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#odiarsi
ragazzoarcano · 2 days
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eseildomanifosseieri · 3 months
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E se ti dicessi...
E se ti dicessi che a volte l'amore non basta a sentirsi bene con se stessi? E se ti dicessi che quando mi tocchi, a volte, penso solo alle tue mani che sentono le mie "forme" morbide e mi viene da piangere.
E se ti dicessi che quando mi dici che ami il mio essere "morbida", io invece mi sento morire e vorrei chiudermi dentro le mura di casa, dentro le mura della mia mente.
E se ti dicessi la verità ai tuoi "ma che succede, perché sei triste", e la risposta è che ultimamente son tornata a non mangiare più.
E se ti dicessi che tutti si aspettano che io sia consapevole dell'importanza dell'alimentazione e invece non sono brava, per niente, con me.
E se ti dicessi che ho ripreso a contarmi tutte le calorie, ad esser attenta a ciò che mangio o a ciò che bevo. E se ti dicessi che vorrei tornare a fumare perché le sigarette placavano la mente e potevo stare senza mangiare anche per ore e ore.
E se ti dicessi che mi sto impegnando tanto ad essere migliore, ma poi, migliore non sono?
E se ti dicessi... Se ti dicessi tutto questo, mi ameresti ancora?
-Eseildomanifosseieri.
Raggidiquotidianità.
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apatica23 · 5 months
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È come se ci fossero due parti di me.
Esattamente due metà perfette, o perlomeno una delle due.
La mia mente si divide in due, e una di queste detesta l'altra metà, disprezza persino se stessa, e qualsiasi cosa, non crede in nulla, prende il controllo quando vuole.
Sembra la parte dominante per il semplice fatto che cacciarla sembra sempre impossibile, si cerca di pensare a cose buone, si cerca di aggrapparsi a qualsiasi ricordo felice, ma sembra non esisterne uno, si cerca di focalizzarsi su una qualsiasi cosa bella ma non ne si trova nemmeno una, pare non esistere alcun obbiettivo, alcun sogno, alcun motivo valido per questo lato ingordo di tristezza, qualsiasi tentativo è come cercare di aggrapparsi a degli altissimi castelli di sabbia umida che fino a quel momento sembravano essere pure stabili, ma sei sempre stata consapevole di quanto non lo fossero, mentre crollano tu cerchi di aggrapparti a loro perché stai cadendo nel vuoto mentre tutto quanto crolla.
A che cosa mi devo aggrappare? Qua dentro pare non esserci nulla di stabile, e sotto di me c'è tutto nero, un nero capace di annodarti lo stomaco se anche solo lo si guarda troppo. Un vuoto in grado di soffocarti.
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a-dreamer95 · 1 year
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Avrei voluto dirti che mi sono laureata, avrei voluto dirti che mi sono innamorata di nuovo, avrei voluto dirti che ho fatto l'amore, l'amore vero. Avrei voluto dirti che sei stato uno stronzo, che mi hai fatta stare malissimo ma che, nonostante questo, non ti ho mai dimenticato lo stesso. Avrei voluto dirti che mi hai peggiorato la vita, me l'hai resa invivibile. Avrei voluto dirti tante cose, ma oggi ti ho cancellato dalla rubrica per sempre, sperando di dimenticare tutta questa sofferenza una volta per tutte. Non sarà facile, forse sarà impossibile, ma ci sto provando con tutta me stessa e ci riuscirò. Ci riuscirò senza dirti nulla di tutto questo, perché mi hai dimostrato più e più volte di non essere mai stata nulla per te, o di essere sempre stata solo un grande errore. Non mi mancherai più.
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neversblog · 2 years
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Quell'improvviso senso di nausea, quella cosa che ti prende dritto allo stomaco quando inizi a pensare cose che non vorresti. Quel tipo di pensieri che non dovresti pensare, quelli intrusivi. Quelle voci che ti dicono che tu non sarai mai all'altezza, che ti dicono di non valere niente e automaticamente inizi con i paragoni: "non valgo niente perchè non sono come lei", "non sono bella perchè non ho lo stesso corpo che ha lei", "non sarò mai importante come lo è lei". E ti viene da vomitare, ma non vomiti. Ti si ferma tutto nello stomaco, come se tutti quei pensieri si fermassero lì e l'unica soluzione sarebbe vomitarli tutti, liberartene, ma comunque non vomiti. Quei pensieri saranno sempre lì e tu sei condannata a vivere con nausee continue.
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mostro-rotto · 10 months
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Tu non mi ami, io non ti amo, siamo solo due persone sole che cercano di odiarsi un po' di meno Bojack Horseman
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Pensavo di averlo superato
Credevo davvero, ingenuamente, di averlo superato. Perché dopo 6 anni lo speri.. ma ho sbattuto la testa contro il muro, di nuovo
Lunedì è successa una cosa molto triggerante e ho rivissuto tutto. Di nuovo. Le mani addosso, la sensazione di essere sporca, la vergogna, la paura e dentro di me volevo solo urlare BASTA
Il mio cervello si è letteralmente nascosto da questa situazione, tramite derealizzazione. Ho avuto questa sensazione: il mio corpo non mi apparteneva più. Il mio cervello era al di fuori di esso. Non sentivo più niente, né il tatto, né emozioni, né parole. Tant'è che ha dovuto chiedermi 2 volte la stessa cosa perché la mia testa non voleva essere lì. Io non volevo essere lì
Sono uscita e ho pianto, ma non abbastanza. Mi sono sentita di nuovo come quella sera. Non pensavo potesse accadere. Io non voglio.
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entropiceye · 1 year
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Speravo di essere diventata piu' forte di così, ma la verità è che quando torno in questa casa, in questo luogo... Io sento un tumore che si diffonde dentro di me. Sento questa macchia appiccicosa e scura addosso. Piu' mi dimeno e piu' ci finisco incagliata, quasi come fosse catrame fresco. Tanto vale cercare di mantenere la calma. Come se fosse facile... Già perché quando sto così mi trasformo in una persona che odio. Una persona ossessiva, paranoica, perennemente adirata e consumata. Una persona senza interessi, senza stimoli che agisce meccanicamente, come un mostro senz'anima. Cerco di riempire ed organizzare le mie giornate in modo maniacale e meticoloso, nella speranza che il tempo passi presto, così da poter andar via di qua... Ma la mancanza di energie mi ostacola e la zavorra che sento legata alle caviglie si fa ogni giorno piu' pesante. La cosa curiosa è che questo declino, descritto come progressivo, graduale ed inarrestabile, è stato in realtà rapidissimo, quasi come un salto nel vuoto, solo che sto ancora aspettando e a tratti pure sperando, di schiantarmi fragorosamente al suolo. Lotto contro la tendenza all'autosabotaggio costantemente, spesso lasciandomi dietro qualche pezzo. E' estremamente faticoso, richiede un notevole dispendio di energie, già di per sé limitate. Ogni giorno le raziono con parsimonia per non rischiare di rimanere bloccata al letto. In un certo senso ho paura di me stessa: ho paura di allontanare le persone a cui tengo, di farmi del male, di non poter mai tornare a stare bene, di non riuscire mai a realizzarmi... Ho paura di non funzionare mai bene... Questo legame che sento con la morte, è qualcosa che non svanisce mai. Si fa piu' debole, meno percepibile, sì... Ma è sempre lì, come un'ombra. Ed ora mi sento decisamente piu' morta che viva.
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princessofmistake · 1 year
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Un’ultima cosa. Ho finito per rivedere Paul. Molto tempo dopo. Ero di passaggio in Québec per la promozione di uno dei miei romanzi. All’inizio abbiamo scambiato qualche frase banale. Su Montréal, il tempo, il suo lavoro (non ho capito cosa facesse, o forse non ascoltavo davvero) e chissà che altro. Non gli ho chiesto se era ancora sposato, ho solo notato che non portava la fede.
E poi, in un secondo, bruscamente, è tornata l’intimità: mi ha chiesto se lo avevo odiato. L’ho fissato, era splendido e vulnerabile, mi sono ricordato della sua bellezza di allora, dei pesanti riccioli neri, della rotondità delle spalle, del ventre su cui posavo la testa, ho ricordato rue Judaïque, gli abbracci e le partenze, ho ricordato la sua voce al telefono nelle notti all’ospedale, avevo capito che parlava della rottura, della fine della storia, di quella voragine che si era aperta nelle nostre vite e che avevamo pur dovuto colmare. Senza batter ciglio gli ho risposto di no. Con un sorriso ho aggiunto: cosa vuoi, ci sono persone fatte così, a cui si risparmia ogni rimprovero, anche se questo è ingiusto, anche se è incomprensibile. Lui a sua volta mi ha guardato a lungo e mi è sembrato di vederlo sull’orlo delle lacrime. Ho smesso di sorridere. 
Ha detto solo: io sì, che mi sono odiato.
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thatlonelydaisy · 2 years
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A chi odia l'immagine riflessa nello specchio.
Innanzitutto, non sono una psicologa, un medico, una life coach, una che vuole fare la predica.
Sono semplicemente una che si è fatta schifo da morire...Che chiunque penso sarebbe rimasto impressionato dall'orrore, dall'odio che una ragazzina di appena 12 anni potesse provare nei confronti di sè stessa. Mi sono odiata. Il mio naso, i miei occhi, le mie labbra, il mio profilo, le mie cosce, le mie ginocchia, le gambe, i piedi, la fronte, i capelli, tutto da cambiare, stravolgere, dimenticare. Passavo almeno 5 o 6 ore al giorno su siti di chirurghi plastici o cliniche, progettando di farmi qualcosa come 23 interventi, calcolando meticolosamente i costi. Mi sentivo un mostro e pensavo che nessuno mi avrebbe mai amata proprio a causa del mio aspetto. Passavo ore a fotografarmi di profilo, a pensare a sorridere in un certo modo piuttosto che in un altro per sembrare più bella, a cercare su internet prodotti miracolosi per rendere belli i miei capelli. Guardando le mie braccia filiformi mi sentivo una specie di mostro non conforme al mondo degli umani.
Pensavo, se lui non mi ama è perché sono orribile. Se prendo brutti voti a scuola è perché solo a guardarmi mi odiano. Parenti e amici non mi vogliono bene abbastanza perché sono brutta, dentro e fuori. Le foto erano come una coltellata. I video come dei film dell'orrore.
Pensavo al mio aspetto senza sosta, a un certo punto ho pensato perfino a come scomparire. Vedevo solo buio, nero, sentivo freddo, una costante tormenta che si abbatteva su di me. Imparare ad accettarmi è stata una necessità.
A un certo punto ho pensato, o imparo a non soffrire così tanto, o mi ammazzo. E qualcosa in me, che in quel momento non è stata la famiglia o gli amici o i professori, qualcosa, forse l'atavico richiamo del mio fanciullino interiore che non poteva accettare di sopprimere la sua voglia di fare, di scoprire e di meravigliarsi, mi ha fatto optare per la prima opzione.
Ho iniziato ad ignorare il mio aspetto, a obbligarmi a non trascorrere le ore davanti allo specchio e concentrarmi su altro.
Poi, piano piano, ho cominciato a trovare nel mio viso e nel mio corpo qualcosa di piacevole.
Non mento, ancora oggi se vede uno mia foto il primo pensiero è trovare migliaia di difetti. La differenza è che ora so che il mio dolore e l'orrore che provavo non era nient'altro che lo spettro di un malessere trascurato, molto più grande e spaventoso. Lo spettro del bullismo, dell'abbandono e della solitudine.
Non siete bruttə. Nessuno di voi lo è. A volte le persone sono cattive (proprio perché a loro volta hanno incontrato qualcuno di cattivo). Ma voi spezzate questa catena. Invertite la rotta iniziando da voi stessi. Lo meritate. Siete qui per vivere, prima di ogni altra cosa. Non dovete essere utili, essere accettati, essere conformi. Abbiate talvolta il coraggio, nel vivere, semplicemente di esistere. Come amici e non giudici di voi stessə. Come esseri umani e non prodotti. Nessuno ha un difetto di fabbrica.
Siamo tutti il migliore dei mondi possibili.
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millebare · 1 year
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LE
03/02/2023: Dedico questo testo a te che prima eri la mia migliore amica, mentre ora soltanto una conoscente. La rabbia è negativa, ma sfogandosi si lascia definitivamente spazio all'indifferenza. Sono consapevole che non si dovrebbe sputare nel piatto dove si mangia, ma guardando al passato non riesco veramente a pensare a bei ricordi passati assieme. Ogni volta che provavo a chiudere questo rapporto perché mi sentivo trascurata apparivi sempre premurosa nei miei confronti, per poi riprendere a non considerarmi solo per farti bella agli occhi di altri. Una vera amica può fidanzarsi cento volte ma lo farà senza dimenticarsi di chi le è stato accanto, può trattarsi di una relazione seria come di una semplice frequentazione. È tossico il comportamento di un famigliare, di un fidanzato o di un amico che ti sminuisce e tu hai fatto questo negli ultimi anni della nostra amicizia soltanto per risaltare te stessa. Una persona insicura impara a diventare più forte grazie ai suoi errori, non pensando di essere sempre dalla parte della ragione affossando gli altri. Hai sempre voluto interpretare il ruolo della ragazza popolare e per te esistono solo le persone che ti aiutano in tutto ciò, ma così facendo hai perso coloro che tenevano realmente a te. Tutti quanti meritiamo di essere apprezzati senza far nascere gare in cui si decreta il migliore. Ciò che trascuri diventa di altri e spero vivamente di non dover più parlare di te.
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fiorescente · 2 months
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Crescendo i miei genitori erano troppo impegnati a litigare e odiarsi per ascoltare i desideri della me bambina, così mi sono sempre accontentata di quel pochissimo che mi davano senza chiedere nulla di più
Ho vissuto in camerette con mobili rotti e con la muffa, non ho mai fatto corsi di nessun tipo dopo la scuola, nessun gioco che percepivo come costoso, mai un capriccio
Per questo ora avere una relazione in cui posso concedermi ogni tanto di poter essere bambina, di essere coccolata e di riposarmi se voglio, non dover dimostrare di meritare di avere un tetto sulla testa perché va bene chi sono e basta, basta quello per ricevere amore, in cui se rompo qualcosa non mi viene urlato nulla e in cui non ci sono sospetti, in cui ho conosciuto il perdono vero se un giorno per la stanchezza rispondo male, in cui sono spinta a essere chi sono nel modo più puro, per me è un grande regalo, è una magia e il mio rifugio
Per questo voglio vivere con G
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canesenzafissadimora · 2 months
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Odiarsi è più facile di quanto si creda. La grazia consiste nel dimenticarsi
Georges Bernanos
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volevoimparareavolare · 9 months
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Perché questa città deve sempre essere così dura col mio cuore?
Ogni volta é una lezione che mi apre la pelle e mi incide sulle ossa gli errori da non ripetere.
Quante lacrime ancora dovranno assorbire queste piastrelle sporche? Quante colonne dovranno sostenere il peso del mio corpo, quando non riesco nemmeno a reggermi in piedi per i tremori?
La mia voce si spezza appena salgo sul treno, e i frammenti mi graffiano la gola e mi bruciano gli occhi appena scendo in stazione.
Questi portici all’improvviso diventano stretti e le piazze troppo piccole e il rumore si assottiglia finché l’unica cosa che mi urla nelle orecchie sono le grida dei miei pensieri.
Bologna tu mi hai sempre vista nei miei momenti peggiori. Perché solo quando vengo da te i miei scudi si sbriciolano e le mie maschere cadono.
E tutti i miei tagli ritornano a sanguinare, e tu sei talmente brutale che é impossibile uscirne indenni.
Come si può provare così tanto dolore e continuare a respirare? Come si può odiarsi al punto da voler morire ma in qualche modo continuare a vivere?
Dante Petrarca e Boccaccio sono passati da te. Mi hai sempre affascinato per questo. Tu crei scrittori.
E come un vento gelido tu mi hai piegato. Mi hai fatto cadere in ginocchio. Mi hai stretto i polsi e strappato dalle mani i coltelli che continuavo a stringere fra le dita. Mi hai preso a schiaffi sotto la pioggia e tenuta sveglia la notte a combattere mostri anche quando volevo solo voltarmi e scappare.
Mi hai fatto tornare a scrivere in un momento della mi vita dove pensavo non sarei riuscita a scrivere mai più.
Una volta lo facevo per dare conforto e speranza a chi mi lèggeva. Ma ora non piu. Ora scrivo sperando di non essere la sola al mondo da sentire così tanto. Così intensamente. Così immensamente. Per avere la conferma che qualcuno possa capirmi e ritrovarsi, anche se io per prima non mi capisco e non mi ritrovo.
Una volta piangevo per gli altri. Dopo te, non piango più per loro. Non piango più nemmeno per lui.
Piango per me stessa.
Per le cose che faccio,
e che mi lascio fare.
-pensieri delle 22.13
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overcomeyhdessa · 10 months
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Il cervello umano dà la colpa a te stesso per essere così, ma non è così: tu dovresti amarti, ma il primo istinto è sempre quello di odiarsi
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susieporta · 21 days
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Molte persone, per apparente comodità o meglio “momentanea” comodità, scelgono di abitare in luoghi in cui non pagano ne’ l’affitto ne’ il mutuo.
La casa di famiglia del marito
La casa di famiglia della moglie
La casa plurifamiliare con tutto il parentado…
E così via.
In Umbria esiste l’abitudine diffusa di abitare fino a tre generazioni nella stessa casa plurifamiliare.
Salvo poi non parlarsi per le scale, o odiarsi o peggio arrivare alle mani ( e ne ho sentite molte di queste storie eh!)
Alcune persone litigano coi parenti, fratelli, sorelle per spartirsi le eredità, per i frazionamenti, oppure per abitudini di vita incompatibili che inevitabilmente cozzano perché la verità è che, oltre alla parentela spesso non si condivide NIENT’ALTRO…
Il punto è questo: se tu non paghi in soldi paghi in altri modi, e questi altri modi NON valgono meno dei soldi!
Il denaro è energia: pagare in denaro o in altri modi - che devono essere equivalenti per quantità- è la STESSA identica cosa.
Da questo punto di vista nulla, ripeto, nulla è gratis.
Solo quello che paghi, non richiede altri pagamenti, proprio perché hai pagato.
Quando ti appropri di qualcosa perché pensi che sia un tuo diritto avere quella cosa, iniziano un sacco di problemi.
Magari ottieni quella cosa senza pagare, ma finisce che sei costretto a pagarti un terapeuta o un medico o che si rompe sempre qualcosa, o che ci sono sempre una marea di seccature e spese…
Il problema è il nostro infantilismo per cui vogliamo assolutamente avere - in questa epoca storica- più di quel che possiamo realmente permetterci ( in passato è capitato anche a me con amarissime conseguenze )
Sento moltissime persone dire: eh ma io non ho i soldi per andare in affitto.
Non è quasi mai vero - e se lo è chiediti perché!- la verità è che non vuoi andare in un monolocale o in una casa piccola, ma vuoi una serie di comodità e comfort che al momento non puoi permetterti e quindi ti appropri di quelle di qualcun altro.
Ma questo HA un prezzo!
Ha un prezzo che paghi ancora più caro della bettola o anche di un attico.
Ti costerà molto di più.
E questo perché stai letteralmente VIOLANDO una legge universale per cui dare e avere devono essere sempre al pari.
Se tu prendi 100 devi ridare 100
Se tu immetti 100 devi riprendere 100: come e quando non lo decidi tu ma accadrà comunque.
Quindi, solo ciò che ti sudi e ti guadagni è “tuo” - anche se poi lo dovrai lasciare, in questa vita, esiste la proprietà, che è anche la seconda casa astrologica- lascia perdere le scorciatoie, lascia stare i beni altrui, se qualcosa ti viene regalato, sii certo del fatto che tu non debba pagare in altri modi.
Non è un diritto comprare una casa o vivere in una bella casa, anche io ho acquistato una casa molto modesta, e molto meno bella di quella che desidero perché al momento potevo permettermi quella senza fare debiti o far mettere firme ( altro “inguaiamento”)
Non desiderare la roba d’altri, questo è.
_Claudia Crispolti
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