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#Andrea Cascioli
cccovers · 2 months
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Eternauta & Comic Art #136 (February 1996) cover by Andrea Cascioli.
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assowebtv · 2 years
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BOLOGNA FESTIVAL 2022 IL NUOVO L'ANTICO
BOLOGNA FESTIVAL 2022 IL NUOVO L’ANTICO
Giovedì 20 ottobre ore 20.30, Oratorio di San Filippo Neri, Gianluca Cascioli è ospite della rassegna Il Nuovol’Antico di Bologna Festival, in sostituzione del previsto concerto del fortepianista Andreas Staier che a causadi un’indisposizione non potrà tenere il concerto.Gianluca Cascioli si esibirà al fortepiano, strumento prescelto per le sue più recenti interpretazioni mozartiane,con un…
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spettriedemoni · 5 years
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TOPO-CULTURA
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Decenni fa su Topolino 1538 una storia scritta da Giorgio Pezzin e disegnata da Massimo De Vita introduceva il concetto di Personal Computer.
“Zio Paperone e la rivoluzione tecnologica”, una storia che analizzava costi e benefici della rivoluzione informatica in modo talmente articolato da avere bisogno di essere divisa in due puntate.
La storia fu pubblicata a metà del 1983.
Per capire quanto gli Autori fossero “avanti”, il primo Macintosh di Apple uscì nel 1984, un anno dopo la pubblicazione di questa storia.
Pezzin nel 1983 aveva previsto il personal computer in ogni casa, la rete che ci interconnetterà tutti, l’utilizzo fraudolento dei dati personali, l’abitudine a rinchiudersi in casa senza interagire col mondo virtuale, aveva ipotizzato persino il telelavoro e gli imprenditori che lo incentivano.
Giorgio Pezzin all’epoca era un ingegnere, aveva un approccio logico alla tecnologia e sapeva prevedere gli effetti sociali di essa.
E c’è ancora chi indica Topolino come fosse “robetta”.
Invece era (ed è) uno strumento di Cultura.
A guardarli oggi, dopo 35 anni, anche i disegni di Massimo De Vita erano attualissimi, artisticamente perfetti, così come l’argomento trattato era “avanti” di decenni, proiettato verso il futuro, e analizzava il modus per applicare le potenzialità della tecnologia e anche le varie implicazioni e controindicazioni che oggi conosciamo bene.
Questa è cultura , divulgazione, stimolo intellettuale.
Quantomeno un tipo di cultura, ma sempre di quella si tratta.
Andrea Cascioli.
Puoi farla con i paperi o con il teatro, puoi farla disegnando topi o con il cinema, puoi farla con i cani o con la musica, dipingendo gatti o con l’insegnamento, ma se c’è una scintilla, un’analisi, una stimolazione intellettuale, se anche 35 anni dopo ti sembra attuale, è quella cosa bellissima, che non ti lascia mai solo, mai disarmato, che risplende di Arte e che si chiama Cultura.
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tmnotizie · 7 years
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SAN BENEDETTO – Prestigio e qualità. Queste sono state le parole chiave del Concorso Pianistico internazionale “La Palma D’Oro” conclusosi ieri sera con la premiazione del vincitore del “Primo Premio Assoluto”, il polacco Kotys Vasyl. Il Secondo Premio è andato ex aequo a Giulio De Padova e a Feodor Amirov, il Terzo Premio a Florian Mitrea.
In totale, sono stati 9 i vincitori selezionati dalla giuria. AnnaGiulia Quaglietti è stata premiata dal pianista e conduttore di Montreal Michel Brousseau nella categoria “Enfant Prodige” (fino a 10 anni). Federico Grigioni ha preso il premio dal rappresentante di Mediolanum Massimo Savio per la categoria A (11-13 anni). Samuele Orazi è stato premiato dal pianista Marian Sobula nella categoria B (14-16 anni). Massimiliano Grotto ha ricevuto il premio nella categoria C (18-19 anni) dal dott. Paolo Paoletti della MIPC Italia. A Silvia Carlin è stato consegnato il premio da Ernesto Cascioli di Cascioli Auto nella categoria D (20-25 anni). Il duo Elia Faccini e Betsabea Faccini, fratelli, è stato premiato da Elena Brunelli Berti della Win Project Eventi nella Sezione II – Pianoforte a 4 Mani, categoria F (19-30 anni).
Elena Brunelli Berti ha letto al pubblico la lettera da parte di suo genero, il maestro Andrea Bocelli, per ringraziare coloro che investono nella cultura, come ha fatto la famiglia Cannelli in questo concorso.
“L’educazione quando è espressa nel rispetto del prossimo, nella trasmissione di valori positivi, nello slancio verso l’amore e la bellezza, è il principale e il più potente motore della società. Il seme di un cammino di conoscenza può trasformare se stessi e, in prospettiva, il proprio paese. Solo l’educazione può realizzare una vera rivoluzione. Non certo quelle insanguinate e costantemente, miseramente fallite, bensì l’unica rivoluzione possibile: quella interiore. Quindi l’educazione e l’educazione all’arte, in particolare, ed all’intrinseca bellezza del Bene, apre all’unica grande rivoluzione auspicabile e possibile. Per tale motivo, informato del concorso in oggetto, è mio desiderio esprimere la soddisfazione ed il plauso convinto allo sponsor dell’evento, Simone Cannelli. Mi auguro che il suo gesto, la sua disponibilità ad incentivare i giovani musicisti, i pianisti in erba di questa competizione, funga da modello virtuoso che venga preso ad esempio. La musica – come diceva Aristotele – può ‘mutare il carattere morale dell’anima’. La buona musica può educarci alla bellezza, aprirci il cuore e la mente, portando con sé un forte messaggio di pace e di affiatamento. Ogni gesto, anche piccolo, che vada in questa direzione, è in realtà un grande gesto“.
Simone Cannelli ha subito ringraziato il tenore per le sue “parole toccanti e giustissime” e la signora Brunelli Berti ha espresso i suoi sentiti complimenti per l’alto livello dell’evento. Mai parole sono state più vere per questo concorso d’eccezione sulla Riviera Adriatica per il suo carattere internazionale e di prestigio culturale. Quattro giorni di selezioni ed eventi correlati nel format DegustandoPiano che ha unito cibo e musica in maniera fluida ed armoniosa nei locali del Caffè Florian e dell’Haus Food & Design Store. Una manifestazione musicale che nei prossimi anni si auspica di crescere per diventare uno degli appuntamenti principali della città di San Benedetto grazie pure, si spera, al supporto dell’amministrazione comunale.
Il maestro Lorenzo Di Bella ha consegnato alla fine il Terzo Premio a Florian Mitrea e il Secondo Premio ex aequo a Giulio De Padova e Feodor Amirov. I premi dati sono stati in forma di borse di studio da 150 a 400 euro, accompagnate dal vino della Tenuta La Riserva di Carlo Ciabattoni e dal tartufo del Gruppo Filotei.
Kotys Vasyl è stato premiato col Primo Premio dalla signora Carla Colorizio, madre del patron Simone Cannelli. Il premio è stata la somma di 2.500 euro e 3 concerti (di cui uno in Canada). “Sono stato contento di essere in questa bella città a suonare su questo straordinario pianoforte”., ha dichiarato il vincitore polacco.
“Questo concorso è il risultato della passione che ha sempre contraddistinto Simone Cannelli e il suo amore per la musica, principalmente per il pianoforte, che ha trasformato in qualcosa di concreto”, ha aggiunto il direttore artistico Lorenzo Di Bella, “Il concorso vuole dare un apporto e un contributo ai giovani pianisti che studiano e stanno ore sopra allo strumento”.
Nella seconda edizione del concorso c’è stato un aumento delle iscrizioni, da 53 del 2016 sono passate a 60 quest’anno. Venti pianisti da tutto il mondo si sono presentati per concorrere al trofeo. Le sezioni erano suddivise in: sezione 1 – Nazionale a categorie da 0 a 25 anni, sezione II – Duo a quattro mani, sezione 3 – Internazionale.
Presente come ospite in sala la MIPC Italia, Music Industry Promotion Committee,  organismo del governo cinese che coordina l’industria discografica in Cina, nella figura del dott. Paolo Paoletti e Paolo Marchetti. “Noi siamo qui proprio per testimoniare l’interesse del presidente Mr. Wang Jing Jing a questa manifestazione. Purtroppo non ha potuto essere presente per impegni, ma l’anno prossimo sicuramente ci sarà. Speriamo di poter dare un piccolo contributo alla crescita di un evento che seppur giovane, si colloca in un panorama internazionale importantissimo”., ha fatto sapere Paoletti.
La serata si è svolta velocemente in due ore senza annoiare il pubblico con l’introduzione effettuata da una voce fuori campo inaspettata ed innovativa e il talento straordinario dei concorrenti che ha permesso al pubblico di vivere ogni nota. Le persone accorse sono state numerose, a dimostrazione del fatto che questo tipo di eventi smuovono un grande interesse nella popolazione, a dispetto delle credenze generali a riguardo.
Le opere eseguite dai pianisti sono state: Cavaliere Selvaggio di R. Schumann e Sonatina Op.36 N.1 di M. Clementi per AnnaGiulia Quaglietti, 5 Variazioni su Tema di Schubert di H. Lachenmann per Federico Grigioni, Pour Le Piano (Sarabanda e Toccata) di C. Debussy, Ballata N.1 Op. 23 di F. Chopin per Massimiliano Grotto, Scherzo N.4 Op. 54 per Silvia Carlin, Rapsodia Spagnola (Feria) di M. Ravel per Elia e Betsabea Faccini, Der Muller und Der Bach Gretchen am Spinnrade di F. Schubert/F. Liszt e Trascendental Etude N. 12 Chasse Neige di F. Liszt per Kotys Vasyl.
La giuria è stata composta da: Filippo Gamba, Luca Torrigiani, Marian Sobula, Michel Brousseau, Donella Sabatini, Lorenzo Di Bella e Daniela Bastiani. Direttore artistico del concorso è il pianista civitanovese Lorenzo Di Bella, primo premio e medaglia d’oro nel 2005 al concorso pianistico internazionale “Horowitz” di Kiev, vincitore nel 1995 del “Premio Venezia”, attuale docente di pianoforte principale presso l’Istituto Statale Superiore di Studi Musicali “G. Braga” di Teramo, nonché direttore artistico dell’Accademia Pianistica delle Marche di Recanati.
Il patron del concorso è il dott. Simone Cannelli, manager ed imprenditore mentre l’organizzatore della comunicazione è il dott. Alessandro Quagliarini, manager e consulente marketing, entrambi cultori ed appassionati di musica classica. Senza il loro sforzo filantropico, il concorso non sarebbe avvenuto.
La serata è stata presentata da Alessandro Anchini. Erano in prima fila anche il sindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti e l’assessora alla Cultura Annalisa Ruggieri. le prof.sse Daniela Bastiani e Daniela Tremaroli dell’Istituto Antonio Vivaldi di San Benedetto del Tronto, Donella Sabatini decana del Conservatorio di Fermo.
Sponsor del concorso: THP srl, Cascioli e Sirio con i marchi BMW e Mercedes, Banca Mediolanum, Inim Elettronics, Orlandi Passion, Valentino Resort, Filotei, ristorante Chili Peppers e Tenuta La Riserva.
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oubliettemagazine · 7 years
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Food for new song, il nuovo album della band Sick 4 Milk: Semplicemente Made In Indie
Food for new song, il nuovo album della band Sick 4 Milk: Semplicemente Made In Indie
Conosco da (un po’ di) tempo i ragazzi che formano i Sick 4 Milk (Jacopo Morroni – voce, chitarra e testi; Gael Cascioli – chitarre e percussioni; Riccardo Finili – Batteria e percussioni; Michele Aprile – Sax alto e clarinetto; Andrea Falcone – Basso). Food for new songs Sono artisti eccezionali. Creativi. Delicati, raffinati ed energici al tempo stesso. Ho partecipato ad alcuni loro live in…
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lamiaprigione · 8 years
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Dietro alle "proteste dei giovani contro Trump", così come alle impuntature sulla Brexit, c'è in filigrana tutto lo stupore di una generazione, che poi è anche la mia, abituata fin dai primi tempi della scuola a rigare ideologicamente diritto.
Schiere di ragazzi che sono passati per gli scout o l'animazione parrocchiale fino alle medie, poi l'epifania anticlericale col beneplacito dei genitori, le assemblee di istituto autorizzate dal preside, la tessera a Libera o a Amnesty, i fervorini della professoressa d'italiano, i comizi dei docenti universitari, qualche corteo studentesco, qualche manifestazione anti Berlusconi o Salvini o contro l’apertura di un tabaccaio di Forza Nuova.
Anni di impegno sbandierato ma mai totalizzante, mai definitivo, mai sofferto. Sempre schierati a difesa di una Fortezza Bastiani cementata di diritti che da decenni nessuno è più in grado di minacciare nemmeno volendolo, o di concetti talmente vaghi e indeclinabili nella realtà da non voler dire un cazzo. Per la pace, per il diritto ad amare, per la costituzione, contro le guerre se le fa Bush e comunque senza mai rimettere in discussione l’egemonia occidentale sul mondo perché ci andiamo a incasinare, contro la mafia che è una montagna di merda e non vedi l’ora di dirlo dal momento che non abiti a Cinisi ma a Fiano Romano o a Vimercate, contro le stragi, santamadonna, c’è gente che dopo gli attentati fa le manifestazioni contro le stragi, dovessero tante volte scendere in piazza quelli che invece sono a favore.
Giovani abituati ad avere ragione perché sì e perché tanto sul piano dei valori assoluti, stringi stringi, dicono esattamente le stesse cose che pensano i loro genitori, i professori, il preside, il questore, il signor prefetto, il prete, l’arcivescovo, il sindaco, il direttore di Repubblica, il presidente della Repubblica e il Papa.
Giovani che sanno di aver ragione e che giustamente, quando scoprono che il mondo non ruota attorno alla ragione cartesiana dei bene educati, sgranano gli occhi e si dicono “ma ho ragione!”. È così, caro amico, ma la ragione te la dai in faccia e se sarai abbastanza bravo da trarre un insegnamento da tutte queste sconfitte potrai imparare che avere torto è vivificante.
La storia del socialismo, quando è stata davvero grande, è stata scritta da uomini e donne che sapevano di avere profondamente torto nella loro epoca e che per questo sono stati incarcerati, condannati a morte dopo processi farsa, linciati dai gangster assoldati per liberare le fabbriche occupate, scaraventati dalle finestre dei commissariati, infamati dalla stampa.
Sappiate avere torto, è l'unico modo per conservare qualche ragione di esistere quando la ragione ti scappa di mano.
Cit. Andrea Cascioli
persone che pubblicano canzoni impegnate e non ne capiscono il significato
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cccovers · 3 months
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Eternauta & Comic Art #133 (November 1995) cover by Andrea Cascioli.
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giuliomozzi · 9 years
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La formazione del fumettista, 13 / Andrea Cascioli
La formazione del fumettista, 13 / Andrea Cascioli
di Andrea Cascioli
[Questa è la tredicesima puntata della rubrica del martedì, dedicata alla formazione di fumettiste e fumettisti. La rubrica è a cura di Matteo Bussola. Ringraziamo Andrea per la disponibilità. gm].
Mi contatta Matteo Bussola. Dice che vorrebbe un mio scritto, mi manda un link perché veda di che si tratta. Sostanzialmente mi chiede di dire cosa è importante in questo lavoro,…
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anticattocomunismo · 5 years
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Quando i misericordiosi sparano addosso veleno
Nella sua rubrica su Avvenire, Gianni Gennari ci accusa di fomentare odio soltanto perché richiamiamo la dottrina cattolica (oltre che il buon senso). E il vescovo di Chioggia ci insulta dalle colonne del settimanale diocesano per un articolo che non ha gradito. Qualche domandina scomoda ai vertici dell'episcopato.
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di Riccardo Cascioli (13-12-2019)
Ieri mattina di buon’ora mi telefona un collega di un’altra testata: «Hai visto Avvenire oggi? Lupus in pagina (vale a dire la rubrica di Gianni Gennari, ndr) attacca ferocemente la Bussola». No, non l’avevo ancora visto. Ma rischia di diventare un’abitudine. Il giorno prima era stato un altro amico a mandarmi per conoscenza il pdf del settimanale della diocesi di Chioggia, La Nuova Scintilla, dalle cui colonne il vescovo Adriano Tessarollo lanciava anatemi alla Bussola e alla mia persona per l’articolo sulle suore costrette ad uscire dal monastero di Porto Viro. Gennari invece se l’è presa per l’articolo di Andrea Zambrano sulla protestantizzazione della diocesi di Milano.
Si potrebbe tranquillamente soprassedere sulle invettive di questi personaggi, però vale la pena riprendere i loro interventi perché sono rivelatori dell’atteggiamento di certi uomini di Chiesa che, mentre proclamano la Misericordia universale e si considerano anche più buoni e accoglienti di Gesù, sputano veleno su chiunque osi semplicemente criticare certi processi o avvenimenti. E ovviamente gli affibbiano l’etichetta di seminatori di odio. È esattamente ciò di cui Gennari accusa la Bussola. Zambrano aveva semplicemente rilevato che due pastori protestanti (marito e moglie) sono stati incaricati dalla diocesi di Milano di commentare i vangeli del giorno dal sito della diocesi a beneficio di altri preti e dei laici (commenti che vengono trasmessi anche dalla radio diocesana). E che, soprattutto nel giorno dell’Immacolata, il commento del pastore sfiorava la bestemmia: quella di Maria è stata definita una «maternità irregolare» e Gesù «un richiedente asilo». Zambrano ha quindi fatto notare che affidare il commento al Vangelo a un pastore protestante, seppure non durante la messa, «è cosa decisamente curiosa, per non dire eretica». Ovviamente non è solo la Bussola a vedere il problema, ci sono anche qualche decina di preti che hanno protestato in Curia. Ma per Gennari quanto scritto dalla Bussola è «una scarica di odio» e arriva addirittura ad evocare la “defenestrazione di Praga” (che diede il via nel 1618 alla Guerra dei trent’anni) per invitare a «buttare l’odio dalla finestra», probabilmente insieme agli odiatori.
Dovremmo dunque dedurre che per Gennari – e per il direttore di Avvenire che ha avallato il suo sproloquio – chi semplicemente richiama la dottrina della Chiesa è per se stesso un fomentatore di odio. Tutto sommato che lo sostenga Gennari, il quale vanta una lunga militanza contro il magistero della Chiesa, sorprende fino a un certo punto. Ma che lo sostenga dalle colonne del quotidiano dei vescovi lascia quanto meno interdetti. Vorremmo chiedere ai vertici della Conferenza episcopale italiana (Cei): se il richiamo della dottrina cattolica significa fomentare odio, in base a che cosa pretendete obbedienza e sequela dal popolo cattolico? E poi, chiariteci per favore di quale Chiesa si sta parlando. Gennari afferma che quella della Bussola è «una invettiva contro la Chiesa “ambrosiana”, evidentemente parte di “questa” Chiesa detta “francescana”». Detta “francescana” da chi? A noi risulta che ci sia solo una Chiesa, cattolica, che è di Cristo e che anche i papi devono seguire. Se la Cei ha deciso altrimenti che lo dica chiaramente, non lasci la comunicazione alle righe strampalate di un signore che scrive in modo più oscuro di Nostradamus. Anche se a Gianni Gennari dobbiamo almeno un riconoscimento e gratitudine: con queste note velenose ha infatti infranto un tabù di Avvenire: ha nominato esplicitamente la Nuova Bussola Quotidiana quando da anni nel giornale dei vescovi c’è la consegna rigida di non nominare mai la nostra testata.
Chi invece non ha paura di chiamarci per nome è il vescovo di Chioggia. Avevamo raccontato le vicende di alcune suore, che hanno subito un commissariamento e dopo un lungo braccio di ferro sono state costrette a uscire con ignominia dal monastero e oggi attendono ancora, dopo due anni, che sia fatta loro giustizia. Peraltro il nome del vescovo Tessarollo era stato appena sfiorato a proposito della prima visita apostolica inviata dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, ma tutto l’articolo verteva su ben altre questioni in cui il vescovo non era neanche nominato. Eppure, chissà perché, si è sentito punto sul vivo. E ha mollato i propri freni inibitori. Così dalle colonne del giornale diocesano da cui avrebbe dovuto confutare l’articolo del sottoscritto (che comunque confermo in toto), inizia così: «Cosa fosse la “Nuova Bussola”, ne avevo un’idea sufficiente per non “frequentarla”, chi fosse poi il sig. Riccardo Cascioli me ne sono fatto ora l’idea per confermarmi nell’idea di non perdere tempo a leggerlo». Il resto dell’articolo è infarcito di altri apprezzamenti del genere, si sottolinea la mancanza di credibilità del sottoscritto, si fanno insinuazioni su obiettivi inconfessabili che avrei (ma non dice quali) e si conclude in bellezza affermando che «il senso di questo mio intervento non è di parlare superficialmente delle vicende del monastero di allora (…), ma di sottolineare l’incompetenza professionale e la meschinità di intenzioni dell’estensore di detto immorale minestrone».
Certo, per uno che afferma ripetutamente di non essere mai stato coinvolto nelle vicende della comunità monastica, non c’è male. Figurarsi se fosse stato coinvolto. Ma viene da chiedersi se sia da considerare normale per un vescovo un linguaggio diffamatorio che non sarebbe consentito ad alcun giornalista o a chiunque altro. Forse il fatto di essere vescovo dà a qualcuno la sensazione di essere al di sopra di tutto e di tutti e di poter impunemente infangare le persone. Ne prendiamo atto. Del resto sappiamo che, come accadrà per noi, anche i vescovi dovranno rispondere di quel che dicono e fanno a Qualcuno ben più importante del sottoscritto. Meglio che si preoccupino di Lui piuttosto che della Bussola.
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cccovers · 4 months
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Eternauta & Comic Art #135 (January 1996) cover by Andrea Cascioli.
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cccovers · 4 months
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Eternauta & Comic Art #134 (December 1995) cover by Andrea Cascioli.
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anticattocomunismo · 5 years
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Vaticano, comunicazione a suon di ceffoni
Pur visti con prospettive diverse, i commenti dei vaticanisti più attenti sono concordi: le dimissioni a sorpresa del portavoce della Sala Stampa vaticana, Greg Burke, e della sua vice, Paloma Garcia Ovejero, sono l’esito di una guerra intestina all’interno del sistema della comunicazione vaticana. Da cui sta emergendo un vincitore assoluto...
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di Riccardo Cascioli (02-01-2019)
Pur visti con prospettive diverse, i commenti dei vaticanisti più attenti sono concordi: le dimissioni a sorpresa il 31 dicembre del portavoce della Sala Stampa vaticana, Greg Burke, e della sua vice, Paloma Garcia Ovejero, sono l’esito di una guerra intestina all’interno del sistema della comunicazione vaticana. C’è chi parla di schiaffo al Pontefice, chi di semplice reazione alla nomina di Andrea Tornielli a direttore editoriale dei media vaticani dopo quella di Paolo Ruffini al vertice del Dicastero della comunicazione, fatto sta che Burke e Garcia Ovejero hanno capito che ormai erano di troppo.
Possiamo immaginare che soprattutto Burke si senta ora più sollevato. Questi due anni e mezzo alla direzione della Sala Stampa sono stati tutt’altro che facili, appiattito nel ruolo di estensore di comunicati ufficiali, arrivati spesso in ritardo e con una credibilità da Soviet supremo. Eppure la riforma vaticana della comunicazione voluta da papa Francesco assegna al direttore della Sala Stampa un ruolo tutt’altro che marginale, da vero portavoce non solo del Papa ma dell’intera Curia vaticana, d’intesa con la Segreteria di Stato. Un po’ quello che in effetti era stato Joaquin Navarro Valls per Giovanni Paolo II.
Ma è stato lo stesso papa Francesco che, seppure abbia lui stesso nominato Burke e la Garcia Ovejero, li ha anche aggirati di fatto in mille modi consegnando la pubblicizzazione del suo pensiero ad altri, che considera “amici”. Tra questi anche Eugenio Scalfari, che ancora recentemente ha attribuito al Papa un pensiero sulla Creazione ben lontano da ciò che ha sempre insegnato la Chiesa e senza che la Sala Stampa abbia mai potuto o voluto smentire certe affermazioni. Ma chi davvero voleva capire il pensiero del Papa, le sue strategie, il senso di alcuni gesti e parole, in questi anni ha dovuto soprattutto seguire quanto scrivevano alcuni “prediletti”. Su tutti padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, e Andrea Tornielli, vaticanista de La Stampa e coordinatore del sito Vatican Insider. Non per niente il primo è l’eminenza grigia dietro la nomina del nuovo direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda, e il secondo è stato appena nominato direttore editoriale di tutti i media vaticani, ruolo previsto dallo Statuto del Dicastero per la Comunicazione ma da tre anni rimasto scoperto, ovvero gestito in prima persona dal prefetto del Dicastero.
Di per sé, a norma di Statuto il Direttore della Sala Stampa è indipendente dal Direttore editoriale, è un pari grado. Ma alla luce di quanto visto in questi anni, sotto la guida di Tornielli la direzione editoriale tenderà naturalmente ad estendersi anche verso la Sala Stampa, una concentrazione di potere senza precedenti. Essendosi Tornielli distinto in questi anni nel dividere la Chiesa tra buoni e cattivi, nell’individuare e mettere nel mirino i presunti “nemici” del Papa (basta porre una domanda di chiarimento per entrare di diritto in questo club), possiamo facilmente intuire che il nuovo assetto nella comunicazione vaticana significherà tra l’altro lotta senza quartiere a quanti non si adeguano alla “nuova Chiesa”.  
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anticattocomunismo · 7 years
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Il Grillo "sparlante" e il cardinale "trombone"
Il Grillo “sparlante” e il cardinale “trombone”
Riccardo Cascioli e Marco Tosatti commentano le violente esternazioni di Andrea Grillo e del cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga. (more…)
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