Saul Leiter, Untitled, de la serie Painted Nudes
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Buena Cara
Camryn Herold
by FIONAYEDUARDO
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Edouard Boubat. Lella, 1947.
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Sarebbe bello se tu mi amassi. Se tu mi chiamassi tra tre minuti esatti. Se ti arrabbiassi a vedermi parlare con un altro. Se ti preoccupassi quando fuori è buio e io non sono ancora tornata a casa. Se ti sfogassi con me. Se mi regalassi un libro. Se mi scrivessi una lettera. Se tu volessi andare a fare l’amore in macchina, stasera. Se mi aspettassi sotto casa ogni domenica. Se tu mi amassi. Se ti piacessero i miei capelli. Se mi prendessi in giro per la mia voce da bambina. Se piangendo mi confessassi cosa non smetterà mai di farti male. Se fossi l’unica di cui ti fidi davvero. Se potessimo mangiare un gelato insieme sul letto. Se potessimo ubriacarci insieme. Se potessimo fare un figlio, o anche due, o magari tre. Se ci prendessimo un cane e un gatto o tutti e due. Se tu mi amassi. Se i miei occhi ti incantassero. Se la voglia del mio corpo ti tenesse sveglio. Se tu volessi baciarmi ORA. Se tu volessi cenare con me. Se tu volessi svegliarti con me. Se tu volessi prendere un aereo con me, un treno con me. Se tu volessi camminare accanto a me. Se tu volessi baciarmi a Natale. Se tu volessi baciarmi l’8 di ottobre, il 5 di dicembre, il 6 di febbraio, il 12 di agosto. Se tu volessi baciarmi sempre. Se fossi la più piccola, la più fragile e la più dolce per te. Se fossi la più grande, la più incantevole, la più forte per te. Se ti stessi simpatica. Se tu ridessi pensando a me. Se capissi il mio passato. Se potessimo andare in America. Se potessimo andare in Australia. Se potessimo restare in casa. Se ti piacessero le mie ciglia. Se ti piacessero le mie gambe. Se ti piacesse quello che scrivo. Se ti piacesse quello che dico. Se ti piacesse quello che non dico. Se ti piacesse vedermi invecchiare. Se ti piacesse sentirmi cantare. Se ti piacesse vedermi felice. Se ti piacessi quanto tu piaci a me. Sarebbe bello, non ho nemmeno un dubbio...
Susanna Casciani
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Non ho bisogno di tempo
per sapere come sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere
là dove taci, o nelle
parole con cui tu taci?
Chi ti cerchi nella vita
che stai vivendo, non sa
di te che allusioni,
pretesti in cui ti nascondi.
E seguirti all'indietro
in ciò che hai fatto, prima,
sommare azione a sorriso,
anni a nomi, sarà
come perderti. Io no.
Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvvisa,
in quello squarcio brutale
di tenebra e luce,
dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte.
(...)
- P. Salinas, "La voce a te dovuta"
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