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#abbattere
ragazzoarcano · 1 year
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“A volte le persone alzano muri, non solo per tenere fuori le persone, ma anche per vedere chi se ne frega abbastanza da abbatterli.”
— L. Rayven - Cattivo Romeo‌‌
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“Vi dò un consiglio: lasciate fare alla pioggia. Fidatevi di lei, consentitele di entrarvi nell’anima, di sovvertire principi e idee. Perché è legittimo abbandonarsi, abbattere i muri e barriere, e diventare altro da ciò che tutti credono, di cui dispongono. Lasciate fare alla pioggia, e assecondate il vostro piccolo, temporaneo mutamento.”
― Maurizio De Giovanni, “Pioggia per i bastardi di Pizzofalcone”.
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silviaaquilini · 1 year
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I muri servono per abbatterli oppure per sbattersi trascinati dall'istinto
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serenamatroia · 7 months
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papesatan · 5 months
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E già qualcuno fra i parenti ha osato chiedermi del concorso. Ma come, non partecipi? Vedo già le mie zie insegnanti partir gagliarde con le solite domande cui non saprò cosa rispondere. La verità porterebbe a una bruta discussione, meglio tentar la via della cieca ignoranza o, peggio ancora, della menzogna compiacente. Ogni volta resto muto e interdetto, incapace di soffrirne a voce, perché ho un lavoro, cristo, un lavoro creatomi dal nulla, MI SONO DATO un lavoro e per loro non è abbastanza, perché non è un posto pubblico. Forse chi ha visto Quo vado? ma vive al nord non ha ben chiaro quanto quel film ritragga fedelmente la gretta mentalità della mia terra, ma è davvero così e non fa ridere per niente. Ricordo ancora benissimo i mesi precedenti l’apertura, il silenzio dei parenti, il vuoto intorno, le risatine di mia nonna: “Ma verrà qualcuno?” e l’insistenza di mia zia: “Hai mandato le Mad? Dovresti provare col sostegno, da lì è più facile entrare” (e di questa immonda realtà parleremo un’altra volta). Ci litigai, speravo d’aver chiarito una volta per tutte le mie intenzioni, ma puntualmente dopo qualche mese tornò a chiedermi: “Allora, hai mandato le Mad? Nessuna supplenza?” “Eh, no” mentii “purtroppo nulla”. Ci rinuncio, perché quella dei nostri genitori ormai è una generazione totalmente slegata dalla realtà, convinta di vivere ancora gli anni ‘90, dove tutto era possibile, dove entravi dove volevi con l’aiuto di zio Cosimino, dove il politichino di turno sistemava gli amici di amici, dove una laurea e un concorso significavano qualcosa. Oggi la mia dipendente, povera crista che quando non lavora passa le giornate a studiare, mi ha rivelato che per la sua classe di concorso i posti messi a bando per la Puglia saranno 3. Come dovrei non incazzarmi? Come si può restare calmi di fronte a tanto schifo? Capite perché ho mandato tutti al diavolo, aprendo la MIA scuola? Non possiamo star qui a invecchiare all’ombra di mamma e papà, in attesa che lo stato ci permetta di fare ciò che abbiamo sudato e studiato decenni per fare. In famiglia nessuno sa che ad aprile ho rinunciato all'orale. Non li ritengo stupidi, è probabile che qualcuno abbia capito (forse mia madre?), dall’Usr dell’Emilia Romagna si sono fatti vivi dopo un anno (un anno!) dal superamento dello scritto, questo sì, ma è poco plausibile che venga indetto un nuovo concorso senza aver posto fine al precedente. Almeno il dubbio deve averli sfiorati. Ma non ho il coraggio di dirglielo, lascerò che lo capiscano da sé, se vogliono, non sopporterei la cenere di quegli sguardi delusi, il ricordo di mio padre che dopo lo scritto esulta al telefono: “Volesse Iddio che ti sistemi”, la segretaria dell’Usr che alla rinuncia insiste incredula al telefono ed io che le rispondo: “Non posso, ho cambiato vita”. No, la verità li ammazzerebbe, non so manco perché poi. E la cosa che mi fa più ridere è che proprio loro, le mie care zie insegnanti, gente del mestiere, non capiscono che non potrei affiancarlo in nessun modo a ciò che già faccio, perché è già un lavoro a tempo pieno. Come potrei mai dedicarmi il pomeriggio al doposcuola e preparare al tempo stesso le lezioni del giorno dopo? Partecipare ai consigli, collegi vari, attività pomeridiane ed essere ubiquamente al mio locale? Gestisco un’attività, cazzo, non è mica il lavoretto dell’estate. Ma non lo capiranno mai tanto, meglio che m’abitui sin da ora a ripetere: “Oh, sì, eccome se ho sentito! Non vedo l’ora di tentar la sorte anch’io alla lotteria!”    
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buscandoelparaiso · 5 months
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ti ricordi quando eravamo chiusi nelle catacombe
AH SI HO UN VAGO RICORDO
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pseuglam · 1 year
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ragazzoarcano · 2 years
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“Se l'ignoranza fosse un vuoto sarebbe facile riempirlo di cose, di cultura, di civiltà. Ma l'ignoranza, caro mio, è un pieno. E’ un muro, e i muri si possono solo abbattere, oppure scavalcare.”
— A. Tabucchi, Multiverso
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sauolasa · 1 year
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Ucraina, le autorità militari rivelano le unità più efficaci per abbattere i droni russi
Il ministro della Difesa russo promette maggiori forniture di munizioni
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chiarasolems · 1 year
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25 Novembre: una giornata molto speciale
25 Novembre: una giornata molto speciale
Qualche giorno fa ricevo una mail da una ragazza in percorso a MondoSole con una sua personale riflessione sull’importante giornata del 25 novembre: Oggi è una giornata molto speciale, come tutti i giorni d’altronde. 25 Novembre, noi donne ci siamo prima di tutto come persone determinate a combattere gli stereotipi che la società ci impone. Viviamo in una realtà completamente ingiusta e…
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mccek · 4 days
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Tutto è cambiato da quel 2010,
anni passati buttata in un letto, 
salvata per miracolo, le ore sotto i ferri sono state dieci, 
per me sono state eterne, mi sentivo inerme, 
“la paziente ha perso troppo sangue, la situazione é complicata, 
non ho mai creduto a Dio, sempre pregato gli angeli che mandano segnali dal cielo, 
questa vita ti ha maneggiata bruscamente, mai stata delicata,  
ti ha tolto l’uso dei tuoi arti, 
non sapendo che il tuo punto di forza é insito nel tuo carattere, 
quanta forza di volontà, non ti fai mai abbattere, 
ma dimmi un giorno come farò a dimenticarti? 
Conservo con me quel delfino trovato in una giornata triste dentro un cassetto, 
tuo figlio é sempre quello di un tempo, 
un concentrato di ansie e incertezze, 
che scrive i suoi mostri sopra un foglietto,
dicevi “non piangere”, guarda dentro la tasca,
di anni ne avevo 6, a scuola piangevo ogni santo giorno, 
tant’era la paura della solitudine, che chiedevo alle maestre sé fossi rimasto solo, insicuro delle mie stesse insicurezze,
speravo nessuno vedesse, stringevo il delfino, 
chiudevo gli occhi, allontanando quelle paranoie  trasportate dalla burrasca,  
di idee negative succubi di voci “cattive”, 
ti chiedevo “Mamma? 
Perché quando gli altri piangono io stringo loro la mano e sorrido?
Se quando piango loro mi fissano, ridendo a squarciagola come in un grido?”
“Ognuno é fatto a modo suo, 
non tutti hanno un cuore compatibile col tuo”.
“Non ha importanza se nessuno ti ha compreso, 
non ti sei “abbassato”, non hai cercato compassione, per essere accettato”,
Tu come me davi retta a tutti, poi quando c’era bisogno, “ognuno c’ha i sui impegni”, (già!),
strano come poi piangano lacrime di coccodrillo mentre sei disteso su una bara.
Stesso sangue, avvelenato dalla vita, dal pregiudizio inutile di chi fingeva di esserci vicino,
umani come medicine, un giorno ti elevano al settimo cielo, i restanti ti rigettano l’inferno, 
finisci in para, dicono “passerà”, nessuno ci tiene, impara.
Ti sento piangere le notti, 
con due tumori che si fanno spazio nel tuo corpo, silenziosamente, 
mi dici che non molli, anche sei distrutta, “non voglio spegnere quel tuo sorriso”, 
io non ne conosco di altri motti, 
mi guardi, mi stringi, col corpo che trema, la mia anima lo sente, 
io invidio il tuo essere, fragile e tenace, 
tu non vivi, sopravvivi, lotti,
come quando ballavi il tango, 
cambiavi l’atmosfera, 
la tua? La classe di chi soffre senza farlo notare, 
a ogni tuo passo il mio cuore accelera, 
professionisti che dicevano “incantevole, come
una bambina si diverte in mezzo al fango”.
In una vita di spine, senza una rosa,
sei un’artista nel dipingere le mie giornate, 
metti ordine fra miei pensieri come in un quadro a ogni dettaglio i suoi colori, 
siamo io e te e papà, stretti dentro un incubo, sappiamo che ogni giornata potrebbe essere preziosa, 
ho sempre dato tutto per scontato, bastava dirti grazie, rispettare le tue urla, i tuoi dolori.
Quante volte mi hai detto ti vorrei aiutare? 
Ma testardo davo retta solo a me stesso,
capendo che una donna é l’unica soluzione, 
se ti sa guardare dentro, é più erotico del sesso,
ti scrivo le mie lacrime del cuore, 
quelle che nessuno vede, 
mentre dentro sé stessi ogni equilibro cede.
Ti ho detto troppe volte, “se ti spegnessi metterei fine ai miei giorni”, 
tu solo una cosa mi hai risposto “fammi rivivere in quei giorni”.
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dinonfissatoaffetto · 2 months
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Se l'ignoranza fosse un vuoto sarebbe facile riempirlo di cose, di cultura, di civiltà. Ma l'ignoranza, caro mio, è un pieno. È un muro, e i muri si possono solo abbattere, oppure scavalcare.
- Antonio Tabucchi
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sofysta · 4 months
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Non è tutto oro quello che luccica nella situazione in cui mi trovo ma non posso arrendermi. Tre ragazze ed 1 ragazzo, dopo la formazione di questa priima settimana son ritornati a casa in quanto la vita qui a Parigi è davvero costosa e se non hai qualcosa da parte non è facile affrontare i primi mesi. Io me l'aspettavo ed avevo fatto qualche lavoro extra prima di partire per raccogliere qualcosa...nell'evenienza. Ma i problemi non sono solo questi.. devo ammetterlo, sono un po' demoralizzata ma non voglio demordere, non voglio farmi abbattere dall'unico ostacolo peggiore e che non dipende dalla mia volontà >>il dio denaro. Fanculo
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crazy-so-na-sega · 4 months
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davvero non pensavano che
" prima di abbattere un limite dovremmo SAPER valutare le conseguenze"?
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pensierispettinati · 7 days
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[come ogni anno]
"Se si insegnasse la bellezza alla gente la si fornirebbe di un'arma contro la paura, l'omertà. All'esistenza di orrendi palazzi ci si abitua, ogni cosa pare che debba essere così da sempre e per sempre”.
Peppino Impastato (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978), giornalista e attivista politico, un uomo che con tutte le sue forze si è battuto contro le mafie, facendone la sua ragione di vita. Con il microfono in mano, quello di Radio Aut, ha urlato nomi e fatti per abbattere un muro di omertà. E per questo è stato ucciso.
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