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#Marcello Maloberti
fashionbooksmilano · 3 months
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Cuore mio
Marcello Maloberti
testi di Bartolomeo Pietromarchi e Davide Mariani
Treccani, Roma 2023, 200 pagine, brossura, 23x32cm, ISBN 9788812010141
euro 35,00
email if you want to buy [email protected] books,
Questo volume è la testimonianza e conclusione del progetto di Marcello Maloberti dedicato a Maria Lai dal titolo Cuore mio, installazione site specific e performance che nel 2019, in occasione del centenario della nascita dell’artista sarda e grazie alla produzione della Fondazione di Sardegna, ha coinvolto l’intera comunità di Ulassai. All’interno del volume, numerose fotografie scattate durante tutte le tappe del lavoro, e ad accompagnarle testi di Bartolomeo Pietromarchi e Davide Mariani, le cui parole, insieme a quelle di Marcello Maloberti in un’intervista sul suo percorso d’artista condotta da Marina Pugliese e Andrea Lissoni, riattraversano e raccontano le fasi del progetto, che ha mosso i primi passi al MAXXI di Roma fino ad arrivare alla Stazione dell’arte di Ulassai in Sardegna.
22/02/24
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dinonfissatoaffetto · 22 days
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- Marcello Maloberti
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marcogiovenale · 2 years
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teresa macrì: "slittamenti della performance", vol. 2
teresa macrì: “slittamenti della performance”, vol. 2
Sandro Ricaldone cliccare per ingrandire TERESA MACRÌ Slittamenti della performance. Volume 2. Anni 2000-2022 postmedia books, 2022 http://www.postmediabooks.it/2022/340slittamenti2/9788874903405.htm Con il secondo volume di Slittamenti della performance, l’autrice conclude l’analisi sulle storie della performance art iniziata con il primo libro. Quest’ultimo saggio è dedicato alla discontinuità…
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megabif · 4 months
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Marcello Maloberti
All’incirca alla vita
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cinquecolonnemagazine · 5 months
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La Fondazione Memmo ricorda la biblioteca di Eco
La Biblioteca del Mondo è la mostra realizzata dalla Fondazione Memmo, opere che usano il libro come materiale di costruzione Umberto Eco Alla Fondazione Memmo fino al 21.04.2024 sarà possibile ammirare la mostra Conversation piece, La Biblioteca del Mondo, uno sguardo su Roma come biblioteca a cielo aperto e punto di riferimento per l’arte contemporanea internazionale.  L’esposizione, a cura di Marcello Smarrelli, rientra nel ciclo Conversation piece, una serie di mostre con cadenza annuale che hanno l’obiettivo di effettuare un focus sugli artisti italiani e stranieri che scelgono Roma come luogo di ricerca artistica, residenza e lavoro.  Il titolo della nona edizione si riferisce all’omonimo documentario del 2022 in cui si raccontava la leggendaria biblioteca di Umberto Eco. Lo scrittore considerava le biblioteche dei contenitori della memoria dell’umanità e la mostra, organizzata dalla Fondazione Memmo, vuole in un certo qual modo ripercorrere quel pensiero, mettendo Roma al centro di un’esperienza che la collega idealmente alla cultura universale.   La Biblioteca del Mondo ha coinvolto nove artisti di nazionalità diversa che restituiscono al pubblico una propria visione della “biblioteca”. Le opere in esposizione sono di Yael Bartana (1970, Israele),Nicolò Degiorgis (1985, Bolzano), Bruna Esposito (1960, Roma), Claire Fontaine (artista collettiva fondata a Parigi nel 2004 da Fulvia Carnevale e James Thornhill), Paolo Icaro (1936, Torino), Kapwani Kiwanga (1978, Hamilton, Canada), Marcello Maloberti (1966, Codogno), Francis Offman (1987, Butare, Ruanda), Ekaterina Panikanova (1975, San Pietroburgo, Russia).       La Biblioteca del Mondo alla Fondazione Memmo Il pubblico ha quattro sale per immergersi nelle opere degli artisti. Di grande suggestione è il lavoro di Ekaterina Panikanova, Untitled (Forest) che apre la prima sala della mostra. Un lavoro di grandi dimensioni in cui il libro è il protagonista indiscusso. Immagini a china realizzate dall’artista, trapelano tra le pagine dei libri che si intrecciano e si adagiano tra i rami di un albero creando un ideale libro di memorie tridimensionale.  Dall’opera di grandi dimensioni della Panikanova si può passare alle interessanti fotografie a colori (Scenes from Maska Germania) di Yael Bartana, che ha indagato il desiderio di redenzione collettiva in un mondo connotato da forti inquietudini sociali, politiche e religiose.  Originalissima è l’opera di Nicolò Degiorgis (Bolzano, 1985), Heimatkunde, una casetta di quaderni, che prende spunto dal suo quaderno di Heimatkunde, una disciplina praticata nelle scuole elementari di lingua tedesca dell'Alto Adige fino agli anni Novanta del Novecento, per insegnare agli alunni come costruire la propria identità. Ekaterina Panikanova, Untitled, Forest Dai libri si può passare al video con l’opera di Bruna Esposito che ha realizzato una video istallazione dal titolo L’Infinito di Leopardi nella Lingua dei segni italiana (2018). Il lavoro è stato concepito a Recanati, città natale del poeta. Un video proiettore è posto su un'incerta pila di libri sul pavimento. La proiezione mostra le immagini di un’interprete LIS mentre traduce i versi della poesia di Leopardi nella lingua dei segni.  Mattoni che diventano libri, invece, nell’opera di Claire Fontaine con la serie dei Brickbat (2002-2023). Libri sparsi sul pavimento i cui titoli scelti dall’artista rimandano ad autori che hanno espresso posizioni politiche e filosofiche decisive dagli anni Sessanta a oggi. La fusione di questi due oggetti (libro e mattone), diventa così la metafora visiva della citazione di Carlo Levi: Le parole sono pietre. L’opera di Tolstoj, Guerra e Pace, troneggia all’entrata della mostra, sospesa da fili metallici. E’ il lavoro di Paolo Icaro, Con Equilibrio (2023), un’edizione italiana del capolavoro dello scrittore russo su cui l’artista ha posto un foglio di carta con scritto Guerra e pace in russo e in ucraino. Icaro così unisce passato e presente in una sorta di monito a tutta l’umanità. Francis Offman, (Untitled) Un altro tema importante è trattato da Kapwani Kiwanga con Greenbook (1961) (2019), un lavoro ispirato al Negro Motorist Green Book, una guida statunitense rivolta ai viaggiatori afroamericani. Con quest’opera (tre stampe incorniciate alla parete) l’artista intende sottolineare come le differenze razziali precludano ai non bianchi l’accessibilità alle risorse e alle conoscenze. Francis Offman invece, presente l’anno scorso a Quotidiana a Palazzo Braschi, presenta un’installazione site-specific (Untitled) in cui il caffè è il protagonista di una lunga storia. Un dipinto alla parete dialoga con una serie di libri sul pavimento che sono ricoperti di caffè e sorretti da dei calibri, simbolo di grandi problematicità. Il calibro, infatti, come racconta Offman, è utilizzato in Ruanda per determinare le differenze etniche, ma è stato anche lo strumento impiegato dall’antropologo e criminologo Cesare Lombroso per le sue teorizzazioni sulla fisiognomica.  Chiude la visita (o la apre, dipende se vi è saltata subito all’occhio) l’opera site-specific di Marcello Maloberti, nel cortile delle Scuderie. Si tratta di una scritta luminosa con la frase CHI MI PROTEGGE DAI TUOI OCCHI collegata ad un’altra, sempre dello stesso autore, sulla facciata di Palazzo Ruspoli in via del Corso che, come la prima, intende creare un dialogo serrato con lo spazio pubblico.  Read the full article
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pikasus-artenews · 3 years
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MARCELLO MALOBERTI – Trionfo dell’Aurora Apre a Lodi un nuovo spazio espositivo, fruibile dalla strada e visibile a tutte le ore, per tanti giovani artisti.
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anna-delvecchio · 4 years
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"Cuore mio" è l'omaggio che Marcello Maloberti fa a Maria Lai per ricordare una delle performance più significative dell’arte contemporanea avvenuta ad Ulàssai nel 1981, voluta fortemente proprio da #MariaLai, nella sua città natale. Legarsi alla montagna, importante esempio di arte relazionale, un’operazione collettiva che aveva il compito di unire simbolicamente gli abitanti del paese di Ulassai al territorio circostante #ulassai #legarsiallamontagna #cuoremio #marcellomaloberti #contemporaryart #artecontemporanea #arterelazionale #ogliastra #performance #peoples #sardegna #marialai https://www.instagram.com/p/CDGV5CogfXa/?igshid=1x4x6asr8ezdv
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redazionecultura · 4 years
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sardegnapradio · 5 years
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>>>SAVE THE DATE <<<< Marcello Maloberti. Cuore Mio a cura di Davide Mariani 19 giugno 2019, h 11:00 - 19:00 Roma, MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo _____ Progetto: Fondazione Stazione dell'arte Ulassai e Fondazione di Sardegna Nell’ambito di “AR/S Arte condivisa in Sardegna” e di “Sentieri Contemporanei”. Partner istituzionali: RAS - Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Ulassai Responsabile del progetto: Franco Carta Coordinamento: Riccardo Uras https://www.maxxi.art/events/marcello-maloberti-cuore-mio/ #fondazionestazionedellarte #ulassai #museonazionaledelleartidelxxisecolo #marialai #marialaiofficial #artecondivisainsardegna #cuoremio #fondazionedisardegna #savethedate #sardegnapuntoradio #stazionedellarte (presso MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo) https://www.instagram.com/p/ByXAqQLCNUd/?igshid=1wutha3x4m0wt
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fortementein · 4 years
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Triennale Decameron: storie in streaming nell’era del Coronavirus, Marcello Maloberti
Proseguono gli appuntamenti di Triennale Decameron – nuovo format di Triennale Milano che invita artisti, designer, architetti, intellettuali, musicisti, cantanti, scrittori, registi, giornalisti a sviluppare una personale narrazione – con l’artista Marcello Maloberti, sabato 21 marzo. Nell’ambito di Triennale Decameron, Marcello Maloberti, in dialogo con Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, parlerà della sua poetica […]
Leggi l'articolo completo su Triennale Decameron: storie in streaming nell’era del Coronavirus, Marcello Maloberti
from Fortementein https://ift.tt/2QqTTpl
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marcogiovenale · 5 years
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da oggi a gennaio, mostra di maria lai al maxxi: "tenendo per mano il sole"
da oggi a gennaio, mostra di maria lai al maxxi: “tenendo per mano il sole”
MARIA LAI Tenendo per mano il sole
mostra a cura di Bartolomeo Pietromarchi, Luigia Lonardelli in collaborazione con l’Archivio Maria Lai e con la Fondazione Stazione dell’Arte
In occasione del centenario della nascita, il MAXXI dedica una grande mostra a Maria Lai (1919-2013), tra le voci più singolari dell’arte italiana contemporanea, i cui lavori sono stati recentemente esposti a Documenta 14…
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megabif · 1 year
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Marcello Maloberti
Vir Temporis Acti, 2016
Un ragazzo seduto a terra è impegnato nell’atto di ritagliare sculture da una serie di libri sull’arte antica di Egizi, Sumeri, Assiri, Atzechi ed Etruschi, per poi abbandonarle via via sul pavimento già invaso di ritagli. Ambientata all’interno degli spazi espositivi della Quadriennale di Roma, l’azione produce come risultato l’invasione di un luogo di grande transito da parte di centinaia di immagini, dove l’incessante passaggio dei visitatori modifica costantemente la posizione dei ritagli, dando vita a un enorme assemblaggio visivo in continua evoluzione, come fosse un sito archeologico contemporaneo. Il gesto del ritagliare ricostruisce una memoria dove si mescolano e si fondono insieme luoghi, tempi e culture diverse.
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Arte italiana contemporanea: il suo sguardo sul mondo
Arte italiana contemporanea: tra tante sofferenze e difficoltà che ci inseguono da anni e non accennano ad abbandonarci, oggi apriamo uno squarcio di bellezza. Lo apriamo parlando del programma estivo della Triennale di Milano. Nel giardino Giancarlo De Carlo è in programma, fino a settembre, un fitto calendario di appuntamenti: 130 eventi pomeridiani e serali per accontentare tutti i gusti. Festival, proiezioni, spettacoli, concerti, DJ set, laboratori per bambini, in contiguità con "Unknown Unknows", la XXIII Esposizione Internazionale. Nell'ambito del programma estivo rientra anche il ciclo di incontri sull'arte contemporanea curato da Damiano Gullì. Grazie al confronto con artisti contemporanei, i 3 incontri, ideati dal curatore per Arte contemporanea e Public Program di Triennale, vogliono fare il punto della situazione sulla nuova arte italiana. Un breve punto lo abbiamo fatto anche noi su queste pagine chiacchierando proprio con Damiano Gullì. Damiano Gullì, tra la pandemia da Coronavirus che stenta a lasciarci e una guerra che incombe nel cuore dell’Europa, dove si sta dirigendo l’arte contemporanea italiana? Damiano Gullì. Foto di Gianluca Di Ioia L’arte contemporanea italiana percorre diverse vie, si muove in maniera rizomatica, multiple le sue direzioni. Difficile dare una risposta univoca tale è la varietà e la complessità di pratiche e poetiche. Si spazia dalle ricerche dei più giovani - di cui cerco di dare una traccia attraverso Tonight We Are Young, il ciclo di incontri da me curato per Triennale dedicato alla nuova arte italiana, e qui penso ad Andrea Martinucci, Giulia Cenci, Guendalina Cerruti, tra i tanti e interessanti artisti Under 35 oggi protagonisti della scena italiana e internazionale – agli artisti mid-career, come Anna Franceschini o Paolo Gonzato, ad artisti di generazioni precedenti, come Marcello Maloberti – di cui ho curato una personale quest’anno sempre in Triennale –, o, ancora, Stefano Arienti, Liliana Moro e Vedovamazzei, fino ai grandi maestri e a quelle figure “irregolari”, in grado di muoversi con nonchalance tra media diversi, in questi anni oggetto di riscoperta e rilettura. Ad esempio Corrado Levi – di cui seguo il lavoro da anni – o Cinzia Ruggeri. Senza dimenticare figure quali Francesco Vezzoli – presente in Triennale da marzo a maggio 2022 con la scultura IL PESSIMISTA NARCISISTA o IL NARCISISTA PESSIMISTA –, Maurizio Cattelan e Vanessa Beecroft che, senza dubbio, sono tra gli italiani che hanno avuto maggiore visibilità e riconoscimenti all’estero. In generale, riscontro una grande libertà espressiva, meno vincoli forzatamente disciplinari e una grande apertura e curiosità verso linguaggi altri, dal cinema alle scienze. Su cosa l’arte contemporanea italiana ha bisogno di interrogarsi? L’arte contemporanea non deve mai smettere di interrogare, in primis, e interrogarsi. Su cosa? Sul proprio statuto ontologico. Sui grandi temi della nostra società, dal micro al macro, e viceversa. Deve allargare il proprio sguardo da prettamente antropocentrico fino ad abbracciare tutte le specie e l’inanimato, con un forte senso di inclusività, trasversalità e, come già evidenziavo prima, transdisciplinarietà. Che interesse sta suscitando l’arte contemporanea italiana presso il pubblico? Credo l’interesse sia potenzialmente alto, ma importante è sempre più fare rete e rafforzare le dinamiche di promozione e valorizzazione degli artisti italiani. Un ottimo esempio in questo senso il bando Italian Council o iniziative quali Cantica21 che hanno permesso la realizzazione di nuove produzioni, pubblicazioni e ricerche e hanno favorito la loro circuitazione anche in contesti internazionali. Il programma di Triennale Estate è molto ricco e trasversale: segno che l’arte non è poi così lontana dalla vita reale? L’arte non è mai lontana dalla vita reale. È una lente attraverso cui guardarla, che ne intercetta, e a volte anticipa, i sommovimenti. È uno strumento che ci permette di ribaltare punti di vista consolidati intrecciando la Storia con le storie del quotidiano. E, anche quando non è evidentemente politica o sociale, parla sempre del nostro essere nel mondo. In una mia conversazione con il pittore Luca Bertolo di alcuni anni fa si parlava di “ampliare l’orizzonte d’attesa” e trovo molto calzante quando Bertolo si soffermava sul fatto che, nella creazione, “meno eclatante, ma non meno intenso, può risultare un carminio in luogo di un cobalto”. In copertina Damiano Gullì. Foto di Gianluca Di Ioia. Foto pubblicate per gentile concessione di Triennale Milano Read the full article
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pikasus-artenews · 2 years
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MARCELLO MALOBERTI. Martellate. Le parole scritte rappresentano il momento primordiale del lavoro di Marcello Maloberti, il più istintivo e sincero, in un continuo rapporto aperto con la realtà che lo circonda
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Marcello Maloberti Famiglia Metafisica 1991 due fotografie b/n montate su foglio di carta cm. 35 x 50 cad. Marcello Maloberti, artista visivo, nato a Codogno (Lodi), vive e lavora a Milano. La ricerca di Maloberti trae ispirazione da aspetti legati alle realtà urbane più marginali e minime con particolare attenzione all'informità e alla precarietà del vissuto. La sua osservazione va oltre l'immediata evidenza del familiare nel quotidiano; il realismo si fonde col fantastico in una continua trasformazione degli aspetti più banali dell’esistenza. Le performance e le grandi installazioni sonore e luminose vengono realizzate sia in spazi privati che pubblici con un forte impatto teatrale e di interazione con il pubblico, rendendo la città un luogo sospeso tra gioco ed enigma. Le performance funzionano come narrazioni contratte, sono atmosfere da vivere ed esperire, temperature emotive da attraversare. Il corpo performativo è quello degli altri, della collettività, capace di produrre un dialogo tra la performance stessa e il suo pubblico. L’immagine conclusiva della performance è la somma delle energie dei corpi partecipanti, la combinazione di esperienza collettiva e casualità degli eventi. Negli ultimi anni Maloberti ha esasperato il binomio arte/vita utilizzando un caleidoscopio di linguaggi sia visivi che sonori (fotografia, video, performance, installazione, scultura, disegno, collage) che sono attraversati e potenziati da un forte aspetto performativo. Marcello Maloberti ha esposto e performato in numerose istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero.
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francescom-laterza · 6 years
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WORKSHOP_ESERCIZI SULLO SPAZIO
Lachesi Lab, Via Poropora 43 Milano. 6-13-20-27 giugno h.19,30
per info e prenotazioni
tel +39 347 7909620
foto di Regina Del Toro, Francesco M. Laterza_Esercizi sullo spazio #2, Furla Series #1_é il corpo che decide, Museo del 900, marzo 2018 Milano
Questo laboratorio è una prima tappa di avvicinamento alla creazione di una performance corale incentrata sulla relazione tra corpo e spazio circostante. Arriva a proseguimento di una ricerca iniziata nel 2015 che ha generato un primo attraversamento alla Fabbrica del Vapore di Milano e un secondo al Museo del Novecento in occasione del workshop E’ il corpo che decide curato da Marcello Maloberti per Fondazione Furla. Si rivolge a danzatori, performers, artisti visivi e a chiunque sia interessato all’argomento.
Il lavoro muove da una riflessione di G. Bachelard secondo cui “la coscienza ringiovanisce tutto. Se si apporta un barlume di coscienza al gesto meccanico si sentono nascere nuove impressioni”(da Poetica dello spazio, 1957) e mira alla frequentazione e  alla messa punto di alcune pratiche per illuminare e generare possibili relazioni tra corpo, spazio e immaginazione poetica.
Pensare il corpo come una scultura in movimento che si lascia plasmare dal circostante. Attivare un dialogo sottile tra spazio esteriore e spazio interiore. Frequentare una soglia performativa tra gesto concreto e potenziale poetico e narrativo dell’azione. Tendere l’orecchio al racconto degli spazi tra le cose. Presenza, ascolto e relazione come unici strumenti per lasciare emergere l’invisibile intorno ai margini del visibile.
Il laboratorio si articola in 4 incontri più un quinto da decidere insieme dedicato all’apertura del lavoro ad un pubblico per testare potenziale e limiti delle pratiche dinanzi allo sguardo dell’altro.
 This workshop is the first step for the creation of a choral performance based on the relation between body and space. It is part of a research that started in 2015 and generated two different performing moments at the Fabbrica del Vapore in Milan and at the Museum of Novecento in the E’ il corpo che decide workshop curated by Marcello Maloberti for the Fondazione Furla. The open call is for dancers, performers, visual artists and whoever could be interested in the argument.
The work moves from the G. Bachelard statement: “Consciousness makes everything new. If we put some consciousness in the mechanical gesture we can sense new impressions”(from The Poetics of space, 1957). It consists in planning and attending some physical practices to create possible relations between body, space and poetic imagination.
Considering body as a moving sculpture molded by the ambient. Activating a slight dialogue between outside and inside. Moving on a performative border between concreteness and poetic potential of the action. Paying attention to the silent tales of the spaces between things. Presence, listening and relation as the only tools to let the invisible merge around the borders of visible.
The workshop is made of 4 meetings and a 5th one to fix together with participants for opening the research to an audience and testing potential and limits of the practices in front of another’s gaze.
 DATE/DATES 6-13-20-27 Giugno h. 19,30-22,00 presso Lachesi Lab, Via Porpora 43 Milano
QUOTA PARTECIPAZIONE/PARTICIPATION FEE: 50 euro
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