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#cucina in giardino
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Retaining Walls Landscape
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sunusaix · 1 month
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FICHI FICHI
Tempo di fichi, buoni per tutte le preparazioni La ricetta per fare i fichi sciropposi al miele la trovate qui 👇 Fichi  sciropposi  al  miele.  Per la focaccia ognuno può farla come gli piace, senza zucchero o con lo zucchero, unendo i fichi e gli aghi di rosmarino sulla superficie prima della cottura! Buona vita, buoni fichi ❤️
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18 cavalli 2 asini 1 mulo e un sacco di letame secco per le mie piante come regalo! Torta di mele di successo! Incontri inaspettatamente speciali! Per me questo vuol dire felicità!❤️
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giardinoweb · 7 months
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mahina-honu · 1 year
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Milan Sun Room Sunroom - huge contemporary sunroom idea
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mininete-perler · 1 year
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Contemporary Deck - Rooftop Large modern rooftop outdoor kitchen deck idea with a pergola for the outdoor kitchen deck
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prompto-cam · 1 year
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Concrete Pavers - Backyard A picture of a sizable modern backyard with vinyl fencing and a partial sun in the fall.
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youngromancemusic · 1 year
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Milan Above Ground Pool An illustration of a large, modern, rectangular aboveground hot tub design
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alfieriwebagency · 2 years
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Tortiera black line cm.30 . Fabcadistribuzione Ingrosso e dettaglio. . www.fabcadistribuzione.com . il punto di riferimento per tutti i professionisti che si occupano di vendita al dettaglio di prodotti di casalinghi. . . . . #shopping #shoppingonline #shoppingtime #shoppingaddict #mimarket #arredo #arredare #casa #giardino #arredocasa #estate attrezzature #arredamento #giardini #piante #piantedaesterno #cucina #cucinaitaliana (presso Fabcadistribuzione) https://www.instagram.com/p/ClTbl7QMJvs/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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ambrenoir · 4 months
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🌿SEGRETI DI MIA NONNA
Quando mia nonna aveva mal di testa, andava in cucina prendeva una patata, la tagliava a due fette e se ne metteva una su ogni tempia. Io, stupita, guardavo il tubero seccarsi e diventare nero nel frattempo il suo mal di testa spariva.
Quando mia nonna mi vedeva con il mal di pancia, andava in cucina e prendeva un poco di argilla verde mescolata con un poco d'acqua e burro un pezzo di carta straccia e una coperta. Mi sfiorava con le sue grandi mani calde, io vedevo le sue labbra pregare.
Faceva un grande massaggio al mio Pancino, mi metteva la carta sopra e poi mi girava. Sulla schiena metteva ancora argilla e un po' di burro, passava le sue mani lungo tutta la mia spina dorsale; poi metteva la coperta e mi tirava su ogni vertebra lombare fino a che non fu scrocchiata.
Aveva già preparato una frittata ben cotta e preparava anche del tè alla menta che raccoglieva dal suo giardino.
Quando mia nonna mi vedeva con la tosse e con l'influenza andava in cucina, prendeva dei peperoncini e due grandi pomodori verdi, li metteva in un contenitore di terra cotta, li cucinava a fuoco vivo, e li lasciava lì finché non si bruciavano.
Mi spalmava un po' di Olivo sulle braccia, tagliava i pomodori in spicchi e li passava vicino ai polmoni . Arrivavava alla gola e mi massaggiava con le sue dita guaritrici, L'odore dei peperoncini mi apriva il respiro, il loro antibiotico mi arrivava fino alla gola.
Quando mia nonna mi vedeva con lo sguardo triste andava in cucina, prendeva un uovo di gallina, tagliava grossolanamente un pò di salvia, li passava per tutto il mio corpo iniziando dalla mia testa. Anche lì pregava, io sentivo che raccoglieva la mia tristezza e mi tornava l'amore per la vita. Dopo essermi pulita, mi dava una camomilla e mi accarezzava i capelli con le sue mani che odoravano di pepe.
La farmacia di mia nonna era nella sua cucina, nelle verdure e nelle piante, aveva una filiale nel suo giardino, lei faceva accordi con i fiori, parlava con gli uccelli, la terra l'ascoltava. Era amica degli elementi, lei mi ha detto l'importanza di tutto questo.
Mi ha presentato loro e abbiamo fatto un'alleanza.
Lei mi ha lasciato questi insegnamenti, e altri tanti che si risvegliano nei ricordi della mia danza, mi ha lasciato segreti nella matrice, nel cuore e nella pancia. Lei mi ha reso una pregatrice, da lei ho imparato i rituali, mi ha detto dell'importanza del mio altare, mi ha seminato la sua fede nel mio sguardo...
Autore: Lucrezia Astronauta (⚠️ adattamento di Monya)
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massimoognibene · 6 months
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I 111 anni di nonna Beppina
Nonna Beppina ha cinque figli, venticinque nipoti, cucina ancora da sola, è pia ed è una grande fan di padre Pio. Non fuma, non beve alcol, non fa sesso (è vedova da pochi anni, cinque) e non si droga. Una volta, mentre era in giardino a spaccare la legna, una tegola del tetto le è caduta in testa e le è sfuggita una brutta bestemmia, ma è corsa subito dal parroco a confessarsi...
storie italiane, tv
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canesenzafissadimora · 7 months
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"Cara Francesca,
spero che questa mia ti trovi bene.
Non so quando la riceverai. Quando io me ne sarò già andato.
Ho sessantacinque anni, ormai, e ne sono passati esattamente tredici dal nostro primo incontro, quando imboccai il vialetto di casa tua in cerca di indicazioni sulla strada.
Spero con tutto me stesso che questo pacchetto non sconvolga in alcun modo la tua vita. Il fatto è che non sopporto di pensare alle mie macchine fotografiche sullo scaffale riservato all’attrezzatura di seconda mano di un negozio o nelle mani di uno sconosciuto. Saranno in pessime condizioni quando le riceverai, ma non ho nessun altro a cui lasciarle e mi scuso del rischio che forse ti costringerò a correre mandandotele.
Dal 1965 al 1975 ho viaggiato quasi ininterrottamente. Nell’intento di allontanarmi almeno parzialmente dalla tentazione di telefonarti o di venire a cercarti, tentazione che da sveglio in pratica non mi lascia mai, ho accettato tutti gli incarichi oltreoceano che sono riuscito a procurarmi. Ci sono stati momenti, molti momenti, in cui mi sono detto: << All’inferno, vado a Winterset e, costi quel che costi, porto Francesca via con me>>.
Ma non ho dimenticato le tue parole, e rispetto i tuoi sentimenti. Forse avevi ragione, non lo so. So però che uscire dal viale di casa tua, in quella arroventata mattinata di agosto, è stata la prova più ardua che abbia mai affrontato e che mai avrò occasione di affrontare. Dubito, in effetti, che molti uomini ne abbiano vissute di più dure.
Ho lasciato il National Geographic, nel 1975 e da allora mi sono dedicato soprattutto a fotografare ciò che piaceva a me, prendendo il lavoro là dove potevo, servizi locali o regionali che non mi impegnavano mai più di pochi giorni.
Finanziariamente è stata dura, ma tiro avanti.
Come ho sempre fatto.
Buona parte del mio lavoro lo svolgo nella zona di Puget Sound. Mi va bene così. Pare che invecchiando gli uomini si rivolgano sempre più spesso all’acqua.
Ah, sì, adesso ho un cane, un golden retriever.
L’ho chiamato Highway, e lo porto quasi sempre con me, quando siamo in viaggio, se ne sta con la testa fuori dal finestrino, in cerca di posti interessanti da fotografare.
Nel 1972 sono caduto da una rupe nell’Acadia National Park, nel Maine, e mi sono fratturato una caviglia.
Nella caduta ho perso la catena e la medaglia, ma fortunatamente non erano finite lontano. Le ho recuperate e un gioielliere ha provveduto ad aggiustare la catena.
Vivo con il cuore impolverato, Meglio di così non saprei metterla. C’erano state delle donne prima di te, qualcuna, ma nessuna dopo. Non mi sono votato deliberatamente alla castità: è solo che non provo alcun interesse.
Una volta ho avuto modo di osservare il comportamento di un’oca canadese la cui compagna era stata uccisa dai cacciatori. Si uniscono per la vita, sai. Dopo l’episodio, ha continuato ad aggirarsi intorno allo stagno per qualche giorno. L’ultima volta che l’ho vista, nuotava tutta sola tra il riso selvatico, ancora alla ricerca. Immagino che da un punto di vista letterario la mia analogia sia troppo scontata, ma è più o meno così che mi sento anch’io.
Con la fantasia, nelle mattine caliginose o nei pomeriggi in cui il sole riflette sull’acqua a nord-ovest, cerco di immaginare dove sei e che cosa stai facendo.
Niente di complicato…ti vedo in giardino, seduta sulla veranda, in piedi davanti al lavello della cucina. Cose così.
Ricordo tutti. Il tuo profumo e il tuo sapore, che erano come l’estate stessa. La tua pelle contro la mia, e il suono dei tuoi bisbigli mentre ti amavo.
Robert Penn Warren scrisse: << Un mondo che sembra abbandonato da Dio >>. Non male, molto vicino a quello che provo per te certe volte. Ma non posso vivere sempre così. Quando la tensione diventa eccessiva, carico Harry e, in compagnia di Highway, ritorno sulla strada per qualche giorno.
Commiserarmi non mi piace. Non è nella mia natura. E in genere non me la passo poi tanto male.
Al contrario, sono felice di averti almeno incontrata.
Avremmo potuto sfiorarci come due frammenti di polvere cosmica, senza sapere mai nella l’uno dell’altra.
Dio o l’universo o qualunque altro nome si scelga di dare ai grandi sistemi di ordini ed equilibri, non riconosce il tempo terrestre. Per l’universo, quattro giorni non sono diversi da quattro miliardi di anni luce. Per quanto mi riguarda, cerco di tenerlo sempre a mente.
Ma, dopo tutto, sono un uomo.
E tutte le considerazioni filosofiche non bastano a impedirmi di desiderarti, ogni giorno, ogni momento, con la testa piena dello spietato gemito del tempo, del tempo che non potrò mai vivere con te.
Ti amo, di un amore profondo e totale. E così sarà sempre."
L’ultimo cowboy,
Robert.
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“I ponti di Madison County”, R.J.Waller
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giardinoweb · 1 year
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catsloverword · 1 year
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Parte 4...Ed è subito poesia
Luna piena quella sera e gigantesca.
Una super luna blu, di quelle che poche volte si vedono in un anno.
Dopo il loro primo bacio, i due si raccontano, si scoprono, si mettono a nudo e si innamorano l'uno dell'altra.
Chi li vede, dice di loro che sono l'incastro perfetto. Due facce della stessa medaglia: lui testa, lei cuore. Ma di cuore lo è anche lui e di testa ne usa lei.
Il primo bacio, sì e poi altri ed altri ancora, ché i due sembrano non bastarsi mai.
Quella sera, però ha qualcosa di magico. Quella sera lui cucina per lei.
"Buonasera dottoressa, benvenuta nella mia umile dimora. È un onore averla mia ospite..."
"Oh buonasera a lei. Che magnifica ospitalità!"
Lui la fa accomodare al tavolo, le versa da bere, le serve i piatti, la vizia e la coccola tutta sera, come fosse la sua regina.
Dopo cena lui le fa strada nel suo giardino, nel suo piccolo angolo di paradiso.
Lui non le ha tolto gli occhi di dosso un solo istante, tanto ne è estasiato.
Lei non ha mai smesso di sorridere, tanto ne è affascinata.
Sdraiati sotto l'acero rosso, lui inizia a baciarle la fronte, scende sulla punta del naso, le labbra, poi il collo e via via scende baciando tuttto ciò che è compreso da lì alle ginocchia.
Non scorrono più parole tra i due, adesso, ma un linguaggio muto, fatto di gesti, di carezze, di corpi che si cercano, si toccano e di anime che si desiderano e si appartengono in una danza senza fine.
Ed è subito poesia.
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Villa di design contemporaneo con vista panoramica in esclusiva comunità recintata a Marbella
Questa elegante e lussuosa villa indipendente contemporanea con viste panoramiche impareggiabili, situata all'interno di una piccola e privata comunità recintata nell'ambita zona Golden Mile di Marbella, incarna comfort ed eleganza.
Costruita nel 2024 sotto la guida di un rinomato architetto locale, questa proprietà è una vetrina di design moderno, che garantisce uno sfondo davvero incantevole per la vita di tutti i giorni. Venduta completamente arredata, l'interno della villa è stato progettato con grande stile ed eleganza da un prestigioso designer. Distribuita su tre livelli, questa villa vanta una superficie totale di 1.016 m², con un generoso 630 m² dedicato a comodi spazi abitativi. Ognuna delle cinque camere da letto con bagno interno, arredate con gusto, offre un tranquillo rifugio per i residenti.
Le terrazze di dimensioni generose completano le zone giorno della villa, offrendo ampio spazio per il divertimento all'aperto. Al piano principale, un invitante layout open space collega senza soluzione di continuità una spaziosa zona giorno con un accogliente camino, una sala da pranzo e una cucina moderna.
Ampie finestre inondano la stanza di luce naturale e conducono a una spaziosa terrazza con veranda che si affaccia sul rigoglioso giardino e sulla piscina, offrendo un'oasi privata in mezzo alla natura. Il primo piano ospita una spaziosa camera da letto padronale con un generoso bagno padronale e uno spogliatoio, insieme ad altre due camere da letto con servizi privati.
Ogni camera da letto offre accesso diretto alla terrazza parzialmente coperta, consentendo ai residenti di godere di viste panoramiche in tutta comodità. L'ampio tetto con vasca idromassaggio, solarium e una deliziosa area barbecue è un ambiente idilliaco per riunioni all'aperto sullo sfondo del mare scintillante e delle maestose montagne. Il piano inferiore offre versatilità, con un'ulteriore suite da letto e un'area generosa abbastanza spaziosa da creare una palestra, un home cinema o una sala giochi. Il garage sotterraneo ospita comodamente tre auto, mentre comfort moderni come la domotica, il riscaldamento centralizzato e l'aria condizionata assicurano il comfort tutto l'anno.
Situata all'interno di una comunità recintata e sicura con sicurezza 24 ore su 24, questa casa tranquilla è situata in posizione comoda vicino a tutti i servizi e le comodità, il che la rende una scelta ideale per gli acquirenti esigenti che cercano la residenza dei loro sogni a Marbella.
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diceriadelluntore · 1 year
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Agrumato*
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Questa foto è un particolare magnifico di una statua, l’Ercole Farnese, conservata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Capolavoro di ogni tempo, è copia in marmo di un originale in bronzo di Lisippo, del III secolo a.C., copiato da Glicone di Atene nel II secolo a.C., il quale firma l’opera sulla base della statua. L’opera racconta un momento di pausa dell’eroe dopo l’ultima delle sue 12 fatiche, la raccolta dei Pomi del Giardino delle Esperidi. Appoggiato alla sua clava d’ulivo, con la leontè tolta, nella sua mano gigantesca, nascosta dietro la schiena, tiene i tre pomi del mitico Giardino.
In greco antico melon indicava un frutto sferico. Per assonanza con malum, da cui effettivamente deriverà la parola mela, si è sempre pensato che i Pomi del Giardino delle Esperidi fossero delle mele, ma la descrizione di questi frutti dorati, che sembravano figli del sole, porta ad una direzione che questi leggendari frutti fossero degli agrumi. Tant’è vero che sin dal Rinascimento, sinonimo di agrume è la parola esperidio, che indicava questi meravigliosi frutti.
Questa storia è una delle tante che Giuseppe Barbera, professore emerito di Arboricoltura all’Università di Palermo e uno dei massimi esperti di agrumicoltura in Europa, analizza in questo libro
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una storia del mondo inedita, che passa attraverso la storia, la conoscenza, la coltivazioni di queste piante meravigliose, che probabilmente come nessun altra ha formato, attraverso l’intreccio tra natura, scienza, arte umana, paesaggi culturali complessi che raggiungono livelli di armonia e e di concentrazione di valori estetici, ecologici ed economici, sconosciuti alle altre specie. Dice Barbera: “La storia li ha tratti dal selvatico, li ha modificati e selezionati per piantarli in un vaso, lungo strade o piazze, in un giardino ornamentale, una campagna produttiva. I loro frutti arrivano ai mercati, alle tavole, alle industrie alimentari.  Accompagnano la nostra vita, anche trovando posto in memorie e sentimenti sollecitati da apparenze, profumi e sapori che nessun altro genere fruttifero presenta così numerosi e differenziati. Li Incontriamo nei romanzi, nelle poesie e nelle canzoni, nelle pitture, nella fotografia d’autore, nel teatro e nei film, anche nella musica” (pag. 17).
Questo è un libro che racchiude il paesaggio agrumicolo in ogni senso: dalla storia botanica delle piante e delle varietà, al loro uso in cucina, nell’arte profumiera, ma soprattutto al valore simbolico ed estetico che queste piante meravigliose (una delle poche varietà legnose che può avere i fiori, i frutti acerbi e quelli maturi contemporaneamente sulle piante) hanno avuto come status symbol, presenti in tutti i giardini delle residenze nobiliari d’Europa (e il concetto stesso di coltivazione in serra nasce per conservare gli agrumi nei rigidi climi dell‘Europa centrale) e poi negli ultimi centocinquanta anni come immensa industria agricola, essendo gli agrumi la specie arborea fruttifera più coltivata al mondo.
Barbera ha il meraviglioso dono di affrontare con maestria il racconto, che spiega bene tante cose: come una peculiarità del nostro paese, “il paese dove nascono i limoni” nella famosa e fortunata descrizione goethiana, sia frutto di una serie di intrecci di dominazioni, di scambi culturali, anche di puro caso (gli agrumi non nascono nel mediterraneo, ma hanno trovato qui un habitat che conferisce loro caratteristiche uniche). È anche una storia, ben poco conosciuta, di colonialismo: le più grandi piantagioni moderne di agrumi sono tutte nelle Americhe, il frutto fu portato lì sin dai tempi di Cristoforo Colombo. Ma è soprattutto la storia di profumi, luoghi, sapori indimenticabili, alcuni dei quali modificati per coltivare questi frutti magnifici, che continueranno ad affascinare sempre. Vi lascio un quadro che non conoscevo, che ritengo bellissimo:
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opera di Francisco De Zurbaran, Natura morta con limoni, arance e una rosa, del 1663, conservato al Norton Simon Museum di Pasadena, che nasce dalla filantropia di Norton Simon, uno dei più ricchi uomini della California, che deve la sua fortuna al commercio del succo di arance.
*Agrumato è un aggettivo recentissimo, che deriva dall’uso che i sommelier  propongono di un vino che ha sentori di agrumi. Non esisteva ai tempi di Ercole, che probabilmente aveva un sentore agrumato sulle sue gigantesche mani.
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