"Magical learning should be kept within all magic families. In other words... purebloods."
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«Secondo te...» un sorso di succo di frutta dal calice «...per quanto tempo uno studente di Hogwarts può sparire prima che qualcuno se ne accorga?» e la osserva, gli occhioni neri sveglissimi
« Non saprei, penso tipo.. un giorno? Forse anche meno. » mentre glielo dice prova a pensare all’eventuale ipotesi di qualcuno sparito, ma circa una giornata forse ci vuole prima di dare l’allarme. Forse prima, chissа. « Poi cioè, dipende: se è uno abbastanza popolare se ne accorgono anche prima, tipo. Ma perchè? È sparito qualcuno? »
«Vorrei sparire io.» tranquilli: nessuna implicazione metaforica, nella frase «L`altro giorno parlavo con una primina che mi ha fatto tornare in mente che questo posto è pieno di passaggi segreti, no?» questo lo sanno tutti, il problema è trovarli «Magari ce n`è anche uno che porta fuori. Ad Hogsmeade c`è un tipo che vorrei andare a trovare...»
« Tu. » risponde, ma non pone una domanda come se non avesse capito. Sbatte le palpebre qualche volta di troppo quando sente le congetture della concasata. « Merlino cane, Tia, con chi te la fai fuori da questo castello? » ridacchia, dato che l’amica parla di tipi che vuole andare a trovare. Continua sempre a voce bassa e le punta un dito contro il petto « A parte il fatto che tu.. puoi farlo facilmente. » ed è chiaro che allude a ciò che già Tia sa fare e che lei invece no. « Se è così importante, boh, ti posso coprire io. »
«Oh, baci tua madre con quella bocca?!»
« Naaaah, ci bacio Tristran.. sarà per quello. »
«Ah sì, il nesso è chiaro» ridacchia riguardo al baciare Tristran «Bisognerebbe farci uno studio. La magica influenza dei troppi baci sul linguaggio.»
« Io so come arrivare alla Stamberga. »
«Stai scherzando?!» sussurra e quasi si strozza con il porridge. Un paio di colpi di tosse e si ricompone «Me lo dici?» bisbiglia quindi, guardandosi intorno con discrezione, giusto per accertarsi di non aver attirato troppo l`attenzione. «Comunque come ca»voletti «è possibile che tu sia così... così... Favolosa?!» insomma. Sa tutto. Le fa copiare i compiti. La copre ogni volta. «non ti merito.» il tono è scherzoso, ma non è una battuta.
« Mi sa che pure il tuo amico è un po’ come Tris. »
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intervista;
« Hai lasciato la spilla più ambita di Hogwarts » perché no, quella da Prefetto fa un po’ schif. « Come ti senti? »
« Sto bene. » risponde con sorrisetto tranquillo, ed il muovere del capo. La mano libera picchietta un paio di volte sulla spilla da prefetto, per l’appunto dicendo anche « Credo che pure questa sia una spilla piuttosto ambita, tipo. » stringendosi appena nelle spalle. « Punti di vista suppongo, mh? » chiaramente ed aggiunge, dopo un colpetto di tosse. « Cioè, un po’ mi spiace di aver lasciato la squadra, ovvio, però non rimpiango la decisione che ho preso, ecco. »
« Tipo, non è una cosa così semplice, c’è un sacco di roba da imparare e da studiare, e da affinare la tecnica.. sai le bacchette non sono solo un pezzo di legno che ci fa fare le magie, nono. Sono tutto! »
« Avresti voglia di spiegarmi meglio quel “sono tutto”? »
« Se tu puoi esprimerti come strega, lo fai attraverso la bacchetta, ecco. Inoltre, non è il solo modo che ci consente di essere maghi e streghe più o meno forti, la bacchetta dice tutto sulle persone. Cioè, dai, come pensi di essere tu, Maegan con una bacchetta diversa da quella che hai? Una lealtа diversa, un legno o un’anima differente da quella?! [...] Se tu dovessi cambiare, cambi il tuo modo di essere, di pensare.. la bacchetta lo sente e se non è adatta alla persona che sei, dovrai cambiarla, tipo. »
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il progetto per la mia vita;
« Buonasera, prof! » facendole un sorriso quieto verso di lei, dando al tempo stesso un’occhiata ammirata all’interno. Indugia qualche attimo, forse solo per farle capire chi è, e per poter entrare? Può? Beh, stibolidi: entra comunque, ma rimane ancora nei presi dell’uscio. « Mi spiace disturbarla a quest’ora, se c’ha da fare passo tipo.. domani? »
«Professoressa.» iniziamo bene, Charlotte non è nemmeno entrata e già si becca un appunto. «Buon pomeriggio a lei, signorina Charleston.» solo adesso la guarda, in tutta la sua favolositа. Non si accorge del cravattino o forse vuole solo essere clemente. «Il disturbo è un argomento arbitrario,» sempre di ottimo umore, a giudicare dall`espressione rigida che si accompagna facilmente alla postura impeccabile. No, non si rilassa nemmeno da seduta, o magari non vuole rischiare di sgualcire quell`abito in stile simil-medievale color grigio morto. «Prego, si accomodi» davanti alla scrivania ci sono infatti due poltroncine in pelle scura. In realtа sulla sinistra della porta c`è proprio una zona salottino con un divanetto ed una poltrona che richiamano quelle della sala comune, un tavolino da caffè e quella che sembra una scacchiera. Il tutto è circondato da un tappeto, mentre l`intero ambiente è riscaldato da un ampio caminetto in pietra. Sulla destra della porta, invece, la parete è coperta da scaffalature che ospitano libri e soprammobili generici, intervallate da altre due porticine rigorosamente chiuse. «Mi auguro abbia trascorso una pausa invernale rigenerante, culminata con un evento di cui, ben presto, sarа anche lei protagonista.» il ballo dei debuttanti, evento purosangue fino al midollo, tanto che è impossibile introdurre un po` di cordialitа tra persone d`elite senza menzionarlo nemmeno di sfuggita.
« Ecco, a proposito delle vacanze, volevo dirle che ho tipo preso una decisione un bel po’ importante e credo di doverla informare. Cioè, è giusto. » è la capocasa, perciò deve essere informata sulle scelte di chi riveste ruoli importanti. Fa un lungo sospiro, dopo il quale fa una breve appnea che la riporta ad un altro respiro e a poi dire « Non posso più giocare a Quidditch. » e l’uso del verbo è fondamentale, ma anche giusto. Sospira e abbassa le spalle rimasta un po’ tesa nel pronunciare la frase. « Perché ho tipo dei progetti, e voglio portare avanti quelli. »
«Quale genere di progetto può imporsi al punto da sostituirsi ad una carriera sportiva così ben avviata come la sua?» magari non è nemmeno affar suo, ma non sembra porsi problemi nell`indagare così apertamente, come se ne avesse tutto il diritto. «Signorina Charleston, lei non è solamente una dei cacciatori di Serpeverde, e lo sa bene. Le è stato assegnato il capitanato per le sue qualitа sportive, organizzative e sociali, e l`attuale classifica non fa che supportare tali motivazioni.» finalmente siamo primi in qualcosa e Charlotte vuole mollare. «Questa sua rinuncia è a dir poco deludente.» quando è cosм diretta punta solo a colpire chiunque sia il suo interlocutore, che sia un collega adulto o una quindicenne che, tutto sommato, non sta facendo nulla di male. «Mi auguro abbia ponderato le conseguenze di una scelta che, se confermata,» no perchè Oona vuole ancora vederci uno spiraglio, si sa mai «sarа non solo irreversibile, ma potrebbe compromettere le eventuali opportunitа che il futuro ha in serbo per lei.» niente ansia, davvero.
« Beh, è il progetto per la mia vita! » asserisce con il tono di voce alto, che alza solo lei, ma perché è come se esplodesse dopo aver sentito tutte quelle cose insieme, troppo. « Lo so che sono brava, » incurante della scarsa modestia « non sarei stata il capitano se così non fosse, e la vedo la classifica! » il famoso pugnetto viene ora fatto alzare, ed il dito indice della mano stessa indica un punto alla sua destra, come a voler indicare la classifica stessa, nei risultati appesi in sala grande. « Mi dispiace se la sto deludendo, ma ho deciso così. » ma aggiunge subito, adesso ha abbassato il tono di voce, ed abbassando anche la mano che prima ha sventolato e sbattuto contro la cattedra, facendola tornare al proprio posto. « E cioè non è che tipo sono felicissima, mi piace giocare a Quidditch e non avrei voluto lasciarlo. » un sospiro più lungo. « È che io.. voglio.. mh, voglio creare lo strumento che ci fa esprimere come maghi, che è la cosa più pura che un mago possa possedere mai nella vita. È la nostra espressione e la nostra vita, e.. E se gioco a Quidditch non avrò modo, non avrò il tempo e le energie per farlo, ma voglio questo più di tutto. »
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ippogrifi all'asta;
« Stan? » lo chiama con un sorrisetto in faccia, a metа tra il furbo ed il compassionevole. « Niente male il tuo momento da Ippogrifo all’asta dei purosangue, come ci si sente? » lo prende un po’ in giro con quel tono di voce che usa, punzecchiandolo anche con la mano contro il braccio. « Dunque? »
« Lottie » quasi un sospiro di sollievo, le labbra che si arricciano in un sorriso che perde ogni patina di circostanza, divertito dalle sue parole. « Beh, sono ancora in attesa della tua offerta » per quel suo momento all’asta. « Quanti galeoni sei disposta a sborsare? Tuo Padrino può aiutarti a battere ogni offerta. » Che è certo riceverebbe oltre la sua, il petto che si gonfia come quello di un ippogrifo a cui, nonostante tutto, non pensa d’assomigliare poi tanto. Ma sono dettagli secondari, lo sguardo che saetta intorno a loro, nonostante vada a rispondere alla sua domanda. « estenuante. » ecco com’è. « non fraintendermi, è stato organizzato tutto nel migliore dei modi… ma è sicuramente più piacevole trovarsi dall’altro lato. » non il suo, che allunga la mano in sua direzione, il palmo aperto rivolto verso l’alto. « quindi mi merito un ballo con la più bella della Sala. »
« Te lo meriti. » afferma col petto un po’ gonfio « Almeno se vuoi avere gli occhi addosso, lascia che sia con qualcuna di favolosa e non con gente che manco se lo merita, tipo. » così, con un po’ di spocchia e sin troppo egocentrismo, la serpeverde accoglie la mano del ragazzo, per poter iniziare a muoversi verso uno spazio più libero e consono in cui poter fare questo ballo. « Due prefetti e di Serpeverde, purosangue che ballano in quest’occasione, lo sai vero che potrebbero farci finire anche sul profeta, eh? »
« la senti la MacGillivray che si vanta di noi? » loro, serpeverde e prefetti entrambi, sù. « e come minimo ci spetta il Profeta. Chi altro potrebbero mettere in prima pagina, scusami? »
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Signorine dell'alta società;
« Trovi di meglio su playwizard. » ed aggiunge, con un mezzo sogghigno « Sempre che non ci trovi già lei, e alloraaa.. »
« Ti saprò dire »
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Vagone Prefetti;
« Hanno detto che è questo, no?, il vagone dei favolosi? » sbatte un po’ le palpebre per guardare l’interno del famoso “vagone prefetti” uno dei vagoni in cui non ha mai avuto accesso fino ad ora, ma spoiler: è uguale agli altri se non fosse per la dicitura sulla porta.
«a quanto pare siamo tutte facce conosciute» con un piccolo cenno di sorriso «e se siete qui, vuol dire che il preside e il corpo docente ha pensato che siete adatti per ricoprire questo ruolo» e lancia un’occhiata dubbiosa a XAXA che però nasconde benissimo dietro a una maschera tranquilla «penso che sappiate i compiti che vi attendono, ma è meglio ricordare che siete coloro che devono essere il punto di riferimento per i propri concasati e non» e qui non ci dovrebbero essere problemi «il vostro dovere odierno è quello di pattugliare i corridoi del treno per evitare eventuali disordino e di fornire indicazioni ai nuovi arrivati una volta arrivati a Hogwarts» semplice come bere un bicchiere d’acqua. Ma poi si volta proprio verso XAVIER che dovrebbe dire essere partecipe in quella prima parte della mattinata «vuoi continuare tu?» gli domanda che è anche un invito a dire la sua, visto che è un ex prefetto. Siamo tutte orecchie, dear.
« Uff ma dai, non c’è bisogno di fare subito i seriosi con queste cose da bolidi addosso.. E poi c’abbiamo da salutare prima tutti gli amici, poi semmai si fa anche la ronda del treno eccetera, no? Tra l’altro non ci sono ancora nemmeno i tuoi sottoposti, non li avrai già messi a lavoro, tipo. » guardando ALYCE che subito parte in quarta con tutti gli obblighi, doveri, rogne varie che da adesso in poi, con quella spilla appuntata sul petto, parlando comunque dei prefetti di Grifondoro. « Ce l’avrai anche tu gli amici, tipo, no? » glielo chiede tranquilla, ma potrebbe essere anche un commento cattivo, chi può dirlo, Charlotte d’altro canto le sorride come fa sempre con tutti, perciò… sta alla malizia degli altri.
Non che commenti, no, lascia fare agli altri e a LOTTIE, che dopo quell’ultima domanda, qualunque fosse la sua intenzione iniziale, se lo ritroverà abbastanza vicino per sussurrarle all’orecchio un`unica parola, nella sua intenzione appena udibile dagli altri. « fa-vo-lo-sa » ecco.
«non ho detto che non potete salutare i vostri amici» precisa con tranquillità «e non ti preoccupare, non appena si faranno vedere i miei….. sottoposti» ripete la sua stessa parola di lei «farò loro lo stesso discorso che ho fatto a voi» quindi, tranquilla che nessuno sfugge da Alyce «si, ho degli amici» e istintivamente conduce lo sguardo su JEREMY piegando le labbra in leggero sorriso «che ovviamente saluterò per bene al termine del nostro incontro» ma rimane vaga con la risposta in quanto è sempre stata un pochino criptica. E in attesa di ascoltare la voce di XAVIER, lei riprende a parlare «ho solo un’ultima raccomandazione voglio farvi prima di essere schiantata da voi» tira un profondo respiro «cercate di non abusare mai del vostro ruolo…. non siamo solo coloro che mettono in punizione in caso di infrazione delle regole» e arriccia il naso infastidita di essere sempre stata vista come colei che vuole togliere il divertimento «ma dovere anche essere coloro che si mettono a disposizione per aiutare il prossimo» e la sua indole altruista si palesa in tutta la sua chiarezza «e soprattutto cerchiamo di lasciare da parte le antipatie e le divergenze per collaborare per il bene della scuola» e li guarda tutti in viso.
« Cioè è giusto visto che tra noi non esistono capi, cioè, bene ricordare a tutti tutto. » arriccia il naso, piegando un pochino la testina di lato, per fare in modo poi che possa andare contro la spalla di TRISTAN. « Tranqui, non mi stai antipatico. » comunica a STAN con voce bassa, con un mezzo sorrisetto, per riprendere ironicamente il discorso di poc’anzi.
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hogwarts express - Tia;
«Okay...» prende un piccolo respiro «Sai... Sai mantenere un segreto?» la Jabari che chiede rassicurazioni? In che universo parallelo ci troviamo?
« Logico che so tenere un segreto, specie se me lo dici te. Tipo voto infrangibile, lo sai. » afferma con voce decisa e sicura, altrettanto per rassicurare Tia. Prima che però possa dire qualcosa, lascia perdere il proprio zainetto si alza in piedi e si assicura di chiudere bene la porta dello scompartimento, addirittura guardando velocemente fuori che non ci sia nessuno che possa arrivare improvvisamente a disturbare. Dopo di che, velocemente, riprende la medesima posizione di prima, con il busto in avanti, seduta proprio di fronte alla concasata, e con un cenno rassicurante le dice « Casta ‘sto bombarda. » così che possa confessare il crimine che preferisce. Charlotte non la giudicherà.
«Allora, in realtà è una cosa che so fare da tanto, ma questa estate ho imparato a farla davvero bene e tu sei tipo la mia bestie» la sua migliore amica, insomma «e non mi piaceva tenertela nascosta, solo che è una cosa segretissima e... Come te la spiego senza che sembri strano?» probabilmente è già strano e lei non se ne rende conto. Comunque dopo un po` eccola che si sporge verso la concasata, che già aveva proteso in busto verso di lei «Okay, guardami negli occhi» le dice soltanto, sgranandoli appena. Per qualche secondo raccoglie la concentrazione necessaria per una metamorfosi base, il semplice passaggio da un colore dell`iride all`altro e poco importa se la tonalità desiderata è innaturale come il violetto su cui si focalizza. Non smuove lo sguardo da quello di Charlie, schiocca le dita e puff: una goccia di viola dovrebbe sbucare al confine con le pupille e prendere in un attimo il sopravvento sulle iridi non più nere. Lascia che l`amica osservi e poi schiocca di nuovo le dita. Puff: il viola sbiadisce in rosa. Un altro schiocco e puff: un verde naturale e poi ancora l`azzurro degli occhi di Charlie (o un colore simili, non si prende il tempo per un`imitazione perfetta), un rosso da lenti a contatto di halloween e finalmente di nuovo il nero di partenza. «E posso farlo con tutto.» calca bene la parola «Ma non cambia solo il colore, cioè ora potrei diventare un ragazzo così su due piedi, capito?»
« hhhh! » le esce aria dalla bocca e ci si porta una mano per chiudere quel verso di stupore, nascondendo anche, però, un chiaro sorriso. Poi sposta la mano, mentre la gradazione del colore di quell’occhio assume colori diversi. « Noncipossocredereee.. Tiaaa! No, cioè ma è tipo una cosa super grinzafichissima, cioèèèèè! » si porta di nuovo la mano davanti alla bocca, ma poi la sposta di nuovo e i denti stanno mordicchiando le labbra inferiori. « Puoi anche diventare un maschio.. » ripete metabolizzando l’informazione. « E i capelli, e tutto.. » Non è facile conoscere Metamorphomagus in una vita di un mago comune, perciò adesso si sente anche un pelo privilegiata. « Ma allora quando sparivi.. Tia ma ti rendi conto che hai tipo, cioè, un potere tipo pazzesco? Sei una strega unica. » dice frasi un po’ sconnesse l’una dall’altra, ma questo sì che è un super segreto. « Giuro sulla mia bacchetta, Tì, che non lo dico ad anima viva e manco morta! » riferendosi chiaramente ai fantasmi.
«Sì bhe, anche se per alcune parti di quello servirebbe... Insomma, uno studio più approfondito» spiega, riguardo al diventare un ragazzo, con un sorrisino un po`sghembo. «E i nasi, mi vengono molto bene i nasi!» aggiunge allegramente (è palesemente in un brodo di giuggiole per poter finalmente parlare con qualcuno di tutto ciò, dato che ai più lo tiene segreto) «In più posso tipo far sparire i brufoli e le cicatrici, se la skincare non funziona»
« Ah.. aaaahhh! » capendo un po’ come le pare (…) i motivi per cui è necessario uno studio approfondito. « Capace che se lo chiedi ad O’Gallagher si ignuda anche subito, con la fissa che c’ha di stare senza vestiti. »
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altra corrispondenza importante;
[ La mattina del 2 Agosto, un pennuto della scuola recapita una lettera con il timbro di Hogwarts, piuttosto corposa. Al suo interno, sia i risultati degli esami, che un altro foglio con relativa comunicazione ] Cara signorina Charlotte Charleston, la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è lieta di comunicarle che, grazie alla sua impeccabile condotta, è stata scelta per ricoprire il ruolo di Prefetto e di Capitano della Squadra di Quidditch del Serpeverde per il nuovo anno scolastico. Con la sicurezza che il suo impegno renderà onore alla sua Casata, le auguriamo buone vacanze e buon rientro. Distinti saluti, Kenkyusha Doragon
« È il Preside Doragon che mi ha scritto, papà. Diceee... Oh! Dice sono Prefetto e Capitano della Squadra! Visto che sono stata brava e favolosa, mi merito un negozio tipo Olivander, no? »
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corrispondenza importante;
[ La mattina di lunedì 5 Luglio, un gufo ministeriale consegna una busta pergamenata, sigillata in ceralacca col timbro del Ministero]
Alla gentile attenzione di Miss Charlotte Charleston,
Il Quartier Generale della Lega Britannico-Irlandese del Quidditch del Ministero della Magia è felice di comunicarLe che è stata ufficialmente invitata alla prima edizione del Ritiro Sportivo Giovani del Quidditch per la stagione estiva 2077, presso il Bodmin Moor Millenium Stadium. Si tratta di una opportunità unica nel suo genere, nonché pista di lancio per una auspicabile carriera sportiva. Per la durata di una settimana, dal XX/XX al XX/XX, le sarà infatti concesso di allenarsi con giocatori professionistici e personale tecnico delle principali squadre della Lega Britannico-Irlandese.
La partecipazione è libera, ma la preghiamo di leggere tutte le informazioni di seguito allegate sugli orari giornalieri e sull’assistenza al trasporto per la data settimana, prima di rispondere con una conferma e smentita entro e non oltre il XX/XX.
Cordiali Saluti,
Scribonius Swoop
Presidente del Quartier Generale della Lega Britannico-Irlandese del Quidditch
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Ascolta Charlotte in silenzio, dapprima allungando un`occhiatina di vaga curiosità in favore del fogliame, poi soffermandosi sul volto della ragazza stessa. L`aria di competenza e l`interesse sincero che emana sono tali da strappargli un sorriso, tanto per cominciare; sempre sorridendo, avvicina il viso a quello di lei per cercare di rubarle un bacio a tradimento sulle labbra, con le mani che continuano ad errare intorno alla sua vita. « Scusa » mormorerebbe nell`allontanarsi - per quanto non suoni esattamente dispiaciuto, la voce che reca il sapore di una risata « E` che sei carina quando blateri di bacchette » soggiunge a metà strada tra un commento affettuoso ed una canzonatura.
« Grazie… » allungando il volto verso di lui ma per fare in modo che la sua fronte gli tocchi una guancia « Ci posso blaterare più spesso. » tirando su la testa, ridacchiando a bassa voce.
Contribuisce, con un mezzo sorriso anche, allo schiocco più rumoroso di quel bacio che viene dopo, spostando poi lo sguardo verso l’alto, verso i rami del melo « Controllavo… » guardando poi di nuovo il quartino. « Agli asticelli piacciono i bacini. » questa potrebbe essere anche una mezza trollata, ma si terrà per se questo segreto al momento.
« E se i bacini sono dati bene che fanno, non ti strappano più gli occhi? » alzando le sopracciglia per far trasparire una punta di divertito scetticismo. « Meglio i tuoi, va` » decreta in ogni caso, muovendosi in avanti nel tentativo di affondare il volto nell`incavo del suo collo e stamparvi rapidamente un bacio.
« Naaah! Te li strappano solo se sono baci finti. »
« Che dici, raccogliamo `sti rami? E magari pure qualche mela… così le portiamo ai cavalli alati nei recinti! » propone persino, sollevando invitante un angolo delle labbra. « O se no… » salvo poi allargare le braccia per inglobare meglio Charlotte e tentare di farsela più vicina « Mi puoi parlare ancora di bacchette » ironico e con una nota di malizia, ha decisamente tutta l`aria di voler scambiare baci al posto di parole.
Si mordicchia il labbro inferiore e si aiuta con un braccio portato dietro al collo di Tris di mettersi comoda, sempre così vicina a lui « Mh, ma lo sai che… » inizia a dire, ma prima che sia lui a fare o dire qualcosa, è lei che si avvicina per dargli un bacio, aiutandosi con la mano che ancora tiene dietro al collo del quartino e perdendoci un po’ di fiato, così da dirgli « …mi piacciono un sacco i maghi con la bacchetta di Sicomoro? » è questo il tempo delle mele.
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duelli insensibili;
« Questa scuola » e parla sia lento che a bassa voce « oggi si è dimostrata per quello che è, una mer*a di troll come le altre »
Inizialmente sobbalza almeno un pochino, spaventandosi dell’arrivo improvviso del concasato, ma poi rilassa subito i muscoli e le spalle che prima ha tirato giù, si rilassano con quel sospiro che fa uscire dalla bocca. « Oh, checc’hai stavolta?! » alzando un sopracciglio, facendo uno sbuffetto dal naso, quasi un po’ furbino « Se Remy ti ha battuto a duello non è mica colpa della scuola! » lo dice col tono di presa di giro abbastanza, consapevole comunque che all’altro girano abbastanza i bolidi anche per quella faccenda, ma potrebbe essere anche altro, per quanto ne sappia Charlotte. Cerca, se può di continuare a sistemare i suoi tarocchi dal retro scuro, nero e viola in ghirigori molto particolari ed astrali. Sposta leggermente di lato la testa come per farsi interlocutrice all’altro, se ancora non s’è spostato: « Stai ingramato per i duelli o c’è altro? »
« I duelli c’entrano » le dice. « Ma non per lo scontro in se » ecco, quello no. « La Signora Lewis è davvero una troll » ecco arriva al dunque « e pure il Signor Marshall che le va dietro » ovvio no? « In questa scuola dicono che insegnano gli alti valori della magia, e poi.. » sospira. « Anche la Direttrice » la loro « mi ha costretto ad usare il Fuoco » e questo glielo aveva detto? No. È stanchino eh, ma il sorriso affilato non manca. « Ho capito che in fondo qui gli alti valori non ci sono » azz.
« Vabè, dài. Saranno valori per loro, sono pure adulti cioèèè! » mettendogli davanti agli occhi il fatto che ci sia una netta differenza di età tra loro e che i punti di vista possano essere diversi « Poi cioè credo che ci siano i valori nella scuola ma ci sono tipo anche quelli.. cioè di tutti. » e per semplificare meglio il discorso aggiunge, dopo uno schiocco di lingua « Intendo i personali. » probabilmente la sua indole da vivi e lascia vivere è molto più incentrata su di sé - egoisticamente - che sugli altri ed i loro pensieri o valori. Un lungo sospiro le fa alzare le spalle ed il petto piano, lo schioccare della lingua sul palato si sente appena « Mi spiace che la prof. MacGillivray ti abbia costretto ad usarlo. » riguardante il fuoco, facendo una pacchetta con una successiva carezzina su un braccio del Serpeverde. « Secondo me ci stai a pensare troppo, Nì. È stato solo un torneo. » per cercare, in qualche modo, di riportarlo sulla retta via: solo una serie di duelli in cui nemmeno qualcuno potrebbe vedere questi “alti valori”, di certo non lei.

« Non mi interessa del duello Charlotte » le dice, tranquillissimo « serviva vincere più ad Avery che a me » e da come lo dice così genuinamente sembra crederci sul serio. « Non devo dimostrare nulla qui, se non quello che mi serve per non aver problemi a casa » perché lui di problemi proprio non ne vuole. « Quindi i voti » ed è qui che si aggancia agli incantesimi elementali. Sospira. « Avevo detto che li iniziavo ad usare, e lei mi ha costretto » o forse no? Ma non è ingramato. « Ma va bene così » ecco, non c’ha problemi per quello. « Comunque non è solo un torneo » dice ora « ci hanno fatto vedere che è lecito continuare un duello nonostante una ha perso la bacchetta » e questo proprio non lo capisce, ma la trova una cosa così divertente.
« Non fare lo splendido, vincere serve a tutti. » facendo un sospiro, dal tono quasi solenne ma lo dice così tanto per dire, rimettendo a posto la busta con le chips di zucca dal quale anche Niall ha potuto attingere. E di nuovo lo fa lei. « Uhm, non è carino costringere la gente, tipo. » piegando appena di lato la testa, considerando che la costrizione non è qualcosa che le piace, specie in ambito magico. « Però secondo me ha fatto bene alla tua bacchetta, almeno farlo. » l’incantesimo col fuoco e tutte cose così. Lo dice consapevole di dire qualcosa di giusto in questo caso. Rimane in silenzio un attimo e poi fa un’espressione un bel po’ dubbiosa su quello che lui afferma e su quello che lei ed altri hanno visto al torneo: poter andare avanti a duellare nonostante la bacchetta sia stata disarmata. « Secondo meeee.. cioè. Allora, quello era tipo un torneo di duelli formali e perciò bisognava fermarsi, no? Le regole funzionano così. » ma aggiunge anche un colpettino di tosse « Maa.. hanno fatto vedere che nei duelli informali, invece, se uno vuole continuare ad infierire anche a bacchetta disarmata, cioè, nessuno te lo impedisce. »
Prende un bel respiro e le va a risponde sorridendo. « Io ho vinto Charl » le dice « praticamente quelli c’erano si sono ingramati, e Avery ha praticamente fatto la mandragola svasata » piagneva « quindi ho vinto, senza avere problemi tra l’altro » ecco, che bitch che è. Passa a parlare della costrizione e si va a guardare le bacchette, tornando poi su di lei. « Vabbe »
Le sopracciglia si sollevano verso l’alto, e lo sguardo un po’ scettico che lo va a cercare quando l’altro professa di aver vinto. « Se lo dici tu. » facendo poi spallucce e guarda verso la sala comune, dove qualche altro Serpeverde va, arriva, passa da un divanetto all’altro « Resta il fatto che è Remy quello che ha passato il turno. Quiiiindi, vincere serve a tutti. » tornando poi a guardarlo, dandosi dell’ovvio alle parole precedentemente spese per lui.
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gli sciamani dell'irlanda del nord;
Dietro alle spalle uno zainetto in pelle simile alle scarpe che indossa dal quale ora fa sbucare una pergamena che poi porge a Tristran, che cammina a suo fianco « Guarda un po’! » mostrandoglielo sotto al naso, con una gomitatina verso il quartino, sorridendogli. « Lo hanno messo in vendita, sono tipo dei maghi sciamani. » sentenzia riguardo all’annuncio di vendita presente sul pezzo di pergamena che mostra al Grifondoro con tutta la sua fierezza: uno di quei bastoni a Y per fare la rabdomanzia e tutto il resto. « Forse è stato fatto con del legno magico supersacro, tipo quello per le bacchette. »
«Ah!» osservando con tanto d`occhi il prezzo in Galeoni decisamente proibitivo «Ma dove lo vendono, qua? O è `na roba via gufo?» rigira il foglio a caccia di un indizio qualsiasi sull`attività di questi maghi sciamani, dopodiché lo allungherebbe a Charlotte per restituirglielo. «Ma secondo te» e la cerca con lo sguardo, tirando su un sopracciglio «`sti bastoni, no? Non è che poi fanno ingramare le bacchette magiche vere? Specie se sono fatte dello stesso legno... cioè, magari poi si mettono tipo a litigare» butta lì, decisamente più scettico riguardo questi insoliti strumenti del mestiere.
« Sarebbe una cosa via gufo, oppure andare da questi tizi.. » si riavvicina il pezzo di pergamena sotto agli occhi per controllare da dov’è che arriva l’inserzione. « Irlanda del Nord. » sentenzia, con lo sguardo un po’ dubbioso ma del resto può fare solo per corrispondenza con questi o andare lì durante l’estate ormai non così troppo lontana come lo sembrava essere all’inizio dell’anno. « Sai che non lo so?! » domanda e risponde al tempo stesso. Tira su col naso, con il silenzio di pochi attimi usato per pensarci un po’. « Cioè, sono strumenti magici ma non può ingramarsi così tanto una bacchetta.. oppure hanno timore di essere, tipo, abbandonate? Può darsi. » ed ecco che schiocca la lingua contro al palato, provocando il classico rumore « Però cioèèè, immagina se da quello stesso legno poi ci fai una bacchetta? Diventi un super-divinante? » [...] « Tipo, se tu avessi un’orecchino di legno ma dal legno di un albero da bacchetta? »
«Serio?» più in un tono di divertito stupore che per chiedere effettivamente conferma. Raddrizza le spalle e si fa difatti improvvisamente propositivo, affermando con un sorriso «E allora ci dobbiamo andare, scusa. Gita a Ballycastle?» la curva della labbra diventa più profonda, uno sogghigno beffardo per accompagnare quella proposta decisamente non casuale. «Mh. Non so di che legno è, era di Niall» confessa, facendo spallucce, prima che un`idea stupida lo costringa ad affondare i denti nel labbro inferiore come a trattenere una risata «... cioè dici che avrei un orecchio magico? Potrei lanciare incantesimi muovendo l`orecchio?» con le dita smuove la conchiglia dell`orecchio, ridacchiando in suo favore nel tentativo di strapparle una risata «Boh»
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Maghi impegnati;
Agita la bacchetta magica in una mano per simulare il movimento di qualche incantesimo, mentre con l’altra fa le fusa al gatto. Sopra alla sua testa aleggia qualche piccola invenzione magica: dei semplici brillantini da atmosfera - per rendere le cose più favolose, ovviamente. Sembra quasi che nel lago nero ci siano i glitter, dal suo punto di vista.
« Il legno si è scurito, buon segno. » con il pollice è come se facesse una carezza proprio sul manico della bacchetta stessa, trovando ancora una volta un contatto diretto col proprio catalizzatore magico, senza però smettere di far fare le fusa al suo gattino bianco che sembra faccia il rumore di un calderone che bolle.
Rilassato e indotto ad un sentimento di pace che sfiora quasi il menefreghismo alle volte, obbligato da quella runa che campeggia sul palmo della mano destra e di cui ormai si dovrebbe sapere, che muta buona parte dei suoi comportamenti ma non cancella totalmente quel modo di fare e rapportarsi con il prossimo che anni di determinati insegnamenti gli hanno inculcato. Quindi è scomposto e improvviso il suo lasciarsi cadere in terra davanti al divano occupato da Lotte, più o meno all’altezza della sua spalla, così da poter poggiare la nuca contro la seduta del divano e godersi quella pioggia di glitter dal basso, senza disturbare (?) troppo la proprietaria degli stessi. « ciao Lotte » a testa in giù praticamente, le labbra che si piegano in un sorrisino morbido. « scusa, ma volevo vedere com’erano da sotto » semplicemente.
« Ciao, Stan. » arricciando appena appena il naso. « Fa’ pure. Io li trovo favolosi, li ho presi a Diagon Alley. » tanto per metterlo al corrente di quello che ha fatto per averli e di quanto siano bellissimi da vedere. Tira un po’ su col naso, con il gatto che si rigira solo un po’, forse disturbato dall’improvvisa presenza del Serpeverde che non considerava partecipe alle sue fusa. « Ti ho visto piuttosto impegnato negli ultimi giorni. » facendo un’espressione piuttosto tranquilla, mentre gli fa notare di averlo notato più impegnato, ma è anche nell’anno dei GUFO perciò sicuramente giustificabile. « Non ti ho visto nemmeno ad Hogsmeade l’altro giorno… c’eri? »
« Solo domenica. » Il sabato effettivamente quanto pare non c’era ad Hogsmeade, ecco. « I compiti, alcuni progetti miei e la MacGillivray che non aiuta » o almeno, il suo fare, visto che si ritrova ad alzare la mano destra verso di lei, piegando semplicemente il braccio verso il petto per mettere in mostra il palmo signato con la runa Wunjo. Perché sì, tra le altre cose ha preso con filosofia anche le tempistiche serrate che era abituato a dedicare allo studio in vista degli esami e in qualche modo ha dovuto pur recuperare il tempo ‘perso’, questa volta rinunciando ad Hogsmeade. « mi sono perso qualcosa d’importante? » di ogni genere, senza alcuna specifica, « tu che hai fatto? »

« Io ho guardato la partita, domenica. » c’erano i Corvonero contro Grifondoro, e non s’è degnata di mettere piede ad Hogsmeade dopo la partita che forse non aveva tanta voglia di andarci. « Che mago impegnato. » prendendolo un po’ in giro, come se fosse davvero così pieno di impegni importantissimi a tenerlo lontano dalla quotidianità delle solite cose da ragazzini che fanno cose. C’è anche un mezzo tono offeso, quasi però. « Mh, non credo, a parte Corvonero che ha subito una disfatta estrema.. direi di no. » ridacchiando del risultato della partita, fiera che sia andata poi così perché ci sta tutta. « Le solite cose, ora so fare i talismani con l’aritmanzia è un sacco grinzafica questa cosa! » ammette con un certo orgoglio. Il petto infatti si gonfia un po’ ed annuisce come se fosse chissà quale importante skill sbloccata ma oh, insomma a lei fa piacere saperlo fare. « E sto cercando i posti più sghici di Hogwarts, mi sta aiutando Jeremy, il gemello Avery, ma quello intelligente. »
« Molto. » Si dà un tono, alzando il mento più di quanto non lo fosse già, considerando che continua a guadare dal basso quella pioggia di glitter che cade su di loro. « Tutti mi cercano, tutti mi vogliono. » E nessuno se lo prende. Ma quelli sono dettagli secondari di cui è meglio non far voce. « Tranne te. Non mi cerchi più Lottie. E io ne soffro. » Teatrale, nel portare la mancina al petto, le iridi bluastre che la cercano mentre fa un po’ il broncio. « Un solo piccolo errore » sì, con i talismani « e magari apriamo la strada per una disfatta estrema anche per i grifondoro. » Ma giusto per dire eh, visto che ne ridacchia dopo un istante, le iridi bluastre che continuano a guardarla come se cercasse una qualche reazione a quella sua battuta. Che forse si perde nello scoprire di quella coalizione con un certo Avery. « Ah, si? » Curioso nel dirlo, mentre s’umetta piano le labbra. « Avete trovato qualcosa d’interessante al momento? » Lei e il SUO Avery, precisiamolo. « Ho letto che l’Eco sta scrivendo indizi e cose simili. »
« È che sono una strega impegnata anche io. Mi sto occupando della mia bacchetta, della mia scopa per diventare la migliore cacciatrice della scuola e poi ho i miei amici e altre cose importantissime. » dandosi un tono anche lei per non essere da meno, insomma. Rimane ora a guardare verso il soffitto quella serie di glitterini volanti che rendono come stellato il cielo (??) della sala comune e non un semplice soffitto qualunque. « Un solo piccolo errore, già. » non sarebbe una brutta prospettiva anche se deve ammettere che le cose sono impari e non vertono a loro favore, ma evita di starlo a specificare al Serpeverde. Fa un sorrisetto entusiasta e divertito subito dopo, nel parlare del suo amichetto Jeremy. « Sì! Però ancora no, cioè sono una cifra difficili da trovare e speravo che lui che è Corvonero sapesse le cose che scrivono nell’eco. »
« Bene, grazie per avermi avvertito del fatto che non faccio più parte dei tuoi amici Charleston » Offeso, apparentemente, non tanto da alzarsi dalla sua posizione, ma abbastanza per spingerlo ad incrociare le braccia al petto, quello sì.
« Tzk. » scuote la testa e poi gli dice, di rimando con quella stessa spocchia scena di prima « Potrei dire lo stesso anche io, Delation. Sei ingrediente e calderone con Gutierrez quindi.. » alzando il mento nel suo momento da offesa per marcare al quintino che lei non fa nulla di male.
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Nessun rimpianto, nessun funerale
« Mo` però forse è meglio se vado… » butta lì, senza tuttavia accennare ancora alcun passo. Mentre la osserva la sua espressione ridente perde d’intensità, attenuandosi nel lieve sorriso ironico di chi sta chiaramente temporeggiando a dispetto dei propri doveri. Dondola intanto le braccia avanti e indietro, in silenzio e distrattamente, finché non cede all’istinto e si fa avanti nel tentativo di colmare la distanza che lo separa da Charlotte. Dapprima cerca di raccoglierle il viso tra le mani, con abbastanza cautela da permetterle eventualmente di scostarsi; poi, se non vi fosse alcuna reticenza da parte sua, mentre una risata appena sbuffata gli sfugge dal naso, si chinerebbe su di lei alla ricerca delle sue labbra con tutta l’intenzione di stamparvi un lungo bacio.

Si mordicchia il labbro inferiore, e poi facendogli un sorrisino di incoraggiamento, con un cenno della testa ed un occhiolino per infondergli la forza d’affrontare la partita ed uscirne almeno soddisfatto. Lo guarda come pensando che dovesse andare e invece sosta un po’ più di tempo sugli spalti. « Andrai a stupeficium. » visto che sembra non del tutto convinto di scendere, glielo conferma anche a parole, piano come se fosse un segreto, con l’aggiunta di un sorrisetto gentile e tenero, provando a compensare il nervosismo altrui che in prima battuta attribuisce alla partita. Non fa una piega quando sente le mani sulle guance anzi, sposta lo sguardo verso l’alto per guardarlo con attenzione, sbattendo le palpebre un paio di volte e piano, cercando di capirlo in quel breve attimo. Le viene quasi naturale e spontaneo avvicinarsi a lui quando vede che Tristran si china verso di lei, con una mano che va a fissarsi sulla clavicola, con le dita tra la stoffa della sua divisa da quidditch, in modo che possa soffermarsi a dargli quel bacio molto più a lungo, incurante di poterlo far tardare per la partita. Si prende il suo tempo, indugiando in quel contatto ancora superficiale ma che di sicuro ha il sentore di qualcosa di più sentito dei bacetti che l`ha vista schioccare a Wes, con una mano che prova a scivolare intorno alla sua treccia per qualche distratta carezzina. La posizione non è di sicuro delle più comode, essendo lei seduta e lui piuttosto alto di suo, ma del resto le sue vertebre sono abituate a peggio. Nessuna smorfia di dolore gli deturpa perciò le labbra quando si stacca da lei per guardarla, ma vi è anzi un sorriso, velocissimo dato che ne approfitterebbe per rubarle un secondo bacio « Vado » si costringe a ripetere, e suona quasi come una promessa che purtroppo gli tocca onorare, che già sente il delicato fiato di Sinclair sul collo.
Per quanto può indugiare e trattenerlo ci prova, ed è mal volentieri che si separa da lui, considerando quei brividi che le sono venuti fuori quando le ha toccato la treccia in quel modo carezzevole. Fa un sorrisino, compensando un leggero accenno di fiato corto, dove poi un paio di denti mordono piano il labbro inferiore, lasciandosi ad un sospiro successivo mentre lo guarda e non fa in tempo che gliene arriva un altro. Arriccia il naso, come solleticata ancora. « Ora vai a vincere, okay? » si mette in piedi, per buona pace della schiena di Tristran ormai vessata, non aspettandosi davvero una risposta e gli sistema la divisa da gioco, specie nel punto in cui aveva già messo la mano, stirandola appena, ma facendolo con troppa calma. Lo guarda, pronto, deciso ad andare « ‘spetta! » fermandolo prima che possa sparire sotto agli spalti e poi negli spogliatoi. Lo raggiunge in due passi super rapidi, come un incantesimo, e si mette sulle punte dei piedi per dargli un altro bacio ma più veloce di quello di prima non potendo approfittare ancora del prepartita, sob « ‘kay, vai! »
Almeno, se la partita dovesse andare male, potrà affogarsi sotto la doccia a cuor leggero sapendo che non diventerà un fantasma pieno di rimpianti.
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vs tassorosso;
[ a quanto pare sabato 27 c'era una partita? boh, lo scopriremo solo vivendo. In tal caso, durante la colazione non sarà mancato un molesto chartanimus a forma di gatto, fatto levitare sino al posto occupato dalla Serpeverde ] RIEMPILI DI PLUFFE COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI il trifoglio ti porterà ancora più Felix!! spero T.
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« Oggi è il mio favoloso compleanno! »
«Daaai. Dai. E` un giorno speciale. La signorina» e qui si volta a indicare CHARLOTTE, attardandosi nel farle l`occhiolino «Compie quindici anni! Cioèèè, è n`occasione per cui ci vuole qualcosina di più forte del tè» fa notare allo squadrone di indaffarati esserini, incrociando le braccia scoperte al petto. [...] occhi nuovamente puntati sugli AMICI già al tavolo - per l`occasione, il corrispettivo di quello occupato dai figli di Salazar «Non state aprendo i regali senza di me, veeero?» si informa con un largo sorriso divertito.
Osserva CHARLOTTE mettendosi su un sorrisetto tutto elettrizzato perché, beh, i compleanni e le feste lo rendono felice. « Sei pronta per ricevere i tuoi » e si deve fermare però perché c`è da fare un conto, un conto che gli costa pure lo sforzo di usare qualche dito « 45 bacetti! » finito il conto. 45 perché ovviamente devono essere 15 a testa. « Tranquiii prima si mangia » rassicura il BRO con una risatina, i regali solo dopo aver riempito la panciotta con tutte quelle cose super buone che sono sul tavolo.
I cioccolatini sono ripieni di Whisky, e chi li mangia se ne accorge subito. « Ho portato io qualcosa di più forte » commenta, invitando quindi gli altri a prenderli, ma celando dietro un sorriso beffardo chi glieli abbia dati e come. « Prima la festeggiata? » chiede, allungandone uno proprio a lei. Per seconda cosa, tira fuori una scatolina rosa cipria, con un nastro violaceo che si vede esser stato sfatto e poi rifatto. « Te lo hanno fatto gli O’Gallagher » esclama dandolo a Charlotte, che se lo aprisse vedrebbe due orecchini d’oro, formati da un solo filo metallico che si annoda e muove, plasmandosi poi alla volontà di colei che li indossa. E poi, un pochino imbarazzato, tira fuori, ma stavolta dalla tasca, anche un altro sacchettino di pelle, che viene messo sul tavolo.


« Ho portato la polvere di fataaaa! Mi è arrivata per posta, stamani! » non è polvere di fata vera, ovviamente, sulla bustina rosah e glitterosa c’è una fatina - fucsia, sì - che cosparge la sua polvere, ma c’è anche un allert che dice che, per l’appunto non è reale polvere ma una specie di ingo brillae. « Poi ve la soffio, eh. » ammiccando verso i tre, che potrebbero diventare dei fatini. Guancine rosee e lucidalabbra con qualche glitterino - leggero - che si intravede perché bisogna essere favolosi e fatine, in ogni caso. Forse oggi anche di più, soprattutto mentre tiene la tazzina da tè con il mignolino alzato. « Il mio papà dice sempre che per avere una bacchetta forte e speciale, ci vuole del whiskey vitale. » come se volesse dare un po’ corda alle suppliche di TRISTRAN che sta angosciando quella banda di elfi, come giusto che sia, eew che schifo gli elfi. « Nooo, ti aspettiamo! Anche perché ti ho lasciato il cupcake rosah! » mostando al GRIFONDORO proprio quello con la glassa rosa pastello. Non che vada meglio agli altri due, dato che per NIALL ce n’è uno che viene allungato verso di lui, di un color verdolino (pisellino) ed uno lillà per WES. La droca viene portata da NIALL, spaccino della situazione con alcuni cioccolatini favolosi (?) al Whiskey. « Grazie.. » un po’ dubbiosa, ma quando prova a metterne uno in bocca strizza gli occhi e poi fa un’espressione buffissima « Uuuhhhh non me l’aspettavooh. » tirando fuori la lingua per aver mangiato il cioccolatino con tutta la tranquillità del mondo, trovandolo invece ingannevole (?). Tira su col naso quando vede la scatolina rosah ed il suo interno, da parte di casa O’Gallagher « Oh ma che gentilissimi, li devi ringraziare un sacco! » aggiungendo anche « Lo dico poi ai miei di questi, cièèè.. » perché l’alta società deve sapere. Con la scusa, soffia un po’ di polverina glitterina-sbrilluccicosa verso NIALL, ridacchiando. « Dopo tocca a voi. » sia mai che gli altri pensano di essere salvi.
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