Tumgik
#come vestirsi bene
mynameis-gloria · 1 year
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Settembre è un mese che non amo, di quelli che metterei in fondo alla lista dei mesi, se ce ne fosse una. Che un po fa caldo ed un pò fa freddo, che mi sento bene e poi male, che non si sa come vestirsi, che sono troppo metereopatica per questo tempo instabile, che tutti corrono per raggiungere obiettivi, rimettersi, ricominciare. Ma che poi ricominciare cosa? Il tempo non si è mica mai fermato...E se non stai al passo sembra quasi che non vada bene. Ed io ho i miei tempi, i miei ritmi, mille cose per la testa ed è okay anche non sentirsi okay, provare tanto, perdersi e godersi le cose piccole, rallentare.
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parolerandagie · 14 days
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La gioventù porta a cercare una corrispondenza il più totale possibile tra sé stessi ed i soggetti con cui ci si relaziona, siano essi amici o amori, ma anche artisti, fazioni politiche e sociali, squadre di calcio; una corrispondenza che sappia abbracciare le estetiche, gli impianti valoriali, le idee, gli approcci al mondo (grande e terribile) che c’è là fuori.
Ci si concede minimi spazi di deroga, alla prerogativa suddetta, finendo per clonarsi e per  cercare cloni, anche rumorosamente, sbandierando acconciature di capelli simili, magliette tazebao che sbraitino tanto come la pensiamo quanto chi la pensa esattamente come noi, prese di posizione perentorie e dell’elasticità (assente) del marmo di Carrara.
Questo modo d’essere contribuisce per certo a definire l’identità di un individuo in maniera netta, tracciando linee evidenti come se fossero ripassate a china, ed a cementare il corpus di ideali e principi astratti da declinare poi nei comportamenti d’ogni giorno, ma altrettanto esclude, seleziona a priori, finendo poi per tenere lontano, finendo poi per far perdere esperienze, confronti, fruizioni solo perché non sufficientemente fedeli alla propria linea (e la fedeltà alla linea, fra poco, sarà evidente che non è stata citata a caso.
Io ero un giovane adolescente a metà degli anni ottanta, alla ricerca, come milioni di miei simili, di una forma (che sapesse poi diventare sostanza) da prendere, ideologicamente e politicamente, umanamente ed individualmente, e l’inciampo nelle opere musicali (folli e sconclusionate, quasi parodistiche, ma di un’ortodossia sociale cristallina) dei CCCP-Fedeli alla Linea, capitanati da Giovanni lindo Ferretti e Massimo Zamboni, furono forgianti e fondamentali, nel mio percorso: la logica lineare, e di matrice aristotelica, dell’interpretazione della società del socialismo degli albori s’appoggiava perfettamente al mio istintivo ed euclideo modo di pensare, il sillogismo ferreo di valutazione oggettiva e consequenzialità d’azione della dinamica ideologica era esattamente il mio strumento di osservazione ed analisi della realtà.
Capirete la delusione quando, tutto ciò, finì nel gigantesco incendio che la caduta del muro, nel 1989, innescò e che cancellò, o quantomeno archiviò come fallimentare l’esperienza del blocco est-europeo.
E capirete ancora meglio la delusione quando Giovanni Lindo Ferretti rinnegò ciò che era stato e ciò che aveva pensato per vestirsi di un cattolicesimo dogmatico, agreste e rituale, da cui, sostiene nei suoi scritti, proveniva ed di cui aveva sempre fatto parte, riducendo il suo allontanamento da esso ad una mera manifestazione della necessità educativa di ribellione tipica dell’adolescenza e della prima età adulta.
La delusione fu così forte che, per anni, a quella musica, che fu parte integrante della colonna sonora dei miei anni liceali, non seppi più nemmeno avvicinarmi. Per fortuna si cresce e ci si relativizza.
Per fortuna si cresce, forse (anche solo perché ci si è dimostrati capaci di essere sopravvissuti a lungo) ci si fortifica, e non si ha più bisogno di pensarla uguale su tutto per essere amici, per volersi bene, per godere di una manifestazione dell’arte.
Per fortuna.
E complice anche il tour che i CCCP (e basta, nel nome, adesso) hanno fatto quest’estate (intitolato In Fedeltà la Linea C’è) hanno orchestrato quest’estate, con l’infinita sensibilità poetica di Giovanni Lindo Ferretti (e forse con la mia adolescenza) ho fatto pace.
Pace, proprio, nella misura in cui sono più pacifico, meno inquieto, nelle mie giornate: ed anche più, paradossalmente sicuro, dei miei valori, anche se sono meno le persone che li condividono.
Giovanni Lindo Ferretti incluso.
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lamargi · 3 months
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“Mamma sei pronta?”
Apre la porta senza aspettare che gli risponda, che gli dica che può entrare. E infatti non sono ancora…..presentabile.
Lui resta impietrito, a fissarmi.
“Tesoro, sto ancora finendo di prepararmi…” Ho le braccia alzate, davanti lo specchio, mentre raccolgo i capelli a chignon.
“Lo so che è tardi, ma non preoccuparti, il matrimonio della zia non comincerà mai puntuale….”
“Ma tu sei pronto? Ma cosa fai, lì fermo come un palo?”
Già, cosa fa. Mi sta fissando. Il rosso gli imporpora le guance. Non avrebbe dovuto entrare senza bussare, ma ormai è entrato….
“Che c’è? È forse la prima volta che vedi mamma vestirsi?” Cenno di no con il capo.”Mi hai già visto in intimo, tesoro…” “Così, no…” sussurra…..
Non interrompo quello che sto facendo. Lo guardo dallo specchio, impalato di fianco a me. “Cosa c’è? Non dirmi che non hai mai visto prima una donna con il reggicalze?”
Ho sentito bene? “sei bellissima mamma” con un filo di voce. Accavallo le gambe, sistemo le calze. “Ti piace questo completo intimo?” Fa cenno di si. Ripete “sei bellissima mamma…” Ha messo una mano davanti. Fa così tenerezza quel gesto. Mi alzo in piedi. Avanzo verso di lui. Gli metto le braccia intorno al collo.
Indietreggia, ma l’armadio lo blocca. “davvero, ti piaccio?” Sussurro mentre cerco le sue labbra. Con la mano gli sbottono i pantaloni. Poi prendo ad aprirgli la camicia, ad accarezzargli il petto, i capezzoli….
“Papà è giù in macchina….” Dice con voce strozzata.
Per fortuna ho messo le mutandine sopra il reggicalze, non devo togliermi tutto, penso. E poi, bisbigliandogli nell’orecchio: “Facciamolo aspettare….”
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thebutterfly0 · 11 months
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Quando ero bambina e c'erano ancora tutti i nonni il primo di novembre si andava alla Santa Messa che si teneva al cimitero alle 3 del pomeriggio. Era un' occasione speciale dove bisognava vestirsi bene e a me piaceva cercare con cura cosa indossare. Era un modo per vedere gente diversa dal solito, magari persone che arrivavano dai paesi limitrofi, e per incontrare amici e familiari che si vedevano raramente. Se ripenso adesso a questa piccola usanza mi vengono le lacrime agli occhi per ciò che sono diventata. Di quella bimba cosi vanitosa e piena di bei progetti non è rimasto praticamente niente. Mi mancano queste cose che ti davano quel senso di casa. Da quando mi sono trasferita non ho più avuto queste usanze e non ne ho create e in una giornata come oggi ci ripenso con malinconia e tristezza.
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disumanita · 7 months
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È così difficile cercare di vestirsi bene la sera se come me hai la costante paura di sentire freddo
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Ieri sera mi sono scopato Lucia.
- Ma dici sul serio?
- Siii! Era fuori, cioè fuorissima!
Cadeva da tutte le parti e continuava a dire che voleva andare a casa. Allora io le ho detto "guarda, qua c'è casa mia", e così è salita su.
- Cazzo che storia! Che culo! E… scopa bene o… Allora?
- Beh, era proprio fusa. Stamattina non si ricordava niente. Però oh... me la sono scopata tre volte. Cioè... Ho fatto quello che mi andava eh eh…
- E stamattina? Te la sei scopata ancora?
- Ma va! Quella se è lucida mica ci scopa con me.
Ma che gran figa… Oh, appena s'è svegliata, quando ha visto dov'era, è scappata via, moriva dalla vergogna!
- E le tette? Come sono?
- sta buono, che ho fatto le foto, era talmente andata che neanche se n'è accorta! Adesso te le mando…
- Manda! Manda! Che figata!
La maggior parte delle violenze non sono commesse da un tipo col passamontagna che aspetta dietro l'angolo.
Sono attuate da una persona conosciuta,
e in questo dialogo che ho appena descritto ci troviamo con tre protagonisti.
Un violentatore, una donna violentata e un complice.
E la cosa più strana di tutte è che di sicuro nessuno dei tre pensa che quello che è successo si chiama VIOLENZA, ma che sia un qualcosa accaduto ad una festa. Cose da "messi male", cose di una notte da sballo.
E la cosa più normale è che le persone che leggeranno questo penseranno che la colpa sia di Lucia, che non è stata in grado di prendersi cura di sé, di aver bevuto troppo.
Quando ho scritto queste cose i commenti non son tardati ad arrivare. Commenti in cui si scriveva che una ragazza non dovrebbe ubriacarsi, perché poi succede quel che succede.
Allora: immaginate che Lucia stanotte non beva. Si stanca della festa e decida di prendere un taxi che la lasci sotto casa e quando è al portone arriva un tipo, la butta dentro e la violenta. Ma se non beve e prende un taxi qualcuno dirà che Lucia non dovrebbe andare in giro a certe ore della notte.
Immaginate che neanche questo fa. Un pomeriggio esce a correre da sola in un parco. E uno la violenta. E ci sarà gente che dirà che doveva fare più attenzione. Non si esce a correre da sole.
Immaginatevi che non beve, non va in giro di notte, nemmeno esce a correre.
Ma ha un fidanzato, che una notte vuole scopare e lei no. Avete capito come va a finire.
Ehhhh… Allora qualcuno dirà che dovrebbe scegliere meglio i suoi fidanzati.
Il problema non è Lucia, quello che lei fa o smette di fare.
Il problema è il patriarcato.
Il problema è il maschilismo.
E finché tutti non avremo ben chiaro questo, non termineremo mai con questa cosa.
Lucia porta sulle spalle uno zaino pieno di colpe e vergogna: "Non dovevo bere tanto…
Mi fidavo di lui… La colpa è mia per non essere andata a casa prima… etc... etc"
Lucia ha bisogno che le dicano che la colpa di una violenza non è dell'alcool, ne di andare in giro sola, né di vestirsi in un modo o nell'altro, né di uscire la notte.
Lucia ha bisogno di avere chiaro che la colpa di una violenza è di colui che la commette e che lei è una donna LIBERA.
La società deve toglierle questo zaino e metterlo addosso a chi lo dovrebbe portare invece di caricarla come sempre, ancora di merda, che già abbastanza se ne porta addosso.
Dal web
Photo Daniele Deriu
#Noallaviolenza
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luposolitario00 · 14 days
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Io non esperienza in merito in argomento fidanzamento, fidanzati, gelosia e quant'altro, però penso che un minimo di gelosia ci possa stare.
La gelosia sana quella bella e naturale, non possessiva.
Un po’ di gelosia è normale e naturale in una relazione, l’importante è non esagerare con scenate o tentare di limitare la libertà dell’altra persona, come impedirle di avere amici. Dipende tutto da come si manifesta la gelosia, non serve controllare il telefono della partner, impedirle di uscire senza di me o dirle come vestirsi. Anzi, se si veste bene, preferisco dirle “Sei meravigliosa, questo vestito ti sta benissimo” piuttosto che “non puoi uscire così perché poi ti guardano gli altri maschi e io sono geloso”. Essere gelosi non significa limitare, ma apprezzare e valorizzare chi si ha accanto, ma ci sono vari esempi, non è facile da spiegare in poche parole.
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pescettaspelacchiatas · 6 months
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non mi ricordo quale di queste sere, forse ieri sera, o l'altra, non riesco a ricordarmi. ma ho pensato che vorrei tornare indietro nel tempo. a quando avevo ancora 11 anni, e non era successo nulla.
ho pensato che da piccola tutto questo io non me lo aspettavo, era tutto così calmo, felice, andava tutto così bene. la notte non volevo dormire ma mi sentivo al sicuro nel lettone tra mamma e papà, non mi aspettavo avrei smesso di sentirmi così al sicuro, di starci, in quella calma, normale e quieta. pensavo che da grande sarebbe rimasto tutto così e avrei trovato l'amore della mia vita. ci pensavo spesso, ero una bimba romantica. pensavo che ci sarei rimasta per sempre. è così brutto pensare che mi sono solo illusa da bambina. che niente è più come prima e che le cose vanno sempre male.
non se lo meritava. mi ricordo com'ero da piccola, e penso che quella bambina proprio non si sarebbe meritata niente di tutta la merda che ho fatto, visto e passato. mi dispiace. aver rovinato tutto. mi dispiace essere stata così cattiva da rovinarle i sogni. rovinarle il sorriso. toglierle l'innocenza. penso a lei e non riesco a credere che quella ero io, che sono diventata in questa maniera.
quella bambina era fortissima, non aveva bisogno di coccole, bacini, abbracci, lei era in un mondo a parte, un mondo suo e adorava guardare gli altri, adorava cantare, ballare, giocare, adorava sua mamma cucinare, suo padre aggiustare le cose, sua sorella vestirsi, suo fratello che le portava il pane di altamura, e l'altra sorella disegnare con gli acquerelli. lei amava tutto questo, non avrebbe mai voluto rinunciarci. e io gliel'ho portato via. loro glielo hanno portato via. e ora non c'è niente oltre alla mancanza. alle lacrime. al dolore.
quella bambina è diventata solo un po' più grande e ha bisogno di troppe cose. mi dispiace non essere stata forte, da allontanarmi da certe cose, da dire no, per lei.
mi dispiace. non avrebbero mai dovuto farti piangere e darti la colpa del cane che non è più tornato. le cose vanno e non tornano mai, è così e basta.
è tutta colpa mia.
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grey-js01 · 6 months
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Sono geneticamente una ragazza e non posso vestirmi solo di nero perché sennò non sembrerei femminile
Non ho ancora fatto coming out da persona trans e sono geniticamente una ragazza. Non posso scegliere cosa indossare è il pensiero che hanno di me gli altri a farlo
Sono geneticamente una ragazza. Non posso scegliere cosa fare del mio corpo perché sennò gli altri mi guarderebbero in modo strano
Sono geniticamente una ragazza e non posso farmi vedere per come sono, devo essere calmo e tranquillo sennò non sono carino vero?
Ma sai che c'è? Non me ne fotte un cazzo di come mi guardano gli altri, sapete a chi interessa? Ai miei genitori. A quei fottuti bastardi dei miei genitori, non voglio sottostare a questo mondo di merda se non posso fare ciò che mi rende felice. Non faccio del male a nessuno se mi vesto come voglio e non sto obbligando nessuno a vestirsi come me. Aprite quelle fottute menti stronzi,maschilisti,chiusi del cazzo
Sono io quello strano? Oppure voglio semplicemente sentirmi bene con me stesso? Sta a voi la scelta. Continuate ad essere infelici se volete ma io no, non mi fermerò qui per sempre e se ovunque sarà così vuol dire che questo mondo è fottuto cazzo.
Sinceramente, vorrei essere nato maschio e non perché sono trans, non solo, ma perché tutto ciò che devo affrontare nel corpo di una donna non l'avrei mai provato nel corpo di un uomo
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teredo-navalis · 1 year
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Oggi terzo giorno consecutivo che faccio saluto al sole dopo sveglia, poi colazione con yogurt e corn flakes(sono finiti, domani che mangerò? mangerò?). Anche oggi ho lavato a terra in bagno e cucina, ho lavato i piatti, la cucina, ho studiato più di un'ora ma non so esattamente quanto perché mi si è spento il pc mentre lo usavo. Ho fatto una passeggiata di alcuni chilometri, ho raccolto mia sorella che è scivolata sulle alghe mentre cercavamo di trovare le impronte di dinosauro sugli scogli, ho visto e baciato l'amore mio, ho salutato velocemente gli amici (abbracciando tutti per politica aziendale, perché il contatto è indispensabile per gli umani).
Nonostante stia comunque rimanendo quasi sempre a casa, mi sento abbastanza bene. Mi sento più centrata, più capace di prendermi cura di me (es ascoltare i miei bisogni, come rispondere al bisogno di muovermi facendo yoga al mattino, molto più facile che vestirsi e andare a camminare), di portare le cose a termine.
Sicuramente la componente psicologica c'è, ma quello che m'ha ammazzato sono convinta sia il caldo. Sto meglio e ho ripreso a fare le cose utili per me da quando c'è un po' di frescolino. Il surriscaldamento globale mi preoccupa un po' di più (ma in qualche modo farò, una soluzione la troveremo,)
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solobrividiecoraggio · 7 months
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Il risotto allo zafferano con la pancetta si è asciugato durante il trasporto, a tavola era riso a blocchi più che altro. Ma va bene, fosse stato meno abbondante (era troppo, non riesco quasi mai a dosarmi) e fossi stato a mio agio avrei chiesto di poterlo riscaldare. Penso che anche aggiungendo solo acqua avrei potuto ripristinare la consistenza desiderata.
Sono stato a casa di amici per una cena di carnevale: ho portato del riso venere con soia edamame e mais, del "risotto" come ho detto, e zucchine e carote come verdura. Ho portato anche della salsa di soia e del pesto di peperoncini, per eventualmente arricchire il riso venere. Per il dolce un amico, una delle persone del gruppo della montagna, ha preparato dei bomboloni. Mi ha chiesto di aiutarlo a finire il lavoro, per il fatto che, ormai anni fa, sono arrivato ad essere apprendista aiuto pasticciere. Quindi mentre lui friggeva io ho zuccherato e farcito. Mi sembra di essere riuscito a non sporcare la felpa bianca di Tumblr.
La serata è andata. Ero senza costume, come avevo anticipato, ma io avrei voluto potermi vestire. Vestirsi non è impossibile, però.. perché agli altri sembra così semplice vestirsi, anche senza spendere?.. è solo una mia impressione?... Prima che uscissi, per preparare tutto ho fatto tardi e ho dovuto farmi aiutare. Sul posto, essendoci persone che non conoscevo, ma soprattutto per la scomodità del tavolo e delle sedie, ero un po' a disagio, stretto, a cercare di non invadere lo spazio altrui.
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deadlyneko-chan · 10 months
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Non preoccuparti, ci sono io qui per te
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CAPITOLO 1 - Parte II
Il giorno dopo che il due gargoyle si sono ripresi del sono hanno notato subito due cose: la prima l'ora, ed infatti hanno visto che era praticamente quasi ora di pranzo, e la seconda il silenzio, cosa strana visto l'orologio interno del loro padrone. Per sicurezza hanno fatto un controllo veloce nel laboratorio principale, vuoto, hanno controllato subito dopo o meglio dire ascoltato fuori dalla porta chiusa del laboratorio privato, anche vuoto e silenzioso, per finire sono volati verso la camera del loro padre e dalla quale potevano sentire il russare tornate del loro padrone. Hanno sussurrato tra di loro per qualche minuti se svegliare il loro padrone ora o svegliarlo dopo aver preparato il pranzo, il bagno e dei nuovi abiti puliti insieme ad un’armatura questa anche pulita e lucidata. Dopo qualche altro minuto hanno deciso di preparare tutto prima di svegliarlo, ma soprattutto hanno bisogno di una bella tazza del tè preferito del loro padrone, prima di svegliarlo. Così velocemente sono volati in cucina a preparare il pranzo e nel mentre hanno anche preparato un po' di tè, poi sono andati ha preparare la tavola, subito sono volati a preparare un altro bagno con altri tipi di piante e hanno posizionato gli abiti puliti con l’armatura. Ora che tutto è stato fatto e sistemato sono volati entrambi nella stanza del loro padrone, sono riusciti a posare la tazza di tè sul comò senza svegliarlo, ma il profumo e il rumore della tazza che tocca il legno lo hanno svegliato. Intontito il loro padrone gli ha avvolti entrambi nelle sue viti, dopo alcune rassicurazioni dal duo e un sorso o due del suo tè, sono stati liberati e entrambi sono volati fuori dalla stanza. Il tempo di finire il suo tè di vestirsi con una delle sue vestaglie preferite e subito dopo è andato nella sala pranzo, con la tavola già imbandita e i suoi servitori nei loro solito posti, hanno mangiato tutti e tre insieme. Alla fine del pasto il Barone è andato a farsi il bagno, mentre i Huginn e Muninn sistemavano la cucina e la sala pranzo. Quando il Barone ha finito di fare il suo bagno e si è sistemato, si è spostato nel suo laboratorio principale per iniziare i primi preparativi, cioè quelli semplici, basilari, facili e rapidi da fare, senza alcun tipo di errore. Però avrebbe dovuto aspettare l'arrivo dei suoi servitori per passare alle parti un po' più complesse e dove aveva bisogno di aiuto, per finire sarebbe passato alle parti più complesse e delicate. E sono i passaggi che se non fatti bene possono rovinare il lavoro della sua vita… o almeno una parte… Proprio quando il Barone è arrivato alle parti dove ha bisogno dei suoi due servitori, i quali si sono presentati giusto in tempo, insieme hanno continuato i preparativi fini ad arrivare a quelli più delicati e per ovvie ragioni i due gargoyle si sono appoggiati sulle spalle del loro padrone in attesa di ordini. Non appena finì gli ultimi preparativi, lasciando sul balcone la piccola ampolla contenete la sostanza che avrebbe attivato il mutageno, si è guardato un’ultima volta intorno e ha controllato con i suoi servitori che tutti i preparativi fossero spuntati dalla lista. Sicuro che tutto sia fatto perfettamente, lasciando i suoi servitori a preparare la cena è andato consiglio dei capi yōkai, composto da tre gigantesche teste di pietra, ma come in ogni singolo volta che si è presentato non gli credevano.
Draxum: La minaccia umana si sta avvicinando. Se non agiamo immediatamente la Città Nascosta rischia di sparire.
Consiglio yōkai: Siamo stufi delle tue continue polemiche Draxum! Secondo la profezia gli esseri umani non sono nostri nemici.
Draxum: Ma è prevista la distruzione degli yōkai! Ci hanno già costretto a vivere sotto terra, se mi permetteste di cambiare il….
Consigliere yōkai 2: NO! I tuoi esperimenti sono un’offesa alla nostra vera natura. Ti ordino di porci un freno immediatamente!
Consigliere yōkai 3: Ecco cosa succede quando permetti ad un guerriero di giocare con l'alchimia.
Draxum: Sciocchi!
Offeso e con il suo orgoglio da guerriero alchimista ferito, se ne va sotto lo sguardo costante dei tre consiglieri e anche di un altro paio di occhi nascosti nell'ombra a sua insaputa, ma prima di dire o fare qualcosa di cui forse potrebbe pentirsi.
Consigliere yōkai 1: Non possiamo più fidarci di lui. Agente 64. Tienilo d'occhio è pericoloso. Uhh… Vuoi un ossetto? Ohh… il nostro cucciolotto.
Non appena il Barono Draxum ha lasciato la stanza hanno fatto uscire allo scoperto il loro agente 64, noto anche come Mayhem, per mandarlo dietro il guerriero alchimista e fermare ogni esperimento, ma prima di lasciarlo andare gli hanno dato un osso che ha preso teletrasportandosi subito dopo dietro il suo obbiettivo. Fuori dalla stanza o dalla caverna del consiglio, ancora alterato dalle parole dei tre antichi yōkai, con passo deciso come la sua determinazione ha continuato a camminare verso il suo laboratorio.
Draxum: Buffoni. Vorrà dire che fermerò da solo gli esseri umani, a partire da ora!
Aprì i portoni del suo laboratorio con abbastanza forza da farli sbattere contro le pareti, spaventano nel mentre i suoi servitori che alla sola aura e dallo sguardo del loro padrone hanno tenuto la bocca sigillata, senza tante cerimonie e senza nemmeno una parola Muninn e Huginn si sono sposati sulle spalle del loro padrone. Il tutto mentre Draxum si avvicinava al bancone dove aveva lasciato la piccola ampolla.
Draxum: Adesso gli farò vedere! Quando tutti gli yōkai potranno risalire in superficie senza preoccuparsi di doversi nascondere sarà allora che capiranno che avevo ragione. Voi due! Andate a liberare gli insetti. Non aspetteremo più.
Huginn e Muninn: Subito capo!
Il duo è volato velocemente verso una porta, che hanno aperto, e dalla quale è uscito uno sciame di insetti. A lavoro completato sono tornati velocemente dal Barone, che in quel momento stava inserendo gli ultimi sei dati prima di poter aggiungere il composto finale, ma proprio quando ha finito di inserire i dati e si è allungato a prendere l'ampolla Mayhem è apparso. La sua comparsa improvvisa ha fermato per alcuni secondi il trio, proprio quando Draxum si è ripreso dalla sorpresa gli ha lanciato contro una dei suoi rampicanti, l'agente è riuscito ad evitarlo per un pelo e in effetti il rampicante gli ha tagliato solo una piccola ciocca di pelo. È scomparso di nuovo riapparendo vicino all’ampolla che ha preso ed è scomparso di nuovo prima di essere attaccato di nuovo.
Draxum: NOOOO! HUGINN! MUNINN! ANDATE SUBITO A CERCARE QUELLE GAURDIE E MANDATELI DIETRO A QUEL MALEDETTO AGENTE!
Huginn e Muninn: Subito capo!
Sono volati velocemente e in direzioni diverse per trovare prima i due guardiani, Huginn lì ha trovato fuori a parlare tra di loro e con i loro cani giganti, gli ha raccontato velocemente tutto quello che è successo e ha descritto l’intruso, fornendogli poi la ciocca di pelo per farla annusare ai loro cani. Non ci vuole molto tempo che le due guardie iniziassero l’inseguimento per tutta la Città Nascosta, che è durata praticamente per tutta la notte, al mattino l'inseguimento si è spostato in superfice. I due scagnozzi di Draxum si sono dovuti camuffare, ma hanno continuato a inseguire la creatura simile ad un cane e quest'ultima ha continuato a correre tra le gambe dei pedoni, conquisti che si lamentavano e urlavano il loro fastidio. Ad un certo punto fa cedere delle bandierine sul marcia piede per rallentare i due scagnozzi, ed è riuscito nel suo intento i due “uomini" hanno di fatti rallentato per passare in punta di piedi per non pestarle. Cosa di cui Mayhem ne ha profittato continuando a correre persino tra un fattorino e un venditore, per poi correre lungo un vicolo e incontra un muro, non appena si volta per uscire dal vicolo vede i due “uomini” avvicinarsi minacciosamente. Gli saltano addosso, ma Mayhem svanisce pochi secondi prima e riappare al di fuori del vicolo, è ricomincia a corre per le strade di New York.
~ SUPERFICE ~
Finalmente la notte cala e accanto ad un edificio dove si sta svolgendo una festa tra gente poco raccomandata, nel palazzo dietro e al di sopra, proprio in cima alla guglia del tetto fanno la loro comparsa quattro figure nascoste nell'ombra. All'improvviso tutte e quattro le figure saltano giù atterrando su di una sporgenza dell'edificio. Una delle figure alza un bastone e spara un cavo ad una trave di metallo dall'altra parte dell'edificio dove si stava svolgendo la festa, poi attacca l’estremità del cavo alla parete vicino a lui, mentre la figura più grosso dei quattro tira fuori un walkie talkie.
Maschio sconosciuto: Sottomarino giallo, campo libero?
Sottomarino giallo: Affermativo, Rover rossa.
Maschio sconosciuto: Ricevuto. Forza ragazzi, ci siamo.
Tutte e quattro le figure fissano i morsetti al cavo e subito dopo si lanciano, o meglio si lasciando scivolare, fino ad arrivare proprio sulla festa dell'uomo ricco. Il Leader alza la mano come segnale, il gruppo continua a scivolare oltre la festa avvicinandosi ad un altro edificio, questo con una piscina sopra, e proprio in quel momento il Leader da il segnale al resto del gruppo per sganciare i morsetti. Tutti saltano dal cavo e giù verso la piscina, rivelando quattro tartarughe mutanti di specie diverse, ognuno in una posa diversa e gridando una parola ciascuno nel processo.
Leo: Ca-
Mikey: wa-
Donnie: bun-
Raph: ga!
Tutti: Tuffo a bomba!
La forza del loro tuffo è tale da riuscire a far sollevare l'acqua, formando così un enorme getto d'acqua, il tutto con April che li riprende con il suo cellulare, mentre urla trionfante, ed ovviamente viene infondata dell’enorme getto d'acqua. Nel mentre i ragazzi, che si trovano in piedi nella piscina ormai vuota, che ballano e gridando di gioia.
April: Woohoo!
Mikey: Per fare grandi cose devi essere un grande.
Donnie: Vediamo la velocità e l'angolo di entrata. Sì, è vero! Siamo stati grandi.
April: Siete stati fantastici! Datemi il cinque! O anzi il tre.
Raph: Non ce l'avremmo mai fatta senza la nostra April.
Leo: E senza le chiavi del tetto.
Mikey: Adesso andiamo a fare due tiri a canestro?
April: Io ci sto. Datemi un secondo! Pavimento bagnato e piscina vuota. Abbiamo finito. Donnie mi dai uno strappo?
Donnie: Non c'è problema.
Subito dopo che April ha sistemato i due cartelli ed è saltata sul guscio, che si è aperto immediatamente per fornire un sedile e un manubrio, non appena si è sistemata i rotori iniziano a girare e sollevano sia lei che Donnie. Il duo inizia ad allontanarsi dal tetto, seguiti subito dopo dagli altri tre o almeno prima che Leo si bloccasse all'improvviso sul posto. Rimesse dritto, fermo e rigido come una statua, il primo a notate la sua assenza è stato Mikey che ovviamente si è girato per vedere cosa ha stava facendo. Ma non appena noto che suo fratello se ne stava fermo immobile si preoccupò, infondo Leo sta sempre in movimento almeno   un dito o una mano o il piede che batte per terra per il fastidio, ma mai fermo così. Senza dire nulla è tornato al fianco di Leo, mentre continuava a chiamarlo, ma non appena si fermò davanti inizio veramente a preoccuparsi. Poteva vedere ogni singolo muscolo teso al punto da tremare, il sudore che gli imbrattava ogni parte del corpo, l'assenza di fiato e poteva vedere le vene del collo gonfiarsi, non appena ha appoggiato la mano sul suo collo riesca sentire il suo cuore battere all'impazzata. Riesce a sentire la rigidità dei muscoli e il tremore, ed anche se si stava bagnando la mano del sudore di suo fratello non gli importa, in quel momento è solo preoccupato per suo fratello. Ad un certo punto sente una mano posarsi sulla spalla e girando leggermente la testa di lato per guardare chi è, si è lasciato scappare un sospiro di sollievo, e il proprietario della suddetta mano è Donnie con April al suo fianco, con Raph subito dietro di loro e tutti guardavano con preoccupazione il cursore. Ha spiegato la situazione dal suo punto di vista e subito dopo Donnie lo ha spostato di lato mentre si abbassava i suoi occhiali, ha avviato la scansione che è durata per pochi secondi, alla fine non ottenne alcuna risposta sodisfacente a parte i respiri brevi e il cuore che gli batteva come se stesse correndo una maratona. Per ogni evenienza a chiesto a Raph di aiutarlo ad abbassarsi a terra, con gli occhi sempre abbassati sono rimasti per alcuni secondi così aspettando che il loro fratello si riprendesse, nemmeno un minuto dopo il cursore ha aperto gli occhi e si è guardato intorno confuso.
Leo: Cos'è successo? Perché sono per terra?
Donnie: Hai avuto una specie di attacco di . . . ansia . . . O almeno credo che lo fosse. Come ti senti?
Leo: < Confuso, stanco, disorientato, e… e senti questa strana sensazione! Inoltre il mio sesto senso mi sta avertendo che sta per succedere qualcosa… > Sto bene. Un po' assetato in verità.
Mikey: Ci credo che hai sete! Non so quanti litri di sudore ai sudato!
Leo: Ora ho voglia di farmi una doccia.
Raph: Allora torniamo alla tana e andremo domani a fare qualche tiro.
Alle parole di Raph ha sentito una strana sensazione prevederlo e non è per nulla piacevole! È come se qualcuno mi stesse trattenendo e che mi chiedesse semplicemente con questa sensazione sempre più urgente di restare, per cosa non lo sa ma. . . La sola idea di tornare alla tana gli fece tendere di nuovo i muscoli.
Leo: No! Non è niente! Sto bene!
Raph: Leo questo non è niente!
Leo: Sto bene Raph!
Donnie: Per questa volta mi trovo d’accordo con Raph, quello non era niente Nardo. . .
Leo: So che mi hai scansionato. Dimmi i risultati.
Donnie: . . . Era tutto normale. . . A parte la mancanza di respiro e il tuo battito cardiaco aumentato. . . È tutto apposto. Ma. . .
Leo: Visto! Tutto apposto! Sto bene!
Donnie: Ma preferirei farti un paio di test e esami per ogni evenienza.
Leo: Dai ragazzi sto bene.
April: Non lo so Leo. . . È stato brutto…
Mikey: Dai fratello possiamo sempre riprendere domani. Torniamo alla tana, guardiamoci qualche film con qualche snack e ci rilassiamo.
Leo: NO! Vi prego ragazzi.
Donnie: Leo… cosa c’è che non va?
Leo: . . . N-Non so nemmeno come spiegarlo . . . Inoltre non mi credereste nemmeno.
Si allontana dal gruppo e si mette seduto sul bordo del tetto mentre si guarda intorno con sempre la stessa sensazione che qualcuno o qualcosa lo stesse trattenendo e aveva anche il sospetto che prima o poi questa sensazione lo avrebbe sicuramente portata da qualche parte, non crede in queste cose ma per questa volta proverà a credere in queste cose soprannaturali. . . Infondo nemmeno lui e i suoi fratelli sono soprannaturali, quindi può credere che c'è qualcosa di magico o qualcos’altro che lo sta guidando da qualche parte. Non si accorge dei suoi caratteri e sorella che lo guardano con preoccupazione, ma prima che Raph entrasse in azione e a parlare con Leo viene battuto sul tempo da Donnie, che si avvicina e si siede con il suo gemello.
Donnie: Puoi provare a spiegarmi? Ti prometto che terrò la mia mente il più aperta possibile.
Leo: * È . . . È come se qualcosa mi stesse trattenendo… Non so cosa, ma quando dite di voler tornare alla tana questa sensazione diventa più forte. . . E non è molto piacevole. Ma se stiamo fuori questa sensazione sta tranquilla per ora, ma ho anche il presentimento che succedere qualcosa stasera di molto importante. So che è da pazzi, ma D . . . Se mi riportate alla tana uscirò non appena posso da solo. *
Hanno parlato ancora per alcuni minuti prima che Donnie si allontanare dl fianco di Leo, con una mano appoggiata sulla sua spalla e lasciandolo lì mentre risolveva la questione, si è avvicinato al gruppo e ha spiegato come meglio poteva la situazione. Non molto tempo dopo il gruppo ha deciso di continuare a stare fuori, ma Leo doveva stare sotto l’occhio vigile di Donnie e April per ogni evenienza, ma se risuccedeva allora sarebbero tornati alla tana. April risale sul guscio di Donnie e il suo con Leo nel loro campo visivo saltano al tetto successivo, con Mikey al suo fianco e Raph subito dietro di loro, ma mentre salta vede la creatura simile a un cane che trema e piagnucola in un cantiere edile lì vicino. Anche se va sbattere la faccia contro l'edificio è prima che scivoli giù dal muro si aggrappa alla sporgenza e si tira su fino alla sporgenza del tetto.
Raph: OH! Ehi! Ehi ragazzi guardare. Quel cucciolo si è perso.
Salta giù dal tetto, seguito dal resto del gruppo, è attesa pesantemente dietro a Mayhem spaventandolo, infatti arruffa tutto il pelo pronto a teletrasporto in ogni momento e a ricominciare a correre.
Raph: Aww… ciao piccolino, cosa ci fai qui?
Tutti: Ahaha. . .
Raph: Che c'è? I cuccioli mi amano. Ci so fare con gli animali.
Ma subito dopo le sue parole Mayhem gli ringhia contro e gli salta sul viso artigliandolo, subito dopo salta tra le braccia di April, alla quale inizia a leccare il viso.
April: Aww… mi sta bagnando più lui che voi con il tuffo a bomba.
Mikey: Ha un aspetto davvero strano. Che cosa può essere?
Donnie: Beh! Potrebbe essere un San Bernardo post-atomico.
Donnie tocca la piccola ampolla di vetro legata al collare, intorno al collo di Mayhem, ma all’improvviso sentono uno scherno arrabbiato provenire da dietro di loro e notano due figure all’unico ingresso del cantiere edile, tutti sussultano nel vedere i due uomini e così tutte le tartaruga si nascondono dietro ad April prima di attuare il piano H. Raph, Leo e Mikey escono da dietro April e da qui inizia tutto, i due cattivi si smascherato con i loro cani e subito dopo inizia lo scontro, seguita poi dalla loro sconfitta e con la cattura di Mayhem… ma per tutto il tempo, anche se gli altri si sono dimenticati dell'episodio di Leo sul tetto. Leo non l'ha fatto e infatti ogni secondo, minuto e ora non sente altro, anzi più il tempo passa più sente la tensione nel suo petto aumentare e tirarlo da qualche parte.
~ DIMENSIONE ATTUALE ~
Bip!
Bip! Bip!
Bip! Bip! Bip!
. . . : Shh! Ho capito! Sono sveglia!
Voce maschile: SIGILLA! SPEGNI QUELLA DANATA SVEGLIA! ED ESCI VELOCEMENTE DA QUESTA CASA! NON VOGLIO VEDERETI NÉ OGGI NÉ DOMANI! E NON VOGLIO NEMMENO SENTIRTI!
Sigilla: < Lo faccio di già! Ogni singolo giorno da quando ho memoria! >
Ho lasciato uscire un sospiro mentre mi alzavo dal letto e rifacendolo il più rapidamente possibile, proprio quando sono uscita dalla mia stanza ho sentito il rumore della doccia che si avvia dalla stanza di papà. Ne ho subito approfitta scendendo il più velocemente possibile le scale, senza rompermi qualche osso, sono corsa in cucina e mi sono preparata una tazza di cereali e latte caldo, con un bicchiere di tè alla menata piperita. Per velocizzarmi ho dovuto iniziare ad ingozzarmi, mentre speravo di non strozzarmi, non appena ho finito di mangiare e bere il mio tè ho sentito la doccia spegnersi.
Sigilla: < Di già? Di solito ci mette più tempo! >
Ho messo tutto nella lavastoviglie e sono corsa di nuovo su per le scale e in camera, proprio quando mi chiudevo la porta a chiave ho sentito i passi di papa scendere girare e scendere le scale, ho lasciato uscire u altro sospiro.
Sigilla: < È stata una chiamata ravvicinata. Lo so che stai cercando di vedermi così puoi urlarmi contro tutto quello che vuoi! E solo perché domani è il mio compleanno . . . e anche il giorno in cui la mamma è morta per darmi alla luce. Non è colpa mia! >
Con rabbia e disprezzo mi sono tolta il pigiama e mi sono infilata nella mia doccia, mi sono presa il mio tempo non sono di fretta come i soliti giorni scolastici, oggi a quanto pare alle prime due ore manca la docente di storia.
Sigilla: < Io non ho fretta per ora stronzo, tu invece devi andare al lavoro! Inizio orribile, ma letamante sta migliorando questa giornata. Spero tanto che migliori ancora di più nel mentre. >
Non so per quanto sono rimasta sotto il getto della doccia, ma ho sentito la porta di ingresso aprirsi e chiudersi, ho spento l'acqua e mi sono avvicinata alla finestra e ho visto l’uomo salire in nella sua auto partendo subito dopo.
Sigilla: Vorrei tanto che fossi l'uomo che mamma ha amato per tutta la sua vita con te. Non rendi giustizia ai video che ho visto di voi due insieme.
Proprio in quel momento ho sentito le lacrime farsi strada ho chiusi rapidamente gli occhi, mentre prendo dei bei respiri profondi, lentamente la tristezza e le lacrime sono sparite ma come sempre il peso della solitudine è rimasto nel centro del mio petto. Anche se ormai mi sono abituata a questo peso, come mi sono abituata alle urla e a gli oggetti che mi vengono lanciati contro anche se non mi colpiscono mai, sono abituata a non avere cose come trucchi o vestiti alla moda con accessori. Però non ho niente di tutto questo, ho solo un pc, che ha fatto e sta facendo del suo meglio per non lasciarmi senza i miei videogiochi online gratis, un cellulare che è allo stesso posto del mio povero pc e anche le cuffie per entrambi sono quasi al limite. Con quel poco che mi da papà e solo quello che serve per potermi prendere un panino o una fetta di pizza dopo la scuola e per cena, ma ci vuole tempo e molta pazienza per riuscire a accumulare abbastanza denaro per prendermi un nuovo pc e poi un cellulare, le cuffie possono aspettare. Mi sono asciugata, patinata e legata i capelli in una treccia disordinata, prima di vestirmi con dei jeans con una maglietta blu e una felpa nera, mi sono messa un paio di calzini lunghi neri e delle scarpe da ginnastica anche nere con le suole bianche.
Sigilla: < Se non mi sbrigo perdo l'autobus e non voglio che la scuola chiami mio padre oggi. >
Ho preso lo zaino e il cellulare, con le sue cuffie, alla porta di ingresso mi sono messa il giubbotto e con lo zaino in spalla e il cellulare in tasca sono uscita. Mi sono assicurata di chiudere la porta a chiave prima di allontanarmi e incamminarmi verso la ferma del bus, infondo vivere in un borghetto nascosto e poco conosciuto della Toscana, non offriva molti servizi pubblici. Stanno migliorando, infatti del uno che passa alle sei del mattino e alle dieci di sera, adesso ne abbiamo due che passano la mattina e due la sera. Questo mi ha aiuta molto a stare il più lontano possibile da mio padre e da quella maledetta casa. Dopo cinque minuti di camminata sono arrivata alla fermata, con la panchina coperta, quando ho visto la panchina vuota mi ci sono seduta e ho tirato fuori il cellulare con le cuffie. In pochi secondi ho avviato la mia playlist su Youtube e ho iniziato ad ascoltare canzone dopo canzone, ad un brano AMV sulla serie Rise of the Teenage Mutant Ninja Turtles è al primo posto delle mie serie preferite sul fandom delle tartarughe ninja, lo stesso per il film, non so più quante volte avrò guardato la serie e il film. Ed ho anche letto tutte le fanfiction possibili, soprattutto quelle romantiche di Leo con il lettore, anche quelle di Donnie e lettore non mi dispiacciono… ogni tanto leggo anche quelle di Raph e quelle di Mikey, ma i miei preferiti sono Leo al primo posto e Donnie al secondo. Però adoro anche tutti i film d'azione, animazioni, horror, thriller, fantascienza, fantasy, guerra… e potrei continuare all’infinito, non vado matta per le commedie e per comici, ma se ci sono solo quelli allora posso guardarli anche se con fatica. Non appena il video è finito ho guardato l'ora.
Sigilla: < Tra cinque minuti dovrebbe arrivare l'autobus. >
Proprio quando ho messo via il cellulare, mentre stava iniziando la canzone successiva, ho sentito ogni singolo muscolo irrigidirsi fino al punto di tremare e rendendo impossibile ai miei polmoni di espandersi del tutto, quello che riesco a prendere sono brevi respiri e veloci. Pochi secondi dopo ho sentito il sudore ricoprire ogni singolo parte del corpo, anche se sono sicura che non sia un attacco di febbre improvvisa e non può essere per via del caldo tanto che siamo quasi a fine novembre. Mi sono sentita cadere di lato e per fortuna sono caduta sempre sulla panchina, non so per quanto tempo sono rimasta in questo modo, ma com'è arrivato è sparito. Anche se sono di nuovo in grado di regola in qualcosa di normale il respiro, sento ogni singolo muscolo dolorante e tremate per tutto il calvario, sono rimasta distesa sulla panchina per lasciare che i muscoli si riprendano. Sicura di non svenire o cadere, mi sono rimessa seduta, ho preso lentamente il cellulare e ho guardato l’ora.
Sigilla: < Tra un minuto dovrebbe arrivare il bus. . . Sono rimasta in quello stato per un pochino. . . Non voglio andare a scuola, ma non voglio nemmeno restare a casa e vedere papà. Quindi scuola sia. >
Il bus alla fine è arrivato, con due minuti di ritardo, sono salita facendo vedere l'abbonamento al controllore e ho preso il mio solito posto in prima fila, vicino al finestrino. Mi sono lasciata cadere sul sedile e appoggiando la fronte sullo zaino, che ho messo in grembo, e sono rimasta così per tutto il viaggio fino alla fermata della mia scuola. Per tutto il viaggio non ho avuto nessun’altro episodio del genere, anche se mi sono tenuta pronta per ogni evenienza, ma più il tempo passava più sentivo una strana come di un gancio o di una corda legata direttamente al mio petto e che tirava leggermente, anche se non è una sensazione dolorosa, fastidiosa o insistente, sta semplicemente lì e in continua tensione. Alla mia fermata sono scesa, stando attenta agli scalini, infondo i muscoli delle gambe sono ancora leggermente indolenziti. Mi sono sposta verso il cortile dell’ingresso della scuola, dove ho trovato la maggior parte dei miei compagni di classe a chiacchierare fino al suono della campanella. Io, con il mio meraviglioso stile di vita, non ho alcun amico che parli con me o altro, a parte quelli con i quali faccio gruppo sui giochi di squadra online, ma ovviamente ciò provato a farmi degli amici ogni anno. . . Finiscono sempre o non iniziano proprio, non ho vestiti alla moda di conseguenza le ragazze ben vestite mi prendono in giro o mi stanno alla larga, non faccio sport tanto che mio padre paga solo la retta scolastica e solo il necessario per la scuola il resto può andare al diavolo. Per lui sono solo un'assassina, l'assassina dell'amore della sua vita, di conseguenza non ho alcun diritto, è stato e lo è tuttora in grado di avvelenare la mente di tutti i membri della sua famiglia e anche quella di mamma. Quindi niente parole dolci, incoraggiamenti, sostegno, comprensione, aiuto di alcun tipo da nessuno . . . Penso anche che la maggior parte dei miei cugini più giovani sappiano della mia esistenza. . . Tutto quello che ricevo è l'essere ignorata, parole orribili, prese in giro . . . Ormai ho imparato ad apprezzare la solitudine, il tenere il cellulare sempre in modalità non disturbare, le molte email sconosciute . . . Sono brava a stare sotto i radar o almeno quelli della mia famiglia, forse ho delle buone basi per diventare una spia e sinceramente non mi dispiace l'idea, infondo l'idea di sparire e iniziare una nuova vita da zero non è male, inoltre per il governo o qualunque agenzia non avrebbe alcun tipo di difficoltà o spendere per farmi sparire.
Sigilla: < E la giornata era iniziata così bene… >
Ho sospirato e mi sono incamminava verso la porta di ingresso, che ho aperto, e ho continuato a camminare fino alla mia classe, che per fortuna stava al piano terra. Mentre salutava i bidelli e i professori lungo il percorso. Raggiunta la mia classe sono entrata e ho preso il mio posto, seconda fila sul lato destro della classe, il posto perfetto per non attirare l'attenzione. Anche se ogni tanto mi ritrovo a stare sotto i riflettori, infondo sono la studentessa preferita di tutti i professori e professoresse, inoltre essere anche una delle più breve della classe non aiuta.
Sigilla: < Non avendo amici ho tutto il tempo del mondo per studiare e per i compiti. Inoltre il dover passare la maggior parte del tempo fuori. . . da sola . . . aiuta anche. Mi sarò anche abituata a starmene da sola ma mi piacerebbe avere qualcuno nella mia vita. >
Ho chiuso Youtube e messo il cellulare in modalità non disturbare la campanella ha suonato, non molto tempo dopo ho visto i miei compagni riversarsi in classe, gridandosi e spingendosi l'un l’altro. Come sempre li ho ignorati e ho sistemato le cose necessarie per la prima lezione, cioè algebra, non è la mia materia preferite e non sono una genia come Donnie ma non sono nemmeno stupida. Comunque la lezione è iniziata non appena il professore è entrato, seguito subito dopo dall'appello, e la lezione come la mia giornata tipo o ruotine è finalmente iniziata. Infondo la scuola è uno dei pochi posti dove posso rilassarmi e lasciar cadere la guardia veramente, qui non ho la costante paura di dovermi nascondere o chiudermi in camera a chiave. . . Così da evitare le urla costanti di papà e i sui sguardi pieni di disgusto e odio . . . E poi ascoltare, prendere gli appunti, fare domande e persino le interrogazioni mi tengono sana di mente. Però il mio posto e momento preferito, di ogni singolo giorno, la biblioteca e il suo giardino privato o meglio dire dimenticato quasi da tutti tranne io, la bibliotecaria e il giardiniere. Ormai sono una socia onoraria! Infondo ci vado ogni singolo giorno dopo scuola e ci rimango fino all'orario di chiusura, anche durante il fine settimana passo tutto il giorno lì fino alla chiusura, che essendo in un piccolo borghetto di solito chiude verso le 23.00 in punto e il resto lo passo nel giardino privato. Quindi posso starmene tranquilla e al calduccio fino alle 23.00 e il resto lo passo nel giardino della biblioteca, ovviamente nei periodi più freddi mi porto dietro una coperta e grazia a un pergolato in legno con le panchine e un tavolo di legno, che mi protegge dalla pioggia e dalla grandine. La giornata scolastica è volata via, con la sensazione nel petto si è fatto sempre più forte, quando anche l'ultima campanella è suonata ho guardato la stragrande dei miei compagni lanciarsi fuori dalla classe e infilarsi nella marea degli altri studenti. Cosa che mi rifiuto di fare, odio essere spinta e soprattutto sulle scale, invece come faccio ogni giorno aspetto che si svuotino le classi e i corridoi, lo stesso la scuola e il cortile. La strada per andare verso la biblioteca è abbastanza sgombra e posso camminare tranquillamente fino all'edificio, sono venti minuti a piedi dalla scuola alla biblioteca, molto utile per tenermi un pochino in forma. Sei minuti dopo e il rumore di pochi altri pochi studenti mi sono alzata, con lo zaino in spalla, mi sono diretta verso l'uscita salutando i professori e i bidelli che incrociavo. In tre minuti sono già fuori dalla scuola e nel cortile, che grazie ai pochi gruppi ancora presi in chiacchiere, che ho superato in un minuto e fuori dal cancello principale mi sono incamminata per la biblioteca. Ovviamente con le cuffie di nuovo alle orecchie e la musica a palla, con la mia playlist preferita, i venti minuti di camminata sono volati. Soprattutto con la mia immaginazione che vola, fantasticando con vari personaggi di vari fandom, fino a quando non ho sentito un altro AMV con le clip del film di Rise of the Teenager Mutant Ninja Turtles e in questo la mia mente è volata a fantasticare su di Leo. La parte che adoro di più sul fantasticare, a parte le scene vietate ai minorenni, ma la fantasia che adoro di più è un momento di pace e tranquillità in cima al ponte di Brooklyn, io seduta con la testa di Leo appoggiata sulle mie gambe che si rilassava… adoro questa fantasia… soprattutto perché la immagino dopo gli eventi del film. Sono entrata nella biblioteca e sono andata direttamente al mio solito posto, mentre passavo davanti alla postazione di lavoro della bibliotecaria l’ho salutata, non appena ho preso posto mi sono sistemata per studiare e fare i compiti. Alcune ore di studio, con alcune pause per bere una cioccolata calda e qualche spuntino offerte sempre dalla bibliotecaria con alcune chiacchiere, finiti i compiti e lo studio mi sono messa ad aiutare la bibliotecaria a sistemare i libri e a inserire alcuni dati sul computer.
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riflussi · 1 year
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Pick-me girl
Per la serie "riflessioni non richieste", ho appena visto un video di Khadija Mbowe riguardo il tema. Per chi non sapesse, è un termine che si riferisce a tutte quelle ragazze che "non sono come le altre" e che sostanzialmente preferiscono stare con i ragazzi, sono sempre "al naturale" etc. Spero abbiate capito. E niente, mi ha dato molto da riflettere, anche perché sono uscita abbastanza tardino dalla mia era pick-me, quindi mi sono presa maluccio mentre guardavo il video.
Ma, esattamente come Mbowe studia e analizza questo modo di essere in cui tutte prima o poi incappiamo, voglio analizzare cosa mi ha portato a vivere così tanto a lungo.
Sì, per lo più maschilismo. Non dico misoginia perché ho sempre preferito di gran lunga stare con le ragazze, anche se trovavo molti comportamenti futili e un po' sciocchi (con i ragazzi era pure peggio, volevo strozzarli la maggior parte delle volte). Voglio sottolineare che i comportamenti futili e sciocchi lo erano solo dal mio punto di vista, non perché io fossi particolarmente intelligente, bensì il contrario. Il patriarcato si presenta in forme piuttosto subdole, in primo luogo (esattamente come fa presente Mbowe) sotto le spoglie di femminismo bianco. Quel femminismo che in realtà è conservatore, quello di mia madre per intenderci, che odiava truccarsi perché "tutte le altre lo facevano, ma lei era diversa, non lo faceva perché non voleva compiacere gli uomini" e poi piange perché col divorzio ha rovinato una famiglia. E da un certo punto di vista non è nemmeno così sbagliato come ragionamento (quello del trucco, non del divorzio), perché quante volte mi sono sentita dire da ragazzi quanto sarei stata bene con anche solo un po' di mascara. Da un certo punto di vista le pick-me fondano il loro essere sul cercare di contrastare questo patriarcato in maniera molto goffa e sbagliata, cioè cercando di somigliare agli uomini (quindi rafforzando il patriarcato). Essendo cresciuta in una famiglia dove questo concetto non era ben presente, di più, ho faticato tantissimo ad avvicinarmi al trucco e al vestirmi in maniera carina. Il cambio più radicale (sebbene già prima non avessi nulla contro le ragazze che avevano come abitudine quella di truccarsi o di vestirsi bene) è avvenuto quando grazie a Instagram e Tiktok si è diffusa la percezione per cui truccarsi era un modo per esprimersi. Da quel momento ho cominciato a percepire davvero la libertà. Perché non volevo dare la soddisfazione ai ragazzi che frequentavo di dirmi che stavo meglio col trucco (cosa che è successa tantissime volte e venivo anche rimproverata se non lo mettevo, non solo per il mascara come detto prima). Non volevo che il mio volto non truccato risultasse emaciato, malato, sbagliato. Se vogliamo era una sorta di proteziond. "Io sono così, non puoi dirmi che non te l'avevo detto" (non so se vi ricordate quanto andasse di moda il dire che sotto il trucco le ragazze erano diversissime e ti accalappiavano con questo metodo subdolo, come se il trucco non esistesse proprio per cambiare i propri connotati o per abbellirli).
Mi rendo conto solo adesso che vedevo tutto in una prospettiva maschile. Che tutti questi ragionamenti, per quanto logicamente corretti in una determinata prospettiva, erano estremamente sbagliati. Che la libertà sta proprio nel lasciare libere le persone di vivere come meglio credono.
E questo sia da un lato chi vuole truccarsi un po' meno, dall'altro chi vuole truccarsi con più costanza. E che se i ruoli in un periodo della propria esistenza cambiano non succede nulla. Che la libertà è proprio questo.
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sefaiunbelrespiro · 1 year
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Sono state settimane molto intense. Ho viaggiato un po’ per lavoro e questa settimana mi sono concessa quattro giorni per fare quello che mi piace. Stare a Trento, in un’altra città, con un altro mood di “vita lenta” a seguire tavole rotonde, convegni, incontri è stato fantastico.
Condividere questo con la persona a cui voglio più bene in questo momento della mia vita è stato ancora più bello.
È stata un’esperienza fantastica che vorrei rifare domani: vivere in funzione del festival. Vivere in funzione di sapere, imparare in modo diretto, dando un volte alle persone che hanno in mano il nostro futuro. Alcune frasi, alcune considerazioni sono state illuminanti per me. Stare in mezzo a certe personalità, vivere dentro il festival, vedere ogni giorno ai diversi incontri facce conosciute che, come te, corrono da una parte all’altra per seguire più incontri possibili.
Svegliarsi lontano dal caos cittadino.
Incontrarsi in pausa pranzo in centro.
Vestirsi bene e uscire la sera dopo una giornata piena di appuntamenti.
È la vita che vorrei sempre. E ripeto,averla condivisa con una persona con cui mi trovo davvero così bene e in comfort e stato ancora più bello. A tal punto da ritornare come sempre a casa con una consistente malinconia dei giorni che passano troppo velocemente. Non mi passerà mai questa cosa. Quello che so è che me li sono goduta appieno.
Concludo con una frase di incoraggiamento che un giornalista ci ha detto all’ultimo incontro a cui ho assistito oggi: “Non guardate al futuro come ad un qualcosa di negativo è disastroso. Ci sono un sacco di occasioni, un sacco di opportunità che se colte con lo spirito positivo possono portare a qualcosa di grandioso.”
Grazie Trento e grazie a tutti ❤️
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aliceisinchains · 1 year
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persone che si intendono di stile e colori dicono- vestirsi come il proprio colore di capelli è come ricevere un pugno in un occhio. Io dico bene così non devo prendere a pugni la gente perché ci pensa già il mio look.
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francobollito · 11 days
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Una donna rientra a casa e trova il marito a letto con una bella e giovane ragazza.
"Porco schifoso!" gli grida la donna, "Come hai potuto farmi questo, una moglie fedele, la madre dei tuoi figli! Ti lascio immediatamente, chiederò il divorzio!"
E il marito: "Ehi un momento, lascia che almeno ti spieghi una cosa..."
"Va bene, - dice la moglie - tanto queste saranno le tue ultime parole che ascolto..."
Lui comincia: "Stavo entrando in macchina per venire a casa quando si è avvicinata questa ragazza e mi ha chiesto un passaggio. Sembrava smarrita, impaurita e indifesa: mi ha fatto compassione, così l'ho fatta salire in auto. Ho notato che era molto magra, mal vestita e assai sporca.
Mi ha detto che non mangiava da tre giorni! Così, preso dalla compassione, l'ho portata a casa e le ho scaldato gli involtini di carne che avevo preparato per te ieri sera, quelli che non hai mangiato per timore di metter su peso. Beh, li ha divorati in un istante!
Visto che era sporca l'ho invitata a farsi una doccia e mentre era in bagno ho visto che i suoi abiti erano lerci e pieni di buchi: li ho buttati via. Dal momento che aveva bisogno di vestirsi, le ho dato i tuoi jeans di Armani di qualche anno fa, che tu non metti più perché ti sono diventati stretti. Le ho dato anche l'intimo che avevo comprato per il tuo compleanno, ma che non indossi perché dici che ho cattivo gusto.
Le ho dato anche quella camicetta sexy che mia sorella ti ha regalato a Natale ma che non metti per farle un dispetto, e anche quegli stivali che avevi preso in quella costosa boutique ma che non portavi perché in ufficio una ne aveva un paio uguali..."
A questo punto l'uomo tira un lungo respiro e continua: "Mi era così grata per la mia comprensione e aiuto che mentre l'accompagnavo alla porta, mi si è rivolta in lacrime e mi ha chiesto:
"Non c'è qualcos'altro che tua moglie non usa più?"
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