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#davide cosa sono questi tiktok
omarfor-orchestra · 1 year
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Quei due si metteranno insieme irl segnatevi le mie parole
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scienza-magia · 1 year
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I chatbot AI senza orientamenti politici, sociali o religiosi
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Bard e ChatGpt sono di destra o di sinistra? L’illusione della neutralità politica nell’Ai generativa. La letteratura scientifica (e non) sui bias politici dei chatbot è quantomai divisa e divisiva. Si possono ridurre i pregiudizi ma eliminarli del tutto sarà difficile Se lo chiedete al programmatore neozelandese David Rozado vi giurerà che è di sinistra. Fabio Motoki della Norwich Business School dell'Università di East Anglia nel Regno Unito invece vi dirà che è liberale. Entrambi hanno sottoposto ChatGpt a test più o meno rigorosi per misurare i pregiudizi politici del più popolare Chatbot della rete. E sono giunti a conclusioni diverse. Adesso si è aggiunta anche Bard, che invece sarebbe di destra. L'aspetto più affascinante di questo dibattito che è che la risposta più sensata sarebbe una parola, “dipende”: dipende cioè dai dati e da chi li ha inseriti. Invece il dibattito ricorda da vicino quello di alcuni decenni fa sull'inclinazione politica di Tex Willer e Zagor. La letteratura scientifica (e non) sui bias politici dei chatbot è quantomai divisa e divisiva. Proviamo a leggere meglio. Con una premessa che è anche uno spoiler: nonostante gli sforzi di pulizia del dato, i chatbot sono influenzati da presupposti, credenze e stereotipi presenti nei vasti dati raccolti da internet su cui vengono addestrati. Cosa dicono gli studi finora Partiamo da Rozado, il programmatore neozelandese padre di RightWingGPT, un modello di intelligenza artificiale ottimizzato per manifestare i pregiudizi politici opposti a quelli di ChatGPT. Ha dichiarato di avere creato RightWinngGpt dopo avere sottoposto il chatbot di OpenAi a 15 domande e avere scoperto che 14 volte su 15 rispondeva da buon democratico progressista. L’obiettivo – sincero – del ricercatore è dimostrare il pericolo di questi sistemi di intelligenza artificiale sia sotto il profilo della capacità di persuasione che come produttori di fake news. Alla Norwich Business School, invece, confrontando le risposte con quelle che si aspetterebbero dai sostenitori dei partiti liberali in Stati Uniti, Regno Unito e Brasile, i risultati hanno evidenziato un “significativo e sistematico bias politico” a favore dei Democratici negli Usa, di Lula in Brasile e del Partito Laburista nel Regno Unito. L’analisi su 14 grandi modelli di linguaggio
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Più completa appare la ricerca condotta dall’Università of Washington, Carnegie Mellon e Xi'an Jiaotong University . La ricerca ha testato 14 grandi modelli di linguaggio. ChatGPT e GPT-4 di OpenAI ne escono sinceri riformisti, appartenenti a quella che noi conosciamo come sinistra liberale e progressista. La destra del Pd. LLaMA di Meta invece sembrerebbe più destra autoritaria. Per arrivare a queste “sintesi” politiche i modelli sono stati stimolati su diversi temi che vanno dal femminismo al concetto di democrazia e le loro risposte sono state utilizzate e misurate su una bussola politica. La metodologia adottata è stata quella di chiedere ai 14 modelli la loro opinione su 62 affermazioni. La richiesta era semplicemente di esprimersi in accordo o disaccordo, sì o no. Come si vede nel diagramma i modelli di sinistra hanno dimostrato una maggiore sensibilità su temi come i diritti della comunità LGBTQ+, nera e delle minoranze religiose, mentre quelli di destra verso gli uomini bianchi di fede cristiana. C'è poi Darrell M. West, senior fellow del Center for Technology Innovation (CTI) dell'Istituto di ricerca Brookings a Washington. L’autore ha interrogato entrambi i modelli su argomenti come l’invasione della Russia in Ucraina, il divieto di TikTok, Donald Trump e Joe Biden. Le risposte mostrano differenze significative nel modo in cui ciascun strumento presenta materiali e giudizi. Ad esempio, Bard ha condannato l’invasione russa dell’Ucraina, mentre ChatGPT ha affermato di non esprimere opinioni o prendere posizione. Altro esempio: sulla decisione di vietare TikTok,mentre ChatGPT ha fornito un contesto storico sull’argomento, menzionando il tentativo di Trump di bandire l’app nel 2020, Bard ha parlato dell’eventuale impatto sull’economia statunitense. Perché è rilevante studiare i pregiudizi dell'Ai? Cominciamo con il dire che sono integrati in prodotti e servizi utilizzati da milioni di persone. Pertanto, comprendere i loro pregiudizi intrinseci è fondamentale, poiché possono causare danni reali. Ad esempio, un chatbot potrebbe rifiutarsi di fornire consigli sull’aborto o sulla contraccezione. Un servizio clienti non moderato o supervisionato potrebbe fornire risposte offensive. Si possono generare sistemi senza pregiudizi? Secondo Chan Park, ricercatrice PhD alla Carnegie Mellon University, nessun modello di linguaggio può essere completamente esente da pregiudizi politici. Il dibattito è apertissimo. La polarizzazione nella società si riflette anche nei modelli di chatbot, e c’è il rischio che, con l’aumento dell’uso dei bot, che la polarizzazione possa intensificarsi. OpenAI ha dichiarato di istruire esplicitamente i suoi “etichettatori” umani a non favorire alcun gruppo politico specifico, definendo eventuali bias nelle risposte di ChatGPT come “errori, non caratteristiche”. La pulizia del dato e il lavoro di supervisione potrebbe non essere sufficiente. Anzi, paradossalmente, come abbiamo visto qui, potrebbe generare pregiudizi ed errori ancora più gravi. L’avvicinarsi delle elezioni presidenziali del 2024 negli Stati Uniti sarà il vero banco di prova. Anche perché i chatbot stanno diventando sempre più presenti nella vita quotidiana di molte persone. Read the full article
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corallorosso · 4 years
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L’inquietante sfida di TikTok: imitare i deportati ebrei nei lager nazisti L’ultimo trend su TikTok è talmente inquietante che lascia senza parole. Nella nuova sfida video del popolare social network, l’utente imita i deportati ebrei nei lager nazisti. I filmati sono accompagnati dall’hashtag #shoah oppure #holocaust. In Italia #olocausto. Così milioni di giovani vestono pigiami a righe, si applicano la stella di David sul petto e si disegnano occhiaie e lividi su un volto segnato dal dolore e dalla magrezza. Gli utenti, tutti scarmigliati, iniziano a recitare la parte del deportato ebreo: “Un giorno portarono me e la mia famiglia in un posto strano. Iniziarono a darci delle divise. Eravamo costretti a lavorare e ci davano poco cibo. Un giorno ci costrinsero ad entrare in una doccia e…”, è il testo che appare nel video di TikTok. Il macabro gioco è tutt’altro che marginale: 18,2 milioni è il numero di visualizzazioni dell’hashtag #holocaust, 100mila views per la versione italiana #olocausto mentre #shoah è stato visualizzato 780mila volte. Il museo di Auschwitz ha duramente criticato il nuovo trend di TikTok definendolo “doloroso e offensivo” per la memoria delle vittime della Shoah. (...) “Ho guardato moltissimi video che ridicolizzano l’Olocausto. Stupisce che molti di questi ragazzi siano giovanissimi. Usano la propria creatività per mettersi in vetrina ed esibire la tragedia umana. Gli psicanalisti concordano: ormai i giovani per colpire e attirare l’attenzione su di sé fanno cose sempre più dissacranti. La linguaccia o il seno che si vedono fanno parte del già visto. E allora? Alzano il livello di provocazione. Basti pensare che abbiamo perfino trovato dei video in cui c’era chi fingeva di essere stato violentato in un campo di concentramento”, spiega Betti Guetta dell’Osservatorio Antisemitismo del CDEC in un’intervista all’HuffPost. (...) “C’è come una volontà di buttarsi nel male e di sperimentarlo. Vedo un disperato bisogno di portare la violenza su di sé. Che non rivela soltanto l’incapacità di capire cosa è stato, perché allora basterebbe spiegare, studiare, insegnare. Qui siamo di fronte a qualcosa che rivela una forma di malattia mentale collettiva”, dice all’Huffpost. Di Clarissa Valia
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lamilanomagazine · 2 years
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Pop, soul e jazz: il Cinema Teatro Trieste di Milano ospiterà mercoledì 29 giugno il Summer Gala del canto moderno
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MILANO – Il Cinema Teatro Trieste di Milano ospiterà, mercoledì 29 giugno, il Summer Gala dei protagonisti del profilo Instagram @art_of_singing_ita, una community internazionale dedicata alle tecniche vocali del canto moderno, intendendo come tale quelle del canto pop, soul e jazz. In particolare, gli artisti che prenderanno parte all’evento (inizio live ore 20.30, via A. Pacinotti 6; ingresso libero con prenotazione obbligatoria al n° 3298255131), provenienti da tutta Italia, hanno studiato con i due metodi vocali “RSN-Resonances” e “ABV-Afroamerican Body Voice” di Elisabetta Guido, cantante e autrice di jazz e vocal coach di canto moderno. Elisabetta è molto attiva sulla scena nazionale, soprattutto in questo momento, visto che da poche settimane è uscito “Arabesque”, il suo nuovo album di brani inediti (pubblicato dall’etichetta Alfa Music). La community Instagram Art of Singing Ita è nata nel gennaio del 2021 per volontà di Elisabetta con l’obiettivo di permettere a questi giovani artisti di esibirsi in pieno lockdown on line, dato che non era possibile farlo dal vivo per le note restrizioni imposte dalla pandemia. Spiega la Guido: «Ho creato questo profilo con l’intento di far esibire i ragazzi e, allo stesso tempo, far ascoltare ai nostri follower il meglio delle tecniche del canto moderno a livello internazionale, come gli allievi di Stevie Mackey, le proposte del celebre profilo @theyhavetherange, gli ospiti della trasmissione di Terrel Grice e le performance di Jacob Collier, oltre ai più grandi e virtuosi cantanti della vecchia e nuova generazione, italiani e internazionali. In alcuni casi, si tratta di nomi sconosciuti ai più nel nostro Paese, ma con voci bellissime e curate. Il profilo ha iniziato subito ad avere tantissimi follower e ora, in meno di 18 mesi, ci seguono quasi 5.000 persone in tutto il mondo. Così facendo, ho creato inconsapevolmente delle sinergie fra i nostri artisti e quelli stranieri, che ora interagiscono sul nostro profilo o in privato, mettendo i loro “like” anche ad alcuni dei nostri cantanti o ripostandoli su altri profili dedicati alle tecniche vocali. Inoltre, grazie a questa community, i nostri artisti sono stimolati a partecipare alle challenge (sfide) internazionali proposte da altri profili, come l’esecuzione di un melisma particolarmente ardito, e a duettare con grandi interpreti, cosa che ora si può fare anche su Instagram, come già era su TikTok, altro social su cui pure siamo presenti sempre come Art of Singing Ita». Mercoledì 29 giugno, sul palco del Cinema Teatro Trieste di Milano si esibiranno, come special guests, la cantautrice Merifiore, della quale è uscito da poco il nuovo album “Dentro”, la cantautrice Sofia Rollo, che è fra i 18 finalisti dell’importante contest nazionale “Musicultura” con il suo nuovo singolo “Da sola”, e il cantautore e regista di videoclip Fabien PH. E, ancora, la cantautrice Ketty Camerlengo; il duo “The Way”, composto da Claudio Rubino alla voce e Giovanni Dighera alla chitarra; le cantanti-pianiste Alessia Agosto e Francesca Occhineri, vocalist del progetto “Moka Family Big Banda”, entrambe particolarmente note al pubblico di Art of Singing Ita per il loro virtuosismo vocale sul genere soul; Davide Saracino, interprete che ha inciso diversi singoli per “Rusty Records” prima di diventare egli stesso producer; il cantante e chitarrista Adriano Sommacal; le cantanti Elena Di Serafino e Benedetta Luperto, vincitrici o finaliste di diversi contest nazionali; l’interprete Asia Klai; i jazzisti Francesca Chirone e Valerio De Nuzzo. La maggior parte di questi giovani sarà accompagnata da una band composta da Mirko Fait al sax, Stefano Pennini al piano, Danilo Vogli al basso e Giorgio Vogli alla batteria. Elisabetta Guido è, fra l’altro, autrice del saggio sulla tecnica afroamericana “Il canto moderno occidentale di origine afroamericana” (Manni Editori) e ha collaborato e inciso con alcuni grandi nomi della musica pop, soul/gospel e jazz, tra cui Renato Zero, Renzo Arbore, Tullio De Piscopo, Cheryl Porter, Ashley Davis, Movin’ Melvin Brown, Arthur Miles, Javier Girotto, Flavio Boltro e Fabrizio Bosso.... Read the full article
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