#coordinato
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primepaginequotidiani · 8 days ago
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PRIMA PAGINA Avvenire di Oggi mercoledì, 18 giugno 2025
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sydneycleanserviceau · 1 month ago
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Alessandria, conclusa la campagna invernale contro le zanzare svernanti
Terminata ad Alessandria la campagna invernale contro le zanzare svernanti, con strategie efficaci per contenere la diffusione del virus West Nile. Scopri di più su Alessandria today. Trattamenti mirati per prevenire la diffusione del virus West Nile e contenere la popolazione di Culex pipiens già dai primi caldi Con il trattamento effettuato il 27 marzo scorso si è concluso l’ultimo dei quattro…
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cnvnica · 19 days ago
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non è coordinato e questa cosa mi infastidisce
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irreparabilmentedevastata · 2 years ago
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preparare gli esami in preciclo è -direi- un'impresa non da poco e FATALITÀ SEMPRE LA SETTIMANA PRIMA DIOCRISTO
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raccontidialiantis · 7 months ago
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L’amore che ci lega
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Non posso fare a meno di sniffare, odorare e leccare tutto ciò che ti riguarda. Anche adesso che siamo assidue amanti in segreto. Io, la studentessa del quarto piano e tu, la quarantenne manager in carriera divorziata della mansardina. Ti lecco e annuso ovunque. L’attrazione sessuale ha moltissimo a che fare con odori e sapori del corpo della persona amata. Se ne ha un gran bisogno. Il tuo odore mi serve per ritrovarti tra la folla, in un pub o al supermercato sotto casa. Per capire se sei passata dove io sono in quel momento. O come surrogato del sesso quando non ci sei. Perché ti cerco di continuo. Mi urgi sempre. 
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Ed è solo colpa tua: mi sono innamorata di te a prima vista. Da quando mi sono trasferita qui per l’università e tu m’hai invitata a cena la sera stessa. Non ero mai stata con un’altra donna, prima di questa storia folle. E tu dopo un po’ di tempo me l’hai fatto sembrare così naturale, che non mi sono resa conto di cadere man mano nella tua infallibile rete. Fatta di seduzione, giochi intellettuali raffinatissimi, sguardi, carezze, sottintesi e baci sempre più arditi e frequenti. Le settimane passavano e a un certo punto, durante il giorno hai semplicemente iniziato a mancarmi: ovunque fossi, qualsiasi cosa stessi facendo, non vedevo l’ora di tornare a casa. 
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Per vederti, per avere un qualche contatto con te. Anche se magari ero fuori con degli amici simpatici e giusti per la mia età. Una vera ossessione d’amore. E poi volevo disperatamente provare il rapporto fisico con il tuo corpo slanciato e perfetto. Sognavo le tue bellissime labbra sulle mie, anche se tu nel primo periodo di studio reciproco, al momento del commiato m’avevi dato sempre solo un bacio sulla guancia. 
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Che in verità, progressivamente nei giorni s’è prolungato. Per poi trasformarsi in una evidente e gradita leccata fino al collo, ove diventava un succhiotto di pochi secondi. Cose di tua lunga esperienza, che m‘accendevano di desiderio e mi facevano inumidire la fica. Tornavo a casa regolarmente stordita, pensando a te. Ogni sera, mentre mi leccavi rapida e sicura di te, io mi ti stringevo un po’ di più. Sperando che tu osassi molto altro. Perché io proprio non avevo il coraggio di andare oltre il nostro rapporto amicale e intimo.  
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Dopo pochi giorni dalla nostra conoscenza, ho iniziato ad avere dapprima semplice e genuina curiosità, poi un desiderio grande e sempre più intenso delle tue intimità. E quando ti venivo a trovare, mi sono sorpresa quasi senza accorgermene a chiudere gli occhi e odorare i tuoi golfini e i foulard che lasciavi sparsi in giro per casa. Lo faccio ancora, in verità. 
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Confesso ora pubblicamente anche di aver commesso una scorrettezza. E che Dio benedica il momento in cui l’ho fatto: una sera, dopo cena t’ho rubato un reggiseno e uno slip dal cesto dei panni sporchi. Per il puro gusto di portarmeli a letto e annusarmeli da sola, pensandoti e masturbandomi. Non si dovrebbe fare, ma dentro la mia mente e le mie zone erogene iniziava la forte necessità di te.
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Del furtarello ti sei accorta la sera stessa, perché dovevi fare una lavatrice. M’hai mandato subito un messaggio molto educato:
“ehi, bamboletta: per caso avessi preso per sbaglio un mio coordinato intimo dai panni sporchi? Se ti piaceva così tanto, potevi semplicemente chiedere: non credi? Ma tranquilla: continuo ad avere stima di te e a volerti bene. Baci baci.”
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Avrei voluto morire! Non sapevo come uscirne fuori, cosa risponderti. M’hai tolta d’impaccio tu, venendo a casa mia direttamente. Ho sentito il campanello, ho aperto e il mio cuore è impazzito: eri profumata e sensuale da mozzare il fiato. Sei entrata e io non avevo il coraggio di guardarti in viso. Tenevo gli occhi bassi. Tu mi ti sei piazzata davanti, hai sollevato il mio mento con due dita e m’hai detto a voce bassa e guardandomi fissa negli occhi: “sai che quando hai le guance rosso fuoco e sei imbarazzata mi fai morire, bambina dispettosa?” 
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Poi senza avere alcun dubbio in merito, sapendo ormai di andare sul velluto, m’hai baciata: un bacio che è durato forse buoni dieci minuti. Mi manovravi decisa, forte e sicura. Mentre mi infilavi le mani dappertutto e io non riuscivo a fermarle. Anzi: desideravo che entrassero più a fondo, ovunque tu volessi. La tua lingua comandava, scavava dentro la mia bocca. 
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Era padrona. Io la accoglievo e cercavo a mia volta di annodare le nostre lingue in un gioco stimolante ed eroticissimo, molto intimo. Le tue labbra sapevano di miele e di purissimo peccato. Non ero ancora esperta delle schermaglie tra donne; perciò mentre ci baciavamo e tu mi frugavi, mi sono limitata ad accarezzarti il viso e tenerti il capo, piangendo di felicità. Ma non staccavo la mia bocca dalla tua. Non volevo altro dalla vita, in quel momento.
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Tu dopo poco ti sei finalmente tolta il cappotto; sotto avevi una gonna ampia, che hai tolto in due secondi: avevi le autoreggenti senza gli slip. T’eri fatta bella da morire, per la nostra prima volta. Ti sei seduta, m’hai fatto cenno di inginocchiarmi davanti a te. Uno di quei comandi impliciti che non ammettono dinieghi. Ma anche io non volevo che quello. Quindi, decisa, a gambe ben larghe, sì da farmi osservare a lungo e chiaramente la cosa più bella e desiderabile che io abbia mai visto, hai preso la mia testa e l’hai tuffata tra le tue cosce, tenendo la tua mano ferma sulla mia nuca e premendomi contro di te. 
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Respiravo il tuo odore intimo molto aspro e forte. Finalmente. Ti assaporavo per la prima volta. Era la nascita della mia dipendenza fortissima da te. Quasi avevo un orgasmo, dalla contentezza. Mi hai detto: “sai, è veramente stupido annusare e leccare il mio intimo, quando invece puoi avere direttamente l’originale a tua disposizione! Ora stupiscimi: leccami, sbocconcellami, fammi venire. Voglio godere della mia ragazzina viziata preferita.”  Sono stata così, incollata al tuo inguine, per almeno mezz’ora. Il mio viso era tutto bagnato, totalmente coperto dal tuo miele. 
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Godevi. Gemevi piano, muovevi i fianchi in mille modi, per farmi entrare meglio con la lingua e per offrirti tutta a me. Ti piaceva. Mentre ti mordicchiavo dolcemente, ti leccavo e succhiavo, perché ormai ero pazza d’amore per te. Non so come, ma sono riuscita anche a togliermi i vestiti di dosso: volevo essere completamente nuda e offrirmi a te tutta. Umile e folle di te. Pronta a tutto. Infine, strusciavo tutto il mio corpo contro la tua passera, per bagnarmi e ricoprirmi del tuo amore. Per farti marcare il territorio. Tu sorridevi, contenta e vincitrice. E continuavi, generosa, a venire e a regalarmi così il tuo miele. Sei abituata a ottenere tutto, dalla vita. 
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Tra l’altro, appena denudata, la prima cosa che ho fatto è stata cercare di infilare un mio seno nella tua fica. Era molto che desideravo fartelo. Tu hai iniziato a ridere contenta e mentre la contraevi, per cercare di trattenere il mio capezzolo turgido, m’hai detto: “ah, ah: vedo che non ti manca l’inventiva, bambina! Però adesso io mi giro e tu leccami il culo. Molto intensamente. Fammi morire dalla passione. Completa il sortilegio, la magia che mi lega a te. E mentre lecchi il mio ano, toccami le mammelle, sorreggimele dolcemente. Accarezzamele. Perché mi devi eccitare tutta e far inturgidire anche i capezzoli. Voglio offriteli fra un po’. Sono i cioccolatini di ‘benvenuta dentro il mio cuore’ che ho portato stasera per te.”
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Infine, siccome sei una leonessa dominante e fiera, dopo esserti trastullata con le mie leccate e i miei primi, goffi tentativi di far godere una donna, messi in atto cercando in fretta nella mia mente un inesistente bugiardino del sesso proibito, m’hai presa e rivoltata come un leone con la sua gazzella quotidiana. M’hai distrutta con la passione, col tuo corpo e col sesso. Non sapevo che l’amore tra due donne potesse essere così intenso e gratificante. M’hai fatta venire mille volte. M’hai fatta innamorare ancor più di quanto nella mia mente non fossi già tua, tua, tua. 
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garadinervi · 6 months ago
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«Biblioteca di Lavoro» – Periodico a cura del gruppo sperimentale coordinato da Mario Lodi, No. 77/78: 'Io sono Una Poesia', Edited by Giovanni Bonoldi, Editore Luciano Manzuoli, Firenze, 1978 [Libreria di Frusaglia, Pesaro]
Feat.: Dacia Maraini, Nelo Risi, Vittorio Sereni, Eugenio Montale, Lamberto Pignotti, Luciano Erba, Franco Fortini, and Giovanni Raboni, among others
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miraculous-thenextspots · 1 month ago
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Made Pokémon cards for this four.
I imagine Henri being an aspiring Pokémon chef from Kalos (He wants to bake the best Poke Puffs), Harmony is a dance focused coordinato, Clover is a Professor assistant, and Fabien wants to open a ghost type gym in Kalos.
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sweetbearfan · 7 months ago
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Embrione umano
L'embrione umano rappresenta una fase cruciale nello sviluppo dell'organismo, iniziando con la fecondazione dell'ovocito da parte dello spermatozoo; questo processo porta alla formazione di una nuova entità biologica (lo zigote), che inizia a dividersi e a svilupparsi attraverso vari stadi. L'embrione umano attraversa diverse fasi critiche che sono essenziali per il corretto sviluppo dell'organismo e per la sua futura vita autonoma.
Fasi di Sviluppo dell'Embrione.
Fecondazione. La fecondazione avviene quando uno spermatozoo penetra nell'ovocito, creando lo zigote; questo avviene generalmente nelle tube di Falloppio.
Segmentazione. Dopo circa 30 ore dalla fecondazione, lo zigote inizia a dividersi in una serie di cellule chiamate blastomeri; queste divisioni continuano senza un aumento della massa totale, portando alla formazione della morula (circa 16 blastomeri) entro tre giorni.
Blastocisti. Circa quattro giorni dopo la fecondazione, la morula si trasforma in blastocisti, una struttura cavo con un trofoblasto esterno che si impianta nell'endometrio dell'utero circa sei giorni dopo la fecondazione.
Gastrulazione. A partire dal settimo giorno, l'embrione entra nella fase di gastrulazione, dove si formano i tre foglietti embrionali: ectoderma, mesoderma ed endoderma; questi strati daranno origine ai vari organi e sistemi del corpo.
Sviluppo degli Organi. Entro la quinta settimana di gravidanza, l'embrione misura circa 6-7 mm e inizia a sviluppare le strutture fondamentali del corpo, inclusi il cuore e il sistema nervoso centrale; a 10 settimane, l'embrione è cresciuto fino a 40-50 mm.
Lo sviluppo dell'embrione è altamente coordinato e segue un piano morfofunzionale già presente nel patrimonio genetico; le prime fasi di sviluppo embrionale sono fondamentali per la formazione degli organi e delle strutture corporee e si completano generalmente entro le prime dodici settimane di gravidanza, dopo le quali si parla di feto. 
Ripeto il termine corretto per gli ignoranti 𝑃𝑟𝑜 𝑉𝑖𝑡𝑎 : si parla di feto e non di bambino, perché bambini lo si diventa a posteriori, dopo la nascita.
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primepaginequotidiani · 2 months ago
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PRIMA PAGINA Libero di Oggi giovedì, 17 aprile 2025
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fuoridalcloro · 4 months ago
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Simulazione di due stelle di neutroni che si stanno fondendo.
Crediti: astrofisici della Goethe University di Francoforte – coordinato da Luciano Rezzolla.
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pier-carlo-universe · 5 months ago
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Terme di Acqui, Marco Protopapa (Lega): “Le terme di Acqui sono una priorità. Tavolo in Regione, si prevedono azioni decisive per il rilancio”. Torino
Torino, 24 Gen - "Le Terme di Acqui rappresentano un tema vitale per il futuro della città e del nostro territorio. È necessario valutare ogni opportunità e mettere in campo tutte le azioni che possano condurre verso un unico obiettivo
Torino, 24 Gen – “Le Terme di Acqui rappresentano un tema vitale per il futuro della città e del nostro territorio. È necessario valutare ogni opportunità e mettere in campo tutte le azioni che possano condurre verso un unico obiettivo: il loro rilancio e una rinascita economica per tutta la comunità. Oggi in Regione insieme all’amministrazione Comunale guidata dal sindaco Danilo Rapetti, agli…
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raffaeleitlodeo · 11 months ago
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Ieri a S.Anna di Stazzema molte parole, già sentite mille volte, dai rappresentanti delle istituzioni sul palco. Difficile per loro rinunciare all'occasione di sottolineare l'assenza di un rappresentante del governo. Difficile per noi trovare quale differenza abbia determinato questa assenza nel nulla politico dei discorsi.
Se fosse stato installato un filtro antiretorica al microfono, che avesse cancellato le frasi fatte e i buoni propositi da copertina mai diventati azione politica, il silenzio avrebbe accompagnato la manifestazione. Se avessimo potuto non vedere le persone in divisa e con le armi sul piazzale, lo avremmo svuotato della metà. Una manifestazione militare a commemorare centinaia di vittime di militari.
Avremmo sentito solo marce di guerra accompagnare l'ingresso di gonfaloni. Avremmo sentito una serie di ordini di attenti e riposo, Avremmo sentito ripetere decine di volte la parola onore, un balletto di movimenti agli ordini di una voce stentorea per rendere omaggio a donne, uomini e bambini trucidatə. Alla medaglia d'oro al valor - indovinate - militare (!) conferita al comune di Stazzema si rende onore con un minuto di silenzio. Ma prima avremmo sentito echeggiare la marcetta della Leggenda del Piave. Quella del 24 maggio, quella che "non passa lo straniero", ma nessuno sembra trovare fuori luogo la celebrazione guerriera di una vittoria davanti all'ossario delle vittime di S.Anna. Non eroici fanti, se mai ne sono esistiti: solo donne uomini bambine e bambini. Avremmo sentito un coro di voci bianche, bambinə dai 6 ai 12 anni, cantare l'inno nazionale, bambinə che cantano "siam pronti alla morte" davanti alle ossa delle decine di bambini e bambine uccise dai nazisti. Anna Pardini, la più piccola, nata da venti giorni. Avremmo sentito due volte, rabbrividendo, orrore inedito alla commemorazione, il sorvolo di due jet militari, coordinato da un gruppo radio appositamente preparato all'ingresso del piazzale.
Non siamo stati in silenzio. Abbiamo cantato "Bella ciao" come contrappunto alla Canzone del Piave. Abbiamo ricordato con slogan che la Costituzione ripudia la guerra. Abbiamo gridato forte "Vergogna!" dopo il passaggio dei jet militari. E chi ci era amico ed era sul palco ci ha sentito, forte e chiaro. Ci ha ringraziato. E i suoi ringraziamenti, l'aver cercato di dare una dimensione di umanità a questa orribile esaltazione della guerra sotto mentite spoglie, ci ripagano delle critiche ricevute.
Non siamo noi a mancare di rispetto alla memoria.
Marco Frigerio, Facebook
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sciatu · 10 months ago
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LA VARA DI MESSINA - PRIMA PARTE: LA DANZA DELLE VARETTE - Pitrè, l’etnologo che studiò la cultura siciliana nei suoi vari aspetti, fu uno dei primi ad identificare le Feste Religiose come uno degli elementi più importanti dell’identità culturale siciliana. Nel suo libro “Feste Religiose in Sicilia”, Pitrè racconta in dettaglio la storia e i particolari della Vara di Messina ma, da quando il libro usci ad oggi, molte cose nelle tante feste siciliane sono cambiate. La Vara è una parola siciliana che letteralmente vuol dire “bara” in quanto molte delle feste religiose nascevano ai tempi degli spagnoli per celebrare il Cristo morto chiuso in una bara di vetro. Vi sono infatti molte similitudini tra alcune feste siciliane e le processioni di Valenza, Malaga, Siviglia ed altre città della Spagna dove si ricordano il Cristo morto e la sua Passione. La parola Vara, divenne presto il sinonimo di tutti quelle strutture utilizzate nelle processioni religiose per portare reliquie, oggetti sacri o su cui effettuare rappresentazioni sacre. La Vara di Messina è una struttura piramidale che descrive l’assunzione al cielo di Maria la cui statua è posta nel punto più alto della struttura stessa. Sotto di essa i sette cieli popolati da figure di cherubini e serafini in movimento. Il carro su cui la Vara è montata non ha ruote ed è tirato a mano per circa due chilometri e mezzo da una folla di devoti di ogni sesso, età e stato sociale. A causa del peso la Vara è tirata a mano grazie a due gomene lunghe centocinquanta metri. Molta terminologia usata nella vara è mutuata dalla storia marinara di Messina, per cui, oltre le gomene, vi sono i Timonieri, il Capotimoniere e i vogatori, tutti deputati al movimento coordinato della Vara e alla sua virata di circa ottanta gradi, da via Garibaldi al piazza Duomo, virata che rappresenta la parte più difficile e pericolosa del suo cammino. Nel suo andare da piazza Castronuovo a piazza Duomo, la Vara è preceduta dalle Varette, portate a spalla dai “devoti” che le muovono o facendole danzare o in modo rigido e formale. Nel filmato il primo tamburino richiama i devoti delle Varette e quindi dà il via alla loro processione.
THE VARA OF MESSINA - PART ONE: THE DANCE OF THE VARETTE - Pitrè, the ethnologist who studied Sicilian culture in its various aspects, was one of the first to identify Religious Festivals as one of the most important elements of Sicilian cultural identity. In his book “Religious Festivals in Sicily”, Pitrè tells in detail the history and particulars of the Vara of Messina but, since the book was published until today, many things in the many Sicilian festivals have changed. The Vara is a Sicilian word that literally means “coffin” as many of the religious festivals were born in the time of the Spanish to celebrate the dead Christ closed in a glass coffin. There are in fact many similarities between some Sicilian festivals and the processions of Valencia, Malaga, Seville and other cities in Spain where the dead Christ and his Passion are remembered. The word Vara soon became synonymous with all those structures used in religious processions to carry relics, sacred objects or on which to perform sacred representations. The Vara of Messina is a pyramidal structure that depicts the Assumption of Mary into Heaven, whose statue is placed at the highest point of the structure itself. Below it are the seven heavens populated by figures of cherubs and seraphim in motion. The cart on which the Vara is mounted has no wheels and is pulled by hand for about two and a half kilometers by a crowd of devotees of all sexes, ages and social classes. Because of its weight, the Vara is pulled by hand thanks to two one hundred and fifty meter long ropes. Much of the terminology used in the Vara is borrowed from the maritime history of Messina, so, in addition to the ropes, there are the Helmsmen, the Chief Helmsman and the rowers, all responsible for the coordinated movement of the Vara and its turn of about eighty degrees, from Via Garibaldi to Piazza Duomo, a turn that represents the most difficult and dangerous part of its journey. In its journey from Piazza Castronuovo to Piazza Duomo, the Vara is preceded by the Varette, carried on the shoulders of the “devotees” who move them either by making them dance or in a rigid and formal way. In the film, the first drummer calls the devotees of the varette and then starts their procession.
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madreorchessa · 22 days ago
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Terzo giorno di ferie.
Mi sono messa dei jeans scomodi, un top coordinato con scarponcini laccati vinaccia e una camicia kimono per andare a comprare delle mutande per il bambino e una scodella perché quando lavoro non ho mai la forza di vestirmi bene.
Specifico però che per "vestirsi bene" intendo semplicemente non indossare una polo e le scarpe antinfortunistiche. Per il resto il livello rimane molto basso.
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(Qui sul divano al rientro che penso al metodo per non morire dentro a quarant'anni e come differenziare correttamente le etichette dei vestiti)
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lookingfor74 · 29 days ago
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Se spogliando una donna vi accorgete che ha il reggiseno coordinato alle mutandine, è stata lei a decidere di portarvi a letto…punto.
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