#IL PRESIDENTE IL PRESIDENTE INTERGALATTICO
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“Vieni dalla Via Lattea, bella pupona?”
Quando a cavallo del 1968 scoppia la contestazione nelle piazze del mondo occidentale, l’impulso al cambiamento riguarda anche la liberazione dei costumi sessuali e l’emancipazione della donna dai ruoli tradizionalmente attribuiti dalla società di fidanzate, mogli e madri. Si inizia a parlare di sesso, nelle sue diverse forme, con maggiore frequenza e in modo esplicito. Le donne rivendicano la proprietà del loro corpo, capaci di pensare al sesso come scoperta e non come destino riproduttivo o esperienza di sottomissione. Come è naturale, tutto questo fermento influenzerà le varie forme espressive umane e si riverserà anche nella fantascienza cinematografica.
Proprio nel 1968 compare sugli schermi Barbarella. La protagonista è una specie di Flash Gordon al femminile nata nel 1962 sulle pagine di un fumetto francese per mano di Jean-Claude Forest. Il film non mancò di destare polemiche seppur oggi il suo erotismo appare all’acqua di rose.
Anno 40.000 (la datazione appare solo nel materiale pubblicitario, nel film non è indicata nessun anno), l’agente terrestre Barbarella è incaricata dal Primo Ministro della Terra di ritrovare lo scienziato Durand Durand, inventore del micidiale raggio positronico, scomparso su Sogo, un pianeta che appare come una proiezione futuristica di Sodoma e Gomorra (So-Go, dalle iniziali delle empie città bibliche) dominato dalla saffica Regina Nera. Durante la missione passerà attraverso a grottesche e surreali situazioni e incontrerà una variopinta galleria di personaggi che vorranno o ucciderla o fare sesso con lei o entrambe le cose…
Barbarella fu la prima delle tre colorate produzioni di Dino De Laurentis adattate da un fumetto popolare, gli altri furono Diabolik (1968) di Mario Bava e il delirante Flash Gordon (1980) di Mike Hodges. Come accennato, Barbarella nacque sulle pagine della rivista V-Magazine, creata e disegnata da Jean-Claude Forest (che lavorò al film come consulente al design). La sceneggiatura del film adattò porzioni della sua prima avventura fumettistica.
La sceneggiatura del film adattò porzioni della sua prima avventura fumettistica, dove era più una fuorilegge piuttosto che un agente intergalattico. L’aspetto che la protagonista aveva sulle strisce disegnate richiamava esplicitamente quello dell’attrice Brigitte Bardot ma nel film fu interpretata dall’americana Jane Fonda, all’epoca moglie del regista Roger Vadim (che tra le file delle varie mogli e amanti annoverava anche la Bardot, cui aveva divorziato un decennio prima). Il ruolo era stato in precedenza proposto, ottenendo un rifiuto, alla stessa Bardot, a Virna Lisi e a Sophia Loren. Per la prima volta si vede in scena un’eroina ingenuamente sexy e trasgressiva, con una disinibita vita sessuale e che sceglieva da se i propri partner, il tutto pervaso da compiaciuta autoironia. Memorabile la sua scena dello spogliarello integrale a gravità zero dove i titoli di testa intervengono a coprire, malamente, le zone più “scabrose”. La scena, che simula piuttosto bene l’assenza di gravità, fu girata riprendendo l’attrice, sdraiata su un tavolo di plexiglas, dall’alto. Dopo questo ruolo il New York Times definì la Fonda come “la dea del sesso più iconica degli anni Sessanta“. In seguito l’attrice si affrancò dall’immagine di “gattina sexy” e svoltò la propria carriera in ruoli più politicizzati. Barbarella divenne un’icona femminista ma il film non mancò di destare polemiche. Realizzato con dispendio di mezzi, fu commercialmente un insuccesso ma, come accade spesso, divenne un vero cult negli anni successivi diventando fonte d’ispirazione se non del cinema di fantascienza a venire, sicuramente della moda degli anni Settanta e oltre. La creazione dei I costumi dello stilista Paco Rabanne, che letteralmente cucì addosso al perfetto corpo dell’attrice un look futuristico fatto di corpetti in plexiglass e in plastica trasparente, abiti in argento e stivali cuissardes, le psichedeliche scenografie di Mario Garbuglia e gli effetti speciali di August Lohmann contribuirono a creare questa dimostrazione di pop art applicata al cinema.
Il film fu una co-produzione Italia/Francia girato a Roma e annovera anche il nostro Ugo Tognazzi tra gli interpreti. Nella parte del rivoluzionario Dildano era stato originariamente scritturato l’italiano Antonio Sabato ma la particolare scena di sesso con Jane Fonda fu giudicata troppo seriosa da Vadim che lo sostituì con l’inglese David Hemmings. Da ricordare anche la presenza nel cast del famoso mimo francese Marcel Marceau in un ruolo per una volta parlante e con molte battute. Anita Pallenberg, che interpreta la Regina Nera, era all’epoca conosciuta come la musa dei Rolling Stone, avendo avuto relazioni sentimentali con Brian Jones, Keith Richards e Mick Jagger in successione.
CURIOSITÀ
Nel film appare per la prima volta al cinema (era già apparso nel fumetto) un orgasmatron, dispositivo capace di indurre una sensazione simile all’orgasmo e che la nostra eroina, grazie alla propria esuberanza erotica, manda in sovraccarico e distrugge quando vi è sottoposta. Apparecchi con funzioni simili apparvero in seguito in altri film di fantascienza come Il dormiglione (Sleeper, 1973) di Woody Allen, in Flesh Gordon – Andata e ritorno… dal pianeta Porno! (Flesh Gordon, 1974) di Michael Benveniste e Howard Ziehm e in Demolition Man (1993) di Marco Brambilla. Nella realtà un apparecchio simile è stato realizzato dal Dr. Stuart Meloy nel 1998 e funziona grazie ad alcuni elettrodi impiantati nella colonna vertebrale.
Il gruppo pop britannico dei Duran Duran prese il nome proprio da uno dei personaggi del film. In un video live del gruppo del 1985 (Arena: An Absurd Notion) comparve pure Milo O’Shea, l’attore che lo interpretava nel film.
Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch è nel film la password del quartier generale di Dildano. Nella realtà è il nome di villaggio gallese che con i suoi 58 caratteri è il toponimo più lungo d’Europa.
David Gilmour, futuro chitarrista dei Pink Floyd, è stato uno dei musicisti che hanno eseguito la colonna sonora originale del film (composta da James Campbell, Bob Crewe, Charles Fox e Michel Magne).
Barbarella (Id., Francia/Italia 1968, 98’, C). Regia di Roger Vadim. Sceneggiatura di Roger Vadim e Terry Southern basata sul fumetto di Jean-Claude Forest Barbarella (1962). Con Jane Fonda (Barbarella), John Phillip Law (Pygar), Anita Pallenberg (Regina Nera), Milo O’Shea (Durand Durand), Marcel Marceau (Professor Ping), Claude Dauphin (Presidente della Terra), Ugo Tognazzi (Mark Hand), David Hemmings (Dildano), Giancarlo Cobelli (Rivoluzionario), Serge Marquand (Captain Sun).
BARBARELLA “Vieni dalla Via Lattea, bella pupona?” Quando a cavallo del 1968 scoppia la contestazione nelle piazze del mondo occidentale, l’impulso al cambiamento riguarda anche la liberazione dei costumi sessuali e l’emancipazione della donna dai ruoli tradizionalmente attribuiti dalla società di fidanzate, mogli e madri.
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MACERATA – Conto alla rovescia per il Festival internazionale di Circo contemporaneo e Teatro di strada Artemigrante che quest’anno raggiunge la soglia della maggiore età. La 18^ edizione, infatti, si svolgerà da giovedì 7 fino a domenica 10 settembre nel centro storico di Macerata, organizzato dall’associazione I Benandanti con il sostegno del Comune di Macerata che ha investito per la realizzazione 15.000 euro. Una manifestazione che dalla prima edizione avvenuta nel 1999 è cresciuta in maniera esponenziale e che lo scorso anno ha fatto registrare 20.000 presenze.
“Artemigrante è un festival di grande bellezza, che porta a Macerata artisti di qualità e giorni di allegria per le vie della città – ha affermato l’assessore alla Cultura Stefania Monteverde durante la conferenza stampa di presentazione. – Anche questo rende Macerata città della cultura, dove tutte le espressioni artistiche trovano spazio e tutti possano trovare un tempo per stare bene. Un territorio, il nostro, che sta facendo di tutto per dire che è vivo, la gente sta in piazza, partecipa, mangia, si diverte, parla e il racconto di una città spenta non è veritiero”.
“Ci siamo riusciti e ne siamo orgogliosi. Il festival di aritisti di strada di Macerata – ha detto Marco Cecchetti, presidente dell’associazione I Benandanti – ha raggiunto la maggiore età e perciò abbiamo voluto dedicare alla città che ci ospita un’edizione speciale, densa di attività, che toccheranno tutte le piazze e le arterie princiapali del centro storico: piazza della Libertà, piazza Oberdan, piazza Cesare Battisti, piazza Vittorio Veneto, corso della Repubblica e via Gramsci faranno da cornice ai tanti ospiti. Simbolicamente festeggeremo il passaggio all’età adulta con uno shoefiti project, giovedì dalle 22 in corso della Repubblica, amichevolmente soprannominata Tira te na Scarpa, dove chi vorrà potrà tirare un paio di scarpe vecchie legate come bolas sui fili appesi da un capo all’altra nella via. Un momentaneo quanto spontaneo arredo urbano che, come in altre culture, si traduce in attaccamento alla propria terra. Quindi il nostro territorio”.
“Non possiamo dimenticare -aggiunge Cecchetti- quanto è successo un anno fa e ciò che non è stato ancora fatto. Per avere un approfondimento dettagliato sulla situazione del post-sisma sabato pomeriggio davanti alla chiesa di San Filippo abbiamo invitato i ragazzi delle Brigate di Solidarietà Attiva, un’associazione ispirata alle società di mutuo soccorso proletario che interviene in contesti d’emergenza promuovendo solidarietà dal basso e autogestione. Saranno loro a presentarci il progetto di ricerca Emidio di Treviri (ricerca di cui si è parlato su L’Espresso) a cui aderescono sociologi, architetti, psicologi, urbanisti, antropologi, ingegneri, giuslavoristi etc. impegnati a coordinarsi in maniera orizzontale per costruire un’inchiesta sociale critica sul post-sisma dei Sibillini. Inoltre, grazie a una collaborazione di SOMS-BSA e festival Artemigrante, ci sarà la presentazione di un laboratorio di giocoleria – circo contemporaneo che attiveremo nelle zone del cratere, molto probailemnte Visso, Ussita o Pievetorina, in collaborazione con Associazioni/gruppi locali e istituzioni e rivolto a ragazzi di fascia compresa tra i 12 ed i 18 anni. La nostra è una festa di strada – conclude il presidente de I Benandanti – in cui vorremmo che le persone potessero dimenticare il telefono, parlino e vivano la gioia dei numeri circensi, della musica e dei banchetti di street food nei quali, fra l’altro, si potranno assaggiare le prelibatezze tipiche della nostra terra in un delizioso itinerario nogastronomico. I nostri obiettivi in questi 18 anni restano divertirci, incontrarci ma soprattutto riflettere”.
Artemigrante, una manifestazione ormai entrata nel cuore dei maceratesi, propone ogni giorno, dalle ore 21, un programma ricco e di qualità – domenica compresa con gran galà finale in piazza della Libertà a partire dalle ore 17 fino alle 22 – nelle piazze del centro storico 50 artisti tra acrobati, giocolieri, cabarettisti e artisti di strada coinvolgeranno il pubblico nelle loro coloratissime performance – in totale gli spettacoli in programma sono 16 – mentre per le vie riecheggerà la musica della Mabò Band e del trio strumentale Ottone pesante. Alla manifestazione hanno aderito anche gli esercizi commerciali del centro storico.
Con Artemigrante sarà possibile vivere veri momenti di magia offerti da Cie monsieur le directeur in I am high performance di corda volante, dagli acrobati del Cirque Suspendu con il nuovo spettacolo che vede protagonista un duo aereo tragicomiromantico. Les amants du ciel saranno pronti a scalare di tutto, muri, torri, chiese… Discese, risalite ardite e gran finale con uno straordinario duo di danza acrobatica in sospensione a 10 metri da terra. Insomma acrobati, imbonitori della migliore tradizione di strada, pieni di ironia, abilità e precisione per una creazione di Marco Mannucci, e Alessandra Lanciotti con Giorgio Coppone, Alessandra Lanciotti e la musica dal vivo del Maestro Marco Bellagamba.
L’assenza di gravità, la lentezza, la solitudine, l’eroismo la disperazione e..soprattutto la voglia di sognare sono i temi fondanti dello spettacolo Juri The Cosmonaut, un viaggio intergalattico folle, bizzarro, pieno di piccoli e grandi imprevisti. La routine quotidiana di un cosmonauta, nella persona di Giorgio Bartolazzi, diventa pretesto per situazioni clownesche ridicole. Juri è un esploratore intergalattico che scopre nuovi pianeti e forse nuove forme di vita, è un uomo coraggioso, è un eroe, è un cosmonauta interstellare! …o forse questo è ciò che gli altri vedono in lui…ma Juri è anche un uomo che ha paura, che sogna, Juri è ancora un bambino, invece di trovare, spesso smarrisce la via, Juri è un uomo solo … Juri è un clown.
Dagli studi condotti dalla U.V.A. (Università Viticoltori Alcolizzati), i termini più corretti per descrivere Davide Di Rosolini sono quattro: CantAttore, FantArtista, CreAttivo e CreAtino. CantAttore, opera da anni nel teatro e le sue canzoni sono dei veri e propri microspettacoli teatrali. FantArtista, oltre a cantare, suonare e scrivere, realizza strane opere e gadget: dal kit dell’uomo solo al porta portachiavi, dai cartelloni guida per il pubblico a straordinari pezzi d’arte contemporanea. CreAttivo, la sua forte e ricca attività creativa gli fa sfornare album, canzoni, fumetti, trailer, film, spettacoli, miracoli. CreAtino, in fondo è uno di quei creativi molto cretini, che parlano d’amore con uno sguardo placido e scanzonato, senza prendersi mai sul serio.
Ad Artemigrante ci sarà anche il teatro e il circo di strada di Peppino Marabita con Malleabile, che, oltre ad essere uno spettacolo, è anche lo stile di vita dell’artista che lo rappresenta. Traducibile in l’arte di adattarsi, qualunque pretesto diventa spunto per una risata, un numero, una gags. La comicità verbale, la giocoleria, l’equilibrismo, la creatività, l’improvvisazione con l’imprevisto, sono gli ingredienti dello spettacolo. Peppino, personaggio ironico, intrattenitore di un’elevata e coinvolgente comicità, mettendo in scena la parodia di se stesso e del suo modo di vedere le cose, riesce a tirar fuori il lato comico che c’e in ogni uno di noi.
A popolare il fantastico mondo del Festival internazionale di circo contemporaneo e teatro di strada ci sarà anche Claudio Montuori, musicista, alchimista, uccello che con la sua arte fa sognare bambini dagli uno ai novant’anni parlando una lingua misteriosa e iperbolica. Con Enrico Matteo invece sii gioca e si scherza, si ama e si spara. Fool fool bang bang, questo il nome della performance, è un susseguirsi di situazioni e momenti fatti di idiozie intelligenti e ingegnose stupidaggini. E Mad Mat, il personaggio che oscilla tra finzione e realtà, mostra la sua visione ironica e divertente della vita…simile ad un cartone animato
Ma Artemigrante è anche musica con la Mabò Band che dal lontano 1991 scorazza per le strade e i palcoscenici del mondo. Dopo le frequenti incursioni musicali in tv dal “Maurizio Costanzo Show” a “Giochi Senza Frontiere”, da “Mezzogiorno in Famiglia” in Rai fino alle recenti entrate sulla rete Mediaset a “Striscia la Notizia” con Enzo Iacchetti, la Mabò continua a portare il proprio originalissimo spettacolo nei contesti più disparati. Divenuto un trio Comico/musicale dopo l’uscita dalla band del “piccolo/grande” Charlie, che nel dicembre 2010 ha deciso d’intraprendere una strada diversa, il cocktail di musica – gag – improvvisazioni teatrali dei tre marchigiani ha dato vita a numerosi tentativi di imitazione tanto che oggi nel panorama nazionale sono innumerevoli le street band che si rifanno al repertorio della Mabò.
Ancora musica con Ottone pesante, un trio strumentale formato da tromba, trombone e batteria che suona “metal estremo”. È una sorta di mini banda indemoniata, è una “death metal brass band”. Il suono degli ottoni mescolato alle distorsioni e agli octaver, accompagnato con una batteria velocissima e violenta porta l’asticella più in alto, come nessun altro grazie a Francesco Bucci al trombone, Paolo Raineri alla tromba e Beppe Mondini alla batteria.
Informazioni, programma dettagliato e orari di svolgimento di Artemigrante disponibili nel sito http://ift.tt/2eFRT9A |0733/ 408130 • 348/7160853| [email protected] http://ift.tt/2j3D5GY | http://ift.tt/1F0C3fH .
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I Guardiani della Galassia tra comics e cinecomics published on Cosplay Hub
I Guardiani della Galassia tra comics e cinecomics
Il 25 aprile ha visto la sua uscita nelle sale cinematografiche italiane Guardiani della Galassia Vol.2, film scritto e diretto da James Gunn e targato Marvel Studios. Basato sull’omonimo gruppo dei fumetti della Casa delle Idee, questo secondo capitolo consolida la linea intrapresa con il primo film dove, parafrasando il commento di Rotten Tomatoes, una trama piena d’azione, gli stupefacenti effetti visivi e l’umorismo irriverente arricchiscono un sequel divertente quasi quanto il suo predecessore, anche se meno innovativo.
Ma chi sono in realtà i Guardiani della Galassia?
I Guardiani nascono su Marvel Superheroes! Presents 18 del 1969 a opera di Arnold Drake e Gene Colan. Costituito da quattro membri, ultimi della propria specie, il gruppo si muoveva nel 31esimo secolo in una Terra devastata dagli alieni Badoon. Uniti dall’odio comune per questa razza di distruttori e ispirati dagli eroi del 20esimo secolo, il quartetto si unirà in una piccola e potente forza d’assalto in difesa della pace… il tutto era ambientato su un universo alternativo noto come Terra 691.
Il destino di Terra 616 è ben diverso e bisogna attendere il 1976 per vedere la nascita di uno dei personaggi tanto amati dal grande pubblico: Rocket Raccoon. Il procione intergalattico prende vita grazie a Bill Mantlo e alle matite di Keith Giffen sull’antologico Marvel Preview 7. Successivamente, sempre a opera di Mantlo ma questa volta disegnato da Mike Mignola, il personaggio avrà una propria miniserie ambientata sul pianeta chiamato Mezzomondo, il suo pianeta natio dove sarà coinvolto in una guerra tra “produttori di giocattoli”.
Come Rocket Raccoon, così altri personaggi prenderanno vita in modo solitario solo per poi essere riuniti nel 2007 grazie al crossover Annihilation Conquest da Dan Abnett e Andy Lanning. Questo si può considerare il vero e proprio inizio dell’attuale versione dei Guardiani della Galassia. Qui il personaggio di Star Lord, creato anche lui nel 1976 ma a opera di Steve Englehart, formerà il gruppo noto come “La sporca mezza–dozzina”, radunando molti dei membri attuali con lo scopo di fermare l’orda guidata da Annihilus.
Cover Guardiani della Galassia #1 Marvel Now
Il 2008 rappresenta l’anno in cui la Marvel si muove verso la canonizzazione del gruppo con il lancio della serie in cui, per la prima volta, Star Lord, Rocket Raccoon, Groot, Drax e Gamora si uniscono sotto il nome di Guardiani della Galassia. Opera sempre dal duo Abnett-Lanning, questa nuova serie pose le basi per tutto quello che sarebbe arrivato dopo… film compreso!
L’abbandono da parte di Abnett, l’inserimento di Angela (un personaggio proveniente dall’universo Image) e i due successivi rilanci della Casa delle Idee, ovvero Marvel Now e All New All Different, complicheranno notevolmente la situazione con intrecci ed esche narrative contorte sfociate in un grosso cambio nella formazione del team.
Cover Guardiani della Galassia 1 All New All Different
L’opera dell’attuale sceneggiatore della serie, acclamato autore di Daredevil, Ultimate Spider-Man e tante altre serie di successo, ovvero Brian Michael Bendis, si è discostata notevolmente dal canone cinematografico. Peter Quill, alias Star Lord, è ora diventato presidente del pianeta Spartax e si è allontanato dai compagni di squadra mentre la sua ragazza, Kitty Pryde, ha preso il comando dei Guardiani ora costituiti da Drax il Distruttore, Venom, Rocket Raccoon, Groot e la Cosa dei Fantastici Quattro. Altra carne al fuoco viene aggiunta con l’arrivo del nuovo maxi-evento Civil War II e il ritorno sulla Terra da parte della squadra.
Nel giro di poco tempo, la serie a fumetti sembra accusare i colpi ricevuti a causa del cambio di direzione e dell’abbandono di Abnett. I membri fondatori della squadra non hanno il tempo di consolidare il proprio status per essere rapidamente sostituiti o subire rapide variazioni di ruolo. A questo sembra aggiungersi una stasi nell’approfondimento psicologico di alcuni personaggi (Star Lord ad esempio), sempre più caratterizzati come adolescenti capricciosi.
Discorso differente per il media cinematografico che invece sembra compiere pienamente il suo lavoro. Questa saga riesce nell’intento di creare un’opera di intrattenimento di livello notevole, formalizzando e migliorando lo spessore dei personaggi, portando il gruppo a un livello superiore rispetto a quello presentato da Abnett e Bendis (una “Suicide Squad” fumettistica ma targata Marvel).
Il terzo capitolo della serie arriverà nelle sale nel 2019 sempre con sceneggiatura di James Gunn e, secondo le dichiarazioni dello stesso Gunn, Gamora avrà un ruolo centrale nel sequel di questa serie cinematografica di successo.
Cosplay Corner
Gamora ha già conquistato tanti cosplayers in tutto il mondo e, vista la grande propensione di James Gunn per i personaggi femminili di questo gruppo e il recente annuncio dello sceneggiatore, la figlia di Thanos avrà il suo bel da fare anche nel prossimo capitolo.
Tra le versioni più accattivanti c’è quella di Mirella Reborn Santamaria, la cosplayer italiana che ha interpretato Gamora proprio nel Tour ufficiale del nuovo film. Qui, invece, il make up tutorial di Sara Rouge per assomigliare al personaggio.
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