Tumgik
#anche se non si è sorcini
mynameis-gloria · 2 years
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Il 28/9/2022 ho potuto assistere al soundcheck di Renato Zero, occasione che non capita tutti I giorni. Essere a Roma, al Circo Massimo e proprio in quella giornata. Tralascerò come ho assistito, chi ha condiviso con me questo ricordo (improvvisato) felice e divertente ed i dettagli di quella giornata ma è stato bello e in qualche maniera importante. Stasera è stato trasmesso su canale 5. I miei lo hanno guardato. Io leggevo, ma la musica risuonava, sentire Renato Zero, cantare Piazza Grande, omaggiando Dalla è stato poesia.
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Forse non esiste angolo dell’Umbria (o meglio dell’Italia) che non offra almeno un’opera d’arte di grande interesse, anche se spesso molti capolavori sono stati nascosti da successive ridipinture o opere murarie.
Questo post è dedicato ad un’opera di Giovanni di Pietro detto “Lo Spagna”, uno dei numerosi spagnoli che a fine ‘400 si stabilì nell’Italia centrale.
Giovanissimo entrò nella bottega del Perugino a Firenze, poi soggiornò a Perugia negli anni in cui Raffaello cominciava a frequentare la città e il Pinturicchio si affermava nei palazzi romani. La nostra opera è un dipinto murale, conservato nella Chiesa di Sant’Ansano di Spoleto (Perugia), in cui è rappresentata una dolcissima “Madonna col Bambino” che, nascosta da una tela settecentesca, fu riportata alla luce soltanto nel 1907. (Grazie a Silvio Sorcini, autore della foto).
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giancarlonicoli · 4 years
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25 feb 2021 14:15 1. "LIVE - NON E' LA D'URSO" E' MORTO E SEPOLTO: NON RIPARTIRÀ NEANCHE A SETTEMBRE 2. L'ORIGINE DELL'ODIO D'URSO-DE FILIPPI E' NASCOSTO IN UNA CLAUSOLA ANTI-BARBARELLA CHE MARIA "LA SANGUINARIA" HA PRETESO (E OTTENUTO) DA MEDIASET NEL SUO CONTRATTO 3. LA RIVALITA' PRESTA-DURANTE SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE USATO PER NASCONDERE IL FLOP DI ASCOLTI DELLA D'URSO - I GUAI COMBINATI A SIGNORINI DALLE AMMUINE DI "BARBARIE" - LA RICHIESTA DI "SOCCORSO" A CUI ZINGARETTI HA ABBOCCATO E SALVINI NO...
DAGOREPORT
La chiusura per bassi ascolti di "Live - Non è la D'Urso", con due mesi di anticipo (stop a fine febbraio e non a maggio, come previsto), ha innescato il moto di solidarietà dei "tele-sorcini" della D'Urso e di quel merluzzone di Nicola Zingaretti, che ormai da segretario (uscente) del Pd non ne imbrocca più una.
Per i fan di "Barbarie", però, c'è un'altra brutta notizia: la trasmissione non ripartirà neanche a settembre. A dimostrazione che la decisione del Comitato esecutivo di Mediaset, in cui troneggia il "big boss" Pier Silvio Berlusconi, è ben ponderata e fa parte di una strategia più ampia che punta a rinfrescare la proposta editoriale, riducendo le ammuine da trash-pollaio.
"Barbarie" D'Urso, elevata da Zingaretti a nuova martire del tubo catodico, invece di guardarsi allo specchio e fare autocritica per certi tele-polpettoni rifilati al pubblico, si guarda intorno cercando sostegno.
E se il segretario del Pd si è prestato alla richiesta di aiuto, Matteo Salvini - altro prezzemolino degli show della D'Urso - si è ben guardato dall'abboccare. Ha lasciato che fosse il suo guru social, Luca Morisi, ad "applaudire" al tweet di Zingaretti in chiave pro-Barbarella.
Poca roba, in ogni caso. Nessun altro ha speso mezza dichiarazione o un post social per difendere la conduttrice (ma difendere poi da cosa? Se una trasmissione non funziona, si chiude e amen).
Tra i corridoi del "Biscione", la D'Urso non è amata. E se tra i suoi alleati non possono essere certo annoverati Lucio Presta e Paolo Bonolis (che potrebbe prendere il suo posto con una versione serale di "Avanti un altro"), non è vero - come scrive oggi "la Stampa" (che ha difficoltà a citare Dagospia per lo scoop) - che ci sia lo zampone dell'agente dei vip dietro la chiusura del programma. Certo, rimane la rivalità tra Presta e Marco Durante (che ha sfilato a "Brucio" la cura degli interessi di Belen, della stessa Barbarella e di Rita Dalla Chiesa).
La vera spina nel fianco di Barbara D'Urso in Mediaset si chiama Maria De Filippi. Ma da dove nasce la rivalità tra le due? Tutto è iniziato quando Maria "la Sanguinaria" ha chiesto e ottenuto dal "Biscione" una clausola nel suo contratto che proibisse alla D'Urso di trattare i temi dei suoi programmi e di sfruttare i personaggi delle sue trasmissioni. Una separazione netta. Per la serie: resta pure nel tuo trash-salotto ma non mettere le mani sulla mia "roba".
Questa clausola non è presente nel contratto di Alfonso Signorini e infatti "Barbarie" ha saccheggiato le storie legate al "Grande Fratello vip", come nel caso Zenga-Termali. A "Live - Non è la D'Urso" è andata ospite la prima moglie dell'ex portiere dell'Inter, Elvira Carfagna, che ha sparato a zero contro Roberta Termali.
E poi le ospitate polemiche al figlio e al fratello di Walter Zenga. Insomma un intreccio di veleni e retroscena al fiele che hanno fanno imbufalire la Termali che poi si "vendicata" evitando l'invito di Signorini al "GF Vip".
Dunque, Barbara impasta la polemica, Alfonsina la pazza ne paga il fio. E' facile capire perché Maria De Filippi abbia voluto impedire alla D'Urso di montare la panna sulle sue storie: prima o poi scoppia un papocchio che porta guai, musi lunghi, vendette incrociate...
Renato Franco per il "Corriere della Sera"
La base del Pd perplessa, molti elettori sorpresi, un fiume di battute. L' uscita social di Nicola Zingaretti ha tenuto acceso per tutto il giorno il faro sul segretario del Pd per la scelta - a sorpresa - di scendere in campo a favore di Barbara D' Urso il cui programma ( Live-Non è la D' Urso ) dovrebbe essere chiuso in anticipo (causa bassi ascolti).
«In un programma che tratta argomenti molto diversi tra loro hai portato la voce della politica vicino alle persone.
Ce n' è bisogno!», twitta Zingaretti pro domo Barbara. E i commenti, caustici e sconfortati, sotto il profilo del segretario non si contano. C' è l' italianista: «Questo tweet è peggio dei congiuntivi di Di Maio». C' è l' esorcista: «Salvini esci da questo corpo!». C' è l' informatico: «Ma ti hanno hackerato il profilo?». C' è l' ecologista: «Elogiare chi fa tv spazzatura. Ma non si vergogna?». C' è il nostalgico: «Immagina se Berlinguer avesse detto la tua stessa frase nei confronti di un personaggetto di quegli anni, che so un Alvaro Vitali qualsiasi. Immagini la reazione degli iscritti?».
E poi c' è chi come Luca Bizzarri fa il comico di mestiere e ne stende due in un colpo solo: «Alle volte, nell' uso dei social, rivaluto Carlo Calenda». Insomma sembra avverarsi la profezia di Nanni Moretti, alla disperata ricerca di un segretario che dicesse qualcosa di sinistra. O dicesse almeno qualcosa... Il tweet viene commentato per tutta la giornata, primo in tendenza per parecchie ore, compare anche una foto di Carlo Guarino, il social media manager di Zingaretti, sorridente al mare con un gruppo di persone in compagnia di Barbara D' Urso. Che sia lui l' ispiratore o meno, la faccia (persa) è quella di Zingaretti che firma il profilo.
L' intervento del segretario del Pd non è arrivato per caso, ma nasce dopo la notizia di Dagospia che aveva prefigurato la chiusura anticipata di Live-Non è la D' Urso , il programma della domenica sera di Canale 5: «La notizia non passerà di certo inosservata: il discusso talk show alle prese con i bassi ascolti, tra il 10-12% fino a notte fonda, dovrebbe salutare il pubblico di Canale 5 addirittura tra fine marzo e inizio aprile: dalle parti di Cologno Monzese il vento sembra essere molto cambiato da qualche tempo. Si starebbe studiando una soluzione per evitare di far passare la chiusura come una sonora bocciatura per Carmelita. Promoveatur ut amoveatur ?».
La scelta, insomma, sarebbe meramente numerica: da troppo tempo il talk è sempre sotto la media di rete (che è intorno al 15% in prima serata) e in molti addetti ai lavori si chiedevano da tempo piuttosto come mai continuasse ad andare in onda nonostante il basso riscontro Auditel.
Uscita la notizia della probabile chiusura, la stessa conduttrice ha voluto smentire in diretta a Pomeriggio 5 le ricostruzioni rimbalzate sui social: «I siti dicono e scrivono cose che non sono vere, delle stupidaggini, ma non raccontano la vera verità giusto per scrivere un po' di cattiveria». I numeri però sono quelli e il tweet di Zingaretti sembra essere la conferma che il programma chiuderà in anticipo.
A difendere la conduttrice scende in campo anche Imma Battaglia con argomenti però fuori strada parlando di «sessismo». Un tema (in generale sacrosanto) ma che in questo caso fa alzare gli occhi al cielo per una conduttrice in onda sei giorni su sette con tre programmi ormai da anni, ai primi posti tra le conduttrici che passano più tempo in tv.
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tittaswilliams · 8 years
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Alt in Tour...La Rivoluzione di Renato Zero
Una sirena segnala il cambio turno, uomini e donne con caschetto da lavoro fanno il loro ingresso sul palco, il cantiere riparte, i musicisti vestiti da operai prendono posto e le prime note di"Niente trucco stasera" riempiono l'aria, benvenuti di nuovo nel mondo di Zero.
Renato entra in scena indossando un elmetto dotato di lampadina ed un completo, perfettamente nel suo stile di luccicanti paiette.
Lo spettacolo alterna gran parte delle canzoni tratte dal suo ultimo lavoro in studio (Alt) a pezzi cult del repertorio zeriano, ma non dimentica mai il filo conduttore di tutto lo show: a differenza del precedente "Amo Tour" ,che era una sorta di autocelebrazione della carriera di Renato,  quest'anno ci si concentra più sul sociale e su brani che rispecchiano la situazione attuale del nostro paese. 
"Chiedi", "Figli della guerra", l'attualissima "Felici e Perdenti" ed "In questo misero show".
Ma non mancano i tanto amati momenti di "Renato-centrismo" con "Il maestro" uno dei pezzi più celebrativi del Renato degli ultimi 15 anni, dove lui si racconta ripercorrendo i momenti più importanti del suo cammino e come una guida regala preziosi insegnamenti ai suoi sorcini o zerofolli che dir si voglia, perché ormai si sa seguire Renato è un po' una filosofia di vita. 
La scaletta ha un filo conduttore ma ogni canzone ha vita propria, è un piacere sentire in nuovi arrangiamenti ed i cambi di tonalità che impreziosiscono ogni pezzo rendendolo un opera live. 
Per rendere lo show ancora più teatrale  interviene la voce fuori campo interpretata magistralmente  da Tullio solenghi nel ruolo del capocantiere.
Altra rivelazione di questo show è il personaggio di Glitter, un ragazzo dei nostri tempi perso tra smartphone, Facebook, televisori HD e Gps  che ha trovato in Renato un'esistenza più autentica e più emozionante come un sogno che prende vita, l'attore ci accompagnerà in simpatici monologhi fino ad arrivare alla parte finale dove ci sorprende con un bellissimo duetto con Renato.
Procedendo con i pezzi di critica contro la realtà è poi la volta de "La lista" pezzo che tratta il tema dello sfruttamento e della violenza sulle donne. Il picco massimo dell'interpretazione viene raggiunto con "Qualcuno mi renda l'anima" attualissimo brano sulla pedofilia, non bastano le parole per descriverla, l'unico consiglio che posso darvi è quello di andare ad assistere a questo live oppure di vedere un video. 
Ospiti di tutto il tour sono i Neri per caso, coristi e interpreti di alcuni pezzi in scaletta come "Inventi" in una versione nel loro stile e "Mi vendo", intermezzo particolarmente travolgente è cantata a squarciagola da tutto il pubblico mentre Renato si prepara all'uscita successiva 
Lo spettacolo dura più di 3 ore, non mancano le sorprese per i fan più esigenti: in scaletta c'è anche "Fammi sognare almeno tu" pezzo tratto da "Renatissimo" una raccolta dei primi anni 2000. 
Sono frequenti i momenti di interazione con il pubblico, in cui viene messa alla prova la loro conoscenza delle canzoni (Mentre aspetto il tuo ritorno).
Ci sono alcuni cambi di abito anche se tendenzialmente Renato adotta degli outfit sobri adatti alla tematica del tour. Ma non manca il momento tanto atteso dove viene rispolverato il brano "Figli della topa" in cui ogni spettatore del forum di Assago si trasforma in un sorcino dotato di orecchie al rapporto del Re Dei sorcini che con un costume che fa invidia al Topolino di Disneyland ci invita con la sua solita ironia a non smettere di sognare perché solo così possiamo alimentare la nostra "Rivoluzione".
All'epilogo del concerto Renato presenta i suoi numerosi amici che sono venuti a trovarlo, ospiti speciali, importanti, si tratta di noi zerofolli, del suo pubblico, gira il microfono verso la platea e ci invita  a cantare "Amico" dall'inizio alla fine, tra le lacrime e la commozione di chi si rende conto che che un'altra volta è riuscito a trasmettere a ventimila persone le stesse emozioni, "una presenza discreta che non si deve sovrapporre alla realtà ma che è lì a regalarci un sogno di 3 ore ogni volta che prendiamo posto  alla sua platea. 
Grazie Maestro! 
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