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L’obiettivo del femminismo è superare stereotipi e imposizioni, affinché la maternità e l’affettività siano esperienze autentiche e non obblighi dettati dalla tradizione o dalle aspettative sociali.
Per il femminismo la vera emancipazione passa attraverso il riconoscimento della piena autonomia delle donne nelle scelte che riguardano la loro vita privata e pubblica.
#superare gli stereotipi#superare le imposizioni#maternità#obiettivo del femminismo#stereotipi#affettività#femminismo#esperienze autentiche#piena autonomia delle donne#autonomia di scelta nella vita privata#autonomia di scelta nella vita pubblica
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Le donne hanno accesso a una maggiore informazione sui diritti umani, civili e sociali, che le rende più consapevoli di ciò che è accettabile e di ciò che non lo è in una relazione.
Il lavoro di attiviste e movimenti per la parità di genere ha contribuito a diffondere la cultura del rispetto, dell’autonomia e della libertà personale.
La consapevolezza delle forme di violenza psicologica, fisica ed economica ha aiutato molte donne a identificare e rifiutare relazioni tossiche.
#maggiore informazione sui diritti umani#attiviste#movimenti#parità di genere#cultura dell'autonomia#donne#cultura del rispetto#libertà personale#consapevolezza
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Il femminismo lotta per garantire alle donne la possibilità di autodeterminarsi, superando i ruoli tradizionali imposti dalla società patriarcale, in cui la maternità e le relazioni erano spesso vissute come doveri obbligatori e non come scelte libere; promuove la libertà di scelta come principio fondamentale: le donne devono poter decidere liberamente se avere figli, come vivere la maternità, e come gestire le proprie relazioni affettive senza interferenze esterne o imposizioni sociali.
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"La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina" è un testo giuridico e politico scritto da Olympe de Gouges nel 1791, che rappresenta il primo documento a rivendicare l'uguaglianza giuridica, politica e sociale tra donne e uomini; nasce come una risposta critica e polemica alla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, che riconosceva i diritti solo agli uomini, escludendo le donne dall'accesso al voto, alle cariche pubbliche e ad altre libertà fondamentali.
La Dichiarazione di Olympe de Gouges è una pietra miliare nella storia del femminismo e dei diritti delle donne, poiché per la prima volta si afferma con forza la necessità di uguaglianza legale e politica tra i sessi in un contesto rivoluzionario che fino ad allora aveva escluso le donne dalla cittadinanza attiva.
#1791#Olympe de Gouges#uguaglianza giuridica#testo politico#testo giuridico#La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina#uguaglianza politica#uguaglianza sociale#pietra miliare nella storia del femminismo e dei diritti delle donne
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Olympe de Gouges, pseudonimo di Marie Gouze (1748-1793), è stata una drammaturga e attivista francese vissuta durante la Rivoluzione francese, nota per il suo impegno pionieristico nella difesa dei diritti delle donne e delle minoranze.
Fu autrice di opere contro la schiavitù e a favore dei diritti civili, oltre che di numerosi pamphlet e manifesti politici. Fu una delle prime a sostenere la parità di diritti tra i sessi in modo radicale e coerente, facendo della difesa delle donne una battaglia centrale della sua vita.
Nel 1791 pubblicò la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, un documento che riprendeva e femminilizzava la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, chiedendo esplicitamente che i diritti civili e politici fossero riconosciuti anche alle donne.
Denunciò l'esclusione delle donne dal progetto rivoluzionario di libertà e uguaglianza, rivendicando il diritto delle donne a partecipare alla vita politica, al voto, all'accesso alle cariche pubbliche e alla possibilità di divorziare
Olympe criticò apertamente la violenza politica e il regime del Terrore, schierandosi contro la pena di morte e attaccando figure come Robespierre, cosa che le costò la condanna a morte per ghigliottina nel 1793.
La sua eredità è quella di una femminista ante litteram, che pose le basi per il movimento per i diritti delle donne e per l’uguaglianza di genere in Europa.
#Olympe de Gouges#Marie Gouze (1748-1793)#drammaturga e attivista francese#Rivoluzione francese#impegno pionieristico nella difesa dei diritti delle donne e delle minoranze#pamphlet e manifesti politici#opere contro la schiavitù e a favore dei diritti civili#1791#Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina#femminista ante litteram
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Dibattito pubblico sul femminismo.
Il femminismo non è "tossico", né basato su una competizione tra generi. L'impulso autentico del movimento è:
- lavorare per rimuovere discriminazioni sistemiche, stereotipi di genere e squilibri di potere (non solo legali, ma culturali ed economici).
- garantire a tutte le persone – indipendentemente dal genere – di autodeterminarsi senza pressioni sociali (dalla carriera alla vita affettiva).
- lottare contro razzismo, classismo, abilismo: ogni forma di oppressione.
La presunta contrapposizione tra "distruzione della mascolinità" e "nuova oppressione" trascura il nucleo del dibattito contemporaneo femminista, che non propone l'annichilimento del maschile ma la decostruzione del modello tossico e patriarcale legato a violenza e dominio.
Il femminismo non ha come obiettivo la misandria (odio verso gli uomini). La confusione nasce da fraintendimenti e rappresentazioni distorte.
Il femminismo promuove la lotta contro discriminazioni sistemiche (es. divario salariale, accesso all'istruzione, diritti riproduttivi); desidera liberare sia donne che uomini da ruoli di genere imposti (es. "l'uomo deve essere forte", "la donna deve occuparsi della casa") e affronta discriminazioni multiple che s'intrecciano al sessismo.
#femminismo#il femminismo non è tossico#competizione#rimuovere discriminazioni sistematiche#rimuovere stereotipi di genere#rimuovere squilibri di potere#autodeterminazione#lottare contro il razzismo#lottare contro il classismo#lottare contro abilismo#lottare contro ogni forma di oppressione#decostruzione del modello tossico patriarcale
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Gender bias.
Il femminismo critica modelli tossici di mascolinità (es. violenza di genere, dominio patriarcale), non l'identità maschile in sé. Promuove una ridefinizione delle mascolinità per liberare gli uomini da stereotipi dannosi.
Il femminismo mira a decostruire modelli familiari patriarcali (es. ruoli di genere rigidi), non a eliminare la famiglia. L'obiettivo è favorire relazioni paritarie, come evidenziato nei testi sulla liberazione dai "gioghi sociali".
Nessuna corrente femminista sostiene "l'uccisione di bambini innocenti"; al contrario, il femminismo lotta per diritti riproduttivi (libera scelta sull'aborto) e contro la violenza sui minori. Il femminismo combatte violenze domestiche e abusi, inclusi quelli sui bambini.
Il femminismo intersezionale sostiene diritti LGBTQ+ come parte della lotta contro tutte le oppressioni di genere. Non è un obiettivo primario, ma una naturale estensione della battaglia per l'uguaglianza.
Il femminismo non sostiene religioni in quanto tali, ma critica le strumentalizzazioni patriarcali di qualsiasi fede. Esistono femministe islamiche che reinterpretano la religione in ottica egalitaria
L'obiettivo del femminismo è superare il dominio patriarcale, non indebolire gli uomini: il femminismo riconosce che il patriarcato danneggia anche gli uomini.
Il femminismo promuove la libertà dalle aspettative di genere, non l'adozione forzata di tratti femminili negli uomini. L'idea è decostruire i binarismi.
Il femminismo cerca di eliminare dinamiche tossiche (es. possessività, violenza) attraverso l'educazione alla parità.
Il femminismo critica il matrimonio come istituzione patriarcale, non il concetto in sé. Mira a trasformarlo in un'unione paritaria.
Il femminismo combatte le violenze reali, non promuove accuse infondate; riconosce la complessità delle denunce e la necessità di ascoltare le vittime.
L'obiettivo del femminismo è superare la logica competitiva del patriarcato, sostituendola con collaborazione e mutualità.
Le affermazioni sul femminismo in questa lista su Threads riflettono pregiudizi e fraintendimenti non supportati dalla letteratura femminista accademica e dalle pratiche dei movimenti femministi documentati.
#gender bias#femminismo#modelli tossici di mascolinità#violenza di genere#dominio patriarcale#ridefinizione della mascolinità#stereotipi dannosi#decostruire modelli familiari patriarcali#favorire relazioni paritarie#diritti riproduttivi#libera scelta sull'aborto#contro la violenza sui minori#diritti LGBTQ+#oppressioni di genere#battaglia per l'uguaglianza#superare il patriarcato#il patriarcato danneggia anche gli uomini#decostruire i binarismi#dinamiche tossiche#possessività#violenza#educazione alla parità#unione paritaria#ascoltare le vittime#collaborazione#mutualità#superare la logica competitiva del patriarcato
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Gender bias.
L’obiettivo come donne non è diventare “simili agli uomini”, ma ridefinire i modelli di riferimento in modo che ogni persona – indipendentemente dal genere – possa esprimere la propria autenticità senza sentirsi costretta in ruoli predefiniti.
Le donne che cercano di abbattere stereotipi non stanno imitando l’altro sesso: stanno rivendicando il diritto a essere individui completi, liberi di combinare qualità tradizionalmente associate al maschile (determinazione, leadership) con quelle considerate femminili (empatia, collaborazione).
Il vero progresso arriva quando smettiamo di chiederci “cosa è adatto a un uomo/donna” e iniziamo a chiedere “cosa è giusto per me, come persona unica?”.
L'orticaria alla parola "femminismo" viene solo agli uomini ignoranti - uomini che, attualmente, non a caso sono single.
#gender bias#ridefinire i modelli di riferimento#autenticità#ruoli predefiniti#stereotipi#abbattere gli stereotipi#rivendicare diritti#individui completi#libertà#progresso#uomo#donna#femminismo
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Patriarcato.
È profondamente frustrante e doloroso vivere in una società che ancora tratta le donne come oggetti, negando la complessità della loro umanità. Questa dinamica tossica è un sintomo del patriarcato, non un difetto individuale.
Sono innumerevoli le microaggressioni quotidiane: dai commenti volgari al mansplaining, queste azioni mirano a svilire l’autonomia femminile.
#femminismo#maschilismo#donne trattate come oggetti#patriarcato#microaggressioni#commenti volgari#mansplaining#azioni che mirano a svilire l'autonomia femminile
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Gender bias.
L’attuale sistema italiano, pur basato sulla tassazione individuale, mantiene criticità legate a agevolazioni familiari che premiano modelli monoreddito.
Il femminismo lotta per parità di accesso al lavoro retribuito, non per una tassazione specifica. La critica mossa al sistema fiscale riguarda la persistenza di gender bias che svantaggiano le donne, non l’introduzione di nuove imposizioni.
In Italia, solo 1 bambino su 10 accede all’asilo nido pubblico, con ricadute negative sulle opportunità lavorative delle madri. L’investimento in welfare familiare è considerato cruciale per sostenere l’occupazione femminile, non un meccanismo di indottrinamento.
Il femminismo in ambito educativo punta solo a superare gli stereotipi, non ad omologare i bambini a modelli produttivistici.
Non esiste alcuna evidenza che il femminismo promuova sistemi fiscali per costringere entrambi i genitori a lavorare. Al contrario, le battaglie femministe insistono su servizi per la conciliazione (es. asili accessibili) e su modelli fiscali equi.
L’accusa di "indottrinamento" ignora la complessità delle politiche educative, che spesso riflettono disuguaglianze preesistenti (es. disparità nell’offerta di asili tra Nord e Sud Italia): è una retorica riduzionista.
Gli asili nido sono una risposta a carenze strutturali, non strumento di indottrinamento.
Le donne lavorano non per imposizione ideologica, ma spesso per necessità.
Il femminismo critica i sistemi che limitano l’autodeterminazione, inclusi quelli fiscali che penalizzano il lavoro femminile.
E' una narrazione cospirativa, patriarcale, priva di fondamento empirico dire: "ll femminismo ha fatto in modo che l’altra metà della popolazione mondiale sia sottoposta a tassazione".
#femminismo#sistema italiano#tassazione individuale#agevolazioni familiari#modelli monoreddito#parità di accesso al lavoro retribuito#sistema fiscale#asilo nido pubblico#Italia#welfare familiare#occupazione femminile#ambito educativo#superare gli stereotipi#modelli produttivistici#battaglie femministe#disuguaglianze#retorica riduzionista#narrazione patriarcale#narrazione cospirativa
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Dibattito pubblico sul femminismo.
La frase "Il femminismo sta distruggendo la famiglia e la donna stessa" è una critica ricorrente nei dibattiti pubblici, basata soltanto su una visione tradizionalista (retrograda) della società.
Il femminismo promuove l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne, permettendo loro di accedere all’istruzione, al lavoro e a una maggiore autonomia economica - questione che non va bene a chi rivendichi privilegi solo per il genere maschile.
Il femminismo contribuisce a ridurre la violenza domestica e gli abusi, dando alle donne strumenti e consapevolezza per non dover più accettare relazioni tossiche o abusive - questione non gradita soltanto agli uomini che ritengono un loro diritto abusare di una donna e questione non gradita alle donne che preferiscono una qualità della vita migliore solo dal punto di vista economico: alle donne a cui va bene farsi mantenere da un uomo, a cui non importa se quell'uomo non le rispetti affatto.
Le donne oggi sono meno disposte a tollerare relazioni dannose proprio grazie alla maggiore consapevolezza dei propri diritti e alla possibilità di scegliere liberamente se e con chi costruire una famiglia.
Le famiglie moderne tendono a essere più paritarie e basate sul rispetto reciproco; il femminismo ha contribuito a cambiare la percezione sociale del ruolo della donna nella famiglia - questione che non va bene per gli uomini che si sento "qualcuno" solo quando dominano una donna; questione che non va bene per le donne che si sentono "qualcosa" solo quando è un uomo a dirgli che cosa devono fare nella loro vita.
La libertà di scelta nelle relazioni e nella maternità è uno degli effetti più evidenti e positivi del movimento femminista.
Il femminismo non ha distrutto la famiglia né la donna: ha invece reso possibile per molte donne uscire da situazioni di abuso e costruire relazioni più sane e paritarie. Se oggi le donne non si “accontentano” più di relazioni tossiche, è proprio grazie alle conquiste ottenute dal femminismo.
Le critiche che vedono nel femminismo una minaccia alla famiglia si basano su una concezione statica e patriarcale della società, mentre i dati mostrano che la trasformazione portata dal femminismo ha migliorato la qualità della vita e la libertà di scelta sia delle donne che delle famiglie nel loro insieme.
Le dinamiche disfunzionali – caratterizzate da conflitti cronici, ruoli distorti e comunicazione inefficace – sembrano riflettere una difficoltà di adattamento a nuovi modelli relazionali. Non si tratta di un "attacco" esterno, ma di una crisi interna legata alla rigidità di strutture incapaci di evolversi.
I genitori conservatori hanno difficoltà ad accettare l’autonomia dei figli; segreti, manipolazioni e incapacità di gestire i conflitti caratterizzano tutte le famiglie conservatrici.
Il femminismo non è "colpevole" della crisi esistente nelle famiglie conservatrici, ma è solo uno dei fattori che ha accelerato una transizione già in atto, mettendo a nudo contraddizioni preesistenti.
La vera sfida consiste nella costruzione di nuovi equilibri che integrino istanze di libertà individuale con il bisogno di appartenenza, evitando il ritorno a modelli oppressivi.
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Il privilegio implica vantaggi innati (non collegati a merito o capacità) di gruppi sociali al potere. È un’oppressione sistemica, che si muove su secoli di storia.
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Privilegio di genere.
Le donne rappresentano circa il 70% dei creatori su OnlyFans e, in media, guadagnano il 78% in più rispetto agli uomini. La differenza è dovuta principalmente alla domanda: la maggior parte dei consumatori di contenuti su OnlyFans sono uomini, che preferiscono acquistare da donne.
Tuttavia, la maggior parte dei creatori (di entrambi i generi) guadagna cifre molto basse rispetto ai pochi top earner.
La pratica di far entrare gratis o a prezzo ridotto le donne in discoteca è diffusa da decenni e nasce per motivi commerciali: attirare più donne per rendere il locale più appetibile anche agli uomini.
Dal punto di vista legale, la pratica non è considerata discriminazione illecita. La legge italiana permette vantaggi specifici per il “sesso sottorappresentato” in certi contesti, ma vieta discriminazioni nell’accesso a beni e servizi essenziali.
Il privilegio di genere non si misura su singoli episodi o vantaggi circoscritti, ma su un insieme di vantaggi sistemici, spesso invisibili a chi li possiede.
Il privilegio implica accesso facilitato a opportunità, risorse e potere; si manifesta nella storia, nelle istituzioni, nei salari, nella rappresentanza politica, nella sicurezza personale e nelle aspettative sociali.
Le eccezioni (come OnlyFans o l’ingresso gratis nei locali) non annullano i dati esistenti sulla disparità di genere.
Ridurre il privilegio di genere a chi guadagni di più su OnlyFans o entri gratis in discoteca è una semplificazione che ignora la complessità e la profondità delle dinamiche sociali, perché tali esempi rappresentano eccezioni o strategie di mercato, non la regola né la struttura del potere nella società. Il privilegio di genere si misura su scala molto più ampia e riguarda l’accesso sistemico a risorse, opportunità e sicurezza, non singoli vantaggi economici o commerciali.
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