24 GIU 2019 00:15''SESSO PRIMA DELLA PARTITA? NON SONO MAI STATO IN GRADO DI ORGANIZZARE IL MIO, FIGURIAMOCI QUELLO DEGLI ALTRI''. GRANDE INTERVISTA A GIOVANNI GALEONE, ALLENATORE-MITO. ''NON ESAGERIAMO. ME NE ANDAI DI CASA A 16 ANNI MA PERCHÉ AVEVO IL CULO PARATO'' - RIVELA CHE IL FIGLIOCCIO MAX ALLEGRI ''PER LA JUVE CI È RIMASTO MALE, SI È SENTITO TRADITO, DISPIACIUTO IN PARTICOLARE PER ANDREA AGNELLI'' - IL DOPING, LE DONNE, L'OMOSESSUALITÀ NEL CALCIO, JARDEL DROGATO 'MA CON UNA BELLA MOGLIE', LE CATTIVERIE SU SACCHI, LE SUE LETTURE. ''PRÉVERT? UNA LEGGENDA. È NOIOSO, IL MIO CALCIO ALLEGRO''
Alessandro Ferrucci per ''il Fatto Quotidiano''
Sul pianale posteriore della macchina la guida del 2018 dedicata a Relais e Chateaux prende il sole. È vissuta, sfogliata, non è lì per caso.
Mister, lei se la gode. "Accanto c' è pure la pubblicità delle sigarette, anche se non posso più fumare".
Giovanni Galeone è un uomo in grado di mantenere un equilibrio raro tra goliardia e cultura, autoironia e profondità; piacere e senso del dovere; una spiccata passione per le donne, e se racconta dell' ultimo concerto di Mina, quello leggendario alla Bussola di Viareggio, non parla della performance canora, "ma delle sue gambe strepitose"; e poi non è banale neanche sui libri, non finisce sul solito Soriano, "perché amo più i francesi"; un uomo che quando entra nel ristorante preferito di Pescara ("qui da Michele vengo da 33 anni"), discute brevemente su quale vino stappare, perché il padrone di casa non si avventura in troppe repliche: "Giovà, tanto ne sai più di me, sei come un sommelier".
A 78 anni non intende più allenare, e non è una questione di età, "ma solo perché oramai non c' è alcun rapporto vero con i giocatori: oggi se ne rimproveri uno o non lo schieri tra i titolari, mica ti viene a parlare, a cercare delucidazioni. No. Manda il procuratore a rompere le palle".
Non teme l' aspetto nostalgico: "Il calcio di trent' anni fa era più bello", e non si riferisce solo a schemi di gioco, o protagonisti, bensì a storie da raccontare, persone da crescere, altre con le quali poter condividere anche sigaretta e caffè alla fine del primo tempo. O sorridere e stupirsi come è accaduto raramente in Serie A, pochi casi, quasi tutti finiti nel mito, come il Genoa di Bagnoli, la Roma di Liedholm ("lui è il maestro"), il Parma di Sacchi ("sia ben chiaro: Arrigo è arrivato dopo"), o il suo Pescara, protagonista negli anni Ottanta di leggende e promozioni, calciatori scoperti e altri sottovalutati, oggi immortalato da Lucio Biancatelli nel libro Poveri ma belli: il Pescara di Galeone dalla polvere al sogno. In quel Pescara giocavano Massimiliano Allegri e Gian Piero Gasperini, e in carriera ha allenato Marco Giampaolo; in sostanza tre big della Serie A sono suoi figliocci o quantomeno allievi.
Viene trattato da mito.
È un po' esagerato.
Ne è certo?
Ci sono anche altre squadre che non hanno ottenuto i successi e l' attenzione che meritavano, eppure hanno cambiato la storia del calcio.
Tipo?
Corrado Orrico ha applicato pressing e zona anni prima di Arrigo Sacchi e il Bari di Enrico Catuzzi (1982) era uno spettacolo, ma nessuno cita questo disgraziato che è pure morto.
E lei?
Ribadisco: non sono il solo e ho la fortuna di una vita divertente e vissuta nel calcio.
Da che età?
A 16 anni sono andato via di casa, e già giocavo nella Nazionale Juniores, una squadra formidabile, con dentro Enrico Albertosi, Mario Corso e Giovanni Trapattoni.
Ma i suoi erano contenti?
Non importa, sono andato e basta; poi quando mio padre veniva a Trieste per trovarmi, e giocavo già nell' Udinese, palesava sempre lo stesso cruccio: comprarmi una casa, o darmi dei soldi.
Rifiutava?
Non ne avevo bisogno e non mi sembrava giusto.
Guadagnava.
Anche mio padre stava bene: era ingegnere, dirigente all' Ilva e vivevamo a Napoli; progettava gli altiforni.
Sperava nel figlio ingegnere.
Mai nella vita, per fortuna aveva un altro maschio; comunque viaggiava molto, costruiva impianti: è in mezzo al disastro di Taranto, l' altiforno lo ha creato lui, il primo in Europa a colata continua.
Insomma, viene da una famiglia molto borghese.
Mio padre liberale, credeva in Giovanni Malagodi (segretario dal 1954 al 1972); mamma era nostalgicamente monarchica, cresciuta nei salotti partenopei, e a casa, quando avevo dieci o undici anni, si leggeva Il Borghese, o i libri di Julius Evola o Giovannino Guareschi.
Le interessavano?
La mia vita andava verso altri lidi, e nessuno mi ha inibito.
Cioè?
Preferivo stare in strada con chi aveva meno di me, e se potevo davo una mano.
Se n' è andato a 16 anni
Sì, e quando le persone mi dicevano e dicono "come sei stato bravo", da sempre sento un po' di fastidio.
Perché?
Avevo il culo parato con il paracadute dei miei; quindi non ci vuole coraggio, sarei potuto tornare a casa sempre e accolto con amore.
Quindi, a Trieste.
Non vivevo in un quartiere centrale, ma a Servola, dove spesso arrivavano i profughi slavi, in particolare dall' Istria, e le scritte erano ancora bilingue.
Come si trovava?
Una meraviglia, grandi giocatori, bravi in ogni sport, gente con cultura e tradizione, allora motivate dalla fame patita; mentre quelli di città non li cagavamo.
La politica l' interessava?
Più il sociale, mi ha sempre affascinato la realtà delle persone, le loro storie; quando vivevo a Trieste, arrivavano camion pieni di carbon coke da scaricare all' Ilva, e subito si ammassavano le donne per caricarne sacchi, e accendere il fuoco.
Ciò la colpiva.
Sì, perché a casa avevo la luce elettrica e la possibilità di spendere; se non sei un cretino devi avvertire l' evidente disuguaglianza.
Si sentiva in colpa?
No, venivo da una famiglia splendida, papà mi ha rifilato solo uno schiaffo.
Per?
Forse un brutto voto a scuola, ma non ricordo bene; ma dopo il ceffone mi sono chiuso in bagno e ho spaccato lo specchio con un pugno: ero furioso con me stesso.
Quando ha scoperto i libri?
Da ragazzo leggevo molto, ne sentivo il bisogno, amavo i gialli e i francesi.
Dicono che portava Prévert in panchina
Leggenda sbagliata lanciata da non so chi: Prévert è noioso, il mio calcio allegro.
Ha mai manifestato?
Un paio di volte, e ho preso delle randellate.
Per cosa?
Contro un comizio di Giorgio Almirante a Udine; per sfuggire mi sono rifugiato in un portone; in un' altra situazione mi hanno caricato su una camionetta della polizia.
Il suo rapporto con i calciatori.
Gli lasciavo tutta la libertà.
Potevano uscire la sera?
Non erano affari miei.
Se andavano a donne?
Non me ne fotteva niente. E lo dicevo pure a Luciano Gaucci: "Guarda, non sono un guardiano di mucche".
Sesso prima della partita.
Non sono mai stato in grado di organizzare il mio, figuriamoci quello degli altri.
Donne cacciate dal ritiro?
Mai, anche perché non ci andavo. Mangiavo fuori.
Un divieto?
Mi infastidivano i telefonini, era il periodo delle scommesse, temevo ci cascassero.
L' allenatore è un guru.
Forse qualcuno, io no; non credo neanche Allegri, e poi oggi i giocatori fanno quello che vogliono, hanno un potere contrattuale esagerato, non rispettano più i ruoli, e magari come con Icardi pretendono di parlare con il presidente.
"Giampaolo è un secchione", ha dichiarato.
È un ragazzo molto attento, e a voler essere critici, non è un talento puro per il ruolo di allenatore, però è uno che si informa, studia, cresce e legge abbastanza bene le partite.
Allegri?
Max è uno raro.
Ha un debole per lui
(Ride) Non è così: con Gasperini mi sono scontrato più di una volta, eppure lo considero un genio, e quando mi dicono "Gasperini ha imparato da lei", rispondo che sono io ad aver appreso da lui.
Addirittura.
Non sbagliava un movimento, giocava sempre a culo in avanti; poi s' incazza, carattere terribile, ma bravissimo.
Allenatore già in campo.
È fondamentale, solo chi gioca può capire veramente la partita, e anche in questo Allegri era il numero uno.
Collovati sostiene che il calcio è solo per uomini.
Stupidaggine, ed è una tesi di Bettega, solo che a lui nessuno ha mai osato replicare.
Non sia mai.
Era Juventus-Milan, palla al centro, pronti via, riceve Rivera, arriva Tardelli e gli rifila un' entrata terribile; a fine match domandano a Bettega un giudizio, e lui: "Il calcio non è da signorine". Oggi sarebbe stato massacrato.
Il Mondiale femminile lo guarda?
No perché non lo conosco, non riuscirei a valutarlo.
Le dichiarazioni dei calciatori sono spesso banali
Da vent' anni è così, da Sacchi in poi.
Stuzzica sempre Sacchi.
Non è vero, nel 1988 sono stato l' unico allenatore invitato alla sua festa scudetto.
Vi conoscete da una vita.
Insieme già al corso di allenatori; ogni tanto mi lancia qualche pugnalata, io rispondo (prende il cellulare e divertito mostra le loro discussioni).
Che vi scrivete?
Nell' ultimo esordisce con "Caro Giovanni, ti ho sempre stimato e sempre considerato un amico". Ho risposto: "Arrigo l' ho sempre saputo e nel peggiore dei casi sperato".
Si diverte.
Lui si incazza, però sono stato con Arrigo nelle due finali di Coppa Campioni vinte nel 1989 e 1990 e pure sugli spalti agli Europei del 1988; anzi nel 1990 dopo la partita e post cena, siamo rimasti fino alle 6 del mattino con Berlusconi a parlare di moduli: "Arrigo, lei mi consente".
Ne capiva?
Ogni tanto le sue formazioni erano di 12 elementi.
Insomma, agli Europei?
Andiamo da Valentini (storico dirigente Figc) e gli chiediamo due biglietti per assistere a Olanda-Inghilterra. Li trova. "Tranquilli, posti ottimi".
Macché! Entriamo allo stadio e finiamo in mezzo agli hooligan inglesi, Arrigo preoccupato: "E ora?". Lo guardo e lo rassicuro: "Stai tranquillo, togli la maglietta e fingi".
A torso nudo?
Tutto il tempo, e mi rompeva su un giocatore. Fissato.
Chi?
Impazziva per l' attaccante inglese Gary Lineker, lo voleva, e io: "Hai Van Basten, cosa te ne fai di questo?".
Un suo ex attaccante, Mario Jardel, ha dichiarato la sua vecchia tossicodipendenza.
Povero. Però aveva una bella moglie.
Oltre la moglie?
Con lui in campo, spesso era come giocare in dieci.
È capitato spesso di calciatori con problemi?
Ogni tanto, uno pure bravo: arrivava la mattina al campo completamente fiacco, annebbiato. Sicuro si faceva.
Cosa non tollera?
L' ipocrisia e la menzogna.
Sarri è stato disonesto nell' accettare la Juventus?
Fa un po' di casino, non è preparato per certe situazioni; quando l' anno scorso leggevo alcune dichiarazioni, riflettevo se fossero opportune.
Come?
Anche questa voglia di apparire di sinistra, troppo; Giampaolo non ne parla mai, eppure era bertinottiano, uno di Rifondazione, infatti ora Berlusconi gli vuole parlare (e scoppia a ridere).
Cosa si diranno?
Marco non resta zitto, non è uno che si fa scivolare le cose addosso come Max
Pure Allegri ha carattere.
E della Juve ci è rimasto male, si è sentito tradito, dispiaciuto in particolare per Andrea Agnelli. Non ha superato l' addio; e sono anni che gli consiglio di andare via. Comunque con Ambra è contento.
Bene.
Sa stare con uno come lui, quando viene circondato dai fan non si scoccia, resta in disparte e osserva col sorriso.
La Juve non la sopporta.
Dal 1958.
Un sentimento recente
Giocavo a Coverciano contro la Nazionale A, noi ragazzi rispettosi dei grandi, emozionati evitavamo ogni contatto, eppure Giampiero Boniperti alzava continuamente il braccio e chiamava "fallo".
Ahi.
Prepotenza da padroni.
Lei alla Juventus?
Non mi avrebbero mai chiamato, mentre mi sarebbe piaciuto andare alla Roma di Dino Viola o al Napoli di Maradona, invece ho perso sia l' una che l' altra; il Napoli per colpa di Moggi e Ferlaino.
Ha avuto presidenti particolari, come Gaucci.
Mai visto uno così generoso, impressionante, elargiva soldi a tutti, in particolare ai giocatori. E non mi ha mai chiesto una formazione.
Lei e le donne.
Sono solo favole.
Sicuro?
Come per Max, solo favole.
Anzi, lui non sa neanche cosa sono le discoteche, ed è un' impresa dargli il secondo bicchiere di vino.
Cosa sognava da ragazzo.
Ancora oggi sogno di giocare a calcio; mai da allenatore.
Il suo mito?
Luisito Suarez.
Un amico?
Gianni Mura. Usciamo e beviamo le nostre bottiglie di vino, poi scattano le gare mnemoniche, anche con altri; uno fortissimo era Giorgio Faletti, sapeva tutto. Ah, secondo Gianni non capisco nulla di portieri e Amarone.
Ha ragione?
Sì. Mi piaceva solo Angelo Peruzzi. La prima volta che l' ho visto in allenamento era un ragazzino, con quattro o cinque "senatori" della Roma che gli tiravano delle bordate (pallonate). Lui niente. Li sfidava. Gli andava sotto e con modi spavaldi li invitava a continuare.
Tra Messi e Ronaldo?
Messi tutta la vita.
In Italia?
Ho amato Totti, ma chi mi ha impressionato è Cassano: eccezionale, in allenamento spiazzava tutti, uno spreco, e poi è ruffiano, quando incontra qualcuno sono baci e abbracci.
Tabù: i gay nel calcio.
Ci sono, oggi più di ieri.
Altro tabù: il doping.
Quando giocavo ci rifilavano di tutto, ed era normale.
Un rimpianto?
Io? (Sorride con occhi e labbra, e i suoi occhi e le sua labbra hanno l' età dei sogni, quando giocava a pallone). Mi sono divertito
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SCARTI Centro di Produzione Teatrale di Innovazione presenta "Fuori Luogo 13"
SCARTI Centro di Produzione Teatrale di Innovazione presenta "Fuori Luogo 13".
La Spezia. Diciannove spettacoli che rappresentano il meglio della scena contemporanea italiana e internazionale, due festival - uno dedicato agli artisti under30 e l’altro alle arti performative - progetti speciali e incontri con gli artisti, approfondimenti con i protagonisti, e tantissimi eventi e laboratori.
Torna il sempre più variegato Fuori Luogo La Spezia, percorsi di teatro contemporaneo nel presente, progetto di punta di Scarti Centro di produzione d’innovazione della Liguria, realizzata con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando “Linee guida cultura contemporanea” e sostenuta dal Ministero della Cultura e da Regione Liguria.
“I miei complimenti per questa nuova programmazione di Fuori Luogo, un ricco calendario che coinvolge tutte le generazioni ed è ormai diventato un appuntamento culturale irrinunciabile per la nostra città – dichiara il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini - Un’occasione importante di socialità e di cultura per riflettere, approfondire, emozionarsi e divertirsi nel nome dell’arte e della creatività, elementi che da sempre connotano le attività del Dialma Ruggiero.”
"Per questa tredicesima edizione dal provocatorio titolo MAINSTREAM - spiega il direttore artistico Andrea Cerri - presenteremo spettacoli e progetti che pur attraverso il rigore della ricerca, della sperimentazione artistica e pur improntati al rischio culturale (per loro natura e attitudine lontani dal concetto di Mainstream inteso per descrivere fenomeni “di massa”) riescano ad affondare nella carne viva della contemporaneità, rivolgendosi alla comunità tutta, cercando di parlare a un pubblico ampio e popolare, attraversando poetiche e linguaggi differenti, partendo dal nostro territorio per estendere lo sguardo a ciò che avviene lontano da noi."
Tantissimi gli ospiti: da Gli Omini, che condurranno un’indagine nel quartiere di Fossitermi “rubando” le storie degli abitanti per restituirle sul palco con la loro verve comico-grottesca, fino al collettivo berlinese Rimini Protokoll, che porterà in scena un robot umanoide doppio del drammaturgo tedesco Thomas Melle, passando per il nuovo spettacolo-dispositivo del pioniere del teatro partecipativo, il catalano Roger Bernat, e i lavori di Roberto Abbiati, Compagnia Licia Lanera, Fabiana Iacozzilli, Massimiliano Civica, Tony Clifton Circus, i Sacchi di Sabbia, Francesco Alberici, Filippo Nigro e Fabrizio Arcuri, Balletto Civile, Teatro dei Borgia, Gianluca Stetur; Fuori Luogo diventerà casa e agorà per la cittadinanza.
Chiuderanno la stagione i festival: torna alla sua seconda edizione Tutta la vita davanti. Festival di teatro per vecchi del futuro, a cura di Alice Sinigaglia, che quest’anno sarà affiancato alla restituzione del percorso di formazione con i ragazz* delle scuole superiori spezzine No Recess! mentre dal 23 al 25 giugno da non perdere FisiKo! Festival internazionale di azioni cattive, progetto che mette al centro la danza e i linguaggi del corpo.
Anche quest’anno verrà ospitato lo spettacolo finale del progetto Per Aspera ad Astra - come riconfigurare il carcere attraverso il teatro e la bellezza con i detenuti della casa circondariale Villa Andreino della Spezia (promosso da Acri e 11 Fondazioni di origine bancaria tra cui Fondazione Carispezia e curato da Gli Scarti). Non mancherà poi un focus sui più piccoli, con la stagione Fuori Luogo Kids, occasione per bambini e famiglie di sperimentare attraverso il gioco teatrale.
Anche quest’anno affiancherà la stagione di Fuori Luogo 13 MAINSTREAM il progetto Tea Time: una serie di piccole performance, incontri e proiezioni con artisti ed esperti provenienti da diverse discipline, nell’ottica di uscire dal contenitore teatro e aprirsi alla contaminazione con le altre arti. E sempre nell’ottica di valorizzare la creatività Under 35, torna Profeti in Patria, progetto di piccole performance di artisti del territorio che sono andati via per poi ritornare. Spazio anche alla poesia performativa con alcune serate di Poetry Slam: Senti Che Muscoli SP!, organizzati in collaborazione con I Mitilanti, che sbarcano al Dialma! per la prima volta.
Novità di quest’anno saranno la possibilità di sottoscrivere l’abbonamento ai 13 spettacoli che si svolgeranno al Dialma, La Spezia, il nuovo orario spostato alle ore 20.30 per tutti gli spettacoli, e l’inaugurazione e apertura del Social Bar (progetto in collaborazione e con il contributo di Fondazione Carispezia, Fondazione Aut Aut e La Luna Blu, per l’inserimento lavorativo di ragazzi con autismo) che consentirà agli spettatori di poter usufruire di un nuovo servizio bar prima e dopo gli spettacoli con aperitivi e prodotti alimentari della Luna Blu.
Programma completo spettacoli al Dialma, La Spezia
Ad inaugurare questa stagione Fuori Luogo sarà uno speciale lavoro dedicato alla Spezia e in particolare a Fossitermi, quartiere che da sempre ospita la rassegna ed è casa per Scarti: venerdì 13 e sabato 14 ottobre debutta Al di là della Scorza- Indagine lampo a Fossitermi de Gli Omini, gruppo toscano caustico e amatissimo, formato da Francesco Rotelli, Giulia Zacchini e Luca Zacchini che metterà radici per una settimana nel quartiere abitando ogni bar, negozio, ristorante, panchina e parchetto, rubando alla cittadinanza le sue stesse storie, assorbendo e ascoltano tutto ciò che li circonda, uomini, donne, vecchi, bambini, matti di città e di quartiere, per poi restituirle in scena. Un lavoro da non perdere che Fuori Luogo ha voluto fortissimamente per rimarcare un’appartenenza e una compenetrazione nel tessuto sociale della città.
Da martedì 17 a giovedì 19 ottobre per la prima volta alla Spezia si terrà l’Assemblea Nazionale C.Re.S.Co. importante e fondamentale coordinamento nazionale che raccoglie e rappresenta oltre 200 promotori nel settore culturale: artisti, professionisti, strutture e festival che utilizzano i nuovi linguaggi della scena, ponendosi, quale interlocutore propositivo presso le istituzioni nazionali (MiC, MAECI, MIM) e regionali, facendosi portavoce di istanze collettive. In particolare il 19 ottobre avrà luogo la tavola rotonda Per un ecosistema dello spettacolo dal vivo dedicata sia all’analisi delle politiche nazionali e territoriali, sia all’approfondimento di temi di grande attualità come la sostenibilità ambientale, l’accessibilità e l’inclusione analizzati nell’ambito dello spettacolo dal vivo in dialogo con Istituzioni, esperti e operatori.
La rassegna prosegue poi sabato 4 novembre con Circo Kafka, spettacolo tratto da “Il processo di Franz Kafka”, con Roberto Abbiati e la partecipazione di Johannes Schlosser per la regia di Claudio Morganti, che ne cura anche le musiche insieme a Schlosser, per la produzione di Teatro Metastasio di Prato, TPE Teatro Piemonte Europa. Lo spazio scenico è un surrogato di circo. È il dramma, o forse la commedia, di K, che si sveglia una mattina e trova poliziotti vestiti di tutto punto nella sua camera.
Sabato 18 novembre Fuori Luogo ospita la Compagnia Licia Lanera, che torna alla Spezia per presentare Con la carabina, di Pauline Peyrade, con Danilo Giuva e Ermelinda Nasuto, spettacolo Premio UBU 2022 come migliore regia e miglior testo straniero/scrittura drammaturgica (messi in scena da compagnie o artisti italiani). Nato dalla penna della drammaturga francese Pauline Peyrade Con la carabina è un testo lucido e imparziale, che supera la supposta dicotomia tra buoni e cattivi, analizzando i meccanismi culturali e antropologici alla base della violenza di genere. La scena, un non luogo claustrofobico e violento, ospita solo due attori, Ermelinda Nasuto e Danilo Giuva, ora adolescenti ora adulti.
La regista e drammaturga Fabiana Iacozzilli sarà a Fuori Luogo sabato 25 novembre con La classe, un docupuppets per marionette e uomini, una storia che nasce dai ricordi delle scuole elementari all’istituto Suore di Carità legati alla sua maestra, Suor Lidia. I pupazzi si muovono senza pathos su tavolacci che rimandano a banchi di scuola, ma anche a tavoli operatori o da macello. Un rito collettivo, in bilico tra La classe morta di Tadeusz Kantor e I cannibali di George Tabori, in cui gli adulti rileggono i ricordi di un’infanzia vissuta nella paura di buscarle.
Venerdì 1 e sabato 2 dicembre il maestro Premio Ubu Massimiliano Civica, spesso ospite a Fuori Luogo, presenta la conferenza-spettacolo L’Angelo e la Mosca, commento sul teatro di grandi Mistici, produzione Teatro Metastasio di Prato: racconti, facezie e buffi indovinelli da sempre utilizzati dai grandi Maestri dell’Occidente e dell’Oriente per “contrabbandare” insegnamenti profondi, per aprire il cuore degli uomini a una comprensione più elevata della realtà. I racconti del Baal Shem Tov e dei Rebbe dello Chassidismo, le storie dei Sufi e le poesie di Jalal al-Din Rumi, gli indovinelli dello Zen e le parabole di Jesù nei Vangeli Apocrifi serviranno per provare ad illustrare e spiegare aspetti, comportamenti e situazioni del mondo del Teatro e dei suoi protagonisti.
Sabato 9 dicembre tornano i Tony Clifton Circus, già ospiti nella scorsa edizione, in scena questa volta con Christmas Forever- eutanasia di un mito sovrappeso, un viaggio folle ed esilarante tra le pieghe di un mito contemporaneo, simbolo assoluto della tendenza al consumismo senza limiti, una delle divinità dell'Olimpo dell'immaginario collettivo: Babbo Natale, santo, vecchio, saggio e supereroe, rapito con l’intenzione di ucciderlo.
L’anno per Fuori Luogo si chiude venerdì 22 dicembre con un altro atteso ritorno alla Spezia: I Sacchi di Sabbia con La commedia più antica del mondo, un discorso su Gli Acarnesi di Aristofane, un’opera che oggi nessuno mette più in scena ma che possiede un dispositivo comico, ripulito dai cascami del tempo, ancora esplosivo. Con un ghigno rabbioso e idealista, Aristofane costruisce un nuovo mondo libero da ingiustizie e ipocrisie, dove non esistono la povertà e la guerra.
Sarà una prestigiosa produzione SCARTI - che dopo il debutto a Spezia andrà direttamente al Piccolo Teatro di Milano .- il primo spettacolo dell’anno, giovedì 25 e venerdì 26 gennaio 2024: Bidibibodibiboo, testo finalista alla 56a edizione del Premio Riccione per il Teatro, di Francesco Alberici - già Premio Ubu under35 - anche in scena con Daniele Turconi, Salvatore Aronica, Maria Aaris e Andrea Narsi. Prodotto da SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione in coproduzione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Ente Autonomo Teatro Stabile di Bolzano e creato nell’ambito dell’École des Maîtres 2020/21. Con grande tenerezza e dissacrante ironia Alberici racconta le scelte e le rinunce, i sogni e le grandi paure di una generazione alle prese con un mondo del lavoro drammaticamente spietato. La giuria della 56a edizione del Premio Riccione per il Teatro ha sottolineato come «con un’efficace e misurata composizione, l’autore, racconti con asciutta verosimiglianza ed efficacia, la caduta agli inferi aziendali del protagonista: attacchi, vergogna, licenziamento, omissione, liberazione.»
Sabato 17 febbraio l’attore Filippo Nigro, tra i volti più interessanti del cinema e del teatro italiano, sarà a Fuori Luogo con Fabrizio Arcuri per presentare Every Brilliant Thing (Le cose per cui vale la pena vivere), testo scritto da Duncan Macmillan nel 2013, una narrazione scandita da liste di cose per cui vale la pena vivere, un racconto in forma di confessione composto da piccole illuminazioni, incontri e manie, nel quale l’attore mette a fuoco il rapporto con il padre, il fallimento del suo matrimonio e la ricerca di aiuto nei momenti di difficoltà. Ne esce una lista imprevedibile, emozionante e personalissima, fatta di episodi e aneddoti catturati al volo dal protagonista a margine di libri, scontrini e sottobicchieri.
Sabato 24 febbraio grande appuntamento con la scena artistica internazionale: il collettivo Rimini Protokoll - tra i più importanti innovatori teatrali degli ultimi venticinque anni - presenta a Spezia Uncanny Valley, dove un robot umanoide riproduce in tutto e per tutto una persona reale, il drammaturgo tedesco Thomas Melle. Cosa significa per l'originale quando la copia prende il suo posto? L'originale può conoscersi meglio attraverso il suo doppio elettronico? Perché se da un lato la somiglianza facilita il processo di accettazione, se il robot è troppo simile a un essere umano proviamo una strana diffidenza? Che cos’è umano e cosa macchina? Il pubblico è invitato a lasciarsi andare in un viaggio attraverso la valle del perturbante (uncanny valley).
Venerdì 15 e sabato 16 marzo Balletto Civile propone Davidson, spettacolo danzato tratto dalla sceneggiatura de Il Padre Selvaggio di Pier Paolo Pasolini, storia di un ragazzo nero sensibile e acuto, proveniente da una tribù dell’Africa, e del suo incontro con un insegnante progressista e tormentato – una figura di frontiera alter ego dello stesso Pasolini - che cerca di dare ai suoi ragazzi un’istruzione moderna e anticolonialista. In Davidson i corpi di Maurizio Camilli e Confident Frank dialogano tra loro affrontando questioni politiche e poetiche come il rapporto tra bianchi e neri, il problema della libertà e della democrazia e il difficile rapporto che intercorre tra noi e l’altro.
Sabato 23 marzo il pubblico sarà invitato a riflettere sul senso della militanza politica, sui diritti della cittadinanza e sugli ideali di libertà e democrazia, ma anche sul teatro come strumento poetico e politico grazie a Giacomo di Teatro dei Borgia, già ospiti a Fuori Luogo nel 2023 con la trilogia La Città dei Miti. Lo spettacolo vuole porre in risalto il discorso politico di Matteotti, mettendo a confronto due dei suoi interventi in Parlamento: quello del 31 gennaio 1921, in cui denuncia le connivenze tra le forze politiche borghesi e le squadracce fasciste, e quello del 30 maggio 1924, l’ultima seduta a cui partecipò prima di essere assassinato, in cui contesta i risultati delle elezioni dell’aprile di quell’anno. I discorsi di Matteotti vengono riproposti nella loro nuda e terrificante verità e veicolati dal corpo di Elena Cotugno, unica attrice in scena.
La rassegna prosegue sabato 6 aprile con La Scelta del regista catalano Roger Bernat / FFF. Come si scelgono gli spettacoli per un festival? Quali sono i ragionamenti che una direzione artistica affronta? Esistono criteri puramente estetici? Da che spettacolo mentale, da che copione ideologico tiriamo fuori le nostre opinioni sugli spettacoli altrui? Quali gli scontri, le discussioni artistiche, economiche, etiche e politiche? In questo spettacolo Bernat - famoso per i suoi dispositivi partecipati in cui gli spettatori diventano spett-attori - lascia ai partecipanti la responsabilità di rispondere a queste domande e di scegliere, insieme, uno spettacolo che sarà programmato nella prossima stagione di Fuori Luogo La Spezia.
A chiudere questa variegata stagione di Fuori Luogo sarà sabato 20 aprile l'intenso e talentuoso Gianluca Stetur, artista che negli anni ha lavorato con i più grandi nomi del teatro e che a Spezia conduce spesso laboratori per attori, con Buio Caligola, spettacolo diretto da Ombretta Nai, prodotto da SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione.
A maggio 2024 si terrà inoltre lo spettacolo finale del progetto di formazione No Recess!, laboratorio permanente con gli studenti delle scuole superiori della Spezia, che quest’anno, per la prima volta, si unisce a “Tutta la vita davanti. Festival di teatro per vecchi del futuro”, con un’intera settimana di spettacoli dedicati alla creatività Under 35.
Infine per il primo anno in collaborazione con Fuori Luogo si terrà Senti Che Muscoli SP!, rassegna di poetry slam al Dialma, organizzata da I Mitilanti e composta da tre round ad eliminazione e una finale in cui i vincitori di ciascun round si sfideranno a colpi di versi per aggiudicarsi lo slam. Durante la competizione poetica, i/le partecipanti recitano testi scritti di proprio pugno, sottoponendosi alla valutazione di una giuria composta da cinque elementi estratti a sorte tra il pubblico. Non sono ammessi né accompagnamenti musicali, né oggetti e costumi di scena.
ABBONAMENTI
Abbonamento a 13 spettacoli c/o Il Dialma
intero 160 €
ridotto (under 30 e over 65) 110 €
Scarti e altre convenzioni 85 €
studenti Under 19 55 €
L’abbonamento dà diritto al biglietto ridotto/convenzionato per gli spettacoli di Fuori Luogo che si terranno al Teatro degli Impavidi e nelle altre location
BIGLIETTI SINGOLI
intero 15 €
ridotto (under 30 e over 65) 10 €
Scarti e altre convenzioni 8 €
studenti Under 19 5 €
Per info e prenotazioni
Il Dialma, La Spezia - 3332489192
(anche messaggio whatsapp)
[email protected]
orari biglietteria fino al 13 ottobre per campagna abbonamento: mar, mer, giov dalle 15 alle 20/ venerdì dalle 10 alle 13
Biglietti e abbonamenti acquistabili anche presso la biglietteria del Teatro degli Impavidi
3464026006
[email protected]
(dal lun al sab 9.30-13.00 e il giovedì anche il pomeriggio dalle 16 alle 19) e online su Vivaticket...
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