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Through the Lens
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Il mondo dietro l'obiettivo
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photorevolution · 6 years ago
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Ecco il mio video di presentazione!!
Ditemi cosa ne pensate!
Chiara
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photorevolution · 6 years ago
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Ecco qui il video di presentazione del blog!
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photorevolution · 6 years ago
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Fotografie segnanti: le foto che hanno segnato il nostro tempo (grazie al digitale)
Quando frequentavo le scuole medie, o il liceo, mi capitava di dover passare parecchio tempo sui libri di storia. Ciò che mi colpiva ogni volta, mentre trascorrevo i miei pomeriggi a studiare eventi storici e battaglie, non erano tanto le lunghe pagine di date e cronologia degli eventi, quanto le fotografie, le rappresentazioni più fedeli della realtà. Questo concetto è esprimibile charamente anche in qualsiasi altra disciplina, la geografia, la musica, la scienza nel senso generale del termine, e molte altre.
In ognuno di questi campi, troviamo almeno una fotografia cosiddetta “segnante”, la ripresa dell’istante in cui un avvenimento, un ideale, un’emozione, vengono perfettamente incarnati ed immortalati. E come non ricordare che oggi, per la maggior parte di queste, dobbiamo essere grati alla Rivoluzione Digitale se possiamo avere la possibilità di visionarle e di farle nostre!
Siamo quindi oggi qui per raccogliere alcune, a mio parere, tra le più rappresentative fotografie segnanti che hanno caratterizzato il nostro tempo.
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Source: (Flickr)
Questa è una delle fotografie più famose relative alla Storia, ed è incredibilmente rappresentativa e toccante. Rappresenta un gruppo di deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia. La fotografia digitale ci permette, ancora oggi, senza poter toccare con mano il dolore di queste persone, quasi di percepire il loro lento movimento, la loro incredulità, la loro paura, la loro rassegnazione, la marcia di persone indifese che vanno incontro al loro tragico destino.
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Source: (Flickr)
Anche questa fotografia è entrata a far parte della Storia, ma forse non tutti sanno il perché di questa effusione pubblica così famosa. La foto non vuole rappresentare l’amore tra i due, bensì rappresenta i festeggiamenti per la fine della II Guerra Mondiale, e ci furono parecchie polemiche riguardanti questo scatto, principalmente da parte dei movimenti femministi, che affermavano che l’uomo avesse “costretto” la ragazza, conosciuta in quell’istante, in un bacio repentino. Quello che è certo è che rappresenta un’innovazione anche dal punto di vista fotografico: prima di allora, infatti, al tempo, il fotografo richiedeva una posa ben precisa e preparata accuratamente prima dello scatto, mentre questa fotografia - afferma il fotografo stesso - fu colta sul momento, senza preparazioni né pose decise precedentemente.
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Source: (IMSLP)
Questa è un’immagine un po’ meno conosciuta, e rappresenta il punto esatto in cui la mano di Wolfgang Amadeus Mozart, alle 00:55 del 5 dicembre 1791, smise di scrivere musica. Si tratta di una delle immagini più mistiche per un musicista, poiché trasmette l’idea dell’uomo vinto dalla paura, dal peccato e anche dalla morte. L’uomo che aveva vinto sin dalla sua nascita, che aveva rivoluzionato il concetto di musica, che aveva battuto ogni record, è stato vinto sì dalla morte precoce, ma anche dalle sue stesse mani, dal desiderio di possedere, di vincere ancora, di sperperare, di superare l’insuperabile. Questa è l’immagine che rappresenta la fine di un genio, ed è, a mio modo di vedere, una delle immagini più misteriose e più cariche di significato in questo campo.
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Source: (Flickr)
Una delle immagini più famose della storia dell’uomo. Il grande passo per l’umanità, racchiuso in uno scatto. Non ha bisogno di descizioni la fotografia dell’impronta sulla Luna. Un semplice scatto per dire sì, si può fare, si possono superare i propri limiti, si può sognare e raggiungere i propri obiettivi. Questa fotografia rappresenta il progresso scientifico giunto a livelli mai visti prima, e ci permette di riflettere su una cosa: ma quindi, fino a dove l’uomo può spingersi? Dov’è la fine della conoscenza, dell’esperienza? Esiste questa deadline?
Queste sono solo alcune tra le immagini più rappresentative, a mio modo di vedere, del nostro tempo e anche, come visto, di tempi un pochino meno recenti, e spero di aver lasciato spunti di riflessione interessanti!
Paolo Monge
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photorevolution · 6 years ago
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Fotografia Analogica e Digitale: i 5 vantaggi/svantaggi che non ti aspetti
Ci siamo. La lotta eterna, lo scontro senza fine, una battaglia senza precedenti. La rivoluzione digitale in tutte le sue sfaccettature e in tutti i campi che con il tempo è arrivata a toccare, porta inevitabilmente con sé una domanda: perché digitale conviene? Qual è il motivo per il quale ormai ogni oggetto di uso quotidiano è digitale?
Una domanda estremamente discutibile e di ampio respiro, tra i digital-scettici e coloro che ritengono l’informazione analogica “antica e superata”.
Un argomento di discussione che non poteva non toccare anche la fotografia, in continua evoluzione e completamente rinnovata nell'ultimo ventennio. Allora, che risposta siamo in grado di dare alla domanda: “Meglio la fotografia analogica o quella digitale?”.
Ecco, forse, prima di dare risposte affrettate, sarebbe utile capire quali vantaggi porta l’una e quali porta l’altra. Ecco quindi quelli che secondo il mio parere sono i 5 vantaggi e svantaggi della fotografia analogica e digitale che probabilmente non conoscevamo prima.
1) Analogico NON significa noioso e vecchio
Cominciamo con lo sfatare un mito: la fotografia analogica non è qualcosa di superfluo, di inutile, rispetto alla fotografia digitale. Invece, essa è il fondamento della fotografia vera e pura. Dalla scelta della pellicola allo sviluppo, dalla messa a fuoco all'esposizione, la fotografia analogica ci permette di avere il controllo su ogni singolo parametro che può influenzare il prodotto finale, soprattutto in fase di sviluppo, dove scegliamo noi come, dove e quando eseguire il trattamento della pellicola e la stampa.
2) Meno pressione e più libertà: il digitale ci salva il tempo (e anche il denaro)
Vacanze, sole, mare, città, palazzi sontuosi, musei e vita notturna: come non avere il desiderio di catturare ogni singolo attimo di felicità! Grazie al digitale, oggi, possiamo proprio fare questo, poter scattare all'infinito in situazioni rapide e permettendoci di possedere un gran numero di ricordi. Con l’analogico? Impossibile. Tempi molto lunghi, numero di scatti estremamente limitato, e costi non alla portata di chiunque.
3) No alle camere oscure, pellicole di plastica e liquidi altamente tossici!
Fotografia digitale=Eco-sostenibilità. Questa è una certezza, e uno dei più grandi (e forse anche un po’ trascurati) punti a favore del digitale a favore dell’analogico. Con l’assenza delle pellicole, il mondo ha smesso di inquinare ogni giorno l’ambiente con litri e litri di agenti chimici altamente nocivi, come ad esempio l’ idrossido di potassio (KOH), il glicole dietilenico (C4H10O3) e l’idrochinone (C6H6O2), senza parlare della plastica stessa che compone le pellicole. Insomma, un bell'aiuto all'ambiente. Greta Thunberg approves.
4) Tradizioni andate perse
Quando ero piccolo, era usuale a casa mia trascorrere del tempo guardando gli album di fotografie, foto già digitali e stampate, ma anche foto sviluppate e stampate da pellicola rigorosamente in analogico. Fotografare in analogico era sinonimo, per forza di cose, di fotografie stampate, e per quanto mi riguarda, con l’avvento del digitale, l’azione di stampare foto ha iniziato a venire meno con il passare del tempo, salvando quantitativi enormi di file su PC senza mai mandare in stampa qualche scatto, con il pretesto di dire che “tanto si possono anche vedere su schermo”. A mio parere, il fascino di guardare e sfogliare album di fotografie non ha eguali, e la fotografia digitale ha un po’ smorzato questa tradizione.
5) Condividere e comunicare
Se oggi possiamo risolvere un problema inviando una foto su WhatsApp, condividere un nostro scatto sulla nostra pagina Instagram o Facebook, o ricordare avvenimenti storici con una semplice ricerca su Google, lo dobbiamo certamente alla fotografia digitale. Senza di questa, molte azioni quotidiane non sarebbero fattibili, e la comunicazione sarebbe molto più difficoltosa, un po’ come succedeva con la linea fissa prima dell’avvento dei telefoni cellulari. 
Fotografia digitale vuol dire rapidità, molteplicità, modificabilità e tranquillità. Non dimentichiamoci mai, però, che nulla richiede tanta cura, dedizione e attenzione ai dettagli come la buona fotografia analogica, e che se oggi possiamo avere a disposizione una risorsa come l’immagine digitale, è solo grazie all’invenzione di quella analogica, quella studiata, quella pura, quella vera.
Paolo Monge
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Source:(Pixabay)
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photorevolution · 6 years ago
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Internet: ultima frontiera
Eccomi qui, mi presento: mi chiamo Paolo Monge e frequento il Politecnico di Torino, indirizzo ingegneria informatica. Sono qui oggi per raccontarvi le mie prime esperienze in rete, il modo con cui ho avuto a che fare per la prima volta con Internet e analizzare qualche tema di riflessione per me importante e significativo. Questa è la mia storia su Internet!
Verrebbe normale pensare che le mie prime esperienze su Internet siano state legate a un desiderio immenso di scoprire questo grandissimo segreto che era contenuto sul browser del mio PC di casa, sul quale girava ancora Windows ‘98, in un’epoca in cui i cellulari che avevo la possibilità di vedere ogni giorno erano i Nokia Serie 1000 grossi come il palmo di una mano, o gli allora innovativi BlackBerry con tastiera QWERTY a vista. Infatti, dirò subito che sì, più o meno le mie prime esperienze su Internet sono arrivate per curiosità, ma con una precisazione.
Ero terrorizzato e spaventato dall’universo in rete, e proprio per questo posso datare le mie prime affinità con i browser web a quando avevo la veneranda età di 11-12 anni. Sì, è stato un approccio complesso il mio, sempre molto cauto, non tanto perché ero cosciente dei pericoli del tubo, ma perché non avevo assolutamente idea di cosa mi avrebbe aspettato al di là della barra di ricerca di Google (ancora rigorosamente con i font storici di quando il colosso stava iniziando a farsi strada nel mondo).
Questo timore ha iniziato a dileguarsi quando, nel 2013-2014, mi sono iscritto a Facebook e ho ricevuto il mio primo smartphone. Ai tempi, un segno di indipendenza, di potere. Possedere un telefono cellulare connesso a Internet voleva dire aprirsi al mondo, poter messaggiare senza costi aggiuntivi, e potersi informare senza il bisogno di accedere al computer dei miei genitori.
Questa è stata la più grande delle mie prime esperienze online: scoprire che su Internet si può trovare ciò che può essere di nostro interesse, o che può accrescere la nostra conoscenza.
Di questo sono grato a Internet: mi ha permesso di acculturarmi e di prepararmi alla vita adulta che sto affrontando ora.
Ricordo le giornate intere passate a leggere articoli di Wikipedia o di giornali online, i pomeriggi interi fissando la schermata di Google Maps alla ricerca di nazioni sconosciute, di culture diverse, tutte attività che mi hanno permesso di prendere consapevolezza con la rete a poco a poco, e di farne un uso (pseudo)sano oggi.
Si, perche anche io cado nella trappola del web, come ogni persona umana, fake news, giochi online e simili. Sento però di essere cresciuto, digitalmente parlando, nella maniera più corretta, e che soprattutto mi permette oggi di usare la tecnologia di Internet in maniera sicura e responsabile.
Termino proprio con una domanda. Allora è giusto che i ragazzi di oggi nascano con la possibilità di utilizzare la stessa tecnologia che io ho iniziato a sperimentare quando avevo quasi 13 anni? Ha senso che i ragazzi di oggi non abbiano quella stessa paura che avevo io nei confronti del web, e che finiscano per abusarne in modo scorretto?
Pensiamoci.
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Source: (Flickr)
Paolo Monge
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photorevolution · 6 years ago
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Congratulazioni all’EHT 🏆
https://youtu.be/3QEPzP58neg
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Il progetto EHT ha vinto il Breakthrough Prize del 2020 in Fisica Fondamentale!
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photorevolution · 6 years ago
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Oltre l’occhio umano
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Esempio di fotografia UV - Fonte: Pixaby
Quali sono i limiti dell'occhio umano? La popolazione degli aborigeni australiani possiede una vista quattro volte più potente della media in virtù della loro origine di cacciatori e raccoglitori. Nonostante il buon punto di partenza il potere risolutivo del loro occhio e il campo visivo rimangono ordinari e per questo non vengono classificati come supereroi dai grandi fumettisti.
Il principale limite dell’occhio umano è che benché sia l’organo sensibile alle onde elettromagnetiche non è in grado di misurarsi con onde di qualsiasi frequenza ma solo con quelle che, non a caso, vengono classificate come   ‘visibile’. Al momento non esiste ancora un unico strumento in grado di misurare ogni onda ma esistono apparecchi specifici per onde radio, raggi X, radiazione ultravioletta e infrarossi. 
La fotografia quindi si colloca come fondamentale sussidio alla vista perché oltre ad avere la capacità di immortalare per sempre eventi che altrimenti sarebbero sfuggevoli riesce a rendere visibile ciò che per noi sarebbe invisibile. 
Nella fotografia che non ha scopi scientifici si cerca di minimizzare la radiazione ultravioletta perché rovina la nitidezza dell’immagine e disturba il contrasto. Questo avviene perché tale radiazione altera la pellicola e dunque quando si sviluppa l’immagine compaiono dei chiaroscuri non desiderati.
In ambito scientifico invece la luce ultravioletta è utilizzata largamente e un esempio della sua applicazione è la Lampada di Wood, detta anche ‘lampada nera’ per il colore del suo bulbo. L’emissione UV genera fluorescenze e fosforescenze e permette di diagnosticare malattie della pelle ma anche verificare banconote e analizzare documenti.
I raggi infrarossi risultano particolarmente utili per scattare foto di notte perché rilevano i corpi caldi e quindi testimoniano attività umane, traffico ed emissioni di calore.
I raggi X trovano applicazione soprattutto medica in ambito diagnostico. Le radiografie infatti sono il risultato che si ottiene colpendo il paziente con fotoni. In relazione alla struttura atomica e alla densità del tessuto irradiato il fotone attraverserà o meno il paziente. I fotoni che non vengono assorbiti andranno a riprodurre una fedele immagine in  negativo dell’oggetto in analisi.
In ambito scientifico è importante citare anche la microfotografia e la fotografia ultrarapida. La prima, fondamentale nella ricerca medica, permette di immortalare virus e batteri dell’ordine dei micron, mentre la seconda viene utilizzata per l'analisi del movimento. Utilizzando per l'illuminazione una serie di lampi di luce in rapida successione si ottiene sul negativo una serie di immagini in posizione diversa. 
Chiara
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photorevolution · 6 years ago
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La prima fotografia di un buco nero
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Immagine radiotelescopio ALMA - Fonte: Wikipedia
Questo post è una rielaborazione del comunicato dell’ANSA e della Conferenza Stampa della Commissione Europea avvenuta il giorno 10 Aprile 2019.
L’obiettivo è informare del grande successo del progetto internazionale EHT (Event Horizonal Telescope) che ha coinvolto anche ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e di Fisica Nucleare. EHT è una rete di radiotelescopi distribuiti sulla Terra che costituisce un unico strumento virtuale di dimensioni globali con una sensibilità e risoluzione tale da permettere di ricavare la prima ‘fotografia’ di un buco nero. 
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Mappa dei telescopi dell’EHT - Fonte: Wikipedia
Il corpo celeste fotografato si trova alla modica distanza di 55 milioni di anni luce dalla Terra, al centro di Messier 87, una galassia ellittica vicino all’ammasso di galassie della Vergine.
Riprendere un oggetto così lontano da noi richiede delle tecniche molto diverse dalle comuni tecniche fotografiche. I ricercatori si sono serviti della VLBI (l’interferometria radio a lunga distanza) che osserva a una lunghezza d’onda di 1,3 mm.
Quando si sono verificate condizioni metereologiche favorevoli in prossimità di ogni radiotelescopio dell’EHT è iniziata una simultanea osservazione del nucleo di M87 che ha prodotto una infinità di dati raccolti in 6 metri cubi di hard disk. Dato che alcuni dei telescopi sono localizzati in posti difficili da raggiungere dove non arriva una connessione dati abbastanza veloce allora gli hard disk sono stati spediti via nave o aereo per essere analizzati dai supercomputer. La ricostruzione visiva dei dati raccolti attraverso onde radio ha dunque richiesto mesi di lavoro ma il risultato è stato eccezionale.
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Immagine buco nero della galassia Messier 87 - Fonte: Wikipedia
Del buco nero è visibile solamente l’ombra perché all’interno dell’orizzonte degli eventi la luce scompare:
”La sorgente radio è stata risolta come un anello di emissione luminoso asimmetrico, di forma quasi circolare e che racchiude una regione centrale oscura, l’ombra del buco nero, appunto.[…] L’asimmetria nella luminosità dell’anello può essere spiegata in termini di radiazione relativistica dell’emissione di un plasma che ruota quasi alla velocità della luce attorno al buco nero.”
L’EHT ha dunque trasformato in un oggetto fisico osservabile e misurabile quello che prima era un concetto puramente matematico rappresentato solo con simulazioni. Albert Einstein avanzò l’idea che un peso molto grande fosse capace di mutare la geometria e le sue previsioni teoriche si sono trovate in accordo con le caratteristiche dell’immagine osservata. Gli scienziati hanno potuto calcolare anche che il buco nero osservato ha una massa centrale di 6,5 miliardi di masse solari.
Un membro del Consiglio Europeo della Ricerca commenta la scoperta:
“La storia della scienza sarà divisa in un prima e un dopo l’immagine” 
Il lavoro di 200 scienziati e la collaborazione di molti paesi ha confermato con questa foto quella che un secolo fa è stata l’intuizione di un uomo. Sarà davvero la foto del secolo o la scienza sarà capace di stupirci ancora?
Chiara
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photorevolution · 6 years ago
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Ecco il mio video di presentazione!
Ditemi cosa ne pensate!
Chiara
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#RivoluzDigitale #photorevolution #fotografia
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photorevolution · 6 years ago
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Andate a vedere il video di presentazione del Blog!!
Daniele
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photorevolution · 6 years ago
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La mania del perfezionismo
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Potenzialità di photoshop
Foto da Pixabay
L’evoluzione digitale ha portato numerosi aspetti positivi e grandi innovazioni soprattutto nel campo della fotografia, passando dal ritocco manuale in camera oscura ad una post produzione a portata di mano sul proprio pc. Questo ha portato alla creazione e alla diffusione sempre maggiore di programmi di fotoritocco e grafica. Quali sono gli aspetti negativi?
La diffusione della post produzione non ha fatto altro che alimentare nei fotografi una mania della perfezione, ostentando al perfezionismo e ad una sorta di idealizzazione della persona fotografata. Oramai risulta sempre più  difficile vedere una modella ritratta al naturale.  E’ spaventoso notare come attraverso un semplice programma si possano cambiare non solo le imperfezioni della pelle o i toni, ma stravolgere completamente la conformazione del viso o del corpo. Ciò non fa altro che alimentare le insicurezze degli spettatori e fa sì che essi aspirino a tendere ad una perfezione indeterminata ed inesistente.
Bisognerebbe essere più consapevoli e iniziare ad usare gli strumenti che il web ci offre in modo più professionale, senza esagerare e pensare che ogni azione genera una conseguenza.
Photoshop e altri programmi della famiglia Adobe sono indispensabili per la post produzione fotografica,  soprattutto nel campo delle luci, ombre, contrasti , nel convertire una foto a colori in bianco e nero o creare una grafica. Sono strumenti oramai indispensabili nel lavoro grafico e servono per rendere la visione della foto più accattivante all’occhio umano.
Ma l’essere umano si dovrebbe chiedere quando photoshop distorce il vero senso delle cose, creando una realtà effimera e parallela. Una realtà che porta lo spettatore ad un obiettivo nullo ed inesistente.
Una ragazza americana, Kelsey Higley, si è divertita creando con photoshop modifiche che all’ apparenza sono spaventose, ma che oramai siamo abituati a vedere inconsapevolmente. 
Un altro esempio rilevante sono le foto di Steve Mccurry, un fotografo statunitense e membro della Magnum Photos. Le sue foto sono state oggetto di critica e attacco da parte di alcuni giornalisti, per l’eliminazione di oggetti o soggetti indesiderati dalle foto (pratica già possibile all’epoca della pellicola). Inoltre l’utilizzo di photoshop è severamente vietato nel fotogiornalismo, in quanto si vuole raccontare solamente il vero. Ma lo stesso Steve Mccurry afferma di aver modificato, aggiungendo una pozza d’acqua, una fotografia permettendo così l’utilizzo verticale su una copertina della national geographic, ma senza andare a distorcere la realtà.
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La ragazza Afghana
Foto da Google images
L’importante è saper utilizzare photoshop in modo etico ed adeguato, così da permettere una visione più serena e piacevole all’occhio umano, senza distorcerne la realtà.
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photorevolution · 6 years ago
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The Pic of the Day
06 luglio 1942 - La famiglia di Anna Frank si trasferisce al numero 263 di Prinsengracht a Amsterdam per sfuggire alla cattura dei militari nazisti e alla deportazione. Come la fotografia digitale (sotto la forma di evoluzione di quella analogica) permette di mantenere vivo il Ricordo.
Paolo Monge
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photorevolution · 6 years ago
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Per saper cosa aspettarvi dal blog Through the lens andate a vedere il mio video presentazione,spero vi piaccia!
Francesca
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photorevolution · 6 years ago
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L’EVOLUZIONE DELLE FAKE NEWS
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Individuo legge un giornale
Source: https://pixabay.com/it/
Fake news è un termine che ultimamente è particolarmente ricorrente. Si tratta di un’espressione inglese che indica articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, resi pubblici con il deliberato intento di disinformare o diffondere “bufale” attraverso i mezzi di informazione.
(Source: https://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale)
Il fenomeno delle fake news esisteva già precedentemente a quando è iniziata la rivoluzione digitale, ma solo negli ultimi anni si è iniziato a dargli un nome. Negli ultimi anni grazie alla nascita e crescita una nuova e potente fonte di informazione, ovvero internet, le fake news sono iniziate ad aumentare, anche perché adesso è in grado di scriverle chiunque. Inoltre il bacino di lettori è aumentato in quanto basta possedere un dispositivo che può collegarsi a internet per poter leggere l’articolo in questione.
Fenomeno collegato a quello delle fake news è quello del fotoritocco, infatti molte notizie false, per avvalorare le proprie tesi allegano una foto (ritoccata). In merito è interessante come software che permettono questa azione siano diventati sempre più accessibili, fino a diventare addirittura applicazioni per smartphone. Tutto ciò ha reso anche il fotoritocco una tecnica accessibile a chiunque abbia un minimo di esperienza nel campo.
In conclusione per limitare questi due fenomeni serve anzitutto informarsi da più fonti, e in seguito sviluppare uno spirito critico. Molte fake news sono evidenti, mentre altre sono più difficili da individuare, e in rari casi impossibili da riconoscere, in quanto non abbiamo gli strumenti necessari.
Daniele
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photorevolution · 6 years ago
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Bellezza digitale
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Foto da Pixabay
Navigando sul web mi sono imbattuta in un articolo su Vanity fair dove viene trattata la bellezza di una donna ideale in 18 Paesi del mondo.  E’ impressionante come photoshop possa stravolgere completamente la forma e la bellezza di una persona reale.Vi invito a leggere l’articolo in attesa di nuovi post sul blog.
Francesca 
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photorevolution · 6 years ago
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SOCIAL: UN BENE O UN MALE?
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Schermata delle applicazioni di uno smartphone.
Source: https://pixabay.com/it/
Fenomeno strettamente legato alla fotografia è quello dei social network, che soprattutto negli ultimi anni, con l’avvento di social come ad esempio Snapchat e Instagram, hanno riservato a contenuti multimediali, quali video e foto, un ruolo sempre più centrale. Facebook, il primo grande social network, è stato aperto nel 2004, quindi stiamo parlando di una rapida diffusione e su scala mondiale.
A causa dei social network e in seguito degli smartphone il concetto di foto è cambiato: se prima essa veniva pensata come la stampa cartacea di un’immagine, oggi, anche a causa della progressiva digitalizzazione, la si pensa come un file. Questo cambiamento è andato di pari passo con il progresso della fotografia, infatti qualche decennio fa per condividere una foto on-line serviva una macchina fotografica oltre che un computer. Ora invece attraverso un semplice smartphone queste due operazioni possono essere eseguite grazie ad un unico dispositivo, anche con un considerevole risparmio di tempo.
Alle origini l’obiettivo che si prefiggevano i social network era quello di “collegare persone”. Negli ultimi anni invece, anche con la nascita di nuovi social network, l’obiettivo principale sembra essere più quello di condividere con gli altri le proprie esperienze o emozioni attraverso contenuti multimediali. Ne è la prova l’implementazione, nei social network più popolari, delle “storie”: ovvero foto o video condivisi che restano visibili per sole 24 ore.
Nonostante all’origine i social network fossero stati creati per “collegare persone” essi non sempre ci sono riusciti a pieno. Infatti sono molteplici i casi di dipendenza da essi, quest’ultima tende a far isolare le persone tra di loro nella vita di tutti i giorni, inoltre un altro dato preoccupante è l’aumento dei casi di depressione. In conclusione credo che soprattutto negli ultimi anni i social siano stati abusati dagli utenti tanto che, in alcuni casi, si è arrivati ad identificare una persona dal suo profilo social, piuttosto che per com’è nella vita reale.
Secondo voi questo è un bene?
Daniele
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photorevolution · 6 years ago
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INTERNET: LA MIA ESPERIENZA
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Navigazione Internet tramite Tablet. Fons: https://pixabay.com/it/
Qual è stato il tuo primo contatto con Internet?
È difficile da ricordare, ad ogni modo credo che il mio primo contatto con Internet avvenne alle scuole elementari, poiché tra le materie c’era anche informatica, e a fine lezione il maestro ci lasciava giocare a dei giochi on-line. Col passare degli anni internet si è sempre più progredito, e ormai esso è diventato uno strumento usuale, ma una decina di anni fa non lo era. Basti pensare che la mia prima connessione ad internet era costituita da una chiavetta Internet, strumento che ormai è caduto in disuso, grazie anche all’abbassamento dei costi della linea fissa e di quella mobile.
In questi anni, come ho già detto, c’è stata una rapida evoluzione di questa tecnologia. Infatti essa era meno comune e soprattutto non veniva usata per tutte le cose per cui oggi viene utilizzata. L’avvento degli smartphone ha fatto diventare una connessione internet quasi obbligatoria, in quanto in assenza non sfruttavano a pieno il loro potenziale. Internet dopo questo evento è diventato sempre a portata di mano e ciò ha fatto sì che oggi lo usiamo anche per operazioni per cui decenni fa non ne valeva la pena.
Dopo l’avvento degli smartphone sono nate, o hanno avuto un grande progresso, molti strumenti Internet, quali social network o applicazioni di messaggistica. Oggi, a differenza di quanto mi riguarda, sono social network e applicazioni di messaggistica i maggiori motivi per cui le nuove generazioni si interfacciano con il mondo di internet. Buona parte della popolazione mondiale ne fa uso quotidiano e ormai farne a meno è alquanto difficile.
In conclusione è interessante riflettere se esso ha portato dei vantaggi e un reale progresso, oppure tutti questi benefici non giustifichino gli enormi svantaggi che esso si porta dietro. La mia idea è che non è Internet il problema quanto piuttosto l’uso che ne fa la gente.
E invece voi cosa ne pensate?
Daniele
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