#Cinzia Rota
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Cinzia Rota ci guida in un viaggio poetico tra consapevolezza e amore autentico. Una riflessione profonda sull’essere umani. Scopri di più su Alessandria today.
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Kareem Abdullah critico letterario scrive un'analisi poetica dettagliata alla poesia "Ironia del fato" di Cinzia Rota
Foto cortesia di Cinzia Rota -Italia e Kareem Abdullah – Iraq “L’Inganno del Destino: Resilienza tra Sogno e Realtà”Lettura critica stilistica della poesia: “IRONIA DEL FATO” – della poetessa Cinzia RotaDi: Karim Abdullah – Iraq La poesia “Ironia del Fato” di Cinzia Rota è una riflessione profonda sull’incertezza, la resilienza e l’inevitabilità degli eventi che sfuggono al nostro controllo. La…
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Hetalia Names
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Canada: 1P, Matthew Williams 2P, James Williams NYO, Marguerite Williams NYO 2P, Maddeline ‘Maddie’ Williams
England: 1P, Arthur Kirkland 2P, Oliver Kirkland NYO, Alice Kirkland NYO 2P, Olivia Elizabeth Kirkland
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Spain: 1P, Antonio Fernandez Carriedo 2P, Andres Fernandez Carriedo NYO, Isabel Fernandez Carriedo NYO 2P, Araceli Carriedo
Italy: 1P, Feliciano Vargas 2P, Luciano Vargas NYO, Margherita Vargas NYO 2P, Mariella Vargas
Romano: 1P, Lovino Vargas 2P, Flavio Vargas NYO, Lucilla Vargas NYO 2P, Angelica Vargas
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Prussia: 1P, Gilbert Beilschmidt 2P, Gilen Beilschmidt NYO, Julchen Maria Beilschmidt NYO 2P, Viktoria Beilschmidt
Hungary: 1P, Elizabeta Hedervary 2P, Erzsebet Hedervary NYO, Daniel Hedervary NYO 2P, Darryl Hedervary
Austria: 1P, Roderich Edelstein 2P, Roland Edelstein NYO, Anneliese Edelstein NYO 2P, Therese Edelstein
Switzerland: 1P, Vash Zwingli 2P, Voss Zwingli NYO, Adelheid ‘Heidi’ Zwingli NYO 2P, Adelaid Zwingli
Liechtenstein: 1P, Lillia ‘Lilli’ Vogel 2P, Luise Vogel NYO, Noah Vogel NYO 2P, Nico Vogel
Romania: 1P, Vladimir Popescu 2P, Vasska Popescu NYO, Viorica Popescu NYO 2P, Alina Popescu
Greece: 1P, Heracles Karpusi 2P, Hermes Karpusi NYO, Helice Karpusi NYO 2P, Hestia Karpusi
Belgium: 1P, Bella Maes 2P, Beatrice Maes NYO, Beau Maes NYO 2P, Anouk de Vris
Netherlands: 1P, Abel Maes 2P, Henry Maes NYO, Karina Maes NYO 2P, Klara de Vris
Poland: 1P, Feliks Łukasiewicz 2P, Franciszek Łukasiewicz NYO, Florentyna Łukasiewicz NYO 2P, Anka Łukasiewicz
Lithuania: 1P, Toris Laurinaitis 2P, Tomas Lorinaitis NYO, Tatjana Lorinaityte NYO 2P, Morta Lorinaitis
Latvia: 1P, Raivis Galante 2P, Ruslan Galante NYO, Rebeka Galanta NYO 2P, Rota Galante
Estonia: 1P, Eduard von Bock 2P, Egor von Bock NYO, Edith von Bock NYO 2P, Loviise von Bock
Finland: 1P, Tino Väinämöinen 2P, Thurston Väinämöinen NYO, Tiina Väinämöinen NYO 2P, Lora Väinämöinen
Sweden: 1P, Berwald Oxenstierna 2P, Bernard Oxenstierna NYO, Belinda Oxenstierna NYO 2P, Freja Oxenstierna
Norway: 1P, Lukas Bondevik 2P, Lokki Bondevik NYO, Lovise Bondevik NYO 2P, Lucia Bondevik
Denmark: 1P, Matthias Køhler 2P, Markell Køhler NYO, Mette Køhler NYO 2P, Milena Køhler
Iceland: 1P, Emil Steillson 2P, Egil Steillson NYO, Emi Steillson NYO 2P, Elsa Steillson
Russia: 1P, Ivan Braginski 2P, Viktor Braginski NYO, Anya Braginskaya NYO 2P, Roksana Braginski
Ukraine: 1P, Yekaterina ‘Katyusha’ Braginskaya 2P, Katya Braginskaya NYO, Dmitri Braginski NYO 2P, Mykola Chernenko
Belarus: 1P, Natalia Arlovskaya 2P, Natasha Arlovskaya NYO, Nikolai Arlovski NYO 2P, Cyril Arlovsky
Japan: 1P, Kiku Honda 2P, Kuro Honda NYO, Sakura Honda NYO 2P, Hana Honda
China: 1P, Yao Wang 2P, Xiao Wang NYO, Chun-Yan Wang NYO 2P, Chen-Lien Wang
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Rome: 1P, Romulus Vargas 2P, Lucius Vargas NYO, Rosetta Vargas NYO 2P, Cinzia Vargas
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Il noce tra leggenda, magia e medicina in Terra d'Otranto e altrove
di Gianfranco Mele
La pianta del Noce è circondata di miti, leggende e attribuzioni magiche; il riferimento più popolare è certamente quello che lo vede albero prediletto dai sabba delle streghe.
Nelle testimonianze raccolte intorno al fenomeno della stregoneria in Terra d’ Otranto emergono come in altre regioni gli incontri sotto l’albero del noce: è il caso, ad esempio, di quanto documentato negli archivi della Curia di Oria. Grazia Gallero, di Francavilla Fontana, viene iniziata come masciàra da Cinzia la Napoletana detta la pignatara. Nella sua deposizione del 1679, racconta i particolari della iniziazione: dopo essersi unte con l’unguento, Grazia e Cinzia insieme a compagne e compagni masciàri si recano, avvolte da una suggestiva atmosfera evocata dagli effetti dell’unzione dell’unguento, al Ballo (questo il termine con il quale masciàre e masciàri salentini denominavano il cosiddetto sabba). In questo caso, la congrega si dà appuntamento ad un crocevia in Francavilla, “nei pressi dell’Hospitale de Buonfratelli”, per poi recarsi verso un non meglio identificato “Noce di Sobrino”:
“Et all’ hora cavalcò ciascheduna di noi, come ancora l’ huomini sopradetti asini negri, et ogn’uno sopra il suo, li quali animali ci portarono per aria, et in poco tempo conforme mi parse tutti arrivassimo in un luoco, che mi disse la napoletana chiamarsi la noce di Sobrino, dove ci era oscuro e doppo comparse una certa luce com’un fuoco, che non faceva luce chiara, ma era bastante a poter conoscere le persone, e vedere quanto si faceva in detto luoco, nel quale viddi una quantità di genere d’huomini, e donne tutti ignudi colli capelli sciolti le donne particolarmente, e viddi e conobbi di nuovo li soprannominati compagni, colli quali eramo partiti di questa terra di Francavilla à cavallo in detti asini negri, et in mezzo stava come in un tribunale seduta una brutta forma d’huomo, con diversi altri intorno in piedi, che mi parvero fatti come le figure delli demonij depinti nel quadro, e chiesa di Sant’Antonio Abbate di questa Terra, e la detta Cinzia mi disse, che quello che sedeva in mezzo era il più grande diavolo e che quell’altri brutti fatti erano tutti diavoli”. [1]
Dalla deposizione di Narda Mingolla del 1722, sempre presso il Tribunale del Santo Officio di Oria, emergono le descrizioni del volo, dell’unguento e del Ballo nei pressi di un albero di noce che in questo caso è quello di Benevento:
“Ogni settimana il Giovedi sera e il Martedi veniva il Demonio in forma di Gentiluomo a trovarla per portarla alli Balli, essa si spogliava nuda, e si ungeva con un unguento la pianta delle mani, e delli piedi, e diceva: Demonio adesso è il tempo di portarci sotto la noce di Benevento […] e si metteva a cavallo e volava fino ad un luoco e vedeva visibile il Diavolo. Nel luoco dove andavamo trovavamo tanta gente huomini e donne ballando e giocando et il Diavolo stava sedendo in trono, e noi arrivati li dicevamo buona sera, e ci mettevamo a ballare”. [2]
Nonostante le evidenti distanze geografiche, il Noce di Benevento ricorre nelle registrazioni di testimonianze di svariate località italiane: ad esempio la deposizione di una tal strega Matteuccia processata nel 1428 a Todi riporta che Lucifero, “sotto forma di capro o di mosca“, la trasportava al noce di Benevento o in altri luoghi.[3]
Difficile stabilire se la località di Benevento fosse introdotta da forzature degli inquisitori nelle registrazioni delle deposizioni, o se realmente le persone processate dichiarassero di essersi recate presso il mitico noce campano, immaginario o vero che fosse il loro viaggio verso il magico albero. E’ anche possibile che “Noce di Benevento” fosse genericamente appellato ogni albero di noce sotto il quale si svolgevano gli incontri, a memoria del più noto noce beneventano (la leggenda del noce di Benevento ha origini in tempi remoti, pare risalga addirittura alla tradizione del culto di Diana e/o divinità similari: si narra che nel VII secolo il vescovo Barbato lo fece sradicare nel tentativo di porre fine a pratiche pagane che là continuavano a svolgersi in onore di una qualche dea lunare, ma un altro noce rispuntò nel medesimo sito, e sopravvisse sino al XVII secolo). Di fatto, come già si è accennato, non sempre e non solo il noce di Benevento era considerato luogo prediletto, ma ogni albero di noce situato più o meno in prossimità delle residenze degli appartenenti alle congreghe. Ad esempio, si narra degli incontri di masciàri e masciàre salentini sotto un “Noce del Mulino a Vento” situato in agro di Uggiano La Chiesa[4], ricorre più volte nelle testimonianze del Santo Officio di Oria il “Noce di Sobrino”, altre volte si fa riferimento genericamente ad alberi di noce situati nelle vicinanze dei paesi di provenienza degli “adepti”, o in luoghi non meglio specificati. In alcuni casi il “ballo” avviene semplicemente al crocevia dove la congrega si era dato appuntamento. Il noce ritorna però come luogo privilegiato per le cerimonie stregonesche di ogni parte d’Italia, ed è così che a Roma ci si riuniva in un luogo nel quale anticamente c’era un grande albero di noce, poi sradicato e al posto del quale fu costruita una chiesa per esorcizzare le presenze demoniache del luogo, a Bologna erano individuati diversi alberi di noce sotto i quali si davano appuntamento le streghe, e in Valdinievole si parlava di un noce sotto il quale le streghe andavano a dormire.
Una serie di orazioni stregonesche raccolte tra Soleto, Lecce, Nardò, Otranto e altri paesi salentini, legate al tema del volo magico e del convegno notturno, testimoniano la presenza del noce come luogo prediletto per gi incontri masciàri.[5] Come si può notare, trattasi di varianti della più nota “Unguento, unguento, mandame alla noce de Benevento, supra acqua et supra vento, et supra omne maltempo”:
– “te subbra a parìti, te sotta le scrasce, finca a lu noce te Minimientu” ;
– “te subbra alli scuerpi, te subbra a parìti, sutta lu nuce lu jentu me ‘nnuce” ;
– “de subbra alli scuerpi, de subbra alli parìti, de sutta allu nuce me mina lu jentu” ;
– “sopra acqua sopra vento sopra il noce del mulino a vento, tu che fai la rota rotonda…” ;
– “Sutta l’acqua e sutta lu jentu sutta lu nuce de lu mulinu a jentu”
Il mito del noce come luogo prediletto da spiriti, dèmoni e masciàri sopravvive nella tradizione contadina fino ai giorni nostri: l’anziano Noè Giuggia, intervistato da Maurizio Nocera, racconta di una strana e inquietante figura che vien fuori da sotto un albero di noce.[6]
Il frutto del noce a guscio trivalve (detto “a croci” a Grottaglie, “a triangulettu” a Manduria) era utilizzato come amuleto contro il malocchio e come simbolo augurale di fecondità (per questo motivo gli innamorati se lo scambiavano).[7] “Li nuci a tre cerchi portanu furtuna”, è un detto leccese.
Il Cattabiani nella sua corposa ricerca su miti, simboli e leggende di fiori e piante ci fornisce altre informazioni rispetto alla noce trivalve:
“Nella terra d’Otranto le donne la tenevano in tasca per difendersi dal malocchio e dalle malattie. E guai a romperla per mangiarla! Nei racconti popolari di quella zona era considerata un talismano: bastava gettarne una a terra per far apparire pianure cosparse di rosai, montagne che toccavano le stelle, mari infiniti.”[8]
La noce comune, schiacciata, era utilizzata nel territorio salentino per divinazioni (“apri la nuce ca iti la sorte”, “apri il frutto del noce e vedrai la sorte”, interpretata come cattiva se il gheriglio era annerito, buona se era chiaro).[9] Questa usanza dalla quale è ricavato il succitato detto salentino, è ricorrente in diversi luoghi: ad esempio, in Belgio, le ragazze interrogavano le noci durante la festa di san Michele Arcangelo, il 29 settembre, per sapere se si sarebbero sposate.[10]
Il manduriano Michele Greco ci racconta, nella sua opera “Superstizioni, medicamenti popolari, tarantismo” di come i contadini salentini erano convinti che riposare sotto l’ombra del noce fosse dannoso alla salute:
“si raccontano dei casi di alcuni che, addormentatisi sotto questi alberi, o non si sono rialzati più o si sono ritrovati dopo il sonno pallidi e smunti come cadaveri e son rimasti malaticci per tutta la vita”.[11]
Nell’ambito della medicina popolare, le foglie di noce erano utilizzate dai nostri contadini come emostatici: usavano fasciarsi con queste le ferite.[12]
L’ “acqua di noce” era un distillato di noci a diversi stadi di maturazione, indicato per gotta, malaria, renella, diarrea, mal di denti, piaghe, epilessia.[13]
Un trattato medico del XIV secolo riporta un impiastro contro il morso dei cani rabbiosi a base di noci, cipolla e sale.
Nella sua opera “Ricettario delle streghe”, il tossicologo Enrico Malizia raccoglie una selezione di antiche ricette da formulari, manoscritti magici e testi esoterici che vanno dal 1400 agli inizi del 1800. Tra le ricette riportate dal Malizia, è presente un elettuario afrodisiaco in cui sono presenti noci ammollite per un giorno nel miele insieme a vari altri ingredienti (foglie di verbena, radici di eringio, conserva di zenzero, decotto in latte di testicoli di gallo, filtrato di pigne di pino di mare macerate nel latte, torta di mandorle, noci ammollite per un giorno nel miele, semi di cipolla). I componenti solidi vanno tritati e fatti sedimentare in un boccale di vetro scuro; quindi va mescolato il tutto e dopo dieci giorni va aggiunto sciroppo di conserva di corteccia di cedro. Un bicchierino dopo i pasti.[14]
Un elettuario per stimolare gli impulsi sessuali è composto di: noci macerate in miele, conserva di satirione, conserva di cedro, pigna macerata in miele, pistacchi fritti per breve tempo in burro, decotto di carne di tartaruga al mughetto, cinnamomo. Mescolare fino ad amalgamare, e aggiungere sciroppo di eringio. Conservare in un vaso di coccio chiuso con pelle di pecora rovesciata. Dopo venti giorni assumerne un cucchiaino a ogni tramonto.[15]
Una ricetta del ‘500 mirata a provocare “il massimo piacere nell’amplesso sessuale“, impiega un olio con il quale ungere i genitali ricavato da noci bollite in olio comune.[16]
Secondo la teoria della segnatura (antichissima credenza secondo la quale parti di una pianta somiglianti ad organi umani servono a curare quegli organi), il mallo verde del frutto di noce assomiglia alla bile dunque la sua essenza può essere impiegata per far uscire la bile, mentre il sale preparato con mallo verde di noce è utile a consumarla. Siccome il gheriglio della noce ricorda invece in modo impressionante il cervello, l’essenza fatta con questo e pestata con il vino rinforza la testa e il cervello. [17]
In ambito mitologico, il noce è legato a Giove, Diana-Artemide, e alla divinità pelasgica Ker, dalla quale Artemide eredita attributi e l’appellativo di “Artemide Cariatide”. Karya in greco antico sta per noce, e il noce è detto “Karya Basilica” (noce regale), da qui anche Iovis glans (ghianda di Giove) e l’attuale nome botanico Juglans regia (Juglans è contrazione di Iovis-glans). Caria è anche una fanciulla trasformata da Dioniso in noce. Il tempio di Artemide Cariatide in Laconia era caratterizzato da colonne scolpite in legno di noce.[18]
Note
[1]Archivio Curia di Oria, Sortilegi e stregonerie in Francavilla Fontana ai tempi di Monsignor C. Cozzolino, Denuncia contro Nicodemo Salinaro, anno 1679, f. 29 (cit. in M.A. Epifani, Stregatura, Besa Editrice, 2000)
[2]Archivio Curia di Oria, Denuncia di Tommaso Camassa in data 21 settembre 1722 contro Narda Mingolla, perchè posseduta da demonio, f f. 9-10 (cit. in M.A. Epifani, Stregatura, Besa Editrice, 2000)
[3]Gianluca Toro, Sotto tutte le brume sopra tutti i rovi, Nautilus Ed., 2005, pag. 46
[4]Antonio Mele Melanton, Il salento delle leggende. Misteri, prodigi e fantasie nell’antica terra d’Otranto.3 Fondazione Terra d’Otranto, sito web, marzo 2013
[5]Gianfranco Mele, Maurizio Nocera, La Magia nel Salento, Fondo Verri Edizioni, 2018, pp. 70-71
[6]Gianfranco Mele, Maurizio Nocera, op. cit., pp. 162-165
[7]Domenico Nardone, Nunzia Maria Ditonno, Santina Lamusta, Fave e favelle. Le piante della Puglia peninsulare nelle voci dialettali in uso e di tradizione, Centro Studi Salentini, Lecce, 2012, pag. 331
[8]Alfredo Cattabiani, Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante, Mondadori, 1996, rist. 2017, pag. 413
[9]Domenico Nardone et al., op. cit., pp. 331-332
[10]Alfredo Cattabiani, op. cit., pag. 412
[11]Michele Greco, Superstizioni medicamenti popolari tarantismo, manoscritto, 1912, ried. a stampa Filo Editore, 2001, pag. 70
[12]Michele Greco, op. cit., pag. 88
[13]Nardone et al., op. cit., pag. 332
[14] Enrico Malizia, Ricettario delle streghe, Edizioni Mediterranee, 2003, pp. 153-154
[15] Enrico Malizia, op. cit., pp. 154-155
[16] Salvatore Pezzella, Magia delle Erbe, Vol.2, Edizioni Mediterranee, 1993, pag. 103
[17] Alessandro Boella, Antonella Galli (a cura di), Giovanni Tritemio, Il Libro delle Meraviglie, la Lepre Edizioni, 2012, pag. 164
[18]Alfredo Cattabiani, op. cit., pp. 408-412; vedi anche George Hersey, Il significato nascosto della letteratura classica, Mondadori, 2001, pp. 75-77
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mi mancano le montagne, i viaggi in macchina in val seriana, i pomeriggi a correre tra i prati di valcava. mi manca la mia vecchia casa, sempre gelata, con i soffitti troppo alti pieni di ragnatele, mi manca il pino azzurro ed il signor rota che teneva l'albiccocco ed il melo. mi mancano le notti d'estate con la tenda piantata nel prato sopra ai garage, mi manca l'odore di casa, l'odore dell'aria a ponte di legno, il quadro con le montagne che avevano dipinto Giorgio e Cinzia, mi mancano le fette di pane abbrustolite sulla stufa, le calze pesanti e gli scarponi.
mi manca casa
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Bret Hart Net Worth 2022: Age, Height, Weight, Wife, Kids, Bio-Wiki
Bret Hart Net Worth 2022: Age, Height, Weight, Wife, Kids, Bio-Wiki
Bret Hart Celebrated Name: Bret Hart Real Name/Full Name: Bret Sergeant Hart Gender: Male Age: 64 years old Birth Date: 2 July 1957 Birth Place: Calgary, Canada Nationality: American/Canadian Height: 1.83 m Weight: 106.6 kg Sexual Orientation: Straight Marital Status: Married Wife/Spouse (Name): Stephanie Washington (m. 2010), Cinzia Rota (m. 2004–2007), Julie Smadu-Hart (m.…

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[BO] 🎶 Vous avez aimé, dansé, mangé, pleuré, ri sur les musiques de Nino Rota, Mario Cantini, Arvo Pärt, Leonard Cohen, Philip Glass, Jarvis Cocker, Ólafur Arnalds, Arnór Dan Arnorson, Isabella Colliva, Cinzia Donti... Retrouvez les dans notre Cinéma et cuisine du monde - Mia Madre de Nanni Moretti en musique de film ce dimanche !
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