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#beatrice diane lemmon
greggmaximilian · 3 years
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               │❖ 28.𝟶𝟻.𝟸𝟶𝟸𝟷                    │❖ ᴀᴘᴘᴀʀᴛᴀᴍᴇɴᴛᴏ ᴅɪ Bᴇᴀᴛʀɪᴄᴇ.                │❖ #Ravenfirerpg Una donna come Beatrice, era capace di poter sorprendere con diverse sfaccettature, e quella di essere una degna padrona di casa in grado di saper cucinare, era quella tra le sfaccettature che stupiva le persone che avevano il piacere di mettere piede nella dimora della Lemmon. Poche erano quelle persone, e non per tutte lei era solita cucinare, ma in quel caso l'aveva fatto, perchè mettere a proprio agio gli altri della quale provava un sentimento di stima o di affetto, era la base di ogni legame, ed ecco perchè aveva deciso di offrirsi al posto di uno degli ottimi ristoranti della città, per intrattenersi in compagnia di Maximilian. Si era proposta di conoscerlo al di fuori dell'area lavorativa e di quello che ne comportava, perchè vi era qualcosa nell'inglese che toccava le corde dell'interesse più recondito della Lemmon, ed era intenzionata a scoprire quanto l'uomo potesse essere interessato a seguire le orme dell'oscurità latente che albergava in ogni essere umano. La cena era stata un successo su ogni fronte, dal momento che la conversazione non aveva ancora toccato davvero a fondo solamente la città di Ravenfire, ma altre argomentazioni un po'più frivole, per non rendere la conversazione stucchevole. Una volta lasciata la sala da pranzo in favore del salotto, Beatrice sfoderò una delle migliori bottiglie di vino che possedeva, a dire il vero era il suo preferito, e lo posò sul tavolino di fronte al divano, con due calici vuoti, e si sedette accanto a Gregg sul divano. « Non è mia intenzione farti ubriacare Maximilian, voglio che tu lo tenga ben a mente. Però, converrai con me, che non si può concludere una cena con qualcosa di degno. » pronunciando quella frase, stappò la bottiglia, riempiendo i due bicchieri per poi porgergliene uno. « Mi sento in vena di onestà questa sera, per cui, potrai domandarmi qualsiasi cosa, ed io ti risponderò, senza alcun gioco di parole. »
Gregg Maximilian R. Holland
Il gioco che s'era instaurato con la donna dai capelli corvini non era affare semplice, soprattutto perché il più delle volte li vedeva coinvolti in qualcosa che l'inglese non sapeva esattamente come definire. Eppure quando ricevette quell'invito, tutto di lui lo aveva spinto a scegliere la camicia migliore, il profumo più intenso che possedesse, solamente per conquistarla. Avevano trascorso buona parte della serata a parlare, mai un momento morto, mai un calo dell'attenzione da parte dell'altro e semplicemente s'erano trovati. Beatrice era l'enigma che chiunque si sarebbe arrovellato per risolvere, ma l'inglese voleva apprezzarla così com'era, con i suoi misteri e la sua sicurezza che poteva essere ingombrante per chi non fosse abituato. Aveva preso posto sul divano, sontuoso ed in pelle, mentre si voltava con una posa elegante in direzione della sua compagna. Accavallò le gambe in una posizione prettamente maschile dopo aver accettato il calice di vino appena riempito. Aveva avvertito il suo del liquido scarlatto diventare quasi un rimbombo in quella tensione che s'era venuta a creare, mentre entrambi alzavano i loro calici. « Credo che tu debba lavorare molto per farmi ubriacare, ma questa sera voglio essere lucidissimo. » Commentò con un leggero tono roco nella voce. Alzò il calice lo portò all'altezza degli occhi prima di fermarsi a parlare nuovamente. « Sai, credo altresì che potremmo cominciare con un brindisi prima di continuare con il gioco della verità. Volendo ti si potrebbe ritorcere contro, anche se, in questo preciso istante, la mia curiosità è a livelli decisamente alti... Brindiamo alle cene che non sanno ove ci porteranno, alle sensazioni che non conosciamo, e ai brividi che indirizzato in un'unica strada. »
Beatrice Diane Lemmon
Quel gioco che era partito involontariamente quella sera, non era stato vittima di un macchinamento della Lemmon, bensì era accaduto per caso, semplicemente perchè non sempre le persone erano in grado di stupire Beatrice, ma lui ci era riuscito. Era parecchio curiosa sul suo conto, sul poter scavare oltre a ciò che lui rivelava, oltre totale umanità che traspariva. Se lei avesse dovuto scoperchiare il vaso di Pandora che la riguardava, sicuramente l'avrebbero sbattuta e mandata davanti al Consiglio, o molto peggio, ma era questa la fortuna di una donna come lei : non si sarebbe mai esposta così tanto. Attese le sue parole prima di sorseggiare il vino, ma quando lo sentì parlare, Beatrice si illuminò, come se le avesse offerto qualcosa di estremamente prezioso su un piatto d'argento. La psicologa osservò il proprio ospite, lasciandosi andare ad un sorriso particolarmente tranquillo e sereno, per poi accavallare le gambe e sistemarsi meglio sul divano, voltandosi completamente nella direzione di Maximillian. « Un gioco sulla verità che potrebbe ritorcermisi contro? Addirittura? Sei più avido di verità o di curiosità, Maximillian? Però, brindiamo all'ignoto, o ai reconditi desideri. » Fece tintinnare il bicchiere contro il suo, per poi prendere una generosa sorsata di vino, tenendo però il bicchiere ancora in mano senza posarlo, e si allungò sul piccolo tavolino, quanto le bastò per arrivare al portafrutta, e prendere un grappolo d'uva. « Quanto sono alti questi livelli di curiosità? Perchè posso ammettere, di essere particolarmente curiosa anch'io. Ma forse, sono semplicemente avida di molte cose, in generale, ed in ogni contesto. » Pronunciò l'ultima parte della frase, portandosi il grappolo d'uva che teneva in mano, alle labbra, staccando un acino con i denti, mentre il proprio sguardo era totalmente concentrato su Maximillian.
Gregg Maximilian R. Holland
Una sensazione di eccitazione sembrava permeare quella stanza che ospitava i due psicologi intenti a chiaccherare. Ma non si trattava di una semplice chiaccherata tra amici o vecchi conoscenti, assolutamente no, era qualcosa di ben più intenso a cui l'uomo di certo non era preparato. Aveva sempre giocato con la seduzione, quante erano state le donne che erano cadute ai suoi piedi grazie al suo fascino, ma quello con Beatrice era qualcosa di molto più articolato. Era nato per caso, nulla di studiato, e quella sera poteva finire in un unico solo modo e loro entrambi lo sapevano. Seduto accanto alla Lemmon, Gregg aveva fatto tintinnare il proprio bicchiere contro quello della donna prima di portarlo alle labbra per berne un lungo sorso. Era voltato completamente nella di lei direzione, con le gambe appena accavallate e il braccio che costeggiava lo schienale del divano. La osservava, la studiava, era femminilità allo stato puro, e quando s'avvicinò per prendere un grappolo d'uva, l'inglese si ritrovò a deglutire prima di mostrare un sorriso sornione. « Tanto avido da non aver pace fino a quando non ho avuto ciò che voglio. E' sufficiente come risposta? » Commentò con un timbro di voce più basso rispetto al solito. Allungò poi una mano al grappolo d'uva per staccarne un acino e portarlo alle labbra della donna. Erano occhi negli occhi e quel gioco si stava ritorcendo contro ognuno di loro. « Dimostramelo allora quando sei avida. Mostrami se i tuoi livelli sono come i miei, e in quel caso dovremo porvi rimedio... »
Beatrice Diane Lemmon
Era da sempre lei, quella che prendeva il sopravvento ed il comando nelle situazioni, ma in quel caso, non aveva bisogno di ottenere la supremazia estrema, si stava comportando come meglio credeva senza forzare nulla. Quello che si era creato accidentalmente tra di loro, era qualcosa che difficilmente si poteva contenere o prevedere, e Beatrice era pronta per sferrare il proprio attacco, nemmeno fosse una predatrice di fronte alla propria preda impaurita, anche se a dirla tutta Maximilian non era di certo una preda per lei. Si lasciò divertire dalle sue parole, incuriosendosi particolarmene, ma già aveva una vaga, anzi, limpidissima idea di come sarebbe proseguita la serata. « Parole forti, devo dire. Ma sentiamo -- cosa vuoi Maximilian? » Avrebbe potuto prendere l'iniziativa, certo, ma in quell'occasione cacciare non era necessario, aveva bisogno di comportarsi in modo tranquillo e limpido, senza cercare di prevaricare nessuno. Non ci impiegò poi molto ad assecondare il suo volere, addentando l'acino d'uva che le veniva offerto con le labbra, per poi morderlo piano, in modo che il succo dell'uva le colasse sulle labbra lentamente. Prese la mano con la quale lui le aveva offerto l'acino, ed usò il suo pollice per pulire dalle proprie labbra le tracce del succo dell'acino, per poi prendere il pollice tra le labbra, e levare ogni traccia anche da esso. Infine, con uno sguardo che poteva valere una sola risposta, Beatrice sorrise.
Gregg Maximilian R. Holland
Le dita dell'uomo non fecero altro che assecondare i movimenti di Berenice, la quale prese tra le sue labbra l'acino che lui stesso le stava porgendo. Stavano entrambi correndo sul filo del rasoio, vagliando ipotesi che mai prima d'ora avrebbero preso in considerazione, eppure andava bene così. Eccome se andava bene. Gregg entrò in contatto con le labbra attraverso quel semplice movimento che mise in atto la donna, la lasciò fare mentre usava le di lui dita per pulire le proprie labbra ma fu quando osservò il proprio pollice tra le sue labbra che l'Holland gemette. Si sentì perso, vittima e carnefice al tempo stesso. Deglutì vistosamente in quel momento, osservò il sorriso formarsi in modo del tutto naturale sul volto della donna, e voce roca confermò il suo pensiero. « Voglio tutto... Uhm, fallo ancora. » Era una richiesta travestita da ordine ma entrambi sapevano che nessuno dei due avrebbe ceduto il potere così facilmente. Con un leggero movimento, egli s'avvicinò maggiormente, lasciò andare il proprio pollice dalle labbra di Beatrice con uno schiocco prima di girarle il volto nella propria direzione. Accarezzò la di lei guancia, intrecciò le dita a piccole ciocche di capelli prima di baciarla in modo determinato, in un bacio che non lasciava alcuna via di scampo.
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andreasfamehall · 2 years
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¡LAS 10 MEJORES PELÍCULAS DE LA HISTORIA! (según usuarios de IMDb)
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10 - El señor de los anillos: La comunidad del anillo (2001)
Director: Peter Jackson.
Reparto: Elijah Wood, Viggo Mortensen, Sean Astin, Orlando Bloom, Ian McKellen, Billy Boyd, Dominic Monaghan, Sean Bean, Cate Blanchett, Liv Tyler, Andy Serkis & Hugo Weaving.
9- El bueno, el feo y el malo (1966)
Director: Sergio Leone.
Reparto: Clint Eastwood, Eli Wallach, Lee Van Cleef, Rada Rassimov, Aldo Giuffrè, Mario Brega, Luigi Pistilli, Antonio Casale, John Bartha, Antonio Casas, Al Mulock & Aldo Sambrell.
8- Pulp Fiction (1994)
Director: Quentin Tarantino.
Reparto: Quentin Tarantino, John Travolta, Samuel L. Jackson, Uma Thurman, Bruce Willis, Tim Roth, Harvey Keitel, Amanda Plummer, Christopher Walken, Eric Stoltz, Ving Rhames & Maria de Medeiros.
7- El señor de los anillos: El retorno del rey (2003)
Director: Peter Jackson.
Reparto: Elijah Wood, Viggo Mortensen, Andy Serkis, Ian McKellen, Sean Astin, Karl Urban, Orlando Bloom, Liv Tyler, Miranda Otto, John Noble, Cate Blanchett & John Rhys-Davies.
6- La lista de Schindler (1993)
Director: Steven Spielberg.
Reparto: Liam Neeson, Ralph Fiennes, Ben Kingsley, Embeth Davidtz, Emilie Schindler, Caroline Goodall, Jonathan Sagall, Oliwia Dabrowska, Beatrice Macola, Anna Mucha, Mark Ivanir & Malgorzata Gebel.
5- 12 hombres sin piedad (1957)
Director: Sidney Lumet.
Reparto: Henry Fonda, Lee J. Cobb, Ed Begley, Joseph Sweeney, Jack Kiugman, Martin Balsam, Jack Lemmon, Jack Warden, E. G. Marshall, George C. Scott, John Fiedler & John Savoca.
4- El caballero oscuro (2008)
Director: Christopher Nolan.
Reparto: Chritian Bale, Heath Ledger, Gary Oldman, Michael Caine, Aaron Eckhart, Morgan Freeman, Tom Hardy, Anne Hathaway, Cillian Murphy, Maggie Gyllenhaal, Joseph Gordon-Levitt & Néstor Gastón Carbonell.
3- El padrino. Parte III (1974)
Director: Francis Ford Coppola.
Reparto: Al Pacino, Sofia Coppola, Andy García, Diane Keaton, Talia Shire, Eli Wallach, Bridget Fonda, Robert De Niro, George Hamilton, Joe Mantegna, Franc D'Ambrosio & Marlon Brando.
2- El padrino (1972)
Director: Francis Lord Coppola.
Reparto: Al Pacino, Marlon Brando, Robert De Niro, Diane Keaton, James Caan, Talia Shire, John Cazale, Richard S. Castellano, Al Lettieri, Tere Livrano, Al Martino & Gianni Russo.
1- Cadena Perpetua (1994)
Director: Frank Darabont.
Reparto: Morgan Freeman, Tim Robbins, Bob Gunton, Clancy Brown, William Sadler, Gil Bellows, James Whitmore, Mark Rolston, Alfonso Freeman, Jeffrey DeMunn, Renee Blaine & Neil Giuntoli.
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greggmaximilian · 4 years
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🐍                           ✵ 06/02/2021             ✵ Sugarfactory             ✵#ravenfirerpg             (✦🐍✦) Una serata diversa, se lo meritava dalla solita routine alla quale era abituata, ecco perchè si era lasciata ispirare dal contenuto del proprio armadio, forse osando un po' troppo. Se l'era persino detto ad alta voce quasi, mentre si specchiava all'enorme specchio nella propria stanza, seguendo la linea dello scollo del vestito dello stesso colore della notte senza luna che aveva deciso di indossare; come se poi lo spacco fosse stato così casto e davvero quasi impercettibile. Sorrise però, prendendo il miglior rossetto scarlatto che possedeva, passandoselo lungo le labbra con estrema lentezza, in modo da non sbavarlo e riempire attentamente la forma delle labbra. Si specchiò ancora ad opera compiuta, trovandosi come al solito 𝑖𝑚𝑝𝑒𝑐𝑐𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒, e come ultimo gesto prima di andarsene, prese il choker dorato da abbinare alle scarpe, ed uscì di casa, salendo sulla propria berlina scura, per raggiungere il Circle Eight. Non appena raggiunta la festa, l'umore della Lemmon virò drasticamente nel divertito, vedendo il sovraffollamento di persone pronte a tutto pur di accaparrarsi un appuntamento successivo alla serata, e nelle ipotesi peggiori, - per i più convinti e audaci - una continuazione della serata a casa di qualcuno. Per quanto si stesse realmente divertendo all'idea di vedere i poveri umani stolti che avrebbero fatto la fila e sbavato troppo sulle donne, Beatrice negò qualsiasi approccio a tre ragazzi, uno dopo l'altro, rispondendo secca e priva di possibilità di accedere a delle spiegazioni più profonde, sbuffando sonoramente in direzione dell'ennesimo ragazzo che si stava avvicinando a lei, fermandolo con un gesto della mano alzata, quasi gli intimasse lo stop. Improvvisamente annoiata, si destreggiò tra la calca delle persone, ignorando gli sguardi degli uomini e delle donne mentre camminava tra di loro, ma quando incrociò da lontano una figura a lei famigliare, sorrise divertita : ora la serata si stava facendo molto più 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑒𝑠𝑠𝑎𝑛𝑡𝑒. Passò accanto alla figura da lei conosciuta anche troppo bene, e con un tocco delle proprie gelide mani, - probabilmente giustificabili in quel frangente per la festa all'aperto e non propriamente in un luogo chiuso da mura, e non per la propria razza -, fece in modo di far capire all'uomo che non fosse solo. Non appena lui si voltò, Beatrice sorrise, scostandosi una ciocca di capelli, facendoli poi ricadere di lato, avvicinandosi al volto di Gregg, sfiorandogli la guancia con le labbra, sapendo ovviamente che non gli avrebbe lasciato alcun segno con il rossetto. « Finalmente qualcuno che potrà dare una svolta alla mia serata. Ciao Gregg, è un piacere immenso vederti. »
Gregg Maximilian R. Holland
Stelle incastonate nell'oscurità del cielo erano spettatrici di quella serata che aveva visto il professore mostrare un lato che difficilmente avrebbe mostrato volontariamente. Aveva scelto un abito elegante, un completo scuro che faceva risaltare i di lui occhi cerulei, ma che aveva un che di strutturato lasciando la camicia parzialmente aperta e soprattutto senza cravatta. Appariva elegante, certo, ma anche con una nota alternativa che in qualche modo non stonava, anzi. Aveva da sempre preferito altri tipi di serate, non andava in discoteca da fin troppi anni, e il suo modo di divertirsi verteva su attività decisamente diverse. Era incuriosito dalle persone presenti alla festa, con i loro vestiti succinti davano libero sfogo ad istinti altrimenti repressi, e il gazebo che avevano allestito sembrava essere quello di un film cinematografico. Affascinato, Gregg osservava lo spettacolo delle spogliarelliste che avrebbero dato decisamente del filo da torcere a Demi Moore in Stripease. Movenze sempre più spinte acchiappavano gli occhi del genere maschile che sembrava aver tutto l'interesse a rimanere lì. In fondo, era quello il motivo per cui tutti si trovavano in quel luogo, no? Portò alle labbra un calice di champagne, rigorosamente freddo come il ghiaccio, mentre un profumo speziato ma estremamente femminile fece capolino accanto a sé. Permise alla donna di avvicinarsi, di dargli quel bacio così estremamente casto per lui prima di voltarsi per apprezzare la vista della donna. Una bellezza non convenzionale era quella che impreziosiva la figura di Beatrice che, nel suo abito nero, appariva come la regina della notte. « Diane Lemmon... Che piacevole ed inaspettata sorpresa. » Commentò portando una mano ad accompagnare il corpo della donna per salutarla. Tris, come era solta farsi chiamare, aveva sempre stuzzicato la curiosità dell'inglese, il quale, tuttavia, sentiva sempre un certo timore quando si trovava in sua compagnia. Non sapeva a che cosa fosse dovuta quella sensazione di gelo che sembrava permeare l'aria attorno a sé, ma di certo, in quel momento, non ci badò. « Non dirmi che una bella donna come te si sta annoiando, mi sembra di capire che sei nel tuo ambiente... Eleganza e al contempo provocazione. »
Beatrice Diana Lemmon
Immaginava la reazione delle persone quando si trovavano a confrontarsi con lei, molti spesso venivano intimiditi da lei, forse dal suo modo di porsi, o dagli occhi ereditati dalla madre, freddi e grigi come la nebbia e la tempesta. Lei però non era proprio il demonio che la gente si aspettava che fosse, anzi, tutt'altro : sapeva essere il demonio che meritava di essere, quando si trattava di /nutrire/ la propria anima, placare la propria sete. In quel caso, poteva essere il rigoroso incubo del prossimo. Ma in quella serata, dal tema così frivolo e della leggerezza, lei cercava se non altro, di provare ad attenersi al tema della serata. Che però stesse andando a scatafascio e si stesse annoiando, quelle era un altro paio di maniche. Conosceva bene gli uomini, sapeva quanto potessero essere frivoli e superficiali, e quella sera ne aveva visti così tanti di appartenenti a tale categoria, che ovunque si girasse, li vedeva spendere come se avessero dei riflettori puntati addosso. Il fatto che però, avesse trovato qualcuno che lei già conoscesse, e che per qualche motivo che la dood non avesse ancora identificato, fosse interessante con cui conversare, era un punto in avanti. Sorrise senza mostrare alcun segno di imbarazzo o di dissenso nel sentirsi chiamare Diane, visto che quel privilegio, era davvero concesso a molto pochi. Vi erano delle persone che avevano l'onore di chiamarla Tris, e ancora meno persone, potevano chiamarla Diane, con il nome della madre. A Gregg era concesso, perchè l'uomo poteva essere ritenuto al proprio livello, qualcuno con cui potersi intrattenere mentalmente, senza aver bisogno di abbassarsi al livello della gente comune, lui infondo, proveniva dall'ambito accademico, identico a quello di Beatrice. Però, ciò che rispettivamente sapevano del loro privato, almeno per quanto la riguardava, non era che altri la punta dell'iceberg. « Maximilian Holland, l'uomo più interessante incontrato stasera. Mi sto annoiando? Si vede così tanto? In effetti è vero, sono leggermente stanca di rimbalzare i poveri malcapitati che mi si avvicinano questa sera. E' sempre così in auge l'oggettivizzazione della donna? Che se è attraente è obbligata ad accettare le lusinghe di chiunque? Siamo ancora nel Medioevo per caso? » per qualche istante, il tono di voce di Beatrice si indurì di proposito, trascendendo quasi nel disprezzo, per poi stemperare tutto, scostandosi i capelli da un lato del collo per poi sorridere. « Ti dispiacerebbe tenermi compagnia ed essere il mio accompagnatore, fin tanto che io non decida di andarmene? Preferirei passare il resto del tempo che mi resta a questa festa, con qualcuno che stuzzichi la mia mente e la mia vista. »
Gregg Maximilian R. Holland
Era curioso come l'eleganza di determinate persone non provenisse dai vestiti che indossavano, dai quegli abiti costosi che non erano altro che un involucro di qualcosa di più profondo. L'eleganza a cui alludeva l'Holland era da ricercarsi in qualcosa di profondo, non visibile agli occhi e che esercitava un fascino tutto suo. Tante erano le donne con cui aveva avuto a che fare e con cui tuttora aveva a che fare, ma solamente poche potevano spiccare ai di lui occhi. Queste potevano contarsi sulle dita di una mano, ma di certo era la donna dalla pelle d'alabastro a spiccare. In quell'abito che avrebbe fatto girare la testa a qualunque persona presente, di genere maschile o femminile, Diane era una donna che esercitava il suo magnetismo con una sicurezza quasi ostentata, uno sguardo che non aveva paura di distogliere ed una verve difficile da controbattere. « Beh, come puoi biasimarli. » Commentò con un accenno di sorriso, che cominciò a sorgere sul volto coperto da un leggero strato di barba. Era una minuscola fossetta quella che si era creata sul di lui viso, mostrando così l'espressione che assomigliava sempre più ad un ghigno. « Sei bellissima con quest'abito, e i complimenti e le lusinghe sono d'obbligo. Sai, molti uomini credono ancora di essere essenziali nella vita di una donna, credono che debbano e che siano fondamentali affinché siano complete, ma non esiste cosa più sbagliata. Siamo noi ad essere una concessione nella vostra vita. Non credi? E sì, mi farebbe uno straordinario onore farti compagnia, mia cara... Ma ora chi è che fa le lusinghe? »
Beatrice Diana Lemmon
Gli esseri della sua razza era subdoli per natura, ma lei forse lo era anche per divertimento, su questo poteva giocarci sicuramente una scommessa. Essere furbi però, era un surplus, qualcosa che non a tutti riusciva nel modo corretto, e a Beatrice, essere furba, riusciva molto bene, sia sul lavoro che nella vita privata. In una serata come quella però, Beatrice aveva semplicemente abbandonato ogni formalità dovuta alla deviazione professionale, cercando di comportarsi come una donna comune, anche se di comune lei aveva ben poco, se non quasi nulla. Una bella vista poteva solleticare gli interessi e gli animi di qualcuno, seppur per poco, mentre una buona mente, era in grado di solleticare curiosità ben più radicate e profonde, ed in quel momento la Lemmon, era spinta da entrambe. La bellezza apriva moltissime strade a uomini e donne, su questo non aveva alcun dubbio, ma spingere due persone profondamente legate alla psiche della mente, ad accettare di partecipare ad un /esperimento/ sociale, era tutt'altra cosa. Richiamò l'attenzione del barista, con l'intento di ottenere un nuovo bicchiere di champagne o di qualsiasi altra cosa avesse un sapore degno, non quegli intrugli colorati che la disturbavano solamente alla vista, e successivamente si sistemò meglio sullo sgabello, accavallando le gambe, spostando il corpo quello che le bastava per rivolgere ogni attenzione al proprio interlocutore. « Trovo banali i complimenti se fatti da uomini privi di un cervello e dettati solo dalla parte che loro credono essere la migliore, magari invece è decisamente quella più mediocre. Non fraintendermi : non sto denigrando tutto il genere maschile, purtroppo sto denigrando solo buona parte di quelli presenti qui questa sera. » Lei in realtà, trovava sempre un modo per screditare chiunque, facendo sempre in modo che il diretto interessato non se ne accorgesse, come quando rimbalzava gli inviti a cena di altri colleghi o conoscenti del gemello. 𝑃𝑙𝑒𝑏𝑒𝑖, com'era solita rivolgersi mentalmente a loro. Ottime generose donazioni per il proprio lato irrazionale e razziale. « Più che lusinghe, le definirei ovvietà, non sei d'accordo con me? Anche se mi incuriosisce il motivo perchè una mente come la tua, abbia accettato di venire in questo luogo. Curiosità? Studi personali? Se te lo stessi chiedendo, sì, sono le mie risposte quelle che ti ho appena posto come domanda. »
Gregg Maximilian R. Holland
La brezza leggera che rasserenava la sera era semplicemente perfetta in quella parte dell'anno. Le temperature più fredde sembravano essere un ricordo, e tutto sommato, nonostante si trovassero sotto un gazebo, vi erano più persone di quante non credesse. Qualche persona che beveva il proprio drink in compagnia di un altro, i sorrisi di ammiccamento che gli uni riservavano agli altri e perfino qualcuno che si spingeva a ballare guidato dalla musica che proveniva, eppure era tutto il contesto ad essere bizzarro. Bizzarro agli occhi del professore ovviamente. Aveva accettato quell'invito spinto dalla curiosità, alla ricerca di comprensione di quella Ravenfire che ancora conosceva, nonostante fossero trascorsi anni dal suo trasferimento. Un tale party non si sarebbe mai tenuto in quel di Londra, avrebbero dato precedenza alla raffinatezza, all'eleganza, e all'apparenza che probabilmente nascondeva sotterfugi perfino più bui. In quel momento, invece, Gregg osservava come il bisogno di affermazione di un sesso piuttosto che dell'altro fosse alla base di ogni scambio. Fu breve l'occhiata che diede alla donna, nonché amica e collega. Un'occhiata che rappresentava ciò che a parole forse non era nemmeno stato detto. « Il complimento di per sé è il primo approccio che fanno, sperano di risultare accattivanti, di fare breccia nel prossimo con qualche frase da due soldi o con una semplice occhiata. Il fatto è che non avviene solamente per il genere maschile, ma anche per quello femminile. Guardati attorno... Cercano approvazione. » Il debole sorriso che era comparso sulle labbra dell'inglese divenne più ampio questa volta prima di fare un semplice cenno della mano al barista. Aveva probabilmente bisogno di qualcosa di più forte del semplice champagne, qualcosa che sicuramente lo avrebbe fatto tenere sulle spine come la sua interlocutrice. « Decisamente curiosità, ma non solo nei confronti di quei comportamenti umani che paiono fuori dall'ordinario, ma anche la curiosità per la città stessa. Non è molto tempo che mi sono trasferito in città, almeno un paio d'anni è vero, ma c'è sempre qualcosa che mi sfugge. Potrei perfino tenere una lezione in classe su una serata come questa, e tu ne saresti protagonista. »
Beatrice Diana Lemmon
Cercare di primeggiare era qualcosa che le persone facevano a prescindere, cercavano sempre di sopraelevarsi rispetto agli altri, per diversi motivi : chi cercava la supremazia sulla bellezza rispetto agli altri, chi sull'intelletto, o chi su molte altre doti. Quella però che primeggiava su tutte in quella serata, era senz'altro la bellezza e il voler ostentare qualcosa che forse non si possedeva. Gregg aveva ragione : tutti stavano cercando approvazione dagli altri, perchè forse consapevoli di non avere sempre a disposizione serate del genere, dove poter combinare qualcosa a colpo sicuro. Beatrice osservava sempre, in silenzio, in religioso silenzio, mentre le persone le stavano attorno, e quella sera era forse più critica del solito : donne che volevano essere guardate ed ammirate, mentre uomini che cercavano lo sguardo di quelle stesse donne che volevano essere guardate da loro. In poche parole : un circolo vizioso. « C'è poi poco da approvare questa sera, a parte il pudore che a molti manca. Ma chi son io per giudicare gli altri, se non un'umile psicologa annoiata dai comportamenti banali ed altrui?! » Lei si annoiava spesso, specialmente quando si trattava di aver già compreso abbondantemente come andava la serata, e lei, per quella sera, aveva compreso fin troppo. Ma poteva dire di aver trovato un buon deterrente per rimanere ancora un po'fuori casa, senza dover rientrare in tutta fretta per fare compagnia ad Argo, ammesso che lui volesse compagnia da lei. Si incuriosì alle sue ultime parole riguardo alla lezione che avrebbe potuto dare, e lei richiamò il cameriere, ordinando del whisky, con tutta l'intenzione di abbandonare lo champagne, quasi scadente. « Sono molto curiosa di assistere ad una lezione universitaria. L'ultima volta che l'ho fatto, ero dalla parte opposto della lezione. Forse non avrei la pazienza per insegnare agli altri. » quando il cameriere interruppe entrambi per portare il whisky, Beatrice lo ringraziò con un sorrismo smagliate e sornione, con tanto di occhiolino, per poi porgere il bicchiere al proprio interlocutore. « Una lezione --- su di me? Credi ci sia così tanto da dire su di me? Ravenfire è pittoresca. Attraente e pittoresca. »
Gregg Maximilian R. Holland
Era interessante poter scambiare qualche parola con l'amica nonché collega, la quale appariva sempre più nel suo ambiente. Non si trattava solamente di un esperimento il cui fine era quello di vedere come soggetti diversi, in qualche modo, agissero ognuno spinto dal proprio bisogno, ma si trattava anche del fatto la ricerca di approvazione era ovunque. E non era questo forse uno dei cardini dei più insicuri? Si limitò così a ridacchiare l'uomo, un sorso di quel liquido ambrato che scivolò velocemente lungo la gola, ed uno sguardo che tradiva tutta la curiosità che riversava nei confronti di quella città e nei loro cittadini. « Direi anche piuttosto misteriosa, non trovi? » Domandò con quella punta di retoricità che l'aveva sempre contraddistinto. S'era trasferito a Ravenfire anni prima, spinto da una curiosità che l'aveva condotto non poche volte verso vicoli ciechi, eppure prima o poi avrebbe trovato qualcosa, no? Un ghigno aleggiò così sulle di lui labbra prima riflettere esattamente su come sarebbe potuta avvenire questa fantomatica lezione sull'amica. « Insegnare agli altri significa anche mettere a fattor comune sensazioni e momenti che una persona affronta, ma non è solamente questo. L'insegnamento è più una vocazione, e di certo è lo stimolo alla scoperta che spinge chi spiega a rendere tutto accattivante. Ravenfire è misteriosa quanto lo sei tu, mia cara Diane, inavvicinabile per alcuni aspetti e tremendamente sinistra in talune occasioni. » Si limitò così a rispondere all'amica prima di continuare quel discorso lasciando che fossero le loro comuni idee a dare la gusta direzione alla conversazione, trascorrendo così una serata decisamente diversa dal solito.
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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greggmaximilian · 3 years
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         ᴇxᴛʀᴀᴄᴛ  ⋰  📖🌙    ━━  gregg maximilian + beatrice ━━     ravenfire, virginia ↻ 06.02.2021
Stelle incastonate nell'oscurità del cielo erano spettatrici di quella serata che aveva visto il professore mostrare un lato che difficilmente avrebbe mostrato volontariamente. Aveva scelto un abito elegante, un completo scuro che faceva risaltare i di lui occhi cerulei, ma che aveva un che di strutturato lasciando la camicia parzialmente aperta e soprattutto senza cravatta. Appariva elegante, certo, ma anche con una nota alternativa che in qualche modo non stonava, anzi. Aveva da sempre preferito altri tipi di serate, non andava in discoteca da fin troppi anni, e il suo modo di divertirsi verteva su attività decisamente diverse. Era incuriosito dalle persone presenti alla festa, con i loro vestiti succinti davano libero sfogo ad istinti altrimenti repressi, e il gazebo che avevano allestito sembrava essere quello di un film cinematografico. Affascinato, Gregg osservava lo spettacolo delle spogliarelliste che avrebbero dato decisamente del filo da torcere a Demi Moore in Stripease. Movenze sempre più spinte acchiappavano gli occhi del genere maschile che sembrava aver tutto l'interesse a rimanere lì. In fondo, era quello il motivo per cui tutti si trovavano in quel luogo, no? Portò alle labbra un calice di champagne, rigorosamente freddo come il ghiaccio, mentre un profumo speziato ma estremamente femminile fece capolino accanto a sé. Permise alla donna di avvicinarsi, di dargli quel bacio così estremamente casto per lui prima di voltarsi per apprezzare la vista della donna. Una bellezza non convenzionale era quella che impreziosiva la figura di Beatrice che, nel suo abito nero, appariva come la regina della notte.
« Diane Lemmon... Che piacevole ed inaspettata sorpresa. »
Commentò portando una mano ad accompagnare il corpo della donna per salutarla. Tris, come era solta farsi chiamare, aveva sempre stuzzicato la curiosità dell'inglese, il quale, tuttavia, sentiva sempre un certo timore quando si trovava in sua compagnia. Non sapeva a che cosa fosse dovuta quella sensazione di gelo che sembrava permeare l'aria attorno a sé, ma di certo, in quel momento, non ci badò.
« Non dirmi che una bella donna come te si sta annoiando, mi sembra di capire che sei nel tuo ambiente... Eleganza e al contempo provocazione. »
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