#dodicimila
Explore tagged Tumblr posts
primepaginequotidiani · 8 months ago
Photo
Tumblr media
PRIMA PAGINA Giornale Di Brescia di Oggi lunedì, 21 ottobre 2024
0 notes
schizografia · 4 months ago
Text
Cento
Uno scrittore scrive un libro attorno ad uno scrittore che scrive due libri, attorno a due scrittori, uno dei quali scrive perché ama la verità ed un altro perché ad essa è indifferente. Da questi due scrittori vengono scritti, complessivamente, ventidue libri, nei quali si parla di ventidue scrittori, alcuni dei quali mentono ma non sanno di mentire, altri mentono sapendolo, altri cercano la verità sapendo di non poterla trovare, altri credono d'averla trovata, altri ancora credevano d'averla trovata, ma cominciano a dubitarne. I ventidue scrittori producono, complessivamente, trecentoquarantaquattro libri, nei quali si parla di cinquecentonove scrittori, giacché in più d'un libro uno scrittore sposa una scrittri-ce, ed hanno tra tre e sei figli, tutti scrittori, meno uno che lavora in banca e viene ucciso in una rapi-na, e poi si scopre che a casa stava scrivendo un bellissimo romanzo su uno scrittore che va in banca e viene ucciso in una rapina; il rapinatore, in realtà, è figlio dello scrittore protagonista di un altro romanzo, ed ha cambiato romanzo semplicemente perché gli era intollerabile continuare a vivere assieme a suo padre, autore di romanzi sulla decadenza della borghesia, e in particolare di una saga familia-re, nella quale figura anche un giovane discendente di un romanziere autore di una saga sulla decadenza della borghesia, il quale discendente fugge di casa e diventa rapinatore, e in un assalto ad una banca uccide un banchiere, che era in realtà uno scrittore, non solo, ma anche un suo fratello che aveva sbagliato romanzo, e cercava con raccomandazioni di farsi cambiare romanzo. I cinquecentonove scrittori scrivono ottomiladue romanzi, nei quali figurano dodicimila scrittori, in cifra tonda, i quali scrivono ottantaseimila volumi, nei quali si trova un unico scrittore, un balbuziente maniacale e depresso, che scrive un unico libro attorno ad uno scrittore che scrive un libro su uno scrittore, ma decide di non finirlo, e gli fissa un appuntamento, e lo uccide, determinando una reazione per cui muoiono i dodicimila, i cinquecentonove, i ventidue, i due, e l'unico autore iniziale, che ha così raggiunto l'obiettivo di scoprire, grazie ai suoi intermediari, l'unico scrittore necessario, la cui fine è la fine di tutti gli scrittori, compreso lui stesso, lo scrittore autore di tutti gli scrittori.
Giorgio Manganelli, Centuria
7 notes · View notes
alessandro55 · 2 months ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Charles Gesmar 1900-1928
L'affichiste attitré de Mistinguett
Poster e costumi per il Music Hall Parigino
A cura di Angelo Luerti
Angelo Luerti, Milano 2009, 192 pagine, 230 ill. col., 24,5x34cm, ISBN 9786009959709, Testo Italiano e Francese
euro 100,00
email if you want to buy [email protected]
Questo libro si propone di rendere omaggio e lustro a Charles Gesmar (1900-1928), uno dei disegnatori per music-hall tra i più creativi e innovatori che, per obiettive carenze informative, ora in gran parte colmate, è stato immeritatamente trascurato fino ad oggi dagli studiosi della materia. Tale lacuna si deve non solo al generale disinteresse per l'Art Déco protrattosi fino a metà degli anni sessanta del secolo scorso, ma anche, successivamente, all''effetto Erté'(1892-1990). Questo artista, infatti, unico superstite tra i disegnatori per il music-hall, ha di fatto monopolizzato l'attenzione dei critici e degli storici per tutto il XX secolo. Charles Gesmar è stato un genio incredibilmente precoce. A soli quindici anni già disegnava i costumi per Mademoiselle Spinelly, una delle più celebri attrici dell'epoca, e a sedici anni iniziò a lavorare per Mistinguett, la regina del music hall che all'epoca aveva quarantuno anni. Fin dal suo esordio, il giovane talento fu sedotto dal fascino dei colori vivi, delle paillettes che scintillavano sotto i fasci di luce dei riflettori. Amava lo splendore e il lusso, ricercava l'atmosfera esuberante, gli effetti sfarzosi delle piume e delle sete, il clamore e l'orgoglio di allestimenti traboccanti di luce. Tutti ingredienti che Gesmar riusciva ad armonizzare con efficacia nelle sue creazioni, arricchite da una profusione di piume, perle, gioielli, fiori e veli. I suoi costumi, talvolta leggeri e delicati, destinati a esaltare la plasticità del corpo femminile, esprimevano una grazia non comune che valse al loro creatore l'ammirazione del grande pubblico. Nonostante la brevità della sua attività artistica -venne stroncato da una polmonite a soli ventisette anni - in nove anni (due vennero sottratti alla sua attività a causa del servizio militare) produsse oltre dodicimila disegni di costumi, una trentina di copertine di programmi e cinquantacinque poster. "La sua opera è formidabile, e l'evoluzione che egli mpresse all'arte del costume è paragonabile a quella imposta, prima di lui, da Bakst" nei Balletti Russi. Anche Cocteau fu un suo grande ammiratore.
31/03/25
3 notes · View notes
fiorescente · 2 years ago
Text
Tumblr media Tumblr media
Oggi: ho fatto amicizia con tanti cani e gatti, ho fatto dodicimila passi, ho fatto un giro da sola al museo di storia naturale, sono stata nominata ministra della cultura in Turchia in un progetto di gruppo e sono andata a comprare un dolcetto all'eurospin prima che chiudesse.
Ma soprattutto: oggi abbiamo stabilito l'indice della mia tesi e dal vivo il professore è stato molto carino e mi ha incoraggiata e dato consigli profondi; sono molto contenta.
48 notes · View notes
vecchiorovere · 7 months ago
Text
Tumblr media
Giovanni Boldini. Il pittore che amava le donne. Ritratto di Mademoiselle Lantelme. 1907. Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma (Italia).Geneviève "Ginette" Lanthelme (1887 - 1911), pseudonimo di Mathilde Fossey, fu un'attrice e cantante lirica celebre nella Francia degli inizi del Novecento. Spesso al centro delle cronache mondane, fu amante di Alfred Edwards, proprietario del giornale "Le matin", del "Petit sou" e del Théatre de Paris: fece parlare di sé anche a seguito della sua prematura morte, avvenuta per annegamento durante una crociera sull'imbarcazione "Aimée" di Alfred Edwards (cfr. Cecchi, 1962, pp. 214-15).Giovanni Boldini ritrasse l'attrice nel 1907. Un disegno della testa della Lanthelme compare nel catalogo dello "Studio di Giovanni Boldini" (cfr Cardona, 1937, op. cit.).Nel ritratto, l'attrice, vestita con un elegante abito della Maison Doucet, fa sfoggio della sua sfrontata bellezza messa in risalto dalla posa frontale, ripresa dal basso verso l'alto, e dalle dimensioni della tela che rendono la figura monumentale. L'opera è strettamente connessa al "Ritratto della Marchesa Casati con un levriero", di poco successivo (1908, collezione Andrew Lloyd Webber. Ripr. in Dini, 2002, vol. III, tomo II, n. 967): in entrambi i ritratti prevale il nero degli abiti, da cui emergono i toni rosati dei volti delle effigiate e degli elementi floreali all'altezza dei fianchi.Il dipinto, oltre ad avere tutte le caratteristiche del ritratto "à la mode" boldiniano, sembra ispirarsi alla ritrattistica dell'aristocrazia inglese del Settecento, in particolare quella di Gainsborough e Reynolds (cfr. A. Villari in Boldini, 2005, p. 240): d'altronde il pittore ferrarese, nei primi anni '70 dell'Ottocento, si era già cimentato in soggetti settecenteschi in linea col gusto di mercato allora imperante (cfr. R. Campana in Boldini, 2005, p. 117).Il dipinto fu acquistato dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna nel 1914 grazie all'intervento di Ugo Ojetti: l'opera si trovava in vendita al prezzo di dodicimila lire presso tale "Signor Manzi" della Galleria Manzi Joyant di Parigi, il quale, però, l'aveva acquistata per venticinquemila lire. La svendita dipendeva dalla tragica morte dell'effigiata (cfr. lettera al Ministero della Pubblica Istruzione, 1913, Firenze, Fondo Ojetti 250, BNC)
3 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 2 years ago
Text
Tumblr media
“Il discorso è vecchio, sostanzialmente falso, ma tutti lo ripetono e facciamo dunque finta di crederci anche noi: la vera cultura si fa in provincia. Lontani dalle distrazioni e dal tumulto delle grandi città, i giovani hanno tempo per pensare, discutere, dibattere. Si formano così cervelli e coscienze: poi arriva la grande città, screma il meglio dell’intelligenza periferica e l’adopera per la fabbricazione dei suoi formaggini culturali. In provincia c’è ancora la possibilità di studiare, di leggere. Molti giovani ci cascano, studiano, leggono. Anzi, hanno la pretesa di voler leggere tutto.
Ora, statistiche alla mano, si sa che escono ogni anno in Italia dodicimila libri, il che fa una media di quaranta al giorno, domeniche escluse. Ci sarebbero poi i libri stranieri, per lo meno quelli nelle tre lingue principali d’Occidente, che non vanno ignorati: il totale cresce a centocinquanta opere giornaliere: non c’è neanche il tempo di leggere i titoli e i risvolti di copertina. Chi si butta nella lettura è destinato ad affogarvicisi; anche se opera una scelta severissima e decide di leggere soltanto, per esempio, i narratori contemporanei (italiani e stranieri, inevitabilmente, perché ormai non esistono più frontiere di nazione e di scuola letteraria) rischia l’indigestione. Perché bisognerà non ignorare il teatro e il cinema, seguire la critica militante, dare un’occhiata alla televisione e un’orecchiata ala radio (mezzi di comunicazione di massa). Chi vuol darsi una formazione culturale ha dinanzi a sé questa prospettiva: morire prima”.
-L. Bianciardi
11 notes · View notes
bicheco · 1 year ago
Text
Tumblr media
Sei anni fa un gruppo di architetti e di ingegneri di fama mondiale si è riunito a Berna e, dopo aver esaminato un centinaio di albi di Diabolik, ha valutato che per costruire tutti i rifugi del noto criminale e signora sarebbero occorsi, più o meno, 85 anni e dodicimila tra muratori, elettricisti, falegnami, idraulici eccetera.
P.s. Quello in foto è l'ispettore Valerio - Ginko - Mastandrea che parla col suo consueto accento di Clerville (ridente cittadina vicino alla Garbatella).
2 notes · View notes
curiositasmundi · 2 years ago
Text
Com’è profondo il mare
La tragedia del Titan ci ricorda che per quanto uno possa essere ricco, non può  possedere gli oceani e sfidare le regole minime di sicurezza
Parlami, o Musa, dell’uomo che si tuffò nelle profondità del mare, ascoltando il richiamo della sirena del denaro. La morte di Stockton Rush, il milionario fondatore e Ceo di OceanGate, Inc. e pilota del Titan che brandisce il controller Xbox, è stata confermata giovedì scorso, dopo che il suo sommergibile personalizzato e fuori categoria è prevedibilmente imploso sotto la pressione di milioni di tonnellate d’acqua, uccidendo all’istante lui e i suoi quattro passeggeri. Accanto a lui è morto Hamish Harding, un miliardario britannico; Shahzada Dawood, milionario pakistano, e suo figlio Suleman; e il miliardario francese Paul-Henri Nargeolet, direttore della ricerca subacquea presso Rms Titanic, Inc., la società che sostiene di essere proprietaria del relitto del Titanic, e che ha dovuto saldare i propri debiti mettendo all’asta le reliquie del sito, una pratica comunemente nota come «scavafosse».
I tentativi di salvataggio da parte della Marina degli Stati uniti e della guardia costiera probabilmente sono costati milioni di dollari, dal momento che OceanGate era del tutto impreparato per qualsiasi tipo di operazione di ricerca e salvataggio nel mare aperto: la nave non aveva un localizzatore a bordo, ed era persino dipinta di bianco, il colore delle onde che si infrangono, rendendo quasi impossibile localizzarlo in superficie. La filosofia di Rush per la sua società di esplorazione sottomarina era: «Penso di poterlo fare in sicurezza e infrangendo le regole».
David Lochridge, ingegnere sottomarino, nel 2018 la pensava diversamente: sottolineò, tra gli altri difetti, che la porta di osservazione principale era valutata per reggere una profondità di immersione di soli 1.300 metri, meno di un terzo della profondità del fondale marino sul quale dorme il relitto del Titanic. Venne subito licenziato. Quindi ora, dopo anni di avvertimenti sulla sicurezza, lettere aperte e procedimenti legali, gli statunitensi finanziano l’inutile ricerca di giorni e giorni di un ago bianco in un pagliaio bianco, anche dopo che la Marina degli Stati uniti ha sentito la nave implodere.
La crociera di piacere a dodicimila piedi di profondità attorno al relitto del Titanic è l’ultima moda tra le acrobazie altamente pericolose e costose eseguite dai super ricchi che sono alla disperata ricerca di emozioni e disposti a spendere le enormi fortune estratte dai loro lavoratori. Il prezzo dell’ingresso in questa trappola mortale era di 250.000 dollari a persona. Cercando di vivere una fantasia alla Jules Verne, i passeggeri del Titan hanno raggiunto le ricche vittime del Titanic, che, quando affondò nel 1912, morirono anch’esse divise per classe: il 62% dei passeggeri di prima classe sopravvisse all’affondamento, rispetto al solo 25% dei passeggeri di terza classe.
La tendenza a lasciare che le classi subalterne anneghino continua ancora oggi. L’esempio più recente è il terribile capovolgimento di una nave che trasportava almeno cinquecento migranti al largo della Grecia, che ha ucciso almeno settantotto persone di cui sono stati ritrovati i corpi. In netto contrasto con lo sforzo multinazionale a tutto campo per salvare il Titan, la guardia costiera greca è stata accusata di mortale inerzia dopo aver scoperto la nave alla deriva e pericolosamente sovraffollata. È solo l’ultimo episodio di una costellazione di tragedie che coinvolgono i migranti nel Mediterraneo: tra il 2015 e il 2023, si stima che oltre ventiquattromila persone siano morte o disperse dopo essere partite per l’Europa, di cui oltre 1.100 solo quest’anno. È più di un Titanic ogni anno, ma non c’è lo stesso tipo di copertura mediatica.
In un mondo in cui abbondano i naufragi, perché siamo così ossessionati dal Titan e dal Titanic? È una combinazione di ricercatezza, prestigio e quel concetto di hybris classicamente greco. Personaggi importanti sono affondati con entrambe le navi: milionari, reali, magnati degli affari. Lo splendore della Grand Staircase del Titanic è stato reso in innumerevoli dipinti, documentari e film. E, naturalmente, c’è l’epiteto che stuzzica le orecchie di Poseidone: «Inaffondabile». È difficile per la persona media immaginare di possedere sia l’arroganza di rivendicare la vittoria totale sul mare, che l’influenza basata sulla propria certezza di lesinare sulle scialuppe di salvataggio.
Le dolorose odissee delle navi migranti non fanno vendere giornali perché, per prima cosa, quei giornali di solito fanno comunella con i regimi draconiani, disumani e vendicativi che consentono che i migranti subiscano questi destini orribili; e perché la miseria colpisce la maggior parte delle persone. Non tutti sono stati rifugiati, ma la maggior parte delle persone nell’era post-Covid sa com’è quando all’improvviso non puoi più permetterti la tua casa e devi trasferirti, o quando il cibo diventa assurdamente costoso, o il tuo lavoro scompare e ti trovi di fronte a scelte difficili e all’incertezza per te e la tua famiglia. Guardando il cambiamento climatico causato dall’uomo, un costo della vita astronomico e una prospettiva economica scadente, la maggior parte delle persone riconosce di essere molto più vicina ai rifugiati disperati di quanto non lo siano i politici, gli speculatori della guerra e i rapaci capitalisti.
La morte di chiunque è una tragedia, ovviamente, ed è terribile che i passeggeri del Titan siano morti in questo modo. Ma la loro morte cade in mezzo a un’ondata molto più ampia di sofferenze evitabili inflitte da gente come quella a bordo del Titan. Forse c’è un pizzico di ironia nel guardare proprio questi miliardari, che comprano relitti e sottomarini privati con i tesori accumulati dalla nostra società, umiliati da un tratto ineludibile della proprietà: lo ius abutendi, il diritto di distruggere, che il mare oscuro mantiene su qualsiasi nave.
 di Nicolas Boni - Jacobin italia
4 notes · View notes
patriziariellopera · 7 days ago
Photo
Tumblr media
(via Il Poeta dell'Anima e della Terra: Quarto Nobel per la Letteratura a Fréd��ric Mistral.)
Il Poeta dell'Anima e della Terra: Quarto Nobel per la Letteratura a Frédéric Mistral.
Di Patrizia Riello Pera, Padova, ITALY.
 Nobel a Mistral: Poeta dell'anima e della terra di Provenza.
 Article translated into English. Article traduit en anglais. Artículo traducido al español. Artigo traduzido para o português. Artikel ins Deutsche übersetzt. Articol tradus în română.
 Nel 1904, l'Accademia Svedese compì un gesto di rara audacia e lungimiranza, assegnando il quarto Premio Nobel per la Letteratura a un poeta la cui opera, radicata nella terra provenzale, aveva travalicato i confini regionali per toccare corde universali: Frédéric Mistral. Non si trattava di un nome scontato per il pantheon letterario internazionale dell'epoca, ma la sua consacrazione fu un riconoscimento alla potenza di una lingua e di una cultura che, pur "minori" rispetto ai grandi idiomi nazionali, racchiudevano una grandezza epica e lirica inestimabile.
Mistral fu premiato in un'inedita accoppiata con il drammaturgo spagnolo José Echegaray y Echegaray, ma è la sua figura, e in particolare la sua opera monumentale "Mirèio" (Mirella), a brillare di una luce propria e intensa. "Mirèio", pubblicata nel 1859, non è solo un poema epico di dodicimila versi in dodici canti, ma un'ode vibrante alla Provenza, alla sua natura selvaggia e generosa, ai suoi costumi antichi, alle sue leggende e, soprattutto, alla sua gente.
"Mirèio": Un Affresco di Vita e Amore Provenzale.
L'opera narra la storia d'amore travagliata tra Mirella, la bella figlia di un ricco contadino, e Vincent, un umile canestraio. Un amore ostacolato dalle differenze sociali, che spinge Mirella a intraprendere un viaggio disperato verso le Sante Marie della Mer, in cerca di una benedizione divina per la sua unione, solo per trovare un destino tragico ma catartico.
Ciò che eleva "Mirèio" al di là di una semplice vicenda romantica è la maestria con cui Mistral intesse la trama narrativa con un'erudizione profonda e una sensibilità squisita per il mondo che lo circonda. Ogni verso è intriso della luce e dei profumi della Provenza: il vento che soffia sulla Camargue, il mormorio del Rodano, il canto delle cicale, i colori della lavanda e del grano. Mistral non si limita a descrivere, ma fa vivere al lettore il paesaggio, lo rende parte integrante dell'anima dei personaggi.
Il linguaggio stesso di "Mirèio", il provenzale (o occitano) nella sua variante rodaniana, è un inno alla ricchezza di una tradizione orale millenaria. Mistral, leader del movimento del Félibrige, si dedicò con passione al recupero e alla valorizzazione della sua lingua madre, dimostrando che essa era capace di esprimere le più alte vette della poesia e della narrazione, ben oltre il folklore. Il Nobel a Mistral fu, in questo senso, anche un riconoscimento al valore intrinseco delle lingue e culture regionali, spesso soffocate dall'avanzare degli stati-nazione.
Il Genio di Mistral: Tra Realismo e Lirismo.
La grandezza di Mistral risiede nella sua capacità di fondere un realismo vivido, quasi etnografico, nella descrizione della vita rurale, con un lirismo sublime che eleva gli eventi e i sentimenti a una dimensione universale. I personaggi di "Mirèio" non sono figure idealizzate, ma uomini e donne di carne e ossa, con le loro passioni, le loro debolezze, le loro speranze. Eppure, attraverso le loro vicende individuali, Mistral riesce a veicolare temi eterni: l'amore e la perdita, il legame con la terra, la fede, il destino.
Il suo stile è caratterizzato da una musicalità intrinseca, da immagini potenti e da un'epicità che riecheggia i grandi poemi antichi. Leggere "Mirèio" è un'esperienza immersiva, un viaggio attraverso un mondo che, pur lontano nel tempo, risuona ancora oggi per la sua autenticità e la sua profonda umanità.
Il Premio Nobel a Frédéric Mistral fu, e rimane, un tributo non solo a un poeta eccezionale, ma a un custode di memorie, un difensore di una cultura e un cantore ineguagliabile della Provenza. La sua opera è un faro che continua a illuminare la via per chiunque cerchi nella letteratura la bellezza, la verità e il legame indissolubile tra l'uomo e la sua terra. Un'eredità che, a oltre un secolo di distanza, continua a incantare e a ispirare.
Patrizia Riello Pera (scrittrice, disegnatrice e blogger).
HTTPS://PATRIZIARIELLOPERALIBRI.IT
 The Poet of the Soul and the Earth: Frédéric Mistral's Fourth Nobel Prize in Literature.
By Patrizia Riello Pera, Padua, ITALY.
Nobel for Mistral: Poet of Provence's soul and land.
In 1904, the Swedish Academy made a gesture of rare audacity and foresight, awarding the fourth Nobel Prize in Literature to a poet whose work, rooted in Provençal soil, had transcended regional boundaries to touch universal chords: Frédéric Mistral. He was not an obvious name for the international literary pantheon of the time, but his consecration was a recognition of the power of a language and a culture that, though "minor" compared to the great national idioms, contained an inestimable epic and lyrical grandeur.
Mistral was awarded in an unprecedented pairing with the Spanish playwright José Echegaray y Echegaray, but it is his figure, and in particular his monumental work "Mirèio" (Mirella), that shines with its own intense light. "Mirèio," published in 1859, is not just an epic poem of twelve thousand lines in twelve cantos, but a vibrant ode to Provence, to its wild and generous nature, to its ancient customs, to its legends, and, above all, to its people.
"Mirèio": A Fresco of Provençal Life and Love
The work tells the troubled love story between Mirella, the beautiful daughter of a wealthy farmer, and Vincent, a humble basket weaver. A love hindered by social differences, which prompts Mirella to undertake a desperate journey to Les Saintes-Maries-de-la-Mer, seeking a divine blessing for her union, only to find a tragic but cathartic destiny.
What elevates "Mirèio" beyond a simple romantic tale is the mastery with which Mistral weaves the narrative with profound erudition and an exquisite sensitivity for the world around him. Every verse is imbued with the light and scents of Provence: the wind blowing over the Camargue, the murmur of the Rhone, the song of the cicadas, the colors of lavender and wheat. Mistral doesn't just describe; he makes the reader experience the landscape, making it an integral part of the characters' souls.
The very language of "Mirèio," Provençal (or Occitan) in its Rhone variant, is a hymn to the richness of a millennial oral tradition. Mistral, leader of the Félibrige movement, passionately dedicated himself to the recovery and enhancement of his mother tongue, demonstrating that it was capable of expressing the highest peaks of poetry and narration, far beyond folklore. The Nobel Prize to Mistral was, in this sense, also a recognition of the intrinsic value of regional languages and cultures, often suffocated by the advancement of nation-states.
Mistral's Genius: Between Realism and Lyrism.
Mistral's greatness lies in his ability to merge a vivid, almost ethnographic realism in the description of rural life with a sublime lyricism that elevates events and feelings to a universal dimension. The characters of "Mirèio" are not idealized figures, but flesh-and-blood men and women, with their passions, their weaknesses, their hopes. Yet, through their individual stories, Mistral manages to convey eternal themes: love and loss, the bond with the land, faith, destiny.
His style is characterized by an intrinsic musicality, powerful images, and an epic quality that echoes the great ancient poems. Reading "Mirèio" is an immersive experience, a journey through a world that, though distant in time, still resonates today with its authenticity and profound humanity.
The Nobel Prize to Frédéric Mistral was, and remains, a tribute not only to an exceptional poet, but to a guardian of memories, a defender of a culture, and an unparalleled singer of Provence. His work is a beacon that continues to illuminate the way for anyone seeking beauty, truth, and the indissoluble bond between man and his land in literature. A legacy that, over a century later, continues to enchant and inspire.
Patrizia Riello Pera (writer, designer, and blogger).
HTTPS://PATRIZIARIELLOPERALIBRI.IT
 Le Poète de l'Âme et de la Terre : Quatrième Prix Nobel de Littérature à Frédéric Mistral.
Par Patrizia Riello Pera, Padoue, ITALIE.
Nobel pour Mistral: Poète de l'âme et terre de Provence.
En 1904, l'Académie suédoise a posé un geste d'une rare audace et d'une grande clairvoyance en attribuant le quatrième Prix Nobel de Littérature à un poète dont l'œuvre, enracinée dans la terre provençale, avait transcendé les frontières régionales pour toucher des cordes universelles : Frédéric Mistral. Ce n'était pas un nom évident pour le panthéon littéraire international de l'époque, mais sa consécration fut une reconnaissance de la puissance d'une langue et d'une culture qui, bien que "mineures" par rapport aux grands idiomes nationaux, renfermaient une grandeur épique et lyrique inestimable.
Mistral fut récompensé en un jumelage inédit avec le dramaturge espagnol José Echegaray y Echegaray, mais c'est sa figure, et en particulier son œuvre monumentale "Mirèio" (Mireille), qui brille d'une lumière propre et intense. "Mirèio", publiée en 1859, n'est pas seulement un poème épique de douze mille vers en douze chants, mais une ode vibrante à la Provence, à sa nature sauvage et généreuse, à ses coutumes anciennes, à ses légendes et, surtout, à son peuple.
"Mirèio" : Une Fresque de Vie et d'Amour Provençal.
L'œuvre narre l'histoire d'amour tourmentée entre Mireille, la belle fille d'un riche fermier, et Vincent, un humble vannier. Un amour entravé par les différences sociales, qui pousse Mireille à entreprendre un voyage désespéré vers Les Saintes-Maries-de-la-Mer, en quête d'une bénédiction divine pour son union, pour ne trouver qu'un destin tragique mais cathartique.
Ce qui élève "Mirèio" au-delà d'une simple histoire romantique, c'est la maestria avec laquelle Mistral tisse la trame narrative avec une érudition profonde et une sensibilité exquise pour le monde qui l'entoure. Chaque vers est imprégné de la lumière et des parfums de la Provence : le vent qui souffle sur la Camargue, le murmure du Rhône, le chant des cigales, les couleurs de la lavande et du blé. Mistral ne se limite pas à décrire, mais fait vivre au lecteur le paysage, le rendant partie intégrante de l'âme des personnages.
Le langage même de "Mirèio", le provençal (ou occitan) dans sa variante rhodanienne, est un hymne à la richesse d'une tradition orale millénaire. Mistral, leader du mouvement du Félibrige, se consacra avec passion au recouvrement et à la valorisation de sa langue maternelle, démontrant qu'elle était capable d'exprimer les plus hauts sommets de la poésie et de la narration, bien au-delà du folklore. Le Nobel à Mistral fut, en ce sens, aussi une reconnaissance de la valeur intrinsèque des langues et cultures régionales, souvent étouffées par l'avancée des États-nations.
Le Génie de Mistral : Entre Réalisme et Lyrisme.
La grandeur de Mistral réside dans sa capacité à fusionner un réalisme vivid, quasi ethnographique, dans la description de la vie rurale, avec un lyrisme sublime qui élève les événements et les sentiments à une dimension universelle. Les personnages de "Mirèio" ne sont pas des figures idéalées, mais des hommes et des femmes de chair et d'os, avec leurs passions, leurs faiblesses, leurs espérances. Pourtant, à travers leurs histoires individuelles, Mistral réussit à véhiculer des thèmes éternels : l'amour et la perte, le lien avec la terre, la foi, le destin.
Son style est caractérisé par une musicalité intrinsèque, des images puissantes et une épopée qui fait écho aux grands poèmes antiques. Lire "Mirèio" est une expérience immersive, un voyage à travers un monde qui, bien que lointain dans le temps, résonne encore aujourd'hui par son authenticité et sa profonde humanité.
Le Prix Nobel à Frédéric Mistral fut, et demeure, un hommage non seulement à un poète exceptionnel, mais à un gardien de mémoires, un défenseur d'une culture et un chantre inégalable de la Provence. Son œuvre est un phare qui continue d'illuminer la voie pour quiconque cherche dans la littérature la beauté, la vérité et le lien indissoluble entre l'homme et sa terre. Un héritage qui, plus d'un siècle plus tard, continue d'enchanter et d'inspirer.
Patrizia Riello Pera (écrivain, dessinatrice et blogueuse).
HTTPS://PATRIZIARIELLOPERALIBRI.IT
 El Poeta del Alma y la Tierra: Sobre el Cuarto Premio Nobel de Literatura a Frédéric Mistral.
Por Patrizia Riello Pera, Padua, ITALIA.
 Nobel a Mistral: Poeta del alma y tierra provenzal.
 En 1904, la Academia Sueca realizó un gesto de rara audacia y visión de futuro, otorgando el cuarto Premio Nobel de Literatura a un poeta cuya obra, arraigada en la tierra provenzal, había trascendido las fronteras regionales para tocar fibras universales: Frédéric Mistral. No era un nombre obvio para el panteón literario internacional de la época, pero su consagración fue un reconocimiento al poder de una lengua y una cultura que, aunque "menores" en comparación con los grandes idiomas nacionales, encerraban una grandeza épica y lírica inestimable.
Mistral fue premiado en una inédita dupla con el dramaturgo español José Echegaray y Echegaray, pero es su figura, y en particular su obra monumental "Mirèio" (Mirella), la que brilla con luz propia e intensa. "Mirèio", publicada en 1859, no es solo un poema épico de doce mil versos en doce cantos, sino una vibrante oda a Provenza, a su naturaleza salvaje y generosa, a sus costumbres antiguas, a sus leyendas y, sobre todo, a su gente.
"Mirèio": Un Fresco de Vida y Amor Provenzal
La obra narra la turbulenta historia de amor entre Mirella, la bella hija de un rico campesino, y Vincent, un humilde cestero. Un amor obstaculizado por las diferencias sociales, que empuja a Mirella a emprender un viaje desesperado hacia las Santas Marías del Mar, en busca de una bendición divina para su unión, solo para encontrar un destino trágico pero catártico.
Lo que eleva "Mirèio" más allá de una simple historia romántica es la maestría con la que Mistral entrelaza la trama narrativa con una erudición profunda y una sensibilidad exquisita por el mundo que lo rodea. Cada verso está impregnado de la luz y los aromas de Provenza: el viento que sopla sobre la Camarga, el murmullo del Ródano, el canto de las cigarras, los colores de la lavanda y el trigo. Mistral no se limita a describir, sino que hace vivir al lector el paisaje, lo convierte en parte integral del alma de los personajes.
El lenguaje mismo de "Mirèio", el provenzal (u occitano) en su variante rodaniana, es un himno a la riqueza de una tradición oral milenaria. Mistral, líder del movimiento del Félibrige, se dedicó con pasión a la recuperación y valoración de su lengua materna, demostrando que era capaz de expresar las más altas cumbres de la poesía y la narración, mucho más allá del folclore. El Nobel a Mistral fue, en este sentido, también un reconocimiento al valor intrínseco de las lenguas y culturas regionales, a menudo sofocadas por el avance de los estados-nación.
El Genio de Mistral: Entre Realismo y Lirismo.
La grandeza de Mistral reside en su capacidad de fusionar un realismo vívido, casi etnográfico, en la descripción de la vida rural, con un lirismo sublime que eleva los eventos y los sentimientos a una dimensión universal. Los personajes de "Mirèio" no son figuras idealizadas, sino hombres y mujeres de carne y hueso, con sus pasiones, sus debilidades, sus esperanzas. Sin embargo, a través de sus vicisitudes individuales, Mistral logra vehicular temas eternos: el amor y la pérdida, el vínculo con la tierra, la fe, el destino.
Su estilo se caracteriza por una musicalidad intrínseca, imágenes potentes y una epicidad que resuena con los grandes poemas antiguos. Leer "Mirèio" es una experiencia inmersiva, un viaje a través de un mundo que, aunque lejano en el tiempo, todavía resuena hoy por su autenticidad y su profunda humanidad.
El Premio Nobel a Frédéric Mistral fue, y sigue siendo, un tributo no solo a un poeta excepcional, sino a un guardián de memorias, un defensor de una cultura y un cantautor inigualable de Provenza. Su obra es un faro que sigue iluminando el camino para cualquiera que busque en la literatura la belleza, la verdad y el vínculo indisoluble entre el hombre y su tierra. Un legado que, a más de un siglo de distancia, sigue encantando e inspirando.
Patrizia Riello Pera (escritora, diseñadora y bloguera).
HTTPS://PATRIZIARIELLOPERALIBRI.IT
 O Poeta da Alma e da Terra: Quarto Prêmio Nobel de Literatura a Frédéric Mistral.
Por Patrizia Riello Pera, Pádua, ITÁLIA.
Nobel a Mistral: Poeta da alma e terra provençal.
 Em 1904, a Academia Sueca realizou um gesto de rara audácia e perspicácia, concedendo o quarto Prêmio Nobel de Literatura a um poeta cuja obra, enraizada na terra provençal, havia transcendido as fronteiras regionais para tocar cordas universais: Frédéric Mistral. Não se tratava de um nome óbvio para o panteão literário internacional da época, mas sua consagração foi um reconhecimento ao poder de uma língua e de uma cultura que, embora "menores" em comparação com os grandes idiomas nacionais, encerravam uma grandeza épica e lírica inestimável.
Mistral foi premiado em um emparelhamento inédito com o dramaturgo espanhol José Echegaray y Echegaray, mas é a sua figura, e em particular a sua obra monumental "Mirèio" (Mirella), que brilha com uma luz própria e intensa. "Mirèio", publicada em 1859, não é apenas um poema épico de doze mil versos em doze cantos, mas uma ode vibrante à Provença, à sua natureza selvagem e generosa, aos seus costumes antigos, às suas lendas e, sobretudo, ao seu povo.
"Mirèio": Um Afresco de Vida e Amor Provençal.
A obra narra a história de amor conturbada entre Mirella, a bela filha de um rico camponês, e Vincent, um humilde cesteiro. Um amor obstaculizado pelas diferenças sociais, que impulsiona Mirella a empreender uma viagem desesperada para Les Saintes-Maries-de-la-Mer, em busca de uma bênção divina para sua união, apenas para encontrar um destino trágico mas catártico.
O que eleva "Mirèio" além de uma simples história romântica é a maestria com que Mistral entrelaça a trama narrativa com uma erudição profunda e uma sensibilidade requintada para o mundo que o rodeia. Cada verso é imbuído da luz e dos perfumes da Provença: o vento que sopra sobre a Camargue, o murmúrio do Ródano, o canto das cigarras, as cores da lavanda e do trigo. Mistral não se limita a descrever, mas faz o leitor vivenciar a paisagem, tornando-a parte integrante da alma dos personagens.
A própria linguagem de "Mirèio", o provençal (ou occitano) em sua variante rodaniana, é um hino à riqueza de uma tradição oral milenar. Mistral, líder do movimento do Félibrige, dedicou-se com paixão à recuperação e valorização de sua língua materna, demonstrando que ela era capaz de expressar os mais altos picos da poesia e da narração, muito além do folclore. O Nobel a Mistral foi, nesse sentido, também um reconhecimento do valor intrínseco das línguas e culturas regionais, muitas vezes sufocadas pelo avanço dos estados-nação.
O Gênio de Mistral: Entre Realismo e Lirismo
A grandeza de Mistral reside em sua capacidade de fundir um realismo vívido, quase etnográfico, na descrição da vida rural, com um lirismo sublime que eleva os eventos e os sentimentos a uma dimensão universal. Os personagens de "Mirèio" não são figuras idealizadas, mas homens e mulheres de carne e osso, com suas paixões, suas fraquezas, suas esperanças. No entanto, através de suas histórias individuais, Mistral consegue veicular temas eternos: o amor e a perda, o vínculo com a terra, a fé, o destino.
Seu estilo é caracterizado por uma musicalidade intrínseca, por imagens poderosas e por uma epicidade que ecoa os grandes poemas antigos. Ler "Mirèio" é uma experiência imersiva, uma viagem através de um mundo que, embora distante no tempo, ainda ressoa hoje por sua autenticidade e sua profunda humanidade.
O Prêmio Nobel a Frédéric Mistral foi, e permanece, um tributo não apenas a um poeta excepcional, mas a um guardião de memórias, um defensor de uma cultura e um cantor inigualável da Provença. Sua obra é um farol que continua a iluminar o caminho para quem busca na literatura a beleza, a verdade e o vínculo indissolúvel entre o homem e sua terra. Uma herança que, mais de um século depois, continua a encantar e a inspirar.
Patrizia Riello Pera (escritora, designer e blogueira).
HTTPS://PATRIZIARIELLOPERALIBRI.IT
 Der Dichter der Seele und der Erde: Vierter Literaturnobelpreis für Frédéric Mistral.
Von Patrizia Riello Pera, Padua, ITALIEN.
Nobel für Mistral: Dichter der Seele und des Landes der Provence.
Im Jahr 1904 vollzog die Schwedische Akademie einen Akt seltener Kühnheit und Weitsicht, indem sie den vierten Literaturnobelpreis an einen Dichter verlieh, dessen Werk, verwurzelt in provenzalischem Boden, die regionalen Grenzen überschritten hatte, um universelle Saiten anzuschlagen: Frédéric Mistral. Er war kein offensichtlicher Name für das internationale Literatur-Pantheon der damaligen Zeit, doch seine Weihe war eine Anerkennung der Kraft einer Sprache und einer Kultur, die, obwohl im Vergleich zu den großen Nationalsprachen "klein", eine unschätzbare epische und lyrische Größe bargen.
Mistral wurde in einer beispiellosen Paarung mit dem spanischen Dramatiker José Echegaray y Echegaray ausgezeichnet, doch es ist seine Figur und insbesondere sein monumentales Werk "Mirèio" (Mirella), das mit eigenem, intensivem Licht strahlt. "Mirèio", 1859 veröffentlicht, ist nicht nur ein Epos von zwölftausend Versen in zwölf Gesängen, sondern eine vibrierende Ode an die Provence, an ihre wilde und großzügige Natur, an ihre alten Bräuche, an ihre Legenden und vor allem an ihre Menschen.
"Mirèio": Ein Fresko des provenzalischen Lebens und der Liebe
Das Werk erzählt die leidvolle Liebesgeschichte zwischen Mirella, der schönen Tochter eines reichen Bauern, und Vincent, einem bescheidenen Korbflechter. Eine Liebe, die durch soziale Unterschiede behindert wird und Mirella dazu treibt, eine verzweifelte Reise zu den Heiligen Marien am Meer zu unternehmen, auf der Suche nach einem göttlichen Segen für ihre Vereinigung, nur um ein tragisches, aber kathartisches Schicksal zu finden.
Was "Mirèio" über eine einfache romantische Geschichte hinaushebt, ist die Meisterschaft, mit der Mistral die narrative Handlung mit tiefer Gelehrsamkeit und einer exquisiten Sensibilität für die Welt um ihn herum verwebt. Jeder Vers ist durchdrungen vom Licht und den Düften der Provence: der Wind, der über die Camargue weht, das Rauschen der Rhone, der Gesang der Zikaden, die Farben von Lavendel und Weizen. Mistral beschreibt nicht nur, sondern lässt den Leser die Landschaft erleben und macht sie zu einem integralen Bestandteil der Seele der Charaktere.
Die Sprache von "Mirèio" selbst, das Provenzalische (oder Okzitanische) in seiner rhodischen Variante, ist eine Hymne an den Reichtum einer tausendjährigen mündlichen Tradition. Mistral, Anführer der Félibrige-Bewegung, widmete sich leidenschaftlich der Wiederbelebung und Wertschätzung seiner Muttersprache und bewies, dass sie die höchsten Gipfel der Poesie und Erzählung weit über die Folklore hinaus ausdrücken konnte. Der Nobelpreis an Mistral war in diesem Sinne auch eine Anerkennung des intrinsischen Wertes regionaler Sprachen und Kulturen, die oft durch das Vordringen der Nationalstaaten unterdrückt wurden.
Mistrals Genie: Zwischen Realismus und Lyrismus
Mistrals Größe liegt in seiner Fähigkeit, einen lebendigen, fast ethnografischen Realismus in der Beschreibung des Landlebens mit einem erhabenen Lyrismus zu verschmelzen, der Ereignisse und Gefühle zu einer universellen Dimension erhebt. Die Figuren in "Mirèio" sind keine idealisierten Gestalten, sondern Menschen aus Fleisch und Blut, mit ihren Leidenschaften, ihren Schwächen, ihren Hoffnungen. Doch durch ihre individuellen Geschichten gelingt es Mistral, ewige Themen zu vermitteln: Liebe und Verlust, die Verbundenheit mit der Erde, Glaube, Schicksal.
Sein Stil ist gekennzeichnet durch eine intrinsische Musikalität, kraftvolle Bilder und eine Epik, die an die großen antiken Gedichte erinnert. "Mirèio" zu lesen ist ein immersives Erlebnis, eine Reise durch eine Welt, die, obwohl zeitlich weit entfernt, noch heute durch ihre Authentizität und ihre tiefe Menschlichkeit nachhallt.
Der Nobelpreis an Frédéric Mistral war und bleibt eine Hommage nicht nur an einen außergewöhnlichen Dichter, sondern an einen Hüter von Erinnerungen, einen Verteidiger einer Kultur und einen unvergleichlichen Sänger der Provence. Sein Werk ist ein Leuchtturm, der weiterhin den Weg weist für jeden, der in der Literatur Schönheit, Wahrheit und die unauflösliche Verbindung zwischen Mensch und seiner Erde sucht. Ein Erbe, das über ein Jahrhundert später weiterhin verzaubert und inspiriert.
Patrizia Riello Pera (Schriftstellerin, Designerin und Bloggerin).
HTTPS://PATRIZIARIELLOPERALIBRI.IT
 Poetul Sufletului și al Pământului: Al Patrulea Premiu Nobel pentru Literatură acordat lui Frédéric Mistral.
De Patrizia Riello Pera, Padova, ITALIA.
Nobel lui Mistral: Poetul sufletului și al pământului Provenței.
 În 1904, Academia Suedeză a făcut un gest de rară îndrăzneală și previziune, acordând al patrulea Premiu Nobel pentru Literatură unui poet a cărui operă, înrădăcinată în pământul provensal, depășise granițele regionale pentru a atinge coarde universale: Frédéric Mistral. Nu era un nume evident pentru panteonul literar internațional al vremii, dar consacrarea sa a fost o recunoaștere a puterii unei limbi și a unei culturi care, deși "minore" în comparație cu marile idiomuri naționale, conțineau o măreție epică și lirică inestimabilă.
Mistral a fost premiat într-o pereche inedită cu dramaturgul spaniol José Echegaray y Echegaray, dar este figura sa, și în special opera sa monumentală "Mirèio" (Mirella), care strălucește cu o lumină proprie și intensă. "Mirèio", publicată în 1859, nu este doar o poemă epică de douăsprezece mii de versuri în douăsprezece cânturi, ci o odă vibrantă Provenței, naturii sale sălbatice și generoase, obiceiurilor sale antice, legendelor sale și, mai presus de toate, oamenilor săi.
"Mirèio": O Frescă a Vieții și Iubirii Provensale
Opera narează povestea de dragoste zbuciumată dintre Mirella, frumoasa fiică a unui bogat țăran, și Vincent, un umil împletitor de coșuri. O dragoste împiedicată de diferențele sociale, care o împinge pe Mirella să întreprindă o călătorie disperată spre Les Saintes-Maries-de-la-Mer, în căutarea unei binecuvântări divine pentru unirea lor, doar pentru a găsi un destin tragic, dar catartic.
Ceea ce ridică "Mirèio" dincolo de o simplă poveste romantică este măiestria cu care Mistral țese intriga narativă cu o erudiție profundă și o sensibilitate rafinată pentru lumea din jurul său. Fiecare vers este îmbibat de lumina și parfumurile Provenței: vântul care suflă peste Camargue, murmurul Rodanului, cântecul cicadelor, culorile lavandei și ale gr��ului. Mistral nu se limitează la a descrie, ci face cititorul să trăiască peisajul, îl face o parte integrantă a sufletului personajelor.
Limbajul însuși al "Mirèio", provensala (sau occitana) în varianta sa rodaniană, este un imn adus bogăției unei tradiții orale milenare. Mistral, liderul mișcării Félibrige, s-a dedicat cu pasiune recuperării și valorificării limbii sale materne, demonstrând că aceasta era capabilă să exprime cele mai înalte culmi ale poeziei și narațiunii, mult dincolo de folclor. Premiul Nobel acordat lui Mistral a fost, în acest sens, și o recunoaștere a valorii intrinseci a limbilor și culturilor regionale, adesea sufocate de înaintarea statelor-națiune.
Geniul lui Mistral: Între Realism și Lirism
Măreția lui Mistral constă în capacitatea sa de a îmbina un realism viu, aproape etnografic, în descrierea vieții rurale, cu un lirism sublim care ridică evenimentele și sentimentele la o dimensiune universală. Personajele din "Mirèio" nu sunt figuri idealizate, ci bărbați și femei din carne și oase, cu pasiunile lor, slăbiciunile lor, speranțele lor. Cu toate acestea, prin vicisitudinile lor individuale, Mistral reușește să transmită teme eterne: iubirea și pierderea, legătura cu pământul, credința, destinul.
Stilul său este caracterizat de o muzicalitate intrinsecă, de imagini puternice și de o epicitate care ecouează marile poeme antice. Citirea "Mirèio" este o experiență imersivă, o călătorie printr-o lume care, deși îndepărtată în timp, rezonează și astăzi prin autenticitatea și umanitatea sa profundă.
Premiul Nobel acordat lui Frédéric Mistral a fost, și rămâne, un tribut nu doar unui poet excepțional, ci unui păstrător de amintiri, un apărător al unei culturi și un cântăreț inegalabil al Provenței. Opera sa este un far care continuă să lumineze calea pentru oricine caută în literatură frumusețea, adevărul și legătura indisolubilă dintre om și pământul său. O moștenire care, la peste un secol distanță, continuă să încânte și să inspire.
Patrizia Riello Pera (scriitoare, desenatoare și bloggeriță).
HTTPS://PATRIZIARIELLOPERALIBRI.IT
0 notes
primepaginequotidiani · 9 months ago
Photo
Tumblr media
PRIMA PAGINA Tirreno di Oggi lunedì, 16 settembre 2024
0 notes
foggynerdhideout · 2 months ago
Text
Elenco di alcuni episodi biblici che coinvolgono infanticidi o stermini di massa che includono bambini:
- Strage degli innocenti (vangelo secondo matteo 2,1-16): erode il grande ordinò l'uccisione di tutti i bambini di betlemme e dintorni dai due anni in giù per eliminare il neonato "re dei giudei"
- Piaga dei primogeniti: (esodo 12:29) "dio" uccide il primogenito di ogni famiglia egiziana che non aveva contrassegnato la porta con il sangue d'agnello, come parte delle piaghe d'Egitto
- Sterminio dei cananei: (numeri 21:3 e deuteronomio 7:2) "dio" avrebbe guidato gli israeliti a sterminare i cananei, inclusi bambini e donne; giosuè 6:21-27 descrive la distruzione di gerico, dove morirono uomini, donne e bambini
- Massacro dei madianiti: (numeri 31:17-18) gli israeliti uccisero tutti i maschi madianiti, inclusi i bambini, e risparmiarono solo le fanciulle vergini
- Distruzione di sicon e og: (deuteronomio 2:33-34 e 3:6) gli israeliti sterminarono completamente gli abitanti di sicon e og, inclusi i bambini
- Massacro di ai: (giosuè 8:22-25) distruzione della città di ai, dove morirono dodicimila persone, senza distinzione di età o sesso
Tutto ciò che è scritto nella bibbia va preso con le pinze essendo banalissima mitologia; ma nel "momento in cui dichiari, come istituzione religiosa, "sacri" (che vuol dire: scelti fra tanti altri scritti simili, ma che non ti vanno bene) i testi che compongono la bibbia, in quanto credente o "intermediario di dio" (sacerdote) NON puoi farne l'esegesi: tutto va inteso come è scritto, alla lettera, perché è "verità" ("sacro").
Invece fanno i furbetti a riguardo sia messa che a catechismo.
0 notes
girulicchio · 3 months ago
Text
Un giorno imparerò ad esprimere i miei pensieri in meno di dodicimila parole. Quel giorno non è oggi, ma è un primo tentativo.
Domani Buco parte per un paio di settimane, quasi tre, e va in giro per la Spagna (facendo prima tappa a Malta da Gianni, che tornerà definitivamente ad aprile). Ieri abbiamo fatto una serata relativamente tranquilla io, lui e Cerasella. Ad una certa mi sono sentito un po' smorto, ma tanto c'erano loro due.
E ho conosciuto un essere mitologico. Forse due. Tre, incluso il tipo a cui abbiamo dato uno strappo alla stazione perché aveva perso la comitiva.
Che magia.
0 notes
agrpress-blog · 8 months ago
Text
A Milazzo la IV edizione dell’evento “Educazione allo Sport”  Sono state oltre ventimila le persone c... #andreadevicenzi #antoniotrio #comitatonazionale #dinoschorn #educazionesport #fabiopagliara #fairplay #franzcutelli #lillolarosa #mariaruggeri #marinagaribaldi #massimogiacoppo #milazzo #paolotiralongo #pippomidili #ruggeroalcanterini #totòsarao https://agrpress.it/a-milazzo-la-iv-edizione-dellevento-educazione-allo-sport/?feed_id=7302&_unique_id=67087f3ca2c86
0 notes
aven90 · 9 months ago
Text
Aiuto! Mio fratello è un poster! -18
Caro Diario,Papà non mi capisce. Torna a casa, di mattina, e di pomeriggio ha solo poco tempo per interessarsi. Però una cosa l’ha ricordata, proprio l’ultima, tra le tante, che avrebbe dovuto ricordarsi.«Allora?» mi fa.«Allora che?» chiedo innocentemente, mentre cerco di risolvere un’espressione. Com’è che viene diecimila fratto dodicimila?«Questo Lucio ti corteggia perché?»Ho sbuffato, caro…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
princessofmistake · 10 months ago
Text
Ci siamo lasciati la settimana successiva, con una breve telefonata in perfetto stile burocratese nemmeno stessimo parlando con qualche ufficio pubblico. Una relazione che contava mille e piú ore di lunghe chiacchierate al telefono che finiva con una sterile chiamata di appena cinque minuti… Assurdo! Il telefono ci aveva sempre permesso di tenerci in contatto, ma, allo stesso tempo, ci aveva tolto la possibilità di riuscire a parlarci di persona e comunicarci i nostri sentimenti. Ci aveva strappato il tempo necessario per costruire dei ricordi e li aveva fatti evaporare. La bolletta telefonica mi arrivava puntuale alla fine di ogni mese. L’ultima segnava venti ore di conversazione per la bellezza di dodicimila yen. Non ricordo se con lei avevamo mai parlato del valore delle nostre conversazioni, di quanto poteva costare una parola.
1 note · View note
msicamouse · 10 months ago
Text
Diario di un esperimento
0 notes