Tumgik
#Vorrei Vendicarmi
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You know that staging of Vorrei vendicarmi where Bradamante furiously undresses, singing at Ruggiero how he is a traitor and she wants her revenge, while Ruggiero sits on the bed looking scared? Sorry but Mingguang the opera!
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v3rtigine · 8 months
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sai amore, continuo a ripensare all'intimità che ci legava ieri. non mi importa se gli altri non sanno, perché anche se sapessero non potrebbero capire cosa provavamo in quel momento: quanta sofferenza, quanto sollievo, quanta solitudine, quanto legame..è stato come se le nostre singole emozioni risuonassero in entrambi, come se fossimo una persona sola che si sente finalmente compresa e accettata da se stesso e dall'altro. non era sesso, era molto di più. ho paura, ho davvero paura a ripensare a quanto fossi fossimo fragili e alla mercé l'uno dell'altra. in questo momento sento una forte nausea, credo sia qualcosa che ho mangiato. vorrei tanto fidarmi di te, ma conosco bene quanto il cuore, per quante logiche motivazioni ci possano essere contro, se ne freghi di tutto e sia ciò che, alla fine, prende le vere decisioni; finché non saprò che faccio parte del tuo cuore, e non solo della tua mente, non potrò lasciarmi andare e affidare a te. io sento che siamo fatti per stare insieme, e so che lo senti anche tu come siamo l'uno ciò di cui l'altro ha sempre avuto bisogno, e non per completarsi, ma per amplificarsi.
mi hai chiesto se voglio stare con te: senza esitare, dalla mia bocca è uscito un 'sì' così veloce che non mi ha dato neanche il tempo di rifletterci su...è davvero ciò che voglio? amare qualcuno? lasciarmi amare? io non voglio che tu sia come tutti gli altri, da cui ho spremuto ogni singola goccia d'amore perché tanto, tanto, tanto assetata, e che ho buttato via non appena mi sentivo abbastanza in forze da poter continuare a camminare anche da sola, come se il loro amore non fosse stato altro che benzina per la macchina che sono. io non voglio che tu sia questo per me. non voglio assolutamente farti soffrire. non voglio soffrire io. non voglio che soffra tu. non voglio fare la scelta sbagliata.
tutte queste paure, tutte queste ansie, tutto questo peso, però, scompare nel nulla cosmico nel preciso istante in cui i tuoi occhi si perdono nei miei e i miei nei tuoi: riesco a leggerti, questa cosa mi piace tanto, perché riesco a vedere lì, nascosto dietro quelle mura e quei muscoli, quel bambino che vorrebbe solamente essere amato, coccolato, viziato e sostenuto. non che io voglia farti da mommy, ma sono una persona che ama prendersi cura di chi ama. allo stesso tempo, vorrei che anche tu potessi accudire quella bambina che è dentro di me. io so sento che staremmo davvero bene insieme, ma il pensiero di una relazione mi fa venire l'ansia e non so ancora perché: sarà il tuo passato o il mio? devo rifletterci ancora. l'unica cosa che vorrei è accoccolarmi con te, ancora e ancora, e addormentarmi tra le tue braccia forti e tenere. l'altra cosa che voglio, però, è che tu mi faccia sentire la più bella del mondo, che non smetta di flirtare con me, che mi faccia sentire qualcosa: non voglio tornare a quel piattume che ho vissuto. voglio essere io.
e se fosse vendetta? se non mi rendessi conto che tutto questo, tutta questa voglia di averti tutto per me e di essere l'unica per te, non fosse altro che un modo per vendicarmi di lei? non sarebbe davvero terribile da parte mia? sono una persona cattiva? lo so bene di avere una dark side, che mi porta a essere egoista e prendere decisioni moralmente discutibili. luca, io davvero voglio te o voglio avere la mia rivincita personale? no, no. sono solo ansie e pensieri negativi per autosabotarmi. lo sento. lo sento mentre sono con te e lo sento quando non siamo insieme. quello che ci lega è reale. esiste. è vero. vero? non è che anche tu hai una motivazione diversa? far ingelosire? avere un porto sicuro temporaneo? no. nono. ti ho guardato negli occhi ieri mentre mi dicevi quelle cose e lo vedevo, lo sentivo quanto disperatamente volessi farmi capire la tua sincerità. siamo persone davvero messed up. sarà difficile. ma..se posso esprimere un desiderio, un piccolo desiderio, vorrei tanto stare con te. voglio vederti comprare stronzate che non ti servono perché sei un bimbo con gli adult money, voglio vederti sfilare con quei bellissimi outfit che scegli, voglio vederti giocare alla play, voglio vederti arrabbiare quando perdi, voglio andare al cinema con te, voglio passare tanto tempo e fare tante esperienze insieme perché luca io.. io sento che possiamo davvero essere qualcosa di bello, l'ho sempre sentito, fin dall'inizio, che potevamo essere davvero qualcosa di speciale, per come siamo fatti, per tutte le cose che ci accomunano, per la voglia che abbiamo di essere noi stessi
luca..resta con me
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unamediversa · 2 years
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Odio la sbornia triste preferisco quella felice. Comunque penso al passato oggi fa più male del solito la ferita che ho dentro, sanguina tantissimo. Ho fatto un sogno.. In questo sogno piangevo (tanto per cambiare) mi sento a pezzi.. Perché le persone che voglio più bene a cui dò tanto bene mi distruggono di più?! E perché mi devo sempre sentire così? Perché non posso essere stronza, menefreghista, stare male per una settimana massimo e poi guarire?! No io sono la tipa che sta male per una delusione per mesi addirittura anni.. Capisci anni!! E questo solo in amicizia, mentre per l'amore sto male per almeno 10 anni e più.. Non e normale tutto ciò.. O sono io che sono troppo cioè troppo cuore.. E sto male o sono semplicemente sbagliata.. Mentre piango sto male penso tanto.. Lei se la ride, si diverte.. Sono giunta a una conclusione il bene che diceva di volermi era falsa.. Okay metti il ciclo metti l'alcool booom.. Scoppio.. Ma comunque è un male, un dolore che non passa.. Odio dirlo ma penso che per stare bene devo vendicarmi.. Distruggerla.. Dire la verità a tutti.. E poi forse sarò soddisfatta.. Ma al tempo stesso mi sentirei la peggio delle persone.. Se non ci fosse in mezzo una terza persona a cui voglio bene.. Beh io penso le distruggerei.. E mi godrei lo spettacolo.. Però non posso farlo.. Ma a volte immagino di farlo ed è soddisfacente... Vorrei solo che il karma girasse, lei rimane sola senza nessuno e ha bisogno di me.. Ma io oramai non ci sono piu per lei.. Meriterebbe lo stesso male triplicato che ha fatto a me!
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operaweekly · 7 years
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Kristina Hammarström singing “Vorrei vendicarmi” from Händel’s Alcina.
Today’s #WomanCrushWednesday goes to Bradamante! This incredible warrior woman boasts some of the most virtuosic music in the opera. Usually cast as a contralto, this role demands a fuller, darker sound that still has the agility to execute the long coloratura passages written in Bradamante’s arias.
Bradamante experiences many emotions throughout the aria. She comes to Alcina’s island disguised as her brother in order to rescue her beloved Ruggiero. Through the process, Bradamante manages to steal the heart of Alcina’s sister while inciting jealousy in Ruggiero--who believes “Ricciardo” is there to steal Alcina away from him.
In the end--after a couple of extremely difficult arias--Bradamante prevails and escapes the island with her beloved.
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valium-a · 2 years
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Vorrei vendicarmi ma la tua vita è vuota ed io non riesco a provare nemmeno rabbia
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libero-de-mente · 3 years
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Sono io
Conosco il dolore. Conosco la paura. Conosco l'angoscia.
So come ci si sente nell'essere umiliato. So come ci si sente nell'essere deriso. So come ci si sente nell'essere sfruttato.
Ho compreso il male dopo averne fatto. Ho compreso l'egoismo dopo averlo usato. Ho compreso un mio errore quando era tardi.
Le prime le ho nascoste, soppresse ma quando pensavo di averle controllate, mi sono reso conto di non riuscire più a gestirle. Risalgono come magma, arrivano alla cima ed escono violentemente.
Le seconde ho cercato di dimenticare e perdonare, non sono mai stato capace di vendicarmi. A volte il karma ha provveduto a rendere ciò che certa gente ha fatto, altri invece vivono una vita serena. Ho imparato a dimenticare, a ignorare cancellando persone dalla mia vita.
Le terze sono cose che mi divorano dentro. Rimpianti, rammarico, dolore e in alcuni casi nostalgia. Vorrei chiedere scusa, vorrei cancellare tutto, vorrei avere ancora le attenzioni, i sorrisi e gli occhi di chi ho deluso. Poco importa se ho avuto o meno le intenzioni per far del male, anche le azioni che creano danni fatte in modo involontario feriscono e possono creare grandi dolori.
Devo credere più in me, per non subire patendo ingiuste sofferenze. Devo imparare a evitare persone tossiche o sanguisughe, non posso permettermi più di subire. Devo imparare a non ferire, a comprendere, a chiarire e vivere in armonia con il mio prossimo che mi cerca con buone intenzioni. Dando per ricevere.
Diversamente non avrò imparato nulla dalla vita, così invece di andare avanti non avrò nessun motivo per farlo.
Perché non sono una persona semplice con cui stare, ma che darebbe il mondo per vederti sorridere. Perché mi perdo nei miei stessi pensieri, smarrendo la via del ritorno. Perché vorrei viaggiare come fanno i miei pensieri, in una testa piena zeppa di sogni.
Io. Così.
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tznstc · 3 years
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Guarda avanti mentre il tempo guarda indietro Cristo, guarda gli altri andare o andarmene per primo.
Avere tutto e poi morire non desiderando più o non aver niente e morì solo.
Vita amara spogliati, scopriti, ricoprimi di soldi, coprimi da squadre mobili, da lacrimogeni.
Imparo solo che è da solo che puoi accresce' te stesso, so dai quattordic'anni solo, sono un pessimo esempio.
Perso qua o in una cella o gloria o sotto terra, la mia vita di merda, saper accontentarsi vorrei tanto ma, non riuscire ad accettarlo da essere cosciente che il male che ho fatto tornerà.
Vivo di un ricordo che probabilmente è un'altra te, vendicarmi su di me e su gli altri, è nato un altro me, vendicarsi su di me e su un altro, riscattarsi dei perché..
Distruggendosi e godendo nel farlo
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anneisthechaos · 4 years
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Ci sono giorni dove riesco a sopportare l’impensabile, altri dove a malapena riesco a sopportare me stessa. Ci sono momenti dove rido fino a piangere e altri dove piangere è l’unica cosa che vorrei fare. Riesco a provare amore per una persona e talvolta odiarla con tutta me stessa. Recrimino cose che a volte anch’io faccio e mi sento bene se ricambio con la stessa moneta. Sono capace di fare del bene, ma anche di vendicarmi. Do consigli che io per prima non seguo e mi incazzo se qualcuno osa dirmi cosa devo fare. Odio la pioggia perché mi rende nostalgica eppure mi rilassa. Amo i tramonti ma la notte è mia gemella. Ci sono miliardi di cose che non dico, e miliardi di cose che dico senza che queste abbiano a che fare con la reale visione di me. So mentire e odio chi mente. So cosa penso e come non dirlo. So cosa vedo e come fare per non vederlo. Se chiudo gli occhi immagino la mia vita diversa ma non faccio nulla per cambiarla sul serio. Amo le parole e chi sa pronunciarle bene. Sono tutto quello che dovrebbe essere e non essere una persona. È per questo che l’umanità mi spaventa.
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icarusquijote · 4 years
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Ciao Amore mio. :’)
Ci sarebbero così tante cose che vorrei dirti che non so da dove cominciare. Forse proprio per questo ho voluto scriverti, di persona non riuscirei a focalizzare sulle parole, starei lì in piedi a guardarti e probabilmente l’unica cosa che riuscirei a fare sarebbe prenderti per mano per poi stringerti tra le mie braccia (dando per scontato che sarei anche lì a piangere come una fontana).
Mi manchi.
Io non so se ti manco, lo spero, ma proprio non lo so.  Ho un vuoto dentro e intorno perché tu non ci sei accanto a me. Non ci sei a volermi bene, ad essere fiero di me, a litigare con me, a sgridarmi, a giocare con me, a odiarmi quando ti do sui nervi e allo stesso tempo ad amarmi. Manchi nelle mie quotidianità, eppure in queste stesse quotidianità ci sono dettagli di te che non riesco a smettere di notare, è assurdo e non riesco a spiegarmelo, figurati se riesco a spiegarlo a te. O magari riesci a capirlo, tu che per certi tratti mi hai conosciuto più di quanto io sia mai riuscita a conoscermi, più di quanto, forse, riuscirò mai a conoscermi.
Ti raccontavo dei sogni che facevo delle volte, e ti mettevi lì ad analizzarli e provare ad interpretarli, e tra inventiva e logica riuscivi sempre a prenderci, su tutto.
Quando uscivamo e stavamo insieme agli altri, nonostante la timidezza, ero abbastanza vivace ma c’erano dei casi in cui, tra una chiacchiera e l’altra mi stancavo, mi perdevo chissà dove e tu, avvicinandoti a me, prendevi un respiro e mi guardavi e mi chiedevi cosa non andasse. Anche quando ci conoscevamo appena sapevi riconoscere la mia malinconia dietro alle risate.
L’ho sempre detto alle mie amiche e a te anche se forse ormai non lo ricordi più. Tu mi hai sempre attirato verso di te. Dal primo momento in cui ci siamo conosciuti al compleanno di D e M quando ci sentivamo entrambi con altre persone. Non era un‘attrazione romantica, semplicemente mi hai incuriosita da subito ed è stato come se avessi sempre voluto conoscerti e avvicinarmi a te.
D’altra parte invece non ho mai saputo di preciso come mai ti sei improvvisamente interessato a questa piccola palletta che di solito cercava di rendersi anonima. Dall’essere sconosciuti a conoscenti ad amici fino a frequentarci e stare insieme… a volte mi sembra ancora surreale, ma è successo. E’ semplicemente successo, piano piano ma anche tutto d’un colpo per me. Insieme a te e per te ho provato ogni emozione al massimo, io, che tendevo a non avvicinarmi troppo a nessuno.
Non riesco a toglierti dalla mia testa, cerco ogni giorno una distrazione, e neanche a farlo apposta si sono sviluppate ‘situazioni di cui dovermi occupare’. Eppure ho continuato a pensarti, sia nei momenti in cui ho fatto di tutto per uscire e tenermi occupata che durante le settimane chiusa in casa. Ci sono dei momenti in cui mi sembra tutto normale, momenti in cui mi convinco che effettivamente sto andando avanti se pur a piccoli passi. Poi arriva la sera, in certi casi l’alba, mi si stringe il cuore e riesco solo a piangere.
Mi ripeto che non dovrei, che sono adulta e vaccinata, che sono indipendente, insisto a dirmi che ha ragione chi mi dice che sei un coglione, che non mi meriti e viceversa. Però non ci credo davvero alla fine, non riesco a crederci, né alle loro parole né alle mie.
Mi hai sempre ricordato di guardare la realtà perché la nostra non era una relazione stabile e un giorno, prima o poi, sarebbe finita ma finché io fossi stata alle tue ‘regole’ saresti rimasto.  A scriverlo fa quasi male pensare che stavamo insieme per questo fatto. Ma tu sei così, vuoi quel che vuoi a modo tuo e io lo sapevo dall’inizio, lo sapevo anche prima di innamorarmi penso, ed ho voluto rimanerti accanto perché lasciarti perdere non è mai stata un’opzione. Ancora non lo so perché. Non mi ti spiego.
I primi giorni non parlavamo di alcun sentimento, non volevi nulla dicevi, se non me. Poi continuando mi hai detto che non volevi una relazione e che non eri uno di quei tipi che si innamorano col tempo, o te lo sentivi da subito o niente. Ma un giorno mi hai chiesto se volessi essere la tua ragazza e un altro giorno ancora, di punto in bianco, mi hai confessato il tuo <<Ti amo>>.  
C’erano dei muri tra di noi, che abbiamo costruito negli anni in modi diversi per motivazioni ed esperienze simili. A modo tuo sei riuscito ad essere, o comunque sembrare, sempre un pochino distante da me. Ammetto che durante questi anni insieme ti sei addolcito tanto, hai imparato a controllare meglio la rabbia per certi aspetti, riuscivi a sfogarti più spesso senza allontanarmi, ma probabilmente ti sei tenuto un po' di cose dentro e non ti sei mai voluto aprire del tutto, non solo con me, ma in generale. Tu invece il mio muro l’hai abbattuto, a volte di prepotenza, altre con delicatezza, ma sta di fatto che mi sono lasciata andare completamente con te. Forse in parte è per questo che non averti nella mia vita mi fa così tanto male, potrei quasi dire che mi uccide emotivamente.
Tu dirai tante cose sicuramente, per esempio che in verità me la sono cercata io, o che sto esagerando e ora mi accollo, o che tra non molto starò bene e sarò andata avanti e che troverò sicuramente qualcun altro e chissà cosa ancora… questo non posso saperlo, potrei dire che vorrei non fosse così o sperare che invece lo sia. Al momento non so cosa pensare di tutte queste ipotesi. Vorrei riuscire a stare meglio, vivere almeno un giorno senza pensarti e sentirmi triste perché non ci sei, vorrei voltare pagina come stai facendo tu e finalmente smetterla di chiedermi come stai, dove sei e cosa fai.
Alla fine però, dentro di me, lo so… io continuo a volere te.
Non c’è modo di uscirne. Voglio i tuoi “buongiorno”, “buon appetito”, “buon riposo” e i tuoi “buonanotte”, voglio il tuo odore, la tua pelle sulla mia, le tue mani e le tue labbra. Voglio infastidirti mentre sei in partita, abbracciarti da dietro mentre ti lavi i denti o stai cucinando, voglio vedere un film con te  sul letto mentre mi addormento durante la prima metà, sgridarti perché mi tocchi con i piedi e le mani fredde e poi vendicarmi e finire per giocare insieme a te.  C’è tanto altro che in realtà vorrei, ma penso che queste piccole cose sono quelle che più mi completavano.
Spero che mi pensi anche tu ogni tanto, anche solo un pochino.
Non so se e quanto hai letto di tutto questo e anche nel caso tu l’abbia letto tutto, non so quanto te ne possa importare tutto sommato.
Volevo solo scriverti.
Volevo dirti che prima del mio amore per te c’è un grande e profondo affetto, per questo ti auguro ogni bene possibile.
Ti auguro un sorriso oggi, te ne auguro almeno uno per ogni giorno.
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ilmondodiblu · 5 years
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… lei sbaglia, dovrebbe conoscere più persone nello stesso tempo e dopo...
..."Scegliere". Questo stavi per dire giusto? Come consiglio lo trovo corretto. Penso che dovremmo farla pure noi una scelta prima o poi. Alla fine la maggior parte delle relazioni iniziano così, e delle volte è la parte in cui qualcuno dovrà soffrire. Ma tu la tua scelta l'hai già in testa? Magari l'hai già presa. Il fatto di scegliere mi incasina la vita. A dirti la verità io nemmeno ero alla ricerca di qualcuno. Volevo solo vendicarmi con tutto quello che c'era prima di te. Ma se la scelta non fossi io chissà cosa accadrebbe. E' sempre difficile perdersi. Cercare di mantenere le distanze. Mi preparo sempre per le situazioni. Se dovesse finire male ti cercherei comunque in qualsiasi posto. In qualsiasi città io mi trovi, cercherei i tuoi occhi. Magari non smetteri nemmeno di disegnarti nel mio quaderno e penserei che sarebbe bello potertelo mostrare di nuovo, come all'inizio. E se fossi io invece non avrei molto da offrirti, ma forse conosceresti meglio le storie. Le mie storie. Io e il Cappellaio Matto che andiamo in altri pianeti. Alla ricerca di tesori che diventano bolle di sapone e gli arcobaleni che si creano dopo una pioggia di delusione. Lui dice sempre che non ha senso vivere se non si guardano le cose con occhi diversi. E fingi che siamo ancora all'età in cui non riuscivamo a nascondere ciò che si provava. E immaginati che ogni volta che mi prendi per mano il mio cuore non abbia più un battito regolare e che io ad un tratto non sappia più parlare. Immaginaci come nei miei disegni. Fingi che ci conosciamo da una vita, che tu sai esattamente che io da piccola ero timida, che non alzavo mai la mano per intervenire, e prendevo qualche nota per non aver portato il libro giusto. Immagina di vedermi in classe in terza fila che guardo fuori dalla finestra, o che disegno sul mio diario. Fingi di esserci stato il giorno in cui i miei genitori mi hanno sgridato per il coprifuoco non rispettato, per l'odore di sigaretta e l'alcool. Ero una fottuta ribelle e lo sono ancora. Per questo l'anno che sono stata bocciata feci tutto quello che voleva mia madre. Da quel giorno qualcosa è cambiato. I traguardi si raggiungono sempre con più lentezza. Fingi che una volta finite le prime uscite, tu mi veda per come sono realmente, e continui a provare qualcosa comunque. Passare il tempo a guardare la televisione e commentare i programmi. E spero di litigare. Urlarci il mondo addosso e vorrei tornare a casa e sentire il bisogno ancora di te. E sperare che pure a te dispiaccia. Agli uomini in questa vita non è concesso essere deboli, ma tu fallo. Fingi che a Lei non ci hai più pensato per un lungo periodo e fingi di aver sbadatamente cambiato sfondo del telefono, per soffrire meno. Fingi che tu, solo per stavolta, decidi di scegliere me. Anche se rischi tutto, di perdere la lucidità e magari diventare un pazzo, come me e il Cappellaio Matto.
-Official Blu (@ilmondodiblu)
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arreton · 4 years
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Il mio atteggiamento, in questo momento, è un po’ come quello di chi subisce una violenza: oltremodo passivo, molto più del solito, in attesa che tutto finisca, ché magari dopo andrà ‘meglio’, anche se fondamentalmente non mi aspetto nulla di positivo, mi aspetto solo che finisca... prima o poi. Mi sento un po’ la Nicole Kidman di Dogville; solo che io non voglio nemmeno vendetta, non credo che cederei alla vendetta, alla fine. D’altronde, contro chi dovrei vendicarmi? Contro chi scagliarmi se non contro me stessa? Quindi che questa violenza continui e deve farlo ancora a lungo. È quello che merito, il mio comportamento va modificato, con le buone o con le cattive. Per quanto riguarda gli altri... Chi sono gli altri? A volte penso che siano solo una fonte di fastidio, di ulteriore sofferenza e che richiedono un impegno, da parte mia, che non mi sento più di dare. Me stessa è l’unica con la quale riesco a trattare, che mi obbedisce e che posso punire: vorrei tirarla fuori di me, renderla umana e picchiarla, nuda; ovviamente lei avrebbe un corpo più bello, dei tratti più belli e sarebbe bionda perché questa è per me l’immagine di purezza e Me Stessa è pura ma non abbastanza e non lo sarà mai sufficientemente, sarà sempre fonte di fastidio. Aspiro ad essere sadica, nel mio masochismo, evidentemente, ed io l’unica cosa di cui avrei bisogno in questo momento, l’unica che mi concedo di desiderare - ché il desiderio è qualcosa che non mi devo concedere spesso - sarebbe quella di scaraventarmi contro me stessa, a livello fisico, fino a ridurla in lacrime e senza alcuna minima voglia di pensare o anche solo a provare a desiderare qualcosa, essere un minimo una voce fuori dal coro, che vede sempre difetti e mai qualcosa di buono, che non è mai contenta e grata di quello che ha. Deve plasmarsi a ciò che la circonda, deve essere buona e docile, così come vogliono gli altri. Non ha voce in capitolo e nemmeno deve aspirare ad averla ché conta meno di zero, non ha diritto a nulla, non deve fiatare, deve starsene seduta e buona e non deve dire nulla. Ecco, posso solo permettermi, concedermi queste fantasie: sadiche, masochistiche, socialmente corrette, in cui l’unica cattiva e l’unica ingiusta resto comunque io e nessuno è mia vittima. 
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vuotosiderale · 5 years
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Ora voglio raccontarvi, signori, che desideriate sentirlo oppure no, perché non sono stato capace di diventare neppure un insetto. Vi dirò solennemente che molte volte ho voluto diventare un insetto. Ma neppure questo ho meritato. Vi giuro, signori, che essere troppo coscienti è una malattia, un'autentica, completa malattia. Per la vita quotidiana dell'uomo sarebbe più che sufficiente una comune coscienza umana, cioè una metà, un quarto della dose che tocca in sorte all'uomo evoluto del nostro sventurato diciannovesimo secolo, che abbia, oltre a ciò, la speciale sventura di abitare a Pietroburgo, la città più astratta e premeditata di tutto il globo terrestre. (Le città possono essere premeditate o non premeditate.) Sarebbe più che sufficiente, per esempio, la coscienza con cui vivono tutti i cosiddetti uomini immediati e d'azione. Scommetto che voi pensate che io scriva tutto ciò per farmi bello, per fare dello spirito sugli uomini d'azione, e inoltre per una spacconata di cattivo gusto faccia baccano con la spada, come il mio ufficiale. Ma, signori, chi mai può vantarsi delle proprie malattie, e oltretutto farsene bello?
Del resto, che dico? Lo fanno tutti; si vantano appunto delle malattie, e io, forse, più di tutti. Non discuteremo; la mia obiezione è assurda. E tuttavia sono fermamente convinto che non solo l'eccesso di coscienza, ma addirittura qualsiasi coscienza è una malattia. Insisto su questo. Ma lasciamo da parte anche ciò per un attimo. Ditemi un po': perché, come a farlo apposta, in quegli stessi, sì, proprio nei medesimi momenti in cui ero più capace di riconoscere ogni sottigliezza di tutto ciò che è sublime ed elevato, come si diceva da noi una volta, mi capitava non già di riconoscere, ma di commettere azioni così indecenti, che... ma sì, insomma, che magari tutti commettono, ma che a me, come a farlo apposta, venivano proprio quando ero più cosciente del fatto che non andavano assolutamente commesse? Quanto più ero cosciente del bene e di tutto quel sublime ed elevato, tanto più mi sprofondavo nel mio limo e tanto più ero capace di invischiarmene completamente. Ma l'aspetto principale era che tutto ciò non pareva casuale in me, come se in qualche modo dovesse essere così. Come se fosse la mia condizione più normale, e niente affatto una malattia o una perversione, tanto che alla fine mi passò anche la voglia di lottare contro quella perversione. Sicché finii quasi col credere (o forse ci credetti davvero) che appunto quella fosse magari la mia condizione normale. Ma sulle prime, all'inizio, quanti supplizi sopportai in quella lotta! Non credevo che ciò accadesse anche agli altri, e perciò per tutta la vita l'ho tenuto celato in me come un segreto. Mi vergognavo (anzi, forse mi vergogno anche adesso); arrivavo al punto di sentire un segreto, anormale, vile piaceruzzo nel ritornare talvolta nel mio cantuccio, in qualche obbrobriosa notte pietroburghese, e rendermi conto intensamente che ecco, anche quel giorno avevo di nuovo commesso una bassezza, che quel che era fatto era di nuovo irrimediabile, e intimamente, segretamente rodermi, rodermi per questo coi denti, tormentarmi e struggermi finché l'amarezza si trasformava in una sorta di ignominiosa, dannata dolcezza e alla fine in un ben preciso, autentico piacere! Sì, in piacere, in piacere! Insisto su questo. E ho cominciato a parlarne proprio perché vorrei tanto sapere con certezza: anche gli altri co- noscono questi piaceri? Vi spiego: il piacere qui deriva appunto dalla troppo chiara coscienza della propria umiliazione; dal fatto che tu stesso senti di avere toccato il fondo; che è brutto, ma che non può essere altrimenti; che ormai non hai scampo, che non diventerai mai più un altro uomo; che se anche ti restassero ancora tempo e fede per trasformarti in qualcosa di diverso, probabilmente saresti tu a non volerti trasformare; e se poi lo volessi, non faresti comunque nulla, perché forse non c'è nulla, in realtà, in cui valga la pena di trasformarsi. Ma l'argomento principale e definitivo è che tutto ciò accade per le normali e fondamentali leggi della coscienza ipertrofica e per l'inerzia che da quelle leggi direttamente deriva, e di conseguenza qui non solo è impossibile trasformarsi, ma semplicemente non c'è niente da fare. Risulta, per esempio, in conseguenza della coscienza ipertrofica, che hai ragione a dichiararti un vigliacco, come se fosse una consolazione per il vigliacco il percepire lui stesso di essere davvero un vigliacco. Ma basta... Eh, ho scritto un sacco di sciocchezze, ma cosa ho spiegato?.. Come si spiega dunque il piacere? Ma mi spiegherò! Ne verrò a capo, nonostante tutto! Proprio per questo ho preso in mano la penna...
Io, per esempio, ho un terribile amor proprio. Sono sospettoso e permaloso come un gob- bo o un nano, ma davvero ho avuto dei momenti in cui, se mi fosse accaduto di ricevere uno schiaffo, forse ne sarei stato perfino contento. Lo dico seriamente: certo avrei saputo trovare anche qui una sorta di piacere; s'intende, il piacere della disperazione, ma proprio nella disperazione sono possibili le più ardenti voluttà, soprattutto quando più intensa è la consapevolezza che la tua situazione è senza via d'uscita. Ma, tornando allo schiaffo, quel che ti schiaccia qui è la coscienza della poltiglia in cui ti hanno ridotto. E soprattutto, per quanto ci arzigogoli sopra, risulta comunque che il primo colpevole di tutto sono sempre io e, ciò che è più increscioso, colpevole senza colpa o, per così dire, secondo le leggi di natura. Colpevole in primo luogo perché sono più intelligente di tutti quelli che mi circondano. (Mi sono sempre considerato più intelligente di tutti quelli che mi circondavano, e talvolta, lo credereste?, me ne vergognavo perfino. Per lo meno, per tutta la vita ho guardato un po' di sbieco e non ho mai potuto fissare la gente dritto negli occhi.) Infine, colpevole perché se anche in me ci fosse della magnanimità, avrei solo maggior tormento per la consapevolezza di tutta la sua inutilità. Infatti probabilmente non riuscirei a farci nulla, della mia magnanimità: né perdonare, perché l'offensore, forse, mi ha colpito secondo le leggi di natura, e non si può perdonare alle leggi di natura; né dimenticare, perché anche se sono leggi di natura, offendono ugualmente. Infine, se anche volessi essere tutt'altro che magnanimo, anzi volessi vendicarmi dell'offensore, anche allora non riuscirei a vendicarmi di nessuno, perché, probabilmente, non mi deciderei ad agire, anche potendo. Perché non mi deciderei? Sull'argomento voglio dirvi due parole a parte.
F. Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo
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nomeinsensato · 5 years
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Devo convincermi del fatto che l'unico mio errore, se così possiamo chiamarlo, è stato credere che tu volessi darmi davvero un lavoro e che se poi hai fatto il maiale è solo colpa tua. Non ci vivo più con il ricordo, questa volta è stato peggio perché con Simone fu più una cosa psicologica, Alessandro anche, ma Silvestro è stato violento fisicamente e continuo a vederlo indisturbato per strada, mentre si finge poeta e importuna ragazze per scrivere le sue merdate. Vorrei tanto vendicarmi, ché il perdono non è contemplato.
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unamediversa · 2 years
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Caro Diario
Sono stanca di piangere sempre. Stanca di sentirmi sempre sbagliata. Stanca di prendermi le colpe per tutto. Come se la colpa fossi io, come il mio esserci sempre fosse un madornale sbaglio. Come faccio a cambiare quella che sono?! Come faccio a esser diversa, menefreghista egoista e stronza. Perché mi sento di non essere abbastanza per nessuno e sai una cosa?! È vero, non lo sono!! Sono noiosa, logorroica, troppo disponibile per tutti. Vorrei essere una di quelle persone che amano loro stesse e non barattarebbero nessuno per la propria solitudine. Io odio essere sola, stare sola. Ma al tempo stesso amo la solitudine. Mi affascina chi riesce a stare solo, chi non ha amici e non ne ha bisogno. Beh io di amici non ne ho.. Ne avevo una.. Ma non era una vera amica. No io le servivo e quando ha raggiunto il suo scopo si è allontanata in maniera delicata ma lo ha fatto, si continua a "esserci" ma è un esserci obbligatorio. Un esserci di forza. Mi è amica forse per pietà. Ma realmente non lo è. E io anche non la considero più un amica. Eppure continuo a rimanerci male. Penso che non merito questo trattamento. Ma pensandoci bene era già scritto che sarebbe finita così. Che appena si sarebbe fatta altre amiche io non ci sarei più stata. E lo ammetto fa male. Ma è un dolore che mi tengo stretto, perché se decidessi di liberare questo dolore, beh per me sarebbe finita, io lascerei andare questa amicizia e per me lei non conterebbe più niente. E mi sa che lei merita questo. Merita che io la lasci andare, poi arriverà il momento in cui sarà di nuovo sola ma io non ci sarò più.. Oramai perderebbe la mia amicizia per sempre. Chissà il karma quando girerà? Spero presto. Non voglio vendicarmi io, altrimenti potrei farlo so cose che la potrebbero distruggerla, dette poi a persone che non sanno niente. Ma non lo farò. Non voglio comportarmi di merda anche se lei lo meriterebbe. Ma lascio fare al tempo alla vita al karma a Dio. Io aspetterò. E prima o poi ogni cosa arriverà e io allora sarò lì a godermi lo spettacolo.
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yoursweetberry · 3 years
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Mi sono messa a letto e mi è venuta una voglia inspiegabile di fare l’amore con te.
Che cazzo! mi fai arrabbiare così tanto certe volte ma non riesco a non desiderarti. Vorrei farti soffrire come dico io in un certo modo! Ho giusto qualche idea di come vendicarmi!!
Uffff che snervo non posso nemmeno entrarti in testa mentre stai facendo altro con l’immagine che ne so di me che mi tocco da sola a letto pensando a te e sussurrando il tuo nome mentre provo piacere..
23:29
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len-scrive · 6 years
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Per questa serie che ho appena battezzato
Viaggio all’interno del cervello di una che scrive di Hannibal e dell’Hannibal Extended Universe con la stessa solerzia con cui mangia biscottini
oggi parlo di Attimi.
Sulla scia di In Alternativa, nella mia testa che pensava a Will e Hannibal costantemente (ciò non è mutato in questi due anni, sono solo aumentati i personaggi, quindi se non penso a Hannibal e Will penso a Tonny e Grigg, tanto per fare un esempio incomprensibile ai più) si è fatta strada una serie di storielle brevissime, più che altro dialoghi, momenti, scene di vita casalinga, che ho messo giù sotto il titolo Attimi per sottolinearne il minimo word count.
Alla fine sono ancora oggi le storie all’ordine del giorno, quelle che ci metto poco a buttare giù e che non hanno mai una fine precisa, sono solo spaccati di vita quotidiana.
A ben pensarci ne ho da postare forse tre o quattro scritte mesi fa e che sono rimaste lì, poveracce, scavalcate da tutte le loro colleghe più lunghe e importanti.
Prima o poi arriveranno anche loro.
Fissazione Orale
Qui la fissazione più che altro è la mia. Di kinks ne ho in quantità, ma i morsi con Hannibal e Will sono diventati una specie di regola scritta… E orale.
Resistenza al Dolore
In realtà questa storiella nasce da altri due miei personaggi, però ho potuto adattarla anche a Hannibal e Will perché, seriamente, a quei due fanno di tutto e non si lamentano mai. A me non si può neanche dare un pizzicotto che prima urlo e poi cerco di vendicarmi con una difesa maggiore dell’offesa, tipo una coltellata, ma Hannibal e Will rendono l’apertura del cranio tramite sega elettrica roba che puoi fare la sera e nessun vicino ti suona per dirti che stai facendo rumore…
Però Will mi dà l’idea di uno che proprio se ne strafrega del dolore. Da lì la convinzione che di un paio di costole rotte nemmeno si accorgerebbe.
Scorciatoia
Will, Hannibal e i cani.
Non mi stanca mai.
  Discussioni Familiari
Dunque… Non amo particolarmente inserire figli in una storia. Mi capita di parlare dei figli dalla parte dei figli, ma quasi mai mi cimento nel parlare di genitori e quando lo faccio solitamente i genitori ci perdono di brutto.
Ma capita che mi vengano in mente attimi con Abigail, di come sarebbe potuto essere, di che tipo di famiglia assurda sarebbero potuti essere.
Ecco, sono solo attimi, però, non riuscirei a vedere più in là di così. Non credo che Abigail sia mai stata parte del disegno, almeno nell’ottica di Hannibal.
  Amare
Era un periodo che si discuteva molto nel fandom a causa di un post fatto da non so più chi che lamentava quanto l’Hannibal passivo fosse assurdo e senza basi.
Questa è una fic nata innanzitutto perché è come li vedo io, ma anche in risposta a qualcosa che mi disgusta profondamente.
Non è compito di nessuno stabilire cosa un uomo debba fare a letto per risultare uomo.
Un uomo è un uomo e basta, ciò che decide di inserire nel proprio corpo sono fatti suoi.
Anche un eterosessuale può decidere di farsi penetrare e ciò non lo rende meno uomo. Essere uomo dipende da ben altre cose che riguardano tutte l’anima di una persona, non il suo corpo.
Perciò sentir dire che Hannibal che sta sotto non è un uomo mi fa schifo, sentire dire che Hannibal che sta sotto è dominato, è passivo, è sottomesso mi fa ridere. Perché di solito è proprio il ruolo di noi donne e se le donne si sentono passive, dominate, sottomesse quando fanno sesso è un problema grosso.
Ecco per me questi due si godono il sesso esattamente come si deve fare, in tutte le sue sfaccettature e senza nessuna inibizione che dipenda da ruoli prestabiliti.
Poi da chi, vorrei sapere.
  Un Giorno è Lungo
Questa è puro romanticismo che cola da Will, non è colpa mia, prendetevela con lui. Qui Hannibal non è neanche un cannibale e nessuno lavora a casi di omicidio. È tutto molto fiabesco e carino.
Solo Jack è sempre un rompipalle. Quello non cambia mai.
  La mia Pace
La scena del finale alternativo di Hannibal, presa così com’è, è poesia pura.
Così, senza contesto e senza spiegazioni.
Ma se cerchi di spiegartela può diventare complicata e dolorosa.
Di chi è il palazzo mentale in cui si sono incontrati e in cui stanno insieme? Chi dei due è sopravvissuto all’altro?
Ecco… Onde evitare di soffrire su questo sono contenta che il vero finale di Hannibal sia un altro e ho preso quell’immagine solo per giocarci un po’ e poi risolvere le cose a modo mio.
  Inclinazioni
Come ho detto anche nelle note della storia stessa mi rifiuto di chiamare perversioni qualunque cosa due persone adulte e consenzienti decidano di fare nella loro camera da letto. Non me ne frega proprio niente di che cosa può essere. Il termine perverso mi sa di qualcosa di negativo.
Se avete notato in italiano ci sono molte poche parole che aiutino a descrivere una scena di sesso senza scadere o nel volgare o, dall’altro lato, nel totalmente didattico.
Quando poi si cercano termini per pratiche specifiche non ci sono proprio. E se li hanno inventati e me li sono persi il problema rimane, perché evidentemente non sono abbastanza conosciuti da tutti.
Ecco, qui ci sono lievi accenni a cose di cui parlerei volentieri anche in modo più dettagliato, il problema è che mi dovrei rifare a qualsiasi altra lingua piuttosto che alla mia e ciò mi rincresce.
Ahimè, la mia amata lingua continua ad essere in netto contrasto col sesso. Un’ingiustizia che probabilmente trova le sue radici nel bigottismo che ancora oggi ci contraddistingue in quell’aspetto della vita umana.   
  Il Silenzioso Affronto
Ah! Tutta una storiella, tutto un dialogo tra questi due per mettere su carta l’urlo di dolore di Hannibal alla stupida decisione di Will.
  Leggero Ritardo
Questa è stata una graditissima chiacchierata con una Fannibal che mi ha poeticamente descritto il suo personale inizio tipo da quarta stagione. E siccome mentre leggevo le sue parole la possibile storia si è praticamente svolta nella mia testa, le ho chiesto il permesso di utilizzare le immagini così evocative della sua idea per scrivere questo piccolo omaggio ai Murder Husbands in piena attività.
  Il Mattino Dopo 
Amo Hannibal e Will perché parlano. Non ci posso fare molto.
L’azione è stupenda, tiene viva la fantasia su di loro ed è bellissimo vederli agire, sia nella serie che nella mia testa. Ma parlare… Quella è l’attività per cui li amo anche di più.
E quindi figuriamoci se non trovano il tempo di parlare, proprio il mattino dopo, di quello che hanno fatto la notte prima.
Anzi… La fanfic è pure breve, parlerebbero molto ma molto di più.
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