destino della nostra generazione?”.
“Dietro il fossato del confine sale una marea di odio e vendetta, di determinazione a guardare al giorno in cui la calma ottunderà la nostra coscienza, e sentiremo gli ambasciatori dell’ipocrisia maligna che ci chiederanno di abbassare le armi. A noi e noi soli fa appello il sangue di Roy che sgorga dal suo corpo straziato. Dato che abbiamo giurato mille volte che il nostro sangue non sarà versato facilmente – e tuttavia ancora ieri eravamo tentati, abbiamo ascoltato e abbiamo creduto”.
“Facciamo il punto della situazione. Siamo una generazione di insediamento e senza l’elmetto d’acciaio e il fucile puntato non saremo capaci di piantare un albero o costruire una casa. Non abbiamo paura di guardare onestamente all’odio che consuma e riempie la vita di centinaia di arabi che vivono intorno a noi. Non abbassiamo lo sguardo a meno che non si indeboliscano le armi. Questo è il destino della nostra generazione. Questa è la nostra scelta – di essere pronti e armati, bravi e duri – o altrimenti la spada cadrà dalle nostre mani e le nostre vite saranno spezzate tutt’a un tratto”.
“Il giovane Roy, che era venuto via da Tel Aviv per costruire la propria casa ai confini con Gaza perché fosse un baluardo del nostro popolo - la luce che gli illuminava il cuore l’ha accecato e lui non ha sentito la voce dell’assassino che gli tendeva l’imboscata. Le porte di Gaza si sono dimostrate troppo pesanti per le sue spalle e si sono chiuse sopra di lui”..
Da parte dei leader israeliani era dunque chiara la consapevolezza di essere dei colonizzatori.
E se era chiaro per loro, a maggior ragione dovrebbe essere chiaro per noi quando parliamo di questo conflitto.
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Cateno De Luca e la più incredibile delle ammucchiate..

Le liste extraparlamentari che al momento stanno raccogliendo le firme sono soltanto due!
Cosa è successo?
1) Per quanto riguarda il blocco Demagistris c'è stato un terremoto politico: Demagistris ha dato le dimissioni da presidente di "Unione Popolare" e Potere al Popolo si è rifiutato di fare parte della iniziativa di Santoro rompendo definitivamente la alleanza che si era creata con Rifondazione.
Rifondazione comunista ha preferito " Cestinare " il lavoro di anni per creare Unione Popolare pur di salire sul carro mediatico di Santoro,
il motivo, questo è ovvio, è di raggiungere l'agognato 2 per 1000 che è puro ossigeno per un piccolo partito, oltre allo staff di persone che si può assumere a tempo pieno grazie all'elezione di almeno un europarlamentare..
Questo è un motivo sufficiente per sfasciare il lavoro sin qui compiuto e per gettare a mare le alleanze su cui si era investito tempo e fatica?
Questo saranno le urne a deciderlo , si tratta sicuramente di un disperato gioco d'azzardo , a causa del quale bisogna accettare candidature imbarazzanti, come quella della ex governatrice leghista del Friuli Alessandra Guerra .
Rifondazione ha accettato di mettere da parte sia il proprio simbolo sia quello di Unione Popolare per fornire manovalanza a una lista che puntualizza Santoro, “non è una lista di sinistra e soprattutto non vogliamo rifondarla”..
Auguri!
2) Per quanto riguarda Democrazia Sovrana e Popolare resta incredibilmente difficile la rincorsa alle firme ma ci stanno provando, le speranze sono poche in special modo per quanto riguarda Valle d'Aosta e Molise , ma non sono poi messi benissimo da nessuna parte,
dopo essersi alienati la maggioranza degli attivisti con mosse politiche suicide e con insopportabile verticismo è molto facile che per questo giro non ce la faranno , se non in qualche circoscrizione.
A rendere ancora più amara la raccolta firme c'è stata la rinuncia alla candidatura del giornalista Francesco Amodeo che è stato attirato dall'offerta di Cateno De Luca di fare parte della sua lista , che ricordiamo, gode della esenzione dalle firme..
Una strada tutta in salita dunque, a causa dei tanti errori commessi, ultimo dei quali la partecipazione, come ospiti, all'evento fondativo del soggetto politico di Alemanno, di cui fa parte tra gli altri anche Simone Di Stefano, ex Segretario di CasaPound, una mossa che ovviamente ha disgustato un enorme numero di attivisti, soprattutto quelli provenienti dal PC.
Auguri dunque anche a DSP
Come mai soltanto due liste extraparlamentari stanno tentando la difficile raccolta firme?
Dove sono finiti tutti gli altri?
Ecco la risposta a questa domanda:

Si sono tutti imbarcati sulla unica lista che gode della esenzione dalle firme.
Cateno De Luca è senza dubbio un politico spregiudicato.
Ben sapendo di non essere forte al Nord , ha pensato bene di accogliere tutte le liste autonomiste e in più ben 3 liste della galassia anti-sistema.
La mossa di De Luca è ben ponderata, i suoi candidati saranno quasi sicuramente quelli più votati, e quindi le altre liste fungeranno al 90% da portatori d'acqua..
Tuttavia le altre liste sperano nelle preferenze, che alle elezioni europee ci sono, e confidano di poter portare a casa qualcosa..
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Europee 2024 senza speranza ( oppure no?)
In seguito agli emendamenti Meloni alla legge elettorale, ci apprestiamo ad assistere a una tornata elettorale europea quasi del tutto priva di partiti extraparlamentari.
L'unico soggetto esentato dalla raccolta firme risulta essere al momento "Sud chiama Nord" che alleatosi con Roberto Castelli ha presentato la lista "Libertà".
La lista "Insieme Liberi" si dice speranzosa di riuscire a raccogliere le 150.000 firme anche se non dispone di un grande numero di attivisti .
Per quanto riguarda invece Democrazia Sovrana e Popolare e il blocco Santoro\Unione Popolare i giochi sembrano ormai essere fatti.
Per DSP è un grandissimo fallimento avendo allontanato una grande quantità di attivisti a causa della gestione del partito basata sul verticismo, sul controllo e sul carisma dei leader.
Per quanto riguarda Santoro, contava su Rifondazione per poter ottenere l'esenzione ma essa è sfumata a causa dei decreti Meloni.
DeMagistris si è dimesso dalla presidenza di UP,
Potere al popolo e Rifondazione non avendo preparato l'organizzazione della raccolta firme hanno accumulato un ritardo che appare ora irrecuperabile e che li pone automaticamente fuorigioco.
I partiti extraparlamentari sembrano sempre di più inadeguati come strumenti a disposizione del popolo per ottenere visibilità politica e rappresentanza. Il momento elettorale sembra pertanto perdere sempre più importanza, anche in virtù del fatto che il parlamento non è più un luogo in cui vengono prese decisioni fondamentali.
Di fronte all'ostracismo messo in atto dalle istituzioni i partiti extraparlamentari troverebbero forse maggiore utilità nel perseguire obiettivi politici e sociali alla loro portata , come ad esempio la creazione di reti di solidarietà per la creazione di senso di comunità, per non lasciare da sole le persone durante il periodo sempre più cupo che stiamo attraversando.
COLPO DI SCENA
Per oscuri motivi il governo ha dimezzato il totale delle firme richieste per partecipare alle elezioni europee.
Forse per favorire la discesa in campo di Santoro? Chi può saperlo. È comunque, indubbiamente, una buona notizia.
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Il genocidio di Gaza

Finalmente si comincia a capire qualcosa in questa situazione complicata.
Emerge sempre più chiaramente come l'attacco di Hamas sia stato permesso da Netanyahu. Il detonatore desiderato per giustificare l'attuazione di un piano trapelato nelle ultime ore.
Il fatto che Hamas sia stato finanziato da Benjamin Netanyahu viene ulteriormente confermato da quanto da lui dichiarato nel marzo 2019, ad una riunione dei membri del partito Likud nella Knesset: “Chiunque voglia ostacolare la creazione di uno Stato palestinese deve sostenere Hamas e trasferire denaro ad Hamas. Questo fa parte della nostra strategia: isolare i palestinesi di Gaza dai palestinesi della Cisgiordania” (Haaretz il 9 ottobre 2023).
Se lo dice la stampa Israeliana ..https://www.haaretz.com/israel-news/2023-10-20/ty-article-opinion/.premium/a-brief-history-of-the-netanyahu-hamas-alliance/0000018b-47d9-d242-abef-57ff1be90000
Per anni Israele ha permesso che valigie con milioni di dollari in contanti, provenienti dal Qatar, entrassero attraverso i valichi di Gaza per essere consegnate ai capi di Hamas. Questi e altri fatti confermano che quella scatenata il 7 ottobre in Medioriente è una operazione voluta da Israele.
Israele rivendica la responsabilità dell'attacco al campo profughi di Gaza che ha fatto strage di civili: in altre parole rivendica il suo “diritto” a sterminare i Palestinesi.
Lo rivendica apertamente su Rete 4 l'ex ambasciatore di Israele in Italia Dror Eydar, il quale dichiara che obiettivo di Israele è “distruggere Gaza”.
《NOI IN ISRAELE NON SIAMO INTERESSATI A TUTTI QUESTI DISCORSI RAZIONALI, NOI ABBIAMO UNO SCOPO: DISTRUGGERE GAZA》. Tutta l'essenza del sionismo... | By Giorgio Bianchi | Facebook
《NOI IN ISRAELE NON SIAMO INTERESSATI A TUTTI QUESTI DISCORSI RAZIONALI, NOI ABBIAMO UNO SCOPO: DISTRUGGERE GAZA》. Tutta l'essenza del sionismo...
Lo conferma l’attacco terrestre israeliano a Gaza: insieme ai carri armati avanzano i bulldozer, che demoliscono ciò che ancora resta in piedi dopo i bombardamenti. Il piano è evidente: rendere impossibile la vita a Gaza, aprire quindi un “corridoio umanitario” per evacuare la popolazione.
È già stato redatto da Amir Weitmann, influente membro della Knesset appartenente al partito di Netanyahu, un “Piano per il reinsediamento e la riabilitazione finale in Egitto dell'intera popolazione di Gaza”.
Leaked: Israeli plan to ethnically cleanse Gaza
The plan advocates the forced transfer of the population of the Gaza Strip to Sinai permanently, and calls for the international community to be leveraged to assist the move
In poche parole, il piano prevede di espellere l’intera popolazione dai Territori palestinesi, affossando definitivamente la creazione di uno Stato palestinese, a fianco di Israele, come deciso 76 anni fa dalle Nazioni Unite.
Il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, in un videomessaggio trasmesso non da Gaza ma dal suo ufficio centrale a Doha in Qatar, dichiara: “Noi abbiamo bisogno del sangue delle donne, dei bambini e degli anziani di Gaza per risvegliare in noi lo spirito di sfida che ci spinge ad andare avanti”.
Appare strano che il leader di Hamas diriga il suo movimento dal suo ufficio centrale, situato a Doha a pochi chilometri dalla base di Al Udeid, la più grande base USA in Medioriente, sede del quartier generale delle forze aeree del Comando Centrale degli Stati Uniti.
Lo scopo di tale operazione non è solo quella di cancellare i Territori Palestinesi, ma di aprire un largo fronte di guerra in un Medioriente in cui gli Stati Uniti, Israele e le maggiori potenze europee stanno perdendo terreno, come dimostra la prossima entrata di due paesi finora rivali, Iran e Arabia Saudita, nei BRICS insieme a Russia e Cina.

Pubblico di seguito la traduzione in italiano del documento trapelato:
13 ottobre 2023 - UN PIANO PER IL REINSEDIAMENTO E LA RIABILITAZIONE DEFINITIVA IN EGITTO DELL'INTERA POPOLAZIONE DI GAZA: ASPETTI ECONOMICI
Attualmente esiste un’opportunità unica e rara per evacuare l’intera Striscia di Gaza, in coordinamento con il governo egiziano. Questo documento presenterà un piano sostenibile con un’elevata fattibilità economica, che ben si allinea con gli interessi economici e geopolitici dello Stato di Israele, dell’Egitto, degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita. Una sintesi di un piano immediato, realistico e sostenibile per il reinsediamento umanitario e riabilitazione della popolazione araba della Striscia di Gaza.
Nel 2017, è stato riferito che ci sono circa 10 milioni di unità abitative sfitte in Egitto, di cui circa la metà sono costruite e l’altra metà sono in costruzione. Ad esempio, nelle due più grandi città satellite del Cairo, "Il 6 ottobre" e "Il 10 di Ramadan", c'è un'enorme quantità di appartamenti costruiti e vuoti di proprietà del governo e di privati, e aree edificabili sufficienti ad ospitare circa 6 milioni di abitanti. La maggior parte della popolazione locale non riesce ad acquistare gli appartamenti nonostante il prezzo molto basso (solo tra 150 e 300 dollari al metro quadrato). Anche se lo stock di appartamenti vuoti cambia nel tempo, sembra rimanere molto grande e disponibile per essere abitato da tutta la popolazione di Gaza.
Il costo medio di un appartamento di 3 locali, con una superficie di 95 metri quadrati per una famiglia media di Gaza composta da 5,14 persone, in una delle due città sopra indicate, è di circa 19.000 dollari, tenendo conto dell’estensione attualmente conosciuta dell’intera popolazione. Vivono nella Striscia di Gaza circa 1,4-2,2 milioni di persone, e si può stimare che l’importo totale che sarà necessario trasferire all’Egitto per finanziare questi progetti sia dell’ordine di 5-8 miliardi di dollari. L’importo riflette un valore compreso solo tra l’1% e l’1,5% del PIL dello Stato di Israele e può essere facilmente finanziato dallo Stato di Israele, anche senza alcun aiuto internazionale.
Come verrà spiegato nel prossimo paragrafo, l’immissione di uno stimolo immediato di questa portata nell’economia egiziana fornirebbe un beneficio enorme e immediato al regime di al-Sisi. Queste somme di denaro, in rapporto all’economia israeliana, sono minime. Se questo aiuta a spostare il problema verso l’Egitto, è anche possibile raddoppiarle, triplicarle e addirittura quadruplicarle per risolvere la questione della Striscia di Gaza, che da anni rappresenta un ostacolo alla pace, alla sicurezza e alla stabilità, non solo nella Striscia di Gaza, ma anche in tutto il mondo: investire alcuni miliardi di dollari (anche se si tratta di 20 o 30 miliardi di dollari) per risolvere questo difficile problema è una soluzione innovativa, economica e sostenibile.
In questo contesto, è opportuno ricordare che lo Stato di Israele ha speso circa 200 miliardi di shekel in meno di un anno per curare l’epidemia di Corona. Non c’è motivo di ritenere che non saremmo in grado di permetterci un pagamento immediato di 20-30 miliardi di shekel, che è fondamentalmente una sorta di pagamento per l’acquisto della Striscia di Gaza, al quale possiamo comunque aggiungere molto valore nel tempo, dato che si tratta effettivamente di un investimento molto utile per lo Stato di Israele.
Le condizioni del territorio di Gaza, simili a quelle dell’area di Gush Dan, consentiranno in futuro alloggi di alta qualità per molti cittadini israeliani, e di fatto espanderanno l’area di Gush Dan fino al confine con l’Egitto. Darà anche un enorme impulso agli insediamenti nel Negev.
CONTESTO ECONOMICO - EGITTO: Il 16/12/2022 il Fondo Monetario Internazionale ha approvato un prestito di salvataggio di 3 miliardi di dollari per l’Egitto, a fronte dell’aggravarsi della crisi economica che attraversa (nel 01/2023 l’inflazione in Egitto è salita al 26,5%), ma è legato a condizioni e riforme draconiane nell’economia egiziana. Sebbene il FMI abbia raccomandato di passare a un tasso di cambio flessibile, si prevede che questo approccio aggraverà l’inflazione e peggiorerà addirittura i problemi relativi al costo della vita.
Dal 03/2022, la sterlina egiziana ha perso circa la metà del suo valore (il tasso di cambio ufficiale del dollaro è aumentato del 95%, da 15,7 a 30,7 sterline per dollaro, molto meno del tasso del mercato nero), e questo deprezzamento del valore della valuta ha già danneggiato l’economia egiziana, gonfiando notevolmente i costi di importazione di prodotti alimentari nel Paese (circa il 70% della popolazione egiziana che vive con un reddito di pochi dollari al giorno, sopravvive comprando pane e prodotti di prima necessità sovvenzionati dal governo ). Il settore privato in Egitto fatica a riprendersi, e la sua produzione è in costante calo da 26 mesi consecutivi.
Alla luce di questi dati, le raccomandazioni del FMI incontrano una forte opposizione e, allo stesso tempo, la loro attuazione appare altamente improbabile, dato il rischio che rappresentano per la stabilità del regime di al-Sisi. Sembra che il governo egiziano intenda vendere le sue partecipazioni in 35 società statali a investitori strategici entro la fine del 06/2024, quando al momento di scrivere queste righe, è stato raccolto un importo di circa 5 miliardi di dollari, con ulteriori 5 miliardi di dollari da essere raccolti.
"Se il governo egiziano riuscisse a promuovere il piano di emissione e ad assicurarsi ulteriori finanziamenti dai paesi del Golfo o da altri partner, la banca centrale egiziana adotterà una politica di cambio più flessibile", ha detto l'economista Hani Abdul-Fathuh ad Ahram Online.
Il debito dell'Egitto è pari al 6% del PIL per l'anno fiscale 2022-2023, con un rapporto debito/PIL stimato al 95,6% in questi anni, con un PIL di 9,8, pari a circa 318,23 miliardi di dollari. Il valore del deficit netto delle attività estere dell'Egitto ha raggiunto i 26,34 miliardi di dollari nel 07/2023. (Il valore del deficit netto in attività estere riflette il valore netto delle attività estere possedute dalle banche statali meno le loro passività estere.)
Il regime di al-Sisi deve affrontare forti pressioni per ripagare i propri debiti, a fronte della scarsa fiducia degli investitori. Inoltre, il 05/10/2023 l'agenzia di rating Moody's ha abbassato il rating del credito dell'Egitto da B3 a CAA1, il che significa che i debiti del governo egiziano sono un "rischio significativo". Si tratta del punteggio più basso mai assegnato all'Egitto.
La Cina è il quarto creditore più grande del governo egiziano, con un credito di 7,8 miliardi di dollari al 06/2023. L'Egitto prevede di ricevere un prestito del valore di circa mezzo miliardo di dollari in obbligazioni, costituite principalmente da yuan cinesi, per aiutarlo ad adempiere ai propri obblighi. La maggior parte del finanziamento del progetto “Egypt New Capital”, che prevede il trasferimento di tutti gli uffici governativi in una nuova città con processi di costruzione avanzati nel deserto a est del Cairo e vitale per Sisi, proviene da prestiti e commissioni cinesi stimati in 4 miliardi di dollari, con rendimenti elevati e enormi pagamenti di rimborso che l’Egitto ha già difficoltà a fronteggiare. Pertanto, anche la Cina ha iniziato a mostrare cautela nell’investire in Egitto alla luce delle sfide finanziarie che quest’ultimo si trova ad affrontare. Tuttavia, anche se la Cina decidesse di iniziare a ridurre i propri investimenti, vorrebbe comunque che il progetto “Egypt New Capital” e altri progetti venissero completati.
La Cina è attualmente concentrata sulle relazioni con gli Stati del Golfo, mentre la sopravvivenza economica dell'Egitto è una questione importante per quest'ultimo. In uno scenario in cui l’Egitto sarà profondamente indebitato nei confronti della Cina, si creeranno conseguenze geopolitiche significative ed estese per la regione. Ciò è motivo di grande preoccupazione per gli Stati Uniti, perché il mancato rispetto da parte dell’Egitto dei suoi obblighi nei confronti della Cina e, di conseguenza, l’acquisizione da parte della Cina di asset strategici in Egitto, sarà un disastro strategico per gli Stati Uniti.
Anche altri creditori dell’Egitto, come Germania, Francia e Arabia Saudita, non vogliono assistere ad un fallimento totale dell’economia egiziana, quindi anch’essi avranno un incentivo a mantenere l’economia egiziana fuori dall’acqua, anche attraverso investimenti israeliani, con la riabilitazione dell'intera popolazione di Gaza negli appartamenti esistenti in Egitto.
Per i paesi europei, e in particolare per quelli dell’Europa occidentale, il trasferimento dell’intera popolazione di Gaza in Egitto e la sua riabilitazione, riducendo significativamente il rischio di immigrazione clandestina nel loro territorio, rappresenta un enorme vantaggio. Si prevede che anche l’Arabia Saudita trarrà notevoli benefici dalla mossa perché l’evacuazione della Striscia di Gaza significa l’eliminazione di un importante alleato dell’Iran e un enorme contributo alla stabilità della regione, offrendo quindi la possibilità di promuovere la pace con Israele senza continue interferenze dall'opinione pubblica locale, a causa dei continui e ripetuti scontri che accendono il fuoco dell’odio contro Israele.
Inoltre ci sono paesi, come l’Arabia Saudita, che hanno bisogno di personale qualificato nell’edilizia, come gli abitanti di Gaza. L’Arabia Saudita sta costruendo grandi progetti e la città del futuro Naum, e questo potrebbe essere un incrocio di interessi anche a questo livello. Si può presumere che non pochi residenti di Gaza coglierebbero al volo l’opportunità di vivere in un paese ricco e avanzato piuttosto che continuare a vivere in povertà sotto il dominio di Hamas.
Questo accordo tra Egitto e Israele potrà essere raggiunto entro pochi giorni dall'inizio del flusso di immigrati da Gaza verso l'Egitto attraverso il valico di Rafah. Già oggi sono centinaia di migliaia gli abitanti di Gaza che desiderano lasciare la Striscia.
L’IDF deve creare le giuste condizioni affinché la popolazione di Gaza possa immigrare in Egitto, con la cooperazione dell’Egitto dall’altra parte del confine. Inoltre, la chiusura della questione di Gaza garantirà un’offerta stabile e maggiore del gas israeliano all’Egitto e la sua liquefazione, nonché un maggiore controllo da parte delle compagnie egiziane sulle riserve di gas esistenti davanti alle coste di Gaza, insieme al trasferimento di Gaza, svuotata dei suoi abitanti, allo Stato di Israele. La popolazione totale di Gaza, circa 2 milioni di abitanti, costituisce complessivamente meno del 2% del totale della popolazione egiziana, che già oggi comprende 9 milioni di profughi. Una goccia nell'oceano
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Cos'è una Smart City?

Una Smart city, come tutte le cose che hanno " Smart " come prefisso , è una cosa intelligente per chi l'ha pensata e truffaldina e malevola per i polli che la subiscono.
Non è niente altro che il confinamento dell'umanità in una prigione di 30 minuti di diametro, in cui si è monitorati H24.
Gli unici che saranno esentati saranno i ricchi e i super ricchi che potranno entrare e uscire a piacimento e inquinare quanto gli pare , pagando per le proprie emissioni di gas serra . E saranno anche gli unici a guidare delle automobili a benzina.
Allargare a dismisura le zone a traffico limitato, rendere l’accesso in città a pagamento, impedire alle persone di utilizzare il proprio mezzo di trasporto..
Lo spiega perfettamente David Harvey - professore di antropologia al Graduate Center of the City University of New York che si occupa di economia politica e geopolitica - nel suo libro “Il capitalismo contro il diritto alla città”.
«Gli effetti della crescente polarizzazione della distribuzione della ricchezza e del potere sono indelebilmente impressi nelle forme spaziali delle nostre città, costituite sempre più da luoghi fortificati, da comunità chiuse e da spazi pubblici privatizzati tenuti sotto continua sorveglianza. [...]
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IT ALERT

È un brutto segno per molti motivi.
Non volendo investire soldi veri nella cura del territorio e nelle migliorie antisismiche la classe politica pensa come al solito di dipingere una immagine positiva di sé stessa con provvedimenti cosmetici, di facciata.
Come abbiamo potuto constatare in questo dopo pandemia nessuno ha pensato di investire nella sanità pubblica per aumentare le terapie intensive e assumere più personale.
È sempre la solita storia. Mai prevenire.
Per quanto riguarda questo provvedimento specifico ci sono alcune cose da sottolineare:
In primo luogo si inserisce in un preciso ordine di idee: si tratta di un provvedimento pensato per un tipo di società in cui l'individuo è costantemente connesso, con un dispositivo sempre con sé acceso in ogni momento del giorno e della notte
Ritengo molto preoccupante che uno strumento simile venga implementato in QUESTO preciso momento storico, con una guerra che non accenna a finire, come se il nostro paese si stesse preparando a qualcosa di terribile
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La scissione infinita

Cosa rimane del progetto DSP?
Molto poco.
La gestione autoritaria del duo Rizzo e Toscano sta creando scissioni una dopo l’altra. Ma l’apice è stato raggiunto nel bel mezzo della campagna referendaria “Ripudia la Guerra”.
Dalle sue trasmissioni fin da aprile, Francesco Toscano criticava incessantemente l'area del dissenso allontanando potenziali firmatari.
Ci è stato inviato dal comitato regionale un diktat: di non accettare la collaborazione di attivisti provenienti da determinati soggetti politici, come ad esempio il gruppo di Pasquinelli e il partito 3V.
ciò in contrapposizione con le azioni pubbliche di Enzo Pennetta che invece organizzava incontri anche con questi gruppi.

È stato subito palese che l'azione politica della raccolta firme aveva un duplice obiettivo: Quello di fare effettivamente partire un referendum e quello di rafforzare la coalizione DSP sui territori.
Gradualmente è stato evidente però che da parte dei vertici il secondo obiettivo era prioritario rispetto al conseguimento delle 500.000 firme, e questo ha generato i primi malumori.

La richiesta di raccogliere i dati dei firmatari è stata fin da subito accolta con perplessità poiché rischiava di infastidire e allontanare molti firmatari tanto quanto la richiesta di esporre ai banchetti referendari i simboli di DSP , in un contesto che invece vedeva impegnati attivisti di tutte le provenienze politiche, da Alemanno a Di Battista passando per diversi soggetti di sinistra radicale.
Fin da Aprile dunque l'iniziativa è sembrata contenere contraddizioni ed errori politici. Anche nel coordinamento non sempre armonico con il comitato di Ugo Mattei, visto dal regionale con grandissimo sospetto.
in seguito è diventato sempre più palese ed evidente che i vertici si disinteressavano dell'obiettivo referendario. Il comunicato inopportuno e disfattista di Enzo Pennetta a 1 mese dal termine ha sconfortato tutti gli attivisti già molto affaticati. Una grave mancanza di rispetto per il lavoro di tutti gli attivisti. Mentre il regionale ha fissato un termine di consegna precocissimo rispetto alla scadenza.
Si è constatato in seguito che le firme raccolte nelle province si trovavano ancora a Bologna dopo 3 o 4 giorni e che non erano affatto partite per Roma come era stato detto.
I termini di consegna erano dunque sbagliati , mentre sui territori abbiamo dovuto fare i salti mortali per rispettarli , annullando banchetti e iniziative.
Centinaia di firme perdute.
È stato ancora una volta appalesato che il successo della raccolta firme non era prioritario, infatti è stato deciso di fare deflagrare una crisi di coalizione nella fase più delicata della raccolta.
Ho riflettuto molto su quanto accaduto e ho trovato una risposta molto cinica. L'intera iniziativa è stata perseguita per due ragioni: per non lasciare che la visibilità politica andasse solo a Mattei e per testare la forza della nostra rete territoriale in vista delle Europee.
Ma l’allontanamento di Trombetta, Paccosi e della Presidente di Aisp Bianca Laura Granato ha suscitato moltissime lamentele.
https://fronteperlasovranitapopolare.it/lespulsione-del-fronte-per-la-sovranita-popolare/
Spero che i soggetti politici che sono usciti dal progetto ISP e dal progetto DSP siano disponibili a riunirsi nuovamente per costruire finalmente un contenitore che sia da subito organizzato in modo democratico,
in cui ci si senta liberi di esprimere un pensiero difforme dalla dirigenza senza per questo rischiare di essere epurati.
Non sembra proprio prepararsi un futuro radioso per DSP.
E ancora non si vede all'orizzonte un congresso in cui venga permesso ai tesserati di votare, proporre mozioni, eleggere i vertici.
Cosa potrà nascere di buono da questo soggetto politico così travagliato?
#scissioni#democrazia#Democrazia Sovrana e Popolare#partiti#Francesco Toscano#Marco Rizzo#Referendum
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ITALIA SOVRANA E POPOLARE Prima e Dopo

Esattamente come accaduto al Partito "VITA" e al Partito Italexit, anche ISP sta vivendo un problematico post elezioni:
Ognuno dei soggetti che compongono la alleanza è ora alle prese con il dilemma:
Andare avanti verso la fusione? Fare un passo indietro? Restare nell'alleanza mantenendo ben distinta la propria identità?
Francesco Toscano ha cercato di guidare il proprio partito verso la continuazione del progetto ISP, ma ha trovato un forte contrasto interno capitanato dal segretario Mario Gallo
Toscano è stato accusato da più parti di essere autoritario, in effetti il problema di una mancanza di democrazia interna era già stato sollevato in varie occasioni, lamentata da molte persone in occasione delle amministrative di Parma e Genova.
In generale si ha l'impressione, almeno dall'esterno, che Toscano abbia la tendenza ad affrontare tutto su un piano personale anziché politico.
Tuttavia trovo personalmente giusta la sua linea politica. La direzione è quella di un rafforzamento del progetto ISP.
Ma potrà dare qualche frutto un partito organizzato in modo verticista, che non coinvolge la base se non per acclamazione in momenti assembleari lontani dall'essere un tradizionale congresso?
La scissione ha dato origine a due tronconi: uno capitanato da Gallo e comprendente la maggioranza delle sezioni e il canale YouTube " Ancora Italia TV" , orientato verso la ricongiunzione con Diego Fusaro in un dialogo con ITALEXIT, questo troncone manterrà il nome Ancora Italia per la Sovranità Democratica.
Il secondo troncone invece è quello di Toscano, che mantiene Visione TV come canale di riferimento e di cui fanno parte i candidati mediaticamente più di spicco nelle ultime elezioni: Enzo Pennetta, Fulvio Grimaldi, Giorgio Bianchi, Claudio Messora.. Questo secondo Troncone punta a rafforzare l'asse con Marco Rizzo, Ingroia e D'Andrea. Si chiamerà Ancora Italia Sovrana e Popolare.
EDIT
La Diaspora continua:
dopo la scissione di Ancora Italia se ne va da ISP anche Riconquistare l'Italia.. Complice il mancato coinvolgimento di RI da parte di Rizzo e Toscano, che hanno sempre relegato il segretario D'Andrea al ruolo di comprimario all'interno dell'alleanza politica..
Esce quindi Riconquistare l'Italia, che però esce spaccata da questa decisione.. Rimangono Ingroia, Rizzo e il nuovo soggetto di Toscano che nel frattempo ha nominato la ex parlamentare Granato come segretaria. Si avvicina a ISP l'ex di RI, Gilberto Trombetta, che porta sicuramente in dote una parte di RI: un “ Correntone “ che ha preso il nome di “Fronte per la sovranità popolare”.
A causa della scissione di RI , la coalizione “ Italia Sovrana e Popolare “ ha dovuto cambiare il nome in “ Democrazia Sovrana e Popolare”..
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La Social Top10 della guerra in Ucraina
Ci sono molte cose che mi stupiscono.

1 . Che l'Italia sia disponibile a vedere fallire tutto il proprio tessuto industriale pur di non accettare di svolgere un ruolo di mediazione,
delegandolo invece a paesi come la Turchia che non fanno parte dell'UE e che non brillano per democrazia.
2 . Pretendere di imporre ai cittadini anziani di calare il riscaldamento in casa , esponendoli più facilmente ad ammalarsi, dopo che per anni si era spiegato che la loro salute era una priorità,
per tutelare la quale si poteva legittimamente limitare i diritti costituzionali..
3 . Pretendere di imporre l'acquisto dell'inquinantissimo gas di scisto e promuovere la riapertura delle centrali a carbone dopo aver detto per anni che la CO2 era un'emergenza di gravità estrema e catastrofica,
per affrontare la quale avremmo fatto qualsiasi cosa.
4 . I governi italiani che si sono succeduti in questi anni sono stati, come ben sappiamo, in grado di imporre misure estreme sulla popolazione, come il Lockdown, ma non sembrano in grado di esercitare la benché minima fermezza quando si tratta di colpire i sovraguadagni speculativi dell'ENI. Eppure anche in questo caso è indubbiamente un'emergenza.
Altri paesi europei hanno già agito tempestivamente, anche nazionalizzando.
5 . Pur avendo la certificazione da parte di autorevoli pareri internazionali che il crollo dell'economia russa non ci sarà, e che quindi i nostri sacrifici non aiutano in nessun modo gli Ucraini, si continua comunque sulla stessa linea..
7. L' Italia ha venduto armi alla Russia fino a Novembre 2021. Compreso John Elkann, che sul suo giornale condanna i russi per aver usato le armi che gli ha venduto
8. L' Italia mantiene ottimi rapporti con tutte le dittature più sanguinarie e guerrafondaie (Azerbaigian, Arabia Saudita, Turchia), le rifornisce di armi e compra il loro gas, come mai questa contraddizione?
9. Ogni volta che in TV qualcuno dice: " dobbiamo diminuire il consumo di energia! " Il programma viene interrotto per lasciare il posto a pubblicità che ti propongono di comprare automobili ed elettrodomestici e ti invitano a consumare più energia..
10. La Von der Layen sorride sempre
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