Tumgik
#cooperazione trentino
lamilanomagazine · 6 months
Text
Venezia, operazione “Crimine Resiliente”: frode ai danni dell'Unione Europea sui fondi del PNRR. 22 arresti e sequestri per oltre 600 milioni di euro
Tumblr media
Venezia, operazione “Crimine Resiliente”: frode ai danni dell'Unione Europea sui fondi del PNRR. 22 arresti e sequestri per oltre 600 milioni di euro. Nella mattina di ieri i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia e del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) e del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, contenente 24 misure cautelari personali (di cui 8 in carcere, 14 arresti domiciliari e 2 interdittive a svolgere attività professionale e commerciale) e sequestri per 600 milioni di euro, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, dott.ssa Mara Mattioli, su richiesta del Procuratore Europeo Delegato, dott.ssa Donata Patricia Costa dell’Ufficio di Venezia. Grazie all’attivazione dei canali di cooperazione giudiziaria di EPPO, le operazioni stanno interessando diversi Paesi europei, con il coinvolgimento delle forze di polizia slovacche, rumene e austriache; sul territorio nazionale oltre 150 finanzieri stanno eseguendo perquisizioni in Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Campania e Puglia, anche con l’ausilio di unità cinofile “cash dog”. Le attività di frode, allo stato delle indagini attribuite al sodalizio criminale con il coinvolgimento di svariati prestanome e l’ausilio di 4 professionisti, hanno in una prima fase riguardato iniziative progettuali per decine di milioni di euro, finanziate a valere sul PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), nell’ambito della Digitalizzazione, Innovazione e Competitività nel sistema produttivo ed erogati da SIMEST (società partecipata da CDP con l’obiettivo di sostenere le imprese italiane nel percorso di internazionalizzazione), che ha corrisposto tempestivamente alle richieste dell’Autorità giudiziaria fornendo collaborazione alle indagini. Le investigazioni hanno poi permesso di far emergere come la medesima organizzazione, utilizzando spesso le stesse società, fosse dedita anche alla creazione di crediti inesistenti nel settore edilizio (bonus facciate) e per il sostegno della capitalizzazione delle imprese (A.C.E.), per circa 600 milioni di euro. Le attività di polizia giudiziaria, condotte dalle Fiamme Gialle di Venezia con il supporto dei Reparti Speciali della Guardia di Finanza, hanno consentito poi di individuare, mediante l’uso della tecnica del “follow the money”, le condotte ritenute di riciclaggio e autoriciclaggio di ingenti profitti illeciti attuate attraverso un complesso reticolato di società fittizie artatamente costituite anche in Austria, Slovacchia e Romania. Ad agevolare la ricostruzione dei flussi finanziari illeciti hanno contribuito gli approfondimenti svolti su oltre 100 segnalazioni di operazioni sospette (provenienti anche da Financial Intelligence Unit estere) afferenti agli indagati che, unitamente ai riscontri documentali raccolti attraverso acquisizioni documentali e indagini bancarie, hanno consentito di individuare i presunti promotori, i partecipi e gli agevolatori del sodalizio criminale, con i differenti ruoli assunti dai responsabili nell’architettare evoluti sistemi di frode. A valle di questi, si è posto un altrettanto raffinato apparato di riciclaggio, peraltro agevolato anche dall’utilizzo di tecnologie avanzate (come Virtual Private Network, server cloud dislocati in Paesi poco collaborativi, crypto-asset, specifici software di intelligenza artificiale per aumentare la velocità di produzione dei documenti falsi) e di società di cartolarizzazione dei crediti al fine di occultare e proteggere, da un lato, l’illegale business del sodalizio da eventuali controlli posti in essere dalle forze di polizia e, dall’altro, trovare nuove modalità di monetizzazione dei crediti inesistenti. Tra i valori sottoposti a sequestro, spiccano appartamenti e ville signorili, importanti somme in criptovalute, orologi di alta fascia (Rolex), gioielli (Cartier), oro e auto di lusso (tra cui Lamborghini Urus, Porsche Panamera e Audi Q8). Tali beni, unitamente agli oltre 600 milioni di crediti, sono tutti oggetto di sequestro nel corso delle operazioni odierne. I risultati ottenuti consentono di affermare che l’Italia è l’unico Paese dell’Unione Europea che ha un Corpo di polizia specializzato come la Guardia di Finanza, il quale, attraverso una prodromica attività d’intelligence e di controllo economico del territorio, effettua una mirata selezione degli obiettivi a tutela della corretta attuazione delle risorse finanziarie erogate nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e al recupero delle risorse europee illecitamente percepite. Il procedimento penale verte nella fase delle indagini preliminari e per effetto del principio della presunzione di innocenza, la responsabilità delle persone sottoposte ad indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
corallorosso · 4 years
Photo
Tumblr media
Agitu Gudeta, colpita con un martello e violentata mentre era agonizzante L’azienda agricola “La capra felice” era il sogno della sua speranza di libertà e di integrazione culturale, ma è diventato il luogo dove Agitu Gudeta Idea, etiope, ha trovato una fine orribile. L’1 gennaio avrebbe compiuto 43 anni. È stata trovata in camera da letto, con la testa fracassata a colpi di martello nell’ex canonica di Plankerhoff, a Frassilongo, nella vallata trentina dei Mocheni, una laterale della Valsugana. Per l’omicidio è stato interrogato a lungo, e poi fermato, Adams Suleimani, un pastore ghanese di 32 anni a cui lei aveva dato lavoro e che era diventato il custode dell’azienda. (...) l’uomo ha quindi impugnato un martello che la vittima teneva dietro a un termosifone di casa, forse per proteggersi, colpendola con quello alla testa più volte fino a lasciarla a terra, senza vita, (...) Quindi ha aggiunto un particolare agghiacciante: mentre Agitu era agonizzante a terra l’ha violentata. Agitu aveva trovato in Trentino la sua seconda patria dopo essere fuggita dall’Etiopia dove era stata minacciata e inquisita per l’impegno contro il “land grabbing”, ovvero la razzia di terre dei pastori da parte delle multinazionali. Ma anche in Italia aveva dovuto confrontarsi con violenze, diffidenze e problemi di integrazione. “Mi insultano, mi chiamano brutta negra, dicono che me ne devo andare e che questo non è il mio posto” aveva denunciato. Un pastore della zona è stato condannato un anno fa a 9 mesi di reclusione per lesioni nei suoi confronti, ma assolto dall’accusa di stalking aggravato dall’odio razziale. (...) L’omicidio della donna etiope ha suscitato una forte emozione in Trentino, dove era diventata un simbolo, non solo per la sua fuga dall’Africa, ma anche per il progetto di recupero ambientale e produttivo che aveva sviluppato, a partire dalla capra mochena, che la Provincia di Trento aveva deciso di salvare alcuni anni fa. Agitu aveva realizzato un’attività molto apprezzata e aveva recentemente aperto a Trento un punto vendita dei prodotti derivati dalle capre e dall’agricoltura biologica. Inoltre aveva coltivato una attività culturale di conoscenza e promozione delle proprie tradizioni. Era nata e cresciuta ad Addis Abeba l’1 gennaio 1978, sotto il regime di Menghistu. Terminati gli studi, era arrivata in Italia dove si era iscritta alla facoltà di Sociologia di Trento, laureandosi con una tesi sull’economia rurale dei Paesi in via di sviluppo. Era poi tornata in Etiopia per seguire un progetto di cooperazione con la tribù dei Boran, pastori nomadi che vivono con capre e cammelli. Nel 2010 era tornata a Trento come rifugiata e si era impegnata nel salvataggio della capra mochena in via di estinzione. Sul proprio profilo Facebook aveva recentemente scritto: “Buon Natale a te che vieni dal sud, buon Natale a te che vieni dal nord, buon Natale a te che vieni dal mare, buon Natale per una nuova visione e consapevolezza nei nostri cuori”. (...) Giuseppe Pietrobelli
13 notes · View notes
piergiorgiocattani · 7 years
Text
I nuovi tempi dei compagni che sbagliano
Tumblr media
C’erano una volta i “compagni che sbagliano”. Questa dizione ci riporta indietro agli anni di piombo: si riferiva all’atteggiamento assolutorio che la sinistra italiana (partiti e sindacati) aveva tenuto all’affacciarsi dei primi episodi della sovversione rossa.
Gli autori di tali atti violenti – intimidazioni, rapine, sequestri – non venivano additati come criminali o terroristi ma appunto come compagni che sbagliavano, da cui non si potevano prendere nette distanze. Sappiamo che questa posizione cambiò radicalmente quando l’attacco eversivo si fece più pesante e quando furono colpiti a morte sindacalisti, semplici lavoratori, dirigenti politici. Prima no.
Oggi assistiamo a qualcosa di simile, per fortuna in una dimensione più ridotta. Marx stesso ci ricorda che la tragedia si ripete trasformandosi in farsa, ugualmente pericolosa però. È un segno dei tempi leggere il comunicato della Uil del Trentino in relazione alla vicenda relativa alle mancate  fermate dei mezzi di Trentino Trasporti presso il Centro Profughi di Marco. Il sindacato difende il suo autista, peraltro personaggio già agli onori della cronaca per le sue esternazioni bellicose. Probabilmente anche lui è un compagno che sbaglia, meglio dire un camerata che sbaglia.  Finché a rimetterci sono i migranti, per giunta neri, non dobbiamo preoccuparci…
Viviamo un tempo strano. Salvini viene acclamato da una folla festante alla Sala della Cooperazione. L’indomani incontra i vertici di quella che fu la creatura di don Guetti. Saluti, sorrisi, scambi di opinioni. Fezzi non poteva fare altrimenti: il segretario della Lega è il vero vincitore delle elezioni. Con lui occorre fare i conti. La foto ricordo descrive però una realtà ben più profonda di un’istantanea passeggera: ci parla di una dissociazione – mentale, culturale, politica e alla fine pratica e organizzativa – tra chi dovrebbe rappresentare i “valori” della Cooperazione e una base disorientata e disillusa, oppure apertamente in disaccordo proprio con quei valori fondanti.
Benvenuti nel mondo nuovo. Si può essere razzisti e partecipare a un sindacato di sinistra, si può sparare (metaforicamente ma non solo) contro gli stranieri e ricevere una valanga di voti da chi nei paesi predica la solidarietà, la coesione, la “famiglia cooperativa”. Si può essere cristiani, commuovendosi di fronte agli accenti vibranti e generosi del vescovo Tisi o del Papa stesso in favore degli ultimi e dei poveri, e poi sostenere con altrettanta o maggiore convinzione chi si muove in direzione opposta. Per fortuna che c’è il Professor Renzo Gubert che ci tranquillizza sulla perfetta compatibilità tra la religione leghista (identitaria, nazionalista, etnica) e i principi evangelici. Eh sì, caro professore, è stato davvero impervio “il passaggio dal principio dell'amore universale verso tutti gli uomini ai principi di dottrina sociale cristiana”!
Questo discorso non può essere rubricato come di destra o di sinistra. La questione è strutturale e riguarda la crisi dei corpi intermedi che stanno (stavano) alla base della nostra società. Sindacati, partiti, Chiesa, associazioni laiche e cattoliche esistono e resistono come un tempo, ma sembrano sopravvivere in una sorta di finzione: i vertici continuano come nulla fosse, ripetendo le solite parole d’ordine come se ci fosse un popolo pronto ad ascoltare. Questo popolo non c’è più. Sta diventando tribù, sta frammentandosi in tante tribù. I corpi intermedi stanno scomparendo per consunzione.
Probabilmente sono i “dirigenti” i primi a non credere più ai principi di solidarietà, democrazia, inclusione, giustizia, uguaglianza, libertà, valori che dovrebbero professare. Si preferisce cullarsi nelle nostalgie. Magari si cercano vie di comodo, per salvare il salvabile, per garantire la propria rendita… Generalizzato è uno stupore che alla fine straborda in angoscia di fronte a una realtà non più capita.
Questo stato di cose era già descritto nel film di Nanni Moretti “Palombella rossa” del 1989. In una scena un infervorato sindacalista quasi aggredisce con le parole il povero Michele nello spogliatoio della squadra di pallanuoto. “Fiumicino ci scappa, la scuola ci scappa, la lotta per la casa ci scappa; alcuni settori tengono, qualche movimento lo azzecchiamo, in parte… io so che nella società c’è un potenziale conflittuale enorme, che va diretto”. Per salvarsi Michele si getta in piscina. Ecco possiamo fare anche noi così, ripetendo parole e analisi ormai logore, mettendo la testa sotto la sabbia. Oppure rendendoci conto che altre sono le strade da percorrere.
Editoriale apparso sul "Trentino" il 20 marzo 2018
0 notes
nicolafioretticom · 2 years
Text
SAT: 15 sentieri per i 150 anni!
#sat #trentino #dolomiti #cooperazione #casseruralitrentine #150annisat #satcentrale #cai #sat #casasat #sentieri #trekking #sat #caisat #societàalpinistitridentini #clubalpinoitaliano
Partnership tra SAT e Casse Rurali Trentine: alla scoperta del territorio e dei valori Cooperativi  In occasione dei sui 150 anni dalla fondazione, la SAT (Società degli Alpinisti Tridentini), in partnership con le Casse Rurali Trentine propone 15 itinerari su tutto il territorio provinciale alla scoperta dei valori, della storia e delle radici della nostra associazione che, spesso, si…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
purpleavenuecupcake · 5 years
Text
Di Maio ha fatto arrabbiare anche i turchi
Il ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio sull’escalation in Siria della Turchia ha detto: “Mi auguro che l'Unione europea, possa assumere delle misure. L'Italia chiederà di far rispettare il diritto internazionale, di non mettere a rischio la vita dei civili e il cessare ogni azione militare”. Di Maio ha anche lasciato intendere di voler appoggiare la linea francese di imporre sanzioni all Turchia. Di Maio con le sue dichiarazioni ha irritato e non poco Ankara che con il suo ambasciatore a Roma, Murat Salim Esenli, ha detto: "Che cosa succederebbe se il Trentino Alto Adige fosse bersagliato dai colpi di mortaio, o se il Piemonte fosse attaccato dalla Francia?”.  L'ambasciatore ha ripetuto quanto già aveva fatto presente alla viceministra agli Esteri Marina Sereni: “Trattiamo allo stesso modo tutte le organizzazioni terroristiche, anche Daesh (Isis), che è pericolosa quanto Ypg/Pyd”,  Loro, secondo Ankara, sono il braccio armato dell'organizzazione terroristica del Pkk. Il desiderio dei turchi è che i siriani possano tornare nelle loro case. In riferimento ai jihadisti dell'Isis: “Saranno trattati come meritano, ma non ci fidiamo dell’Ypg”.  I turchi sono nella Nato e sono presenti in Libia a difesa del governo di al Serraj. Andare contro la Turchia vuol dire mettere in discussione l’alleanza strategica con il paese guidato da Erdogan che secondo le parole del segretario generale della Nato Stoltenberg possiede il secondo esercito più grande nell'alleanza atlantica, e che sarebbe controproducente avvicinare la Turchia alla Russia.  L’Italia proprio in virtù degli ottimi rapporti commerciali con la Turchia, 7,5 miliardi di interscambio fino a maggio 2019, dovrebbe “pesare” le dichiarazioni.  Più attenta la Germania dove il governo federale ha respinto con decisione i toni ricattatori usati da Erdogan sulla possibilità di rimandare i migranti in Europa, ma gli unici a sollevare la minaccia di sanzioni sono stati i Verdi e la Sinistra. Il ministro degli Esten Maas ha chiesto lo stop all'offensiva, ma non è un segreto che a costituire la spina dorsale dei corazzati turchi siano i carri armati Leopard di produzione tedesca.  Lunedì a Lussemburgo ci sarà il consiglio  dei ministri degli Affari Esteri, dove il capo della diplomazia italiana, secondo fonti della Farnesina, dovrebbe usare toni più morbidi nei confronti della Turchia, condannando con fermezza l’uccisione di innocenti civili.
Tumblr media
Molto interessante l’intervista rilasciata, su cybernaua.it,  dal generale Pasquale Preziosa, già capo dell’Aeronautica Militare fino al 2016. Dal punto di vista militare, quali misure si potrebbero prendere contro la decisione di Erdogan?  “Nessuna. L’Italia non ha gli strumenti di politica estera per poter entrare nella vicenda dell’invasione di un pezzo della Siria abitato dai curdi. La cartina al tornasole dell’Italia e della sua capacità di operare in politica estera ci è stata già fornita anche nell’ultima querelle a febbraio 2018, quando la Marina Militare turca ha fermato la piattaforma dell’ENI, che si stava dirigendo verso Cipro per iniziare le trivellazioni su licenza del governo di Nicosia. L’Italia si limitò a protestare contro i soprusi turchi.  L’Italia seguirà adesso lo stesso protocollo, ormai collaudato da tempo. In eguale episodio che interessò invece la Francia, le navi da guerra francesi levarono le ancore per proteggere i loro legittimi interessi: la mossa fu di successo. In politica estera “chi pecora si fa lupo lo mangia”.  Sotto il profilo geopolitico, l’instabilità politica permanente del nostro Paese che ha avuto quasi 100 governi in 158 anni di storia, invece dei presumibili 31 è l’indicatore principale della nostra inifluenza in politica estera”. La posizione della Turchia nell’Alleanza Atlantica, dopo la decisione di invadere la Siria, come potrebbe cambiare? “La posizione della Turchia in seno alla NATO non va esaminata per l’invasione di una parte della Siria, quanto per i nuovi profili politici che la Turchia ha assunto dopo il fallito golpe del 2016, la caduta dei sostenitori del golpe in Turchia e la richiesta agli USA di estradare l’esule Fethullah Gülen, ritenuto da Erdogan l’organizzatore politico del golpe. Il rapporto di fiducia tra i due paesi si è lesionato e questo ha comportato, in caduta, la decisione turca di acquisire i missili S400 dalla Russia : questa decisione ha spostato l’asse strategico turco verso la Russia. La ritorsione americana non si è fatta attendere: la vendita ai turchi degli F 35 americani è stata annullata Nella vicenda kurda si è anche inserito il Segretario della NATO Stoltenberg che ha dichiarato: ”Turchia e altri attori agiscano con moderazione e fermino l’operazione”, seguito dal Presidente del Parlamento europeo che ha dichiarato “Ankara fermi subito i Raid”, il nostro presidente del consiglio ha sottolineato “L’iniziativa militare turca deve cessare immediatamente e l’UE e tutta la comunità internazionale dovrà parlare con una sola voce.”. L’Onu resta a guardare e Erdogan minaccia di far partire i rifugiati. Con la ritirata USA dalla zone e il tradimento delle aspettative da parte dei curdi di esser riconosciuti come gli eroi anti ISIS: purtroppo, non vi è alcun interlocutore di livello che abbia voglia politica di cercare una soluzione alla diatriba turca con i curdi: credo che le cose andranno avanti come pianificato dalla Turchia. La NATO nel mentre, dovrà esaminare le prospettive future dell’Alleanza, alla luce del disaccordo strategico tra gli USA e la Turchia. Quale possibile conseguenza l’ISIS che aveva perso terreno oggi potrà avere più possibilità di risorgere nella zona e comunque c’è da aspettarsi l’aumento del terrorismo politico in quell’area”. Cosa serve all’Europa per mettere insieme una Difesa Comune capace anche di prendere posizioni verso situazioni che possano provocare instabilità? “L’Unione europea non ha completato la sua struttura, si affida ancora oggi alla NATO per la sua sicurezza e difesa e deve essere continuamente sollecitata dagli USA a provvedere in autonomia per la propria Difesa. Non tutti i paesi europei della NATO hanno la volontà di rispettare l’impegno preso di raggiungere il 2% del PIL per la difesa.   I paesi europei stentano a capire che il mondo sta cambiando in peggio e che bisogna passare dalla concorrenza alla cooperazione tra stati. Le iniziative francesi di formare un esercito europeo sono state contrastate sia dagli USA sia dalla Germania. Tutte le volte che affiora in Europa una iniziativa robusta, i venti del conservatorismo si fanno sentire. Le precedenti iniziative europee nel campo della difesa che partirono dalla disponibilità di 60.000 uomini, giunsero poi a concretare i Battle Group da 1500 unità mai impiegati nei 14 anni di vita, chiaro segno della inutilità della scelta e spreco di risorse. L’Europa è sguarnita di pilastri importanti della militarità e manca ancora di una leadership condivisa. La NATO costituisce l’unico baluardo di sicurezza per l’Europa. L’Europa potrà crescere, sotto il profilo militare, all’ombra della NATO, ripercorrendo la via degli Stati Uniti verso il federalismo. I singoli paesi europei potranno mantenere la loro partecipazione all’Alleanza NATO, iniziando a costituire capacità militari europee in cooperazione strutturata permanente da mettere a disposizione della NATO come piccolo pilastro UE.  I piccoli passi sono quelli che meglio si attagliano alla nostra cultura basata sui sospetti, purtroppo legittimi ,a causa dei quasi 200 milioni di morti provocati dagli europei nel mondo dagli ultimi due conflitti mondiali (10 % della popolazione mondiale dell’epoca)”. Potrebbero sorgere problemi per i contingenti italiani dislocati in teatri internazionali sensibili? "Non credo che l’azione turca che ha fini di sicurezza nazionale, abbia come obiettivo la destabilizzazione del quadro internazionale.  I rapporti tra i Curdi siriani e la Turchia erano molto tesi sin dal passato. Nel 2014 gli USA hanno fatto in modo di evitare lo scontro tra le due entità, operando come mediatori per combattere l’Isis, purtroppo la mediazione ora è terminata con la brutale uscita degli USA dal conflitto siriano (Jacob Shapiro ha affermato: “US President Donald Trump betrayed the Syrian Kurds). I Curdi oggi sono soli con se stessi e la mappa del Medio Oriente subirà le conseguenti modifiche”.   Read the full article
0 notes
Trento, 10/09/2018 GUARDIA DI FINANZA: OPERAZIONE “ALBA BIANCA”: STRONCATO TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA TRA NORD EUROPA E ITALIA Eseguiti 30 arresti in Italia e all’estero, sequestrati 120 chili di droga per un valore sul mercato illecito di oltre venti milioni di euro Fondamentale la cooperazione tra organismi di polizia italiani e germanici La Guardia di Finanza di Trento ha concluso l’operazione internazionale antidroga denominata “Alba bianca”, eseguendo oggi venti misure di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Trento, sedici delle quali sul territorio nazionale (Trentino-Alto Adige, Lombardia e Veneto), quattro all’estero, con mandato di arresto europeo in Germania e Albania, che si sommano ai dieci arresti già eseguiti nel corso delle indagini nell’arco di due anni. Dalle prime ore della mattinata odierna un centinaio di militari con una decina di unità cinofile antidroga delle Fiamme Gialle, in coordinamento con la polizia giudiziaria e Doganale bavarese, stanno effettuando arresti e perquisizioni nei confronti dei componenti di due associazioni criminali radicate nel Nord Italia e in Baviera, dedite al traffico internazionale di droga, con ampie ramificazioni sul territorio nazionale e all’estero.
Tumblr media
Le indagini, iniziate nel gennaio 2016 a seguito di un sequestro di 93,1 kg. di cocaina effettuato dalle Fiamme Gialle di Vipiteno (BZ), al confine con l’Austria, in ingresso in Italia, sono state sviluppate e coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dal Gruppo Operativo Antidroga (GOA) della Guardia di Finanza di Trento. Le attività di indagine sono state condotte attraverso una complessa attività investigativa transnazionale, che si è avvalsa della collaborazione del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza – S.C.I.C.O. di Roma e ha visto un largo ricorso a procedure di cooperazione internazionale, attuate tramite il II Reparto “Coordinamento informativo e relazioni internazionali” del Comando Generale della Guardia di Finanza e la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno – D.C.S.A., con le Forze di Polizia e doganali tedesche e di diversi altri Stati, tra cui Belgio, Albania e Macedonia.
  Sono stati, così, individuati due sodalizi criminali composti, prevalentemente, da soggetti di origine balcanica (albanese, macedone e serba, affiancati da cittadini iracheni, pakistani, afghani, tedeschi e italiani) che, stabilmente radicati in Trentino-Alto Adige (specie nel capoluogo altoatesino, ove rifornivano, anche, alcuni pregiudicati legati alla criminalità storica, di origine calabrese) e in Baviera (D), si ripartivano i locali mercati dello spaccio. I due gruppi criminali avevano anche importanti ramificazioni in Piemonte, Lombardia e Veneto, nonché in Belgio ed Olanda, Paesi questi dove acquistavano direttamente ingenti partite di droga che poi venivano trasportate in Italia mediante automezzi con ingegnosi doppifondi. Fondamentale, per le operazioni all’estero, si è rivelata la collaborazione investigativa con il BLKA (Bayerisches Landeskriminalamt) e lo ZFA (Zollfahndungsamt) di Monaco di Baviera (D), con i quali, sotto l’egida della D.C.S.A. e della Procura di Trento, è stata avviata una serie di scambi diretti di informazioni e sono state sviluppate investigazioni parallele per il contrasto del crimine transnazionale. L’attività di cooperazione con le Forze di Polizia e doganali germaniche ha consentito loro di sequestrare, su segnalazione delle Fiamme Gialle trentine, 2,18 kg di eroina e 21,3 kg di marijuana tra luglio e novembre 2016, arrestando sei corrieri di nazionalità tedesca e albanese: alle operazioni in Germania hanno partecipato anche i Finanzieri italiani per fornire il loro supporto, sfruttando le possibilità offerte dalle vigenti convenzioni europee. I Finanzieri del GOA di Trento, nei due anni di indagine, hanno operato sul territorio nazionale sequestrando a Bolzano e Bressanone (BZ) ulteriori 1,8 kg di cocaina e arrestando tre corrieri di nazionalità albanese, pakistana e macedone domiciliati in Italia. Di particolare rilievo, nel giugno 2018, l’arresto effettuato dalle Fiamme Gialle presso l’aeroporto di Milano Linate di uno dei due cittadini albanesi originariamente fermati a Vipiteno (BZ) che, approfittando di una temporanea scarcerazione, si era rifugiato all’estero, ma è poi stato individuato, dal GOA di Trento, in Belgio ed ivi catturato ed estradato sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Bolzano.
Tumblr media
In esecuzione delle misure di custodia cautelare in carcere, in Italia, sono stati arrestati tredici cittadini albanesi, domiciliati a Bolzano, Merano (BZ), Bressanone (BZ), Laives (BZ), Chiusa (BZ), Treviso, Opera (MI) e Manerba (BS), un cittadino kossovaro domiciliato a Treviso, un cittadino pakistano domiciliato a Bressanone (BZ) e un cittadino italiano di origini albanesi domiciliato a Merano (BZ). Sulla base della procedura del Mandato d’Arresto Europeo (MAE) e grazie agli accordi internazionali in materia di estradizione, in Germania sono stati contemporaneamente arrestati tre cittadini albanesi residenti in Baviera e un altro è stato arrestato dalle stesse autorità albanesi nella capitale Tirana. Il bilancio complessivo dell’operazione ha portato all’individuazione e alla denuncia di 40 narcotrafficanti, trenta dei quali sono stati arrestati, sequestrando complessivamente circa 120 chili di droga (cocaina, eroina e marijuana) per un valore sul mercato illecito di oltre venti milioni di euro, otto automezzi utilizzati per il trasporto dello stupefacente e oltre centomila euro in contanti. L’operazione ha inflitto un duro colpo ai canali di rifornimento dello stupefacente dal Nord Europa all’Italia, confermando l’importanza dell’asse del Brennero quale crocevia dei traffici internazionali e il valore aggiunto della cooperazione europea tra inquirenti, forze di polizia e organismi di coordinamento interforze italiani.
Tumblr media
TRENTO. TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA TRA NORD EUROPA E ITALIA. Trento, 10/09/2018 GUARDIA DI FINANZA: OPERAZIONE “ALBA BIANCA”: STRONCATO TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA TRA NORD EUROPA E ITALIA…
0 notes
mattiafrizzera · 5 years
Text
Gli esiti di PlurAlps: per una cultura dell’accoglienza nelle zone alpine
Giovedì 10 e venerdì 11 ottobre si svolgerà la conferenza finale del progetto europeo PlurAlps "Promuovere il pluralismo come chiave per lo sviluppo locale nello spazio alpino", un percorso iniziato tre anni fa, finanziato dal programma europeo Interreg Sazio Alpino 2014-2020. L’appuntamento conclusivo, organizzato da Eurac Research e dalla Fondazione Franco Demarchi, unirà rappresentanti delle regioni, comuni e città, funzionari dell’amministrazione pubblica, professionisti ed esperti di settore provenienti da tutti i Paesi alpini.
Nello specifico il 10 ottobre all’Eurac di Bolzano si terrà un confronto finale sul tema del pluralismo e saranno illustrate l’esperienze di successo che si sono svolte in Italia, Austria, Svizzera, Slovenia, Germania e Francia. Sarà inoltre presentato il Libro Bianco di PlurAlps, contenente 15 raccomandazioni (inerenti la progettazione e l’implementazione delle politiche, la comunicazione per un pluralismo generativo, l’integrazione e benessere socio-economico) proposte ai responsabili delle politiche regionali, nazionali e transnazionali, finalizzate a sostenere i politici e le amministrazioni per favorire l’integrazione dei nuovi arrivati.
A seguire l’11 ottobre si svolgerà una visita-studio a Terzolas, organizzata dalla Fondazione Franco Demarchi, per presentare il progetto pilota realizzato in Trentino, anche attraverso la visione di video e l’ascolto delle testimonianze di alcuni dei protagonisti.
Sarà infine possibile visitare il "Museo della Civiltà Solandra" e partecipare alla mostra esperienziale e interattiva "In fuga dalla Siria".
Il Progetto PlurAlpsha lavorato sulla promozione di una cultura accogliente, aumentando l’attrattività del territorio e la coesione sociale delle zone alpine, attraverso servizi e pratiche innovative per l’integrazione degli immigrati e la coesione sociale. In particolare la zona studio del progetto pilota portato avanti dalla Fondazione Franco Demarchi è costituita dalla Valle di Non e dalla Valle di Sole.
A tal proposito venerdì mattina 11 ottobre gli esiti saranno presentati a Terzolas da Antonio Cristoforetti, ricercatore della Fondazione Franco Demarchi e referente per il progetto PlurAlps. A seguire interverranno Stefania Ferriolo, videomaker realizzatrice dei video documentari, Razi Mohebi e Soheila Mohebi, registi che hanno coordinato l’iniziative di “Cantiere Cinema” all’Upt di Cles, Marco Oberosler, coordinatore del progetto “Storie da cinema” del Centro per la Cooperazione Internazionale di Trento, Christian Kuate e Maida Zenunovic testimoni diretti delle iniziative, Michele Bezzi, coordinatore del Progetto Giovani Val di Sole – Associazione Provinciale per i Minori Onlus, che ha coordinato la realizzazione delle visite formative in imprese locali, Katia Cortellini, responsabile della Fondazione San Vigilio, che ha favorito il coinvolgimento di richiedenti asilo nelle visite formative in imprese locali e, infine interverrà Luciana Pedergnana, assessora politiche sociali Comunità Val di Sole.
Nel pomeriggio è prevista una visita al "Museo della Civiltà Solandra", museo etnografico che raccoglie oggetti e strumenti della cultura materiale, testimonianze delle attività tradizionali della popolazione locale (agricoltura, silvicoltura, tecniche casearie, artigianato) e propone un’accurata ricostruzione degli ambienti domestici.
Dalle ore 18 tutta la popolazione potrà partecipare, al Convento dei Frati Cappuccini, alla mostra interattiva "In fuga dalla Siria – Se fossi costretto a lasciare il tuo Paese, cosa faresti?". Mettersi nei panni dell’altro è la chiave per comprendere quello che sta succedendo oggi nel mondo e che, inevitabilmente, ci coinvolge anche nel nostro quotidiano.
La mostra sarà replicata sabato 12 ottobre, dalle ore 9 alle ore 18, all’Urban Center di Rovereto (per informazioni e prenotazione scrivere a quiombo.trentino).
#gallery-0-7 { margin: auto; } #gallery-0-7 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 33%; } #gallery-0-7 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-7 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
Milena Gabanelli da http://www.lanostratv.it
Serata Tesero 6
Serata Tesero 5
serata Tesero
Serata Tesero 1
I giovani e il lavoro – Cles
Augsburg
L’aula del Consiglio provinciale di Trento, foto http://www.walterviola.it
http://www.salto.bz
Enrico Letta, http://www.oggi.it
en.wikipedia.org
L’incrocio di Dermulo da http://maps.google.it
foto David Fontanari
http://www.sassuolo2000.it
http://www.ilmattino.it
Paolo Panebianco, presidente Associazione Comunità e coordinatore regionale Nursing Up, sindacato professioni sanitarie infermieristiche
Margherita Hack, foto http://www.tumblr.com
Carmen Noldin, assessore al volontariato Comunità Valle di Non
da sinistra Giuseppe Vergara, Mario Magnani, Paolo Panebianco
L’Ospedale Santa Chiara di Trento, http://www.wikipedia.org
I giovani e il lavoro – Cles
http://www.nocensura.com
La presentazione de “L’Italia dei democratici” alla http://www.festademocratica.it
http://www.formiche.net
I partecipanti al Festival della gioventù dell’Euregio il 20 marzo 2013 a Villa Bortolazzi. Foto su http://www.europaregion.info
Tutta la “squadra” del Partito democratico del Trentino
In Regione
Versione 3D di un tabellone elettorale
en.wikipedia.org
wikiprestiti.org
http://www.areeprotette.provincia.tn.it
italyinfo.it La Regione, senza confine a Salorno
Alla festa Anffas
Serata Tesero 2
Trentino TV – Mario Magnani
Serata Tesero 4
Serata Tesero 3
http://www.investintrentino.it
Serata a Baselga
I giovani e il lavoro – Cles
Serata a Baselga
I giovani e il lavoro – Cles
http://www.agenziefiscali.usb.it
I giovani e il lavoro – Cles
Con i candidati del Partito Democratico del Trentino in Alta Valsugana
http://www.cooperazionetrentina.it
foto di Alberto Gianera
I candidati alle primarie del 13 luglio 2013. Da sinistra Alexander Schuster, Ugo Rossi, Mauro Gilmozzi, Alessandro Olivi, Lucia Coppola
http://www.controlacrisi.org
maps.google.it
http://www.anvolt.org
http://www.trentotoday.it
da http://www.lettera43.it, foto dell’Ansa
I giovani e il lavoro – Cles
La sede dell’Ufficio Euregio di Trentino-Alto Adige-Tirolo a Bruxelles. http://www.alpeuregio.org
img 20160503 wa00001
mime attachment
image11
image21
PlurAlps, cultura dell’accoglienza nell’area alpina #siamoeuropa Gli esiti di PlurAlps: per una cultura dell’accoglienza nelle zone alpine Giovedì 10 e venerdì 11 ottobre si svolgerà la conferenza finale del…
0 notes
friz · 5 years
Text
Le piccole realtà locali possono innescare il cambiamento
Si è tenuto ieri sera alla sala della Cooperazione a Trento l’incontro con Vandana Shiva, scienziata, ecologista, attivista e scrittrice indiana, promosso dall’associazione L’Ortazzo per festeggiare il decennale di attività.
Nota in tutto il mondo per il suo lavoro in difesa della biodiversità, dei diritti dei contadini e delle donne, Vandana Shiva sta compiendo un tour in Italia con Navdanya International, l’organizzazione di cui è presidente, dal titolo "Per un’alimentazione e un’agricoltura libera da veleni".
Nel suo discorso presso la Sala della Cooperazione, seguito da quasi 500 presenti, Vandana Shiva ha richiamato l’urgenza su una scadenza che ci riguarda tutti: “Non abbiamo mai avuto una situazione del genere nella storia dell’umanità, sappiamo esattamente cosa succederà fra 100 anni ma per cambiare rotta, per evitare la nostra stessa estinzione abbiamo solo 10 anni!
L’attuale HYPERLINK "https://navdanyainternational.org/key-issues/food-for-health/"epidemia di malattie croniche è anche il risultato della diffusione di sostanze tossiche nei nostri sistemi alimentari. Siamo la prima generazione costretta a guardare i nostri figli ammalarsi più di noi, in particolare di cancro. Sappiamo che solo il 5% dei tumori è di origine genetica, il restante 95% è dovuto alla tossicità dell’ambiente circostante. Un rapporto delle Nazioni Unite ha stimato HYPERLINK "https://www.theguardian.com/environment/2017/mar/07/un-experts-denounce-myth-pesticides-are-necessary-to-feed-the-world"200.000 decessi l’anno a causa dei pesticidi.
E’ stato chiesto a Vandana Shiva che cosa sia possibile fare in concreto, nella nostra piccola dimensione di cittadini e associazioni locali, per promuovere la democrazia della terra. La risposta dell’attivita è partita dall’alimentazione: “Noi siamo il cibo che mangiamo. Cibo che o distrugge la nostra salute o ci nutre. Credo che la connessione fra produzione e consumo del cibo sia il luogo in cui ritorniamo a curare la terra e a reclamare la nostra libertà. Noi non siamo consumatori, siamo parte della rete alimentare, possiamo scegliere e allora mangiare diventa un atto politico. Di sicuro è un atto economico perché ciò che mangiamo sostiene un sistema o l’altro. Non sapere cosa stiamo mangiando non significa solo vivere nella peggiore ignoranza, significa essere schiavi. Anche le piccole realtà locali possono innescare il cambiamento: tutto ciò che vive inizia nel piccolo, il cibo inizia con un seme che è molto piccolo. Abbiamo circa 100 trillioni di batteri nell’intestino che cooperano creano tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Se ci pensiamo come un batterio nell’intestino capiamo che come comunità abbiamo reale potere.
Le regioni più piccole, come la vostra, hanno migliore capacità di successo nei momenti di transizione perchè le persone hanno la possibilità di lavorare insieme molto più da vicino. Ognuno di voi si chieda come vorrebbe vedere il Trentino fra due anni e cosa deve fare per promuovere quel cambiamento.
Da dieci anni l’associazione l’Ortazzo lavora nell’alta Valsugana e Altopiano della Vigolana per promuovere questo cambiamento attraverso incontri, laboratori e iniziative rivolte alle buone pratiche agricole, orticole ed alimentari. Al fianco del L’Ortazzo hanno promosso la serata anche l’Associazione Donne in Cooperazione e Trentino Arcobaleno.
Per informazioni
ortazzo
HYPERLINK "http://www.ortazzo.it/"www.ortazzo.it o la pagina Facebook L’Ortazzo.
#gallery-0-7 { margin: auto; } #gallery-0-7 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 33%; } #gallery-0-7 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-7 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
Milena Gabanelli da http://www.lanostratv.it
Serata Tesero 6
Serata Tesero 5
serata Tesero
Serata Tesero 1
I giovani e il lavoro – Cles
Augsburg
L’aula del Consiglio provinciale di Trento, foto http://www.walterviola.it
http://www.salto.bz
Enrico Letta, http://www.oggi.it
en.wikipedia.org
L’incrocio di Dermulo da http://maps.google.it
foto David Fontanari
http://www.sassuolo2000.it
http://www.ilmattino.it
Paolo Panebianco, presidente Associazione Comunità e coordinatore regionale Nursing Up, sindacato professioni sanitarie infermieristiche
Margherita Hack, foto http://www.tumblr.com
Carmen Noldin, assessore al volontariato Comunità Valle di Non
da sinistra Giuseppe Vergara, Mario Magnani, Paolo Panebianco
L’Ospedale Santa Chiara di Trento, http://www.wikipedia.org
I giovani e il lavoro – Cles
http://www.nocensura.com
La presentazione de “L’Italia dei democratici” alla http://www.festademocratica.it
http://www.formiche.net
I partecipanti al Festival della gioventù dell’Euregio il 20 marzo 2013 a Villa Bortolazzi. Foto su http://www.europaregion.info
Tutta la “squadra” del Partito democratico del Trentino
In Regione
Versione 3D di un tabellone elettorale
en.wikipedia.org
wikiprestiti.org
http://www.areeprotette.provincia.tn.it
italyinfo.it La Regione, senza confine a Salorno
Alla festa Anffas
Serata Tesero 2
Trentino TV – Mario Magnani
Serata Tesero 4
Serata Tesero 3
http://www.investintrentino.it
Serata a Baselga
I giovani e il lavoro – Cles
Serata a Baselga
I giovani e il lavoro – Cles
http://www.agenziefiscali.usb.it
I giovani e il lavoro – Cles
Con i candidati del Partito Democratico del Trentino in Alta Valsugana
http://www.cooperazionetrentina.it
foto di Alberto Gianera
I candidati alle primarie del 13 luglio 2013. Da sinistra Alexander Schuster, Ugo Rossi, Mauro Gilmozzi, Alessandro Olivi, Lucia Coppola
http://www.controlacrisi.org
maps.google.it
http://www.anvolt.org
http://www.trentotoday.it
da http://www.lettera43.it, foto dell’Ansa
I giovani e il lavoro – Cles
La sede dell’Ufficio Euregio di Trentino-Alto Adige-Tirolo a Bruxelles. http://www.alpeuregio.org
img 20160503 wa00001
mime attachment
image11
image21
Vandana Shiva il 12 aprile 2019 a Trento: “liberare l’agricoltura e l’alimentazione dai veleni” Le piccole realtà locali possono innescare il cambiamento Si è tenuto ieri sera alla sala della Cooperazione a Trento l'incontro con Vandana Shiva, scienziata, ecologista, attivista e scrittrice indiana, promosso dall'associazione L'Ortazzo per festeggiare il decennale di attività.
0 notes
secolotrentino · 7 years
Photo
Tumblr media
Giovedì 15 Matteo Salvini a Trento per ringraziare gli elettori Giovedì 15/03 ore 20.30 presso la Sala Cooperazione di Trento Matteo Salvini incontrerà il popolo Trentino per un ringraziamento di persona visto il grande risultato elettorale ottenuto dalla…
0 notes
jucks72 · 7 years
Text
Sostenibilità e uno sguardo al futuro Marco Tonini vince la “Vigna eccellente”
New Post has been published on http://www.it-gourmet.it/2017/11/04/sostenibilita-e-uno-sguardo-al-futuro-marco-tonini-vince-la-vigna-eccellente/
Sostenibilità e uno sguardo al futuro Marco Tonini vince la “Vigna eccellente”
Valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze, il tema sviluppato a Isera, comune trentino, nell’ambito di un evento sulla viticoltura nei prossimi anni. Premio letterario a “La Vigna Antica” di Leonardo Franchini.
Tre giorni dedicati al territorio vinicolo e alle sue eccellenze, ai suoi gioielli. La premiazione, svoltasi alla presenza di moltissimi agricoltori, ha chiuso una tre giorni dedicata alla valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze.
foto: Florio Badocchi
Se dobbiamo pensare a quale aspetto sarà importante per la viticoltura nei prossimi anni, non c’è dubbio che un ruolo decisivo si dato dalla sostenibilità. L’attenzione dei consumatori per questo aspetto è sempre più marcata. La coltivazione biologica del vigneto ne è sicuramente la modalità privilegiata. Per il viticoltore tale scelta è molto impegnativa, poiché deve porre particolare attenzione nel seguire l’evoluzione vegeto-produttiva del vigneto, nella esecuzione delle pratiche agronomiche ed in particolare della difesa antiparassitaria.
Il vigneto individuato, di 3.061 mq e sito in località Penin, si distingue inoltre per un equilibrato rapporto vegeto-produttivo. Questa la motivazione della giuria – presieduta da Attilio Scienza e composta da Paolo Benvenuti, Enzo Merz, Franco Nicolodi, Nereo Pederzolli, Duilio Porro, Francesco Ribolli, Carlo Rossi, Marco Stefanini – per il conferimento del primo premio del concorso La Vigna Eccellente. Ed è subito Isera a Marco Tonini.
Giuliano Marzadro si è invece guadagnato il secondo posto poiché il suo vigneto sito a Marano di Isera, dove sono stati introdotti i sistemi di allevamento a filare, che comportano esecuzione di pratiche agronomiche con modalità e tempistiche molto diverse rispetto alla pergola, rappresenta un esempio efficace di attenta conduzione agronomica mirata alla produzione di uve di qualità. Stefano Berti, al terzo posto, con il suo vigneto di 2mila mq in località Sparaver a Marano di Isera, si è invece distinto per l’attenta gestione mirata a salvaguardarne nel tempo l’integrità di un vigneto datato, mantenendolo nelle migliori condizioni vegeto-produttive.
Una premiazione molto sentita, che ha visto una Sala della cooperazione davvero gremita. «Dopo un anno di pausa – ha dichiarato la sindaca di Isera Enrica Rigotti – abbiamo voluto rilanciare questo premio partendo dalla considerazione che la vigna non è solo agricoltura ma è anche paesaggio, turismo, produzioni tipiche, occasione di confronto, arte e cultura. Per questo, il fine settimana è stato arricchito da enotour, spettacoli teatrali, wine tasting, eventi in cantina, menu a tema, mostre, proiezioni di documentari, oltre al convegno di Michele Dallapiccola sulle prospettive e l’innovazione per l’agricoltura in Trentino. Un ricco programma ideato all’interno del tavolo sul turismo istituito dal consiglio comunale con il coinvolgimento di diverse realtà territoriali e con il supporto di Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, nell’ambito del coordinamento delle manifestazioni enologiche provinciali, Apt Rovereto e Vallagarina e Associazione Città del Vino. Il messaggio che vogliamo dare è che mantenendo le proprie specificità ma facendo rete dentro e fuori dal territorio si raggiungono gli obiettivi».
Una visione condivisa dal senatore Franco Panizza, che ha fatto un plauso all’originalità dell’idea sottolineando come sia importante per un territorio caratterizzarsi senza isolarsi, puntando sulle risorse che lo contraddistinguono, lavorando su qualità ed eccellenza e facendo sistema per essere competitivi sia a livello locale che non.
Complimenti anche da Paolo Benvenuti, direttore di Città del Vino, che ha sottolineato come la viticoltura di eccellenza in Italia sia prodotta soprattutto dalle piccole comunità, come Isera, e come sia fondamentale investire su questa ricchezza se vogliamo diventare davvero il primo Paese enoturistico al mondo.
Tra le novità di questa edizione, oltre al ricco weekend di iniziative collaterali, l’istituzione di un premio letterario dedicato alla memoria di Francesco Graziola, storico membro della giuria, che è stato consegnato a Leonardo Franchini, autore del libro La Vigna Antica. Un romanzo di scienza-verità che ha il merito di colmare il vuoto di comunicazione che si è venuto a creare tra il mondo della ricerca e il consumatore, approfondendo la tematica della genetica nella viticoltura degli ultimi 150 anni attraverso la potente arma dello storytelling.
Del resto, come ha spiegato Attilio Scienza, il concorso è ormai maturo per fare un salto di qualità e darsi nuovi obiettivi. Oltre a continuare a premiare il vigneto più curato, infatti, ha la possibilità di fare leva sulla propria notorietà e diventare un altoparlante per discutere di grandi temi legati al futuro della viticoltura. In primis, le tecniche moderne di genoma editing e di cisgenesi che ci consentono di affrontare malattie della vite e cambiamenti climatici senza ricorrere alla chimica e accelerando i tempi della genetica classica. Un tema che vive l’ostacolo dell’accettazione antropologica e che, per questo, necessita di essere supportato da una corretta narrazione che possa esorcizzare la paura attraverso la spiegazione dei suoi meccanismi.
«L’augurio – ha chiarito – è che attraverso lo studio del Dna, la Fondazione Mach sia in grado di creare un Marzemino resistente senza modificare nessun carattere, come avviene con gli incroci, ma aggiungendo solo quei geni che possono dare la resistenza. Geni non trasgenici, ovvero provenienti da funghi e batteri, ma cisgeneci, ovvero che vengono dalla stessa specie, dalla stessa famiglia».
0 notes
funkoneblr-blog · 8 years
Link
(ANSA) - TRENTO, 24 GEN - Quanto contano innovazione e cooperazione per le aziende alto atesine? A questa domanda ha cercato di rispondere ...
0 notes
lamilanomagazine · 1 year
Text
Scatta oggi il click day per la presentazione delle domande per gli 82.705 lavoratori extracomunitari previsti dal ‘decreto flussi’
Tumblr media
Scatta oggi il click day per la presentazione delle domande per gli 82.705 lavoratori extracomunitari previsti dal ‘decreto flussi’. Scatta ufficialmente il click day per la presentazione in via esclusivamente telematica delle domande per gli 82.705 lavoratori extracomunitari previsti dal cosiddetto ‘decreto flussi’, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 26 gennaio scorso. Decreto che disciplina la programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro stagionale e non stagionale nel territorio dello Stato. Nell’ambito della quota massima indicata all’articolo 1, sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini non comunitari entro una quota di 38.705 unità, comprese le quote da riservare alla conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato e per lavoro autonomo di permessi di soggiorno rilasciati ad altro titolo, di cui quota 30.105 ingressi per lavoro subordinato non stagionale nei settori dell’autotrasporto, dell’edilizia, turistico-alberghiero, della meccanica, delle telecomunicazioni, dell’alimentare e della cantieristica navale per cittadini dei Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi di cooperazione in materia migratoria. Sono inoltre ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato stagionale, nei settori agricolo e turistico-alberghiero, i cittadini non comunitari residenti all’estero entro una quota di 44.000 unità, da ripartire tra le regioni e le province autonome a cura del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Tutte le domande – spiega online il Viminale- potranno essere presentate fino a concorrenza delle quote previste dal decreto o comunque fino al 31 dicembre 2023. La procedura richiede il possesso di un’identità Spid da parte di ogni utente. "In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere, con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi", rileva la Coldiretti, citando i dati Idos -Dossier Statistico Immigrazione-. Attualmente -però- non esiste una suddivisione delle quote di ingresso a livello territoriale. Sulla base delle esperienze degli ultimi anni, la Coldiretti indica che le regioni in cui si concentreranno le richieste di ingresso sono le stesse nelle quali si concentrano le coltivazioni stagionali che richiedono un grande impegno di manodopera. Fra queste ci sono il Trentino, soprattutto per la raccolta delle mele, il Veneto per la raccolta degli ortaggi, il Friuli Venezia Giulia per la preparazione delle piantine di vite per i nuovi impianti, e la Campania per la coltivazione del tabacco e del pomodoro destinato alla trasformazione industriale. Anche la Confagricoltura indica una "crescita elevata" della manodopera in agricoltura di origine extracomunitaria, che rappresenta circa il 70% dei lavoratori. Tra i Paesi di provenienza predomina l'Africa, con Marocco, Tunisia, Senegal, Nigeria e Mali. Rilevante anche la quota di manodopera non comunitaria proveniente dell'Est Europa, in particolare da Albania e Macedonia, e poi dall'Asia, con India e Pakistan. Sebbene gli arrivi attesi quest'anno superino quelli del 2022, per le organizzazioni agricole non sono comunque sufficienti rispetto alla domanda. « Nelle campagne sarebbero necessari almeno centomila giovani», rileva il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. «E' una necessità»- prosegue - «da affrontare con un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge». Centomila è anche la cifra indicata dalla Confagricoltura, che da tempo ha chiesto una revisione del decreto flussi e secondo la quale, «malgrado l'aumento, rispetto allo scorso anno, delle quote del Decreto flussi, nelle aziende agricole mancheranno ancora lavoratori sufficienti per le operazioni tardo primaverili ed estive». «Occorre almeno il triplo di manodopera disponibile e adeguatamente qualificata» afferma Massimiliano Giansanti , Presidente dell'organizzazione agricola.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
lamilanomagazine · 2 years
Text
Trento, eventi per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Tumblr media
Trento, eventi per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne (venerdì 25 novembre), il Consiglio delle donne, in collaborazione con le circoscrizioni e varie associazioni, propone una serie di eventi a partire dal 18 novembre. PROGRAMMA - venerdì 18 novembre alle 20.30 al Museo diocesano ci sarà l’evento Lettera musicata "Creusa, Kassandra e le altre: voci di donne dalla guerra di Troia". Ingresso gratuito. - sabato 19 novembre alle ore 20.30 ci sarà l’evento conclusivo del ciclo di appuntamenti organizzato dalla circoscrizione di Ravina e Romagnano, dal titolo "Alla luce del giorno. L’educazione al rispetto nelle scuole". La serata sarà in sala Dematté in via Belvedere 4. - dal 23 al 24 e dal 29 al 30 novembre è prevista la mostra di Amnesty international "Come eri vestita?” in via Belenzani. L’evento, che vuole sensibilizzare il pubblico sula tema della violenza sulle donne, è promosso dal servizio Cultura, turismo e politiche giovanili del Comune in collaborazione con il Civico 13. - dal 24 al 26 novembre saranno organizzate tre giornate con seminari e workshop sul tema della parità e violenza di genere, con degustazione di prodotti dell’imprenditoria femminile. L’evento, proposto da Donne impresa e Confartigianato, dal titolo "Festival delle pari opportunità 2.0 - diversi alla pari" sarà a Tonadico. - dal 24 novembre all’11 dicembre, in piazzetta Marzollo 3 a Tonadico, sarà allestita la mostra fotografica "L’impresa di mettersi in proprio", a cura del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile. - il 25 novembre, Claudia Gasperetti, presidente di Donne impresa e Confartigianato, presenterà l’imprenditoria femminile in Trentino e la mostra fotografica. L’evento si terrà al palazzo Scopoli di Tonadico dalle 10 alle 12. - giovedì 24 novembre dalle 16 alle 18 in piazza G. Manci a Povo ci sarà l’evento "Donna, vita, libertà", un’esposizione di lavori creati da ragazzi e associazioni per ricordare i recenti fatti accaduti alle donne iraniane. - venerdì 25 novembre alle ore 16 alle scuole elementari di Ravina ci sarà l’inaugurazione della panchina rossa e un momento di riflessione collettiva. L’evento rientra nella manifestazione "Alla luce del giorno". - sabato 26 novembre, dalle 9 alle 11, nelle piazze di Villamontagna, Cognola, Martignano e San Donà, l’appuntamento "Letture itineranti" dal libro Ferite a morte di Serena Dandini. Letture sul tema della violenza contro le donne, proposto dalla circoscrizione Argentario. Nella stessa giornata, l’associazione Donne in cooperazione propone un tour guidato della città alla scoperta di figure femminili. Il ritrovo sarà alle 9.20 alla sede dell’Apt in via Torre Verde 7. Per la prenotazione scrivere a [email protected] ; - lunedì 5 dicembre alle ore 19.30, nella sala Depero del Grand Hotel Trento, ci sarà l’evento Salotto d’autore. Lucia Tilde Ingrosso. L’autrice, giornalista e scrittrice presenterà il suo romanzo "Anna Politikovskaja. Reporter per amore" ispirato alla vita tragica ed eroica della giornalista russa uccisa nel 2006. La serata è proposta dall’International inner whell club di Trento Castello. L’ingresso è libero con prenotazione. L’incontro si terrà in presenza e da piattaforma Zoom. Per info: [email protected]... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
lamilanomagazine · 2 years
Text
Beira e Trento, via alle iniziative comuni sul cambiamento climatico e la violenza di genere
Tumblr media
Beira e Trento, via alle iniziative comuni sul cambiamento climatico e la violenza di genere. Il sindaco di Beira Albano Carige e il sindaco di Trento Franco Ianeselli hanno sottoscritto un protocollo d’intesa (in portoghese: memorando de entendimento) che impegna le due municipalità “a stabilire e rafforzare rapporti di interscambio nei numerosi campi di mutuo interesse”, soprattutto quelli riguardanti “la gestione dei servizi pubblici urbani e il sostegno all’innovazione”, con particolare attenzione a tematiche di grande attualità in entrambi i contesti: per esempio il cambiamento climatico, l’inclusione sociale, la sicurezza, la violenza di genere, la formazione e la promozione della cultura della pace. Il Comune di Trento sostiene da anni, anche tramite l’assegnazione di contributi economici, il programma di cooperazione comunitaria “Trentino in Mozambico”. In particolare, Trento e Beira, città della provincia di Sofala, sono parte attiva nel promuovere numerose azioni di cooperazione. Tra queste, la riqualificazione urbana della zona rurale di Caia (sempre nella provincia di Sofala), la costruzione della Escola de Agraria de Murraca, la realizzazione del Novo Mercado de Caia, il progetto di riqualificazione del Mercado do Maquiino a Beira. Il protocollo firmato dai due sindaci promuove il rafforzamento del partenariato a lungo termine per dare continuità alle azioni intraprese e programmare nuove iniziative. Gli obiettivi e contenuti del protocollo d’intesa sono stati discussi e condivisi in un incontro avvenuto in videoconferenza lo scorso 12 maggio tra il sindaco di Trento e il sindaco di Beira con il supporto del Cam, il Consorzio associazioni con il Mozambico. Redatto in italiano e in portoghese, il protocollo d’intesa ha validità 5 anni con possibilità di rinnovo. La sottoscrizione del protocollo si inserisce nella lunga storia di amicizia tra il Trentino e la provincia di Sofala, in Mozambico, amicizia favorita e alimentata dal Cam, che da oltre vent’anni promuove la cooperazione con il paese africano uscito all’inizio degli anni Novanta da una guerra civile sanguinosa (è stata lo scorso 4 ottobre la festa per il trentesimo anniversario dell’accordo di pace di Roma). Il Consorzio associazioni con il Mozambico ha avviato numerosi progetti sia nella provincia di Sofala che in Trentino, sensibilizzando e coinvolgendo al tempo stesso altri attori. Tra questi, la Provincia autonoma, attiva nella cooperazione bilaterale nei settori dello sviluppo rurale, dell’educazione, della promozione della salute, della pianificazione territoriale, della gestione urbana, dell’accesso al credito. Risale al 2016 la cooperazione diretta con il Comune di Beira, la seconda più importante città del Paese, nelle politiche della gestione dei rifiuti.... Read the full article
0 notes
piergiorgiocattani · 6 years
Text
Una road map per il centrosinistra
Tumblr media
Il centrosinistra autonomista pensa ancora di avere qualche possibilità di vincere le elezioni di ottobre oppure si è rassegnato a un’inevitabile sconfitta? L’ex Titanic inaffondabile si è già schiantato contro gli scogli e tra i passeggeri sono già stati contagiati dal panico? Siamo nel pieno del “si salvi chi può”?
Qualche volta – anzi sempre più spesso – le forze politiche al governo della Provincia sembrano dividersi, litigare, proporre soluzioni, mettere veti soltanto nell’ottica di sopravvivere all’imminente disastro. In concreto, sperano di eleggere un drappello di consiglieri provinciali. Stop. Poi si ammanta questa triste realtà con buone intenzioni, con prospettive di rinascite di là da venire. Chi la pensa così può anche non leggere il proseguo di questo articolo.
Rassegnarsi però sarebbe inutile. Certamente il centrodestra trainato dalla Lega ha il vento in poppa. Ciò almeno per due ragioni. La prima, nazionale e internazionale, riguarda la tendenza storica in atto. Non ci voglio ritornare, tutti più o meno conoscono il contesto. Non si capisce perché in Trentino l’esito elettorale potrebbe essere diverso dal risultato delle amministrative, delle regionali in Friuli o Valle d’Aosta. Su questo ritorneremo.
Seconda ragione, tutta trentina: la fine di un ciclo politico ventennale cominciato nel 1998 da Dellai. Per brevità ecco un elenco di segnali che denotano questa fine: l’invecchiamento (politico più che anagrafico) della classe dirigente dei partiti; la mancanza di una visione coerente e aperta al futuro; la litigiosità interna; il moltiplicarsi di episodi di clientelismo. A livello più concreto: il rapporto tra centro e periferia con l’incapacità di rendere protagoniste le valli che si sono sentite private di servizi; la gestione farraginosa di grandi progetti come quello del nuovo ospedale; l’ambivalenza di un Trentino che a parole guarda all’Alto Adige ma che spesso fa politiche simili al Veneto. Allargando lo sguardo la crisi dell’Itas e della Cooperazione (forse oggi superata) rimarcano la crisi del “sistema” politico al potere.
Queste due ragioni determinano l’attuale disastrosa situazione della coalizione di governo. Il clima da basso impero con i “barbari” alle porte non può non coinvolgere la figura del presidente Rossi e quindi dell’intera Giunta e quindi di tutti i partiti. Si chiede discontinuità, ci si dimentica del buono fatto in questi cinque anni, soprattutto sul versante della risposta alla crisi economica. Rimanere fermi, asserendo che le elezioni provinciali danno risultati diversi rispetto alle politiche, significa votarsi alla sconfitta.
Per primo dovrebbe essere Rossi a capirlo. A trarne le conclusioni. Alle elezioni del 4 marzo il Patt conferma praticamente gli stessi voti presi alle politiche del 2013 (circa 14500). Otto mesi dopo prendeva 3 volte di più (circa 42000). Perché non sperare nella ripetizione di questo scenario? Perché cambiare Rossi che ha governato bene? Perché sfiduciare un presidente dopo una sola legislatura? Questa diagnosi può essere confutata dal confronto con una Regione simile alla nostra, la Val d’Aosta, territorio alpino, geloso dell’autonomia, amministrato con competenza. Ebbene, alle ultime politiche e regionali i partiti autonomisti sono crollati in favore del M5s e soprattutto della Lega. Alle regionali del 2013 la Lega non era neppure presente: nel maggio 2018 ha preso il 17% a un passo dall’Union Valdôtaine (finita sotto il 20%). Anche gli autonomisti storici votano Lega. In Trentino ancora di più. Il Patt lo deve capire, anche per salvarsi. Gli esempi numerici si potrebbero moltiplicare ma la questione è più sostanziale: non viviamo in tempi normali. I ricorsi storici non servono.
Occorre dunque un urgentissimo cambiamento. Si dice che non c’è più tempo. Sbagliato, perché la politica oggi è velocissima. Occorre invece una strategia complessiva per tentare di rimuovere le due cause che hanno portato e che, se non affrontate, porteranno alla sconfitta. Se il vento nazionale va in una direzione è necessario accentuare la peculiarità del Trentino. Varando una nuova coalizione capace di valorizzare istanze territoriali, allargandola ad altre sensibilità, proponendo novità anche nelle persone. È fondamentale creare una coalizione larga basata su tre punti programmatici: un patto con i territori per salvare e implementare l’Autonomia in chiave europea, a fronte del rischio di diventare una provincia del Veneto; un impegno ancora maggiore per combattere la disuguaglianza sociale; un rilancio economico che parta da ambiente, qualità della vita e innovazione sul modello altoatesino.
Tante parole, si potrebbe dire. Serve subito una road map credibile. Il presidente Rossi potrebbe ancora fare un passo indietro. Anche in caso di vittoria, come potrebbe governare in queste condizioni? Oppure punta a perdere ma ad essere sicuro di diventare consigliere provinciale? Non credo che pensi così. Quindi potrebbe benissimo trovare altri modi per una exit strategy dignitosa.
Andando sul concreto il centrosinistra allargato ha possibilità di vincere solo se fa il pieno dei voti: per essere chiari, da LeU fino ai civici di Valduga, convincendo anche parte degli astenuti ad andare a votare. Per fare questo è inevitabile una modifica sostanziale dell’“offerta politica” da dare all’elettore. Che chiede novità e semplificazione, persone pulite e credibili a prescindere dalla loro esperienza politica e dal loro ruolo istituzionale. Quindi, a mio avviso, è fondamentale la creazione di due aree “civiche”, una progressista più di sinistra e una popolare più di centro (benché anche queste parole e queste dimensioni “geografiche” dovrebbero essere ripensate) che facciano da motore a questa seconda fase della coalizione. Ovviamente della partita saranno Patt e PD, senza assurde richieste di una rinuncia al simbolo o alla propria storia. Un siffatto assetto sceglierà il candidato presidente che deve segnare una svolta. Il front man dovrebbe essere esterno all’attuale compagine, capace di andare all’attacco, di conquistare i voti, di avere una relazione diretta con la gente, di rappresentare davvero una novità. Non può essere un addetto ai lavori con qualche carica istituzionale. La sua squadra, il suo vice, sarebbero espressione dei partiti dell’attuale coalizione. I nomi ci sarebbero. E pure i tempi. Ma manca la volontà politica.
Editoriale apparso sul quotidiano  “Trentino” domenica 1 luglio 2018
0 notes
purpleavenuecupcake · 6 years
Text
Banche, imprenditori e Istituzioni a confronto: in Trentino-Alto Adige il nuovo Incontro Abi
Il Trentino-Alto Adige sarà teatro della sedicesima edizione degli Incontri per lo Sviluppo del Territorio, iniziativa promossa dall’Associazione Bancaria Italiana per creare occasioni di incontro, confronto e dialogo tra esponenti del mondo del credito, del mondo delle imprese e delle Istituzioni del territorio. Due distinti momenti, il primo dedicato all’educazione finanziaria e il secondo al dibattito, animeranno la prossima tappa della manifestazione. La due-giorni di eventi prenderà il via venerdì 13 a Trento: oltre 120 alunni delle scuole elementari e delle superiori parteciperanno all’incontro “Come sarebbe il mondo se le banche non ci fossero?”, organizzato dalla Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF), costituita su iniziativa di Abi, cui prenderanno parte esponenti di Abi e di FEduF. Sarà una mattinata all’insegna dell’educazione finanziaria articolata in due sessioni, la prima per le classi delle elementari e la seconda per i ragazzi più grandi. Gli alunni verranno invitati a percorrere un breve viaggio nei territori dell’economia e della finanza con l’obiettivo di scoprire la funzione delle banche, il valore del risparmio, l’importanza di una gestione coerente delle finanze personali e familiari. Gli studenti verranno dunque coinvolti in due lezione divertenti e interattive, arricchite da domande spesso originali e sorprendenti, che permetteranno loro di iniziare a familiarizzare con alcuni concetti base della teoria economica e finanziaria. Appuntamento dalle 10.00 di venerdì 13 aprile presso l’Aula Magna della Federazione Trentina della Cooperazione di via Segantini. L’indomani, sabato 14 aprile, dalle 9.45 in poi si terrà a Bolzano l’evento istituzionale che chiude ogni Incontro Abi ed è occasione di dibattito e confronto fra amministratori, banche e imprese del territorio. Luogo dell’evento sarà l’Auditorium di Eurac Research di viale Druso. Dopo i saluti dei rappresentanti delle Istituzioni locali inaugurerà la mattinata il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli, a colloquio con il Vice Direttore del Sole-24 Ore Alessandro Plateroti. A seguire una doppia sessione di tavole rotonde, “Le banche e il territorio” e “Le banche a dialogo con gli imprenditori”, animate da esponenti del mondo bancario e dell’imprenditoria del Trentino-Alto Adige. Sarà un’occasione di riflessione e allo stesso tempo testimonianza delle rispettive esperienze, con l’obiettivo di avviare un ragionamento condiviso sulla possibilità di una sempre maggior sinergia e vicinanza tra banche e aziende, così da meglio concorrere allo sviluppo del territorio. Chiuderà i lavori del convegno l’intervento del Direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini.   Read the full article
0 notes