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Chissà se un giorno
svegliandomi da questo
incubo
riuscirò a perdonarmi
di non essere stata abbastanza
Chissà quanto pesante
ancora
dovrà essere questo macigno
per sentirmi mancare l’aria
Ho fatto un sogno
c’erano tutti
i miei mostri
avevano tutti la mia faccia
ed io ho avuto paura
di me
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Crescere ci rende più consapevoli e,
nel mio trambusto cambiamento,
mi rendo conto che è esattamente così.
Ma cosa si intende per consapevolezza?
Prendere sicuramente coscienza degli aspetti della vita che ci sono accaduti.
Il rancore non mi è mai appartenuto, ho sempre pensato quanto sia inutile serbare odio a qualcuno che (probabilmente) neanche ricorda più cosa ti abbia fatto,
ho sempre sorriso e salutato anche chi mi aveva detto in faccia che ero la persona più inutile di questa terra.
Eppure ho sempre la sensazione di tradire la me di tredici anni fa perché, con la consapevolezza che ho oggi, comprendo ancora di più quanto avrei potuto proteggermi dal mondo.
E quanta rabbia mi assale.
Oggi ho 26 anni, e non mi rivedo più nella me stessa di due mesi fa.
Quanto è difficile accettare il passato senza portarci appresso il fardello di ciò che è stato?
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Non ho mai amato le giostre
eppure da qualche tempo mi sembra
di vivere in loop sulle montagne russe,
è estenuante esistere agli estremi
di ogni minima emozione.
Quando raggiungo la cima
mi sento
invincibile, tenace e risoluta
Ma non mi stabilizzo mai
ed è quando inizio la discesa che
perdo me stessa e mi confondo.
Io che vorrei
accettare la mia ciclicità
esserne parte
sentirmi me stessa
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Ho mentito quando
guardandomi allo specchio
mi sono detta che
un giorno forse
sarei diventata un’intrepida
Vi lascio spesso calpestarmi
come se fossi microscopica
Mancarmi di rispetto
trattarmi come se
fossi una nullità
Sei incapace, mi dicono
ed io mi vesto di queste frasi
perché infondo forse è vero
Non sarò neanche
abbastanza intelligente
distratta, sbadata
E vorrei soltanto urlare
e smettetela con questi falsi sorrisi
Io non devo piacere a nessuno
se non a me stessa
E ogni volta mi riprometto
la prossima volta avrò coraggio
Ma chissà in quale cassetto
chiuso a chiave
sarà rimasto.
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Ed è proprio vero che
il tempo ci cambia
ci rende più insofferenti
Mi guardo indietro
non sono più quella che ero
ho gli occhi stanchi
ma non perdo i miei obiettivi
Quante ne ho passate
quante ancora ne passerò
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c'è troppa spontaneità in me
e la mia calma a volte per alcuni è logorante
sono bella ma non così tanto
e non finisco mai gli argomenti se mi interessi
e voglio tanto e fingo di accontentarmi del nulla
e ho troppe paure per essere adulta
e ricordo poco ma so che abbandono sempre io
e non so accettare i ruoli predefiniti
e la notte se sono felice non riesco a dormire
e la mattina se sono triste non riesco ad alzarmi
e ciò che voglio prima o poi lo ottengo sempre
e gli altri non sanno cosa mi passa per la mente quando mi ammutolisco e fisso il vuoto
perchè il mio bisogno di proteggermi è il mio più grande alleato ma anche il mio più grande nemico.
e io vorrei anche ribattere ma mi rendo conto che passerei per quella che forse non sono
e allora abbandono e vado via senza salutare
soprattutto quando sono di fronte a chi sa dare corpo alla voce dentro la mia testa.
bisogna capirmi per farmi bene
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Spinta da questa risonante voglia
di comprendere cosa brama il mio cuore
tanto tormentato,
Mi soffermo in bilico sulla voragine
delle mie incertezze:
Ho le vertigini, che novità.
‘Mantieni l’equilibrio’ ribadisco a me stessa, consapevole delle mie gambe doloranti.
Vorrei divorare chi cerca di sminuirmi, demolire con le mie stesse mani
questa sensazione di inadeguatezza
che mi attanaglia nei momenti meno opportuni.
Sono solo questa:
Un cumulonembo di pensieri impetuosi
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La vita è
un continuo evolvere
ed io annaspo
mentre tento, invano,
di emergere
da questa sensazione
di inutilità.
Quando mi convinco di avere il controllo su me stessa, perdo nuovamente la percezione di me stessa.
Chi è questa persona che vedo allo specchio?
Non sembro nemmeno lontanamente io.
Percepisco questo peso all’altezza esattamente nella testa, non riesco ad alleggerirmi.
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Avevo 16 anni la prima volta che ho avuto paura di morire,
non so se qualcuno di voi ha mai provato quel terrore, ma quando ti capita, la tua vita cambia radicalmente.
Possono accadere due situazioni:
Inizi a vivere oppure inizi a sopravvivere.
Io ho convissuto, fin da piccola, con la mia ansia quotidiana.
Forse a pochi anni di vita si manifesta in modo impercettibile, eppure crescendo si intensifica.
Quando ho avuto il mio primo, forte, attacco di panico la mia vita era una montagna russa in un parco divertimenti,
(che novità, a 16 anni!) eppure vivevo la mia vita all’ombra di persone sbagliate, credendo importanti cose che in realtà erano bazzecole, ‘cose’ di cui non avrei permesso a nessuno di giudicare.
Quando la mia mente si è aperta alla possibilità di morire (cosa a cui prima non pensavo mai), ho iniziato un lavoro di introspezione, di conseguenza ogni sicurezza convertiva in dubbio.
Il dubbio primordiale che mi attanagliava era: perché devo permettere agli altri di calpestarmi sempre?
Come quando un mio paesano sogghignando mi chiese, davanti a tutti , se stessi assumendo psicofarmaci.
Se solo avessi avuto l’ardire di mandarlo a fanculo ,ahimè, per quello c’è sempre tempo.
È un continuo lavorare su noi stessi, la paura non ci lascia mai, ma l’accettazione è il primo passo verso la libertà personale.
Trasformare ciò che ci distrugge e renderlo costruttivo per noi stessi
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Cerco di convincere me stessa che portare rancore significa essere incapaci di guardare avanti, eppure qualcosa mi fa pensare che mancherei di rispetto a me stessa.
Tutti questi ricordi che mi ritornano a mente non riesco più a gestirli.
Avrei dovuto essere più forte
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Interdetta da questa insicurezza
che la notte mi priva del respiro
ho un macigno sul petto
lo stomaco annodato
la testa chissà dove
non riesco più
a fabbricare bei sogni
in questa confusione
perdo me stessa
chiudo gli occhi
domani sarò di nuovo
me stessa
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Custodisco scrupolosamente
ogni istante vissuto con te
di questo prendersi cura
l’uno dell’altro.
Mi fai sentire una bambina
quando fai crollare le mie difese
e mi lasci cantare a squarciagola
quelle canzoni che normalmente
non ascolteresti mai.
Tu che premurosamente
quando siamo a letto
mi chiudi a fagotto nella coperta
e mi ribadisci sempre
quanto sono maldestra.
Io che sono detestabile
quando ripeto a me stessa
di non essere abbastanza
buona, decisa, risoluta.
Ma consapevole del fatto
che non vorrei nessun’altro
accanto a me
Che non esiste posto al mondo
dove io mi senta al sicuro
se non chiusa a fagotto in quella coperta
accanto a te
.
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L'apatia in questi giorni è una compagna
costante, l'ansia, il panico non mi
lasciano in pace.
Mi è stato detto "sei sul l'orlo di un precipizio"
forse dovrei essere spaventata, impaurita
fare un passo indietro, e cercare di uscire
da questa fitta nebbia, ma non ci riesco.
Ci sono dentro fino al collo, e mi sento
dannatamente sola, ad affrontare
tutto questo dolore.
I miei momenti di ambivalenza mi
confondono ancora di più, ma alla fine
vince lei, e io sono solo una pedina sotto il
suo gioco.
Mi sento di nuovo incatenata, senza forze
ha volte la mia testa mi spinge ad avere
pensieri estremi.
Pensieri che nessuno saprà mai, non ho
più ambizioni, sono solo un fantasma che
fluttua in balia del vento.
@sono-solo-cenere

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Ed è quando accavalli le tue gambe sulle mie
Con quell’aria spavalda
Che mi dici non ti preoccupare
Solo io ti riesco a capire
Poggio la mia testa sulla tua spalla sinistra
E penso
Non c’è posto migliore
dove restare per sempre
Mi prendi la mano
‘Sono io la tua cura’
E anche scherzando
Io lo so che è così
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C’è una voragine dentro me e io continuo a sentirmici sospesa, tra il buio tenebroso sotto i miei piedi e la luce fioca sulla mia testa. Percepisco la leggerezza e allo stesso tempo mi sento pesante, come se qualcosa mi tirasse giù.
Lo so che sei sempre dietro l’angolo, quando meno me lo aspetto ti farai risentire, l’idea mi terrorizza perché non riesco a tenerti più sulle mie piccole spalle.
Ho solo ventiquattro anni, non tormentarmi, ho tante cose ancora da realizzare.
Allora chiudo gli occhi e mi lascio andare, apro le braccia e mi distendo, andrà meglio, ne sono certa
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Percepisco costantemente questa idea malsana di me stessa: non sono mai abbastanza.
Inadeguata, non sono speciale.
Mi guardo allo specchio e cerco qualcosa dentro me che riempia questo senso di inutile che mi inghiottisce, mi sento affogare nelle mie stesse lacrime.
Vorrei urlare ma non ho voce.
Vorrei sentirmi bene, non stasera.
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Si dice che la persona a cui pensi prima di addormentarti sia quella che detiene il tuo cuore. Che questa, poi, ne sia consapevole o meno, è un dettaglio.
Penso che lo stesso valga per me, stasera.
Sta piovendo, anzi sta diluviando. E non è un problema; io solitamente non ho paura.
Eppure per dieci interminabili minuti fuori c'è stata una tempesta implacabile. Acqua, vento, grandine, tuoni e fulmini... sono accorsi tutti, gli agenti atmosferici, e i vetri delle finestre vibravano come fossero sul punto di esplodere.
Avrei voluto non essere sola a contemplare le assi di legno massiccio del soffitto e a domandarmi se d'improvviso mi sarebbero collassate addosso.
Avrei voluto ci fossi tu; la persona a cui mi sforzo di non pensare prima di dormire perché a certi pensieri è meglio non dare acqua e nutrimento.
Ma sai... in quel preciso momento io ho pensato che sarebbe stato bello rintanarsi sotto le coperte, cercare i tuoi piedi freddi e nascondere il viso nell'incavo del tuo collo.
Lì -poco sopra la clavicola, dove ti bacio perché so che ti fa venire i brividi- è il mio cuore.
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