La notte di Halloween
Più il tempo passava, più stava diventando difficile fare il mio lavoro. Nulla sembrava sortire gli stessi effetti che in passato: il mondo ormai apparteneva agli impavidi. Di generazione in generazione, le persone sembravano aver sviluppato una sorta di difesa immunitaria contro i facili spaventi; erano lontani i giorni in cui bastava l’immagine di un treno sparato a tutta velocità sulla folla per far scappare gli astanti a gambe levate, o quelli di uno sceneggiato radiofonico troppo realistico da far temere un’invasione aliena.
Per carità, le eccezioni c’erano ed erano sempre valide; ma erano rappresentate da pochi individui ipocondriaci, errori trascurabili rispetto alla tendenza generale del pianeta verso il definitivo abbandono del nobile sentimento del terrore. Il mantra della maggioranza era uno: cosa dovremmo più temere, in un’epoca in cui il progresso scientifico è riuscito a conquistare i segreti dell’universo assottigliandone sempre più i confini, e a decifrare i codici genetici svelandone la loro intima sintassi? Quali orrori peggiori ci aspettano, dopo aver assistito a invasioni, bombardamenti, genocidi e a 16 edizioni del Grande Fratello?
E pensare che negli ultimi tempi mi sono ingegnata parecchio tra catastrofi ambientali e terrorismo, il millennium bug e le profezie Maya, per non parlare della “minaccia dell’invasore”, un evergreen che non smette mai di angosciare. Non dico sia stato tutto inutile, per carità; ho ricevuto le mie belle soddisfazioni, procurando un bel po’ di notti insonni e brividi di terrore lungo la schiena. Ma era tutto passeggero, niente che non si potesse risolvere con l’abbraccio di un amico, rifugiandosi in un buon libro, o semplicemente spegnendo la tv.
E allora non vi nascondo certo la nostalgia da me provata per i tempi in cui mi bastava schioccare le dita per riuscire a scuotere le ginocchia, attorcigliare le gole, avvelenare gli stomaci; né è mia intenzione celarvi le frustrazioni di chi ha quasi alzato bandiera bianca, sconfitta da un’era che sembrava accendere molte più certezze di quanti dubbi io riuscissi a sollevare. Pensare di poter relegare la mia essenza in un’unica notte all’anno, prelevando un’antica tradizione celtica e tramutandola in un buffo carnevale un po’ più dark, è stata sicuramente la beffa peggiore che mi si potesse giocare.
Quest’anno invece la situazione si è ribaltata. All’inizio non ci avrei scommesso un soldo bucato; per una generazione abituata ad improbabili apocalissi e sciagure ai limiti del verosimile, non credevo che il cliché di una malattia potesse rivelarsi così efficace. Forse l’impossibilità di rifugiarsi nei soliti sperimentati rimedi, abbracci, carezze e quant’altro, ha giocato a mio favore: privati della possibilità di conforto, è inevitabile che l’oscurità sembri ancora più buia. E allora, quest’anno come non mai avrete bisogno di una zucca fuori al davanzale: perché forse ci eravamo già incontrati o forse no, o forse credevate soltanto di conoscermi, ma ahivoi, stavolta dovremo convivere un bel po’. E chissà che questa convivenza forzata non porti a qualcosa di buono: non il panico irrazionale che fa svuotare i supermercati, odiare il diverso e tradire i propri ideali, ma semplicemente smetterla di vivere come se niente potesse farvi male, ammettere una volta per tutte la vostra umanità.
La paura
3 notes
·
View notes
Gli amici che porto con me - Best Albums of 2017
Torna anche quest’anno la mia personale classifica dedicata ai migliori ascolti musicali dei 12 mesi che ci hanno preceduto. Come per le scorse volte premetto che mi riprendo ben volentieri tutte le mie responsabilità soggettive e oggettive: nel compilarla dichiaro altresì che non è stato maltrattato nessun musicista o giornalista musicale (al massimo una moglie che, purtroppo per lei, non ha la facoltà di accedere allo stereo).
La suddivisione in tre macro-categorie è una mia scelta ormai consueta e assolutamente discutibile: per quest’anno la selezione era particolarmente ardua, quindi ho optato per inserire, ahivoi, ben una trentina di dischi nell’ultima sezione, quella che potremmo definire “generalista”, e una decina a testa per le prime due.
A questo punto, buoni ascolti a tutti e, come sempre, orecchie belle aperte!
MODERN CLASSICAL / AMBIENT / EXPERIMENTAL:
10) BRIAN ENO Reflection (Warp)
9) NADIA SIROTA Tessellatum (Bedroom Community)
8) VIKINGUR OLAFSSON Philip Glass: Piano Works (Deutsche Grammophon)
7) BIBIO Phantom Brickworks (Warp)
6) SONTAG SHOGUN Patterns For Resonant Space (Youngbloods)
5) CFCF / JEAN-MICHEL BLAIS Cascades (Arts & Crafts)
4) RYUICHI SAKAMOTO async (Milan Records)
3) BING & RUTH No Home Of The Mind (4AD)
2) MAX RICHTER Three Worlds: Music From Woolf Works (Deutsche Grammophon)
1) ALESSANDRO CORTINI AVANTI (The Point Of Departure)
JAZZ:
10) SAM GENDEL 4444 (Terrible)
9) STEFANO BATTAGLIA Pelagos (ECM)
8) COLIN VALLON TRIO Danse (ECM)
7) GARY PEACOCK TRIO Tangents (ECM)
6) THE NECKS Unfold (Ideologic Organ)
5) AARON PARKS / BEN STREET / BILLY HART Find The Way (ECM)
4) KAMASI WASHINGTON Harmony Of Difference EP (Young Turks)
3) PORTICO QUARTET Art In The Age Of Automation (Gondwana)
2) CHRIS POTTER with DAVID VIRELLES, JOE MARTIN, MARCUS GILMORE The Dreamer Is The Dream (ECM)
1) JOHN ABERCROMBIE QUARTET Up And Coming (ECM)
POP / ROCK / ELECTRONICA / ALTERNATIVE:
30) FATHER JOHN MISTY Pure Comedy (Sub Pop)
29) MOSES SUMNEY Aromanticism (Jagjaguwar)
28) ZOLA JESUS Okovi (Sacred Bones)
27) DO MAKE SAY THINK Stubborn Persistent Illusions (Constellations)
26) BROKEN SOCIAL SCENE Hug Of Thunder (Arts & Crafts / City Slang)
25) JULIE BYRNE Not Even Happiness (Basin Rock / Ba Da Bing!)
24) KEVIN MORBY City Music (Dead Oceans)
23) DESTROYER Ken (Merge / Dead Oceans)
22) BJORK Utopia (One Little Indian)
21) IRON & WINE Beast Epic (Sub Pop)
20) RANDY NEWMAN Dark Matter (Nonesuch)
19) FLEET FOXES Crack-Up (Nonesuch)
18) FUTURE ISLANDS The Far Field (4AD)
17) BECK Colors (Capitol)
16) PHOENIX Ti Amo (Glassnote)
15) JAMES HOLDEN & THE ANIMAL SPIRITS The Animal Spirits (Border Community)
14) ROGER WATERS Is This The Life We Really Want? (Columbia)
13) DIRTY PROJECTORS Dirty Projectors (Domino)
12) SAMPHA Process (Young Turks)
11) JAPANESE BREAKFAST Soft Sounds From Another Planet (Dead Oceans)
10) FOUR TET New Energy (Text)
9) MOGWAI Every Country’s Sun (Rock Action)
8) THE AFGHAN WHIGS In Spades (Sub Pop)
7) JULIEN BAKER Turn Out The Lights (Matador)
6) SLOWDIVE Slowdive (Dead Oceans)
5) PHOEBE BRIDGERS Stranger In The Alps (Dead Oceans)
4) THE WAR ON DRUGS A Deeper Understanding (Atlantic)
3) ARCA Arca (XL)
2) BONOBO Migration (Ninja Tune)
1) THE NATIONAL Sleep Well Beast (4AD)
2 notes
·
View notes
Qui è quando: "Scusi mi fa una foto?" pensando "Eh no, porcapeppa! Adesso mi tolgo il giubbotto, mi aggiusto i capelli, faccio uno sguardo sexy, arriccio le labbra, allungo la coscia, mano sul fianco, pancia in dentro, petto in fuori e gli zacco una posa figa così anche io ho una foto figa da travelblogger profffescional figa." Poi mi sono ricordata che FIGA è una parola che proprio, ahimè e ahivoi, non mi rappresenta e quindi... Barbona style inside, sorrisone, peace&love e ciao mamma guarda come mi diverto oh oh oh. . . . #AshtonLane, Glasgow. Una viuzza che non ti aspetti dove WAW è l'unica parola che ci sta bene. . . @VisitScotland #erykainviaggiogoestoScotland #VisitScotland #ScotSpirit #LoveScotland #erykainviaggio (presso Ashton Lane)
0 notes