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#letteratura tedesca
abatelunare · 11 months
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Il caldo era un po' afoso ma non opprimente: come un morbido braccio di donna s'appoggiava delicatamente alle ombre e riempiva il respiro con il profumo d'invisibili fiori (Stefan Zweig, Quattro storie della prima esperienza).
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gregor-samsung · 3 months
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“ Fuori continuano a sfilare, genitori e bambini. Ma perché diavolo B è venuto a trovarmi? “Perché non sfili anche tu?” chiedo. “È pure il tuo dovere.” Sogghigna. “Mi sono dato ammalato.” I nostri sguardi s’incontrano. Ci capiamo, dunque? “Non ti tradirò,” dico. “Lo so.” Che cosa sai? penso. “Non mi piace più sfilare e neppure mi va questa storia del comando. Il primo venuto ti riempie la testa di urla semplicemente perché ha due anni più di te. E quei discorsi... sempre gli stessi, pure stupidaggini.” Non posso fare a meno di ridere. “Spero che sarai il solo, in classe, a pensare così.” “Oh, no, siamo già quattro.” “Quattro di già? Da quando?” “Ricorda, professore, quando ha parlato dei negri, in primavera, prima di partire per il campo? Abbiamo tutti firmato che non la volevamo come professore, ma io l’ho fatto dietro comando. Perché lei aveva ragione, naturalmente, per i negri. E poi ce ne sono stati altri tre che si sono espressi nello stesso modo.” “Chi?” “Non lo posso dire, è proibito dal nostro codice.” “Quale codice?” “Abbiamo formato un club. Vi aderiscono altri due, ma non del liceo. Uno è apprendista fornaio, l’altro è un fantino.” “Un club?” “Sì, ci riuniamo settimanalmente, e leggiamo tutto ciò che è proibito.” “Ah, ah!” Che cosa diceva Giulio Cesare? Di nascosto si legge, ma soltanto per riderne. Il loro ideale è il dileggio. Andiamo verso tempi freddi. Domando a B: “Allora vi riunite per ridere di tutto, eh?” “No, l’ironia è severamente proibita dal paragrafo 3. Sì, ci sono dei ragazzi che ridono di tutto, per esempio T, ma noi non siamo di quelli, ci riuniamo per discutere su quello che abbiamo detto.” “E poi?” “E poi parliamo del mondo come dovrebbe essere.” Ascolto. Come dovrebbe essere? Guardo B e rivedo Z. Dice al presidente: “Il professore parla del mondo come dovrebbe essere, non come è.” “
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Ödön von Horváth, Gioventù senza Dio, traduzione di Bruno Maffi, Bompiani, Milano 2003. (Libro elettronico)
[ 1ª edizione originale: Jugend ohne Gott, Amsterdam, 1937 ]
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Chi è fuori di sé nulla detesta quanto il rientrare in sé.
— "La morte a Venezia", Thomas Mann.
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mayolfederico · 9 months
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Peter Weiss ~ Resistenza e precarietà della letteratura
Peter Weiss, Menschen in der Strassenbahn I und II Guardando quei miei oggetti cercavo una forza che resistesse al senso d’estraneità che veniva dal di fuori della stanza. Ritornato a Stoccolma conservai il mio impiego come disegnatore di motivi per la fabbrica impegnandomi fornire ogni settimana una determinata quantità di lavoro. Nella mia nuova stanza che si trovava in una casa d’affitto…
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Recensione: "Alessandro. Romanzo dell'utopia" di Klaus Mann
Recensione: “Alessandro. Romanzo dell’utopia” di Klaus Mann
ENGLISH REVIEW: HERE Buongiorno a tutti sono Elena e vi ringrazio di essere su Life is like a wave who rises and falls. Oggi vi parlo del romanzo: Alessandro. Romanzo dell’utopia (Alexander. Roman der Utopie) di Klaus Mann Traduzione di Gianni Bertocchini Prefazione di Jean Cocteau e Postfazione di Gianni Bertocchini Il Nuovo Melangolo, 2005 ISBN: 978-8870185799, 213 pag. «Si può…
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chez-mimich · 3 months
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ANATOMIA DI UNA CADUTA
Preambolo: non amo particolarmente il cinema di parola, piuttosto preferisco il teatro dove la parola riveste un altro ruolo, oppure la letteratura dove la parola, con la sua infinita combinatoria, risulta essere l'essenza stessa della sostanza artistica. Il cinema racconta eminentemente per immagini e, ove queste siano sacrificate massicciamente a favore dei dialoghi sembra, a mio parere, tradire la sua stessa essenza. Ma naturalmente, ogni regola ha la sua eccezione: è il caso, per esempio del cinema di Rohmer o di Resnais, ma anche di tanti altri registi francesi e non solo. Forse non è un caso che Justine Triet, regista di "Anatomia di una caduta", in questi giorni nelle sale, sia una giovane regista e sceneggiatrice francese (è nata nel 1978), con alle spalle una discreta carriera tutta centrata su un cinema di forte impegno sociale. "Anatomia di una caduta" ha vinto la Palma d'Oro al Festival di Cannes lo scorso anno e così, con non eccessiva convinzione, ho pensato valesse la pena vederlo. La vicenda è quella della scrittrice tedesca Sandra Voyter che dopo un'intervista concessa ad una giovane giornalista, viene coinvolta nella straziante morte del compagno, anche lui scrittore, Samuel Maleski caduto o gettato da una mansarda, nella loro casa di montagna, sulla neve ghiacciata. Nella casa, insieme a Sandra e a Samuel, vivono il piccolo Daniel, figlio della coppia, bambino ipovedente a seguito di un incidente, e il loro cane. Sospettata di essere la potenziale omicida, il film si svolge tutto attorno alla figura di Sandra e procede come un tipico "courtrooom drama" con tutte le limitazioni del caso (scenografia inesistente, riprese in interni piuttosto monotone, ecc.). Tuttavia senza anticipare nulla ai miei lettori, circa il finale del film, il meccanismo dello svolgersi degli avvenimenti è oliato alla perfezione: i dialoghi sono serrati e incalzanti, i tratti psicologici dei personaggi sono di assoluto realismo, le implicazioni psicologiche del dramma sono fondate e plausibili e poi ancora il ritmo narrativo del film è calibratissimo, le riprese volutamente claustrofobiche non concedono nulla allo spettacolo, la recitazione degli attori, specie quella di Sandra Hüller (Sandra Voyter) e di Milo Machado Graner (il piccolo Daniel), è semplicemente superlativa e bravissimo anche il di lei avvocato Vincent Renzi, con quella espressione tipica da parigino bene, interpretato da Swann Arlaud. Insomma, forse un film più da “ascoltare “che da “vedere”, ma che riesce a far scorrere velocemente le due ore e mezza di proiezione.
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edizionimedusa · 11 months
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Uno dei titoli di cui Edizioni Medusa va fiera: Gli anni di viaggio di Wilhelm Meister, o i Rinuncianti di Johann Wolfgang Goethe. Finalmente ristampato. La prima edizione, del 2005, a cura di Rosita Copioli, è la prima integrale in lingua italiana.
Se il contesto storico è quello che vede l’esercito napoleonico scorrazzare per l’Europa e oltre, con i risultati che ben sappiamo, ancora maggiori sono gli sconvolgimenti “morali” e materiali della “forma di vita” che anche con Goethe, indubbiamente, la cultura europea comincerà a chiamare occidentale. Agli Entsagenden si susseguiranno, nella letteratura tedesca, salendo su fino a Broch a Mann a Musil uomini e personaggi che dei Rinuncianti se non i cantori saranno gli eredi incerti e claudicanti. Un romanzo, come scrisse Kierkegaard, di una totalità perfetta, un mondo contenuto in uno specchio, il vero e proprio microcosmo.
Se volete leggere non qualcosa, piuttosto volete avere a che fare con qualcuno… ebbene quel qualcuno si chiama, in questo caso Goethe, e la vita del nostro continente vi apparirà più chiara nella sua storia, nella sua decadenza e, anche, nella sua promessa mai mantenuta… Affrettatevi… non ne abbiamo stampate molte…
Per acquistarlo cliccare sull’immagine.
P.S. La copertina è un particolare del Sogno di san Giuseppe di Georges de la Tour.
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theophagie-remade · 2 years
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Comunque che il dottorando/assistente della professoressa di letteratura tedesca abbia menzionato supernatural durante il discorso sulla modernizzazione e commercializzazione delle storie dei Grimm mi spezza e il fatto che l'abbia fatto indirettamente per colpa mia mi spezza ancora di più
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abatelunare · 7 months
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- La gioventù cessa insieme con l'egoismo, la vecchiezza ha inizio con la vita vissuta per gli altri. (Hermann Hesse, Gertrud).
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gregor-samsung · 1 year
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“ «Le persone che passeggiano,» disse Moro guardando giù nella Kirchengasse «questi esseri anacronistici estremamente sensibili, quando passeggiano sono gli esseri più ragionevoli fra tanti assolutamente irragionevoli, e anche i più felici fra tanti assolutamente infelici, forse è così, mio caro signor Robert, ma non si può dire loro che fra tanti assolutamente irragionevoli loro sono i più ragionevoli e fra tanti assolutamente infelici loro sono i più felici... non si può rivolgere la parola a chi sta passeggiando... a chi se ne va in giro con qualche incombenza o con nessuna incombenza in testa... quello che gli uomini producono» disse Moro «è soprattutto un’enorme attività diretta contro la noia... un’insensatezza contro l’insensatezza... quelli che se ne vanno in giro per i boschi, lungo le rive dei laghi, dentro le gole, fuori dalle valli, e come Lei sa ogni giorno circolano senza sosta circa duemila milioni di persone... mentre in fondo è del tutto sufficiente sfinirsi mangiando e dormendo... mio padre, lo dico perché in questo momento ho sottomano proprio la tenuta di Hisam, andava molto spesso a passeggiare con il suo signor tutore soprattutto nella tenuta di Hisam... attraverso i frutteti di Kammerhof... Laudach, Langbath, Grünau, Lindach, Rutzenmoos, Aurach... discorrendo proprio di Ungenach... e spesso, a quanto sembrava, anche senza alcun motivo... Il suo signor padre,» disse Moro «e anche mio padre erano soliti passeggiare, ma non erano affatto persone anacronistiche, come del resto non lo era neppure il suo signor tutore... Camminare e pensare, questa simultaneità» disse Moro «io l’ho osservata per tutta la vita sia nel suo signor padre sia nel suo signor tutore sia in mio padre. Quanto a me, io non vado a passeggio. Era per questo che suscitavo la diffidenza soprattutto del suo signor padre... come del resto anche la diffidenza del suo signor tutore... chi è solito passeggiare diffida delle persone che non vanno a passeggio, che non sono solite passeggiare, gli anacronistici eccetera... e così questa bella regione, questa nostra regione è attraversata in modo singolarissimo da una costante diffidenza che in realtà offusca ogni cosa, tutta quanta la regione è percorsa da una sottile trama di diffidenza di chi è solito passeggiare verso chi non è solito passeggiare. Così sono impensabili delle amicizie fra chi è solito passeggiare e chi non è solito passeggiare... come è impensabile l’amicizia in genere» disse Moro. “
Thomas Bernhard, Ungenach. Una liquidazione, traduzione di Eugenio Bernardi, Adelphi (collana Piccola Biblioteca Adelphi n° 766), 2021¹; pp. 28-29.
[ Edizione originale: Ungenach. Erzählung, Suhrkamp Verlag, Frankfurt am Main, 1968 ]
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lamilanomagazine · 7 days
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Torna il Salone del Libro di Torino: 2mila eventi e spazi record
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Torna il Salone del Libro di Torino: 2mila eventi e spazi record. Torna da giovedì 9 maggio a lunedì 13 il Salone Internazionale del Libro di Torino, con quasi 2mila eventi al Lingotto e 650 diffusi nel territorio. Sarà il più grande di sempre, con 137.000 metri quadrati di spazi e 15.000 posti a sedere in più all'Auditorium del Centro Congressi per assistere agli eventi. Oltre 800 gli stand, 51 le sale e 180 i laboratori. A tagliare il nastro sarà giovedì mattina la nuova direttrice editoriale del Salone, Annalena Benini, alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. I loro interventi saranno preceduti dai saluti di Silvio Viale, presidente dell'associazione Torino, la città del libro, del sindaco Stefano Lo Russo e del Presidente della Regione Alberto Cirio. Interverranno il direttore generale dell'Ice Lorenzo Galanti, l'ambasciatore della Germania in Italia Hans-Dieter Lucas, il vice ambasciatore dell'Austria in Italia Karl Ehrlich e il vice capo missione dell'ambasciata Svizzera in Italia Michele Coduri. Sono tantissimi i grandi nomi internazionali. Ospite d'onore è Elizabeth Strout: la scrittrice americana Premio Pulitzer inaugurerà il Salone il 9 maggio alle 14 con una lezione dal titolo “L'inizio molto lento della mia carriera molto veloce”. Attesissimo Salman Rushdie, che incontrerà il pubblico venerdì 10 maggio alle 18,30 con Roberto Saviano. Titolo e tema di questa edizione, la numero 36, è Vita Immaginaria, un omaggio alla vita immaginaria in tutte le sue forme e alla figura di Natalia Ginzburg. Il manifesto, illustrato dall'artista Sara Colaone, racconta la magia eterna della letteratura, capace di creare mondi, ribaltare immaginari e perfino la nostra realtà. Una delle novità del Salone è la creazione di sette sezioni, affiancate alla programmazione generale, ognuna dedicata a un tema centrale, affidato a scrittori, scrittrici, intellettuali e artisti, con il compito, per quell'argomento, di ideare e guidare incontri-evento. La regione ospite è la Liguria e sarà ospite anche una lingua, il tedesco con uno stand al padiglione Oval. Nell'ambito del programma “Literatur Parade. Tedesco Lingua Ospite a #SalTo24” arriveranno 25 autori e autrici di lingua tedesca provenienti da Germania, Austria e Svizzera. Sarà anche organizzata la Real Parade curata da Tom Müller, una sorta di Love Parade in onore della letteratura: un carro in festa con dj-set attraverserà sabato 11 maggio la città a partire dal Lingotto.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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pazzoincasamatta · 1 month
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In questo clima il ritorno dei tedeschi dei Sudeti, della Slesia, della Pomerania o della Prussia alle loro terre d'origine era non solo difficile, ma in fin dei conti inutile. I luoghi che si erano lasciati alle spalle non esistevano più. Le loro comunità, la loro cultura, la loro Storia, la loro lingua e a volte, date le distruzioni causate dalla guerra, anche le loro case erano interamente annientate. Tutto era stato sostituito da qualcosa di completamente straniero: una nuova società popolata quasi solo da membri di un diverso gruppo etnico. È facile condannare i polacchi o i cechi per i loro razzisti verso le loro minoranze tedesche nel 1945. Ma bisogna ricordare che questi atteggiamenti non venivano fuori dal nulla: erano in gran parte una reazione al crudele trattamento che avevano subito a causa della politica razziale tedesca durante la guerra. Se i metodi usati dai polacchi e dai cechi furono innegabilmente brutali, l'ideologia che stava dietro di essi era morbida rispetto all'ideologia dei nazisti. Né l'un paese né l'altro perseguirono una politica di genocidio verso la razza tedesca, checché possa affermare una parte della letteratura estremistica sulle espulsioni: il loro scopo fu sempre solo allontanare le minoranze tedesche, non annientarle. In nessuno dei due paesi la rimozione fu motivata solo da vendetta: inizialmente fu concepita come una misura pratica per impedire futuri conflitti fra nazionalità. Benché oggi noi aborriamo l'idea di sradicare milioni di persone in nome di una superficiale ideologia nazionalista, nell'immediato dopoguerra — quando la deportazione di enormi numeri di persone era diventata un'ovvietà, e quando tutta l'Europa brulicava di milioni di profughi — l'idea era forse più accettabile di quanto fosse mai stata prima, o sia stata da allora.
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carmenvicinanza · 2 months
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Christa Wolf
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Il passato non è morto; non è nemmeno passato. Ce ne stacchiamo e agiamo come se ci fosse estraneo.
Christa Wolf è la più nota scrittrice contemporanea di lingua tedesca. Autrice di romanzi, racconti e saggi, la sua critica della società e della politica, unita all’impegno per le questioni di genere e di identità, l’hanno resa un fondamentale riferimento culturale.
Tra le sue opere più celebri si annoverano Cassandra e Medea.Voci, in cui reinventa due famose figure della mitologia classica dal punto di vista femminista.
Sempre alla ricerca di nuove forme espressive per esplorare le complessità della storia e della società, il suo stile è caratterizzato da una profonda introspezione psicologica dei personaggi e una scrupolosa attenzione ai dettagli storici e culturali che mescola la narrazione con la riflessione filosofica e politica.
È stata una voce dissidente all’interno del regime comunista dell’Est a cui non sono state risparmiate aspre critiche per le sue idee in difesa della libertà di pensiero e espressione. 
Nata col nome di Christa Ihlenfeld a Landsberg/Warthe (oggi Gorzów Wielkopolski, Polonia) il 18 marzo 1929, ha vissuto gran parte della sua vita nella Germania dell’Est.
È cresciuta sotto l’avvento del nazismo e vissuto l’odissea dei profughi provenienti dalla parte orientale del Terzo Reich di fronte all’avanzata dell’esercito sovietico.
Si è laureata in  germanistica all’Università di Jena.
Nel 1951 ha sposato lo scrittore Gerhard Wolf, da cui ha preso il cognome e iniziato a lavorare come critica letteraria per la rivista dell’unione degli scrittori della DDR credendo con fermezza nella missione politica della letteratura.
L’esperienza di lavoro presso una fabbrica di vagoni ferroviari ha dato origine alla stesura del romanzo sulla divisione della Germania che l’ha posta al centro dell’attenzione della critica internazionale, Il cielo diviso, per il quale, nel 1963 ha ricevuto il premio Heinrich Mann.
Coinvolta nel dibattito politico e nella difesa dei diritti umani, ha fatto parte del Partito Socialista Unificato di Germania da quando era ventenne e sostenuto la politica di apertura e riforma durante gli ultimi anni della Germania Est.
Dopo la riunificazione, le sue opere hanno dato luogo a molte controversie. La critica della Germania occidentale le rinfacciava di non aver mai criticato l’autoritarismo del regime socialista tacciandola di “moralismo”.
Nel 2002 è apparso il testo Un giorno all’anno. 1960-2000 che raccoglie le pagine di diario scritte ogni 27 settembre in quell’arco temporale da cui emergono i conflitti interiori e l’analisi lucida della società tedesca fino all’unificazione ed oltre.
L’ultimo libro Con uno sguardo diverso (2005), raccoglie otto racconti che spaziano dalla sperimentazione letteraria alla forma diaristica (vengono presentate le pagine del 27 settembre 2001) fino alla toccante scomposizione della sua vita coniugale.
È morta il 1º dicembre 2011 a Berlino.
Uno degli aspetti più interessanti della sua scrittura è la sua capacità di mettere in discussione la narrazione tradizionale della storia, offrendo una prospettiva diversa e più critica sugli eventi del passato. Spesso i suoi romanzi esplorano il ruolo della memoria nella costruzione dell’identità individuale e collettiva, ponendo domande importanti sulla verità storica e sulla responsabilità nei confronti del passato.
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elmas-66 · 2 months
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Poeti e misticismo di Marlene Pasini, pubblicazione nel blog di Elisa Mascia
Nella foto la grande mistica tedesca Ildegarda di Bingen, che ammiro tantissimo. Mese di marzo dedicato alle donne, condivido il mio articolo del mese (Dara Magazine).  POETESSE E MISTICISMO “Fin dall’antichità, i movimenti mistici hanno influenzato la letteratura e l’arte. Per mistica s’intende l’esperienza che si ha in uno speciale stato di connessione con il Divino e che è possibile…
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La Vita Immaginaria, primo Salone del libro di Annalena Benini
Vita immaginaria è il tema della XXXVI edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, il primo diretto da Annalena Benini, al Lingotto Fiere da giovedì 9 a lunedì 13 maggio. La Liguria è la Regione ospite, non ci sarà un Paese ospite, ma una lingua, quella tedesca. A inaugurarlo sarà Elizabeth Strout, una delle maggiori autrici della letteratura contemporanea americana, Premio Pulitzer…
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moderata-crisi · 3 months
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non so se sia peggio chi si alza e se ne va, oppure chi fa finta di non capire e se ne esce con "eh ma anche x è meridionale", "era una protesta contro la classifica".
i meme fanno ridere pure me, così come mi ha fatto ridere quello di ursula e bigmama. sono qualcuno per dire a chi ha subito il meme di farsi una risata? no. ora prendete pari pari il discorso ma sostituite al bodyshaming i napoletani che rubano, e cercate di fare 2+2. il solo fatto che la prima cosa che vi (ci) venga in mente quando vediamo un napoletano vincere qualcosa è che abbia rubato è un problema. poi ad ognuno i propri bias.
chi mi stordisce di più, però, è quella categoria che dice che la canzone non può piacere perché non si capiscono le parole. ebbene, vi svelo un altro segreto: viviano nel periodo storico dove non si è in grado di fare un'analisi del testo, non si è in grado di comprendere un testo scritto e la soglia dell'attenzione è a dei livelli infimi in generale. senza scomodare il fatto che ascoltare musica non vuol dire necessariamente capire i testi perché quello sta alla sensibilità e ricerca individuale, nessuno di voi ha mai ascoltato una canzone russa? polacca? tedesca? svedese? no perché mi pare di capire che ad ogni eurovision c'è chi si spacca a commentare canzoni in lingue di cui non si conosce neanche mezza parola, eppure... poi va beh, in giro ciò che vedo è solo: oh mio dio che cazzo di hit via dei ciclamini orietta berti x la sad la voglio su spotify senza neanche sapere di cosa parla in realtà. wow, capisci le parole, eppure non capisci ciò che ascolti e leggi. gg.
la mia canzone italiana preferita di sempre recita "mai più canzoni in italiano, greco, slavo. poca letteratura, brevi racconti, al massimo scrittori intraducibili, relazioni elementari, poeti ermetici."
imparate ad uscire dalla lingua e dai modi.
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