persa-tra-i-miei-pensieri · 2 years ago
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"La Setta degli Elementi"
Il calderone celtico
Cernunnos
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Il calderone celtico può essere considerato come il perno attorno cui gira l’apparato simbolico della mitologia celtica.
Il calderone è lo strumento per eccellenza dell’arte magica.
Al suo interno si producono i sortilegi che hanno il potere di trasformare la realtà.
Viene considerato una fusione dei quattro elementi di Acqua, Fuoco, Aria e Terra.
I Celti ne facevano il protagonista dei rituali, tipicamente celebrati in occasione dei solstizi ed equinozi. La finalità era raccogliere offerte, petizioni, simboli, e bruciare in esso tutto ciò che si voleva allontanare dalla vita terrena.
Secondo la tradizione, il calderone è fatto di ferro e si appoggia su tre piedi. Il primo simbolo che troviamo sta proprio nella sua stessa conformazione. Si tratta, infatti, di un’allegoria della trinità della Grande Dea.
- La Giovane, vergine e pura, è simbolo del nuovo inizio.
- La Madre, fertile e feconda, rappresenta la vita nel suo pieno sviluppo.
- La Vecchia è simbolo di saggezza, delle esperienze e conoscenze accumulate durante l’esistenza che sta per giungere al termine.
Si tratta, quindi, di una rappresentazione ciclica dei tre passaggi di nascita, vita e morte.
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Cuore dell’alchimia, il calderone celtico simboleggia innanzitutto i momenti di grande passaggio.
Rinnovamento, cambiamento, resurrezione, consacrazione, sono tutti fenomeni e processi che hanno piena attinenza con le trasmutazioni realizzate in questo magico recipiente.
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Nelle leggende e storie popolari ed epiche, il calderone apporta benessere al suo proprietario.
La condizione necessaria, però, è che sia puro di cuore. Senza questa purezza, difatti, la magia del calderone non si può attivare e qualsiasi tentativo sarà vano.
Per chi sa usarne la magia in modo positivo, il calderone assurge a simbolo di abbondanza. Può dare cibo, ricchezza e anche restituire la vita.
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Un gran numero di calderoni celtici sono stati trovati sui fondali dei laghi del nord.
Una coincidenza, o forse no, vista la profonda connessione del calderone con l’elemento Acqua.
In occasione dei sacrifici, infatti, questo oggetto dalle valenze magiche veniva gettato in un lago.
Il significato era simbolico: augurare un nuovo inizio e quale luogo migliore se non nell’acqua fonte di vita e inizio di tutte le cose.
Quest’immagine era così importante per i Celti che gli stessi mari e oceani erano considerati come enormi calderoni.
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Cernunnos è il dio della natura, signore degli animali, della caccia, degli alberi e della fertilità.
Le prime rappresentazioni conosciute di Cernunnos furono rinvenute nella Val Camonica, nel nord Italia, ma le scene più famose raffiguranti Cernunnos, circondato da vari animali, si trovano sul Calderone di Gundestrup
Le incisioni italiane rinvenute in Val Camonica mostrano una figura umana con corna di cervo, che reca in una mano qualcosa di molto simile a un torques, gioiello simbolo di nobiltà fra i Celti, e nell’altra un serpente ritenuto simbolo di rinnovamento e di rigenerazione.
Cernunnos è considerato come un tutt'uno con le pietre, le piante, gli animali, gli esseri umani, con le gerarchie angeliche e il ciclo delle stagioni, nonché, colui che favorisce la comunicazione con ogni spirito della natura.
Viene raffigurato in forma maschile, metà uomo, metà cervo, con una folta barba e corna di cervo alle quali vengono attribuiti poteri quali la rigenerazione delle foreste.
Solitamente viene rappresentato seduto su di un tronco d'albero o in mezzo all'erba, con le gambe incrociate.
Un altro nome ad egli associato è "il Dio verde" o Pan.
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allmadamevrath-blog · 6 years ago
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Dizionario dell'esoterismo. Storia, simbologia, allegoria. Graal
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Dizionario dell'esoterismo. Storia, simbologia, allegoria
Graal
Il Graal rappresenta una coppa, quella in cui Gesù avrebbe versato il vino durante l'Ultima Cena, ma anche la coppa in cui sarebbe colato il sangue dalle ferite aperte del suo corpo crocifisso dalla lancia del centurione Longino. Giuseppe di Arimatea, dopo aver ricevuto dalle mani di Ponzio Pilato quella coppa, l'avrebbe portata, secondo tradizioni diverse in Terra Santa, a Roma, in Gran Bretagna e in un luogo comunque dove essa avrebbe compiuto dei miracoli. Si tratta dell'adattamento cristiano di un simbolo che, in versioni sensibilmente affini, esiste anche in altre tradizioni. La forma specifica del recipiente ricorda il calderone celtico di Dagda, il dio dei Druidi. La sua funzione, quella di conferire agli eroi dei romanzi della Tavola Rotonda l'illuminazione e la salute spirituale, ricorda le proprietà dei tre calderoni celtici: l'abbondanza simbolica, la resurezione, il sacrificio. La Messa simboleggia la passione sacrificale e la comunione, identificando per la vita eterna il pane e il vino del sacramento eucaristico con il corpo e il sangue di Cristo. Il calice che riceve il vino riceve simbolicamente e simultaneamente il sangue di Cristo: è il Graal. Il Graal è un vaso intagliato nello smeraldo caduto dalla fronte di Lucifero quando fu precipitato nell'inferno dopo la sua ribellione. René Guénon accosta lo smeraldo all'Urna, quella <<perla frontale che nell'iconografia indù tiene spesso il posto del terzo Occhio di Shiva, rappresentando quello he si potrebbe chiamare 'il senso dell'eternità'>>. Il Graal venne dato da Dio ad Adamo, e, dopo la caduta di questi, Seth fu autorizzato a rientrare nel Paradiso per riprendervi il santo oggetto. Per la gnosi siriana ed egiziana Seth è il prototipo dell''allogeno' e del Perfetto. I suoi discendenti sono gli 'pneumatici'. E la relazione Seth-Parsifal è, secondo H. Masson, <<affermata dalla loro comune missione di custodia del Santo Graal>>. Galaad, figlio di Lanncillotto, la cui filiazione da Salomone è in Gautier-Map, è il solo che raggiunge lo scopo. Egli è predestinato, un seggio vuoto lo attende sempre intorno alla Tavola Rotonda, e Dio lo assiste regolarmente durante le sue prove. L'interesse i questte personificazioni del custode del Graal è di mettere in evidenza la permanenzza del simbolo nella storia. Anche se la sua irruzione è di breve durata esso rimane un archetipo. Il Graal è dunque simultaneamente un simbolo della ricerca iniziatica e una struttura occulta della storia. Qui precisamente si giustifica la lettura di R. Guénon che associa il Graal ai simboli del cuore e del centro, e che stabilire a più riprese la relazione tra l'esoterismo del Graal e gli ordini iniziatici che possono riferirvisi, come i Templari, con il simbolismo del Re e del Mondo e del Centro della Terra, l'Agartha. La spirituualità planetaria è così posta sotto la guida di Barhatma, di Mahatma o di Mahanga, cicliamente Re del Mondo. La storia del Graal, la sua comaprsa come la sua assunzione o il suo trasferimento al 'Regno del sacerdote e Giovanni', non sono come l'espressione dei rapporti tra il Centro Supremo del Mondo e i Centri di spiritualità. <<Si tratta di quello stesso ritiro dall'esteriore all'interiore, in funzione dello stato del mondo in una data epoca, o, per esprimersi più esattamente, di quella porzione del mondo che è in rapporto con la forma tradizionale considerata...>>. La ricerca del Graal conduce sempre l'eroe in cotrade in cui avvenimenti imprevedibili e in apparenza secondari lo riportano sempre al crocevia del percorsi, alla questtione del luogo e del senso del Graal. Il centro spirituale, come il luogo teorico dei Romani, inassegnabile oppure presente, corrisponde al concetto siita dell'Imam nascosto. P. Gallois, confrontando il Graal e il castello del re pesactore alla perla e alla conchhiglia dell'ostrica <<nascosta dalle onde del mare>>, ne deduce il carattere unico, raro e nascosto del campo simbolico del Graal, nonché il suo carattere femminile. <<Infine nella Ricerca, il Graal sarebbe diventato il più indigne mediatore tra Dio e l'umanità. E' il solo modo, di conoscenza quasi diretta del mistero divino... Questa funzione mediatore privilegiata è per gli sciiti esclusiva dell'Imam, ed è locale indovinare anche anche 'il campo simbolico' dell'Imam si sovrappone quasi esattamente a quello della Perla (unicità, integralità, spplendore, ricchezza, facoltà divintaorie e taumaturgiche...) fino al carattere femminile, spesso attestato da una maternità spirituale, ma talvolta anche dalla straordinaria bellezza fisica dell'Imam>>. Così il Graal magnetizza il mondo mediante le sue varianti simboliche P. Gallois diceva: <<Non mi accingerei a cercare il Graal nel mondo, perché...esso è dappertutto, vi è sempre stato, e vi sarà sempre, dall'Iran, alla Cina, passando per l'India, dopo i calderoni di risurrezione o di conoscenza e le cappe di sovranità della leggenda celtica, o i calderoni dell'abbondanza dell'Edda, fino alle 'scatole' miracolose che contengono, per gli Kwakiutl, una balena, e per i Tsimshian, il sole>>. La considerazione dei simboli che gli sono generalmente associati (la lancia sanguinante, le rose, il triangolo con la punta verso il basso, il calice di fiori, la rugiada, il vettore...) ne fanno un emblema del sacrificio, del dono del divino, simile all'Agnello e al Verbo. Il Graal, inoltre non è solo un vaso (grasale); è anche un libro (gradale, graduale) una pietra (lapsit excillis), un vaso o un cuore, come testimonia la trascrizione geroglifica del cuore mediante un vaso, e la sostituzione nelle carte da gioco dal cuore alla coppa, nei tarocchi. Attraverso la persona di Gesù Cristo è quindi la scienza del Verbo, quella dei due princìpi, a essere riassunta nel Graal. Nella sua forma sacrificale e nascosta, è il mistero dell'Agnello. Ma il mistero dell'Agnellonon ci appare ancora rivelato né compiuto. Esso rimanda ale visioni profetiche dell'apocalisse: <<Allora ho visto, tra il trono dei quattro Viventi e i Vecchi, un Agnello come sgozzato, con sette corna e sette occhi, che sono le sette chiese di Dio in missione su tutta la terra>>. Queesto regno di sacerdoti, è quello degli iniziati, e non quello della chiesa essoterica. Il simolismo esoterico del Graal prefigura la venuta del Regno. Al tempo stesso, la rivelazione totale del senso del Graal coincide con la venuta nella persona di Melchisedeck, il vecchio la cui visione inaugura esotericamente l'Apocalisse; Melchisedeck è all'incrocio di tutte le iniziazioni. E' il Grande Sacerdote di tutte le tradizioni. E' il re del mondo, il 'Re di Giustizia e di Pace' che deve instaurare il regno di Dio sulla terra. La rivelazione del Graal è la figura politica della scienza del verbo manifestato dall'incarnazione anche di Melchisedeck. E' il sigillo del nostro presente, la chiave ermeneutica del nostro futuro.
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