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#attila e regina
nickmikeoneshot · 9 months
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Novecento
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salottoitalia · 3 days
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Come da nostra tradizione del 𝟸𝟻 𝙰𝚙𝚛𝚒𝚕𝚎, per 𝓘 𝓑𝓮𝓵𝓵𝓲𝓼𝓼𝓲𝓶𝓲 di Rete 4, un omaggio a Bernardo Bertolucci con Nᴏᴠᴇᴄᴇɴᴛᴏ.
𝑰𝒍 25 𝒂𝒑𝒓𝒊𝒍𝒆 1945, 𝒔𝒆𝒄𝒐𝒏𝒅𝒐 𝑩𝒆𝒓𝒕𝒐𝒍𝒖𝒄𝒄𝒊
Come dice Bertolucci, «𝚌’𝚎̀ 𝚞𝚗𝚊 𝚐𝚒𝚘𝚛𝚗𝚊𝚝𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚌𝚘𝚗𝚝𝚒𝚎𝚗𝚎 𝚌𝚒𝚗𝚚𝚞𝚊𝚗𝚝’𝚊𝚗𝚗𝚒, 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚊 𝚕𝚊 𝚙𝚛𝚒𝚖𝚊 𝚖𝚎𝚝𝚊̀ 𝚍𝚎𝚕 𝚜𝚎𝚌𝚘𝚕𝚘: 𝚎̀ 𝚒𝚕 𝟸𝟻 𝚊𝚙𝚛𝚒𝚕𝚎».
Oltre al finale quasi maoista, qualcuno rimproverò al film la malvagità assoluta di Attila e Regina, i due fascisti interpretati da Donald Sutherland e Laura Betti. Sarebbero ancora così cattivi oggi?
𝙸𝚘 𝚟𝚘𝚕𝚎𝚟𝚘 𝚏𝚊𝚛𝚎 𝚞𝚗 𝚎𝚙𝚒𝚌 𝚎 𝚌𝚛𝚎𝚍𝚘 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚍𝚒 𝚎𝚜𝚜𝚎𝚛𝚌𝚒 𝚛𝚒𝚞𝚜𝚌𝚒𝚝𝚘. 𝙴 𝚞𝚗𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚋𝚊𝚜𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕’𝚎𝚙𝚘𝚜 𝚎̀ 𝚙𝚛𝚘𝚙𝚛𝚒𝚘 𝚒𝚕 𝚖𝚊𝚗𝚒𝚌𝚑𝚎𝚒𝚜𝚖𝚘, 𝚒 𝚛𝚘𝚜𝚜𝚒 𝚎 𝚒 𝚗𝚎𝚛𝚒, 𝚒 𝚋𝚞𝚘𝚗𝚒 𝚎 𝚌𝚊𝚝𝚝𝚒𝚟𝚒. 𝙽𝚘𝚗 𝚜𝚘 𝚜𝚎 𝚏𝚊𝚛𝚎𝚒 𝚌𝚘𝚜𝚒̀ 𝚌𝚊𝚝𝚝𝚒𝚟𝚒 𝚒 𝚏𝚊𝚜𝚌𝚒𝚜𝚝𝚒, 𝚙𝚎𝚛𝚌𝚑𝚎́ 𝚘𝚐𝚐𝚒 𝚏𝚊𝚛𝚎𝚒 𝚞𝚗 𝚏𝚒𝚕𝚖 𝚌𝚘𝚖𝚙𝚕𝚎𝚝𝚊𝚖𝚎𝚗𝚝𝚎 𝚍𝚒𝚟𝚎𝚛𝚜𝚘. 𝙼𝚊 𝚒 𝚍𝚞𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚜𝚘𝚗𝚘 𝚜𝚘𝚕𝚝𝚊𝚗𝚝𝚘 𝚖𝚊𝚕𝚟𝚊𝚐𝚒, 𝚜𝚘𝚗𝚘 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚎𝚜𝚜𝚞𝚊𝚕𝚖𝚎𝚗𝚝𝚎 𝚙𝚎𝚛𝚟𝚎𝚛𝚜𝚒. 𝙴𝚛𝚊𝚗𝚘 𝚊𝚗𝚗𝚒 𝚒𝚗 𝚌𝚞𝚒 𝚜𝚒 𝚕𝚎𝚐𝚐𝚎𝚟𝚊 𝚆𝚒𝚕𝚑𝚎𝚕𝚖 𝚁𝚎𝚒𝚌𝚑 𝚎 𝚕𝚊 𝚜𝚎𝚜𝚜𝚞𝚊𝚕𝚒𝚝𝚊̀ 𝚍𝚎𝚕 𝚗𝚊𝚣𝚒𝚏𝚊𝚜𝚌𝚒𝚜𝚖𝚘 𝚎𝚛𝚊 𝚞𝚗 𝚝𝚎𝚖𝚊 𝚌𝚘𝚖𝚞𝚗𝚎.
https://www.ilpost.it/.../25-aprile-1945-secondo-bertolucci/
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personal-reporter · 5 months
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Don Carlos alla Scala di Milano
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La Stagione 2023/2024 del Teatro alla Scala partirà giovedì 7 dicembre alle 18 con Don Carlos di Giuseppe Verdi nella versione approntata dal compositore per la Scala nel 1884. Come sempre lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in diretta televisiva su Rai1 e radiofonica su Radio3, inoltre la Prima sarà preceduta domenica 3 dicembre dall’Anteprima per gli Under30 e seguita fino al 2 gennaio da 7 rappresentazioni tutte esaurite. L’opera, che ha inaugurato la Stagione nel 1868, 1878, 1912, 1926, 1968, 1977, 1992 e 2008 verrà diretta dal Direttore Musicale Riccardo Chailly sul podio dell’Orchestra del Teatro alla Scala con un cast che schiera Francesco Meli come Don Carlo, Anna Netrebko come Elisabetta di Valois, Michele Pertusi come Filippo II, Elīna Garanča come Principessa d’Eboli, Luca Salsi come Marchese di Posa e Ain Anger come Grande Inquisitore. Un protagonista di non minore rilievo sarà il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi, le scene sono di Daniel Bianco, i costumi di Franca Squarciapino, le luci di Pascal Mérat, i video di Franc Aleu e la coreografia di Nuria Castejón. La vicenda, ambientata alla fine del Cinquecento in Spagna vede Don Carlos, l'infelice erede al trono, segretamente innamorato della matrigna Elisabetta, figlia del re di Francia. Ma la principessa di Eboli, dama di compagnia della regina, scopre tutto e denuncia i due all'Inquisizione. Il re Filippo, per salvare il figlio e erede, chiede aiuto all'Inquisitore che però gli chiede in cambio di incastrare il marchese di Posa, da sempre caro amico di Carlos. L'accordo riesce e il marchese viene ucciso mentre Carlos riesce a fuggire dalla prigione del palazzo reale. Tuttavia Filippo decide di uccidere i due amanti, ma un monaco misterioso salva la vita di Carlos, che scompare per sempre dal mondo. Per Riccardo Chailly Don Carlos sarà il compimento di una riflessione sul potere estesa su tre inaugurazioni di Stagione, dopo Macbeth di Verdi nel 2021 e Boris Godunov nel 2022, ma si tratta anche di un ritorno al Verdi della maturità dopo le tre inaugurazioni dedicate all’evoluzione delle opere giovanili con Giovanna d’Arco nel 2015, Attila nel 2018 e Macbeth nel 2021. Chailly inoltre ha proposto anche Aida in forma di concerto nel 2020, dopo averla diretta nell’allestimento di Zeffirelli il 7 dicembre 2006.  Nel suo nuovo approccio a Don Carlos, che aveva diretto ad Amsterdam nel 2010 in un allestimento di Willy Decker, il Maestro torna alle edizioni dirette da Claudio Abbado nel 1968 e 1977, di cui aveva seguito le prove, ma fa riferimento anche allo studio diretto dei manoscritti messigli a disposizione da Ricordi. Come nell’edizione di Abbado, si ascolterà l’introduzione al monologo di Filippo affidato alla fila dei violoncelli secondo partitura e non al violoncello solo come spesso avviene. Inoltre con i complessi scaligeri Riccardo Chailly ha recentemente diretto la scena di Filippo con Ildar Abdrazakov nella serata …A riveder le stelle del 7 dicembre 2020, l’aria di Elisabetta in concerto con Anna Netrebko e il coro del II atto in disco e in tournée. Read the full article
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gianssnow · 5 years
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Un tentativo di difesa di Mauro Icardi
Chi ha la ventura di osservare il dipanarsi delle mie acrobazie verbali, si sarà reso conto dell’improvviso ribaltamento di opinione sulla querelle che senza sosta tiene banco da due settimane abbondanti. Verrò accusato di essere un incoerente, un opportunista, un falso: esistono contumelie più gravi, e io sono un muro di gomma, respingo tutto, talora porgendo anche l’altra guancia. Sono mitridatizzato al veleno che scorre copioso attraverso l’etere. Apro una piccola e non indispensabile digressione: sono fatto così, il pensiero del popolo è come una calamita che mi respinge, polo positivo contro polo positivo. Non ne faccio un discorso di portata politica, absit iniuria verbis: non mi sentirete mai berciare di populismo e demagogia a sproposito, e forse nemmeno a proposito. La mia è un'attrazione naturale verso le cause perse: se avessi fatto l’avvocato probabilmente mi sarei trasferito negli States per lavorare a cottimo in quelle associazioni per la difesa dei condannati a morte. Uno dei motivi per cui mi sono ritrovato tifoso senza volerlo dell’Inter è proprio questo. Non so se sia così per altri.
Per cui, non ho avuto cuore di unirmi alla lapidazione indefessa ed unanime verso l’ex Capitano. I processi intentati dalle masse contro un unico imputato messo alla gogna pubblica mi hanno sempre disgustato, anche perché storicamente l’imputato si è quasi sempre rivelato un innocente. Ho cercato ordunque delle ragioni valide per poter perorare, anche stavolta, la causa del perdente, rinvenendole, alfine. Mi par di capire che il campione della tifoseria nerazzurra, in questa singolar tenzone fra l’interismo e l’icardismo sia il neo-amministratore delegato Giuseppe Marotta. Sguardo onnicomprensivo ed onnisciente, novello Temistocle. stratega provetto, Marotta, da simbolo del bieco oscurantismo bianconero, è trasfigurato in un fascio di luce che ha portato pace e sicurezza là dove prima c’erano miseria e sventura. Poco cale, agli aedi delle prodezze marottiane, che l’Inter prima del suo arrivo fosse pienamente in corsa per la qualificazione agli ottavi di Coppa dei Campioni e in campionato stesse viaggiando a vele spiegate con concrete velleità persino di secondo posto. Tutto ciò è svanito dopo l’avvento del Don: coincidenze, naturalmente. In qualità di exemplum della fermezza marottiana, viene portato spesso l’episodio del recalcitrante Bonucci, reo di insubordinazione verso l’allenatore nel febbraio 2017, e punito tosto con l’ormai mitologico sgabello. Dopodiché, marette dissolte e amici come prima. Fino a quei sulfurei quindici minuti di intervallo di Cardiff, i cui contorni rimarranno sempre sfumati, ma con una quasi-certezza inappellabile, suffragata dall’addio di Bonucci alla Juve giusto il mese successivo: Bonucci che apostrofa a malo modo Dybala, Bonucci allenatore che consiglia la sostituzione di Barzagli, Bonucci che sfiora la rissa fisica con i compagni. Quei quindici minuti hanno mandato a monte l’intera stagione bianconera. Questo è avvenuto, incredibile dictu, alla Juve, roccaforte storica ed inespugnabile della disciplina. L’eccesso di severità, malgrado un ambiente geneticamente predisposto come quello della real casa, ha sortito l’effetto opposto di una nuova insubordinazione, nel momento meno propizio della stagione.
Figuriamoci in un pollaio caotico come quello nerazzurro. All’Inter non avremo nemmeno quel bene, della ricomposizione, anche solo temporanea, delle frizioni fra giocatore e spogliatoio/allenatore. Non c’è dubbio che Icardi sbagli nel suo seguitare a non voler scendere a compromessi, ma si tratta dell’errore di un innamorato tradito e lasciato solo, abbandonato, dimenticato. In fisica c’è il terzo principio di Newton: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Togliere la fascia di capitano a Icardi è stato un gesto inutile, ma soprattutto dannoso: inutile perché se la fascia la indossa Icardi, o Handanovic, o Dalbert, non c’è differenza apparente - qualcuno conosce chi siano i capitani della Lazio, della Fiorentina, della Sampdoria?; dannoso perché è stata sottratta proditoriamente a un calciatore che la riteneva un oggetto prezioso, segno del suo sacrificio. Non un premio, poiché la fascia di capitano non ha un valore matematicamente quantificabile, bensì un simbolo. Icardi ha reagito con un rifiuto pari all’affezione che provava verso la fascia di capitano. Certo, si dirà che il principio di azione e reazione è applicabile tale e quale a quel che ha preceduto il mortale schiaffo: le richieste reiterate e sguaiate di Wanda Nara dalle libertine tribune dei salottini pardeschi meritavano un punto fermo, abbisognavano di un freno inibitorio. Tuttavia, nel mare magnum delle interviste esclusive, dei messaggi criptici, delle missive a mezzo social, del chiacchiericcio indistinto e perpetuo sulla vicenda, sembra che anziché tacitare i queruli ronzii dell’Ape Regina, essi abbiano ricevuto al contrario un’insperata cassa di risonanza.
Il provvedimento è stato un salto mortale senza rete di salvataggio. Non dirò che bisognasse rinnovare il contratto a Icardi, perché ho sempre sostenuto il bisogno di staccarsi dalla mammella dell’ex capitano, molto più matrigna che materna, assolutizzante, ipertrofica, dispotica. Tuttavia, la realpolitik avrebbe imposto di continuare almeno fino a giugno tenendo il piede in due staffe: guardandosi intorno alla ricerca di alternative, ma nel contempo tenendo buoni i due amorevoli piccioncini, tergiversando, prendendo tempo come un Quinto Fabio Massimo, non devastando il nemico come Attila. Quello mi sarei aspettato dallo stratega Marotta, non il decisionismo di pancia che sempre si assicura la salva di applausi nell’immediato, ma quasi mai conduce alla Luce, alla Salvezza, alla Verità. In questo muro contro muro stanno perdendo tutti: l’Inter, privata di un uomo da 122 gol, in una stagione che avrebbe dovuto essere necessariamente di riconferma, ma castrata anche di un asset che sta precipitando nel valore giorno dopo giorno; l’ex capitano, naturalmente, divenuto in men che non si dica il nemico numero uno della tifoseria e l’artefice di ogni male; e lo stesso Marotta, il quale, in caso di fallimento dell’obiettivo quarto posto, inizierebbe come peggio non potrebbe la sua avventura nerazzurra.
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giornalepop · 4 years
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MOGHERINI E LE COMMEDIE SEXY DI RENATO POZZETTO
MOGHERINI E LE COMMEDIE SEXY DI RENATO POZZETTO
Flavio Mogherini (Arezzo, 1922 – Roma, 1994) è uno scenografo tra i più rappresentativi del cinema italiano, dal dopoguerra alla fine degli anni sessanta. Noto, soprattutto, per avere lanciato il cabarettista Renato Pozzetto sul grande schermo.
Renato Pozzetto
  Mogherini firma oltre novanta film. La sua partecipazione al cinema peplum (Ulisse, Attila, Le fatiche di Ercole, Ercole e la regina di…
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ladiesinrock · 4 years
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Corte di Lunas: online il nuovo video "Vida"
Corte di Lunas: online il nuovo video “Vida”
Disponibile da oggi il video di “Vida”, estratto dal nuovo album dei Corte di Lunas “Tales from the Brave Lands”.
https://www.youtube.com/watch?v=ZXYSR2pZsaw “Quando la Regina Vida venne a sapere che Attila stava giungendo insieme ai suoi Unni, condusse la propria gente inseme ai loro beni, animali e provviste all’interno della Grotta di San Giovanni D’Antro, per trovarvi…
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em-gm · 5 years
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We’re snooping on your playlist. Rules: Put your entire library on shuffle. Tell us the first ten songs, then choose ten victims.
tagged by @everyday-im-preaching ! thank you!
1) dead inside (interlude) - xxxtentacion
2) stars beyond- rooms
3) the run and go- twenty one pilots
4) manipulate- attila
5) e-pro - beck
6) stfu- mansionz
7) NbHD- onerepublic
8) laughing with- regina spektor (v sad song by the way)
9) good old fashioned lover boy- queen
10) whiskey in hell- anarbour
im not gonna tag people cuz i don’t really have friends on tumblr anymore lol. so i guess i’m tagging all my followers! if you see this go ahead and go for it!
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inovaniteroi · 5 years
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Elizabeth Savala desmente AVC do marido e diz o que aconteceu de verdade
Elizabeth Savalla e seu marido Camilo Átilla (Foto: Reprodução)
Recentemente surgiu na mídia o boato de que o marido da atriz Elizabeth Savala, Camilo Attila, de 70 anos, teria sofrido um AVC. O que acaba de ser negado pela atriz, através de rede social.
Savala desabafou e escreveu: “A quem interessar: venho por meio dessa informar que não é verdade que o meu marido Camilo Attila tenha sofrido um AVC, não sei donde isso surgiu, ele teve por conta do calor, uma alteração da pressão e foi encaminhado à emergência da Casa de saúde São Vicente Da Gávea, onde ficou em observação, como ficou até a madrugada, e eu teria gravação no dia seguinte da 6:00 da manhã”.
+ Surpreendidos, filhos de Elis Regina comentam série da Globo e Andreia Horta no papel principal
E acrescentou: “Falei com minha produtora da novela O Sétimo Guardião, que me dispensou da gravação, tanto o Rogério Gomes como todos os outros diretores e a Silvana Feu, foram maravilhosos, e entenderam; mas não foi AVC, que pode ser muito grave, Graças a Deus”.
E finalizou: “Aos amigos e parentes que se preocuparam e sofreram com a notícia peço desculpas. O fato não ocorreu como o anunciado, obrigada aos que se preocuparam e desculpas aos que sofreram tanto, muito obrigada do fundo do , O Camilo Attila está muito bem e manda também um obrigada e grande abraço a todos, Elizabeth Savala”. Que bom que nada de mais aconteceu!
Vale dizer que no Rio, onde a novela é gravada e a atriz e seu marido moram, as temperaturas beiram ou até ultrapassam os 40° nesta época do ano.
Savala ficou loira para nova fase de Mirtes. Foto – divulgação.
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gazetadalapa · 5 years
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Elizabeth Savala desmente AVC do marido e diz o que aconteceu de verdade
Elizabeth Savalla e seu marido Camilo Átilla (Foto: Reprodução)
Recentemente surgiu na mídia o boato de que o marido da atriz Elizabeth Savala, Camilo Attila, de 70 anos, teria sofrido um AVC. O que acaba de ser negado pela atriz, através de rede social.
Savala desabafou e escreveu: “A quem interessar: venho por meio dessa informar que não é verdade que o meu marido Camilo Attila tenha sofrido um AVC, não sei donde isso surgiu, ele teve por conta do calor, uma alteração da pressão e foi encaminhado à emergência da Casa de saúde São Vicente Da Gávea, onde ficou em observação, como ficou até a madrugada, e eu teria gravação no dia seguinte da 6:00 da manhã”.
+ Surpreendidos, filhos de Elis Regina comentam série da Globo e Andreia Horta no papel principal
E acrescentou: “Falei com minha produtora da novela O Sétimo Guardião, que me dispensou da gravação, tanto o Rogério Gomes como todos os outros diretores e a Silvana Feu, foram maravilhosos, e entenderam; mas não foi AVC, que pode ser muito grave, Graças a Deus”.
E finalizou: “Aos amigos e parentes que se preocuparam e sofreram com a notícia peço desculpas. O fato não ocorreu como o anunciado, obrigada aos que se preocuparam e desculpas aos que sofreram tanto, muito obrigada do fundo do , O Camilo Attila está muito bem e manda também um obrigada e grande abraço a todos, Elizabeth Savala”. Que bom que nada de mais aconteceu!
Vale dizer que no Rio, onde a novela é gravada e a atriz e seu marido moram, as temperaturas beiram ou até ultrapassam os 40° nesta época do ano.
Savala ficou loira para nova fase de Mirtes. Foto – divulgação.
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arthisour-blog · 7 years
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The San Carlo Opera House
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The destiny of Naples, European capital of music and art, has always revolved around a history mixing and mingling with that of the oldest theatre in Italy, now recognised by UNESCO as a World Heritage Site. The San Carlo is the symbol of the city where Italian opera music was born, built 41 years before Milan’s La Scala and 55 before Venice’s La Fenice. It was in 1737 when the first Bourbon of Naples, King Carlos III, put his backing behind «a work that unites magnificence and wonder. A theatre! The largest in Europe… destined to soon become the kingdom of opera music in the world». The inauguration was held on the evening of November 4, the name day of the king. To follow were works of the shining era of the Neapolitan eighteenth century, with such composers as Leonardo Leo, Niccolò Porpora, Johann Adolf Hasse “the Saxon” and others. In the nineteenth century San Carlo undergoes a number of changes under the direction of the Royal House’s architect and set designer Antonio Niccolini, and the “temple” becomes the city’s symbol-monument. It was with Domenico Barbaja an impressive impresario that the time of the grand seasons under the direction of Rossini and Donizetti began. On 4 October 1815, the 23-year-old composer Gioachino Rossini had his first opera at San Carlo performed, Elisabetta, regina d’Inghilterra. Following were other important works by the young man, all the way through to the much-celebrated La gazza ladra e Zelmira, his farewell. Another rising star appeared in the world of melodrama: Gaetano Donizetti, who for San Carlo composed 16 operas including Maria Stuarda, Roberto Devereux and the timeless Lucia di Lammermoor. All of the greats appeared on the theatre’s stage at one point or another, even Vincenzo Bellini fell in love with it, and saw his first work Bianca e Gernando, written especially for San Carlo. Occupying a special place within the nineteenth-century golden age was Saverio Mercadante. For a period the musician from Altamura shared the limelight with Giuseppe Verdi who was soon to become the absolute star with Ernani. The playbill of 1847-1848 focused on Attila and Nabucco, and after the interlude of revolutionary uprisings, the new course opened with another of Verdi’s works, I lombardi alla prima crociata. Verdi went on composing, and his Luisa Miller debuted on 8 December 1849. Verdi’s star shone brighter than any other. After its debut in Rome, Un ballo in maschera met with public claim in the 1861-1862 season, and his success continued unabated – all the way until his much-celebrated Aida in 1872. The short twentieth century took its first breath at the San Carlo with the Neapolitan debut of Tosca (1900-1901). The most touched by the hand of luck at San Carlo between the nineteenth and twentieth centuries were the operas by Puccini and the music of the “young school” of Mascagni and the Neapolitans – either by birth or by schooling – Leoncavallo, Giordano, Cilea and Alfano. Covent Garden, 1946, and a tournée meeting with success in London: San Carlo is the first Italian theatre with the courage to start up again after the war. Even today, San Carlo continues in the wake of that tradition. The Lirico has indeed touched with his tour in the last three years, three different continents confirming itself as fine ambassador of Italian culture and the Neapolitan tradition in the world. After the success in Chile, Russia and China, and most recent in Oman and Saint Petersburg, San Carlo had others special tour abroad in San Francisco, Budapest, Astana (Kazakistan).
Teatro di San Carlo Napoli, Italy was originally published on HiSoUR Art Collection
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inovaniteroi · 5 years
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Elizabeth Savala desmente AVC do marido e diz o que aconteceu de verdade
Elizabeth Savalla e seu marido Camilo Átilla (Foto: Reprodução)
Recentemente surgiu na mídia o boato de que o marido da atriz Elizabeth Savala, Camilo Attila, de 70 anos, teria sofrido um AVC. O que acaba de ser negado pela atriz, através de rede social.
Savala desabafou e escreveu: “A quem interessar: venho por meio dessa informar que não é verdade que o meu marido Camilo Attila tenha sofrido um AVC, não sei donde isso surgiu, ele teve por conta do calor, uma alteração da pressão e foi encaminhado à emergência da Casa de saúde São Vicente Da Gávea, onde ficou em observação, como ficou até a madrugada, e eu teria gravação no dia seguinte da 6:00 da manhã”.
+ Surpreendidos, filhos de Elis Regina comentam série da Globo e Andreia Horta no papel principal
E acrescentou: “Falei com minha produtora da novela O Sétimo Guardião, que me dispensou da gravação, tanto o Rogério Gomes como todos os outros diretores e a Silvana Feu, foram maravilhosos, e entenderam; mas não foi AVC, que pode ser muito grave, Graças a Deus”.
E finalizou: “Aos amigos e parentes que se preocuparam e sofreram com a notícia peço desculpas. O fato não ocorreu como o anunciado, obrigada aos que se preocuparam e desculpas aos que sofreram tanto, muito obrigada do fundo do , O Camilo Attila está muito bem e manda também um obrigada e grande abraço a todos, Elizabeth Savala”. Que bom que nada de mais aconteceu!
Vale dizer que no Rio, onde a novela é gravada e a atriz e seu marido moram, as temperaturas beiram ou até ultrapassam os 40° nesta época do ano.
Savala ficou loira para nova fase de Mirtes. Foto – divulgação.
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