formeriflesse - Tumblr blog

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Perché desidero che mi succeda qualcosa di spiacevole? Qualcosa che renda inequivocabile e innegabile la mia sofferenza. Qualcosa di tangibile e visibile.

Ho davvero bisogno dell’approvazione altrui per stare male?

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#freepalestine

Supporting Palestinian Liberation is not Inherently Antisemitic

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Non ho mai avuto intenzione di aiutarmi.

Ho sempre mentito.

Ho promesso a chi si preoccupava per me che lo avrei fatto.

Ho mentito ancora e ancora.

Sono una patetica bugiarda che non ha il desiderio di crescere, di responsabilizzarsi, di migliorarsi.

Che fugge dinanzi ogni minimo ostacolo.

Che evita qualsiasi situazione sgradevole o svantaggiosa.

Mi sono fatta terra bruciata attorno.

Ho mandato tutti via.

Sono sparita per così tanti mesi e non ho neppure il coraggio di chiudere i rapporti civilmente.

Ogni chiamata e messaggio che ho ignorato con il cuore in gola mi hanno resa sempre più codarda.

Vi chiedo scusa.

Non vi merito.

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Ogni giorno alimento il mio corpo per sopravvivere, perché opporsi ad un bisogno naturale è impossibile.

La mente ed il cuore, però, sono a digiuno da così tanto tempo che non ricordo più come ci si sente ad essere sazi.

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Vorrei solo trovare qualcosa o qualcuno che mi faccia credere che ne vale la pena.

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Per colmare un vuoto

devi inserire ciò che l'ha causato.

Se lo riempi

con altro,

ancora di più spalancherà le fauci.

Non si colma un abisso con l'aria.

Emily Dickinson, Poesie, 1850/86

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Passano i giorni,i mesi, gli anni, eppure questo vuoto sembra non riempirsi mai.

Riuscirò mai a reagire? A lasciarmi dietro queste giornate monotone, lente e prive di emozioni?Riuscirò mai a cambiare?

Anche la più piccola motivazione sta sparendo. Non so chi sono, né chi voglio essere.

Mi sembra di sparire nella voragine che io stessa ho creato e alimentato.

È tutto così grigio, privo di senso.

Nulla suscita in me emozioni.

Nulla crea aspettative.

Sono solo un ingombrante groviglio di lamenti, frustrazioni, riimpianti.

Senza sogni, senza speranze e senza energie per andare avanti, dove l'istinto di sopravvivenza, la paura di morire, il continuo rimandare diventano carburante.

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Perché dopo tutti questi anni non sono ancora riuscita a dimenticarti?

Mi manchi terribilmente.

Mi mancano le tue attenzioni, il tuo amore incondizionato, la tua costante apprensione.

Mi manca il tuo farmi sentire importante.

Ero così certa che saresti stato al mio fianco per tutta la vita.

E invece sono qui a cercarti in ogni gesto e parola degli altri.

E mi chiedo dove sei, se pensi ancora a noi.

Se mi hai dimenticata e riposta in un angolo della tua mente, nascosta dalla polvere.

Eppure sei così vivido nei miei ricordi, così presente nei miei sogni.

Sogni in cui è tutto come prima, dove il tempo non ha avuto il coraggio di separarci.

La tua assenza è così ingombrante.

Non riesco a riempire il vuoto che hai lasciato.

Non voglio neppure farlo.

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Guardo giù.

Il vento gelido accarezza la pelle scoperta del volto.

L'asfalto grigio è lontano.

Pochi attimi mi separerebbero dall'impatto, forse non me ne accorgerei neppure.

La paura paralizza i muscoli, mentre il battito accelera come impazzito.

Il tempo sembra fermarsi e il coraggio nascondersi dietro cumuli di forse.

L'asfalto grigio è lontano.

Forse troppo anche per oggi.

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Ho sempre assistito a tutti i litigi dei miei genitori.

Ho sempre ascoltato ogni loro insulto, ogni loro pensiero velenoso.

Ho sempre sentito sulla pelle quell’odio che si gettavano quando, per nulla, iniziavano a gridare.

Sono cresciuta calcolando, misurando e anticipando ogni loro discussione.

So quando la molla scatta e tutto il rancore viene fuori. So cosa non va, cosa non bisogna dire e cosa non bisogna fare.

Loro invece no.

Sembra quasi che non aspettino altro. Saltarsi alla gola come animali rabbiosi.

E in tutto questo io ho il ruolo dello spettatore. Una tragedia dagli infiniti atti.

È dura essere figli di una coppia che non si ama più e che litiga ogni volta che la pazienza viene meno.

È dura essere un figlio che vede i propri genitori infelici.

Prima, da bambina, piangevo e non sapevo far altro che chiudere gli occhi e pregare che finisse tutto in fretta.

Ora non sento più nulla. Ho un buco in mezzo al cuore.

Ho sempre assistito ai litigi dei miei genitori e adesso sono un guscio vuoto.

Sono felice per chi ha la famosa famiglia del Mulino Bianco. Sorrisi, calore, serenità e pace.

Sono felice e non invidio, perché non ci credo.

Non credo nella felicità, nell’amore e in tutte queste cose che si vedono nei film.

Non so che tipo di persona sarò in futuro, ma di sicuro so di non voler diventare come i miei genitori.

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Solitudine

È quando desidero disperatamente qualcuno al mio fianco ma non ho la forza di investire tempo su chi, presto o tardi, diverrà un ricordo pronto a tormentarmi.

È quando guardo il soffitto di notte e il letto diventa improvvisamente troppo grande per una sola persona e allora mi sposto verso il bordo per far spazio all'immaginazione.

È quando non riesco a parlare con chi mi ama per mesi e mi crogiolo nella colpa di non essere abbastanza.

È quando immagino di uscire e fare nuove esperienze sapendo che non diverranno mai reali perché sono a mio agio solo sotto le coperte, al sicuro dal giudizio della gente.

È quando ho l'impulso di chiudere i rapporti con tutti perché anche pensare unicamente a me stessa occupa tutto il mio tempo e prosciuga le poche energie rimaste.

La solitudine, alla fine, sono io a sceglierla.

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Le emozioni inespresse non moriranno mai. Sono sepolte vive e usciranno più avanti in un modo peggiore.

Sigmund Freud

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Non sono abbastanza.

Il mio corpo non è abbastanza.

Dio se mi faccio schifo.

Il ribrezzo con cui mi guardo allo specchio è inquantificabile.

Se penso che qualcuno possa vedermi e giudicare ogni mia imperfezione impazzisco.

La cellulite, il grasso, la mancanza di tonicità, le smagliature.

Mi fa schifo tutto.

Tutto.

Mi faccio proprio schifo.

Mi osservo, mi tocco e realizzo che per sentirmi apposto dovrei cambiare ogni cosa.

Non riesco ad immaginare nessuno che possa guardarmi senza vestiti e farmi sentire bella.

Morirei dalla vergogna.  Non sono all'altezza. Non lo sono.

Non lo sarò mai probabilmente.

Ma nonostante tutto l'odio non ho neppure la forza di migliorarmi.

E la mia più grande paura è vedere nei vostri occhi lo stesso disgusto presente nei miei.

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Sentiva il cuore che ticchettava come una bomba ad orologeria in uno sgabuzzino vuoto. Era come se qualcuno gli avesse scodellato via le budella e che solo il cuore si trovasse al solito posto, a gemer vuoto.

Charles Bukowski

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Nonostante io stia continuamente male mi sforzo di esserci per le persone a cui voglio bene.

Ma perché loro non si sforzano mai per me?

Perché devo essere sempre io quella comprensiva che rincorre le persone e che le consola quando non riesco manco a prendermi cura di me stessa?

Non apprezzate affatto tutto l'impegno che ci metto, voi non lo vedete neppure.

Perché ogni volta deve saltare fuori qualcosa che, puntualmente, è più importante di me?

Dannazione. Vi costa così tanto avere un pensiero per me? Chiedermi come sto? Fare una qualsiasi cosa per dimostrarmi la vostra vicinanza?

Le misere parole di circostanza non bastano. I continui 'ti voglio bene' senza nulla di concreto non servono a nulla e non mi fanno sentire amata.

Non ci siete mai perché non volete esserci.

Ed io sono una stupida che continua ancora a sperarci.

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Ciò che rende gli uomini socievoli è la loro stessa incapacità a sopportare la solitudine, e con questa sé stessi. Il vuoto e il fastidio interiori rappresentano la molla che li spinge tanto verso la compagnia, quanto verso i viaggi e i paesi lontani.

Arthur Schopenhauer