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#dei celti
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"La Setta degli Elementi"
Festività celtiche
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I Celti hanno un loro calendario delle festività legato alla venerazione degli dei.
Yule : la festa della magnificenza del nuovo Sole e la vittoria sulle tenebre.
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Imbolc : il giorno di Santa Brigitte è la festa del ritorno della luce infatti segna la fine dell'inverno, infatti esso avviene esattamente a metà strada tra il solstizio invernale e l’equinozio primaverile, le giornate ormai sono più lunghe ed il clima più mite.
Inoltre il nome di questa festività è connesso alle pecore.
Considerato un momento di unità familiare, da trascorrere con i propri cari, in questa festa vengono accesi fuochi e candele e preparati e consumati alimenti semplici ma genuini, come burro, latte o pagnotte.
Si tratta di un momento di purificazione, si usava visitare un pozzo sacro, lanciando al suo interno una moneta e facendovi intorno un giro, nello stesso senso in cui il sole compie il suo percorso.
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Ostara : legata alla dea Eostre che risveglia la natura in primavera.
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Beltane : celebrazione dell'inizio dell'estate, in questo giorno si pensava di poter chiedere qualsiasi cosa agli dei come il bel tempo per un buon raccolto.
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Litha (Lammas) : festa che celebra le lodi di Madre Terra e Padre Sole che generosamente offrono al popolo il raccolto.
Il nome della festa significa 'massa di pane'.
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Lughnasadh: significa il raduno del dio Lugh e dà il nome al mese di Agosto.
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Malbon: è la fine del periodo autunnale del raccolto fertile ed è quindi il momento per ringraziare gli dei della loro lealtà, del loro aiuto e dei doni generosi.
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Samhain : l'ultimo canto del periodo del raccolto che chiude la stagione della semina con la raccolta dei frutti e il pascolo del bestiame su rigogliosi prati.
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the---hermit · 2 months
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27|04|2024
Today I decided I didn't want to set an alarm and I am happy I did that, I got a bit more sleep but I still managed to be productive. In the morning I got done more than I had planned, which makes me very happy. I then went to my brother's for lunch and to spend the afternoon together rewatching the hobbit movies. We watched a movie and a half and we'll finish sometime next week. I am really happy about the fact that lately we have been having these movie afternoons because ever since he moved out we have not been spending a lot of time together and I really missed it. I hope we can make this a sort of an habit to spend more time together like we used to when he was still living here.
today's productivity:
read first thing in the morning
Irish review on duolingo
read and annotated the Merchant Of Venice (I finished the third act so next week I will be able to finish my first reread and move on to other tasks like finding articles to help writing my paper)
started looking for a couple of articles for my paper (and I have yet to find out if I can access them with my uni credentials but that is a next week task)
did a quick monthly set up in my bullet journal to write down all the things I have to do next month (I have to get back into using my bullet journal since I have not been using it for a few months now, and I haven't find the perfect system for this period of my life yet)
📖: Miti E Leggende Dei Celti, The Merchant Of Venice
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Ci fu un solo Nazismo, e non possiamo chiamare Nazismo il Falangismo iper-cattolico di Franco, dal momento che il Nazismo è fondamentalmente pagano, politeistico e anti-cristiano, o non è Nazismo. Al contrario, si può giocare al Fascismo in molti modi, e il nome del gioco non cambia. Succede alla nozione di Fascismo quel che, secondo Wittgenstein, accade alla nozione di gioco. Un gioco può essere o non essere competitivo, può interessare una o più persone, può richiedere qualche particolare abilità o nessuna, può mettere in palio del danaro, o no. I giochi sono una serie di attività diverse che mostrano solo una qualche somiglianza di famiglia. (...)
Il Fascismo è diventato un termine che si adatta a tutto perché è possibile eliminare da un regime fascista uno o più aspetti, e lo si potrà sempre riconoscere per fascista.
Togliete al Fascismo l'imperialismo e avrete Franco o Salazar; togliete il colonialismo e avrete il Fascismo balcanico. Aggiungete al Fascismo italiano un anti-capitalismo radicale (che non affascinò mai Mussolini) e avrete Ezra Pound. Aggiungete il culto della mitologia celtica e il misticismo del Graal (completamente estraneo al Fascismo ufficiale) e avrete uno dei più rispettati guru fascisti, Julius Evola. A dispetto di questa confusione, ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare l' Ur-Fascismo, o il Fascismo Eterno. Tali caratteristiche non possono venire irreggimentate in un sistema; molte si contraddicono reciprocamente, e sono tipiche di altre forme di dispotismo o di fanatismo. Ma è sufficiente che una di loro sia presente per far coagulare una nebulosa fascista.
Uno. La prima caratteristica di un Ur-Fascismo è il culto della tradizione. Il tradizionalismo è più vecchio del Fascismo. Non fu solo tipico del pensiero controrivoluzionario cattolico dopo la Rivoluzione francese, ma nacque nella tarda età ellenistica, come una reazione al razionalismo greco classico. Nel bacino del Mediterraneo, i popoli di religioni diverse (tutte accettate con indulgenza dal Pantheon romano) cominciarono a sognare una rivelazione ricevuta all'alba della storia umana. Questa rivelazione era rimasta a lungo nascosta sotto il velo di lingue ormai dimenticate. Era affidata ai geroglifici egiziani, alle rune dei celti, ai testi sacri, ancora sconosciuti, delle religioni asiatiche. Questa nuova cultura doveva essere sincretistica. Sincretismo non è solo, come indicano i dizionari, la combinazione di forme diverse di credenze o pratiche. Una simile combinazione deve tollerare le contraddizioni. Tutti i messaggi originali contengono un germe di saggezza e quando sembrano dire cose diverse o incompatibili è solo perché tutti alludono, allegoricamente, a qualche verità primitiva. Come conseguenza, non ci può essere avanzamento del sapere. La verità è stata già annunciata una volta per tutte e noi possiamo solo continuare a interpretare il suo oscuro messaggio. E' sufficiente guardare il sillabo di ogni movimento fascista per trovare i principali pensatori tradizionalisti. La gnosi nazista si nutriva di elementi tradizionalisti, sincretistici, occulti. La più importante fonte teoretica della nuova destra italiana, Julius Evola, mescolava il Graal con i Protocolli dei Savi di Sion, l'alchimia con il Sacro Romano Impero. Il fatto stesso che per mostrare la sua apertura mentale una parte della destra italiana abbia recentemente ampliato il suo sillabo mettendo insieme De Maistre, Guenon e Gramsci, è una prova lampante di sincretismo. Se curiosate tra gli scaffali che nelle librerie americane portano l'indicazione "New Age", troverete persino Sant'Agostino, il quale, per quanto ne sappia, non era fascista. Ma il fatto stesso di mettere insieme Sant'Agostino e Stonehenge, questo è un sintomo di Ur-Fascismo.
Due. Il tradizionalismo implica il rifiuto del Modernismo. Sia i Fascisti sia i Nazisti adoravano la tecnologia, mentre i pensatori tradizionalisti di solito rifiutano la tecnologia come negazione dei valori spirituali tradizionali. Tuttavia, sebbene il Nazismo fosse fiero dei suoi successi industriali, la sua lode della modernità era solo l'aspetto superficiale di una ideologia basata sul Sangue e la Terra (Blut und Boden). Il rifiuto del mondo moderno era camuffato come condanna del modo di vita capitalistico, ma riguardava principalmente il rigetto dello Spirito del 1789 (o del 1776, ovviamente). L'Illuminismo, l'Età della Ragione, vengono visti come l'inizio della depravazione moderna. In questo senso, l'Ur-Fascismo può venire definito come irrazionalismo.
Tre. L' irrazionalismo dipende anche dal culto dell'azione per l'azione. L'azione è bella di per sé, e dunque deve essere attuata prima di, e senza una qualunque riflessione. Pensare è una forma di evirazione. Perciò, la cultura è sospetta, nella misura in cui viene identificata con atteggiamenti critici. Dalla dichiarazione attribuita a Goebbels ("quando sento parlare di cultura, estraggo la mia pistola") all'uso frequente di espressioni quali porci intellettuali, teste d'uovo, snob radicali, le università sono un covo di comunisti, il sospetto verso il mondo intellettuale è sempre stato un sintomo di Ur-Fascismo. Gli intellettuali fascisti ufficiali erano principalmente impegnati nell'accusare l'intellighenzia liberale di aver abbandonato i valori tradizionali.
Quattro. Nessuna forma di sincretismo può accettare la critica. Lo spirito critico opera distinzioni e distinguere è un segno di modernità. Nella cultura moderna, la comunità scientifica intende il disaccordo come strumento di avanzamento delle conoscenze. Per l'Ur-Fascismo il disaccordo è tradimento.
Cinque. Il disaccordo è inoltre un segno di diversità. L'Ur-Fascismo cresce e cerca il consenso sfruttando ed esacerbando la naturale paura della differenza. Il primo appello di un movimento fascista o prematuramente fascista è contro gli intrusi. L'Ur-Fascismo è dunque razzista per definizione.
Sei. L'Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale. Il che spiega perché una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici è stato l'appello alle classi medie frustrate, a disagio per qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali subalterni. Nel nostro tempo in cui i vecchi "proletari" stanno diventando piccola borghesia (e i Lumpen si autoescludono dalla scena politica), il Fascismo troverà in questa nuova maggioranza il suo uditorio.
Sette. A coloro che sono privi di una qualunque identità sociale, l'Ur-Fascismo dice che il loro unico privilegio è il più comune di tutti, quello di essere nati nello stesso paese. E' questa l'origine del nazionalismo. Inoltre, gli unici che possono fornire una identità alla nazione sono i nemici. Così, alla radice della psicologia Ur-Fascista vi è l'ossessione del complotto, possibilmente internazionale. I seguaci debbono sentirsi assediati. Il modo più facile per far emergere un complotto è quello di fare appello alla xenofobia. Ma il complotto deve venire anche dall'interno: gli ebrei sono di solito l'obiettivo migliore in quanto presentano il vantaggio di essere al tempo stesso dentro e fuori. (...)
Otto. I seguaci debbono sentirsi umiliati dalla ricchezza ostentata e dalla forza dei nemici. Quando ero bambino mi insegnavano che gli inglesi erano 'il popolo dei cinque pasti' : mangiavano più spesso del povero ma sobrio italiano. Gli ebrei sono ricchi e si aiutano l'un l'altro grazie a una rete segreta di mutua assistenza. I seguaci debbono tuttavia essere convinti di poter sconfiggere i nemici. Così, grazie a un continuo spostamento di registro retorico, i nemici sono al tempo stesso troppo forti e troppo deboli. I fascismi sono condannati a perdere le loro guerre, perché sono costituzionalmente incapaci di valutare obiettivamente la forza del nemico.
Nove. Per l'Ur-Fascismo non c'è lotta per la vita, ma piuttosto vita per la lotta. Il pacifismo è allora collusione col nemico; il pacifismo è cattivo perché la vita è una guerra permanente. Questo tuttavia porta con sé un complesso di Armageddon: dal momento che i nemici possono essere sconfitti, ci dovrà essere una battaglia finale, a seguito della quale il movimento avrà il controllo del mondo. Una simile soluzione finale implica una successiva era di pace, un'Età dell'oro che contraddice il principio della guerra permanente.
Nessun leader fascista è mai riuscito a risolvere questa contraddizione.
Dieci. L'elitismo è un aspetto tipico di ogni ideologia reazionaria, in quanto fondamentalmente aristocratico. Nel corso della storia, tutti gli elitismi aristocratici e militaristici hanno implicato il disprezzo per i deboli. L'Ur-Fascismo non può fare a meno di predicare un elitismo popolare. Ogni cittadino appartiene al popolo migliore del mondo, i membri del partito sono i cittadini migliori, ogni cittadino può (o dovrebbe) diventare un membro del partito. Ma non possono esserci patrizi senza plebei. Il leader, che sa bene come il suo potere non sia stato ottenuto per delega, ma conquistato con la forza, sa anche che la sua forza si basa sulla debolezza delle masse, così deboli da aver bisogno e da meritare un Dominatore. Dal momento che il gruppo è organizzato gerarchicamente (secondo un modello militare), ogni leader subordinato disprezza i suoi subalterni, e ognuno di loro disprezza i suoi sottoposti. Tutto ciò rinforza il senso di un elitismo di massa.
Undici. In questa prospettiva, ciascuno è educato per diventare un Eroe. In ogni mitologia l'Eroe è un essere eccezionale, ma nell'ideologia Ur-Fascista l'eroismo è la norma. Questo culto dell'eroismo è strettamente legato al culto della morte: non a caso il motto dei falangisti era viva la muerte (...). L'eroe Ur-Fascista è impaziente di morire. Nella sua impazienza, va detto in nota, gli riesce più di frequente far morire gli altri.
Dodici. Dal momento che sia la guerra permanente sia l'eroismo sono giochi difficili da giocare, l'Ur-Fascista trasferisce la sua volontà di potenza su questioni sessuali. E' questa l'origine del machismo (che implica disdegno per le donne e una condanna intollerante per abitudini sessuali non conformiste, dalla castità all'omosessualità). Dal momento che anche il sesso è un gioco difficile da giocare, l'eroe Ur-Fascista gioca con le armi, che sono il suo Ersaltz fallico: i suoi giochi di guerra sono dovuti a una Invidia Penis permanente.
Tredici. L'Ur-Fascismo si basa su di un populismo qualitativo. In una democrazia i cittadini godono di diritti individuali, ma l'insieme dei cittadini è dotato di un impatto politico solo dal punto di vista quantitativo (si seguono le decisioni della maggioranza). Per l'Ur-Fascismo gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il Popolo è concepito come una qualità, un'entità monolitica che esprime la Volontà Comune. Dal momento che nessuna quantità di esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro interprete. Avendo perduto il loro potere di delega, i cittadini non agiscono, sono solo chiamati, pars pro toto, a giocare il ruolo del Popolo. Il Popolo è così solo una finzione teatrale. Per aver un buon esempio di populismo qualitativo, non abbiamo più bisogno di Piazza Venezia o dello Stadio di Norimberga. Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo Tv o Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può venire presentato e accettato come la Voce del Popolo. A ragione del suo populismo qualitativo, l' Ur-Fascismo deve opporsi ai 'putridi' governi parlamentari. Una delle prime frasi pronunciate da Mussolini nel Parlamento italiano fu: "Avrei potuto trasformare quest'aula sorda e grigia in un bivacco per i miei manipoli". Di fatto, trovò immediatamente un alloggio migliore per i suoi manipoli, ma poco dopo liquidò il Parlamento. Ogni qualvolta un politico getta dubbi sulla legittimità del Parlamento perché non rappresenta più la Voce del Popolo, possiamo sentir l'odore di Ur-Fascismo.
Quattordici. L' Ur-Fascismo parla la Neolingua. La Neolingua venne inventata da Orwell in 1984, come la lingua ufficiale dell' Ingsoc, il Socialismo inglese, ma elementi di Ur-Fascismo sono comuni a forme diverse di dittatura. Tutti i testi scolastici nazisti o fascisti si basavano su di un lessico povero e su una sintassi elementare, al fine di limitare gli strumenti per il ragionamento complesso e critico. Ma dobbiamo essere pronti a identificare altre forme di Nuovalingua, anche quando prendono la forma innocente di un popolare talk-show.
Dopo aver indicato i possibili archetipi dell'Ur-Fascismo, mi sia concesso di concludere. Il mattino del 27 luglio del 1943 mi fu detto che, secondo delle informazioni lette alla radio, il Fascismo era crollato e che Mussolini era stato arrestato. Mia madre mi mandò a comprare il giornale. Andai al chiosco più vicino e vidi che i giornali c'erano, ma i nomi erano diversi. Inoltre dopo una breve occhiata ai titoli, mi resi conto che ogni giornale diceva cose diverse. Ne comperai uno, a caso, e lessi un messaggio stampato in prima pagina, firmato da cinque o sei partiti politici, come Democrazia Cristiana, Partito comunista, Partito socialista, Partito d'Azione, Partito liberale.
Fino a quel momento avevo creduto che vi fosse un solo partito in ogni paese, e che in Italia ci fosse solo il Partito nazionale fascista. Stavo scoprendo che nel mio paese ci potevano essere diversi partiti allo stesso tempo. Non solo: dal momento che ero un ragazzo vispo, mi resi subito conto che era impossibile che tanti partiti fossero sorti da un giorno all'altro.
Capii così che esistevano già come organizzazioni clandestine. Il messaggio celebrava la fine della dittatura e il ritorno della libertà: libertà di parola, di stampa, di associazione politica.
Queste parole, libertà, dittatura - Dio mio - era la prima volta in vita mia che le leggevo. In virtù di queste nuove parole, ero rinato uomo libero occidentale. Dobbiamo stare attenti che il senso di queste parole non si dimentichi ancora. L'Ur-Fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: "Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane". Ahimè, la vita non è così facile.
L'Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l'indice su ognuna delle sue nuove forme - ogni giorno, in ogni parte del mondo. Do la parola a Roosevelt: "Oso dire che se la democrazia americana cessasse di progredire come una forza viva, cercando giorno e notte, con mezzi pacifici, di migliorare le condizioni dei nostri cittadini, la forza del Fascismo crescerà nel nostro paese" (4 novembre 1938).
Libertà e Liberazione sono un compito che non finisce mai.
Che sia questo il nostro motto: non dimenticate."
di UMBERTO ECO, “Il fascismo eterno”
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heresiae · 2 years
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io ho una specie di maledizione: arrivo in un gruppo/scuola/azienda quando questo è sul punto di collassare internamente e cambiare in modo drastico.
è successo con tutte le mie scuole dalle superiori in poi.
ho fatto le superiori con la Gelmini al governo, e qui ho detto tutto.
all'università, nonostante io sia arrivata al secondo anno di vita del corso di laurea, dopo il primo anno hanno cambiato ordinamento, sistema di punteggio e struttura.
alla scuola holden idem dopo il primo anno (ed erano comunque fortemente disorganizzati rispetto agli anni precedenti)
la mia prima azienda? un anno dopo hanno cambiato sede fisica e spinto verso una politica interna di coltellate alle spalle e scaricamento di barile, assumendo persone facilmente manipolabili in quel senso e già use al quel tipo di non collaborazione interna.
l'attuale? due mesi dopo si sono lasciati comprare da un mega gruppo di engineering, cambiando i nostri metodi di lavoro, accettazione progetti, buttandoci prevalentemente sulla PA e accelerando la fuga delle persone.
ultimo, il clan dei celti. due mesi dopo il mio reclutatore ha litigato male col presidente e ha deciso di accelerare le tempistiche di distacco per creare la sua associazione culturale a stampo medievale (che seguirò, perché gli altri non li conosco e non sono simpaticissimi).
a questo punto rimane solo da capire se ho solo la sfiga di arrivare in questi momenti cruciali, o se il mio arrivo è come la venuta dei cavalieri dell'apocalisse (una specie di jessica fletcher dei collassi sociali e strutturali).
forte sono un agente del caos e nessuno me l'ha mai detto.
piuttosto ironico per una persona che il caos lo odia (sebbene non riesca a fare in modo di non viverci dentro)
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lunamagicablu · 1 year
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In quanto pianta sempreverde, i Druidi, sacerdoti celti, consideravano l’abete un simbolo di vita e lo onoravano in varie cerimonie. Anche gli antichi Romani, alle calende di gennaio, primo giorno del mese, erano soliti regalarsi un rametto di una pianta sempreverde come augurio di buona fortuna.I popoli antichi appendevano alle porte e alle finestre rami di piante sempreverdi, come rametti di abete, vischio e agrifoglio (altre famose piante ornamentali natalizie) in quanto erano diffuse le credenze secondo cui queste piante avrebbero tenuto lontani streghe, fantasmi, spiriti maligni e malattie dalla casa e dai suoi abitanti.Durante il Solstizio d’Inverno, in cui si celebravano le giornate più luminose dell’anno, gli alberi sempreverdi mantenevano il loro colore per tutte e quattro le stagioni e venivano venerati come simbolo dei mesi più caldi che stavano per arrivare, in segno di buon auspicio.
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As an evergreen plant, the Druids, Celtic priests, considered the fir tree a symbol of life and honored it in various ceremonies. Even the ancient Romans, on the calends of January, the first day of the month, used to give themselves a sprig of an evergreen plant as a wish for good luck.Ancient peoples hung branches of evergreen plants, such as sprigs of fir, mistletoe and holly (other famous Christmas ornamental plants) on doors and windows as there were widespread beliefs that these plants would keep away witches, ghosts, evil spirits and diseases from the house and its inhabitants.During the Winter Solstice, when the brightest days of the year were celebrated, evergreen trees kept their color for all four seasons and were revered as a symbol of the warmer months to come, as a sign of good I wish.
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marino222 · 1 year
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Che poi all’inizio ci furono i Neandertal che furono sostituiti da quelli bricconcelli dei Sapiens africani. Quindi gli Indoeuropei, che si sostituirono a tutte le popolazioni autoctone d’Europa, o quasi. Poi gli Indoeropei si suddivisero in tribù che si sostituivano allegramente fra loro, Veneti, Celti, Cimbri, Teutoni, Liguri, Osci, Sabelli, Latini. E gli Etruschi, che si sostituirono ai Villanoviani, o forse no, non si capisce. Poi i Greci e i Fenici, che si sostituirono a Sicani, Siculi, Iapigi, Sanniti e in parte anche ai Sardi. In mezzo i Pelasgi, che non si capisce se si sono sostituiti mai a nessuno, e i Minoici che spuntavano qua è là, almeno nelle leggende. Poi ci furono i Romani, che si sostituirono e mischiarono con tutti: Italici, Greci, Siriaci, Arabi, Traci, Mauri, Numidi. Poi ci furono i Barbari in tutte le loro varianti: Visigoti e Ostrogoti, Vandali, Avari, Gepidi. E giunsero i Greci a bizantini, che già di loro erano un gran mischiotto. Poi arrivarono i Longobardi, che si imbastardarono fra loro e con gli Italici a più non posso. E poi i Franchi, Normanni, Arabi, Saraceni, gli Angiolini, gli Aragonesi, i Francesi, gli Spagnoli, gli Austriaci, più Tedeschi e Americani sparsi durante le guerre mondiali. E vari ed eventuali che mi sono scordata. Noi italiani siamo tutta questa roba qua. E sulla sostituzione etnica e la razza italiana da difendere ho detto tutto, vostro onore.
ilnuovomondodigalatea.wordpress.com
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spinedivetro · 2 years
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Cosa rappresenta per noi questo halloween? Forse perchè è solo un'altra stupida festa a cui associare alcol ! Tanto a voi servono solo questi stupidi pretesti per bere a cessi, mettervi in macchina e schiantarvi contro un muro. Poi il giorno dopo si piangono queste vite a cui interessava solo bere e sentirsi fighi
Ciao, strano anon incazzato. Ti spiego che valore ha per me la festa più bella dell'anno.
La mia famiglia viene dall'America, per cui ho tutta la tradizione dell'Halloween americano nel cuore. Molto diverso da quello che viene festeggiato in Italia, perché appunto festa pagana e di origine certamente non italica.
Compro gli addobbi e addobbo la casa, mi circondo dell'atmosfera misteriosa e accogliente dei mesi halloweeneschi (che per me sono metà settembre, ottobre e novembre); faccio passeggiate nella natura assaporando l'autunno, guardo horror e film di halloween (se vuoi te ne consiglio alcuni, visto che mi sembri troppo privo di cose da fare dato che sei venuto a scrivermi certe boiate all'una di notte); inoltre preparo ricette a base di zucca e leggo libri sull'esoterismo e sulle tradizioni di questa festa (leggiti del Samhain, antica festa celtica considerata anche Capodanno dei Celti. È ricca di meravigliose tradizioni da cui rimarresti affascinato).
Infine la notte di Halloween intaglio una grande zucca arancione e la metto vicino alla finestra con un lumino al suo interno, come vuole la tradizione inglese di Jack O'Lantern; preparo tante cose con la zucca (tra cui la torta di zucca che ti consiglio di provare a fare così ti tieni impegnato), e lascio che l'atmosfera di Halloween mi pervada.
Inoltre non sono cristiana credente, sono incline all'esoterismo, alla magia e alle varie pratiche che ne conseguono.
Credo nei fantasmi e nelle presenze, nonché soprattutto nelle energie positive che questo periodo mi dona (e dona a tutti coloro che come me ne sono convinti), e ne beneficio.
Dunque Halloween per me non è solo una bella festa, ma è uno stato d'animo.
Spero di aver soddisfatto (o messo a tacere, dipende dai punti di vista) il tuo arrogante interrogativo. Le menti chiuse sono dappertutto, e la tua ne è un chiaro esempio.
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"La Setta degli Elementi"
Il calderone celtico
Cernunnos
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Il calderone celtico può essere considerato come il perno attorno cui gira l’apparato simbolico della mitologia celtica.
Il calderone è lo strumento per eccellenza dell’arte magica.
Al suo interno si producono i sortilegi che hanno il potere di trasformare la realtà.
Viene considerato una fusione dei quattro elementi di Acqua, Fuoco, Aria e Terra.
I Celti ne facevano il protagonista dei rituali, tipicamente celebrati in occasione dei solstizi ed equinozi. La finalità era raccogliere offerte, petizioni, simboli, e bruciare in esso tutto ciò che si voleva allontanare dalla vita terrena.
Secondo la tradizione, il calderone è fatto di ferro e si appoggia su tre piedi. Il primo simbolo che troviamo sta proprio nella sua stessa conformazione. Si tratta, infatti, di un’allegoria della trinità della Grande Dea.
- La Giovane, vergine e pura, è simbolo del nuovo inizio.
- La Madre, fertile e feconda, rappresenta la vita nel suo pieno sviluppo.
- La Vecchia è simbolo di saggezza, delle esperienze e conoscenze accumulate durante l’esistenza che sta per giungere al termine.
Si tratta, quindi, di una rappresentazione ciclica dei tre passaggi di nascita, vita e morte.
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Cuore dell’alchimia, il calderone celtico simboleggia innanzitutto i momenti di grande passaggio.
Rinnovamento, cambiamento, resurrezione, consacrazione, sono tutti fenomeni e processi che hanno piena attinenza con le trasmutazioni realizzate in questo magico recipiente.
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Nelle leggende e storie popolari ed epiche, il calderone apporta benessere al suo proprietario.
La condizione necessaria, però, è che sia puro di cuore. Senza questa purezza, difatti, la magia del calderone non si può attivare e qualsiasi tentativo sarà vano.
Per chi sa usarne la magia in modo positivo, il calderone assurge a simbolo di abbondanza. Può dare cibo, ricchezza e anche restituire la vita.
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Un gran numero di calderoni celtici sono stati trovati sui fondali dei laghi del nord.
Una coincidenza, o forse no, vista la profonda connessione del calderone con l’elemento Acqua.
In occasione dei sacrifici, infatti, questo oggetto dalle valenze magiche veniva gettato in un lago.
Il significato era simbolico: augurare un nuovo inizio e quale luogo migliore se non nell’acqua fonte di vita e inizio di tutte le cose.
Quest’immagine era così importante per i Celti che gli stessi mari e oceani erano considerati come enormi calderoni.
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Cernunnos è il dio della natura, signore degli animali, della caccia, degli alberi e della fertilità.
Le prime rappresentazioni conosciute di Cernunnos furono rinvenute nella Val Camonica, nel nord Italia, ma le scene più famose raffiguranti Cernunnos, circondato da vari animali, si trovano sul Calderone di Gundestrup
Le incisioni italiane rinvenute in Val Camonica mostrano una figura umana con corna di cervo, che reca in una mano qualcosa di molto simile a un torques, gioiello simbolo di nobiltà fra i Celti, e nell’altra un serpente ritenuto simbolo di rinnovamento e di rigenerazione.
Cernunnos è considerato come un tutt'uno con le pietre, le piante, gli animali, gli esseri umani, con le gerarchie angeliche e il ciclo delle stagioni, nonché, colui che favorisce la comunicazione con ogni spirito della natura.
Viene raffigurato in forma maschile, metà uomo, metà cervo, con una folta barba e corna di cervo alle quali vengono attribuiti poteri quali la rigenerazione delle foreste.
Solitamente viene rappresentato seduto su di un tronco d'albero o in mezzo all'erba, con le gambe incrociate.
Un altro nome ad egli associato è "il Dio verde" o Pan.
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captaindomy · 2 days
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Article: Growth-promoting microorganisms in the root stimulation of Celtis Australis (Bagolaro) and in the control of Ganoderma applanatum and Laetiporus sulphureus
Authors: Domenico Prisa 1, * and Alessandra Benati 1 CREA Research Centre for Vegetable and Ornamental Crops, Council for Agricultural Research and Economics, Via dei Fiori 8, 51012 Pescia, PT, Italy. 2 Associazione P.A.C.M.E. Le Tribù della Terra ONG. Research Article GSC Biological and Pharmaceutical Sciences, 2024, 27(03), 001–009. Article DOI: 10.30574/gscbps.2024.27.3.0219 DOI…
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the---hermit · 2 months
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24|04|2024
The week started in a very stressful way, so much so that I decided to skip class today. Yesterday was really too much for me with my commute and everything, and at the end of the day I am not missing anything too important with today's lecture. I took this as a way to start working for my English lit exam. I realized I had a pretty big block with it, I just couldn't bring myself to do stuff for this exam because it makes me very nervous (especially writing a paper for it). I decided to start with easy approachable tasks in order to get started and so far it's working. My paper will be on The Merchant Of Venice, which means that I need to reread the play and annotate the useful passages, but before I do that I wanted to write in pen all the annotations I originally wrote in pencil. So this was my main task of the day. Tomorrow I will start my first reread of the play, and once I am done with that I will plan the next move. I feel like this is the best way for me to approach a task that scares me. Just break it down in much smaller tasks and start on the easier ones.
productivity:
read first thing in the morning
small plan of my tasks for the next few days
rewrote in pen my book annotations
run some errands with my mum
updated my reading journal
Irish on duolingo
📖: Miti E Leggende Dei Celti by M. Fois
🎵: Miracle by A Day To Remember
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Vivere a Mantova: gli incentivi per i giovani
Vivere a Mantova può diventare particolarmente conveniente per i giovani. Grazie a due progetti varati dal Comune, d'ora in poi sarà più facile restare, o addirittura trasferirsi, nella città dei Gonzaga. Le misure vogliono infatti contrastare, tra l'altro, il fenomeno dello spopolamento che negli ultimi tempi aveva raggiunto livelli allarmanti. Vivere a Mantova: l'iniziativa del Comune "Benvenuti a Mantova" ed è il primo dei due progetti approvati dal Comune. E' rivolto a single e famiglie che vogliono stabilire la loro residenza nella città o che già vivono in città e che alloggeranno in affitto in uno degli alloggi siti in città e disponibili sul libero mercato o appartenenti alla rete del Servizio Abitativo Sociale. Possono presentare la domanda: - cittadini italiani - cittadini comunitari - cittadini extracomunitari con regolare permesso di soggiorno I requisiti per presentare la domanda sono: - ISEE tra i 14.000 e i 40.000 euro - percepire un reddito che sia da lavoro o da pensione alla presentazione della domanda - avere a proprio nome un contratto di locazione attivo a partire da una data successiva alla pubblicazione del bando con un canone mensile dai 350 euro in su Chi soddisfa questi requisiti potrà ambire a un contributo per l'affitto di 150 euro al mese per la durata di 12 mesi. Possono fare domanda, inoltre, i giovani under 36 che decidono di trasferirsi a Mantova o che vi abitino già in un altro alloggio. La misura, infatti, è destinata a coloro che vogliono lasciare la casa dei genitori e iniziare una vita a sé. Per loro, la soglia minima dell'ISEE valida per presentare la domanda scende a 9.500 euro mentre quella massima resta a 40.000. Il contributo al loro riservato ammonta sempre a 150 euro mensili ma la durata dell'erogazione sale a 24 mesi. I termini per presentare la domanda sono aperti da ieri: basta collegarsi al sito del Comune di Mantova, scaricare la relativa domanda e presentarla all'ufficio preposto. Le domande saranno considerate in base alla data di ricezione e accettate fino alla disponibilità dei fondi. Gli alloggi sociali a Mantova Il secondo bando indetto dal Comune porta il nome "Abitare Borgochiesanuova". Coloro che hanno un reddito da lavoro e un ISEE familiare compreso tra i 14.000 e i 40.000 euro, possono fare richiesta di un alloggio tra i 67 nuovi appartamenti di proprietà comunale siti nel quartiere di Borgo Chiesanuova. I termini per presentare la richiesta, aperti ieri, scadranno il 28 giugno 2024 mentre l'assegnazione avverrà tra settembre e dicembre. La città dei Gonzaga Sita a pochi passi dal Lago di Garda e dalle città di Verona, Brescia e Modena, patria dello scrittore Publio Virgilio Marone, Mantova fu presumibilmente fondata dagli Umbri. Fu poi abitata dagli Etruschi, dai Celti e dai Romani. Dall'anno 1000 la città fu dominata dai Canossa che furono sostituiti alla fine del 1200 dalla potente famiglia dei Bonacolsi. Nel 1328 iniziò invece la dominazione dei Gonzaga che durerà fino al 1707. Nei quattro secoli di dominazione dei Gonzaga, la città di Mantova divenne molto importante e uno dei massimi centri d'arte in Europa. Non a caso, in quanto museo urbano diffuso, è l'unica città presente sulla piattaforma Google Arts & Culture con più di 1.000 opere digitalizzate, 40 mostre virtuali allestite in 8 differenti musei virtuali. Negli ultimi anni, la città stava vivendo una situazione di continuo e costante spopolamento. Le misure del Comune stanno cercando di invertire la rotta. In copertina foto di Paola Rangognini da Pixabay Read the full article
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imagoantiquaxvsec · 2 months
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LA VILLA DEL TEMPO – Castello dei Ronchi (Crevalcore, BO) 14.04.2024
Evento di Living History multiepoca - dai Celti alla II Guerra Mondiale - che ha riunito circa 250 Rievocatori Storici provenienti da tutta Italia. In questa edizione IMAGO ANTIQUA, specializzata nella seconda metà del XV secolo italiano, ha proposto 3 banchi didattici dedicati al corredo da tavola/cucina ed alle figure mercantili del merciaio e venditore di ceramiche. In linea con il nostro approccio, i manufatti esposti hanno incluso sia repliche di qualità museale che reperti originali provenienti dalle collezioni personali di alcuni membri.
Multi-period Living History event - from the Celts to World War II - which brought together around 250 historical re-enactors from all over Italy. In this edition IMAGO ANTIQUA, specialized in the second half of the Italian 15th century, displayed 3 educational stalls dedicated to table/kitchen equipment and the trading crafts of the haberdasher and ceramic seller. In line with our approach, the artefacts on display included both museum-quality replicas and original relics from the personal collections of some members.
Associazione Culturale IMAGO ANTIQUA - Rimini
ITALIA 1460-1490. Ricostruzione Storica, Ricerca e Didattica svolte con passione, competenza e approccio scientifico.
info@imagoantiqua www.imagoantiqua.it
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personal-reporter · 6 months
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La storia del vischio, simbolo del Natale
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Il vischio è una decorazione natalizia molto conosciuta ed amata, infatti il suo aspetto ramificato lo rende perfetto per decorare la tua casa e dare un tocco di colore ad ogni ambiente. Fin dai tempi più remoti, il vischio è stato considerato ricco di magia e sacralità, infatti era visto come un simbolo di vitalità, fertilità e protezione contro il veleno. Gli antichi sacerdoti druidi consideravano sacro il vischio della quercia, poi tagliato con una falce dorata durante la sesta notte di luna, in un rito che prevedeva anche il sacrificio di due tori, per assicurare ai destinatari della preghiera una vita lunga e tanta prosperità. Nell’antichità, il vischio serviva per allontanare malattie e disgrazie e, associato alla resurrezione dagli antichi celti, era considerato un dono degli dei, che permetteva di accedere al mondo sotterraneo scacciando i demoni. La parte erbacea del vischio veniva utilizzata a scopi curativi, infatti ancora oggi gli infusi a base di foglie di vischio aiutano a ridurre lo stress e ad alleviare problemi cardiocircolatori e respiratori. Nell’antichità il vischio veniva così raccolto tutto l’anno, anche durante l’estate, il cerimoniale di raccolta era molto caratteristico e culminava con l’utilizzo della pianta come decorazione all’interno delle case, allo scopo di allontanare le streghe. Poi le tradizioni europee sul vischio vennero poi introdotte negli Stati Uniti grazie ai flussi migratori e  proprio in questo paese il rito è, ancora oggi, particolarmente sentito nel periodo di Natale. Essendo il vischio una pianta da sempre associata a fertilità, fortuna e buon auspicio, viene utilizzato nelle case come decorazione natalizia e come augurio di abbondanza, per addobbare porte, cesti regalo e lampadari, accogliere in casa le persone e condividere con loro la fortuna generata. Una delle tradizioni più belle legate al Natale è il cosiddetto bacio sotto il vischio da parte degli innamorati che dovrebbero, per tradizione, allontanare la malasorte e i problemi di coppia. Questo piccolo rito natalizio assume diversi significati a seconda della cultura nel quale è inserito. Ad esempio, secondo alcune tradizioni, chi si trova sotto il vischio non può rifiutare un bacio, in Francia, l’usanza legata al vischio era dedicata al giorno di Capodanno, come buon auspicio per l’anno in arrivo. In tempi remoti, invece, il bacio sotto al vischio fu legato alla festa dei Saturnalia e in seguito ai riti del matrimonio, così le coppie si baciavano sotto l’influenza di questa pianta, augurandosi un'unione lunga e felice. Read the full article
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storiearcheostorie · 7 months
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Spina etrusca a cent’anni dalla scoperta: fasti e splendori di un porto del Mediterraneo [VIDEO, FOTO]
La grande mostra a Villa Giulia racconta i tre secoli di vita della città e i suoi rapporti con Greci, Fenici, Latini, Celti e i popoli italici prima dell’avvento di Roma. #spina100
Hydria etrusca a figure nere con il mito dei pirati tirreni trasformati in pesci, 510-500 a.C., provenienza sconosciuta (Vulci?), Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia Etruschi di nuovo protagonisti a Roma nella grande mostra “Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo”, che ha aperto i battenti nei giorni scorsi nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. L’esposizione,…
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stilouniverse · 11 months
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I top ten di Luglio 2023
I 10 articoli più letti nel mese di luglio 2023 La lingua degli Etruschi La “risciacquatura dei panni in Arno”: Manzoni a Firenze nell’estate del 1827 La battaglia di Talamone tra Celti e Romani del 225 a.C. La Svizzera Pesciatina tra boschi di castagno e antichi borghi Via Emilia: Modena Reggio Parma Il cimitero di nonna Lucia a Bolgheri Melù, Potassolo, Ficamaschia Girellando per le vie…
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tempi-dispari · 1 year
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Extinction, inarrestabile armata metallica
Molto interessante l’ultimo lavoro degli Extinction, combo di origine leccese in pista dal 1995. Si sono fermati, poi, dal 1997 fino al 2014 quando per volontà del chitarrista Danilo Bonuso la band si rifonda a Torino, con musicisti diversi. Quello che i nostri propongono è un thtrash/death che affonda le proprie radici in terra tedesca, ma non solo. Stilisticamente li potremmo definire come un mix perfetto tra Kreator, Sodom, Celtic Frost e Coroner.
Tuttavia rischieremmo di ridurli ad una mera descrizione. Il disco è più articolato di così. Pur tenendo fermo questo riferimento stilistico, i nostri spaziano, in modo inatteso. Il lavoro sembra essere un excursus nell’evoluzione della band. Infatti i riferimenti, nei primi brani più diretti, mano a mano si affievoliscono fino a lasciare spazio al vero carattere della band.
Il gruppo già con la prima canzone mette le cose in chiaro. Un’onda inarrestabile di ritmica investe l’ascoltatore spingendolo contro il muro. La voce è in gutturale più che in growl. Così come la seconda è satanica più che acuta. Le due perfettamente si alternano per dare movimento al brano. Questo prosegue su binari pesanti, senza sosta. Spezzano il ritmo momenti più lenti a sferzate metalliche con dissonanze. Ottimo il break centrale, completamente ritmico con tutti gli strumenti all’unisono. Il solo rispetta in pieno lo stile accostando scale minori non proprio melodiche. Il che crea atmosfere ancora più oscure.
Il brano si spegne sulla voce in mid tempo. Demon the fall è un elefante in un negozio di cristallo. Pesante, ingombrante, arrabbiato. La canzone parte lentamente per poi accelerare verso il ritornello. Mai tempi velocissimi. Il giusto andamento per mantenere intatta la pesantezza generale. La voce resta gutturale. Grande lavoro del basso , molto percussivo, che crea una base ritmica impenetrabile. La batteria segue affidabilmente. Il solo si svolge su un alternarsi di pieno vuoto. Note lente, banding, armonici, melodia portano ad un’accelerazione improvvisa coadiuvata da una doppia cassa in ottavi, iterante, schiacciante. Più che apprezzabile il frangente strumentale che porta alla chiusura.
Arriva poi Stanic ritual abuse. Una corazzata metallica inarrestabile. Ritmo incalzante, anche se mai velocissimo. La chitarra lavora instancabilmente macinando riff su riff. È il ritornello a portare modifiche alla struttura. Il ritmo si fa trascinante. La doppia cassa non si ferma. Davvero notevole l’alternarsi dei passaggi che da ritmiche spezzate arrivano a corse con uno schiacciasassi. Lodevole lo special a ¾. Si cambia del tutto atmosfera. Ritmo cadenzato. Cantato parlato. L’intervento solista porta atmosfere malate, oscure. Si rallenta per la chiusura. Facing the beast è invece un omaggio ‘classico’ a tutte le influenze su ci tate della band. Davvero ragguardevole il lavoro delle chitarre sul versante ritmico.
Controllo e costante consapevolezza. In questo brano sono vive anche alcune reminiscenze hardcore. Anche in questo caso il cambio radicale lo si ha sul solo. Sempre di gusto, mai eccessivo, sempre teso al contesto narrativo. Si riprende con quelle che sono vere e proprie fucilate. Non mancano neanche l dissonanze. Dalla seguente Synthesis, il disco cambia. Si fa più intimo e riflessivo. Vuole far capire cosa la band ha da dire. Uno strumentale che fa da intro alle seguenti composizioni.
Cryogenesis, questo è il titolo del brano, non solo del disco, apre come un’astronave spaziale avesse rapito qualcuno sulla terra e quindi questo qualcuno poi la cittadinanza si accorge del disagio. Eternal life inizia con un grande lavoro delle due chitarre che riescono a non sovrapporsi. Il cantato torna ad essere il figlio di Mille Petroza con strizzate Celtic Frsot qua e là. Il brano in questione è monolitico. Finale a pieno ritmo. Obsession riporta il combo su terreni che faticano a stabilizzarsi. Si torna sul ‘classico’. Lodevole il cambio di passo che introduce all’a solo. Anche dopo questo i tempi si fanno più cadenzati. Il disco continua con The woman stranghler, pesantissima corazzata da guerra. I ritmi sono doom.
Il riffing serrato. Armonici e doppia cassa alternata danno un andamento incalzante. Poi il brano impenna improvvisamente sul ritornello che vede le due voci alternate. Nuovo rallentamento. La soluzione si ripete. Si cambia ancora in vista del ritornello. Questa volta le soluzioni scelte richiamano il prog. Ripresa più lineare e secondo intervento solista. Nuovo duetto lento veloce con interventi melodici della seconda chitarra. Melodie malate a supportare l’atmosfera generale. Ulteriore frenata. Cassa e piatti per la batteria su power chord lunghi. Urla di donna in chiusura.
Termina il disco Empty word. Si rialzano i toni. Terzine di chitarra alternate a controtempi danno un andamento dinamico e pesantissimo. Non si vece luce. Le atmosfere restano cupe, il ritmo incalza. I combi si sovrappongono inarrestabili. Break centrale con dissonanze e batteria martellante che accentua con passaggi di doppia cassa. A solo lento, trascinato, perfetto nel contesto generale. Si cambia. Prima si alleggeriscono i suoni con accordi semi aperti, poi stop and go. Ripresa su ritmica serrata. Un vero e proprio muro su cui poggiano passaggi al limite del blast beat. Chiusura cadenzata.
Concludendo. Un disco intenso, difficile, da ascoltare e riascoltare quello degli Extinction. Le direttive stilistiche sono chiare. È la loro interpretazione che fa la differenza. Nulla di scontato. Le ritmiche cambiano in continuazione. Le atmosfere generali sono sempre cupe, pesanti, oscure. La scelta del cantato gutturale e non in growl aiuta il contesto narrativo. Così come ottimale è la scelta di alternare le due voci. Un lavoro non adatto a tutti. Soprattutto un insieme di canzoni che segnala come è possibile far evolvere un genere troppo spesso chiuso su se stesso e su binari prestabiliti. Evolvere senza per questo tradirne sonorità e tradizione. Un disco che non stanca neppure al millesimo ascolto. Si deve però essere amanti di determinate atmosfere, certi suoni. Non si deve avere paura del buio né della mancanza di ossigeno.
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