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Riscaldamento guasto, soluzione semplice

«Sei sicura di non sentire freddo, Lea?»

«Un po’ lo sento.» Ma non è un freddo brutto di quando sono sola perché sei con me alice quindi se io ti dico che sento freddo tu mi abbracci mi piace quando mi abbracci perché mi fai sempre i grattini sul collo e il tuo cuore lo sento sul mio petto e penso che ho due cuori ma tu lo senti il mio come batte un sacco più veloce del solito come se avessi corso ma in realtà sono ferma e ti abbraccio con le mani sui tuoi fianchi che se stringo un po’ affondo che bello sei morbida sei morbida magari allungo le mani che se sei morbida lì chissà che bello toccarti il sedere che è una cosa che a te piace quando lo faccio e dici che sei la mia principessa e io sono la tua dea ma secondo me le dee sono più belle con le tette più grosse e i capelli più lunghi però se dici che sei contenta allora va bene sono la tua dea come quelle della grecia e adesso che ci penso afrodite aveva gli occhi strabici e i fianchi larghi quindi anche lei era morbida tu sei un po’ la mia dea sei la principessa delle dee saresti bellissima con un abito bianco non come quello delle spose non ancora magari tra un po’ chi lo sa il mondo gira strano ma magari un giorno ci mettiamo tutte e due un vestito bello e ci sposiamo viviamo insieme ma non in un castello sulle nuvole anche se sei la principessa delle dee coi fianchi morbidi e il culo che è bello da toccare e guarda se penso che ci sposiamo quasi sento meno freddo però lo sento comunque oh che bello mi dai anche un bacio adesso ho quasi un po’ caldo giù sotto pensa te se era estate io a quest'ora già sudavo e anche tu e invece è gennaio fa buio presto e ci è toccato accendere le luci ma io conosco camera tua conosco te anche al buio e dai perché non ti sei ancora tolta la maglietta guarda io sono già nuda anche se non ho le tette di una dea dai no perché ti allontani mi piace baciarti voglio farlo per sempre ho visto una volta un flautista che prendeva fiato col naso e continuava a suonare impariamo a farlo anche noi così i nostri baci durano di più si dice respirazione circolare ah ma come fai a sapere che mi piace ah ti amo smettila vai avanti ma più veloce vai come il mio cuore che intanto io ah dai anche voglio toccarti ti amo tu mi ami vero adesso non capisco più dove sei tu e dove sono io ho gli occhi chiusi e vedo le stelle me le fai vedere tu sì non smettere sì no ti amo tanto principessa delle nuvole ci sposiamo abito freddo di afrodite alice alice alice abbiamo due cuori ciascuno signore del tempo tu sei perfetta io sono perfetta e lo so che adesso veniamo e non riusciamo più a pensare a niente ti amo alice mi amo mi ami ti ami.

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Quel fiore

Ricordi quel prato dove andavamo a giocare da bambini?

Beh, ci sono tornato.

Ammetto che esserci andato da solo, senza di te e tutti gli altri mi ha fatto un certo effetto: tutto sembrava più vuoto, meno magico. Ma forse la magia se n’è andata anche perché sono cresciuto, siamo cresciuti. Strano, vero? Siamo cresciuti tutti, nessuno escluso: adesso sono rimasto solo io, in questo paesino, una mole di libri e un sacco di pensieri; sulle guance mi cresce una strana barba, devo ancora decidere se tenerla o tagliarla, ma non ne ho il tempo.

Il tempo. Quando giocavamo, sembrava che il tempo smettesse di scorrere, per farci stare qui più a lungo: quelle giornate estive, sembravano non finire mai! Su quest’erba siamo stati pirati, cavalieri, re e regine, esploratori, mostri e tutto quello che la nostra fantasia di bambini ci suggeriva, senza paura di niente, senza sapere che cos’era il “futuro”. Adesso il tempo scorre, forse troppo in fretta, e abbiamo tutti paura del mostro chiamato futuro: per provare a sconfiggerlo siamo andati in mille direzioni differenti, abbiamo messo campi, città ed oceani tra di noi, senza mai guardarci indietro, forse perché non volevamo vederci di spalle.

Eppure è successo. Buon futuro a tutti noi.

Ci sono dei fiori nel prato, non ne conosco il nome, ma sono dello stesso colore del vestito leggero che mettevi ad agosto, quando l’estate iniziava a morire e noi non ce ne accorgevamo, o meglio, non ci preoccupavamo: l’anno dopo un’altra estate sarebbe arrivata e noi saremmo stati di nuovo lì a giocare. Solo ora mi chiedo quale sia stata l’ultima estate nella quale ci siamo trovati tutti insieme, l’ultima estate nella quale il tempo si è fermato per noi, su quel prato. Solo ora sento di volervi tutti qui un’altra volta, per un’altra estate, per un altro gioco. Voglio che il giorno duri per sempre ancora una volta. Tanto poi l’estate prossima torneremo qui tutti insieme, vero?

Hontou doukashiteru mitai.

Galileo Galilei - Aoi Shiori