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#aereoplanini di carta
prisonerinthedark · 9 months
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Alle vostre lezioni di vita, io mi siedo all'ultimo banco a lanciare aereoplanini di carta.
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realnews20 · 12 days
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 Il presidente della Repubblica arriva all'università La Sapienza e risponde agli studenti che lo avevano invitato a prendere posizione sul conflitto a Gaza. Lo fa senza mezzi termini. "Ho reiterato la richiesta a un'immediato cessate il fuoco", spiega alla platea della Giornata del Laureato nell'Aula magna del Rettorato. I collettivi riuniti all'esterno, tra striscioni e cori, con una lettera pubblicata ieri l'avevano invitato a parlare al presidio. Il capo dello Stato, però, preferisce ribattere dalla sede istituzionale, dopo l'intervento della rettrice Antonella Polimeni.   Un'intervento, non previsto nel programma, in cui Mattarella non si sottrae al richiamo delle università in agitazione da settimane sul conflitto in Medio Oriente. "Una lettera - spiega - mi ha sollecitato a non includermi in quella che è stata definita la 'Torre d'avorio del rettorato'. Venendo ho visto un cartello che mi chiedeva cosa pensassi di cosa avviene a Gaza. Non voglio lasciarla senza risposta". Richiama i suoi ripetuti interventi "in occasioni significative", dal discorso all'assemblea generale delle Nazioni unite fino alla lettera inviata al presidente della Repubblica israeliano, e ribadisce la sua posizione. "Per la nostra Repubblica - scandisce - tutte le violazioni dei diritti umani vanno contrastate, sempre e ovunque". Un intervento netto, in cui il presidente interviene anche sul tema dei rapporti accademici tra gli atenei, che tuttavia non placa l'animosità degli studenti. I collettivi, all'esterno del Rettorato, contestano più o meno apertamente il capo dello Stato. Tra slogan e mugugni. Lo accolgono con qualche "buu". Tenuti a distanza dalle transenne presidiate dalle forze dell'ordine, non in uniforme, lanciano aereoplanini di carta e ripetono quello che da giorni esprimono al presidio di tende nel 'pratone' della città universitaria. "Stop al genocidio a Gaza - gridano - e ai rapporti delle università italiane con le industrie belliche e con Israele". Uno striscione recita: "Italia e Sapienza complici del genocidio". Mattarella, uscito dalla vettura presidenziale, entrando in Rettorato rivolge uno sguardo alla protesta degli studenti. In Aula Magna, dove prende posto, risuona la musica che il presidio decide di tenere ad alto volume come elemento di disturbo. Poi è il momento dell'intervento a sorpresa, in cui risponde agli studenti che hanno firmato la lettera. "Il rispetto del diritto umanitario - chiarisce - è nella nostra Costituzione e per la Repubblica italiana vale in ogni direzione". Il presidente si riferisce alle sofferenze delle "popolazioni civili" a Gaza, ma aggiunge: "vale per i ragazzi stuprati e uccisi mentre ascoltavano musica in un rave lo scorso 7 ottobre, vale per i bambini sgozzati in quell'occasione". Il capo dello Stato cita anche il caso di Mahsa Amini, del rapper iraniano, "delle ragazze che non possono studiare in Afghanistan". E precisa: "la dignità umana, la rivendicazione della libertà, la condanna della sopraffazione, il rifiuto della brutale violenza non cambiano valore a seconda dei territori, a seconda dei confini tra gli Stati, a seconda delle relazioni internazionali tra parti politiche o movimenti". Il presidente, infine, non rinuncia a intervenire sul ruolo delle università. "Sono la sede - dice - del libero dibattito e talvolta anche del dissenso dal potere". Si appella al valore del dialogo e affonda: "il potere, quello peggiore, desidera che le università del loro Paese siano isolate, senza rapporti né collaborazioni con gli atenei di altri Paesi". Intanto, fuori gli studenti provano ad intercettare l'uscita del presidente, girando intorno all'edificio universitario. Si levano cori di contestazione, rivendicata dagli stessi collettivi. "Mattarella pagherai tutto", urlano. Il corteo si blocca di nuovo di fronte alle transenne. Mattarella è già uscito dall'angolo opposto del Rettorato. Gli studenti allora cominciano a correre, fino al cancello del viale dell'Università. Lì un'unità in assetto antisommossa li ha contenuti con l'utilizzo di scudi.
Attimi di tensione, qualche offesa alle forze dell'ordine. Poi gli studenti hanno fatto ritorno alle tende.  Riproduzione riservata © Copyright ANSA [ad_2] Sorgente
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non ti odio per niente,
non ti amo abbastanza.
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sangueesangria · 5 years
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Ci conoscessimo un quarto di quanto pensiamo.
Rkomi
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ballatadeldubbi0 · 5 years
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Ho provato a bloccare il tempo
ho visto il mondo sgretolarsi
la mia faccia contro un vetro
e il treno non fermarsi
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strvessed · 5 years
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ci vedo musica anche quando mi urli contro
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quietknif3 · 7 years
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ci conoscessimo un quarto di quanto pensiamo
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rienaprouver · 7 years
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Ci vedo musica anche quando mi urli contro
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changetherule-s · 6 years
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ci vedo musica anche quando mi urli contro
Rkomi, Aereoplanini di carta
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i-am-a-polpetta · 2 years
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fuori ci sono i fuochi d'artificio per l'inizio delle feste dei paesini vicini. sono rimasta fuori dall'aereoporto di Bologna a vedere gli aerei partire: che leggerezza, sembrano aereoplanini di carta mentre si librano in cielo.
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Tu aliti sogni e amore su aereoplanini di carta, e io faccio finta di crederti.
(Patrizia Ti.)
#patriziatiphoto
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occhietti · 4 years
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La lavatrice non so farla 40 60 90 gradi, i bianchi e i colorati io ancora non so il grigio in che catalogo è se il nero è privo di luce o è tutti i colori insieme la moka non mi viene bene il caffè sa di bruciato c’è chi dice di fare la montagnetta chi di pressarlo e chi dice che a pressarlo ci pensa lei durante l’avvitamento che se pressi troppo il caffè manco esce proprio come la vita se ti pressano troppo non riesci non so fare gli aereoplanini di carta quelli che volano secondi e quarti d’ora che escono dalla finestra di casa mia entrano dalla tua, fanno due giri di stanza e poi si posano sul seno io non so farli con me sembra di trattare con il piombo non so fare un sacco di cose anche quelle cose semplici tipo la crostata lavorare a maglia riconoscere le costellazioni più classiche per me per me le stelle non devono avere nomi nostri dobbiamo aspettare che siano loro a presentarsi non so disegnare non so portare i cani a passeggio non so pulire il pesce non so un sacco di roba ma tu ma tu alle 21.00 vieni da me vieni comunque da me vedrai che qualcosa ci inventiamo. -  Gio Evan
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sha-dows · 5 years
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Ho provato a bloccare il tempo
Ho visto il mondo sgretolarsi
La mia faccia contro un vetro
Il treno non fermarsi
Aereoplanini di carta, Rkomi
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bluanice · 4 years
Photo
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La lavatrice non so farla 40 60 90 gradi, i bianchi e i colorati io ancora non so il grigio in che catalogo è se il nero è privo di luce o è tutti i colori insieme la moka non mi viene bene il caffè sa di bruciato c’è chi dice di fare la montagnetta chi di pressarlo e chi dice che a pressarlo ci pensa lei durante l’avvitamento che se pressi troppo il caffè manco esce proprio come la vita se ti pressano troppo non riesci non so fare gli aereoplanini di carta quelli che volano secondi e quarti d’ora che escono dalla finestra di casa mia entrano dalla tua, fanno due giri di stanza e poi si posano sul seno io non so farli con me sembra di trattare con il piombo non so fare un sacco di cose anche quelle cose semplici tipo la crostata lavorare a maglia riconoscere le costellazioni più classiche per me per me le stelle non devono avere nomi nostri dobbiamo aspettare che siano loro a presentarsi non so disegnare non so portare i cani a passeggio non so pulire il pesce non so un sacco di roba ma tu ma tu alle 21.00 vieni da me vieni comunque da me vedrai che qualcosa ci inventiamo. Gio Evan https://www.instagram.com/p/B5-VZIcIbqA/?igshid=gsjgsaby8p4o
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nascerannofiori · 5 years
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Penso al tempo bruciato, aspettando una comprensione mai ricevuta. Speravo capissi chi ero, ma nel frattempo mi sono trovata ad abitare un’altra casa. C’è ancora del rimpianto ed anche una dose di frivola malinconia, nelle mie lettere e nei pensieri che salpano certe volte, verso orizzonti che speravo di non incrociare più. Ho costruito aereoplanini di carta e barchette, per attraversare cielo e mare e non dover più sentire il rumore del silenzio che hai lasciato in queste mani. Ma non sono bastati i fogli nei cassetti e nemmeno una cartoleria intera, ho finito tutte le risme e le cartucce delle stampanti. Così ho deciso di scrivere sui muri della mia stanza,ma ti ho letto ogni notte prima di dormire. 
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clairepiece · 5 years
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Non credevo lo scorso febbraio che prima o poi mi sarei ritrovata a dover decorare una parete tutta da sola. Ed è successo! Lì per lì mi son fatta prendere un po’ da una specie d’incertezza – come al solito, altrimenti non sarei me – ma la bella esperienza lavorativa di pittura su parete – più precisamente un soffitto e ancora il mio collo piange ricordando quei momenti – avuta nel freddo dicembre scorso, ha fatto andare a farsi friggere tutta l’insicurezza e tutti gli insegnamenti acquisiti mi hanno fatto prendere coscienza che ce l’avrei potuta fare. Così per rendermi ancora più pronta al lavoro che mi era stato sottoposto dal committente, ho anche fatto ricerche su come trasporre al meglio la versione cartacea del disegno sulla parete usando così la tecnica della quadrettatura. Il committente mi richiese di realizzare una parete per il suo nipotino in arrivo e in seguito l’input dei genitori è stato quello di poter rappresentare uno sfondo di un cielo con nuvole, con aereoplanini, mongolfiere, pupazzi ma con prevalenza di elefantini che erano il tema predominante del tutto. Fatta la parte illustrata su carta, ho lavorato sulla parete per tre giorni. Da prima presa delle misurazioni per la quadrettatura, il disegno, poi la colorazione a più strati per intensificare i colori e in ultimo il ripasso/linee. La durata del lavoro varia molto in base alla tecnica, il tempo di assorbimento e asciugatura dei colori, soprattutto in base alla complessità del disegno e ai piccoli imprevisti che possono presentarsi pian piano che si va avanti nella realizzazione.
A distanza di alcuni mesi, precisamente nell’arco di tempo tra marzo ed aprile, mi son ritrovata ancora a realizzare un’altra parete per la stanza di un bimbo. In questo caso il tema era più conosciuto – anzi, il più conosciuto – sia per chi ama la Disney e sia per chi si occupa d’infanzia in generale. Winnie The Pooh e i suoi piccoli amici.
Il procedimento è stato lo stesso della precedente parete, ma come dicevo poc’anzi, mi ha richiesto molta immersione nel lavoro e c’è stato un piccolo problema – prontamente risolto – sul finale con la presa, la pigmentazione differente di un colore e la sua asciugatura – nulla che un po’ di phon non potesse risolvere -.
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Ed il risultato finale è stato ancora migliore di come me l’ero immaginato su foglio. I colori sono sempre una sfida perché riesci a capirne il reale finale solo, appunto, all’asciugatura sul finire.
Inoltre aver fatto studi psico-pedagogici mi torna sempre molto utile nell’elaborazione dell’illustrazione stessa, nell’espressione cromatica che voglio dare. E mi piace molto poter consigliare i genitori se hanno dubbi sulla scelta di qualcosa rispetto ad un’altra sapendo cosa può servire al bambino o futuro bambino in arrivo. E la soddisfazione di vedere i committenti felici del lavoro commissionato ripaga tutto lo sforzo. Inoltre ho potuto riscoprire che ci sono clienti veramente unici, cordiali e di una gentilezza rara; questa è la certezza che sapranno infondere lo stesso ai loro piccoli.
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In conclusione mi dispiace condividere qui sul blog solo ora questo mio lato da decoratrice, ma a causa del problema con la piattaforma Facebook e la non riuscita di condivisione, ho desistito un po’ e, diciamo, ho lasciato correre via.
Ora però ho potuto rimediare ed ecco qui i risultati!
Come ci sei finita su quella parete? Non credevo lo scorso febbraio che prima o poi mi sarei ritrovata a dover decorare una parete tutta da sola.
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