Tumgik
#chili ti amo
8iunie · 1 year
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via Victoria’s Instagram story, 25.04.2023
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icarodamiano · 2 years
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via vicdeangelis Instagram story — October 15, 2022
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tutyayilmazz · 2 years
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EVERYBODY STOP WHAT YOU'RE DOING CHILI IS 2 YEARS OLD yesterday 🥳🗣💕💗💖💘💞
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f1version · 1 year
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BIRTHDAY POSTS ★ CS55
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pairing: carlos sainz jr x gf!reader
summary: Five birthday posts that show how you and Carlos always loved each other.
notes: this short smau was supposed to be posted earlier but i just checked and tumblr didn’t post it (i did scheduled it, i think it glitched or something) anyways enjoyyy <3
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yourusername Ostiaaaa feliz legalidad Chili, no tomes mucho!!!!! ❤️18❤️✨🌹🇪🇸🍻 [ happy legality Chili, don't drink too much!! ]
September 1, 2011
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carlossainz55 Tomar?! Eso no es lo mío 😂🤐 [ drink?! that’s not my thing ]
yourusername No te lo crees ni tú cabróncito!!! 😂😂 [ not even you believes that ]
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yourusername Felices 20 a mi piloto y rapero favorito🏎️✨ [ happy 20 to my favorite driver and rapper ]
September 1, 2015
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carlossainz55 Noooo 😂😂
yourusername Tú perdiste la apuesta, aguanta!! [ you lost the best, deal with it! ]
carlossainz55 La venganza será dulce [ revenge will be sweet ]
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yourusername 25 years loving you!! Happy birthday Chili🎂💓
September 1, 2019
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landonorris Get in line he loves me more 🙄
yourusername Pero a quién le da besitos??🙄 [ but who does he kiss??? ]
landonorris @ carlossainz55 i need translation🙏
carlossainz55 🤫🤫 Google it
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yourusername Preferisci l'italiano? Tanti auguri, amore mio 💘💘 [ do you prefer italian? happy birthday, my love ]
September 1, 2021
carlossainz55 Ti amo per sempre ❤️
yourusername ❤️❤️❤️
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yourusername 29 years of being my best friend, 10 of being my kissing buddy 💋🥂
September 1, 2023
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carlossainz55 😘😘😘
yourusername 😘😘
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cozy christmas – carlos sainz
tis the season for cookie decorating, snow, and all other cliches
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yourusername walkin in a winter wonderland 🤍
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yourbff have fun you two 🫶🏼
charles_leclerc chili 🌶️ in the chilly weather 🥶
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carlossainz55
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carlossainz55 home for christmas 🎄
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anasainzvdec los extraño a ambos [missing you both]
carlos4eva carlos ice skating???? what can't he do??
yourusername ice skate 😳
carlossainz55 hey 😠
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yourusername mine vs carlossainz55
like if mine is better, comment if carlos did better 🫣
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sai55wdc not his own team voting against him 😭😭😭
carlossainz55 landonorris i guess this means carlando is over 😔💔
landonorris i cant defend you when the cookies look like that mate
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carlossainz55
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carlossainz55 👩‍❤️‍💋‍👨⛄️🤍
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carlos.effect STFU the tags in the second photo 😭😭😭
yourusername te amo 🥹
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yourusername best gift ever 🎁🫶🏼
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carloscontent the hats or carlos??
yourusername both 😉
carmenmmundt love the hats 😂
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i tried to channel soft launch/private not secret aesthetic but i might've missed the mark completely LOL
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perpassareiltempo · 2 years
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E mi chiede, come va? Potrei dire: adesso che ti vedo capisco quanto mi sei mancata, e la sola idea che tu sparisca di nuovo mi fa morire, ti amo, ti amo, ti amo e se mi rispondi `sarai mica scemo´, giuro che mangio tutti questi pesci crudi e due chili di pane con la mollica poi mi butto nella pozza gelida, mi verrà una congestione, annegherò e avrai rimorso tutta la vita. Alla fine dico soltanto: va bene, insomma, e tu?
Stefano Benni - Saltatempo
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anocturnalanimal · 1 year
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«Stai per compiere ottantadue anni. Sei rimpicciolita di sei centimetri, non pesi che quarantacinque chili e sei sempre bella, elegante e desiderabile. Sono cinquantotto anni che viviamo insieme e ti amo più che mai. Porto di nuovo in fondo al petto un vuoto divorante che solo il calore del tuo corpo contro il mio riempie. Per quanto mi ricordassi, avevo sempre cercato di non esistere. Tu hai dovuto lavorare per anni per farmi accettare la mia esistenza. La notte vedo talvolta la figura di un uomo che, su una strada vuota e in un paesaggio deserto, cammina dietro un carro funebre. Quest'uomo sono io. Sei tu che il carro funebre trasporta. Non voglio assistere alla tua cremazione; non voglio ricevere un vaso con le tue ceneri [...]. Ciascuno di noi vorrebbe non sopravvivere alla morte dell’altro. Ci siamo spesso detti che se, per assurdo, avessimo una seconda vita, vorremmo trascorrerla insieme».
“Lettera a D. Storia di un amore”, opera di André Gorz 
Gorz scrisse queste pagine nel 2006. Il 22 settembre 2007, lui e la moglie si sono suicidati assieme. Lei era malata di tumore. Il libro si apre e si chiude con lo stesso periodo: "Hai appena compiuto ottantadue anni. Sei sempre bella, elegante e desiderabile. Sono cinquantotto anni che viviamo insieme e ti amo più che mai. Recentemente mi sono innamorato di te un'altra volta e porto di nuovo in me un vuoto divorante che solo il tuo corpo stretto contro il mio riempie... Ci siamo spesso detti che se, per assurdo, avessimo una seconda vita, vorremmo trascorrerla insieme". Otto righe di perfezione, amore e dolore assoluti.
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canesenzafissadimora · 4 months
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Il nome che porto come lo zaino del contrabbandiere
è di uno zio, lui Harry, Erri io.
Nell’estate del sessantasei volevo diventare
il legno di faggio di una sedia a sdraio
dove posava il corpo illuminato a gocce la ragazza.
Sono stato il due di spade e il niente di denari,
operaio salariato e anche gratuito.
Sono stato un lardo di malaria,
dieci chili deposti a scolare su branda,
un odore di gomma nelle ascelle,
sette gradi di là dell’equatore e quarantuno in corpo.
Lì denunciai un serpente verde sotto una pietra,
l’hanno ucciso. Non ho avuto figli.
Per complimento una donna mi ha detto: che bel sangue ti esce.
Era rosso, rissoso, con le bollicine, ubriacato di ossigeno.
Amo il la minore in musica, lo strapiombo in parete.
Di tutta la macchina d’amore ho preferito i baci,
il primo, quello dopo, qualche altro non contato.
Molti amici in prigioni e negli esili
scontano il Novecento anche per me.
Nell’orecchio è rimasto qualche sparo vicino.
Alla mano basta una sera per dimenticare,
al resto di me no.
Erri De Luca
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puckingdisaster · 8 months
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Listening to Sarà perché ti amo while eating cold chili for breakfast and thinking about last seasons playoff run by Bolzano. With the occasional stare into the distance. I need to burn Red Bull Salzburg with fire.
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diario-di · 2 years
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3 nov 2022 21:43
CARO CIBO, CARO DCA
Stasera è più difficile del solito.
Sono vanitosa ed egocentrica, ma dannatamente sensibile.
Ho da sempre un problema con il cibo.
Caro cibo, caro DCA, ti amo ma ti odio.
DCA, ti amo perchè mi spingi oltre i miei limiti, a volte non mi fai sentire la stanchezza e mi piace quando mi fai credere di avere il controllo.
Ma da quando ero piccola ho sempre desiderato mangiare senza sensi di colpa…per questo ti odio, perché sei cattivo, io cerco di assecondarti per renderti più buono possibile,
ma se tu non esistessi io non avrei sensi di colpa, non avrei la forza di saltare in camera…vivrei meglio ogni pranzo, ogni cena, ogni compleanno, ogni uscita, vivrei con più leggerezza le parole della mamma, mi guarderei con più superficialità allo specchio e non con un occhio che più che critico mi sembra assassino. Mi hai costretto a fare cose imbarazzanti, fingere di aver mangiato, portare del cibo in bagno per buttarlo, sputarlo fuori prima ancora di inghiottire perché non andava bene.
Amo le lasagne, gli insaccati, la pizza, il gelato, amo tutto. Ma ci sono periodi dove non riesco a godere il mio amato cibo al 100%. Sono i periodi dove vinci tu caro e stronzo DCA…ed ormai, mi hai strappato tutte le lacrime per poter piangere ancora. E quando capita un commento fuori dai tuoi standard che tu mi ripeti in continuazione, io mi allontano, mi chiudo nel mio nido e faccio a botte con te. Penso e ripenso…quanti chili potrei perdere? Cosa potrei limitare? Cosa potrei levare?
A volte penso quanto sia un problema mangiare, forse sarebbe più semplice se non mangiassimo.
Mi ritrovo ogni sabato sera a dire di no ad una proposta del McDonald perché dannato internet in questo sei la mia rovina, dovrebbero cancellare tutti quei siti dove si calcolano le calorie, e io un menù del McDonald non lo voglio. Non lo voglio ma lo amo, mamma mia quanto è buono ma…troppe calorie, non rientrano nelle calorie di una cena.
DCA quando mi lascerai andare? so che ci sei anche se nessun medico o psicologo l’ha mai diagnosticato vista la mancanza di visite. Ma per favore, basta. Basta torturarmi, a volte voglio mangiare un po’ di più, ma ti prego non essere cattivo…
E tu caro cibo, quando potrò mangiarti e goderti al 100%? scusami se qualora potessi decidere di non farti esistere lo farei , ma sappi che ti amo
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8iunie · 2 years
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via Victoria’s Instagram story, 15.10.2022
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icarodamiano · 1 year
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via vicdeangelis Instagram story - April 25, 2023
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Daily måneskin pics 156
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chili ti amo <3
that little dog could be u
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giancarlonicoli · 3 months
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27 giu 2024 15:39
“CHURCHILL MI RIPETEVA: HO VINTO CONTRO HITLER MA NON RIESCO A VINCERE ALLA ROULETTE” – AMORI, DOLORI E BOLLORI DI LJUBA RIZZOLI, VEDOVA 92ENNE DELL’EDITORE ANDREA: "LA ROVINA DEI RIZZOLI NON FU LA BELLA VITA O IL CASINÒ MA IL CORRIERE DELLA SERA" - "LA STORIA CON GIANNI AGNELLI? COSE MINORI, SE SUCCEDEVA, SUCCEDEVA" – LA GELOSIA NEI CONFRONTI DI ORIANA FALLACI “CHE FACEVA IL BAGNO IN PISCINA NUDA” - LA VIOLENZA SESSUALE SUBITA DAL PROFESSORE DI SCIENZE, IL CONSIGLIO DI EDDA CIANO, I 7 ELETTROCHOC DOPO IL SUICIDIO DELLA FIGLIA ISABELLA, ALBERTO SORDI CHE PERDEVA AL CASINÒ, LA SUA AUTOBIOGRAFIA TROVATA SUL COMODINO DI MESSINA DENARO E CLAY REGAZZONI: “ERA UN SIGNORE, NON COME QUEL CAFONE DI HAMILTON. L’ALTRO GIORNO…”
Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera - Estratti
Sui giornali la sua data di nascita varia: 1935, 1939...
ljuba rizzoli 3
«Sono nata a Milano il 27 giugno 1932. Oggi compio novantadue anni».
Qual è il segreto della longevità?
«È un mistero. Decide il Padreterno. Il medico che mi visita ogni settimana mi dice: lei è la signora più sana di Montecarlo. Ogni volta spero che ci sia qualcosa negli esami; invece, niente».
Perché lo spera?
«Perché la mia vita è finita quando Isabellina, mia figlia, a ventitré anni si gettò dal settimo piano».
Perché accadde?
«Non l’ho mai capito. Forse per la sua fragilità. Qualcuno le aveva dato qualcosa che le aveva fatto molto male, la droga. Lei voleva uscirne. La portai in ospedale. Poi in un appartamento, al Montecarlo Park Palace. Era una domenica. Isabella piangeva, aveva parlato con un fidanzato che la faceva soffrire.
ljuba rizzoli gianni agnelli
Eravamo a letto insieme, guardavamo un film in cui una ragazza si getta dal balcone. Io ebbi come un presentimento e spensi la tv, ma lei mi disse: “Mamma, lascia, è il destino”. Le risposi: usciamo, ti porto al casinò, o in spiaggia. Avevo abbassato tutti gli scuri, la cercavo per casa ma non la trovavo, le dicevo “cantiamo” per ascoltare la sua voce, aprivo gli armadi, “ti nascondi ancora negli armadi come da piccola?”.
Poi sentii la Croce Rossa. E mi ritrovai nella stessa scena del film che stavamo vedendo. Sullo specchio Isabella aveva scritto con il rossetto: “Mamma ti amo”. Scesi di corsa, i poliziotti tentarono invano di trascinarmi via. La mia vita è finita quando ho visto mia figlia, lei così bella, in quello stato. Ci vuole molto coraggio a fare come lei. Io quel coraggio non l’ho avuto. Rivedo la mia Isabella nei sogni, la porto a fare shopping, a ballare... Sogno anche mio marito, Andrea Rizzoli, che mi tradisce. Chissà perché, visto che mi amava tanto».
ljuba andrea rizzoli
Come ne è uscita?
«Mi dissero di camminare. Anche Agnelli mi diceva: cammina, ti farà bene. Andavo a piedi fino a Nizza, ma non serviva a niente, anzi. Povero Gianni, anche a lui è toccato riconoscere un figlio, anche la sua vita finì allora».
Si è curata?
«Ho fatto sette elettrochoc. Non volevo più vivere. Non mangiavo e non bevevo, pesavo 39 chili. L’elettrochoc era l’ultima carta. Un dolore pauroso, allucinante, una cosa atroce. In sei mi legarono e mi fecero passare questa scarica elettrica nel cervello... Al risveglio mi sentivo dentro una buca nera. Il giorno dopo però cominciai a bere con la cannuccia, poi chiesi un po’ di marmellata... I medici erano tutti felici: “Benissimo! Funziona!”. E via un altro elettrochoc».
Funzionava davvero?
ljuba rizzoli e la figlia isabella
«Mi ha tolto la memoria. Non riconoscevo più casa mia. Incontravo amici, non li salutavo, e quelli si offendevano. Però evaporava anche la morte della mia bambina. Ancora adesso ci sono cose che mi sembrano avvolte nella nebbia. La mia infanzia invece me la ricordo benissimo».
Nella sua autobiografia «Io brillo», scritta con Tiziana Sabbadini...
«Sa che quando arrestarono Matteo Messina Denaro trovarono il mio libro sul suo comodino?».
(…)
Da ragazza subì una violenza.
«Studiavo a Voghera dalle scuole agostiniane. Il mio professore di scienze si era offerto di accompagnarmi a casa in macchina. Si fermò in un bar per offrirmi una cioccolata. Con la complicità della barista, mi chiuse in una stanza. Era la mia prima volta. Mi ammalai».
Cos’era?
ALBERTO SORDI E LJUBA RIZZOLI
«Gravidanza extrauterina, emorragie interne, infezioni. Fui operata dal padre dell’uomo che mi aveva violentata. Mi avvertì che molto difficilmente sarei potuta diventare mamma. Ma non dissi nulla. Mio papà era gelosissimo di me, pensi che quando mi presero a Miss Italia mi fece a pezzi il vestito e mi tagliò i capelli. Sarebbe stato capace di uccidere lo stupratore; e si sarebbe rovinato la vita».
Giovanissima, si fidanzò con il direttore di Tempo illustrato, Arturo Tofanelli.
«Arturo si era messo in testa di fare di me un’intellettuale: “Oggi leggiamo Poe, domani iniziamo Proust...”. Mi presentò Indro Montanelli, che mi adorava, e Curzio Malaparte, che non mi piaceva. Andammo nella sua famosa villa di Capri. Lui era agitato, nervoso, violento. Si chiedeva: Dio sarà così stupido da farmi morire?».
Perché Montanelli la adorava?
«Sosteneva che fossi la migliore padrona di casa mai vista. In effetti, ero capace di mettere venti persone a tavola senza un solo cartellino con i nomi. Li memorizzavo tutti, poi dicevo: onorevole qui, eminenza qua, principe là...».
ljuba rizzoli con ranieri di monaco, liz taylor e grace kelly
Lei ha conosciuto l’Aga Khan.
«Avevo lasciato il direttore per il petroliere Ettore Tagliabue, che aveva una bellissima riserva di caccia e trecento cavalli. Aly Khan lo vedevo a Deauville, in Normandia. Uno zingaro miliardario, uno charme folle. Mi invaghii. Accompagnavo al maneggio la sua bambina, Yasmin, che aveva avuto da Rita Hayworth...».
Conobbe anche la leggendaria Maharani, la moglie del maharaja di Baroda, la più grande collezionista di gioielli al mondo.
«Comprai l’intera collezione all’asta. L’accordo con mio marito, Andrea Rizzoli, era che ci saremmo tenuti i brilli più belli, io li chiamo così, e avremmo rivenduto il resto. Rovesciai i tesori su un tappeto di velluto nero: una piramide alta quasi un metro di bracciali, anelli, collier, diademi...».
Perché le piacciono tanto i gioielli?
ljuba rizzoli io brillo
«Perché una volta Edda Ciano mi disse che i gioielli le avevano salvato la vita. Grazie a un sacchetto di brilli era riuscita a riparare in Svizzera e a sfamare i figli. Così mi consigliò: “Ragazza mia, non chiedere mai regali inutili. Solo pietre preziose. Anche da un carato; ma preziose”. La Maharani aveva un diamante da 75 carati...».
Come incontrò Andrea Rizzoli?
«Tagliabue era già sposato, il divorzio non c’era, e organizzò per me un matrimonio all’italiana: tipo quello tra Berlusconi e la Fascina. Era molto più anziano di me, i suoi cavalli vincevano il Gran Prix ma gli procuravano uno stress terribile, non doveva provare emozioni: riposo assoluto. Partii per il giro del mondo con tre amiche: Hong Kong, Singapore, Sidney, le isole Fiji... Al ritorno andai in scuderia, e non vidi Tagliabue».
Dov’era?
«A casa, ma lo stalliere mi implorò: “Non ci vada, c’è la Teresina...”».
Chi era la Teresina?
«La figlia di un groom di scuderia, che mio marito aveva fatto uscire dalla casa di correzione dopo una vita per strada. Ovviamente salgo sulla Giulietta bianca, mi precipito a casa, e trovo la Teresina che lo sta ringraziando, tipo Monica Lewinsky con Clinton. Mi allontano inorridita, vago sotto choc, cado in una piscina vuota. Picchio la testa, e mi risveglio al Neurologico. E lì incontro Andrea, in visita per un padiglione che voleva finanziare».
ljuba rizzoli
Com’era Andrea?
«Non bello, ma buono, dolce, intelligente. E sposato. Ma lasciò la moglie e andai a stare in famiglia, in via Gesù».
In via Gesù c’era anche il padre di Andrea, Angelo Rizzoli, il fondatore.
«Il cumenda. Io lo chiamavo il Rizzolino, come lui stesso si definiva. Uomo favoloso. L’avevo già incontrato in treno, mi aveva proposto di fare l’attrice, diceva che avevo il volto di Eleonora Rossi Drago sul corpo di Sophia Loren... Ma il cinema non faceva per me. Comunque il cumenda mi prese in simpatia. E poi avvenne il miracolo. Rimasi incinta».
Come scelse il nome?
«Agnelli mi disse: “Tua figlia deve avere un nome da regina”. Pensai a Teodolinda. Andrea disse no: “Con un nome così ammazzerà suo padre. Meglio Isabella”. E Isabella fu».
Con Agnelli ebbe una storia?
«Sono cose minori... Se succedeva, succedeva».
ljuba rizzoli in posa con i suoi cani
Questa sua risposta è destinata a diventare di culto. Marella però la bloccò all’ingresso della Leopolda, la villa degli Agnelli in Costa Azzurra.
«Avevo assunto Madame Eugénie, la governante che Marella aveva allontanato perché copriva i filarini di Gianni. “Potrei scrivere un libro” ci diceva sempre; poi non lo scrisse, Gianni si assicurò il suo silenzio comprandole una tabaccheria a Venezia. La nostra villa, sul promontorio di Cap Ferrat, era a due passi dalla sua, ma la vista era più bella: eravamo circondati dal mare. Ogni tanto vedevo arrivare Agnelli: si faceva preparare un pastis, chiedeva quali fossero le novità».
E Alain Delon?
«Eravamo a Megève, io e la mia più cara amica, Marina Cicogna. La sera sentiamo un fruscio e troviamo un biglietto sotto la porta: “Ti aspetto. Alain”. Ma chi delle due aspettava? Marina mi strappa il biglietto di mano, si veste e si precipita. Il mattino dopo Delon era infuriato con me, dovetti partire di corsa. Ma i troppo belli non mi sono mai piaciuti».
ljuba e andrea rizzoli
Regazzoni sì però.
«Ho sempre avuto una consuetudine con i piloti, da ragazza feci la curva parabolica di Monza con Fangio. Clay Regazzoni era il più charmeur. Un anno a Montecarlo disse: “Sto troppo bene qui con te, io alla corsa non ci vado”. E non ci andò! Clay sì era un signore, non come quell’Hamilton...».
Hamilton?
«L’altro giorno qui a Montecarlo è arrivato a tutta velocità e mi ha frenato a cinque centimetri dalla gamba. E non ha neanche detto sorry! Un cafone».
E la Fallaci?
«Il cumenda la considerava la più brava di tutti, ma quando seppe che Andrea l’aveva invitata da noi a Cap Ferrat si allarmò: “Tu sei matto, l’Oriana e la Ljuba insieme litigheranno ferocemente!».
Come andò?
«Lei era sfacciatissima. Faceva il bagno in piscina nuda, abbracciava Andrea, andava in giro con lui mano nella mano; e io ero gelosa. Una sera eravamo a cena al Pirate, e notai che Oriana puntava un ragazzo, Samir. “Guarda che quello lo devi pagare” la avvertii. Ma la Fallaci si impuntò e lo ebbe, gratis. Poi andammo tutti insieme nella villa di Von Karajan...».
LJUBA RIZZOLI
Herbert, il grande direttore d’orchestra?
«Lui. Era una famiglia di nudisti, e ci invitarono a spogliarci. Andrea, suo cognato Mimmo Carraro, Nino Nutrizio, Giovanni Mosca erano imbarazzatissimi, e ottennero un postiche biondo al posto del costume. Oriana, felice, cominciò a ballare nuda a bordo piscina. Von Karajan era un mito in ogni senso, l’ho pure fotografato...».
E Alberto Sordi?
«Faceva ridere anche senza parlare. Al Pirate servivano la migliore bouillabaisse del mondo, se trovavi una spina potevi non pagare il conto. La sera in cui toccava ad Alberto offrire, si portò la spina da casa».
Un genio.
«Ma al casinò perdeva pure lui. Giocava al “trente et quarante”, puntava contro i perdenti; invano. Mi diceva: “Guarda Ljuba, De Sica sta perdendo, andiamo a giocargli contro”; e De Sica cominciava a vincere. Un anno mi annunciò: “Sto perdendo troppo, devo fermarmi in villa da voi finché non mi rimetto in pari”. Alberto Sordi rimase a Cap Ferrat un mese e mezzo».
ljuba rizzoli in compagnia di liz taylor, andy warhol e marina cicogna a montecarlo nel 1973
C’era pure re Fahd.
«Non era ancora re, soltanto principe. Ero a tavola con Attilio Monti, Terruzzi, Invernizzi e altri miliardari. Mandano me a prenotare il tavolo del baccarat, ma mi avvisano che è già riservato dall’erede al trono saudita, appunto Fahd. Il principe mi nota e mi invita a seguirlo, ma io reagisco: venga lui a prendere il tè a casa mia, domani alle 5».
Venne?
«Era già impegnato con la Begum, la moglie dell’Aga Khan. Venne il giorno dopo ancora. Il colonnello che lo accompagnava mi porse un pacchetto: c’era un brillante di Cartier, da ombelico. Risposi che non potevo accettare. Il colonnello si agitò moltissimo: “Signora la prego, lo prenda, se no il principe si offende...”. Mi ricordai di Edda Ciano. E lo presi».
ljuba rizzoli a milano negli anni novanta
La sua passione per i casinò è celebre. Camilla Cederna scrisse che una volta, finite le fiches, aveva gettato sul tavolo della roulette gli orecchini di smeraldo. È vero?
«Sì, ma per gioco, mica si potevano puntare gli orecchini... I croupier mi conoscevano, mi lasciavano gettare la pallina, dire rien ne va plus. Al casinò non si vince mai. Chi dice di poterlo fare scientificamente è uno stupido. Ma il denaro per me non è mai stato importante».
È vero che una volta vendette la sua Rolls Royce a Giovanni Borghi, quello dell’Ignis, per continuare a giocare?
«È vero. E lui me la rimandò, piena di fiori. Fu il suo modo per farmi un regalo. Erano begli anni. Andrea mi portava con il jet privato a fare il bagno in Grecia, a vedere la corrida in Spagna.
Incontravi re Farouk e Federico Fellini, la sorella dello Scià e Silvana Mangano, Filippo d’Edimburgo e il torero Dominguin, forse l’uomo più affascinante che abbia mai conosciuto. Avevamo diciotto labrador, neri e color champagne... La rovina dei Rizzoli non fu la bella vita, tanto meno il casinò».
ljuba rizzoli con walter chiari e alida cheli nel 1969
Quale fu?
«Il Corriere della Sera. Al tempo di Gelli, Calvi e della P2. Andrea lo comprò per coronare il lavoro del padre, del cumenda, del martinitt. Il Rizzolino sognava un quotidiano, con Montanelli, Afeltra, Granzotto andava a Parigi per studiare il Figaro, aveva già comprato le rotative per stampare “Oggi. Il giornale di domani”. Poi cambiò idea. Il Corriere era di Crespi, Moratti e Agnelli, che sarebbe rimasto.
Ma Andrea non volle, preferiva essere un editore puro. Gianni mi disse: “Siete pazzi, un quotidiano è come fare un figlio ogni giorno”. Poi Andrea cedette il comando a suo figlio, Angelo, ma si raccomandò che non facesse amministratore Tassan Din. Quando lesse sul Corriere che il nuovo amministratore era Tassan Din, si sentì male. Morì di crepacuore. Ci portarono via tutto. Le undici ville di Ischia, lo yacht, il jet privato... Rimasero solo le briciole».
Lei non ha vissuto male neanche dopo.
«Le briciole di un miliardario sono comunque soldi».
ljuba rizzoli nel 1969 con marc chagall
In Costa Azzurra c’erano anche Onassis e Churchill.
«Churchill aveva il “black cat”, il gatto nero della depressione. Ed era pure lui ossessionato dal casinò. Mi diceva: io ho vinto Hitler, e non riesco a vincere alla roulette...».
E Onassis? Era volgare come si racconta?
«Tutt’altro. Aveva un sorriso da zingaro e un fascino adorabile. Salimmo sul suo yacht, il Christine, che era il nome di sua figlia. Ora lo vedo dalla finestre di casa mia a Montecarlo. Lo affittano ai turisti. I miei compagni di strada sono tutti morti».
ljuba rizzoli nel 1957 su una pista di ghiaccio
E lei non teme la morte?
«Ma io sono già stata clonata. Antonio Grimaldi, il mio stilista preferito, ha organizzato una sfilata con ventiquattro miei cloni: ragazze giovani, collo alto, coda da cavallo, e per un giorno si chiameranno tutte Ljuba. Come se fossi già morta, e rinata».
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dearreader-teamo · 5 months
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Cada recuerdo bonito de ti ha sido una razón para luchar por nosotros.
Desde el inicio, hasta el final. Incluso luego del "final". Incluso, ahora, en que mi cerebro dice "para, ya está con otro".
Mis galletas de Navidad, cuando nos gustábamos. Todas esas salidas, cuando no éramos más que amigos. Esa hamburguesa malísima, jajaja.
Esos son los primeros que evoca mi mente.
Escapology, acompañarte a hacer tus cosas, llevarte de mi casa a los ceibos a dejar un frasquito con un dije pequeñito para un desayuno.
Ir a la playa, a tu departamento, sospechando tus intenciones y pensando que podía resistir. Ese fin de semana que, honestamente, no quería que se acabe.
Ir a Chili's acá, al sur, varias veces. La primera, porque sí, querías Chili's. La última, en la que salíamos en la camioneta que te habían prestado y me estabas invitando a un matrimonio en la playa, que me hizo sonreír. En esa misma noche, escuchamos varias canciones que nunca más nadie puede ser quien protagonice, sino, tú.
Ir a la playa con tus amigas, para la boda. Ponerme bonito, gastar un poco de más para que tú y ellas estén cómodas. Para que digan "Se consiguió a alguien del carajo".
Tu cumpleaños, una semanas luego de que saliéramos oficialmente, en el que estaba súper nervioso, porque no entendía mi papel como "estamos saliendo". La torta que fui a comprar porque merecías cantar con todos tus amigos.
Decirte "te amo". Esa es una de mis favoritas. Me encanta poder tener el vídeo, porque es algo permanente de eso, no tengo que imaginarme nada, lo puedo ver. Mi cara de amor, mi ilusión, mi felicidad de poder decírtelo, al fin. Recuerdo que dejaste de grabar, incrédula, con cara de shock, y preguntaste "¿qué dijiste!". Lo repetí mil veces, para que entiendas.
Ir a Cuenca, a tu viaje de cumpleaños, con el plan de pedirte que seas mi enamorada. Estaba tan tan tan nervioso, y eso que sabía que dirías que sí.
Nuestro primer mesavesario, yendo a tu casa a escondidas, meterme en tu cuarto y estrenar tu cama, jajaja. La felicidad que sentía viéndote dormir me duró hasta la última vez que te vi dormir. Sonreía viéndote. Qué bestia.
Mi cubo de fotos, hecho a mano.
Cuando te despidieron, el poder ir a estar para ti, aunque no podía entrar a tu casa. Pedir comida, ver una serie en el patio. Estar.
Mi primer cumpleaños contigo. aún tengo los globos, las velas y todo. Son mis tesoros. Así de sentimental soy, lo siento.
Cambiarte de casa. Poder ayudarte a facilitar todo.
Nuestra primera noche en el departamento. Estuve ahí, ¿recuerdas? No te iba a dejar estar sola. Pedimos comida y la pasamos del carajo.
Nuestra primera Navidad juntos, como pareja. Estar en mi casa, recibir Navidad acá; ir a tu departamento por chocolate y ¡mis galletas! Jajaja
La llegada de D. Sentir cómo me volvía el amor por una mascota. La ilusión de tener mil perros contigo.
Nuestro primer aniversario. Todo fue lindo. Me ilusionaba mucho nuestro futuro, porque ese era solamente el primer año del resto de nuestras vidas juntos.
Mi cumpleaños número 2 contigo. Mi teclado favorito, que me recuerda a ti cuando se encienden las luces.
Galápagos. Cómo me endeudé allá porque pasáramos bien. Cómo me acuerdo de cada playa, cada nueva experiencia contigo en esas islas. Cómo me ilusionaba tener más viajes contigo.
Un año desde que te cambiaste de casa. La emoción de vivir juntos. Bueno, oficialmente, porque, prácticamente, vivía allá.
Ir a dejarte al aeropuerto para que pases Navidad con tu familia. Verte ir con tristeza, porque no iba a pasar contigo, pero, feliz de que viajes. Ahora ya podría viajar contigo. Bueno, en unos meses. Dios lo quiera así.
El resto, no son tan específicos. Son más esparcidos. 2023 no fue tan bueno.
El comienzo de tu amor por F1. Cómo estuve buscando comprar una de las elusivas chaquetas.
Quito, que, aún estando medio mal, nos esforzamos porque el viaje sea lindo.
Cartagena, que me encantó conocer contigo, de tu mano, caminar, estar contigo encima mío en el balcón.
Todos estos recuerdos me rondan. Despierto o dormido.
Me hacen extrañarte, y me duelen.
Te extraño. Extraño a la tú que estaba dispuesta a luchar, que veía la luz al final de la dificultad.
Te amo.
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cancionesfedez · 2 years
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Kim & Kanye
Faccio i soldi solo per strapparli Così mi abbracci sotto ad una pioggia di contanti Torniamo a sera tardi, svegliamoci nelle case degli altri Con te che mi sorridi, riempi la borsa e poi scappi Siamo appena entrati nella crisi E subito dopo siamo usciti con le Yeezy Vestiti tutti neri come l'ISIS Mica come le coppie sfigate coi profili condivisi, oh Facciamo incazzare tutti quanti Come Stefano Gabbana che cammina in Paolo Sarpi Non camminare scalza, non camminare, danza Quel poco che so lo devo alla mia ignoranza
Oggi stai con me, sei la mia special guest Scappiamo via dai flash, lontani dallo stress Come Kim e Kanye West, come Kim e Kanye Occhiali di Cartier, sulla tua pelle Hermès Striscerò da te come un'American Express Siamo Kim e Kanye West, West
Io spocchioso come Kanye, tu formosa come Kim Quarantotto chili, ma fatichi a entrare dentro i jeans Siamo musica perfetta, io un rappuso nato qui Tu la mia musicassetta e scelgo sempre il lato B Lenti scure come i Beastie Boys, anche quando è notte Perché dalla sera in poi il sole siamo noi Così caldi, così trendy Che l'asfalto squaglia tipo Fila e Fondi Sotto le suole di 'ste Fila e Fendi Non so dire no al tuo viso angelico Il conto è salato, ma tu sei dolce come Domenico Fresco come un elvetico, ma punto a diventare gelido Fin quando non mi scoppia la carta di credito
Oggi stai con me, sei la mia special guest Scappiamo via dai flash, lontani dallo stress Come Kim e Kanye West, come Kim e Kanye Occhiali di Cartier, sulla tua pelle Hermès Striscerò da te come un'American Express Siamo Kim e Kanye West, West
Flash dei paparazzi ad ogni angolo di strada Sui marciapiedi, ma sembra di stare a una sfilata Non manderò tutto a puttane come fosse a Praga Non finiremo come Kylie e Tyga Tutti puntano alla luna senza essere la NASA Io soldi con la pala, compro casa a Calabasas Sono sempre busy, ma tu chiamami lo stesso Perché ti amo più di quanto Kanye ami se stesso
Oggi stai con me, sei la mia special guest Scappiamo via dai flash, lontani dallo stress Come Kim e Kanye West, come Kim e Kanye Occhiali di Cartier, sulla tua pelle Hermès Striscerò da te come un'American Express Siamo Kim e Kanye West, West
Siamo Kim e Kanye West
Siamo Kim e Kanye West
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