Dal 22 al 25 settembre da Betterpress Lab e presso Palazzo Studio ci sarà un super workshop che non potete perdere:
"GRADO FARENHEIT - SCALE DI S+COINVOLGIMENTO" Un super laboratorio di 4 giorni dedicato alla stampa tipografica, grafica e legatoria in collaborazione Libri Finti Clandestini e Palazzo Studio.
PRINT & FOLD | corso di paper folding e stampa con caratteri mobili
Un corso che unisce la stampa a caratteri mobili al paper folding per progettare, stampare e realizzare biglietti, buste e cards dal design contemporaneo. Per tutto il mese di novembre, 5 incontri, tutti i martedì h.18.00 - 20.00
LETTERPRESS + FOLDING PAPER è il connubio perfetto per tutti i Paper Lovers: due universi professionali diversi, la stampa a caratteri mobili e la piegatura della carta, dialogheranno per condurre i partecipanti all’interno di un percorso formativo alla scoperta di conoscenze e possibilità di sperimentazione.
Il focus del corso - teorico e pratico - sarà sulla progettazione, stampa e realizzazione - attraverso specifiche tecniche di piegatura - di diversi modelli di buste e biglietti, ideati e proposti perché diversi dal consueto mainstreaming creativo.
Si imparerà a conoscere la carta, a scegliere quella “giusta”, a conoscere le sue proprietà e ad eseguire le pieghe e le cordonature utilizzando con sapienza gli strumenti.
La stampa a caratteri mobili interagirà con le piegature in un dialogo continuo di arricchimento e valorizzazione estetica e funzionale dei modelli che si andranno a realizzare.il corso è rivolto a tutti.
Il contributo per la partecipazione è di euro 250 a persona, tutti i materiali inclusi.
(special offer per studenti 210 euro)
Chi è fedele a ciò che immagina, se sogna sinceramente, ecco, è questa la sua sincerità. E io cerco di sognare sinceramente. Credo cioè che sia un errore il pensare che la letteratura sia fatta di parole. No, non è fatta di parole. Cioè, è fatta anche di parole, ma è fatta soprattutto di immagini, di sogni.
Scrivo per te parole senza diminutivi
senza nappe nè nastri, Chiara.
resto un uomo di montagna,
aperto alle ferite,
mi piace quando l’azzurro e le pietre si tengono
il suono dei “sì” pronunciati senza condizione,
dei “no” senza margini di dubbio;
penso che le parole rincorrano il silenzio
e che nel tuo odore di stagione buona
nel tuo sguardo più liscio dei sassi di fiume
esploda l’enigma del “sì” assordante che sei.
Scriverti è facile; e se potessi verserei
la conoscenza tutta intera delle nuvole
la punteggiatura del cosmo
la forza dei sette mari, i sette mari in te
nel bicchiere dei tuoi giorni incorrotti.
Ma non sono che un uomo, e quest’uomo
ti scrive da un tavolo ingombro
e piove, oggi, e anche la pioggia ha le sue beatitudini
sulla casa dalle grondaie rotte
quando quest’uomo ti pensa e fra tutte le parole da scegliere
non sa che l’inciampo nel dire come si resta
e come si preme
nel mistero del giorno nuovo in te
che prima non c’era
adesso c’è.
«Origine materiale. Facile a dirsi. Poi, andando a fondo, si scopre che è difficile, difficilissimo nonostante più di 100 anni di materialismo storico ateo, più di 200 dall'illuminismo ugualmente ateo. È che accettare realmente, nell'inconscio, come realizzazione psichica profonda, e non soltanto come sbandieramento di un concetto astratto o come dovere di coerenza cosciente, l'origine materiale, innanzitutto la propria, significa subito accettare la fine di questa propria realtà materiale. Significa cioè rinunciare all'idea di eternità, spiritello maligno nascosto nella mente di tante persone. Tutti vogliono restare, nessuno sa accettare di andarsene dopo essere stato ed aver fatto. L'annullamento della nascita, della prima e fondamentale separazione, conduce poi a non fare e non accettare più separazioni mai e da nessuno. Conduce a vivere come se il tempo non passasse, come se si fosse sempre nello stato di prima. Ogni novità, personale, sociale, storica, culturale, viene continuamente annullata. Perché la novità mette in crisi lo status, la norma, e lo rende passato. Lo mette da parte. E si scatena il conflitto e la lotta tra il nuovo e coloro che non sanno modificarsi. Coloro che non riescono ad aprirsi ad una recettività per rapportarsi a quanto prima non c'era. L'uomo che non ha scoperto la nascita non riesce ad accettare nessuna nascita, resta sempre conservatore, reazionario, ovvero reagisce con l'annullamento di fronte ad ogni nuovo che compare. Non accetta neppure i propri nati, li distrugge, li fa impazzire». Massimo Fagioli, in Bambino donna e trasformazione dell’uomo. Risposta alla Domanda n. 16 (Da Segnalazioni)
L'amore non muore mai di morte naturale. Muore per abbandono, per cecità, per indifferenza, per averlo dato per scontato, per inanità, per non essere stato coltivato. Le omissioni sono più letali degli errori consumati. - Anaïs Nin
Volevo un finale perfetto. Ora ho imparato nel modo più duro che alcune poesie non hanno rime, e alcune storie non hanno un inizio, un centro e un finale chiaro. La vita riguarda il non sapere, il dover cambiare, vivere il momento e prenderne il meglio, senza sapere cosa succederà dopo. Gilda Radner Ph. Ivan Terestchenko
Non è facile invecchiare con garbo. Bisogna accertarsi della nuova carne, di nuova pelle, di nuovi solchi, di nuovi nei. Bisogna lasciarla andare via, la giovinezza, senza mortificarla in una nuova età che non le appartiene, occorre far la pace con il respiro più corto, con la lentezza della rimessa in sesto dopo gli stravizi, con le giunture, con le arterie, coi capelli bianchi all’improvviso, che prendono il posto dei grilli per la testa. Bisogna farsi nuovi ed amarsi in una nuova era, reinventarsi, continuare ad essere curiosi, ridere e spazzolarsi i denti per farli brillare come minuscole cariche di polvere da sparo. Bisogna coltivare l’ironia, ricordarsi di sbagliare strada, scegliere con cura gli altri umani, allontanarsi dal sé, ritornarci, cantare, maledire i guru, canzonare i paurosi, stare nudi con fierezza. Invecchiare come si fosse vino, profumando e facendo godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli. Bisogna camminare dritti, saper portare le catene, parlare in altre lingue, detestarsi con parsimonia. Non è facile invecchiare, ma l’alternativa sarebbe stata di morire ed io ho ancora tante cose da imparare. Cecilia Resio
«Quella strana convinzione che le vicende che mi capitano abbiano un senso ulteriore, significhino qualcosa; che la vita con le sue vicende racconti qualcosa di sé, ci sveli gradatamente qualche suo segreto, stia davanti a noi come un rebus il cui senso è necessario decifrare, e le vicende che viviamo siano la mitologia della nostra vita e in questa mitologia stia la chiave della verità, e del mistero. Si tratta forse di un inganno? È possibile, è addirittura probabile, ma non riesco a sbarazzarmi del bisogno di decifrare continuamente la mia vita». Milan Kundera, “Lo scherzo”