#Pascal Savy

[side-line]

‘Click Interview’ with Pascal Savy: ‘London Has Been A Never-Ending Source Of Inspiration’

http://dlvr.it/SswRjc

[lipstickmata]

sove lås by sepiae.

[dl0lb]

Pascal Savy - Ghost Echoes

“ Adrift” LP (Eilean Rec. 10 Oct 2014)

https://eileanrec.bandcamp.com/album/adrift

[13melekradyo]

20 Mayıs 2023 tarihli program kaydı.

Güncel drone/ambient kayıtlarından bir seçki // A selection of recent drone/ambient recordings. Download.

01 – Elskavon – North Sole 02 – Wil Bolton – Dead Fountains 03 – Richard Skelton – Albedo 04 – KMRU – Its 05 – Jason van Wyk – Past 06 – Rudy Adrian – Dawn Redwood 07 – Maps And Diagrams – Upland 08 – Arbee – Pierre Précieuse 09 – Glacial Anatomy – The Path Is Short (excerpt) 10 – Desiderii Margins – Psychogeography 11 – Pascal Savy – Hyperreality 12 – John Frusciante – Pyn

[gregor-samsung]

«Posso parlare a cuore aperto?» «La prego.» «Sto pensando che la Chiesa è sempre dalla parte dei ricchi.» «È vero, ma perché vi è obbligata.» «Obbligata?» «Può citarmi uno Stato dove i ricchi non governino? Essere ricco non significa necessariamente avere del denaro. E quando non ci saranno più azionisti delle segherie, altri ricchi governeranno; non è necessario possedere delle azioni, per essere ricchi. Ci saranno sempre dei valori e pochi uomini ne possederanno sempre più di tutti gli altri. Più stellette al colletto, più galloni alle maniche, più nastrini sul petto, visibili o invisibili, poiché ci saranno sempre ricchi e poveri, come ci sono gli sciocchi e i furbi. E, caro professore, disgraziatamente la Chiesa non ha il potere di stabilire come uno Stato debba essere retto. Al contrario, è suo dovere essere sempre dalla parte dello Stato, che, purtroppo, sarà sempre governato dai ricchi.» «Suo dovere?» «L’uomo, essendo per natura un animale socievole, è destinato a contrarre dei vincoli nella famiglia, nella comunità, nello Stato. Lo Stato è un’istituzione puramente umana, il cui scopo dev’essere, nella misura del possibile, la realizzazione della felicità terrena. È una necessità naturale voluta da Dio; e obbedirgli è dovere di coscienza.» «Non vorrà tuttavia sostenere che, per esempio, lo Stato attuale realizzi nella misura del possibile la felicità terrena?» «Affatto, poiché la società umana è basata sull’egoismo, l’impostura e la forza bruta. Come dice Pascal? ’Desideriamo la verità e non troviamo in noi che incertezza. Cerchiamo la felicità e non troviamo che miseria e morte.’ La stupisce sentire un semplice curato di campagna citare Pascal?... È che non sono un semplice curato di campagna. Sono qui solo per breve tempo. Come si dice, per misure disciplinari. Eh, sì,» sorride. «Rari sono i santi che non hanno mai peccato, rari i savi che non hanno mai commesso sciocchezze. E, senza le piccole sciocchezze della vita, nessuno di noi sarebbe al mondo.» Sorride, ma io non sorrido con lui. Vuota un altro bicchiere. Io domando: «Se è vero che l’ordinamento statale è voluto da Dio...» Mi interrompe: «Errore! Non l’ordinamento statale, ma lo Stato è una necessità naturale, e perciò voluta da Dio.» «Ma è la stessa cosa!» «No, non è la stessa cosa. Dio ha creato la natura; dunque è voluto da Dio tutto ciò che è necessità naturale. Ma le conseguenze della creazione della natura, cioè, nel caso specifico, l’ordinamento dello Stato, sono un prodotto della libera volontà umana. Quindi, soltanto lo Stato è voluto da Dio, non il suo particolare ordinamento.» «E quando uno Stato si sfascia?» «Uno Stato non si sfascia mai; tutt’al più, la sua struttura sociale si sbriciola per lasciare il posto a un’altra. Lo Stato in sé stesso rimane, anche se il popolo che lo costituisce muore. Perché allora un altro popolo ne prende il posto.» «Dunque, il crollo di un ordinamento statale non è una necessità di natura?» Sorride: «A volte, è perfino voluto da Dio.» «Perché, allora, quando un certo ordine sociale crolla, la Chiesa prende sempre la parte dei ricchi? In altri termini, per ritornare al presente: perché la Chiesa si mette sempre dalla parte degli azionisti della segheria, non da quella dei bimbi seduti alla finestra?» «Perché i ricchi vincono sempre.» Non posso dominare il mio sdegno: «Bella morale!» Rimane impassibile: «Ragionare bene è il principio della morale.» Vuota un altro bicchiere. «Sì, i ricchi vinceranno sempre, perché sono i più brutali, i più abietti, i più spregiudicati. Non dice forse la Bibbia che sarà più facile a un cammello passare per la cruna di un ago che a un ricco entrare nel regno dei cieli?» «E la Chiesa passerà per la cruna di un ago?» «No,» risponde, e sorride di nuovo. «Non sarebbe neppure possibile, poiché la Chiesa è appunto la cruna dell’ago.» Questo parroco è dannatamente furbo, penso, ma non ha ragione, no, non ha ragione. E, ad alta voce: «Così, la Chiesa serve i ricchi e non pensa a combattere per i poveri.» «Combatte anche per i poveri,» m’interrompe, «ma su un altro fronte.» «Il fronte celeste?» «Anche lì si può morire.»

Ödön von Horváth, Gioventù senza Dio, traduzione di B. Maffi, Bompiani, Milano, 2003 [Libro elettronico]

[ 1ª ed. originale: Jugend ohne Gott, Amsterdam, 1937 ]

[zaptnews]

MUSHIMARU FUJIEDA

Dancer, Choreographer, Director

In 1989, after having performed in several Japanese theatre productions, Mushimaru Fujieda  (b. 1952) started to dance solo, utilising movement in relationship to breath and rhythm.

He spent several months performing in the Taklamakan Desert in Xinjiang, northwest China, and in the streets of Tibet and Soviet Russia in 1990. He created his unique style of movement, which he calls “Tennen Nikutai Shi” (“The Physical Poets”) – the name coming to him after meeting and collaborating with Allen Ginsberg in 1991.

As an actor, scriptwriter, producer, writer and director, his list of works includes the masked dance-drama Sou Ramayana (using masks of Himalayan religious ceremonies). He has created and performed numerous special works, including Art Battle A-Un-Gi, Moonlight Celebration and Chance Operation, in Japan, various countries in Europe, South Korea, the UK, the USA, China, Taiwan, the Philippines, Hong Kong and India.

In Japan he has appeared regularly on TV and radio, and he has published travel pieces in newspapers and magazines. He is also a lecturer at the National School of Drama in Agartala, India.

Mushimaru Fujieda is the subject of Nicolas Norblin's documentary film The Shadow:

https://www.youtube.com/watch?v=Mcg0Ebcm81o

Following event will be rescheduled due to due to the coronavirus (covid-19)

On 22 May Mushimaru Fujieda will be collaborating with 

AYA OGAWA

Pianist, vocalist, educator and artist Aya Ogawa lives in Hakodate, Hokkaido. She started playing piano in 1968 and has been involved in theatre since 1970. Ogawa is also a songwriter, organiser of poetry readings and publisher of picture books. These experiences inform her improvisations, which include work with Japanese and international musicians and dancers such as Sabu Toyozumi, Peter Brötzmann, Charlie Collins and Deku Ogawa, and Butoh dancers Hal Tanaka, Mushimaru Fujieda, Atsushi Takenouchi and Tukasa Kamidate. She toured Poland, Germany, the UK and Japan with the Polish–Japanese audio-visual dance project Butoh Techno.

PASCAL SAVY

A sound artist and performer based in London. He started making music in the late 1990s influenced by early techno and experimental electronic music. Over the last decade he has explored sparser and calmer territories, often reflecting on time, presence and the elusiveness of reality. In parallel to his interest in more minimal and quieter music, he has been heavily influenced by the writings of the late cultural and political theorist Mark Fisher and has in consequence explored more reactive and politically charged terrains. His recent album Dislocations (Experimedia, May 2018) was conceptualised and articulated around the concepts and ideas developed in Capitalist Realism, a book in which Fisher surveys and analyses the symptoms of our current cultural and political malaise.

Natural Physical Poetry Workshop on 23 & 24 May 2020

In this workshop, students will explore movement in relationship to their breathing rhythm, which Mushimaru believes is highly individual and the most basic approach for accessing and generating one’s own unique dance. Through personal expression, participants will search to rediscover the playfulness of the inner child, free from more normalised codes of gesture. Mushimaru’s method is an effective tool for developing sensitivity as a dancer in order to both integrate and release the mind-body. The workshop is open to people of all ages and abilities, as well as all levels of experience of movement and dance.

Come join us to explore your own natural poetry through motion!

[earinfluxion]

Pascal Savy: Dislocations (Experimedia)

French drone auteur Pascal Savy, now based in London, has crafted a minor masterpiece in Dislocations. Along with a recent release from Matthias Urban, Dislocations marks a return to pressing original music for Ohio-based indie and distributor Experimedia, and it's a most welcome return. Dislocations is comprised of a series of sublime drones that are surprisingly active given the typically restrained nature of the genre. Dislocations is largely inspired by the writings of Mark Fisher, specifically the notion of “the cancellation of the future” (incidentally the title of the opening track here). There is a sort of fatalism at the core of these evocative drones, starting off unassumingly but then building into a handsome, dramatic slab of atmosphere. The cynicism and doubt that characterize that first track shift shapes across Dislocations, harnessing that nervous energy and channeling it into contrasting forms. “Shadows Out of Time,” for example, feels quite at odds with the more cinematic unfurling of the opener. Instead its restraint lends it a tautness that never unwinds, even as its drones come and go.

Dislocations by pascal savy

Elsewhere, Savy tips the balance toward hushed noise; “Night More Viscous Than the Dawn” is predictably dense but has the constantly looming threat of a full-on blast of noise. It never truly delivers on that, instead just releasing the pressure through slow swells of sound, a strategy that proves effective in its quiet drama. But the most elaborate and longest one of them, “Allow the Light,” feels like an appropriate bookend to the opener. It shares its more musical qualities, with string-ish drones lending an emotive immediacy as it grows in scale. Its in those ways that Dislocations reminds me of the big, patient slabs of drones that Savy's American contemporary Rafael Anton Irisarri has pushed on recent releases, characterized both by timbre and slow-moving dynamics but also with a moody edge that can sometimes be missing from more inert drone recordings. Highly recommended listening.

Buy it: Bandcamp | Experimedia (CD on sale!)

[felinevomitus]

My latest piece for The Wire magazine is available now. It’s a review of the Dronica festival, featuring passing mentions of Luxul, Rotten Bliss, Disinformation, Pascal Savy and Charles Hayward. Buy now from all decent newsagents or, better yet, subscribe. Photographs by Matteo Favero.

[fortunatelylori]

Why do people claim racism when someone hates Dorne/The Martells?

Hi, @disneyprincessbuffyannesummers!

I’m not sure I’m the best person to answer this since I’m not really a die hard Dorne/Martells fan nor am I very well versed with the discourse in that part of the fandom, aside from some basic, highly visible issues. So in advance of this answer, I would highly recommend looking up pro-Dorne blogs and perhaps sending asks there so people more invested in this part of ASOIAF fandom can give you a more detailed and, most likely, a far more accurate answer. 

As a general rule, I don’t particularly like talking for other people nor am I a fan of screaming “insert trigger word here” every time a criticism of a story line or character is put forward. 

Perhaps there are corners of the pro-Dorne/pro-Martell fandom that use racism as an devaluation for valid criticism. However, I haven’t really come across many examples of this. 

What I have come across are some pretty extreme and rather blatant examples of ASOIAF fans either unfairly criticizing Dorne or using patronizing statements that do, at least to me, reek of racism to a degree, whether or not the initial poster intended it as such. 

So I’d say that if you have come across people claiming racism in the face of Dorne criticism is perhaps because it’s either warranted or, given the history of the way people treat Dorne and the Martells in the fandom, is seen as a rather permanent fixture in the discourse regarding this topic. 

Two glaring issues that I’ve come across that are bound to raise my level of frustration with the fandom in general are: 

The discourse regarding Dorne’s resistance to Targareyen conquest. There is actually a vid on youtube, that I’m not going to link here because I’m not about to give that crap more views, that spends about 2 hours depicting the Dornish as savages and barbarians because they dared to oppose the dragon lords by any means necessary. 

Don’t get me wrong. People can engage in a debate regarding war and the savagery that it entails but the whole premise of that vid was that the Dornish were wrong in opposing a family that was hell bent on conquering them. In many ways, this discourse is not dissimilar to the way history, for many years, approached Alexander The Great’s conquest, where Alexander, the white Greek that had studied under Aristotle, was spreading enlightenment to the “uncivilized barbarians” in Egypt, for example. 

There is something deeply racist  about claiming that by virtue of who they were, the Dornish had no right to defend themselves and should just have allowed their country to be subjugated by the enlightened, lilly-white Targareyens, who in this revised discourse, were actually trying to conquer the whole of Westeros because they knew the zombie apocalypse was coming … 300 years later. 

Then there’s the matter of Elia Martell who is depicted as this inconsequential, dead weight sickly wife who Rhaegar was entitled to put aside in favor of the white and, evidently, superior Lyanna Stark, even though canon evidence proves that Elia managed to give Rhaegar two healthy children and survive both pregnancies while Lyanna died as a result of giving birth. To be clear, Lyanna’s death says nothing about her worth as a person but Elia’s issues of fertility past her second pregnancy are always brought up as a valid reason why Rhaegar was correct in setting her aside, humiliate her publicly and basically forget all about her. 

When she isn’t depicted in this blatantly racist and ableist way, Elia Martell is patronized. She is the “politically savy��, “sexually enlightened” woman of “color” from a “sexually free” society and, as such, she would totally support Rhaegar’s decision to run off with Lyanna Stark, put herself and her children in danger and have no issues with Rhaegar fathering a child that could threaten her own children’s rights because he read a prophecy in a book. To say otherwise, would be “disrespectful” to the “politically savy” Elia. 

Notice how neither one of these arguments are really there to benefit or shed light on Elia because no one that claims any of those things actually cares about her. These arguments are there for one reason and one reason alone: to make sure Rhaegar is absolved of any and all culpability. 

Going by that premise, it’s also depicted as wrong and downright criminal that Oberyn and Doran Martell might still harbor resentment over what happened to their sister or that they might want to avenge her. This is despite the fact that no one seems to have a problem with the Starks seeking revenge on the Lannisters for what they did to their family. The Martells, on the other hand, should just let bygones be bygones … I wonder why …

The show really didn’t help matters any by completely butchering the Dorne plot, turning the whole culture into a hypersexualized joke where the common thread for the casting of these characters seems to have been “people with a tan”. Just as an example: Pedro Pascal, the actor playing Oberyn, is of Latino descent. Oberyn’s brother, Doran, is played by Alexander Siddig, who is part Sudanese, part English. Tell me in what genetic ignorant universe these two could share parents. While we’re at it, the child of Latino Pedro Pascal and Indian/Swiss Indira Varma is the Italian American Rosabell Laurenti Sellers, who here we assume passes for a person of color because … she has dark hair and spent a few hours in the tan salon? 

What I’m trying to get at with all these examples is that it’s rather difficult to extract the matter of race and racism from discussions regarding Dorne and the Martells because we’re reminded of these inherent issues at every turn. 

Thanks for the ask!

[postambientlux]

BEST AMBIENT OF 2018

the 100 BEST AMBIENT ALBUMS of 2018 curated by @holsgr​​

#100 : Marcus Fischer & Simon Scott / Shape Memory

#99 : Dmitry Mazurov / Simulacra

#98 : Siavash Amini / FORAS

#97 : CUTS / A Gradual Decline

#96 : Dntel / Hate In My Heart

#95 : Amplidyne Effect / Gloria on Canvas

#94 : AURAL / Sonic Metamorphosis

#93 :  Saåad / Présence absente

#92 : Rauelsson / Mirall

#91 : Deru / Torn in Two

#90 : Moss Covered Technology / And His Many Seas

#89 : Federico Durand / Pequeñas Melodías

#88 : Arp / ZEBRA

#87 : Jon Porras / Voices of the Air

#86 : Goldmund / Occasus

#85 : Resina / Traces

#84 : Markus Guentner / Empire

#83 : Aidan Baker & Gareth Davis / Invisible Cities

#82 : Valotihkuu / Fragile Melodies

#81 : Shida Shahabi / Homes

#80 : Oren Ambarchi, Kassel Jaeger & James Rushford / Face Time

#79 : 36 / Ego Death

#78 : Jake Muir / Lady’s Mantle

#77 : Bruno Sanfilippo / Unity

#76 : Æthereal Arthropod / Opilio

#75 : Jon Hopkins / Singularity

#74 : Tim Linghaus / Memory Sketches

#73 : Endless Melancholy / Fragments of Scattered Whispers

#72 : Tomasz Bednarczyk / Illustrations For Those Who

#71 : kj / Ex

#70 : Ólafur Arnalds / re:member

#69 : Vanessa Amara / Manos

#68 : uon / uon

#67 : Nico Niquo / Timeless

#66 : Sarah Davachi / Let Night Come On Bells End The Day

#65 : Félicia Atkinson / Coyotes

#64 : Zinovia Arvanitidi / Ivory

#63 :  Kevin Verwijmeren / Dett

#62 : Michael Beharie & Teddy Rankin-Parker / A Heart From Your Shadow

#61 : Kaitlyn Aurelia Smith / Electronic Series Vol 1: Abstractions

#60 : Taylor Deupree / Fallen

#59 : Jean-Michel Blais / Dans ma main

#58 : Hakobune / Betelgeuse

#57 : Grzegorz Bojanek & Piotr Michałowski / Solid

#56 : Zenjungle / Fragmented Lives

#55 : Lucrecia Dalt / Anticlines

#54 : International Debris / Holosphere

#53 : Kasper Bjørke / The Fifty Eleven Project

#52 : GAS / Rausch

#51 :  Śruti / Heard, Unspoken

#50 : Objekt / Cocoon Crush

#49 : Axel Rigaud / Transformation

#48 : Mary Lattimore / Hundreds of Days

#47 : Olan Mill / Variations on the Letter H

#46 : Ian Hawgood / 光

#45 : Yann Novak / The Future is a Forward Escape Into the Past

#44 : Nils Frahm / All Melody

#43 : Pendant / Makes Me Know You Sweet

#42 : Rafael Anton Irisarri / Midnight Colours

#41 : Rival Consoles / Persona

#40 : Pariah / Here From Where We Are

#39 : Halftribe / For The Summer, Or Forever

#38 : Aaron Martin / Touch Dissolves

#37 :  SUGAI KEN meets G禁禁禁禁岩石考 / -yOrUkOrU-

#36 : Ipek Gorgun / Ecce Homo

#35 : Pausal / Volume Flow

#34 : Harnes Kretzer / Black Noise

#33 : Rabit / Life After Death

#32 : Janek Schaefer / What Light There Is Tells Us Nothing

#31 : Aphex Twin / Collapse

#30 : Etelin / Hui Terra

#29 : r beny / Eistla

#28 : The Sight Below / Glider 10: Reworks

#27 : Laurel Halo / Raw Silk Uncut Wood

#26 : Angelo Harmsworth / Kompressor

#25 : Richard Devine / Sort\Lave

#24 : Thomas Ankersmit / Homage to Dick Raaijmakers

#23 : Ian Hawgood & Giulio Aldinucci / Consequence Shadows

#22 : Maria w Horn / Kontrapoetik

#21 : Félicia Atkinson & Jefre-Cantu Ledesma / Limpid As The Solitudes

#20 : Dedekind Cut / Tahoe

#19 : Pascal Savy / Dislocations

#18 : Tim Hecker / Konoyo

#17 : Christina Vantzou / No.4

#16 : Abul Mogard / Above All Dreams

#15 : M. Geddes Gengras / Light Pipe

#14 : CV & JAB — Zin Taylor / Thoughts of a Dot as it Travels a Surface

#13 : Brett Naucke / The Mansion

#12 : Ben Chatwin / Drone Signals

#11 : Ian William Craig / Thresholder

#10 : Eli Keszler / Stadium

#9 : Paperbark & r beny / Resons to Live

#8 : William Basinski & Lawrence English / Selva Oscura

#7 : Giulio Aldinucci / Dissapearing In A Mirror

#6 : Mats Erlandsson / Hypodermic Letters

#5 : Solidarity Hymn / For a Wandering Beam of Sun

#4 : Francis M. Gri & Federico Mosconi / Between Ocean and Sky

#3 : SY/IN / Blinded

#2 : The Caretaker / Everywhere at the End of Time (Stage 4 & 5)

#1 : Alessandro Cortini & Lawrence English / Immediate Horizon 

Experimental electronic & Ambient music blog made by Hermann Holsgr. linktr.ee/postambientlux

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Pascal Savy – Simulacra (Album – Cyclic Law)

http://dlvr.it/Sq1hBl

[fedelando]

“WINE ART CONTEST” E “GREENPRIX”: PREMIAZIONI IL 30 SETTEMBRE

Centinaia le candidature di giovani artisti e imprese innovative ai due nuovi premi del MAVV di Portici Premiazioni il 30 settembre al Galoppatoio della Reggia vesuviana 

 Si chiudono con un rilevante successo di partecipazione, anche su scala internazionale, le iscrizioni al Wine Art Contest e il GreenPrix.

I due concorsi lanciati dal MAVV, il Museo dell’Arte, del Vino e della Vite, sono dedicati all’arte, alla cultura, all’innovazione e alla sostenibilità della filiera del vino, del wine&food, dell’enoturismo e dell’industria creativa.

Sostenute, tra gli altri, dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, e dalla Regione Campania, le due iniziative sono volte a coinvolgere, valorizzare e promuovere i giovani talenti artistici e i neoimprenditori per l’innovazione della filiera del vino. Presidente d’onore il ministro Stefano Patuanelli.

Il Wine Art Contest, concorso di creatività artistica ispirata dal mondo del vino, ha visto la candidatura di oltre duecento giovani artisti, non solo italiani, ben oltre la soglia inizialmente fissata a 120 partecipanti. Dei 25 i finalisti preselezionati (19 per le arti visive e 6 per le arti performative), una giuria di nomi noti del panorama culturale e artistico italiano sceglierà tre opere da premiare. Saranno conferiti assegni e riconoscimenti anche al secondo e terzo classificato, nonché premi speciali (canzone, fotografia e video, pittura). Gli artisti selezionati saranno coinvolti in workshop ed eventi del MAVV Wine Art Museum e dei partner del concorso.

Dieci le candidature selezionate al GreenPrix, un riconoscimento conferito a giovani imprese e startup innovative operanti nel settore dell’enologia che si distinguono per idee e progetti nuovi e competitivi.

I riconoscimenti verranno consegnati il prossimo 30 settembre, alle 16, nel corso di una manifestazione che si terrà nel Galoppatoio della Reggia di Portici, concesso dal Dipartimento di Agraria della Federico II, guidato dal direttore Danilo Ercolini, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Portici.

Con il saluto del ministro Stefano Patuanelli e l’attrice Marisa Laurito, che hanno personalmente sostenuto dal primo momento l’ideazione del contest e del premio, nell’occasione verranno anche consegnati i riconoscimenti del MAVV In Vino Veritas e Dea Vite, giunti alla terza edizione, conferiti a personalità del mondo scientifico, accademico, sociale e dello spettacolo per i loro meriti.

La serata sarà presentata da Noemi Gherrero, con la direzione artistica curata da Carmine Aymone, Claudio Niola e Luciano Ruotolo.

A seguire, alle 20:45, nell’area esterna al Galoppatoio, il Wine Art Fest, una serata animata dal concerto di una jazz band internazionale, aperta da una degustazione di vini di eccellenza del territorio, curata dai sommeliers professionisti dell’Ais.

Hanno concesso il patrocinio all’iniziativa: Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, Ismea, Crea, Databenc, Ente nazionale per il Microcredito, Invitalia, Università degli studi di Napoli Federico II, Accademia dei Georgofili di Firenze, Accademia di Belle arti di Napoli, Conservatorio San Pietro a Majella, Fondazione ente ville Vesuviane, Unione degli Industriali della provincia di Napoli, Consiglio regionale della Campania, Città metropolitana di Napoli, Comuni di Napoli, Ercolano e Portici e il Sindacato unitario dei Giornalisti della Campania.

giurie

Tra i componenti della giuria del Wine Art Contest, oltre ai docenti universitari Francesca Fariello, Lello Savonardo e Isabella Valente, i maestri Gerardo Di Lella, Tony Esposito e Peppe Vessicchio, il regista e produttore Stefano Veneruso, i curatori d’arte Emanuele Leone Emblema e Cynthia Penna, il manager Gennaro Di Cello e le giornaliste Licia Granello e Geppina Landolfo.

Per il GreenPrix la giuria è composta da Marisa Laurito, direttore artistico della Fondazione Trianon Viviani, Maurizio Bellavista, CEO di Keyone Consulting – Partiagevolato, Francesco Castagna, imprenditore e CTS dell’Unione Italiana Vini, Angelo Chianese, docente di Sistemi informativi alla Federico II, Paolo Ciaccio, COO di Entopan Innovation, Annamaria Colao, titolare della cattedra Unesco “Educazione alla salute e Sviluppo sostenibile” alla Federico II, Valentina Della Corte, coordinatrice del corso di laurea Hospitality management alla Federico II, Stefania De Pascale, vicepresidente di Crea, Enzo d’Errico, direttore responsabile del Corriere del Mezzogiorno, Danilo Ercolini, direttore del Dipartimento di Agraria della Federico II, Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione italiana Turismo enogastronomico, Eugenio Gervasio, CEO del MAVV, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, e Daniela Savy, docente di Diritto europeo dei beni culturali alla Federico II.

sostenitori

Il Wine Art Contest e il GreenPrix si avvalgono del sostegno di Webgenesys e della sua start up innovativa Seeds, il cui intento è quello di investire sulle idee, sul capitale umano che con spirito creativo interpreta le risorse dei territori per generare soluzioni innovative e di sviluppo nel settore ICT con un focus particolare per la blockchain nel settore agroalimentare. «La nostra partecipazione – spiega Raffaele Primo, CEO dell’importante gruppo leader dell’innovazione – ha il duplice obiettivo di sostenere l’impostazione culturale e imprenditoriale del MAVV e di contribuire, sostenendo iniziative uniche e di qualità, l’innovazione di prodotto e di processo anche nella P.A.».

Sostengono l’iniziativa anche BPER Banca, Entopan Innovation, Partiagevolato – Keyone Consulting, Alma Seges e Agilae.

Collaborano, come media partner, Arga Campania, Corriere del Mezzogiorno, Miutifin, Nomea, MultiMediaNet, RAI Campania e Tips on Naples.

MAVV ringrazia per la collaborazione le Fondazioni Ampioraggio e UniVerde; le imprese 30 Miles Film, Consorzio ALI (Aerospace Laboratory for Innovative components), Consorzio Costa del Vesuvio, La Dispensa del Re, Produzione Engage, Evetimes Produzioni, Nunneri Pianoforti, Palazzo del corallo – Russo cammei, Skill Factory, La Tonnellerie di Epistolato, Vacanze Campane; gli istituti di istruzione e ricerca liceo artistico statale Giorgio De Chirico di Torre Annunziata, Dipartimento di Agraria, Osservatorio Giovani – Dipartimento Scienze sociali e cattedra Unesco “Salute e Sostenibilità” dell’Università degli studi di Napoli Federico II; le associazioni Amira, Artis Suavitas, Angi – Giovani innovatori, ART1307, Assinrete, Diaphonia, Elea Academy, Macs, Museo Emblema, Portici Borbonica, Suoni del Sud, Vida Motors e Vinthropology.

MAVV – Museo dell’Arte, del Vino e della Vite

È un’impresa culturale nata per far conoscere in modo diffuso il mondo del Vino anche come patrimonio artistico, scientifico e storico del territorio. La mission è quella di promuovere il settore della cultura legato all’enologia come risorsa dello sviluppo economico e del “made in Italy”. Il MAVV è ospitato nella Reggia di Portici, dal Centro Musa del Dipartimento di Agraria dell’Università degli studi di Napoli Federico II, dove gestisce un’esposizione multimediale e interattiva sulla cultura del Vino. Le attività museali, culturali, divulgative e formative del MAVV fondano sullo stretto rapporto con l’arte e la cultura.

«Attraverso eventi, nel nome del gusto e del bello, colleghiamo il mondo del nettare degli Dei alle arti visive, alla cultura, alla storia, all’archeologia – illustra Eugenio Gervasio, fondatore del MAVV –; il tutto, con un format che coniuga innovazione e tradizione, attraverso exhibit multimediali, laboratori e percorsi sensoriali».

Il MAVV è una start up, unica e singolare nel panorama delle iniziative dell’industria culturale e turistica esperienziale, che intende diventare protagonista dell’era digitale, promuovere e sostenere le nostre eccellenze e il Made in Italy.

[tasvicze]

Listen/purchase: Dislocations by pascal savy

[13melekradyo]

Güncel drone/ambient kayıtlarından bir seçki // A selection of recent drone/ambient recordings. Download

01 – ZONA – Lodos 02 – Fennesz – Umbrella 03 – øjeRum – IX 04 – Deru – Torn In Two 05 – Endless Melancholy – Will You Be There 06 – Mikael Lind – Shapeshifting Clouds 07 – Pascal Savy – Shapes Of A Mirage 08 – Sevendeaths – SD4W (escerpt) 09 – Black Merlin – Standing At The Summit Of Bosavi 10 – Jonny Nash – Flower 11 – Strange Mountain II – The Swiftness Of Memories

[zaptnews]

BUTOH RESIDENCY  offers three days of live performances, films and a workshop that see Japanese and European musicians, dancers and artists working together to advance the global recognition of Butoh – both as a uniquely Japanese art form and as a vibrant international platform for communicating in or beyond all languages. Collaborating artists include pianist and vocalist Aya Ogawa and dancer Mushimaru Fujieda from Japan;  French electronic musician Pascal Savy and, on film, performances by the late Sapporo based dancer Yoko Muronoi.

Venue:  IKLECTIK in London

Friday 17 May

We are pround to screen film of the late Sapporo based Japanese dancer Yoko Muronoi (1958–2017) in performance. Some footage was shot during her short visit to London while on a European tour with her partner, the legendary Japanese underground drummer and musician Ikuro Takahashi in December 2003. Yoko and Ikuro’s joint project was called Anoyo no dekigoto in Japanese, which translates as 'happenings in the other world'.Their Leeds appearance made a big impact on UK journalist Abi Bliss, who wrote about it four years later in The Wire 276, a special issue published in 2007 dedicated to Seismic Performances.

Yoko returned to the UK to perform at The Sage Gateshead on 12 May 2007.

UK artist Holly Warburton has made a new film about Yoko from the footage she shot of the volcanic landscape of Hokkaido Noboribetsu in 2015, and Yoko's performance at Sapporo City’s first international art festival in 2014. A collection of Yoko Muronoi’s writings was published by Ikuro Takahashi's Zarigania imprint in 2018.

Coincidentally, Yoko was born in Yokohama where Butoh founder Kazuo Ohno died on 1 June 2010. Iklectik’s Butoh Residency musician Aya Ogawa comes from Hokkaido’s major port Hakodate, where Kazuo Ohno was born on 27 October 1906  

DAY 2

                                                                                              Friday 17 May 2019 

Part One: a film show of rare footage paying tribute to the late Sapporo based dancer Yoko Muronoi (1959–2017), whose work included performances in the UK with her musician partner Ikuro Takahashi (as Anoyonodekigoto). Plus a film-in-progress of Yoko Muronoi in performance by London based artist Holly Warburton.

Part Two: Dancer Mushimaru Fujieda performing to sound by Pascal Savy and Aya Ogawa

Pascal Savy is a French sound artist and performer based in London. He started making music in the late nineties influenced by early techno and experimental electronic music. Over the last decade he has explored sparser and calmer territories, often reflecting on time, presence and the elusiveness of reality. In parallel to his interest in more minimal and quiet music, he has been heavily influenced by the writings of cultural and political theorist Mark Fisher and has in consequence explored more reactive and politically charged terrains. His recent album ‘Dislocations’, released on Experimedia in May 2018, was conceptualised and articulated around the concepts and ideas developed in ‘Capitalist Realism’ in which Fisher surveys and analyses the symptoms of our current cultural and political malaise.