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#capannina
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La Capannina di Franceschi Capodanno: Celebra in Grande Stile
Scopri l'eleganza e la tradizione del Capodanno alla Capannina di Franceschi. Questo storico locale di Forte dei Marmi è il luogo perfetto per accogliere l'anno nuovo con musica, balli e un'atmosfera unica. Prenota il tuo posto per una serata indimenticabile e vivi un Capodanno esclusivo in Versilia. Per ulteriori informazioni e prenotazioni, visita il sito di la capannina di franceschi capodanno.
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grabsomeironmeat · 2 years
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Capannina
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lamilanomagazine · 2 years
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Pistoia, in arrivo il Carnevale Pistoiese in piazza della Resistenza
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Pistoia, in arrivo il Carnevale Pistoiese in piazza della Resistenza.   L’edizione 2023 del Carnevale Pistoiese, organizzato dal Comitato cittadino con la compartecipazione del Comune, entrerà nel vivo domenica 5 febbraio con il primo appuntamento in piazza della Resistenza. I festeggiamenti si ripeteranno il 12 e 19 febbraio. I carri allegorici, realizzati dai volontari dei quattro Rioni cittadini, sfileranno a partire dalle 14.30 e ogni giornata di festa sarà animata anche da banchi gastronomici, scuole di ballo del territorio, truccabimbi, pony e attrazioni per adulti e bambini. L'ingresso al Carnevale è gratuito fino ai 12 anni di età, per il biglietto è previsto un contributo di 5 euro. Al momento dell'acquisto del biglietto saranno consegnati buoni sconto validi nei supermercati Conad di Pistoia, Mister Wizard e Andreini Giocattoli. La prevendita dei biglietti è effettuata dal bar Nazionale in piazza Leonardo Da Vinci, bar Crudelia in via Borgognoni, bar ristorante La Capannina a Bottegone e bar la Tazza Rossa di via Carratica. Per permettere l’appuntamento sono previste alcune modifiche alla viabilità dalle ore 11 alle 19. In piazza della Resistenza (nell’intera area di circolazione compresa l’area antistante la Fortezza Santa Barbara, il Parcheggio Resistenza e l’area a parcheggio in corrispondenza di via dei Campi) saranno vietati il transito e la sosta a tutti i veicoli, esclusi i mezzi inerenti la manifestazione. In via dei Campi, via Campo Marzio, via Ducceschi e via Martiri della Fortezza sarà in vigore il divieto di circolazione e di sosta ad eccezione dei soli residenti della zona, che potranno transitare mediante la restituzione temporanea del doppio senso di circolazione. In piazza Leonardo Da Vinci (in corrispondenza della rampa di accesso a piazza della Resistenza) sarà in vigore la direzione obbligatoria a diritto in via Carratica o a sinistra in direzione via Cesare Battisti - via Frosini. In via Carratica (in corrispondenza di via Campo Marzio) sarà istituita la direzione obbligatoria a diritto. In viale Arcadia (in corrispondenza della rotatoria di piazza della Resistenza) ci sarà la direzione obbligatoria a destra.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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discotecheversilia · 2 months
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Agosto Capannina di Franscechi
http://dlvr.it/TBgmWB
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sounds-right · 5 months
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Circo Nero Italia, tra party notturni e pic nic!
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Circo Nero Italia, collettivo di artisti circensi che lavora da tempo al servizio del divertimento di ogni tipo di eventi, torna a far scatenare tutta l'Italia tra fine aprile '24 e l'1 maggio. Sono come sempre tanti appuntamenti, che prendono vita sia di notte, soprattutto in discoteca, sia altrove. Perché si sa che il circo mette insieme grandi e piccini, in situazioni diverse. 
Mercoledì 24/4 ecco il format Luna Park by Circo Nero Italia @ La Capannina - Castiglion della Pescaia (Grosseto), la sera dopo ecco uno  Special Party @ Cala Felice - Marina di Scarlino (Grosseto). Il 26 aprile invece il carrozzone di Circo Nero Italia arriva al Lumina - Milano marittima (Ravenna), mentre l'1 maggio, durante il giorno e non di notte, i performer di Circo Nero Italia regalano emozioni a Rocca di Montemassi, a Montemassi (Grosseto). E' un party che inizia già alle 11:30 con grigliata, Pic Nic, Merende... cose buone da bere, da mangiare, tanta musica (con Franz Navas + Fonzie Dj + U-Bahn) e le performance degli artisti di Circo Nero Italia. Tutti i dettagli sulla pagina Instagram del collettivo coordinato da Duccio Cantini: https://www.instagram.com/circoneroitalia/.
Circo Nero Italia è un collettivo di artisti che lascia il segno ovunque si esibisca, sia sul palco che al di fuori. Guidati dal coordinatore Duccio Cantini, questi performer sono maestri nell'unire elementi diversi come la bellezza e la meraviglia per creare uno spettacolo coinvolgente che intrattiene il pubblico, ma che allo stesso tempo tocca anche il cuore e stimola la riflessione. 
Ristoranti con musica, club, eventi... Non c'è contesto che possa tenere a freno la loro capacità di regalare emozioni al pubblico con la loro multiforme creatività. Per questo loro performance hanno conquistato il mondo e il loro stile è inimitabile. Circo Nero Italia propone, tra l'altro, tanti format diversi: Matador, Circo Nero Classic, Circo Revolution, Woodoo, Los Hermanos, e tanti altri. Ogni format regala un'atmosfera completamente differente ed emoziona gli ospiti con un suo fascino particolare. 
"Non metteremo mai in piedi spettacoli di semplice intrattenimento con qualche bella performance d'impatto a fare da cornice", racconta Duccio Cantini, che coordina la party crew. "E' e sarà sempre uno show evolutivo, ricco di emozioni e ispirato ai grandi spettacoli internazionali. Cerchiamo sempre di alzare l'asticella della bellezza e del coinvolgimento emotivo per portare il pubblico, per una notte, in altri mondi... siano essi interiori, inferiori o superiori."
Circo Nero Italia, i party a fine aprile e 1 maggio
24/4 Luna Park @ La Capannina - Castiglion della Pescaia (Grosseto)
25/4 Special Party @ Cala Felice - Marina di Scarlino (Grosseto)
26/4 Lumina - Milano marittima (Ravenna)
1/5 Rocca di Montemassi - Montemassi (Grosseto)
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tarditardi · 5 months
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Circo Nero Italia, tra party notturni e pic nic!
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Circo Nero Italia, collettivo di artisti circensi che lavora da tempo al servizio del divertimento di ogni tipo di eventi, torna a far scatenare tutta l'Italia tra fine aprile '24 e l'1 maggio. Sono come sempre tanti appuntamenti, che prendono vita sia di notte, soprattutto in discoteca, sia altrove. Perché si sa che il circo mette insieme grandi e piccini, in situazioni diverse. 
Mercoledì 24/4 ecco il format Luna Park by Circo Nero Italia @ La Capannina - Castiglion della Pescaia (Grosseto), la sera dopo ecco uno  Special Party @ Cala Felice - Marina di Scarlino (Grosseto). Il 26 aprile invece il carrozzone di Circo Nero Italia arriva al Lumina - Milano marittima (Ravenna), mentre l'1 maggio, durante il giorno e non di notte, i performer di Circo Nero Italia regalano emozioni a Rocca di Montemassi, a Montemassi (Grosseto). E' un party che inizia già alle 11:30 con grigliata, Pic Nic, Merende... cose buone da bere, da mangiare, tanta musica (con Franz Navas + Fonzie Dj + U-Bahn) e le performance degli artisti di Circo Nero Italia. Tutti i dettagli sulla pagina Instagram del collettivo coordinato da Duccio Cantini: https://www.instagram.com/circoneroitalia/.
Circo Nero Italia è un collettivo di artisti che lascia il segno ovunque si esibisca, sia sul palco che al di fuori. Guidati dal coordinatore Duccio Cantini, questi performer sono maestri nell'unire elementi diversi come la bellezza e la meraviglia per creare uno spettacolo coinvolgente che intrattiene il pubblico, ma che allo stesso tempo tocca anche il cuore e stimola la riflessione. 
Ristoranti con musica, club, eventi... Non c'è contesto che possa tenere a freno la loro capacità di regalare emozioni al pubblico con la loro multiforme creatività. Per questo loro performance hanno conquistato il mondo e il loro stile è inimitabile. Circo Nero Italia propone, tra l'altro, tanti format diversi: Matador, Circo Nero Classic, Circo Revolution, Woodoo, Los Hermanos, e tanti altri. Ogni format regala un'atmosfera completamente differente ed emoziona gli ospiti con un suo fascino particolare. 
"Non metteremo mai in piedi spettacoli di semplice intrattenimento con qualche bella performance d'impatto a fare da cornice", racconta Duccio Cantini, che coordina la party crew. "E' e sarà sempre uno show evolutivo, ricco di emozioni e ispirato ai grandi spettacoli internazionali. Cerchiamo sempre di alzare l'asticella della bellezza e del coinvolgimento emotivo per portare il pubblico, per una notte, in altri mondi... siano essi interiori, inferiori o superiori."
Circo Nero Italia, i party a fine aprile e 1 maggio
24/4 Luna Park @ La Capannina - Castiglion della Pescaia (Grosseto)
25/4 Special Party @ Cala Felice - Marina di Scarlino (Grosseto)
26/4 Lumina - Milano marittima (Ravenna)
1/5 Rocca di Montemassi - Montemassi (Grosseto)
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ganhosdoelefante · 9 months
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Sofia - 14 de novembro de Ano 3 - Quarta - Doc - 27 anos
06:00 - Acordo e corro:
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07:00 - Volto, tomamos banho e nos arrumamos. 07:40 - Saímos para tomar café; 07:48 - Tomamos café: Baci Dolci Desserts
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08:22 - Trabalhamos.
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12:40 - Almoço rápido:
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13:10 - Volto ao trabalho. 17:00 - Saio. 17:10 - Vamos ao mercadinho do lado do hotel: I Sensi Food&Wine Store
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17:35 - Voltamos ao hotel e tomamos um drink.
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18:00 - Ficamos vendo série. 18;40 - Tomamos banho e nos arrumamos para sair.
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19:30 - Jantamos em frente ao hotel: La Capannina
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21:10 - Voltamos e dormimos.
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agrpress-blog · 9 months
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Il grande giornalista, conduttore e saggista, noto per programmi di divulgazione scientifica come Quark e SuperQuark, con i quali sono cresciute due generazioni di spettatori/spettatrici, avrebbe novantacinque anni. «Il mio corpo è come una macchina. Il motore avrà anche ottantamila km, ma il guidatore ha solo quarantacinque anni» (Piero Angela) «Il suo perfetto autocontrollo e la sua compassata cordialità riflettono in parte la sua indole schiva e in parte sono inscritte nel codice genetico di questo piemontese educato alla razionalità e alla tolleranza» (Gigi Marzullo) «Ho ricevuto un’educazione molto “piemontese”: molto rigida, con principi molto severi, fra cui quello di tenersi sempre un passo indietro, mai esibire» (Piero Angela) «Gli individui che incontrano il maggior successo […] solitamente sono forti dentro e cortesi fuori. È un po’ come per il pianoforte. Ricordo sempre quello che mi diceva la mia vecchia insegnante di pianoforte: “Per aver un buon tocco occorrono dita di acciaio in guanti di velluto. Forse anche nella vita è così» (P. Angela) Nato a Torino nel 1928, diplomato in Pianoforte al Conservatorio, fra il 1949 e il 1952 suona in una band. Si produce, con il nome d’arte “Peter Angela”, in varie sessions nei jazz club torinesi. Notato da Sergio Bernardini, viene invitato a suonare nella serata d’inaugurazione del celebre locale di Viareggio “La Capannina”. All’inizio degli anni Cinquanta forma, insieme al batterista Franco Mondini, un trio jazz in cui si alternano vari contrabbassisti. Al trio si aggiungeranno sovente solisti di richiamo (Nini Russo, Franco Pisano, Nunzio Rotondo e Rex Stewart, ex cornettista del grande Duke Ellington). Insieme a F. Mondini, farà poi parte del quartetto di N. Rotondo. Suona anche con l’amico Franco Cerri. Nel ’52 abbandona l’attività musicale professionistica per dedicarsi esclusivamente al giornalismo. Ciononostante rimarrà un cultore del jazz e, ogni volta che una puntata di un programma da lui condotto ha affrontato argomenti connessi con la musica, non ha perduto occasione per esibirsi al pianoforte (da solista o insieme a jazzisti professionisti). «Nella nostra musica c’è la passione, una specie di virus che continua negli anni e non finisce mai. Allora la cosa interessante è che i musicisti che amano il jazz magari fanno il loro lavoro […], ma poi si ritrovano dopo per suonare […]. Questo perché la musica jazz è creativa, mentre la musica classica è esecutiva, cioè i musicisti eseguono la partitura non scritta da loro. Nel jazz si è autori, compositori e improvvisatori in tempo reale. E la musica che esce è sempre diversa. È questo che diverte, la creatività» (P. Angela) Nell’estate ’52 comincia la sua carriera giornalistica in Rai - circa un anno e mezzo prima che la Rai, dal gennaio del ’54, cominciasse a trasmettere in tv – come cronista radiofonico, divenendo poi inviato – prima da Parigi (dal ’56 al ’66) e poi da Bruxelles (dal ’66 al ’68) - ed infine conduttore del telegiornale. Nel ’67-68 è anche inviato di guerra; in Iraq durante la Guerra dei sei giorni – dove viene arrestato insieme ad altri giornalisti e rilasciato poco dopo – e in Vietnam, dove intervista soldati americani e contadini. Nel ’68, insieme al collega ed amico Andrea Barbato (1934-1996), conduce la prima edizione del Telegiornale nazionale delle ore 13.30 e, otto anni dopo, nel ’76, sarà il primo conduttore del Tg2. Alla fine degli anni Sessanta, influenzato dalla produzione documentaristica di Roberto Rossellini, realizza una serie di documentari dal titolo Il futuro nello spazio, sul tema del Programma Apollo. Nel corso delle riprese effettuate negli Stati Uniti realizza anche numerosi collegamenti in diretta per la Rai in occasione del lancio del vettore Saturn V, che, nel luglio 1969, porterà i primi astronauti sulla luna. Ha così inizio così la sua lunga ed intensa attività di divulgazione scientifica che, negli anni Settanta, prima ancora dei celebri
Quark (1981-1995) e SuperQuark (1995-2022), lo porterà a produrre numerosi programmi d’informazione: Destinazione uomo (1971, dieci puntate), uno fra i primi programmi televisivi di questo tipo (rivolto non agli “addetti ai lavori”, bensì ad un pubblico generalista), Da zero a tre anni (1971, tre puntate), Dove va il mondo? (1971, cinque puntate), Nel buio degli anni luce (1972, otto puntate), Indagine critica sulla parapsicologia (1978, sette puntate), Nel cosmo alla ricerca della vita (1980, cinque puntate). Pertanto, la sua notorietà è indissolubilmente connessa alla realizzazione di programmi televisivi di divulgazione scientifica di tipo anglosassone, con i quali ha fondato, per la televisione italiana, una solida tradizione documentaristica (i già citati Quark e SuperQuark, ed i programmi derivati). «Il titolo Quark è un po’ curioso, lo abbiamo preso in prestito dalla fisica, dove molti studi sono in corso su certe ipotetiche particelle subnucleari chiamate appunto “quark”, che sarebbero i più piccoli mattoni della materia finora conosciuti. Èquindi un po’ un andare dentro le cose» (P. Angela, 1981, nella prima puntata di Quark) La formula di Quark era all’epoca molto innovativa. Venivano messi in campo tutti i mezzi tecnologici a disposizione e le risorse della comunicazione televisiva per rendere familiari i temi affrontati: i documentari della BBC e di David Attenborough, i cartoni animati di Bruno Bozzetto, utilizzati per illustrare i concetti più difficili, le interviste con gli esperti esposte nel linguaggio più chiaro possibile (sia pur trattandosi, ovviamente, di argomenti molto complessi), le spiegazioni in studio. Dal programma base nascono numerosi spin-off: documentari naturalistici (Quark speciale e Il mondo di Quark), finanziari (Quark Economia) e politici (Quark Europa). Nel 1984 il suo progetto Pillole di Quark, spot di trenta secondi su argomenti tecnici, scientifici, educativi, sociali e medici, in onda su RaiUno. Nel 1986-87 conduce, dal Palazzetto dello Sport di Torino, di fronte ad oltre ottomila spettatori, due prime serate su RaiUno sulle questioni del clima: atmosfera ed oceani, cui faranno seguito tre serie televisive che sfrutteranno le nuove tecnologie di rappresentazione grafica tramite computer. Nel 1988 viene realizzato Quark Italiani, una serie di documentari di natura, ambiente, esplorazione, mondo animale prodotti e realizzati da autori italiani, fra i quali suo figlio Alberto (classe 1962), che realizza alcuni documentari in Africa. Seguono viaggi dentro il corpo umano - La macchina meravigliosa (1989, otto puntate) -, nella preistoria – Il pianeta dei dinosauri (1993, quattro puntate -, nello spazio - Viaggio nel cosmo (1998, sette puntate). Tali serie, realizzate in collaborazione con lo stesso Alberto Angela, verranno tradotte in inglese e vendute in oltre quaranta Paesi (in Europa, in America ed in Asia). Nella sua autobiografia (2017) P. Angela descrive le circostanze che portarono alla nascita di SuperQuark, quando per contrastare la concorrenza con Mediaset, era necessario avere in prima serata un programma forte che arrivasse fino al telegiornale della notte: «Alcuni programmi “pigliatutto” erano già cominciati da tempo, e Brando Giordani, allora direttore di Rai1, mi telefonò chiedendomi di fare un Quark di due ore, anziché di una». Nel ’95 nasce così SuperQuark, nel corso del quale, nel giugno del ’99, vengono celebrate le duemila puntate del Progetto Quark. Dello stesso anno sono anche gli Speciali di SuperQuark, serate monotematiche su argomenti di grande interesse sociale, psicologico e scientifico, e la collaborazione al programma Domenica in, in cui P. Angela è stato conduttore di uno spazio dedicato alla cultura. Due anni avanti, nel ’97, da una costola di Quark era nato Quark Atlante - Immagini dal pianeta. A partire dal 2000, Piero e Alberto Angela sono autori di Ulisse, programma a puntate monografiche che riguardano scoperte storiche e scientifiche.
Contemporaneamente all’attività divulgativa in televisione, P. Angela ha anche svolto attività editoriale, sempre a contenuto informativo. È stato per lungo tempo curatore della rubrica “Scienza e società” sul settimanale «TV Sorrisi e Canzoni»; è stato inoltre curatore e supervisore del mensile «Quark», da lui stesso fondato nel 2001 e che ha cessato le pubblicazioni nel 2006 per mancanza di fondi. Il mensile, ispirandosi al programma televisivo omonimo, affrontava argomenti scientifici in maniera accessibile al pubblico. È anche autore di oltre trenta libri, la maggior parte fra i quali tradotti in inglese, in francese, in tedesco ed in spagnolo, con una tiratura complessiva di più di tre milioni di copie. «Ho sempre cercato, nelle mie trasmissioni, di inserire elementi di “incontro” con il pubblico, dal linguaggio alle “trovate”, dagli esempi alle “battute”, rifiutando quella finta “serietà” tanto cara all’ufficialità italiana in ogni campo. Io credo che la serietà debba essere nei contenuti, non nella forma» (P. Angela) «Quando un lettore (o ancor più un telespettatore) non capisce, la colpa non è sua, ma di chi non ha saputo comunicare. Cioè dell’autore. È stato lui a cacciarlo via […] quando sono in moviola, se ho dei dubbi sulla chiarezza di un passaggio o di una sequenza, chiamo il primo che passa nel corridoio (un montatore, una segretaria, un passafilm), mostro la sequenza e chiedo il loro parere. Se vedo un’ombra di dubbio nei loro occhi, rismonto e ricomincio da capo. Perché vuol dire che avevo sbagliato io» (P. Angela) «Per comunicare la divulgazione deve saper affrontare alcuni problemi. Da un lato comprendere nel modo giusto le cose interpretandole adeguatamente per trasferirle in un diverso linguaggio. Dall’altro essere non solo chiari, ma anche noiosi, pur mantenendo integro il messaggio (anzi, non aver paura di essere divertenti: l’umorismo è uno sei compagni di strada dell’intelligenza). Per queste ragioni, paradossalmente, si può dire che è più difficile… essere facili. Tutti, infatti, sono capaci di parlare o di scrivere in modo oscuro e noioso […], Non solo, ma alla chiarezza, solitamente, deve accompagnarsi un’ulteriore fatica: la concisione. Curiosamente oggi si parla molto di partecipazione, intesa come uno strumento di sviluppo democratico, ma raramente si parla di divulgazione come condizione essenziale per capire e quindi per partecipare. La democrazia non può basarsi sull’ignoranza dei problemi, perché uno dei suoi grandi obiettivi è proprio quello di rendere i cittadini responsabili e consapevoli, in modo che possano esercitare i loro diritti utilizzando al meglio la loro capacità di capire» (P. Angela) Fra i suoi numerosi libri, tutti di carattere scientifico-divulgativo, ricordiamo Nel cosmo alla ricerca della vita (1980), La macchina per pensare (1983), Oceani (1991), La sfida del secolo (2006), Perché dobbiamo fare più figli (2008), scritto con L. Pinna, A cosa serve la politica? (2011), Dietro le quinte della Storia. La vita quotidiana attraverso il tempo (2012), scritto con A. Barbero, Viaggio dentro la mente: conoscere il cervello per tenerlo in forma (2014), Tredici miliardi di anni. Il romanzo dell’universo (2015), Gli occhi della Gioconda (2016). Nel 1986 scrive il soggetto e collabora alla sceneggiatura del film Il giorno prima (1987) di Giuliano Montaldo, con Burt Lancaster, sulla minaccia della guerra atomica. Nel 2004 riceve il titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Nel 2017 pubblica il libro autobiografico Il mio lungo viaggio. «Ho sempre avuto reticenza a parlare di me. Ora che mi avvicino ai novant’anni comincio a pensare che sono stato testimone diretto di tanti eventi piccoli e grandi e forse alcuni di questi potevano interessare». Ancora molto attivo nonostante l’età avanzata, fino all’ultimo conduce SuperQuark estate (tutti i mercoledì sera di giugno, luglio e agosto). Nel corso della puntata del 6 luglio 2022 annuncia
di aver raggiunto il traguardo dei settant’anni di carriera in Rai: «C’è da dire una cosa. Perché se è vero che la regina Elisabetta ha festeggiato da poco il suo giubileo di settant’anni dall’incoronazione, dobbiamo dire cha anche noi, molto più modestamente, festeggiamo settant’anni. Io in particolare con il programma di oggi arrivo a un dato preciso. Saranno settant’anni che lavoro ininterrottamente per la Rai. Dal 1952, quando non c’era ancora la televisione, sono qui al lavoro». Il 13 agosto 2022, poco dopo la sua morte, la Rai ha pubblicato un messaggio di congedo di Piero Angela ai suoi telespettatori/telespettatrici, scritto nei giorni precedenti e destinato ad esser diffuso tramite i canali social di SuperQuark: «Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo settant’anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia, sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco jazz al pianoforte…). Ma anche sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio. Piero Angela».
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Capodanno Capannina Forte dei Marmi: La tua Notte di Capodanno Perfetta
Festeggia il Capodanno alla Capannina di Forte dei Marmi, uno dei locali più rinomati della Versilia. Con un programma ricco di eventi, musica dal vivo e un'atmosfera unica, è il posto ideale per accogliere l'anno nuovo con stile. Scopri tutte le opzioni per una serata indimenticabile e prenota il tuo posto visitando capodanno capannina forte dei marmi.
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giancarlonicoli · 9 months
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15 dic 2023 13:46
“AVEVO TUTTO, LE DUE DONNE PIÙ BELLE D’ITALIA, VANONI E SANDRELLI, E NON SENTIVO PIÙ NIENTE” - GINO PAOLI, IN UNA BOMBASTICA INTERVISTA CON ALDO CAZZULLO SUL "CORSERA" RACCONTA I MOTIVI CHE LO SPINSERO A SPARARSI AL CUORE - L’ALCOL, LA DROGA, IL CAZZOTTO DEL "BOSS DEL BRENTA" FELICE MANIERO, TENCO A LETTO CON LA SANDRELLI, LUCIO DALLA ("MAI PENSATO FOSSE GAY. SECONDO ME È POSSIBILE CHE FOSSE IL FIGLIO DI PADRE PIO"), "L’ORGASMO" DEL CIELO IN UNA STANZA, GLI INSULTI AL PUBBLICO ALLA "BUSSOLA", LA MORFINA DI CHET BAKER E ORNELLA VANONI CHE “MI HA INSEGNATO IL SESSO”… - VIDEO
Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera - Estratti
Gino Paoli, il miracolo italiano comincia nel 1958 con «Volare» di Modugno, e finisce nel 1963 con la sua «Sapore di sale».
«La scrissi in mezz’ora, come se qualcuno me la stesse dettando. Erano anni meravigliosi, anche gli operai avevano le 1500 lire per andare alla Capannina, e si pensava sarebbe durata per sempre. Io però vedevo già nuvoloni all’orizzonte».
E il primo segnale della crisi furono le dissonanze di pianoforte inserite da Ennio Morricone nell’attacco di «Sapore di sale».
«Un genio, allora non ancora famoso: per averlo dovetti litigare con la produzione. Ma l’inizio tambureggiante si deve alla chitarra basso del fratello di Little Tony».
Nell’anno in cui uscì la canzone forse più bella mai scritta da un italiano, lei si sparò al cuore.
«Avevo tutto, e non sentivo più niente. Le due donne più belle d’Italia, Ornella Vanoni e Stefania Sandrelli, erano innamorate di me. In garage avevo una Porsche, una Ferrari e una Flaminia Touring. Cos’altro potevo avere? Volevo vedere cosa c’era dall’altra parte».
E togliersi la paura della morte?
«La morte non mi fa paura. Il mio amico della vita, Arnaldo Bagnasco, era semmai convinto che fossi depresso per l’incidente stradale in cui era rimasto ucciso un giovane musicista. Io invece penso che la molla decisiva sia stata la guerra».
(…)
Lei Paoli non era comunista?
«Sono convinto che i beni dell’intelletto e della natura vadano messi in comune. Ma il comunismo doveva essere una tappa verso la libertà, l’anarchia. “Anarchie avec une A grande comme amour”, diceva Léo Ferré».
Nel libro c’è anche un ritratto di Léo Ferré.
«La moglie, stanca di tradimenti, lo lasciò, e per sfregio sparò ai suoi due cani. Gli uccise anche la scimmia Pépée, che Léo adorava».
Da ragazzo lei tirava di boxe.
«Mio padre mi disse: se le buschi, il resto te lo do io. Nella Genova del dopoguerra saper fare a botte era una necessità».
È vero che fece a pugni pure con Felice Maniero?
«La criminalità ha sempre costeggiato il mondo dello spettacolo. Maniero stava picchiando una donna. Lo fermai, e mi diede un cazzotto perfetto, bellissimo, dritto al mento. A quel punto gli dissi: andiamo fuori e regoliamo la faccenda. Fu arrendevole: “Quella donna è mia moglie, mentre ero in galera mi ha tradito con i miei amici. Se ora tu e io combiniamo casini, mi riportano dentro...”».
E lei?
«Obiettai che non poteva picchiare la moglie nel locale dove cantavo io; e finì lì. Ma la voce si sparse, Memo Remigi mi disse: “Sei matto Gino a fare a pugni con il capo della mala del Brenta?”. In galera invece sono finito io, ma un’altra volta: picchiai uno che stava bastonando un cane».
Diede mai un cazzotto perfetto pure lei?
«Sì, a un tizio che vedendomi passare si era toccato le palle. Vestivo di scuro, portavo occhiali scuri: girava la voce che portassi sfiga. Lo centrai in pieno volto, poi gli dissi: hai visto? La sfiga è arrivata davvero».
Perché scrive che lo spettacolo è un mondo di m.?
«Perché è tutto apparenza. Oggi peggio di ieri. Ieri avevamo Mina e la Vanoni. Oggi emergono le cantanti che mostrano il culo».
Ha mai fatto a botte per politica?
«Nel luglio 1960 c’ero anch’io nelle strade di Genova. Del governo Tambroni non ci importava nulla. Ma quando sapemmo che in città per il congresso del Msi sarebbe tornato l’ex prefetto Basile, quello aveva compilato le liste dei deportati in Germania, capimmo che dovevamo batterci».
Torniamo alla notte dell’11 luglio 1963. Perché si sparò al cuore?
«Provo con i barbiturici, il Nembutal, annaffiati con il calvados, ma non mi fanno niente. Penso di gettarmi di sotto; ma non voglio dare a mia madre il dolore di vedere un figlio straziato. Mi ricordo di avere due pistole. Faccio le prove sparando con la Derringer calibro 5 dentro un libro bello spesso, e vedo che il proiettile entra in profondità. Così mi corico sul letto, e mi sparo. Non alla testa, sempre per non dare quel dolore a mia madre. Al cuore».
Come è sopravvissuto?
«Il proiettile si fermò nel pericardio. È ancora lì, e mi tiene compagnia; ha anche smesso di suonare al metal detector. Meglio così. Ogni volta spiegavo: ho una pallottola nel cuore. E nessuno mi credeva».
Chi venne da lei in ospedale?
«Ho una foto con Rita Pavone e Teddy Reno al mio capezzale. Ornella passò di notte, per non dare nell’occhio. Nel corridoio Luigi Tenco ripeteva sconsolato: non si fanno queste cose...».
Si disse che lei si era sparato perché aveva scoperto la storia tra Tenco e Stefania Sandrelli.
«Quello accadde dopo. Luigi mi telefonò: “Sono a letto con Stefania”. La presi malissimo e ruppi con entrambi. Se non l’avessi fatto, lui sarebbe ancora vivo. Quella sua telefonata non nasceva da una vanteria maschile, ma da un senso di protezione. Tenco era legatissimo alla mia prima moglie, Anna. Era il suo modo di dirmi che Stefania non era la donna giusta per me».
Com’era Tenco?
«Lui e io ci siamo fatti l’immagine di poeti maledetti perché nei locali, anziché corteggiare le ragazze, ci mettevamo in un angolo immusoniti e tenebrosi, alla James Dean, con il pugno sulla tempia, così (Gino Paoli per un attimo diventa Tenco immusonito). Così le ragazze arrivavano. Non ho mai corteggiato una donna; erano loro a venire da me».
In realtà?
«In realtà Luigi Tenco era un gigantesco cazzone. Divertentissimo. Adorava gli scherzi».
Quali scherzi?
«Il suo preferito era quello della cravatta: si avvicinava sorridendo, ti poggiava una mano sulla spalla, ti faceva parlare, e intanto con le forbici ti tagliava la cravatta. Una volta, dopo aver visto un film su un suicidio, rifacemmo la scena madre su un tetto di Genova: io fingevo di volermi gettare di sotto, lui di trattenermi. Dovemmo smettere perché si era creata una folla in attesa...».
Che idea si è fatto della morte di Tenco?
«Un colpo di teatro non riuscito. Come se avesse voluto imitare me: spararsi, e restare vivo. Andava molto una droga arrivata dalla Svezia, il Pronox, che ti dava un senso di sdoppiamento, come se non fossi più responsabile di te stesso... Appena arrivò la notizia mi precipitai a Sanremo. Il festival andava fermato; e se fossi stato in gara sarei riuscito a fermarlo. Incontrai Lucio Dalla, e lo attaccai al muro».
Perché?
«Avrebbe dovuto ritirarsi. Tanto più che la sua canzone si intitolava “Bisogna saper perdere”. E tanto più che tutti collegavano Lucio a me».
Dalla in effetti ha sempre riconosciuto che fu lei a convincerlo a cantare.
«Avevo semplicemente capito che era un genio. D’estate giravamo a torso nudo su una decapottabile, e si formavano resse per vederci: entrambi pelosissimi, non eravamo un bello spettacolo. Dividevamo la stanza, a volte il letto, senza che mi sia mai venuto il dubbio che Lucio fosse omosessuale. La prima volta che lo portai in uno studio discografico, chiese di abbassare le luci. Nella penombra lo vidi cantare nudo, con le mutande in testa».
Guccini racconta che a Bologna girava una voce: Dalla era figlio di padre Pio.
«Secondo me è davvero possibile. Di sicuro la madre lo lasciava tre mesi all’anno in convento da padre Pio».
Guccini dice pure che la canzone italiana d’autore comincia con «Il cielo in una stanza».
«È la storia di un orgasmo. Poco importa se con una prostituta — io sono della generazione dei casini, dove ebbi la mia iniziazione a sedici anni —, con la donna che ami, o da solo. È la stessa cosa. E mentre inizia è già finita».
Mogol fece cantare «Il cielo in una stanza» a Mina.
«Io ero contrario, la consideravo un’urlatrice. Non avevo capito nulla. Ma è vero che Mina diventa Mina con quella canzone. Quando finì di inciderla scoppiò a piangere».
E Celentano?
«Un bambino di quasi 86 anni. Candido. Mi offrì di entrare nel suo clan. Gli chiesi: chi comanda in questo clan? Adriano rispose: io».
E lei?
«Dissi: no grazie, non potrei stare in un clan dove non sia io a comandare».
L’incontro con la Vanoni?
«Primavera 1960. Avevo già scritto “La gatta”. Sono alla Ricordi, al pianoforte. Alzo lo sguardo e vedo questa splendida donna, la voce sensuale, le mani grandi, che mi chiede di comporre una canzone per lei».
Era Ornella.
«Io le ho insegnato a cantare: senza di me avrebbe continuato con le canzoni della mala con cui lei, di famiglia borghese, non c’entrava nulla. Ornella mi ha insegnato il sesso. Ero pieno di sensi di colpa. Con lei ho imparato a parlare facendo l’amore. Prima andavo a letto con chiunque respirasse; con Ornella ho scoperto la libertà e la naturalezza».
È noto che a lei avevano raccontato che la Vanoni fosse lesbica, e alla Vanoni che lei fosse gay.
«Eravamo in un bar di Milano. Un bar brutto, camerieri scortesi. Glielo chiedo con il cuore in gola: ma a te piacciono le donne? Ornella trema, mi risponde di no, e mi chiede: ma a te piacciono gli uomini? Ci baciamo con passione, la porto in un albergo che frequentavo, pieno di prostitute, e ci chiudiamo in camera».
Lei però era già sposato.
Con Anna. Ero alla Bussola con mia moglie, e arriva Ornella, che la vede, si intristisce, e balla per tutta la sera con Sergio Bernardini, piangendogli sulla spalla. Poi vado in albergo a Viareggio, e scopro che pure Ornella ha preso una camera lì. Presagisco il disastro e chiedo al portiere di svegliarmi alle 7, per tenere la situazione sotto controllo. Ma quel disgraziato non mi sveglia, e quando scendo in giardino per colazione le trovo tutte e due, Ornella e Anna, sedute su un dondolo che mi dicono: “Adesso devi scegliere. O una o l’altra”».
E lei?
«Le ho mandate tutte e due al diavolo, e me ne sono andato».
(...)
Ogni tanto lei insultava il pubblico.
«Alla Bussola inizio il concerto con “Non andare via”, la mia versione del capolavoro di Jacques Brel. Il pubblico rumoreggia: “Fai le tue canzoni!”. Lo accontento, e poi lo mando a quel paese: “Imbecilli! Se non capite Brel, non capite neppure me”. In platea c’erano Agnelli e Moratti. Presagisco un altro disastro».
Invece?
«La sera dopo c’era una folla enorme, non si riusciva a entrare. Tutti i borghesi erano lì per farsi insultare da Gino Paoli».
Altre volte cantò dando le spalle al pubblico.
«Comincio “Il cielo in una stanza”, e tra una strofa e l’altra un tizio in prima fila grida: Chiove a zeffunno! “Quando sei qui con me…”. E quello: Chiove a zeffunno! “Questa stanza non ha più pareti…”. Chiove a zeffunno! Dovetti fermarmi e chiedergli: si può sapere cosa vuoi? Voleva una canzone napoletana – chiove a zeffunno vuol dire piove a dirotto – che non avevo mai sentito. Me ne andai».
Poi arriva il ’68, e lei si ritira dalle scene, sul serio.
«Era una falsa rivoluzione. Non mi apparteneva. E mio padre mi aveva insegnato che, quando non si ha niente da dire, si deve tacere. Così mi ritirai a Levanto, dove aprii un locale».
E si diede alla droga.
«Ne ero diventato prigioniero. Per due anni. Avevo iniziato con un canna, per recuperare la voce. Poi ho provato cose sempre più pesanti. Ma quando hanno arrestato il mio pusher, ho smesso. Non per virtù; per necessità».
Con l’alcol è stata più dura.
«Per vent’anni mi sono scolato una bottiglia di whisky al giorno. Ora, come vede, non bevo neppure il pigato».
Nel libro però rimpiange di non aver salvato la persona che amava di più.
«Mio fratello Guido — un fisico, intelligentissimo — sprofondò nell’alcol senza che io me ne accorgessi».
E nella sua vita entrò la donna che ora è sua moglie, Paola.
«Aveva quindici anni. La respinsi: non volevo finire di nuovo in galera. Tornò quando ne aveva compiuti sedici. All’epoca avevo una donna in ogni città: Paola le affrontò tutte. La rivale più pericolosa, quella di Torino, quasi una fidanzata, la mise in fuga sguainando un coltello a serramanico».
È vero che dai discografici si faceva pagare in case?
«Era l’unico modo per non dissipare tutto. I primi concerti me li pagavano in contanti, io infilavo i soldi in un sacco e lo rovesciavo sul tavolo di casa: chi voleva si serviva. Firmai il primo contratto a Milano con la Ricordi, uscii dalla Galleria, c’era una bancarella di tartufi che cominciai a sgranocchiare come caldarroste. Poi entrai in una concessionaria d’auto e comprai una Austin-Healey 3000, con il cambio all’inglese che non sapevo usare. Feci mezza Milano-Genova in prima; a Voghera fusi il motore. Le piace questa casa?».
Dal terrazzo si vede la Liguria da Portofino a Bergeggi.
«Metà me l’ha comprata la Rca, l’altra metà la Cgd. Altrimenti non mi sarebbe rimasto nulla».
Anche Califano cominciò la sua carriera grazie a lei.
«Un talento pazzesco, purtroppo rovinato dalla droga».
Come Chat Baker.
«In Versilia aveva trovato un medico che gli passava farmaci con la morfina. Solo che doveva bucarsi più volte al giorno. Andò in crisi, non si trovava un angolo di pelle dove iniettargli il metadone: alla fine lo bucarono qui, sotto l’occhio, e lo salvarono».
Come trova la Meloni?
«Piccola, dura, tosta. Sono contento che ci sia una donna a Palazzo Chigi. Dovremmo eleggerne di più».
Perché?
«Perché sono più intelligenti. Vale anche per i cani, sa? Io ho solo femmine: Nana, una bulldog; Lula, una labrador; Leila, una lupa cecoslovacca».
E a sinistra chi le piace?
«La Schlein è un mistero: non conosco la sua storia, non capisco come guida il partito. Trovo interessante Greta Thunberg. La barca affonda, e a bordo ci siamo tutti».
Grillo?
«È un amico. Come Antonio Ricci e Renzo Piano. E gli amici non si giudicano. È un idealista che voleva davvero fare qualcosa per il Paese; come l’abbia fatto, è un altro discorso».
Gino Paoli con Beppe Grillo nel 2014 sul palco del Politeama Genovese, a Genova, per una serata ricordo per l’autore televisivo Arnaldo Bagnasco (Ansa)
L’anno prossimo lei compirà novant’anni.
«Festeggerò abbracciando il Cristo degli abissi, nel mare di San Fruttuoso. Fino al Covid lo facevo ogni estate, in apnea. Ora ricomincio».
L’aldilà esiste?
«Non ne ho la certezza, ma la convinzione sì. Un fiore muore e rinasce. Perché noi no? Ma della nostra coscienza che sarà? È da quella notte del luglio 1963 che vivo con questa curiosità».
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justmythings-stuff · 1 year
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Pure una delle sere in cui l’abbiamo sfamato misà 😂😂
Alla Capannina mai controllato, ci rinuncio in partenza😂
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"A Tavola sulla spiaggia 2023"
Domenica 9 luglio 2023, in Capannina di Franceschi a Forte dei Marmi, la cerimonia di premiazione della 31 edizione di 'A tavola sulla spiaggia' la kermesse ideata da Gianni Mercatali e presentata dalla giornalista enogastronomica Annamaria Tossani.
Il “piatto Forte” che si è aggiudicato lo Scolapasta di Petruzzi&Branca Argentieri è stato quello della coppia Diego Bosoni e Caterina Genovesi che hanno presentato “pasta fredda in gazpacho di mare”.
Iris Peynado, celeberrima attrice negli anni ’80,
insieme al marito Primo Mariotti, hanno proposto un’esotica “ensalada de Guandules dominicanos”, piatto tipico del suo Paese d’origine guadagnando il Premio Parmigiano Reggiano e il Premio La Capannina di Franceschi.
I premi di categoria sono andati per gli antipasti a Ilaria Lotti col "Vulcano di alici", per i primi piatti a Carolina Spinelli con le "Melanzane d'amare", mentre il premio per i secondi e stato assegnato a Carlo Nesi col "Tonno tonnato", nei dessert invece il riconoscimento è andato a Fausto Barbini col "Cheesecake di gorgonzola".
Romina Marovelli col suo formaggio "Il Bagiolo" è stata incoronata per il prodotto Km 0, Barbara Bindella Gabbiazzi e Alessia Grassi premiate per la ricetta di famiglia grazie alla "Torta di nonna Maria".
A conclusione della premiazione il patron della manifestazione Gianni Mercatali, ha annunciato che nel 2024 inviterà a concorrere i vincitori che hanno fatto la storia di questo piacevole, gustoso e coinvolgente, appuntamento.
Riccardo Rescio I&f Arte Cultura Attualità
La Capannina di Franceschi - Forte dei Marmi Ministero delle Imprese e del Made in Italy Ministero della Cultura Ministero del Turismo ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo
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discotecheversilia · 3 months
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Jerry Calà Capannina
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tarditardi · 6 months
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Circo Nero Italia: 8 party ad aprile tra Toscana, Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna
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Dopo un periodo pasquale di grande attività, Circo Nero Italia, il collettivo di artisti circensi che lavora da tempo al servizio del divertimento di ogni tipo di eventi, torna a far scatenare tutta l'Italia ad aprile '24. Mentre scriviamo gli artisti di Circo Nero Italia, coordinati come sempre da Duccio Cantini, sono impegnati in ben 8 eventi, sparsi tra Toscana, Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna.
Circo Nero Italia è un collettivo di artisti che lascia il segno ovunque si esibisca, sia sul palco che al di fuori. Guidati dal coordinatore Duccio Cantini, questi performer sono maestri nell'unire elementi diversi come la bellezza e la meraviglia per creare uno spettacolo coinvolgente che intrattiene il pubblico, ma che allo stesso tempo tocca anche il cuore e stimola la riflessione. 
Ristoranti con musica, club, eventi... Non c'è contesto che possa tenere a freno la loro capacità di regalare emozioni al pubblico con la loro multiforme creatività. Per questo loro performance hanno conquistato il mondo e il loro stile è inimitabile. Circo Nero Italia propone, tra l'altro, tanti format diversi: Matador, Circo Nero Classic, Circo Revolution, Woodoo, Los Hermanos, e tanti altri. Ogni format regala un'atmosfera completamente differente ed emoziona gli ospiti con un suo fascino particolare. 
"Non metteremo mai in piedi spettacoli di semplice intrattenimento con qualche bella performance d'impatto a fare da cornice", racconta Duccio Cantini, che coordina la party crew. "E' e sarà sempre uno show evolutivo, ricco di emozioni e ispirato ai grandi spettacoli internazionali. Cerchiamo sempre di alzare l'asticella della bellezza e del coinvolgimento emotivo per portare il pubblico, per una notte, in altri mondi... siano essi interiori, inferiori o superiori."
Circo Nero Italia  gli show già confermati ad aprile 2024
6/4, 12/4 Circo Nero Classic @ Cobra Food & Drink Pietrasanta - Lucca
12/4 Circo Nero Classic @ Teatro Posillipo Napoli
13/4 Circo Revolution @ Circus beatclub Brescia
13/4 Ciro Nero Italia Private party - Siena
24/4 Luna Park @ La Capannina - Castiglion della Pescaia (Grosseto)
25/4 Special Party @ Cala Felice - Marina di Scarlino (Grosseto)
26/4 Lumina - Milano marittima (Ravenna)
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ganhosdoelefante · 1 year
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Capri -  13 de Novembro de Ano 2 - Domingo - Crítica - 26 anos
07:40 - Acordo, tomo banho e me arrumo. 08:30 - Tomo café na rua: Caffè Manari
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09:00 - Volto ao hotel e participo de uma palestra da LV:
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12:40 - Temos um almoço no hotel:
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14:00 - Me despeço e tiro uma soneca. 16:00 - Curto uma sauna:
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Depois, faço massagem.
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18:40 - Volto, tomo banho e me arrumo para jantar. 19:30 - Jantamos, só eu e Ber: La Capannina Wine-Bar
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Bebemos um drink antes de jantar.
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20:30 - Jantamos: Pescheria Le Botteghe
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22:00 - Voltamos e dormimos (LLL).
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italiaefriends · 1 year
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"A Tavola sulla spiaggia" Premiazione domenica 9 luglio 2023"
Domenica 9 luglio 2023, in Capannina di Franceschi a Forte dei Marmi, la cerimonia di premiazione della 31 edizione di ‘A tavola sulla spiaggia’ la kermesse ideata da Gianni Mercatali e presentata dalla giornalista enogastronomica Annamaria Tossani.Il “piatto Forte” che si è aggiudicato lo Scolapasta di Petruzzi&Branca Argentieri è stato quello della coppia Diego Bosoni e Caterina Genovesi che…
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