Uno spazio grande come una nocciolina More info: http://www.linux.it/~napo
Don't wanna be here? Send us removal request.
Video
vimeo
SFScon18 - Maurizio Napolitano - Switch to OSM: why and how from SFScon on Vimeo.
1 note
·
View note
Text
Malte Spitz: La vostra società telefonica vi sta osservando
0 notes
Text
Gli strumenti usati da Vienna per aprire i dati della PA
Il 17 luglio 2012, il blog Smart Innovation di ForumPA, riportava l'articolo La Città di Vienna e l’Open Government "Schiaccianoci", in cui Brigitte Lutz - responsabile dell'ufficio di E-Government della città di Vienna, spiega parte della strategia usata nell'aprire i dati, spaccando il guscio della noce che blocca l'implementazione dell'Open Government Data
[caption id="attachment_1853" align="alignnone" width="1024"] http://www.slideshare.net/napo/open-government-data-some-hints-about-italy/32[/caption]
qualche approfondimento in inglese qui http://www.opendata.cz/en/node/37 in particolare: Daniel Medimorec — Open Government — Open Data: Perspective of the Austrian federal level
[caption id="attachment_1618" align="alignright" width="210"] Open Data Strategie der Stadt Wien - Wolfgang Jörg Magistrat der Stadt Wien durante SFCon 2011 a Bolzano[/caption]
La strategia viennese convince in particolare per il piano comunicativo sia verso le comunità che chiedono i dati, sia verso chi li produce e per le tempistiche di rilascio trimestrale ancora in atto ed ora in fase 6 - http://data.wien.gv.at/neuigkeiten/wege/phase6.html
Come è stato fatto tutto questo non è affatto un segreto, certo, aiuta molto il fatto che la cultura del concetto di E-Government e la sua naturale evoluzione versione l'Open Government è in atto da tempo nella PA della capitale austriaca, tant'è che è stato creato il KDZ - il centro di competenza sulla ricerca nella pubblica amministrazione. Ed è proprio nelle pagine del KDZ che si trova la "magica formula" con cui Vienna ha avviato il processo. A questo indirizzo http://www.kdz.or.at/de/open-government-vorgehensmodell si trovano una serie di documenti - in lingua tedesca - che spiegano il modello utilizzato. Il documento spiega i concetti di Open Government, la scelta dell'Open Data, il coinvolgimento graduale della comunità e - in particolare - l'attività svolta per catalogare i dati e definire quali di questi pubblicare.
Questa attività si svolge fornendo ai vari dipartimenti della PA una scheda da compilare da cui ottenere poi un punteggio che fornisce il valore di quanto il dato può essere fornito come Open Data. Si tratta di un foglio calcolo disponibile sia in formato XLS che OpenCalc, le cui versioni in italiano sono reperibili a questi indirizzi:
ITA_ogd_monitor_kdz_v11.ods
ITA_ogd_monitor_kdz_v11.xls
[caption id="attachment_1881" align="alignleft" width="300"] un esempio del grafico di sintesi delle dimensioni che stabiliscono l'apertura di un dataset sulla compilazione del modulo - ITA_ogd_monitor_kdz_v11.ods [/caption] Il documento si compone di 6 schede, di cui, la seconda "Valutazione Dataset X" è quella in cui si invita il responsabile di dipartimento a riempire il modulo con le informazioni. La prima "Istruzioni" mostra un sintesi molto precisa di quale è il fine e di come il modulo va compilato. I restanti sono informativi sui dettagli dei criteri adottati, i formati dei dati considerati aperti, il modello a 5 stelle di Tim Bernes-Lee e i 10 principi dell'open government data austriaco. Quest'ultimo è una estensione degli 8 principi definiti dal gruppo di lavoro sull'open government tenutosi a Sebastopol, California, USA nel 2007 - http://www.opengovdata.org/home/8principles L'estensione aggiunge due punti:
Documentazione La pubblicazione online delle banche dati necessita che sia accompagnata da una documentazione completa del dato e dei suoi metadati e sia disponibile per lungo tempo. Una volta fatta la pubblicazione è necessario seguire un controllo costante delle versioni.
Privacy Policy I dati personali sono generalmente esclusi dalla pubblicazione. Il comitato Open Government Data, prima di effettuare una pubblicazione, controlla se la banca dati rilasciata, non permette la ricostruzione di dati personali
Sulla base di queste informazioni si procede poi alla creazione dell'indicatore di quanto il dato è considerato open data. Di tratta di dare dei valori (da 0 a 5) a 10 caratteristiche che ciascuna banca dati si porta dietro:
Ostacoli giuridici esistenza di obblighi di riservatezza sui dati o altre restrizioni legali Dati personali si tratta di dati personali o di dati da cui è possibile dedurre informazioni personali Riferimenti aziendali i dati contengono informazioni riservate riguardo aziende o permettono di ricostruire informazioni di tal tipo? Detenzione del copyright ad indicare se l'amministrazione ha il controllo esclusivo sulla banca dati Beneficio indicatore del beneficio stimato per la società (e aziende) Costi il costo della pubblicazione Qualità dei dati valutazione sulla qualità dei dati (tempestività, completezza, accuratezza, imprecisioni …) Disponibilità tecnica se i dati sono disponibili in formati aperti e secondo il modello a 5 stelle di Tim Bernes-Lee Sinergie se i dati sono già disponibili, anche come servizio, su altri siti dell'amministrazione o comunque lo devono essere a causa di qualche direttiva (es. la direttiva INSPIRE sui geodati) Rispetto dei principi Open Government Data il livello di rispetto dei principi OGD
La licenza scelta scelta, una sola per tutti: Creative Commons Attribution versione austriaca. Le priorità su quali dati aprire, quantomeno le tematiche (es. trasporti, bilancio, salute, demografia ecc...) sono state fatte nel dialogo verso le comunità e le richieste dirette ai vari uffici. Fra gli attori l'associazione Open3.at (Open Government, Data und Society) che ha proposto un elenco - http://www.open3.at/projekte/umfrage
--- vi prego di contattarmi qualora troviate errori nella traduzione dei fogli di calcolo.
0 notes
Text
Qui tra le montagne c’è una WebValley dove la scuola vive nel futuro
Avevo 14 anni quando, scendendo a piedi dalla collina di Povo sopra Trento, passai davanti ad un edificio che in quel contesto sembrava qualcosa di fantascientifico. Il fatto che lo fosse per davvero era scritto proprio sulla porta di ingresso: “IRST – Istituto Ricerca Scientifica e Tecnologica”. Così quel giorno mi dissi: “Ma io … io voglio lavorare qui un giorno”.
Molti anni dopo mi capitò di essere assunto proprio in quel posto (che ora si chiama FBK – Fondazione Bruno Kessler). Ma tralasciamo il presente e pensiamo a quel ragazzino che, in questi giorni d’estate, potrebbe proprio fare lo stesso percorso a piedi e fantasticare sul fatto di diventare uno scienziato.
Se incontrassi quel ragazzino che guarda ancora incredulo attraverso la recinzione, lo inviterei a partecipare a WebValley. È la scuola estiva di ricerca scientifica interdisciplinare per studenti delle scuole superiori che la FBK organizza da ormai 11 anni. È una grande occasione per chi nutre queste passioni, e si è conclusa proprio in questo periodo. Colgo l’occasione per raccontarvi quali sono gli ingredienti di WebValley, e magari invitare i vostri studenti a partecipare il prossimo anno.
Gli studenti
Possono partecipare studenti iscritti al quarto anno delle superiori. Nelle prime edizioni la scuola era aperta solo ai ragazzi della provincia di Trento (fra gli sponsor dell’iniziativa), poi si è aggiunta anche la borsa di studio dall’Alto Adige e, – nelle ultimissime edizioni – anche una selezione di studenti extra regionali. Tutto grazie all’interessamento del MIUR e del progetto lauree scientifiche.
Inoltre, grazie all’ambasciata italiana a Washington DC sono state messe a disposizione borse di studio internazionali per i finalisti del premio Intel ISEF -International Science and Engineering Fair provenienti soprattutto dagli USA. All’ultima edizione di WebValley ha partecipato anche una ragazza ucraina ed una ceca: se volete qui trovate la mappa che segnala la provenienza degli studenti di quest’ultima edizione.
La selezione avviene per merito scolastico, conoscenza della lingua inglese (lingua ufficiale del corso), conoscenze scientifiche e tecnologiche, presentazione da parte dei propri docenti e colloqui diretti. WebValley è prima di tutto una scuola interdisciplinare e, anche se il tema centrale resta la ricerca scientifica, nessuno viene discriminato per la tipologia di scuola di provenienza. Da notare che la presenza femminile è andata crescendo in modo costante negli anni.
La sfida
Ogni edizione di WebValley prevede la presenza di un committente che necessita di una soluzione ad un problema legato al mondo della ricerca scientifica. Il problema viene elaborato e discusso con i ragazzi fin dal primo giorno dando loro tutti i concetti necessari a capire la problematica e le nozioni informatiche per impostare il lavoro.
Nell’ultima edizione, per esempio, è stata creata una piattaforma in grado di accedere ad un archivio di cellule tumorali come se fossero delle mappe a due e tre dimensioni. L’uso di tecnologie GIS (ovvero degli strumenti di elaborazione di dati cartografici) è sempre stato al centro dei temi di WebValley. In passato però si è indagato anche in altri ambiti sempre mostrando un occhio di riguardo verso la cultura e l’importanza di dati e metadati.
Il laboratorio
Forse lo avrete già capito: si chiama WebValley per due motivi: il nome Web richiama il mondo di Internet, mentre Valley indica il luogo dove si svolge la scuola. Si tratta di una valle del Trentino dove viene allestito, proprio per l’occasione, un laboratorio all’avanguardia. Si parla di blade server, tablet, kinect, arduino, raspberry, smartboard e molto altro ancora.
L’ultima edizione si è svolta a Tonadico, a pochi passi dalle Dolomiti, ma il laboratorio più incredibile che WebValley abbia avuto rimane quello del 2006 allestito all’interno di un tendone su un campo da calcio.
I docenti e i tutor
Per tutta la durata della scuola è presente un gruppo di ricercatori che insegna, cura il laboratorio e segue gli studenti aiutando i gruppi di lavoro. I docenti si alternano durante il periodo della scuola e vengono da ogni parte del mondo. Raccontano di tecnologia, biologia, diritto, sociologia e innovazione. Ad ogni edizione poi sono sempre presenti dei tutor locali che, in molti casi, sono ex studenti delle precedenti edizioni.
I gruppi di lavoro
Fin dai primi giorni, i ragazzi vengono stimolati a fare brain storming sulle proprie aspettative, a definire il problema, ad individuare la soluzione, definire l’architettura, stabilire dei gruppi di lavoro ed assegnarsi dei compiti attraverso strumenti tecnologici (issue tracking). È molto piacevole visitare il laboratorio e trovare, appesi sui muri, i risultati delle sessioni di lavoro degli studenti.
Vedere i ragazzi che si scelgono gli spazi dove lavorare e tornare a guardare su quei fogli cosa hanno deciso assieme, interessarsi del lavoro degli altri gruppi in modo da vedere prendere forma la loro idea. Si crea squadra, ci si sente importanti, si sente sempre più vicina la data della chiusura della scuola dove saranno presentati i risultati a tutti i ricercatori che hanno partecipato alla scuola e a persone del mondo della ricerca, della didattica e della politica.
È abbastanza normale che, il giorno prima della presentazione finale, i ragazzi non chiudano occhio e rimangano incollati alla tastiera per fare in modo che il prototipo che costruiscono sia funzionante il giorno dopo.
Il software libero/open source
Ad ogni studente viene assegnato un portatile. Su ciascun dispositivo è installato GNU/Linux (ed ecco perchè nel logo del corso compare il pinguino Tux, logo di Linux). Molto spesso succede che i docenti del corso siano anche sviluppatori degli strumenti open source che i ragazzi imparano ad usare e, in più di una occasione, è successo anche che gli studenti abbiano dato un grosso contributo al miglioramento dei software utilizzati.
Per molti è la prima esperienza con questo mondo, ma, finita la scuola, difficilmente tornano indietro. Gli studenti ne capiscono il significato, hanno l’occasione di vederne non solo in vantaggi intrinsechi, ma anche di apprezzarne le performance e stare vicino a persone esperte da cui imparare velocemente i trucchi del mestiere.
Divertimento
Fino ad ora qualcuno si sarà fatto l’idea del classico gruppo di secchioni, ma non è affatto così! Durante la scuola vengono organizzati diversi momenti di svago, gite nei weekend, attività sportive, attività musicali (spesso jam session improvvisate dagli studenti stessi) e molto altro ancora. Immancabili gli appuntamenti come i campionati di calcio e le proposte che arrivano direttamente dagli studenti.
Certo, il laboratorio rimane il luogo sacro dove, alla fine, si conclude la giornata anche a notte fonda, ma in fin dei conti è anche questo uno degli aspetti che caratterizzano la vita dei ricercatori: l’amore per il proprio lavoro che, ad ogni piccolo successo, non fa altro che tenerti inchiodato alla sedia a scoprire e ancora scoprire.
L’organizzazione
La mente dietro WebValley è l’eclettico senjor researcher Cesare Furlanello, responsabile del gruppo di ricerca MPBA (Modelli Predittivi Biologici e Ambientali) di FBK. Cesare ci ha creduto dal primo giorno e non manca mai un’occasione per introdurre belle novità in questa esperienza.
Sono oltre 250 i ragazzi coinvolti in questi ultimi anni: alcuni loro sono diventati colleghi, altri si sono lanciati verso una carriera nel mondo della ricerca, ed altri ancora sono diventati giovani imprenditori in giro per il mondo. Per ciascuno di loro WebValley è stato un inizio utile a capire cosa fare da grandi e conoscere le nuove tecnologie.
Non c’è dubbio che il progetto appaia come un qualcosa per pochi eletti, ma l’effetto che WebValley riesce ad aver con chi ne è venuto a contatto è dirompente. Gli studenti, al loro ritorno a scuola, stimolano i propri docenti ad innovare ed innovarsi. L’IPRASE – Istituto Provinciale per la Ricerca e la Sperimentazione Educativa vede in WebValley anche un luogo dove esplorare il futuro.
Sono molte le scuole che, dopo essere entrate in contatto con il programma, hanno dato vita a laboratori extrascolastici dove sono stati sviluppati progetti sulle basi delle tecnologie acquisite durante il camp estivo. Non posso fare altro che invitare tutti a condividere questa esperienza. Il modello di WebValley è vincente, ben rodato (11 anni di corsi alle spalle) e replicabile. Insomma, una best practice su cui proiettare il futuro della scuola.
Trento, 31 luglio 2012 MAURIZIO NAPOLITANO
Articolo originale da: http://www.chefuturo.it/2012/07/qui-tra-le-montagne-ce-una-webvalley-dove-la-scuola-vive-nel-futuro/
1 note
·
View note
Text
evoluzione di openstreetmap in Alto Adige/Südtirol
[vimeo width="640" height="480"]https://vimeo.com/45714694[/vimeo]
4 notes
·
View notes
Text
CKAN - the open source data portal platform
CKAN - the open source data portal platform from Maurizio Napolitano
2 notes
·
View notes
Text
Open (Government) Data - some hints about Italy
Open (Government) Data - some hints about Italy from Maurizio Napolitano
0 notes
Text
vento in poppa per openstreetmap :)
Con l'articolo "Facing Fees, Some Sites Are Bypassing Google Maps" (davanti ai costi, alcuni siti decidono di abbandonare Google Maps), il New York Times racconta di come il mondo delle mappe online stia piano piano abbandonando il servizio di Google Maps. Fra i servizi scelti, per la maggiore, la scelta ricade su OpenStreetMap. Perchè? Beh! Le ragioni sono tante, e sono ben documentate nel sito Switch2OSM.org. Alcune volte si tratta di fare i "conti della serva" per capire se il nuovo tariffario di Google Maps è sostenibile agli scopi del sito, oppure si ha la necessità di avere rappresentazioni diversi della mappa e magari con qualche dettaglio che Google Maps proprio non ha. Fra gli "illustri" che hanno fatto questo switch a openstreetmap troviamo:
il motore di ricerca immobiliare Nestoria - http://blog.nestoria.co.uk/why-and-how-weve-switched-away-from-google-ma
Il popolarissimo gioco di caccia al tesoro Geocaching - http://blog.geocaching.com/2012/02/new-geocaching-com-maps/
il ludico geo social network Foursquare - http://blog.foursquare.com/2012/02/29/foursquare-is-joining-the-openstreetmap-movement-say-hi-to-pretty-new-maps/
ed anche personaggi illustri come Apple con il suo iPhoto, salutata con un caloroso Benvenuto dalla OpenStreetMap Foundation http://blog.osmfoundation.org/2012/03/08/welcome-apple/
La lista può andare avanti con personaggi più o meno famosi (la stessa Yahoo, con Flickr, dal 2008 - in occasione delle Olimpiadi di Pechino - fa uso di OpenStretMap in qualche zona del mondo non coperta dal suo provider di mappe - http://blog.flickr.net/en/2008/08/12/around-the-world-and-back-again/).
In mezzo però a tutte queste migrazioni, che non fanno altro che dare maggior soddisfazione alla riuscita del progetto, vanno segnalati però alcune altre azioni che stanno offrendo ad OpenStreetMap sempre più supporto. Anche qui la lista è lunga, e quanto segnalato sicuramente si dimenticherà di qualcuno. In primis vanno messe tutte quelle pubbliche amministrazioni che stanno sposando il paradigma open data e che - nei casi in cui la licenza è compatibile al progetto - di fatto stanno fornendo alcuni dataset su cui la comunità ragiona e sviluppa e migliora la mappa del mondo. A seguire va citata anche Microsoft, che quasi un anno fa, ingaggiando Steve Coast - il fondatore di OpenStreetMap - ha dato il permesso del ricalco delle foto aeree di Bing - http://www.bing.com/community/site_blogs/b/maps/archive/2010/11/23/bing-engages-open-maps-community.aspx. Fra le novità però, proprio il giorno prima dell'articolo del New York Times, è arrivata una donazione alla OpenStreetmap Foundation - http://blog.osmfoundation.org/2012/03/19/esri-donation/.
Da ieri però la comunità è in attesa anche di un nuovo importante player: World Bank World Bank si era già espressa a suo tempo nel suo interesse di avere geodati raccolti dalla comunità, e, per tale scelta, è andata nella direzione di Google Map Makers. Ora però, con il blog post di World Bank "Maps for Open Development" la porta sembra aprirsi anche ad altre piattaforme che hanno dimostrato di essere vincenti. E OpenStreetMap non può che essere pole position. Molto interessanti da leggere le considerazioni fatte da Alex Barth di DevelopmentSeed sul tema - http://developmentseed.org/blog/2012/mar/19/world-bank-open-geo-data/
3 notes
·
View notes
Text
Il consorzio dei comuni del Trentino apre uno sportello assistenza su OpenOffice
Risponde a quesiti telefonici, formula risposte a quesiti scritti, redige circolari informative, garantisce assistenza e consulenza ai Comuni e agli Enti soci nell'ambito di tutte le problematiche connesse all'informatica e all'adozione del cosi detto "software aperto" ed in particolare di quelle specifiche applicazioni utilizzate per il quotidiano lavoro di ufficio che vanno sotto il nome di "open office"
queste, più le informazioni di contatto e delle persone che offrono il supporto, le parole con cui il Consorzio dei Comuni del Trentino presenta l'iniziativa "Consulenza Open Office e Informatizzazione dei Comuni"
L'iniziativa era stava ipotizzata ancora a fine novembre all'interno del convegno "Open Comune" Il tutto nasce in seguito alle decisioni di Trento e Rovereto, i due comuni più grandi del Trentino, di passare a OpenOffice. Notizia ripresa poi, a suo tempo, anche dalla trasmissione Le Iene - http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/250977/fubini-software-liberi.html
Da lì tanti piccoli passi avanti nel percorso di migrazione ed altri i comuni, di diverse dimensioni, che hanno aderito all'iniziativa.
Ora lo sportello che fornisce consulenza, non solo per quello che riguarda OpenOffice, ma, più in generale l'open source.
Un piccolo passo avanti nell'adozione del software libero che forse varrebbe la pena imitare anche altrove: risparmiare in costi di licenze, per investire in funzionalità, formazioni e strumenti di supporto.
BELLO!
15 notes
·
View notes