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#Luigi Sapelli
fashionbooksmilano · 2 years
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In Scena ! Luci e colori nei costumi di Caramba
catalogo a cura di Silvia Mira
Testi di Massimo Cantini Parrini, Silvia Mira, Paolo Peri, Francesca Pipi, Vittorio Ugo Vicari
Sagep Editori, Genova 2022, 156 pagine, 22 x 22 cm, ISBN 978-88-6373-863-6
euro 28,00
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La Fondazione Accorsi-Ometto rende omaggio alla bellezza, intesa come eleganza delle forme, preziosità dei tessuti e cura dei particolari, con una splendida mostra dedicata al ‘Mago’ dei costumi teatrali Luigi Sapelli, in arte Caramba al  Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto Torino 7 aprile- 4 settembre 2022
L’esposizione mette in risalto l’altissimo livello della produzione del costumista piemontese, attraverso una quarantina di costumi, scelti tra gli oltre tremila appartenenti alla collezione Devalle di Torino. Tra i pezzi più iconici del lavoro della Casa d’Arte Caramba, fondata nel 1909 a Milano, sono esposti: preziosi esemplari per il dramma d’annunziano Parisina e per la prima della Turandot del 1926 con la direzione di Toscanini alla Scala di Milano; i costumi rinascimentali realizzati con i preziosi velluti di Mariano Fortuny e i costumi per Elisa Cegani e Luisa Ferida, firmati da Gino Carlo Sensani, nel film del 1941 La corona di ferro di Alessandro Blasetti. In mostra si trovano anche diversi tessuti della Manifattura Mariano Fortuny, a sottolineare la collaborazione tra i due artisti iniziata all’indomani della creazione della Casa d’Arte Caramba, una vera e propria fucina del “Mago” – così come spesso era definito – in cui si riunivano diverse professionalità, dai sarti, alle ricamatrici, ai calzolai, ai fabbri, in grado di dar vita a costumi di eccezionale valore artistico.
25/03/23
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lamarchesacasati · 7 years
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Marquise de Chabannes in Cleopatra costume, Vogue, Photo by George Hoyningen-Huene, October 1, 1927.  
The Marquise de Chabannes, born Bethune, in Cleopatra, wore a costume perfectly suited to her type: gold lace, embroidery and admirable jewelry, all composed by italian artist Caramba (Luigi Sapelli, 1865-1936), at Marchesa Luisa Casati’s lavish party at the Palais Rose in Vésinet (Paris) on 30 June 1927.
Caramba (Luigi Sapelli, 1865-1936) was the foremost theater costume designer of his generation and probably of the entire 20th century. He reinterpreted the costume in an innovative, modern spirit which changed its conception forever. As director of stage design at La Scala as of 1921 and throughout his lifetime, his imaginative costumes were freely inspired by history, with a wealth of meticulous details and exquisite combinations, bold colours, designs and cut.
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nuncamuere · 2 years
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venti in the historic Luigi Sapelli peacock costume
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di-biancoenero · 5 years
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Una scena de La Mirabile Visione (1921) diretto da Luigi Sapelli, più noto col nome di Caramba, già costumista teatrale. Il film, girato per celebrare il sesto centenario della morte di Dante, è strutturato a  episodi e si divide sostanzialmente in due parti: nella prima si narra la vita del poeta; mentre la seconda parte è incentrata su episodi tratti dalla Divina Commedia e dalla Vita Nova. Nel ruolo di Dante Alighieri, Camillo Talamo;  Lamberto Picasso interpretava Guido Cavalcanti. Il film, ritenuto per anni perduto, fu restaurato a partire  da due copie incomplete che erano state ritrovate una in Francia, presso il CNC (Centre National du Cinéma et de l’Image Animée, Paris/Bois d’Arcy) , e l’altra al CSC- Cineteca Nazionale di Roma e, basandosi per la ricostruzione filologica, su un dettagliato libretto d’epoca. Della durata di due ore circa, In base al libretto sappiamo che mancano alcune parti. Il film fu successivamente presentato a Pisa, il 28 maggio 2016, nell’ambito della manifestazione Dante Posticipato, organizzata dall’Università di Pisa in collaborazione con l’assessorato alla cultura del comune di Pisa in occasione del 751esimo anno dalla nascita del Sommo Poeta.
http://www.tuttomondonews.it/la-mirabile-visione-caramba-sainati/
https://www.ilcinemamuto.it/betatest/la-mirabile-visione-scheda/
https://www.ilcinemamuto.it/betatest/ll-csc-cineteca-nazionale-restaura-la-mirabile-visione-del-1921/
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personal-reporter · 2 years
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In scena a Torino
In scena a Torino
Fino al 4 settembre il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto di Torino propone la mostra In scena! Luci e colori nei costumi di Caramba, a cura di Silvia Mira. La Fondazione Accorsi-Ometto ha ideato un omaggio alla bellezza, nel suo aspetto di eleganza delle forme, preziosità dei tessuti e cura dei particolari, con una mostra dedicata al Mago dei costumi teatrali Luigi Sapelli, noto come…
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twistofitalian · 3 years
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Galileo Chini at the Anthropology museum in Florence
Galileo Chini at the Anthropology museum in Florence
Through this month in Florence, there is a small but fine exhibition at the anthropology museum. Here is the exhibition’s premise: “The discovery of a set of costumes and set jewels realized by the costume designer Luigi Sapelli (aka Caramba), dating back to the première of the Turandot by Puccini (1926) and coming from the private wardrobe of Iva Pacetti, great soprano from Prato, is at the…
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toscanoirriverente · 3 years
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https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/reality-politik-ovvero-come-fu-scelto-conte-nbsp-ndash-coming-out-288985.htm
Spadafora ha infatti ammesso che la selezione di Conte per presiedere il Governo M5s-Lega avvenne come in un "casting" per un "reality". "Momenti surreali" (cit.) nei quali, in un albergo di Milano, i grillini scrivevano vari nomi papabili sui fogli (sic!), riducendo poi il tutto a tre candidati: un'alta dirigente, un prefetto e per l'appunto Conte.
Il prefetto fu scartato per via della carica invisa a Matteo Salvini, che invece proponeva il professor Giulio Sapelli. Ma dopo un colloquio di Conte di fronte a una sorta di giuria composta dallo stesso Spadafora, Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, la scelta ricadde per l'appunto sull'avvocato di Volturara Appula.
Ascoltata la confessione di Spadafora su come l'Italia finì per avere lo sconosciuto Conte a Palazzo Chigi, in cauda venenum Fazio ha assestato una bella stoccata commentando le dinamiche di scelta adottate dai grillini, simili a quelle di un casting per Il Grande Fratello: "Anche perché c'era qualcuno che se ne intendeva di reality", alludendo a Rocco Casalino, uno dei protagonisti dalla prima edizione del GF nonché divenuto poi potentissimo portavoce dell'ex Premier pentastellato.
"Non mi crei più problemi di quanto questa intervista potrà già crearmi" ha replicato dunque Spadafora comprendendo la malaparata, per poi passare alla confessione della sua omosessualità, distogliendo così l'attenzione dalla vera, e assai più sconvolgente, rivelazione su come avvenne la scelta di colui che per quasi due anni ha governato l'Italia. Altro che coming out, uno scenario da brivido da far impallidire Black Mirror.
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giancarlonicoli · 4 years
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15 feb 2021 10:45
“LA NOMINA DI DRAGHI? SERVE A SALVARE L’INDUSTRIA TEDESCA” - L’ANALISI ECONOMICA DI GIULIO SAPELLI: “NON DEVE CROLLARE LA FORNITURA, LA SUPPLY CHAIN DEL VENETO, DELL'EMILIA, UNA CATENA INDUSTRIALE DI GRANDISSIMA QUALITÀ, RODATA DA 40 ANNI DI INTERCONNESSIONE CON I TEDESCHI, CHE NON SI PUÒ SOSTITUIRE - LA CINA NON PUÒ FORNIRE CIÒ CHE FORNIAMO NOI. È MENO STABILE E AFFIDABILE. LA NUOVA GUERRA FREDDA? LA CORSA ALLO SPAZIO, PERCHE’ CONQUISTARLO SIGNIFICA OTTENERE UN'ARMA MILITARE DI ROLLBACK. DI LÌ DERIVANO LE TECNOLOGIE PIÙ RIVOLUZIONARIE: INTERNET, GPS, SMARTPHONE...”
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Alessandro Rico per “la Verità”
Giulio Sapelli è tornato in libreria con Nella storia mondiale. Stati, mercati, guerre (Guerini e associati). Una guida per interpretare questi tempi complicati.
Con una piccola profezia...
Professore, Mario Draghi è stato chiamato per salvare l' Italia, o per agganciarla definitivamente al treno europeo, con il piano di riforme legato al Recovery fund?
«La chiamata di Draghi non ha ragioni nella lotta politica europea, bensì nel processo di centralizzazione capitalistica».
Si spieghi.
«C'è un cambiamento che le élite economiche tedesche hanno imposto alla politica».
Cambiamento di che tipo?
«La conversione di Wolfgang Schäuble e soci alla mutualizzazione del debito, frutto delle pressioni della Confindustria tedesca».
L'Europa è davvero cambiata?
«Rimangono in piedi tutti i trattati, ovviamente. Ma il Next generation Eu è un tentativo di passare dalla mutualizzazione del debito a un processo d'investimento diretto per la creazione di capitale fisso, occupazione e aumento del tasso di profitto».
L'operazione Draghi è interna a questo meccanismo?
«Mettiamola così: il processo di centralizzazione capitalistica se ne fa un baffo, della politica».
Ma perché proprio Draghi?
«Lo spiega l'ex segretario al Tesoro, Timothy Geithner, nella sua autobiografia del 2014, Stress test, che purtroppo nessuno legge».
Che dice Geithner?
«Fu l'uomo inviato prima dal suo predecessore, Henry Paulson, poi direttamente da Barack Obama, a negoziare con i tedeschi la nomina di Draghi alla testa della Bce».
Perché?
«Perché Draghi si opponeva alla deflazione secolare in cui i tedeschi avrebbero voluto continuare a trascinare il continente».
Dunque, c'è sempre stato lo «zampino» di Washington?
«Chiariamoci: sono le culture a fare la storia economica».
E allora?
«La cultura della Federal reserve e del capitalismo nordamericano punta più alla crescita che alla stabilità dei prezzi. Altrimenti, dove andrebbe a finire Wall Street, che vive permanentemente a debito?».
Collasserebbe?
«Ecco. Ancora una volta, la cultura del capitalismo nordamericano ha vinto sulla cultura dell'ordoliberalismo tedesco».
Grazie a Draghi?
«Si ricordi che Draghi, prima che un tecnico, è un fine politico».
Un fine politico?
«Certo. E gode di forte credibilità sia nei confronti dei nuovi Stati Uniti di Joe Biden, sia nei confronti dei tedeschi, che hanno imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo come negoziatore implacabile. E ormai si sono convinti a fare i conti con la realtà che lui rappresenta, spinti dalle necessità della loro stessa macchina produttiva».
In che senso?
«Torniamo alla centralizzazione capitalistica: il punto è non far crollare la fornitura, la supply chain del Veneto, dell' Emilia...».
Bisogna salvare l'industria del Nord Italia?
(Sorride) «Non esattamente. Bisogna salvare l' industria tedesca».
Di cui quella italiana è fornitrice.
«Esatto. Bisogna salvare una catena industriale di grandissima qualità, rodata da 40 anni di interconnessione, che non si può sostituire».
Non si può sostituire nemmeno con la Cina?
«I tedeschi ci hanno provato».
Ma?
«La Cina non può fornire ciò che forniamo noi. E il mercato cinese è meno stabile e affidabile».
Da che punto di vista?
«Il regime di Xi Jinping si è messo a giustiziare i capitalisti, i tycoon, di recente persino le loro mogli, accusate di adulterio».
Addirittura?
«E infatti, se legge i giornali tedeschi, si rende conto che pure loro iniziano ad aver paura dei cinesi. Molte imprese si stanno ritirando dalla Cina».
Il quadro è più chiaro.
«Non a caso, del governo Draghi si è fatto interprete Sergio Mattarella. Rifletta sulle sue parole».
Quali?
«Il presidente aveva parlato di un governo che non deve avere una "formula politica"».
Allora?
«L'espressione "formula politica" è stata coniata da Gaetano Mosca, il fondatore della scienza politica. Che in Italia, cosa molto grave, abbiamo smesso di studiare».
E cos'è, per Mosca, la «formula politica»?
«La base morale delle classi dirigenti. Quindi, Mattarella ha fatto una dichiarazione disarmante: sostanzialmente ha detto che questo deve essere un governo politico, senza base politica».
Con dentro i politici, ma senza la politica?
«E difatti Draghi cos'ha fatto? Per distribuire i ministeri, ha applicato il manuale Cencelli».
Ma la politica tornerà?
«Sì, certo. Anzitutto, sul dossier per la transizione ecologica ed energetica».
Perché?
«Un ministro come Giancarlo Giorgetti e la Lega, unico partito ancora dotato di un insediamento territoriale, vogliono una transizione rispettosa dello sviluppo economico. Dall'altro lato, c'è la credenza magica nella decrescita infelice di 5 stelle e e Pd. Stabilire quale strada intraprendere sarà una decisione politica».
A proposito di transizione verde. Cito una frase tratta dal suo ultimo saggio: «L'economia mondiale [] è appesa al filo della follia. Uno di questi fili è la tendenza ormai incancrenitasi in progetti istituzionali mondiali, a risolvere i grandi problemi delle distorsioni prodotte dal tardo capitalismo a debito oggi imperante con regole transnazionali a direzione tecnocratica. Uno di questi esempi, il più preclaro, è la distruttrice utopia di poter risolvere i problemi energetici attraverso una "transizione" sovradeterminata tecnocraticamente».
Ha vaticinato il ministero verde, preteso da Beppe Grillo?
«I grillini credono che tutto debba scendere dall'alto. Ma Draghi sa benissimo che bisogna "mettere a terra" questa transizione ecologica. Bisognerebbe seguire l' esempio francese».
Cioè? Lì, in realtà, le vicende del ministero green sono state molto burrascose.
«Penso a un dettaglio preciso. Quando viene creato, i tecnocrati Ue e gli spagnoli, che sono al loro traino molto più di noi, chiedono che quel ministero sia chiuso».
Per quale motivo?
«Perché volevano che tutto fosse in mano a Bruxelles. Insomma, questo ministero non è un favore all'Europa, bensì una sfida alla tecnocrazia europea».
Davvero?
«Certo, perché c' è la possibilità di lavorare dal basso, dal mercato, dall' auto organizzazione delle imprese e della società civile, per creare questa transizione. Dalle nebbie di Bruxelles si passa ai corridoi dei ministeri italiani. È già un passo avanti».
Insomma, lei è ottimista.
«Questo non è un governo Monti. Non è un governo di austerità, ma di spesa e rifondazione dello Stato. Unico appunto: loro pensano di poterci riuscire senza politica, invece la politica tornerà».
Ma se c'è un rinnovato interesse degli Usa per Roma, perché tenere Luigi Di Maio alla Farnesina, dopo le sbandate filocinesi?
«La risposta è negli scritti di Antonio Gramsci sulla crisi organica dei partiti».
Oddio. Che sta per dire?
«Che i 5 stelle sono una "mucillagine peristaltica"».
Cosa significa?
«Non hanno base territoriale. Dunque, dipendono da chiunque eserciti una pressione su di loro. E su Di Maio, tramite Grillo, i cinesi hanno sempre esercitato una forte pressione. Perciò l' hanno tenuto alla Farnesina».
Cioè?
«L' unico modo per monitorare quelle pressioni è sottoporre Di Maio, come ministro, al controllo dell' opinione pubblica. Molto dipenderà, poi, dal soft power americano, affinché anche lui segua la strada di Lorenzo Guerini, che è un ottimo ministro della Difesa, filoatlantico».
In un suo recente articolo, lei ha notato che tra gli elementi che hanno contribuito a portare Draghi a Palazzo Chigi, c'è pure la «prossima nuova corsa allo spazio». A cosa si riferiva?
«Io penso che la chiave della transizione verso la crescita capitalista, la fuoriuscita dalla deflazione secolare, verrà solo da una nuova rivoluzione tecnologica».
Dunque?
«A differenza della tecnocrazia europea, credo che questa rivoluzione non possa venire dalle macchine elettriche. (Fragorosa risata). Verrà dalla corsa allo spazio».
Dice?
«Le grandi tecnologie che abbiamo a disposizione oggi derivano ancora dalla conquista della luna. Non a caso il capitalismo americano, ora, ha intrapreso la conquista di Marte. Mica è folklore».
No?
«È allo spazio che guardano americani e cinesi».
La corsa allo spazio è caratteristica di una guerra fredda, no?
«Verissimo. Perché conquistare lo spazio significa ottenere un'arma militare di rollback. E perché di lì derivano tutte le tecnologie più rivoluzionarie: Internet, Gps, smartphone... E noi qui parliamo di macchine elettriche? Di frigoriferi viaggianti?».
Magari: in realtà, qui s'è parlato dei monopattini...
«Ma che tecnologia vuole che ci sia lì sopra? Eppure, in Italia, abbia Avio spa:è l' unica azienda al mondo capace di produrre propellenti solidi per i razzi».
Addirittura?
«Abbiamo un' enorme potenzialità. Speriamo solo che Draghi e il buon Giorgetti trasformino la potenza in atto».
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dolcezzainquieta · 4 years
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Kolossal su Dante "LA MIRABILE VISIONE" restaurato (1921)
Nella storia del cinema si è cercato diverse volte di interpretare la Commedia dantesca e l’autobiografia dello stesso autore: Dante Alighieri. 
Nel 1921 Luigi Sapelli realizza, su soggetto di Fausto Salvatori, La mirabile visione, girato tra gli esterni di Firenze, Ravenna e Verona, con interni all’interno della Tesi Film. Il risultato è liberamente ispirato alla vita del sommo poeta. 
Il film venne proiettato a Roma e a Milano, ma scomparve presto dalla circolazione, e nel 1926, in piena epoca fascista, venne riscoperto, ed il titolo mutato in Dante. 
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purpleavenuecupcake · 6 years
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Governo M5S-Lega, notte di incontri e domani si saprà “tutto”
Luigi Di Maio e Matteo Salvini stanno alle battute finali per cercare di trovare gli equilibri del prossimo esecutivo a trazione M5S-Lega. Tanti i nomi circolati per la carica di premier, forse troppi, col rischio concreto che sparando nel mucchio ne siano stati 'bruciati' alcuni papabili. Prima di Di Maio,  poi Giorgetti, a seguire del deputato M5S esperto di giustizia, Alfonso Bonafede, quello di Giulio Sapelli, successivamente di Vincenzo Conte (sussurrata all'orecchio del Colle come ipotesi nell'ultimo giro di consultazioni), del questore anziano della Camera, Riccardo Fraccaro, infine di Matteo Salvini e dell'ex direttore di 'Sky tg24' e oggi parlamentare pentastellato, Emilio Carelli. Nei corridoi dei palazzi della politica, però, a taccuini chiusi, da diverse fonti di area M5S è trapelata una voce (insistente) su un metodo condiviso dai due protagonisti della fase politica attuale. In sostanza, la base di questo accordo prevederebbe che se a capo del governo andasse Di Maio, allora la squadra di governo sarebbe di 20 ministri e le deleghe di peso (Interno, Difesa, Lavoro, Economia) andrebbero alla Lega. Se, invece, a Palazzo Chigi sedesse un esponente del Carroccio (la figura individuata sarebbe quella di Giancarlo Giorgetti), i contrappesi sarebbero tutti in favore del Movimento, che porterebbe a casa anche un numero maggiore di dicasteri. Resta però in piedi anche l'ipotesi 'neutrale', con un terzo uomo gradito a entrambi gli azionisti del nuovo esecutivo. In questo caso Di Maio e Salvini entrerebbero nella partita per dare un valore politico alto alla squadra. Su quale sarà la scelta finale, inciderà anche il compromesso che capo politico e segretario federale adotteranno su alcuni temi rimasti ancora aperti del 'contratto'. Finora l'intesa è stata raggiunta, tra l'altro, su euro (niente uscita né referendum, la linea sulla moneta unica sarà decisa di volta in volta con i partner europei), reddito di cittadinanza, flat tax, taglio drastico dei costi della politica con annessa riduzione del numero dei parlamentari e obbligatorietà dei vaccini. Resta da definire la linea sulla Ue, un punto dirimente, in particolare per la Lega. Soprattutto dopo che alla diffusione delle prime bozze del programma di governo, dai mercati sono arrivati segnali negativi. Lo spread è salito sopra quota 150 e la borsa ha perso il 2,3%. Domani finalmente si conoscerà il futuro della legislatura, legata alla nascita o meno del nuovo Governo. Read the full article
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fashionbooksmilano · 3 years
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Fortuny e Caramba : la moda a teatro
Costumi di scena 
Cataloghi Marsilio, Venezia 1987, 152 pagine, 25x28cm., brossura,  ISBN  978-8876930324
euro 80,00
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Catalogo pubblicato  in occasione della mostra tenutasi a Venezia, Museo Fortuny, dal giugno al novembre 1987
Caramba fu il maggiore costumista teatrale della propria generazione; con lui il costume venne riletto in una chiave moderna e innovativa, che ne cambiò per sempre la concezione. Amico e collaboratore di Mariano Fortuny, Caramba utilizzò nuove formule di tessuti e s’ingegnò a creare effetti di luce al fine di valorizzare la veste di scena. Curò i particolari di un bottone o di un’asola come fossero elementi decisivi dello spettacolo, avvantaggiandosi di un artigianato specializzato nei ricami e nelle specifiche rifiniture
14/06/21
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cinecola · 7 years
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Il Cinema Ritrovato 2017 - review - LE MOGLI E LE ARANCE (Luigi Servienti, Lucio D'Ambra, Luigi Sapelli, 1917, Italy)
Il Cinema Ritrovato 2017 – review – LE MOGLI E LE ARANCE (Luigi Servienti, Lucio D’Ambra, Luigi Sapelli, 1917, Italy)
“Dolce far niente” is an Italian expression that literally means “doing sweet nothing.” It refers to a blissful lazines that, in Italy, is particularly attached to the South. Lucio D’Ambra’s Le Mogli e le Arance may be the best cinematic representation of this phrase to date. Though the film is often credited as directed by Luigi Serventi, who plays the lead role in the film, Le Mogli e le…
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fashionbooksmilano · 3 years
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Turandot
e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba
a cura  di Daniela Degl'Innocenti, Monica Zavattaro  
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2012, 232 pagine, 160 illustrazioni,  24x28cm, brossura con alette, ISBN  9788836647897
euro 34,00
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Lo straordinario ritrovamento di un nucleo di costumi e gioielli di scena riconducibili alla prima assoluta della Turandot – ultima opera del grande compositore toscano Giacomo Puccini, andata in scena per la prima volta al Teatro alla Scala il giorno 25 aprile del 1926 e diretta da Arturo Toscanini – hanno offerto l’occasione per un pluriennale lavoro di studio condotto dal Museo del Tessuto di Prato, di cui si dà conto in questo volume. Nei costumi e nei gioielli rinvenuti, provenienti dal guardaroba del soprano pratese Iva Pacetti, sono stati riconosciuti quelli realizzati dal costumista del Teatro alla Scala Luigi Sapelli (in arte Caramba) per la prima dell’opera: sottoposti a importanti e complessi interventi di restauro, sono stati indagati nel quadro della genesi della Turandot e del sodalizio artistico che prese corpo tra Giacomo Puccini e l’artista e amico Galileo Chini, grande interprete del Liberty italiano al quale - forte di un soggiorno triennale in Oriente - venne affidata l’ideazione delle scenografie.
Prato, Museo del Tessuto, maggio - novembre 2021
23/09/21
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giancarlonicoli · 6 years
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Pensare che con Socci non sono mai d’accordo.
"CONTRO LEGA E M5S C'E' UN PREGIUDIZIO UNIVERSALE" - ANTONIO SOCCI CRITICA LA CROCIATA DI VITTORIO FELTRI E “LIBERO” CONTRO SALVINI E DI MAIO: “I GIORNALI TUTTI CONTRO IL GOVERNO: MAI VISTO NULLA DEL GENERE NELLA STORIA ITALIANA - C’E’ UN CERTO ESTABLISHMENT CHE NON VUOLE SAPERNE DI PIEGARSI ALLA LOGICA DELLA DEMOCRAZIA E DELLA SOVRANITÀ POPOLARE - LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI SI RICONOSCE NEL NUOVO ESECUTIVO E SE TUTTA LA STAMPA È CONTRO SIGNIFICA CHE…”
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Antonio Socci per “Libero quotidiano”
Caro direttore, i giornali, nella quasi totalità, sono schierati contro il nascente governo e sparano a palle incatenate, da settimane, ancor prima della sua formazione. Dov' è finita l' obiettività? È il pregiudizio universale. Non si era mai visto nulla del genere in tutta la storia italiana (la stessa cosa è accaduta negli Stati Uniti contro Trump).
Appare chiaro che i giornali rappresentano le élite, un certo establishment (nazionale e internazionale) che non vuole saperne di piegarsi alla logica della democrazia e della sovranità popolare. Lorsignori vogliono continuare a comandare in barba agli interessi generali del Paese. È normale? A me non sembra.
La maggioranza degli italiani si riconosce nel nuovo esecutivo e se tutta la stampa è contro significa che c' è un grave scollamento fra giornali e Paese reale. Uno scollamento che falsa la percezione dei fatti e impedisce quel libero confronto delle idee che connota una sana democrazia: un pensiero unico imposto dal Giornalista Collettivo è la tomba del pluralismo.
Questo fenomeno si aggiunge all' alto tasso di faziosità ideologica e conformismo del mondo dei media, che in Italia è luogocomunista da sempre, quindi ostile alla novità del cosiddetto «governo populista».
Non lo dico io. Due studiosi, Luigi Curini e Sergio Splendore, dell' Università Statale di Milano, sul sito (degli economisti di sinistra) lavoce.info pubblicarono tempo fa uno studio intitolato: «Ma i giornalisti sono troppo di sinistra?».
La loro ricerca partiva dai sondaggi periodici di Eurobarometro da cui emergeva che negli ultimi 15 anni un cittadino su due dava un giudizio negativo sulla stampa. Da noi il livello di fiducia verso i giornali si attesta sul 43 per cento: quattro punti percentuali meno del resto d' Europa, nel medesimo periodo.
Non a caso in questi quindici anni i giornali in Italia hanno perso circa il 60 per cento dei lettori. Un tracollo. Si possono dare varie spiegazioni. Ma Curini e Splendore ne suggeriscono una che riprende l' ipotesi formulata venti anni fa da Thomas E. Patterson e Wolfgang Donsbagh nel saggio «New decisione: Journalists as partisan actors», uscito su Political Communication, che studiava «le conseguenze relative alla possibile "discrasia" tra credenze politiche e ideologiche dei giornalisti rispetto ai loro lettori».
LA GENTE, CHE ORRORE
I due studiosi hanno scoperto che l' autocollocazione ideologica «dei giornalisti italiani appare marcatamente posizionata più a sinistra rispetto a quella degli italiani in generale».
Questa curvatura ideologica insieme all' elitarismo esterofilo della classe intellettuale dominante, a mio avviso, riempie i giornali italiani di disprezzo verso il Paese reale considerato immaturo, volgare, levantino e razzista. Più che raccontare e spiegare la realtà, i giornali riflettono il mondo parruccone di salotti e accademie cercando di «orientare» il popolo con la noiosa e soffocante boria pedagogica della casta intellettuale di sinistra che detesta la plebe, che condanna i suoi sentimenti come «populismo» e la demonizza perché vota senza obbedire a lorsignori.
È chiaro che i giornali - ideologicamente di sinistra e materialmente vicini ai centri di potere del grande capitale - sentono come estranea e insopportabile l' Italia che in questi giorni ha fatto un patto per governare il Paese. Come dice Giulio Sapelli, con Lega e M5S il popolo degli abissi (periferie, disoccupati, dimenticati, meridione devastato dalle politiche Ue volute dalla Germania) si è saldato con la migliore borghesia italiana, quella della piccola e media impresa che è il motore vero del Paese. E pure con la cultura identitaria.
INCOERENZE
Sono mondi estranei ai salotti finanziari e alla casta di sinistra (che preferisce l' immigrato al povero italiano). Sono mondi che hanno ancora un orgoglio della loro identità italiana (trattata con disprezzo dalle élite) e che, su questa linea sovranista, hanno saputo allearsi col miglior pensiero economico nazionale. Dunque la stampa luogocomunista bombarda questo governo. E pure quella di centrodestra manganella Salvini accusandolo di tradimento, quando in realtà fu Berlusconi (con Forza Italia) a dividere il centrodestra appoggiando Monti e facendo il governo Letta col Pd. Salvini invece ha chiesto il «placet» agli alleati del centrodestra.
Si è usato di tutto contro Salvini. Si è detto che ha preso in giro Di Maio e il Paese per due mesi perché in realtà temeva di andare a governare e i fatti hanno smentito questa malignità. Addirittura gli stessi ambienti forzisti che nel 2011 parlarono di golpe dello spread hanno invocato la condanna del governo da parte dello spread: a parte l' incoerenza si dà il caso che spread e mercati, appena insediato il governo, vadano benissimo.
QUANDO C'ERA RENZI
Quel mondo piddino che ha terremotato l' economia italiana governando fino ad ora (fornisco i dati drammatici nel mio ultimo libro) è arrivato ad accusare di «sfascio» Salvini e Di Maio che ancora non hanno mai governato.
Ti confesso che, in questo quadro, mi sorprende la scelta di Libero di cantare in questo coro. Una cosa per me incomprensibile visti i molti temi che questo governo ha rimesso al centro e che stanno a cuore ai lettori di questo giornale: lo stop all' immigrazione, l' abbassamento delle tasse, la difesa degli interessi italiani in Europa.
Un giornale libero per definizione come questo dovrebbe giudicare un governo dai suoi atti, non condannarlo preventivamente. Soprattutto dopo che, da queste colonne, ampie aperture di credito furono date anche al governo Pd di Renzi che è stato un flagello per l' Italia (mi riferisco in particolare all' appoggio al suo referendum di riforma costituzionale).
Credo che un governo tanto odiato dall' Italia della boria, dalla cultura sinistrata, meriti di essere guardato con simpatia o almeno di non essere bocciato prima della nascita.
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