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#cani arrabbiati
chaoticdesertdweller · 11 months
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"Cani arrabbiati" (Rabid Dogs), 1974
Dir. Mario Bava
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eaktionsshaytan · 5 months
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CANI ARRABBIATI (1974) Mario Bava
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principessa-6 · 1 year
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🐶 LA STORIA DEI DUE CANI:
IL MONDO INTORNO A NOI È UN RIFLESSO DI CIO' CHE SIAMO!
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Si racconta la storia di due cani, che, in momenti diversi, entrarono nella stessa stanza. Uno ne uscì scodinzolando, l’altro ne uscì ringhiando. Una donna li vide e, incuriosita, entrò nella stanza per scoprire cosa rendesse uno felice e l’altro così infuriato. Con grande sorpresa scoprì che la stanza era piena di specchi. Il cane felice aveva trovato cento cani felici che lo guardavano, mentre il cane arrabbiato aveva visto solo cani arrabbiati che gli abbaiavano contro. Quello che vediamo nel mondo intorno a noi è un riflesso di ciò che siamo. Tutto ciò che siamo è un riflesso di quello che abbiamo pensato.
La mente è tutto quello che pensiamo e lo diventiamo...
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lostgoonie1980 · 4 months
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264. Cães Raivosos (Cani arrabbiati, 1974), dir. Mario Bava
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empedoclecielo · 2 years
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 La corda civile, signora. Deve sapere che abbiamo tutti come tre corde d’orologio in testa:
la seria, la civile, la pazza.
Sopra tutto, dovendo vivere in società, ci serve la civile; per cui sta qua, in mezzo alla fronte. – Ci mangeremmo tutti, signora mia, l’un l’altro, come tanti cani arrabbiati. – Non si può. – Io mi mangerei – per modo d’esempio – il signor Fifì. – Non si può.
E che faccio allora? Do una giratina così alla corda civile e gli vado innanzi con cera sorridente, la mano protesa: – «Oh quanto m’è grato vedervi, caro il mio signor Fifì!». Capisce, signora? Ma può venire il momento che le acque s’intorbidano. E allora… allora io cerco, prima, di girare quala corda seria, per chiarire, rimettere le cose a posto, dare le mie ragioni, dire quattro e quattr’otto, senza tante storie, quello che devo.
Che se poi non mi riesce in nessun modo, sferro, signora, la corda pazza, perdo la vista degli occhi e non so più quello che faccio!
da "Il Beretto a sonagli" di Luigi Pirandello
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renzardi · 2 years
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Renzo Ardiccioni OTTIMO PRESENTE🌈 Il segreto della felicità: https://www.amazon.it/presente-lezioni-psicologia-positiva-cambiare/dp/883625019X Renzo Ardiccioni OTTIMO PRESENTE 🌈 50 sfumature di benessere 🌈 14/50 ABBIATE SEMPRE UN'IMMAGINE POSITIVA DI VOI STESSI 🌈 Si racconta una storiella buddista di due cani che, in momenti diversi, entrarono nella stessa stanza. Uno ne uscì scodinzolando, l’altro ne uscì ringhiando. Una donna li vide e, incuriosita, entrò nella stanza per scoprire cosa rendesse uno felice e l’altro così infuriato. Con grande sorpresa scoprì che la stanza era piena di specchi. Il cane felice aveva trovato cento cani felici che lo guardavano, mentre il cane arrabbiato aveva visto solo cani arrabbiati che gli abbaiavano contro. Quello che vediamo nel mondo intorno a noi è un riflesso di ciò che siamo. Tutto ciò che siamo è un riflesso di quello che abbiamo pensato. La mente è tutto. Quello che pensiamo diventiamo. ________________ Renzo Ardiccioni, Ottimo presente, Giovanni Fioriti editore, Roma. Per saperne di più: https://www.fioritieditore.com/prodotto/ottimo-presente-otto-lezioni-di-psicologia-positiva-per-cambiare-in-meglio-la-nostra-vita/ (at New York, New York) https://www.instagram.com/p/Cn4rrHILZPz/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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1day1movie · 5 years
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Cani arrabbiati (1974) Mario Bava.
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whenthecuriousgirl · 6 years
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Cani Arrabbiati di Mario Bava (1974)
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classicallycara · 7 years
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solosepensi · 3 years
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Bisogna darsele le possibilità.
Bisogna tentare nella vita.
Proveranno sempre a toglierci qualcosa.
I sogni.
Il sorriso.
La voglia di rimettersi in gioco.
Ma noi dobbiamo essere più forti.
Delle salite.
Delle discese troppo veloci.
Delle amicizie di convenienza.
Datevi il tempo di conoscere le persone.
il tempo di sbagliare.
il tempo di ballare a piedi nudi sulla sabbia.
Il tempo di leccarvi le ferite..
Il tempo di annusarvi..
Fermatevi un attimo
Prendetevi del tempo per piangere
Per ridere
Per urlare
Per dormire vicini
Datevi il tempo di vivere
Non mollate al primo litigio
Al primo telefono riattaccato
Al primo messaggio visualizzato senza risposta
Datevi il tempo per capire chi siete
Rimanete uno
Anche se siete in due
Non perdetevi mai di vista
E siate animali
Annusatevi
Ringhiatevi
Rincorretevi
Prendetevi a morsi
Leccatevi le ferite
Ma non andate mai a letto arrabbiati.
Siate come i cani
I cani lo sanno
In giardino si corre
In casa si dorme abbracciati
Stanchi
Stremati
Ma felici
E baciatevi
Baciatevi di nascosto
Baciatevi dappertutto
Negli angoli bui
In piazza
Davanti ad un tramonto
Dentro ad un’alba
Cercatevi in un cappuccino
Nella crema al limone
Negli albumi montati a neve
Nel profumo del pane appena sfornato
In un bucato appena steso
L’amore lo trovi dappertutto
Datevi una possibilità.
Vivete come se vi avessero lasciato il cancello aperto.
I.Vella
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eaktionsshaytan · 4 years
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Rabid Dogs (1974)
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corallorosso · 3 years
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Io non sono d’accordo con Barbero: secondo me il minor successo lavorativo delle donne rispetto agli uomini, in molti campi, non ha nulla a che fare con l’aggressività, quanto piuttosto con il fatto che, da sempre, hanno avuto meno accesso agli studi e meno possibilità di decidere cosa fare della propria vita. Non sono d’accordo con lui neanche sullo schierarsi contro il green pass (anche se entrambi siamo a favore dell’obbligo). Però le gogne non le ho mai sopportate. Questa sorta di pubblica lapidazione che regolarmente si viene a scatenare nei confronti di chiunque esprima un’opinione non condivisa dalla massa “dei buoni”, di “quelli che pensano le cose giuste”, è spaventosa. Barbero è un uomo colto e intelligente, ed è abbastanza patetico vedere migliaia di tizi e di tizie che si affannano a rispondergli “SI CHIAMA PATRIARCATO” o “IN ITALIA ABBIAMO MENO MORTI CHE IN INGHILTERRA DOVE NON C’È IL GREEN PASS”, come se stessero spiegando le cose, boh, a Pillon o a Barillari. Sono abbastanza certo che, da storico, sia perfettamente al corrente del fatto che le donne abbiano subito discriminazioni per secoli. Anzi: a dirla tutta sono sicuro che, sul tema, sia N volte più preparato di quelli che oggi glielo vogliono insegnare. Barbero ha espresso due opinioni con le quali, personalmente, non sono d’accordo (in realtà la seconda era più una domanda che altro), non per questo credo che sia giusto sommergerlo di insulti e “spiegazioni” buone per un temino in prima elementare. Anche perché non ho la presunzione di poter insegnare a un professore di Storia come funzioni il rapporto di causa ed effetto nell’evoluzione della condizione femminile. Ma sui social, ormai, funziona così: bianco e nero, buono e cattivo, giusto e sbagliato. Ci si mette un attimo a schiaffare qualcuno su un piedistallo e, altrettanto velocemente, lo si butta giù e si decide che si tratta di un mostro radioattivo. Basta un inciampo, una debolezza, una posizione “non allineata” per trasformarti istantaneamente da idolo in reietto. Crollate le ideologie storiche, ci ritroviamo con un dannato bisogno di ��eroi” che si adattino perfettamente allo spirito del tempo, alle nostre esigenze, a quella che vorremmo che fosse la proiezione di noi stessi in pubblico. E in una prospettiva distorta come questa diventa preferibile un Fedez che si dipinge le unghie e si mette i tacchi alti “per combattere il patriarcato” (ma anche per fare il pieno di visibilità) rispetto a qualcuno che possa ricordarci la complessità del reale, che prenda una posizione che non ci piace o che, in alcuni casi, possa scivolare su una debolezza. Non vogliamo gente reale, vogliamo che a rappresentarci siano tanti piccoli eroi di plastica senza macchia e senza difetti che provvedano alla nostra dose quotidiana di banalità un tanto al chilo. E se un nostro eroe ci delude, a quel punto ci sentiamo traditi, perché non siamo in grado di accettarne le devianze rispetto al comune sentire, non possiamo sopportare che dica qualcosa di sbagliato o di “poco conforme” a quello che vorremmo che lui rappresentasse, neanche se si tratta di una frase estrapolata da un discorso molto più ampio che di “patriarcale” non aveva assolutamente nulla. Stiamo costruendo una società dogmatica, chiusa, che rifiuta la complessità in favore di un cieco allineamento a delle “regolette” indiscutibili. E partiamo all’attacco come un branco di cani arrabbiati, magari senza neanche chiederci se abbiamo davvero compreso un discorso, quando qualcuno scrive, dice o fa qualcosa che, di primo impatto, non rientra istantaneamente nei nostri canoni di “correttezza”. È una sorta di nuovo talebanismo secolarizzato, un puritanesimo di ritorno che investe larghe fasce della “sinistra” moderna. E a farne le spese, prima o poi, saremo tutti, credetemi. Emiliano Rubbi
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aitan · 3 years
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“La justicia es como la serpiente, solo muerde a los que están descalzos.”
Monseñor Óscar Romero (nato il 15 agosto del 1917 è morto ammazzato nel 1980 a San Salvador, città di cui era arcivescovo).
Chiarisco e amplio il concetto in italiano e in napoletano in questo post del mio blog di periferia:
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johnnymundano · 3 years
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Paolo Carlini in Like Rabid Dogs (Come cani arrabbiati, Mario Imperoli, 1976)
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renzardi · 2 years
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Renzo Ardiccioni OTTIMO PRESENTE 🌈 50 pillole di benessere 🌈 14/50 ABBIATE SEMPRE UN'IMMAGINE POSITIVA DI VOI STESSI 🌈 Si racconta una storiella buddista di due cani che, in momenti diversi, entrarono nella stessa stanza. Uno ne uscì scodinzolando, l’altro ne uscì ringhiando. Una donna li vide e, incuriosita, entrò nella stanza per scoprire cosa rendesse uno felice e l’altro così infuriato. Con grande sorpresa scoprì che la stanza era piena di specchi. Il cane felice aveva trovato cento cani felici che lo guardavano, mentre il cane arrabbiato aveva visto solo cani arrabbiati che gli abbaiavano contro. Quello che vediamo nel mondo intorno a noi è un riflesso di ciò che siamo. Tutto ciò che siamo è un riflesso di quello che abbiamo pensato. La mente è tutto. Quello che pensiamo diventiamo. ________________ Renzo Ardiccioni, Ottimo presente, Giovanni Fioriti editore, Roma. Per saperne di più: https://www.fioritieditore.com/prodotto/ottimo-presente-otto-lezioni-di-psicologia-positiva-per-cambiare-in-meglio-la-nostra-vita/ #sostadipluto #buddhism #ipnosistrategica #ipnosi #ottimopresente #ottimismosempre #psicologiapositiva #psicologia #benessere #benessere360 #medicinaesocietà #mindfulness #pensieropositivo #renzardi #renzoardiccioni #giovannifioritieditore @giovannifioritieditore @lilith.gi @l.ornitorinco @sostadipluto @kimmylove73 @natallialocricchio @spazioaries @happinessiswhereyouare @felicitain.pillole @canigatti_ @mindful.psycho @dogs @isleofdogsmovie @dogs.lovers @libri_e_cani @mania.di.lettura @psicologia.ipnosi (at New York, New York) https://www.instagram.com/p/CkkZSMsoejj/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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yellowinter · 5 years
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anche i tuoi sono separati? hai ricordi della tua infanzia?
No, i miei non sono separati. La mia infanzia è stata strana, davvero strana, perché se ci ripenso io non mi sento cosciente, non mi sento reale. Ho dei ricordi, ma era come se non stessi vivendo, come se fossi morta, come se fosse tutto un grande e lungo sogno. Mi ricordo gli attimi prima di andare in coma, avevo 4 anni, ero in salotto con mia sorella e non riuscivo più a respirare e mi ricordo lo spavento, perché non sapevo come far capire agli altri che stavo male, non riuscivo a parlare. Mi ricordo poi quando sono stata in ospedale, mi piaceva la pasta, i libri sui cani della biblioteca dei bambini, l’elicottero che atterrava sul tetto. Quando sono tornata a casa mi avevano organizzato una festa e non capivo il perché di quei regali dato che non era il mio compleanno, ma ero felice. Mi ricordo che non sono andata all’asilo, trascorrevo le giornate a casa nella mia stanza giocando a costruire cose e disegnare, da piccola io disegnavo sempre, parlavo con le piante della cucina e con i piccioni sul davanzale della finestra, il mio piccione si chiamava Paolo e facevamo grandi discorsi. Mi piaceva giocare con mia nonna e adoravo rubarle la sedia a rotelle e spingermi lungo il corridoio. Quando è morta avevo 5 anni, non ho provato nulla, mi ricordo che gli altri piangevano e io non capivo il perché. Mi piacevano gli zucchini con il parmigiano, odiavo le camice con il colletto rotondo che mia madre mi obbligava a mettere e che io puntualmente nascondevo all’interno, ormai sapevo a memoria le 333 razze di cani del libro che avevo rubato all’ospedale. Mi sentivo sola, piangevo quando dovevo cambiarmi il catetere ogni 3 giorni e mia madre mi sgridava ma io avevo la fobia degli aghi. Quando ho iniziato la scuola non parlavo con nessuno, era una scuola di suore e ogni mattina dovevamo pregare, ad aprile ci regalavano un buono per comprare un pesce rosso, avevo un acquario bello grosso a casa, a scuola ci andavo col tram e mi ricordo che un giorno un artista mi aveva fatto un ritratto. Mia madre mi rimproverava duramente se non prendevo bei voti, se mi controllava i compiti e trovava degli errori mi urlava contro e diceva che ero una fallita, io piangevo e cercavo di fare tutto alla perfezione, alla fine era la più brava della classe ma piangevo ancora. Avevo un fidanzatino, si chiamava Jacopo, nell’intervallo lui leggeva per me e io gli regalavo i miei disegni, camminavamo tenendoci per mano. Anche se non parlavo avevo qualche amichetto e giocavamo insieme. A otto anni mi sono trasferita e ho cambiato scuola, da lì in poi non ho più avuto amici. Nel frattempo mio padre era sempre a lavoro, dalla mattina alla sera, lo vedevo praticamente solo nel weekend. Lui è sempre stato molto freddo con me, era rigido, impostato, non mi ha mai abbracciato, non mi ha mai baciato. Mia madre alternava momenti in cui mi ignorava, momenti in cui sfogava la rabbia su di me e altri momenti in cui era iperprotettiva. Lei non mi lasciava andare alle gite scolastiche, è sempre stata molto ansiosa, molto agitata, molto soffocante. I miei genitori litigavano sempre, i litigi erano all’ordine del giorno. Non li ho mai visti scambiarsi gesti d’affetto, dagli 8 anni in poi hanno iniziato a dormire in camere separate, ma le liti non sono smesse. Urlavano sempre, si dicevano cose orribili, sentivo spesso il rumore degli oggetti che mia madre spaccava a terra. Mi ricordo di una volta in cui mia madre ha lanciato un coltello a mio padre perché aveva comprato un paio di scarpe rosse a mia sorella anzichè blu, mia madre odiava il rosso. Mia madre ha sempre avuto dei momenti in cui perdeva il controllo e io avevo molta paura. A volte le liti dei miei genitori degeneravano e dalle parole passavano alle mani. Mi ricordo che mi mettevo in mezzo tra di loro, perché avevo paura che mio padre facesse del male a mia madre e io pensavo che nessuno mi avrebbe mai picchiata. Mi ricordo che la abbracciavo cercando di proteggerla dagli schiaffi, mi ricordo che chiedevo aiuto alle mie sorelle ma loro mi dicevano di andarmene e chiudevano la porta, mi ricordo che non sapevo cosa fare, che non sapevo come consolare mia madre, mi ricordo che tremavo e desideravo che i miei genitori si separassero. Una volta, dopo uno di questi litigi, ho preso il mio salvadanaio pieno di centesimi e sono andata da mio padre e gli ho detto “prendili, basta che te ne vai”. Avevo paura e non sapevo cosa fare. Piangevo, piangevo terribilmente quando ero piccola e i miei genitori mi prendevano in giro, mi insultavano, mi dicevano di smetterla che ero pesante, mi dicevano che nascendo gli avevo rovinato la vita. Mi ricordo di una volta che mia madre era arrabbiata, si è girata verso le mie sorelle e indicandomi ha detto “mi raccomando non fate figli che magari ereditano geni sbagliati e diventano come lei”. Essere arrabbiati non è una scusa per poter dire frasi del genere. Nessuno ha mai capito che i miei pianti non erano capricci, erano un grido d’aiuto.
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