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rev-dig-blog · 6 years
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How I met your internet - English Edition
I’d rather tell you something more fascinating, but I’ll tell you the Truth™ instead (that’s no real registered trademark). I will tell you how I met my first love: internet. I’m not Ted Mosby so I will go straight to the point, circa. The problem is that I’m not good at that, you must know this before you go ahead.
Well, I’ll start with an anecdote that’s more of a rumor, as I don’t remember anything but my mother tells it actually happened. She says that I required a print of a Dragon Ball character before I would go to school. That surely was a paper waste. And this takes us to the next story. This one is different though, as I remember it and I am an unquestionable source. The first change was that I started using the PC, with my very hands on the keyboard. I was compelled to do a lot of paperwork, searching for stuff and usually past-and-copying everything. Teachers tried to dissuade us from doing this, as they say (shily) “You have to read and know what’s in your research!”. Recently, I think, I found one of those homework: everything about the Ibex or something. You may ask, why? Why destroy the Amazon forest for such useless reasons? (the situation there is a little better lately. U should anyway read something about it).
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That’s our Ibex, an essential subject of study. This photo was shoot by Luca Lorenzi.
The last stage of our journey is there: internet started becoming something common in my life with MSN. You shall remember it. It was an explosion of colours (maybe I remember things in a distorted way though), you may use the tinker bells to take people attention, asphyxiating them, and you could use stickers (before Telegram) and a lot of fonts (a lot of them don’t look so nice from a 2018 prospective, I must admit).
The beginning could have been better, and I’m not sure the situation evolved in a better one. Nowadays, I mostly surf the net wasting my time on social networks (like virtually everyone else on this planet, I know), I search for stuff to satisfy my need for knowledge on the go, and more. I even look for that questions that tormented the humankind for centuries, (like “Why do we yawn?” “Can dogs dream?”) I search for info on my city, and I take my passions a step further (for example watching music videos and orchestral concerts on YouTube). I use it less and lesser to improve my culture and who I am as a person, and I don’t like it: social networks aren’t that bad, but there’s so much more out there to be discovered.
How did you start using internet? Did you blackmail your parents? When were you capable of watching anything over that lame 144p resolution? Think about it, and wait for the next contents.
Riccardo Lucifora
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rev-dig-blog · 6 years
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Take note, trust me
Ciao, vi ricordate di me? Sono quello delle cattive notizie. Ma non oggi, oggi sono qui per dirvi cosa la dea bendata del digitale ha deciso di donarmi. Di che superpotere si tratta? E a voi cosa tocca? Risponderò immediatamente alla prima domanda, mentre per la seconda vi toccherà chiedere nei commenti (sto facendo del marketing di qualità).
Cosa non posso fare: sollevare automobili, diventare invisibile, leggere nella mente delle persone. Posso però decidere di dipendere dal mio PC per lo studio, ed evitare così di portare costantemente tonnellate di costosi libri in giro. Niente di mirabolante, lo ammetto.
Qual è il mio segreto? Semplicemente ho preferito il mio Surface Pro 4 al suo rivale, il Dell XPS 13. Questo significa che posso prendere appunti da tastiera, come su un normalissimo PC, o prendere appunti con la penna in dotazione, come se usassi un tablet. Completano il quadretto gli insegnanti, che spesso forniscono del materiale utile permettendomi di alternare .pdf e libri cartacei quando studio.
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Surface Pro 4 - Fonte: Isriya Paireepairit
Com’è studiare da PC? Immaginate di studiare su un eBook, ma retroilluminato. Potrebbe stancare gli occhi, anche se tenendo la luminosità intorno al 30% mi sono sempre trovato bene (la vostra esperienza potrebbe differire).
Cosa ricordo di ciò che scrivo o leggo? Ci sono delle distinzioni da fare. Infatti scrivere sullo schermo usando la penna non è dissimile dallo scrivere su un foglio. Usando la tastiera il discorso cambia, e sembra che il metodo di scrittura classico sia preferibile, anche se non sono ancora stati condotti studi convincenti in tal senso (ne riporto comunque uno).
Pro e contro:
L’inchiostro digitale è molto versatile, e cambiarne il colore o il tipo (es. passare da penna a matita) richiede un solo tocco. È inoltre possibile tracciare forme geometriche perfette senza prendere troppe misure. Le opzioni disponibili dipendono sicuramente dal software che si utilizza (io uso OneNote), così come gli svantaggi.
In particolare, la curva d’apprendimento potrebbe essere ripida e alcuni meccanismi potrebbero risultare ostici e controintuitivi, almeno all’inizio. Col tempo e la pratica queste problematiche dovrebbero però scomparire, lasciando il posto a risultati visivamente piacevoli.
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Alcuni dei miei appunti di Fisica I
Detto questo, se siete tra i tanti ad aver voluto comprare un 2-in-1 e avete paura di non sfruttarlo a pieno, non preoccupatevi, questo non è certamente l’unico modo per sfruttare la versatilità di queste macchine. Ciò che è certo è che il digital inking è un esempio positivo di digitale, digitale che ci aiuta quotidianamente quando lavoriamo o quando vogliamo soltanto rilassarci davanti a un film.
Altra tecnologia assai utile è il cloud, che permette di consultare gli appunti (o altri dati) da qualsiasi altro dispositivo su cui sia stato effettuato l’accesso. Sembra un’inerzia ma dopo averlo provato difficilmente si torna indietro.
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Logo di OneDrive - Fonte: Fabian Alexis
Che ne pensate? Il gioco vale la candela? Secondo me sì, e vi direi anche il perché ma per adesso vi risparmierò ulteriori parole. Da ora in poi, non vi garantisco particolare continuità nelle pubblicazioni, sia dal punto di vista della frequenza che dei temi, ma tornerò sicuramente per commentare eventi eclatanti.
Per adesso vi saluto e spero di aver catturato l’interesse di qualcuno di voi.
Riccardo Lucifora
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rev-dig-blog · 6 years
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GAMBLING ONLINE
Il passaggio dal gioco d’azzardo a quello virtuale è stato più rapido che mai, questo grazie all’avvento del digitale che ha permesso di digitalizzare e addirittura ampliare ogni variante delle varie slot machine, gratta e vinci, casinò ecc. 
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Allegoria della dipendenza dal gambling online - Fonte: Flickr
In un primo momento si manifestò il poker online e tutte le sue varianti, una su tutte chiamata Texas Hold’Em. Successivamente vi è stata un’apertura verso qualunque altro gioco, passando dalla roulette e dalle varie slot online fino al Blackjack, che gode di un ottima popolarità.
Esaminiamone ora due tra le più famose, in modo tale da cogliere il motivo che porta al terribile vortice della dipendenza.
Video poker
Uno dei preferiti dai giocatori online. Noto come un gioco lento e apatico, ma che, grazie alle sue molteplici varianti e all’introduzione del digitale, permette di non annoiarsi mai. Inoltre il gioco online è decisamente velocizzato e non per forza bisogna rimanere concentrati lungo tutta la partita, anzi, nel frattempo è possibile prendere una pausa senza dover rimanere “seduto” al tavolo per non perdere il posto. Ricapitolando, le opportunità che il video poker offre sono:
un’ampia gamma di diverse tipologie di poker a portata di mano;
le migliori funzioni del poker ma ad un ritmo più rapido;
possibilità di giocare in qualsiasi istante senza dover attendere i tornei;
grafica ed immagini di alta qualità.                                       
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Immagine di un video poker online - Fonte : Flickr
Slot machine
Anche in questo caso ci sono diversi tipi di gioco, tra cui le slot machine progressive, multirullo e multilinea. Le più antiche e le più conosciute però, sono le slot a tre rulli. Il gioco è molto semplice e per vincere è necessario ottenere una determinata combinazione lungo un’unica linea orizzontale di gioco, inoltre sono poco impegnative e non richiedono un’abilità particolare. Questa semplicità amplifica i numeri rilevati dalle macchinette digitali, ovvero esse assorbono il 60% del mercato dei casinò telematici.
Dal momento che si affermano anche nel digitale la prevalenza è di quelle multirullo che in questo caso sono molto simili a quelle reali, sia graficamente, sia dal punto di vista dell’esperienza di gioco; a differenza invece dei video poker, nel quale si perde il contatto visivo coi giocatori avversari, cosa ritenuta da molti fondamentale. Un’ultima particolarità della quale esse godono è la possibilità, in alcuni casi, di giocare in modalità offline.
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Immagine di una slot machine multirullo online - Fonte: Flickr
Con la presentazione di queste due varianti, si vuole sottolineare quanto questo gioco riesca a portare un giocatore ad esserne dipendente. Moltissime sono le offerte per incentivare il giocatore, così come le modalità di gioco, la comodità e la facilità di farlo in qualunque posto e in qualunque momento della giornata.
Il casinò quindi conosce una nuova era dettata dalla tecnologia digitale mobile. Sempre più spesso si parla in effetti di gioco mobile che viene eseguito durante le pause lavorative, in treno o mentre si aspetta qualcuno, per ingannare il tempo. Un nuovo modo di concepire quindi il gioco d’azzardo e una nuova rivoluzione digitale che è già in atto, figlia di una dipendenza da internet in costante crescita.
Lorenzo Mellano
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rev-dig-blog · 6 years
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Monopoli (non il gioco da tavolo)
Oggi proverò a rispondere all'interrogativo che ci attanaglia, che riempie le nostre notti insonni: il digitale ha più pro o contro? Ci ucciderà tutti o ci doterà di superpoteri?
Ho notizie sia positive che negative. Da dove iniziamo? Decido io, questo è il mio articolo, non una democrazia: via il dente, via il dolore, partiamo da quelle negative.
Negli ultimi anni è evidente una tendenza, nel mondo digitale e non solo, all'accentramento. Essenzialmente grandi e potenti aziende ne acquisiscono di più piccole, offrendo sempre più servizi agli utenti ed eliminando la concorrenza. Così come il sole è necessario per la vita sulla Terra, noi dobbiamo passare da esse per fare un numero crescente di cose.
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Fonte - NASA
Più che farvi una lista infinita di esempi analizzerò tre casi in campo informatico. Perché? Perché i colossi informatici ci conoscono più di ogni altro: hanno i nostri dati, e li utilizzano talvolta per venderci qualcosa, talvolta per decidere quale sarà la prossima "vittima" da acquisire.
Iniziamo da Facebook. Dopo il recente scandalo Cambridge Analytica ci si chiede se un gigante simile possa controllare il potere che detiene e a quanto pare la risposta è no: i dati da esso accumulati sono stati utilizzati in modo alquanto sinistro, al punto di influenzare gli esiti delle elezioni USA (approfondite qui). 
Facebook ha ottenuto questo risultato tramite il modus operandi sopra esplicato: assorbendo Instagram e WhatsApp, ottenendo di fatto il monopolio del social networking (neanche Zuckerberg ha saputo dimostrare il contrario).
Google non sfigura in confronto: tra le più eclatanti segnalo la fagocitazione di YouTube, probabilmente la piattaforma di streaming video più famosa e redditizia e Android, il sistema operativo mobile più diffuso al mondo.
Vale inoltre la pena di approfondire la questione Amazon. Per una lista completa delle controversie riguardanti l'azienda di ecommerce consultate la pagina Wikipedia relativa (la cui esistenza non è certo rassicurante). Quella che inizialmente era solo una libreria online ha velocemente eclissato Ebay e raggiunto la capitalizzazione di nomi blasonati come Google, Microsoft ed Apple. Come? Con i suoi prezzi stracciati, le consegne in giornata e la comodità della tecnologia (brevettata) di acquisto in un click.
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Foto di Sounder Bruce
Amazon potrà non aver acquisito grandi nomi (anche se non s'è fatta mancare occasionali sessioni di acquisti) ma fa comunque temere una deriva monopolistica, a svantaggio degli utenti finali, per via del suo dominio incontrastato sul mercato dell’ecommerce (parlano i numeri).
Ricordate che, nonostante quello che si sente dire in giro, tutto ciò non è scritto nella roccia, i soldi non danno a nessuno un potere assoluto, il rapporto tra clienti e fornitori è bidirezionale. Loro possono influenzarci, noi possiamo fare lo stesso: sono i nostri soldi ad alimentare le loro liquidità, ci devono ascoltare o moriranno. Mi rendo conto di star estremizzando, ma se ci pensate ha senso, quindi potete (possiamo) inviare un segnale forte, non siete in balia delle decisioni altrui.
Cos'ha questo a che fare con il fil rouge del blog, la "dipendenza" da internet? Pensateci, la mancanza di scelta non è altro che questo.
Riccardo Lucifora
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rev-dig-blog · 6 years
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Dipendence Day
Come abbiamo analizzato in classe, la tecnologia già da metà '800, grazie all'invenzione del telefono, ha sempre avuto un grande impatto sulla società modificando il nostro stile di vita. Il bisogno sociale infatti è determinante per l'introduzione a livello globale di uno specifico strumento innovativo, ma ogni novità porta anche molteplici svantaggi.
Tra questi uno dei tanti riconducibili alla rete è certamente la dipendenza da relazioni virtuali.
Con l'avvento delle e-mail, degli SMS e delle chat il tempo percorso dal messaggio per arrivare a destinazione è diventato praticamente istantaneo. Questo fenomeno ha contribuito a rendere le relazioni a distanza molto meno complicate e a colmare (almeno parzialmente) la lontananza. Ma se aggiungiamo l'anonimato cambiano completamente le carte in tavola.
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Rappresentazione dell’anonimato - Fonte: Wikimedia
Infatti grazie alle nuove piattaforme di incontri si ha la possibilità di incontrare virtualmente altre persone senza dover mostrare la propria identità, usando solo un nickname. La possibilità di potersi nascondere dietro ad uno schermo rende l'utente a suo agio, questo velo lo protegge da imbarazzo e timidezza. Molte persone però sono rimaste intrappolate da questo meccanismo.
Come possiamo leggere su Wikipedia, la dipendenza da queste particolari tipologie di relazioni si instaura quando l'individuo rimane in modo persistente collegato alla rete rifiutando il mondo esterno ovvero quello reale. Una tecnologia così utile quale i messaggi istantanei diventa così uno strumento che incolla l'utente al computer mantenendolo costantemente online.
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Metafora della dipendenza da Internet - Fonte: Wikipedia
Anche la dipendenza dai videogiochi online è associabile a Internet. Infatti i giochi di maggiore successo per qualsiasi console comprendono tutti la possibilità di sfidare nello stesso momento altri utenti connessi al web, dando così la possibilità di confrontarsi e ambire a diventare uno dei più bravi giocatori mondiali.
Ma un gioco in diretta non lo si può “stoppare” perché bisognerebbe mettere in pausa tutte le connessioni presenti. Questo comporta a chi gareggia di dover essere connesso costantemente fino alla fine della sessione. La situazione attuale ha portato l'APA (American Psychiatric Association) ha inserire recentemente la dipendenza dal gioco online nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (come si può leggere qui).
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Uno dei più famosi controller per console - Fonte: Pixabay
Il problema di tutte queste dipendenze è il loro modo di insidiarsi. Personalmente ogni tanto mi accorgo di guardare troppo spesso il telefono o di stare troppo tempo davanti alla televisione, ma ormai il tempo è passato e nessuno me lo riporterà indietro. Ovviamente la decisione finale su come sfruttare il proprio tempo spetta ad ognuno di noi, augurandoci che non arrivi mai il “dipendence day”.
Tommaso Oberto
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rev-dig-blog · 6 years
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ITALIA, CAVIA DELL’AZZARDO
L’Italia è come un laboratorio in cui l’intera popolazione è cavia del gioco d’azzardo. Il “gioco” si è ormai trasformato in una macchina fuori controllo a servizio di un’industria antieconomica e antisociale, portatrice di sofferenza. Tutto questo è incentivato dallo stato senza tener conto delle conseguenze che si riflettono sulla condizione economica e sociale dell’uomo causandone la rovina (Per di più, politici e manager al potere, hanno sfruttato perfino le calamità naturali per introdurre nuove opportunità di azzardo).
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Foto di Las Vegas: la capitale del gioco d’azzardo - Fonte: Pixabay
Il “gioco” si traduce in numerosissime forme: slot machine, gratta e vinci, casinò online ecc. ; tutte però provocano gli stessi effetti: seduzione ed esposizione alle peggiori conseguenze. Queste macchine mangia-soldi, ruba-tempo e rovina-salute, coinvolgono l’intera società, non solo adulti, ma anche bambini, portando alle già citate conseguenze e al bilancio sempre più negativo dei dati rilevati costantemente.
Ma non solo, in questo particolare momento, quello del gioco d’azzardo virtuale è uno dei fenomeni in massima espansione nella Rete. Spinto anche da pubblicità e spot televisivi, dove si minimizzano i rischi e si amplifica la facilità e quantità di vincita. Con conseguenze disastrose, poiché in breve tempo questo passatempo si è trasformato in una delle tante facce delle nuove dipendenze da Internet.
Nell’era multimediale, infatti, il giocatore d’azzardo cambia faccia: mentre prima era facilmente individuabile, ora chiunque sia in possesso di un computer, di un collegamento a internet e di una carta di credito può essere un papabile giocatore in un casinò. Il gioco on-line è estremamente pericoloso proprio perché, dalla solitudine della propria casa, il giocatore non ha freni: ha infatti la possibilità di effettuare giocate ad esito immediato, continue e ripetute, accessibili a chiunque 24 ore su 24, 7 giorni su 7, senza incorrere nello sguardo giudicante degli altri.
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Immagine rappresentativa il gioco d’azzardo online  - Fonte: Pixabay
Internet vede ogni giorno l’apertura e l’affermarsi di un numero sempre più grande di casinò on-line, di siti di scommesse sportive, di poker (tra l’altro legalizzato come gioco d’abilità e non di puro azzardo) e tutto questo ha portato l’Italia ad essere unica al mondo: spendiamo l’equivalente dell’11% dei consumi totali che l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) calcola in 830 miliardi spesi per cibo, auto, casa, abbigliamento, vacanze e così via. Nonostante i limitati dati disponibili sappiamo anche che la prevalenza è nella popolazione adulta, tra queste un terzo risulta essere di sesso maschile. 
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Immagina relativa alle statistiche dell’azzardo in Italia - Fonte: Flickr 
E’ diventata una vera e propria epidemia e, non avendo un censimento aggiornato, si stima che i malati patologici aumentino al ritmo di 5.000 l’anno. Viene in questo modo a mancare anche la funzione socializzante del gioco. Anche qui, come negli altri net-gaming, si crea un circolo vizioso in cui il soggetto rimane incastrato, trascurando quelli che sono i rapporti sociali e familiari. Il terremoto sociale, economico e sanitario provocato dall’industria dell’azzardo può così continuare a demolire il nostro paese.
Lorenzo Mellano
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rev-dig-blog · 6 years
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Social: ci uniscono o ci isolano?
Non vi è mai capitato di trovarvi in un luogo colmo di persone, ma di rendervi conto di essere l'unico connesso al mondo reale? Non vivendo a Torino, da quando frequento l'università, viaggio molto in treno e sempre più spesso mi accorgo che il vagone, seppur carico di gente, sembri completamente vuoto. Nessuno che parla, nessuno schiamazzo, solo il rumore della dita che scivolano sul display. Credo che i social siano anche questo, isolamento. 
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Fonte: foto mia, scattata a Bangkok sulla banchina della metropolitana
Indagini recenti relative al 2018 condotte da “We Are Social” (ecco qui disponibile un articolo dettagliato sull'argomento) dimostrano che in Italia il numero di utenti attivi sui social network è di 34 milioni ovvero il 57% della popolazione, con una media pro capite di 2 ore al giorno di utilizzo. Ma come fanno i social ad essere così popolari?
Facebook, You Tube, Instagram e così via sono strumenti creati a specifico utilizzo delle persone, tarati alla perfezione; ci penseranno poi gli utenti ad aggiungerci la parte interessante. Citando Steve Wozniak (ecco qui l'articolo), cofondatore della Apple, “su Facebook tu sei il prodotto”. Eh già, io credo che siamo noi utenti finali la causa della nostra dipendenza. Perchè non è il nome del sito o la sua interfaccia che ci ha convinti  ad utilizzarlo, bensì il suo enorme potere nel riuscire ad abbattere una volta per tutte il muro della privacy.
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Immagine che rappresenta i principali social network - Fonte: Flickr
Mi spiego meglio. A parer mio le persone che passano molto tempo su queste piattaforme cercano uno strumento per potersi relazionare più facilmente al resto del mondo e per far sapere ai loro “amici” quello che vogliono loro. L'imbarazzo e la timidezza vengono così annullati, diventa tutto apparentemente più comodo e semplice, alla portata di mano.
Un proprio profilo online può essere visto come una carta d'identità di un individuo, però perennemente aggiornata con foto, stati e video relativi alla vita di tutti i giorni. La curiosità e sopratutto le mode passeggere ci convincono a iscriverci e una volta all'interno aggiornamenti, novità e pubblicità ci rubano sempre più tempo creando così una vera dipendenza.
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La nostra “medicina” - Fonte: Pixabay
Considererei i social come un'arma a doppio taglio, il problema è l'uso che noi decidiamo di farne. L'abuso infatti è portatore solo di effetti negativi. Fate attenzione se crede di non essere ancora dipendenti, perché se l'ultima cosa che fate nel letto alla sera o la prima che fate al risveglio è una veloce connessione sulla home siete già stati intrappolati!
Tommaso Oberto
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rev-dig-blog · 6 years
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Questo è il mio video di presentazione del blog, nel quale mi presento e affronto il tema di cui ci occuperemo, ovvero la dipendenza da internet. Io in particolare mi occuperò del gioco d’azzardo online.
Presto quindi arriveranno nuovi post, restate aggiornati!
Lorenzo Mellano
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rev-dig-blog · 6 years
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Catturato nella rete
Da bambino non sono mai stato attratto dai computer e dal loro mondo. Mi sembrava il classico strumento appartenente alla vita dei “grandi”, noioso e ingombrante. Vedevo mio padre passarci ore e ore e quando dopo mesi aveva appreso le nozioni base usciva un nuovo modello e bisognava ripartire da capo. Del resto erano gli anni del boom della tecnologia, ma a me questo non importava così tanto. La mia passione era il calcio e proprio grazie a questo ebbi la mia prima esperienza con Internet.
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Rappresentazione schematica della rete Internet - Fonte: Pixabay
Avrò avuto dieci anni quando assieme a mio fratello maggiore, mi intrufolai nell'ufficio di mio padre con l'intento di navigare in rete per la prima volta. Avevamo una sola cosa in testa quel periodo: imparare i “numeri” dei fenomeni brasiliani. Online e sopratutto su YouTube, nel 2008 ormai in voga da qualche anno (come si può notare nella sezione storia di Wikipedia), vi erano una vastità di video riguardanti questi calciatori e le loro prodezze con la palla. Noi li guardavamo per ore e ore e poi, dopo esserci memorizzati tutto, andavamo fuori in cortile a imitarli.
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Interfaccia di You Tube – Fonte: Flickr
Fu così che senza nemmeno saperlo stavo già seguendo un tutorial, per la prima volta stavo imparando delle nozioni da uno schermo caricate da qualcuno che non conoscevo, reperibili in ogni momento (consiglio caldamente questo articolo dove vengono spiegati brevemente tutti i vantaggi derivati dall'apprendimento tramite tutorial). Da quel giorno iniziò un processo lento che, alimentato dalla curiosità e dall'evolversi delle tecnologie, mi ha causato una vera dipendenza da Internet.
Avere un bacino così grande di informazioni sotto forma di video, immagini, testi e così via mi ha portato nel giro di poco tempo a porre qualsiasi domanda mi passasse per la testa al computer; il tutto senza imbarazzo, senza che lui mi giudicasse e pensando sempre di leggere solo verità.
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La principale fonte di risposte alle mie domande: Google - Fonte: Wikimedia
Qualche anno dopo arrivò MSN. Per me, che a quei tempi ero ancora troppo giovane secondo i miei genitori per possedere un telefonino, fu una benedizione dal cielo. Credo che MSN per me fu una vera rivoluzione. Da quel giorno i messaggi diventarono parte della quotidianità, il computer passò da nemico a ottimo alleato e il concetto di “online” entrò a far parte della mia vita.
Il mio primo telefono, i social, il wifi e il susseguirsi a ruota continua di queste nuove tecnologie contribuirono a Internet di diventare a tutti gli effetti un bene fondamentale per la mia crescita personale e intellettuale, modificando per sempre il mio approccio verso la rete.
Tommaso Oberto
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rev-dig-blog · 6 years
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I MIEI PRIMI PASSI
La mia generazione è nata e cresciuta insieme ad internet: uno strumento, oggi più che mai, in continua evoluzione. In questo articolo racconterò il mio esordio nel mondo del digitale.
La prima occasione che mi si presentò fu durante l’elementari quando, le maestre, consapevoli dell’importanza di imparare ad utilizzare un computer,  ci portarono in un’aula in cui erano sistemati lunghi tavoli su cui poggiavano queste grandi “scatole” bianche. Ricordo ancora chiaramente la schermata principale di Windows 98, uno stile retrò, che da subito mi ha affascinato e che appariva ogni volta dopo il lunghissimo tempo di attesa causato dall’accensione del case.
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Foto della schermata principale di Windows 98 - Fonte: Flickr
In breve tempo arrivò anche in casa, dove iniziai subito a scoprire paint, su cui trascorrevo ore a disegnare, nonostante l’estrema difficoltà nel farlo col solo mouse (oggi per un disegno più naturale vengono utilizzate le tavolette grafiche).
La mia curiosità crebbe anche grazie all’azienda di mio padre, nella quale, il pomeriggio dopo scuola, approfittavo dei computer liberi per navigare su internet e scoprire le infinite possibilità che questo strumento offriva. Il desiderio di imparare e scoprire ogni particolarità di un' apparecchiatura tecnologica è sempre stato nel mio DNA e mi accompagna ancora adesso.
In questo periodo era, inoltre, da poco nato Windows Live Messenger: la prima piattaforma di comunicazione online con i miei amici. Allora l’unico metodo di comunicare tramite cellulare erano gli sms e di fronte a questa immensa scoperta provai grande stupore. Tutto ciò adesso fa parte della normalità: nel 2012, difatti, MSN chiuse i battenti.
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Foto di Windows Live Messenger - Fonte: Flickr
Qualche anno più tardi, in seguito alla comparsa dei primi computer portatili e degli smartphone, guardare video-tutorial su internet divenne il mio hobby preferito. Ogni giorno cercavo video nuovi e gradualmente le mie conoscenze incrementavano grazie al vastissimo repertorio di YouTube, la neo piattaforma di video, nata in quegli anni (2005), adesso diventata la più famosa al mondo.
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Foto del logo di YouTube - Fonte: Flickr
Viviamo ormai in un’epoca di una vera e propria rivoluzione digitale, che, se continuerà ad evolversi in questa direzione, porterà effetti straordinari, ma allo stesso tempo bisognerà porre molta attenzione.
Lorenzo Mellano
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rev-dig-blog · 6 years
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Di cosa parla questo blog?
Il titolo è un po’ criptico, me ne rendo conto, quindi vi verrò incontro. Parleremo dell’impatto che il digitale ha sulla psiche umana, sulle nostre azioni, su tutto ciò che facciamo e sul modo in cui lo facciamo. Esporrò un po’ il motivo per cui noi troviamo l’argomento interessante (e anche voi dovreste) e i punti che approfondiremo.
Si parla spesso di “dipendenza da internet” (o dai cellulari, o dai social), il che ha contribuito ad instillare paura e dubbio nei confronti di questo utilissimo strumento, anche in chi lo usa giornalmente e non potrebbe farne più a meno. 
Di chi stiamo parlando? Un po’ di tutti: riuscireste ad uscire di casa senza cellulare serenamente? O provereste smarrimento, addirittura ansia? Molto probabilmente ricadete nella seconda categoria: voi (come me, come molti altri) nel digitale ci siete immersi fino al collo e, seppure molti siano spaventati da ciò, è a mio parere importante capire l’origine di tale “dipendenza”.
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Foto da Pixabay
Il punto è che noi non dipendiamo dai nostri fidi dispositivi elettronici, che alla fine non sono altro che oggetti inanimati creati da altre persone. Noi dipendiamo dalle possibilità che ci offrono, che spesso e volentieri si appoggiano proprio su questa enorme rete invisibile che ci connette, internet. Possiamo rintracciare chiunque da qualunque luogo in pochi secondi, pianificare, condividere qualche immagine divertente, o ancora, cambiando ambito, avere accesso a un numero gargantuesco di informazioni e conoscenza. Tutto questo grazie a internet. La nostra mente ha capito di potersi avvalere di tale strumento per fare ciò che già prima faceva ma in modo più immediato, conveniente, efficiente. Un upgrade non di poco conto, dal quale è difficilissimo tornare indietro.
Questo è il digitale: uno strumento creato dall’uomo per semplificarsi la vita, uno strumento che non fa altro che declinare e soddisfare le nostre esigenze in modi nuovi (il che può essere un bene o un male, dipende sempre dall’uso che se ne fa). Ad esempio: è più facile cadere nel vizio del gioco ora rispetto ai tempi degli slot machines nei bar? Probabilmente sì. I siti di gioco d’azzardo sono davvero tanti e le pubblicità degli stessi continue ed assillanti, ma la ludopatia esiste da prima, si tratta di un problema umano amplificato da una tecnologia umana. 
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A colored Emoji from Firefox OS Emojis
Idem i social, probabilmente coloro che li usano ossessivamente hanno sempre avuto una certa propensione per il pettegolezzo e hanno trovato nuovi strumenti per portarla avanti.
Mi interrompo, c’è molto di cui parlare ma non mostrerò tutte le mie carte adesso, c’è tempo. In ogni caso ricordiamoci che la tecnologia è al nostro servizio e non viceversa, ricordiamoci che il dito dobbiamo sempre puntarlo su di noi, non possiamo sempre scaricare altrove le nostre responsabilità. Ciò non significa che l’impatto del digitale non vada studiato, anzi, forse lo rende ancora più affascinante e degno di attenzione. Di questo ci occuperemo io e i miei colleghi, e speriamo che voi gentili signori ci seguirete durante questa esplorazione.
Riccardo Lucifora
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rev-dig-blog · 6 years
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Se volete sapere di cosa tratta questo meraviglioso blog, guardatemi in difficoltà mentre obbligo me stesso a parlarvi piuttosto che a scrivervi. Stay tuned, stay curious, a breve arriveranno nuovi contenuti, tra cui un articolo maggiormente esplicativo.
ndr. Mi hanno fatto notare che il post precedente (del 26 Aprile) non permetteva di riprodurre il video direttamente dal blog. Risolto ✅
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rev-dig-blog · 6 years
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youtube
Ecco il mio video di presentazione dove accenno gli argomenti che tratterò in questo blog per il corso di Rivoluzione Digitale 
A breve caricherò nuovi aggiornamenti e post :)
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rev-dig-blog · 6 years
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How I met your internet
Vorrei avere una storia più affascinante da raccontarvi, ma accontentatevi della Storia Vera™ (no, non è davvero marchio depositato) di come ho incontrato il mio primo amore: internet. Non sono Ted Mosby quindi andrò dritto al punto, più o meno. Il punto è che io non vado mai dritto al punto, dovete saperlo prima di andare avanti.
Bene, inizio con un aneddoto che è più un rumor, raccontato con sicurezza da mia madre ma totalmente rimosso dalla mia memoria. Essenzialmente la leggenda narra che prima di andare all’asilo pretendessi una stampa di un personaggio di Dragon Ball a scelta, con ingente spreco di carta. Ed ecco così che ci ricolleghiamo al secondo aneddoto, questa volta da una fonte certa ed insindacabile: me. Il primo cambiamento è che ho iniziato io a metter mano sulla tastiera. 
In particolare ero costretto a fare decine e decine di ricerche sconclusionate spesso frutto di copia e incolla selvaggio, spesso non controllate dalle maestre che, timidamente, provavano ad ammonirci con un “leggetele però le cose”. Recentemente credo di aver trovato una ricerca incredibilmente dettagliata sullo stambecco o qualcosa del genere, e mi chiedo perché mai. Perché ci hanno voluti rendere responsabili del 50% del disboscamento dell’Amazzonia? (che secondo me merita attenzione seppure stia rallentando, leggete un articolo a riguardo).
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Ecco il nostro amico stambecco, oggetto di studio di incredibile importanza. Foto di Luca Lorenzi.
L’ultima tappa del mio entrare in confidenza con l’internet è stata MSN. Spero ve ne ricordiate: un tripudio di colori (disclaimer: i miei ricordi potrebbero o potrebbero non essere edulcorati dalla distanza nel tempo), i trilli per costringere per sfinimento la gente a rispondere, gli stickers prima di Telegram, le scritture con una miriade di stili differenti (tipo WordArt), tutti molto molto pacchiani.
L’inizio non è stato dei migliori, e non sono sicuro che tutt’ora vada meglio. Il mio uso attuale si compone principalmente di lunghe sessioni inconcludenti sui social (wow, originale, lo so), qualche ricerca saltuaria per soddisfare qualche curiosità al volo, come suggestivi interrogativi che hanno attanagliato l’umanità per secoli (“Perché si sbadiglia?” “I cani possono fare sogni?”), informazioni sulla città, YouTube e altro ancora. 
Ciò che non mi va a genio è che a differenza degli anni passati le percentuali di utilizzo a fini informativi/di arricchimento personale sono diminuite a favore dei social, che non voglio demonizzare ma bisogna ammettere che l’internet è molto di più.
Voi come avete iniziato? Anche voi ricattavate i vostri genitori? Quando avete avuto accesso per la prima volta a una connessione tale da rendere possibile aspettare meno di un’era geologica per visualizzare un video (magari a 144p)? Pensateci, seguiranno a breve articoli ulteriori.
Riccardo Lucifora
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