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#andrea tiraboschi
sheltiechicago · 3 months
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Sfera n.2, 1963 - J Wharrington Jr
Arnaldo Pomodoro: Perfect Spheres with Chaos Inside
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Grande Disco in Milan, 1972 - Natalia Aggiato
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Sfera Grande, also known as “the Tomato,” in the province of Pesaro and Urbino, Italy -Andrea Tiraboschi
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Sfera n2 in De Young Museum in San Francisco - J Wharrington J
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“Sfera con Sfera” made out of fiberglass is on display in the Modernist Garden at the New Orangery in Warsaw - magda_ma_nosa
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personal-reporter · 1 year
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Fiera dei Librai 2023 a Bergamo
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Dal 21 aprile al 1 maggio 2023 si terrà la 64^ edizione della Fiera dei Librai Bergamo, la più antica d’Italia, organizzata da Promozioni Confesercenti, Sindacato Italiano Librai (SIL) e dalle librerie indipendenti aderenti a Li.Ber – Associazione Librai Bergamaschi. Questa edizione segna il grande ritorno della Fiera nel Centro Piacentiniano di Bergamo, dove  dialogherà con il nuovo assetto di un Sentierone rinnovato, cuore della città che si trasforma in una grande libreria, pronta ad accogliere gli autori con le loro presentazioni, i dibattiti, i dialoghi e le passioni letterarie dei bergamaschi. Protagoniste di questa attrazione sono le librerie indipendenti bergamasche, come Libreria Arnoldi, Cartolibreria Nani, Libreria Palomar, Il Parnaso libri&natura e Punto a capo libri, che propongono al pubblico le nuove uscite letterarie, l’amore per i grandi classici e la presentazione delle numerose realtà più indipendenti e locali. Sono cinque le aree tematiche della fiera, Narrativa, Editoria locale, Bambini e ragazzi, Manualistica e Saggistica. Ed è un’edizione resa più speciale dall’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 che ha permesso di attivare una storica collaborazione tra la Fiera dei Librai di Bergamo e Librixia – Fiera del Libro di Brescia. Domenica 23 aprile alle 18.30 ci sarà BG vs BS – Letteralmente un derby letterario,  che permetterà a sei scrittori emergenti bergamaschi e bresciani di presentare in 15 minuti un opera con una modalità simile a quella della stand up comedy o delle battle musicali, inoltre nello spazio fieristico sarà allestito un corner dedicato alla produzione letteraria delle due province con i testi degli autori locali. Oltre alla Sala Lettura allestita all’interno della Fiera gli incontri con l’autore si terranno all’Auditorium di Piazza Libertà, presso il Centro culturale San Bartolomeo e nella rinnovata Sala Musica del Teatro Donizetti, mentre l’evento conclusivo sarà ospitato all’interno del Teatro Donizetti lunedì 1 maggio. Non mancano gli spazi dedicati alla lettura e attività per i più piccoli, saranno sette i laboratori a loro dedicati a partire dai 3 anni di età, inoltre si svolgeranno i laboratori creativi, teatrali, dedicati all’illustrazione o alla lettura ad alta voce, oltre ad un workshop dedicato agli adulti e incentrato proprio sulle tecniche di lettura per incentivare la fantasia. Si rinnova anche quest’anno la collaborazione tra la Fiera dei Librai e Il Cavaliere Giallo che, grazie ali studenti della Scuola d’arte Andrea Fantoni, promuoverà una parte dell’allestimento dell’area, dedicata a fiori realizzati con pagine di libro, di cui si nutrono delle api, per  rappresentare la gioia e l’amore per la cultura. Ritorna la tradizionale collaborazione con il Premio Nazionale di Narrativa Bergamo per gli incontri con Lia Levi, Roberto Tiraboschi e Hans Tuzzi, inoltre si potrà usufruire dei servizi e della consulenza offerti da Bergamo Sviluppo, CGIL e CISL Bergamo e conoscere i progetti dell’Università degli Studi di Bergamo. Read the full article
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positive-magazine · 2 years
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Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood s/s 23
Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood s/s 23
Our photographer Chiara Tiraboschi documented the backstage of the latest fashion show in Paris of Vivienne Westwood by Andreas Kronthaler.  
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yourexpo2015 · 2 years
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RT @Cefriel: Al #GraduationDay approfondiamo il tema del valore dei #Master per le #aziende con Letizia Barbi (@Allianz), Fabio Bonanni (@DeloitteItalia), Andrea Tiraboschi (@Bip_Group), Paolo Carcano (@PwC), Filippo Lucarelli (@ICTConsulting1). https://t.co/7PDXZG5mdw
RT @Cefriel: Al #GraduationDay approfondiamo il tema del valore dei #Master per le #aziende con Letizia Barbi (@Allianz), Fabio Bonanni (@DeloitteItalia), Andrea Tiraboschi (@Bip_Group), Paolo Carcano (@PwC), Filippo Lucarelli (@ICTConsulting1). https://t.co/7PDXZG5mdw
— Marco Brambilla (@MarcoBrambi) Sep 15, 2022
from Twitter https://twitter.com/MarcoBrambi
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adrianomaini · 3 years
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Folgoreggiava orribilmente il cielo
Folgoreggiava orribilmente il cielo
                                Per la sua ampia, approfondita panoramica sul romanzo ligure barocco, Davide Conrieri scelse, negli anni ’70 (era egli, allora, prima studente e poi docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove fu allievo di Mario Fubini), fra le varie possibilità che gli si potevano presentare (disanima in ordine cronologico, schede sui vari autori, trattazione che…
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pangeanews · 5 years
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Oggi Leopardi compie gli anni. Insieme agli auguri, sveliamo l’autore che il divo Giacomo ha “plagiato” per scrivere “L’infinito”. Ovvero, modesta proposta per una storia della letteratura italiana alternativa
Senza Amore, sottotitolo L’ultimo capitolo della letteratura italiana, è l’ultimo testo scritto da Andrea Sciffo, insegnante di liceo, poeta, novellista e saggista, edito dalla rivista digitale sui generis Il Covile, cui l’autore monzese contribuisce regolarmente con meditazioni che hanno in due viennesi, Hofmannsthal e Illich, in due lombardi, Corti e Quadrelli, e in Simone Weil, i puntelli di un pensiero radicalmente altro – cristiano, cattolico, dunque fedele all’intuizione poundiana per cui il sentire (per esempio: il potere della musica) unisce, col cuore, nella carne, mentre il pensare (per esempio: il vuoto cerebralismo) divide, nella mente, nelle idee, o meglio nelle ideologie, quindi negli ideologismi, nonché all’et-et asburgico, tardobarocco e antimoderno – insomma controcorrente rispetto alla letteratura e alla critica gnostica, e a-gnostica, del XX e XXI secolo.
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Lui è Andrea Sciffo
Senza Amore, sottotitolo L’ultimo capitolo della letteratura italiana, perché tale è secondo la sua tesi la storia delle patrie lettere, da intendersi come letteratura post-unitaria (l’equazione di base è proprio questa e vale a dire che tutto ciò che è post-unitario si colloca in un ambiente decisamente post-amoroso) ossia della falsa patria di nome “Italia” e non delle sue singole parti – le quali soffrono tuttavia di una falsa “identità” che si fonda appunto sulla totale mancanza d’amore, da cui deriva, e che deriva, da una storia anch’essa “senza amore” che abbraccia – o meglio strangola –, soffocandola in una stretta mortale tutta la letteratura italiana – o meglio italofona –, a partire dal cronologismo (“la crudeltà di Chronos”, ovvero “il male radicale”, scriveva il leibniziano Gilles Deleuze a proposito del naturalismo di Émile Zola) che limita le scuole e la scuola.
Si tratta ovviamente dello storicismo e dello scuolismo dei Tiraboschi prima e poi dei De Sanctis, dei Croce, e infine dei Ferroni, dei Sapegno, contro i quali Sciffo scrive in quello che si direbbe un piccolo pamphlet, non fosse che quello pamphlettario è un tono che non appartiene alle sue sue corde, cor–cordis, al suo cuore, libero dal grottesco gioco delle parti di cui è vittima un paese preso tra Commedia dantesca (cf. Inf.) e quotidiana commedia farsesca – “senza amore”.
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“Se esiste una definizione sintetica che possa abbracciare la letteratura italiana nella sua interezza, […] è proprio questa endiadi che consta delle due sole parole che non andrebbero mai accostate. Se è senza amore la storia delle patrie lettere, a maggior ragione lo sono anche le storie individuali dei singoli che popolano la cultura italica, cresciuti nel suo cono d’ombra come tanti arlecchini senza arte né parte”.
Così esordisce Sciffo puntellandosi, o meglio, come scrive egli stesso facendo eco a una massima apocrifa metà anni Cinquanta di Noventa, che denunciava come tutta la cultura ufficiale italiana fosse fondata sugli errori della scuola torinese, e così la scuola di Stato, lo stato delle cose delle stantie scuole “scuolastiche” ancora e sempre deamicisiane (Cuore) basate a loro volta sulla continua coscrizione degli studenti e cittadini (senza amore e ormai senza civitas) e sul disamore quale condizione forse irrimediabile in assenza della parola-chiave che è summa di tutti gli affetti e aspetti (eros, agàpe, filìa, storghé, dilectio) del sommo affetto – per rilanciare poi l’idea di un apprendimento più libero – non meno impegnato – con mezzi propri – magari più essenziale – anche in povertà – anarcronistico nel senso di libero dal potere del tempo –  come Pinocchio.
“[…] E poi verrebbe la grande amorosa agnizione, un ritrovarsi in armonia con l’altro da sé, una catarsi purificatrice del gran difetto del soggetto moderno: l’ipocrisia. La vecchia pagliacciata sarebbe finita e soltanto i suoi estremi attori fingerebbero di non accorgersene: il trucco scivolato dalle guance e i costumi logori; le battute del copione prevedibili e comunque i guitti ne dimenticano ogni volta una o due”.
Come Pinocchio con un libro trovato quasi per caso, o con la convivialità, tema fondamentale del pensiero di Illich, oppure nella natura, o nello spazio rurale, come fece la Weil, due ambiti quasi del tutto assenti tra gli autori “italiani” del XIX e XX secolo – certo con qualche eco nella Brianza di Manzoni, nella Padanìa della Scapigliatura, nel Veneto di Comisso, di Zanzotto, ma di norma declinati in senso atrocemente negativo come sul Vesuvio di Leopardi, nella Sicilia di Pirandello, di Verga, in Cristo si è fermato a Eboli, e nella Roma di Moravia, di Pasolini, tanto per citare degli esempi d’altri universi etnici e letterari.
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Senza Amore, sottotitolo L’ultimo capitolo della letteratura italiana, e le ultime pagine sono proprio quelle di Manzoni, e soprattutto di Leopardi, alle quali non è corrisposto secondo Sciffo nessun rinascimento – essendo stato il cosiddetto risorgimento politico la fine, – quanto un trionfo – sancito dalle istituzioni, dagli scuolismi, e dalla scuola, – di una serie d’istanze tipicamente leopardiane come il senso del dolore e della noia, tra erudizione e freddezza, e della figura del “letterato” denunciato dalla Weil, proprio a proposito del poeta recanatese cui Sciffo oppone il dalmata Tommaseo, che considera ben superiore.
Dietro c’è una vera e propria censura, ovvero l’ostilità verso tutta la letteratura del Seicento, parallela a quella ancor più dichiarata dei Savoia e di tutto il risorgimento nei confronti del Barocco, del Tardo-Barocco, con la sua Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte “totale” che va dalla figurazione pittorica alla parola alla musica alle figure architettoniche che negli esiti del movimento controriformista trovò un altro ultimo capitolo (nel 1866 nel monastero cretese di Arkadi, unico esempio greco ortodosso di Barocco, dava rifugio a dei martiri resistenti agli ottomani – nel mentre da cinque anni gli “italiani” inneggiavano al fatto di essersi cinti il capo con l’elmo pagano appartenuto a Scipione l’Africano)… – e nelle lettere autori come Filicaia, Magalotti, Maggi, Menzini, Redi, Salvini… – e De Lemene, che secondo Sciffo fu plagiato proprio dal poeta de L’infinito…
“Riempie il tutto, e se fingendo io penso / oltre al confin de’ vasti spazij, e veri, / deserti imaginati…”.
Questi versi sono tratti da una raccolta di poesie sacre edita a fine Seicento, e che per Sciffo “quasi certamente Leopardi plagiò per poi rifonderli forse inconsciamente nel più celebre dei suo i Canti”. Così come nel libro Sette giornate del mondo creato (1686) “per esempio […] le due terzine con cui Giuseppe Girolamo Semenzi immortalò Il passero solitario [sic]”, con queste melodiose parole: “Sto poetando al ciel ne l’erma cella / talora e far godo la vita anch’io / selvaggia quanto più, tanto più bella, // Passero solitario è detto pio. / Gloria però del solitario è quella, / onde un bruto non è ma quasi un Dio”.
Come si può evincere dalla lettura del volume Arcadia edificante, edito da ESI a Napoli nel 1969 e curato da Carmine Di Biase, prima di Leopardi e della letteratura unitaria ovvero “senza amore” l’universo italofono era ben altro, dal “controcanto” lombardo a quello partenopeo con poeti che cantano il Creatore, le Creature, la loro creaturalità, e infatti un terzo esempio che egli cita è una strofa – “strofa che espone il legame psicobiologico del poeta tardobarocco con la ‘natura’ sentita come simbiotico altro-da-sé con cui però è inevitabile la pulsione fusionale: in un processo di integrazione tra organico e inorganico che mi pare di una limpidezza mai più ottenuta in tempi recenti, per la quale il ‘creante’ viene chiamato ‘autore’ delle cose che un individuo sente come maggiormente intime e personali”.
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L’entità chiamata “Italia” – come ha fatto con la cultura di alcune sue regioni – come ha fatto recidendo l’albero che costituivano – che tali erano sotto occupazioni non più estranee – come sotto quelle cristiane spagnole e austriache – ha annichilito, annullato, o meglio emarginato, questo suo possibile “controcanto” che dice di un mondo  del tutto differente, radicato nella creaturalità, d’uomini connessi col Creato come lo sono i passeri, e gli alberi, e in cui l’autore, il poeta, non canta soltanto del suo dolore, della sua noia, ma anche e soprattutto della sua “comunione” con Dio, per tramite di ciò che è “altro-da-sé”.
In questo Sciffo è allievo della scuola-non-scuola della Weil, di Quadrelli, e dunque erede della vera tradizione, quella del Cristianesimo, della poesia di Hölderlin, del Tardo-Barocco, e della censurata “Arcadia edificante” di cui ha voluto testimoniare: non senza ma con amore.
Marco Settimini
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jeremiahingham · 4 years
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positive-magazine · 4 years
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Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood | Spring Summer 2018
Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood | Spring Summer 2018
Vivienne Westwood spring summer 2018 nasce dalla collaborazione con Andreas Kronthaler ed è stata presentata durante l’ultima fashion week parigina. L’ispirazione nasce da una visita alla fattoria del fratello di Andreas in Tirolo. Sono tante le storie e le tradizioni che fanno parte del folclore di questa zona che devono aver colpito particolarmente Kronthaler per arrivare poi a concepire la…
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positive-magazine · 6 years
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Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood SS19
Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood SS19
Our photographer Chiara Tiraboschi has been in Paris during this SS19 Fashion week. These are the photos she took during the backstage of the last show of Vivienne Westwood designed by Andreas Kronthaler.
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