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#dormire reggio calabria
lacasareggina-blog · 5 years
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Djembe a Reggio Calabria Riprendiamo e condividiamo da CityNow. « Inizierà domani 3 Aprile 2019 ore 18:00 il primo degli eventi del…
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giovaneanziano · 3 years
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Cosa mi porto a casa da questa settimana calabra:
- Il codice della strada è un concetto astratto
- Non voglio più vedere del cibo fino al 2050
- Mare e montagna tutti raggiungibili in 20 minuti
- "Ma voi al nord lo avete..." come domanda ricorrente
- Qui c'è un'altra lingua che non riesco a interiorizzare e quando ci provo divento la scimmietta ammaestrata più bella del reame
- i prediciottesimi esistono e ne ho le prove
- si pranza alle 14 e si cena alle 20.30 che tipo io a quell'ora vado a dormire
- la Salerno - Reggio Calabria è un'A22 del Brennero senza caselli e con molti più cantieri
- @orestiade mi strappa dalle grinfie del dialetto ogni volta che ci finisco dentro a piè pari
Però ci lascio un pezzo di cuore e ci tornerò sicuro si deciso
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paoloxl · 6 years
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ROMA – “L’importante è non rimanere a dormire per strada”. Lo ripete più volte Adam (nome di fantasia) mentre allaccia la cintura del passeggino alla figlia di due anni, che sta uscendo insieme alla mamma e all’altro fratellino di 4. Poi rientra e sale le scale delpalazzo di via Carlo Felice 69, a due passi dalla Basilica di San Giovanni, a Roma.L’immobile di proprietà di Bankitalia e occupato da diverse famiglie da più di 10 anni, è tra i primi della lista dei palazzi da sgomberare sul territorio della Capitale. Qui i nuclei familiari sono 35, circa 70 persone in tutto, tra cui venti bambini.
Nell’androne Adam mostra l’avviso che gli operatori di Roma Capitale hanno affisso sul muro: entro il 18 settembre devono presentarsi presso i servizi sociali del I municipio per il censimento e acquisire le informazioni per l’accesso agli interventi assistenziali previsti dal Protocollo per gli occupanti abusivi. “Vuol dire che ci stanno per sgomberare”, spiega. Due giorni fa c’è stato un vertice con i rappresentanti della Regione Lazio e il Comune di Roma. L’obiettivo, ha spiegato il Campidoglio, è quello di realizzare uno “sgombero soft”, cercando soluzioni alternative per gli occupanti e liberare lo stabile senza ricorrere alla forza. “Sappiamo che sono stati messi a disposizione 5 appartamenti dalla Regione e 5 dalla proprietà: 10 in tutto – aggiunge -. Ma non sappiamo se bastano per tutti i nuclei familiari, se c’è chi rischia di rimanere senza casa”. Adam è italo marocchino, ha la cittadinanza italiana e vive in Italia dal 92. Ha un accento calabrese perché è cresciuto a Reggio Calabria, dove suo padre si era trasferito dal Marocco qualche anno prima a cercare fortuna. “Quando ha iniziato a lavorare ha fatto venire in Italia anche me e mia madre. In quegli anni si poteva venire regolarmente – spiega -. Oggi io ho la cittadinanza”.
Foto Eleonora Camilli/Rs
Al palazzo di via Carlo Felice Adam ci è arrivato per seguire la sua compagna che già viveva qui con la madre: “quando i primi occupanti sono entrati, nel 2003, il palazzo cadeva a pezzi ed era già abbandonato da anni – racconta – ognuno ha messo a posto il suo spazio. Ora vivo in un appartamento con mia moglie e i miei due bambini. Insieme a noi c’è anche Mohammed e a breve arriverà sua moglie”. Attualmente disoccupato, mi spiega che non vuole che il suo nome compaia perché un suo amico è stato licenziato quando nel ristorante in cui lavorava è uscito fuori che viveva in un’occupazione. “Sto cercando lavoro e non voglio che qualcuno pensi che siccome sto qui sono un delinquente – spiega – su di noi scrivono di tutto, che siamo criminali, che siamo in condizioni igieniche precarie, addirittura che non abbiamo l’acqua per lavarci. Tutto questo non è vero, i bagni funzionano. E siamo noi i primi a cacciare chi vuole fare casini. Qui ci viviamo coi nostri bambini, vogliamo solo persone a posto. Lo sappiamo che non siamo in regola, ma non abbiamo occupato la casa di qualcuno. Abbiamo occupato un palazzo abbandonato”.
Nello stabile ci sono sia italiani che stranieri. Molti lavorano, ma in maniera precaria. In tanti hanno fatto domanda e sono in lista da anni per un alloggio popolare. Solo Rossana, che abita al primo piano del palazzo, la casa popolare l’aveva ottenuta, ma – racconta – le è stata occupata. “Mi avevano dato un appartamento a Tor Bella Monaca, prima di entrarci avevo avviato dei piccoli lavoretti di manutenzione e quando sono andata per prenderne possesso, ci ho trovato altre persone”. E così anche lei vive in occupazione, divide l’appartamento con un’altra famiglia che ha il figlio più piccolo autistico. “Anche mia figlia ha problemi, è schizofrenica, ora è in un istituto – spiega -. Io sto qui e cerco di seguirla. Ho una pensione di lavoro, ho fatto la fisioterapista per 23 anni, ma non posso permettermi di affittare un altro posto. Aspetto la casa popolare che mi spetta da anni”.Mentre usciamo dall’appartamento incrociamo alcuni bambini che giocano sulle scale. “Stare qui non è il massimo – aggiunge Rossana – ma sono tutte brave persone, meglio di dormire sul marciapiede”.
Foto Eleonora Camilli/Rs
Al piano terra dello stabile c’è anche il centro sociale Sans papiers, uno spaziooccupato e autogestito dove si portano avanti corsi di lingua, c’è uno sportello per migranti e si fanno attività culturali. Al suo interno c’è anche Radiosonar.net, una webradio che trasmette ormai da 15 anni. “Abbiamo paura che lo sgombero riguardi anche noi, anche se per ora non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione – spiega Chiara -. Per questo siamo andati a parlare col I municipio perché sia salvaguardato il lavoro che portiamo avanti da anni”. “ Questo spazio è rivolto alla socialità, è un posto aggregante – aggiunge Riccardo Bucci, avvocato -. Si sta discutendo su come rimanere, come continuare a fare radio e attività sociali. Tutte le iniziative che portiamo avanti sono gratuite e rivolte a tutti, in una zona dove gli spazi sociali negli anni si sono ridotti”. (ec)
© Copyright Redattore Sociale
Questa la presa di posizione di Sans Papier e Radio Sonar
Aqui no se rinde nadie #LaFestaCominciaAdesso#LaFestaCominciaAdessoNon ha tardato ad arrivare un ulteriore giro di vite da parte delgoverno Lega-M5S. Dopo i migranti in fuga da contesti di guerra, di fame, di precarietà, ad essere “sacrificati” sul tavolo dorato del gabinetto, sono gli occupanti di case.
Forse Salvini & Co. non sanno che ad occupare case sono per lo più quegli stessi itagliani che ha detto di voler mettere in cima alle sue priorità, non sanno che le condizioni economiche degli occupanti rientrano in quella fascia di povertà che lo stesso Governo ha dichiarato di voler debellare (in campagna elettorale). Non sanno che un serio piano case nella città di Roma non è mai stato attuato, che sono oltre 200 mila gli appartamenti sfitti sul territorio capitolino a fronte di un centinaio di palazzi occupati; forse Salvini non legge il Sole 24 Ore, che solo pochi mesi fa scriveva:
“L’Italia ha immobili pubblici non utilizzati per un valore di 12 miliardi. Il valore patrimoniale dei fabbricati pubblici censiti dal ministero dell’Economia – pari a circa un milione di unità catastali, con una superficie pari a 325 milioni di metri quadrati – è stimato in 283 miliardi di euro.”
Salvini, a quanto pare, non conosce molte cose, ma si arroga il diritto di decidere le sorti di migliaia di uomini e donne, bambini e anziani. La reale pericolosità si nasconde non nella presunta precarietà dello stabile additato (Viale Carlo Felice), piuttosto nella modalità perseguita dal governo, quale risposta “necessaria” all’emergenza abitativa. Non si tratta di emergenza, bensì di necessità abitativa.
Questo governo sta facendo i conti senza l’oste, e a noi non sta bene.
Da anni, nel tentativo di realizzare attività per il territorio che viviamo, ci chiediamo cosa sia davvero pubblico. Pubblico e condiviso, dunque comune, dovrebbe essere tutto ciò che concerne i realibisogni della collettività, i suoi diritti. Quelli inalienabili. Come la salute, l’istruzione, la sussistenza e un tetto sopra la testa. Ci ricordiamo bene, e insieme a noi lo ricorda la città tutta, la vergognosa azione che all’epoca il Ministro Minniti mise in atto contro l’occupazione di Piazza Indipendenza. A pagare caro quella indegna scelta politica furono le centinaia di persone sbattute per strada da un giorno all’altro. Dopo quell’episodio e a seguito di feroci polemiche, il governo emise una circolare in cui si vietavano azioni di sgombero laddove non fossero state individuate soluzioni abitative alternativeper gli occupanti (ad essere precisi alternative stabilite solo per le cosiddette fragilità). Ora anche questa minima – e insufficiente – tutela viene meno e Salvini, senza vergogna dichiara guerra, impugnando sicuro il suo taser.
Non possiamo stare a guardare inermi mentre chi sta al potere decide delle nostre vite, spazza via tutte le esperienze solidali, resistenti, felici e antifascistepresenti; non possiamo proprio rimanere zitti e immobili davanti la possibilità di veder buttati al macero gli anni di lavoro e impegno che abbiamo speso.
Forse Salvini non sa che ai piedi del palazzo tanto temuto, e a detta sua pericolante, di Viale Carlo Felice 69 vive da 14 anni uno spazio sociale, il Csoa Sans Papiers, che è stato, ed è tuttora, presidio stabile e culturale, sociale e aggregativo per il I Municipio, teatro negli ultimi anni di un incessante abbattimento – a prova di ruspa – di esperienze importanti di mutualismo, aggregazione, cultura e welfare. Un territorio martoriato nella sua più viva espressione culturale, lasciato all’oscurità di un deserto arido incapace oggi di ospitare qualsiasi espressione di socialità e aggregazione dal basso. Il Csoa Sans Papiers resiste da anni a questa epurazione culturale, e lo fa attraverso le numerose iniziative che gli attivisti e le attiviste hanno condiviso con la comunità che gli è gravitata attorno. Qui tanti artisti hanno avuto la libertà di esprimersi, ognuno con il proprio talento, dal teatro alla musica, tanti i libri che sono stati letti, tante le esperienze che la gente con entusiasmo ha voluto raccontare. Oltre a corsi di lingua, sportello per migranti, sala prove, al suo interno trasmette h24 un’esperienza di comunicazione digitale, Radiosonar.net, una webradio che nei soli 12 mesi appena trascorsi ha contato oltre 70000 accessi unici di ascolto. Una webradio che, attiva ormai da 15 anni, trasmette 365 giorni all’anno e che al momento offre un palinsesto di oltre 20 trasmissioni, che vede più di 50 persone attraversare lo studio annualmente. Uno strumento radiofonico totalmente autofinanziato e gestito in maniera volontaria, tramite cui paga legittimamente le dovute tasse. Un’esperienza solida che conta sulla competenza e professionalità di giovani che in questi anni hanno messo al servizio di un’informazione libera, antisessista, antirazzista e antifascista, il proprio tempo a titolo volontario.
Non siamo i soli all’interno dello stabile, e questo va ricordato, a concorrere per una vivacità culturale del quartiere e della zona circostante.
Faqtotum è un’officina d’arte e comunicazione gestita da professionisti del settore, che si può scoprire appena girato l’angolo alle spalle del Sans Papiers. Faqtotum propone corsi e laboratori popolari di serigrafia e fotografia analogica, esposizioni, rassegne cinematografiche e documentaristiche, musica dal vivo, reading di poesie, performance teatrali.
Il palazzo che pare essere tra le priorità del governo è di proprietà di Banca d’Italia. L’immobile è stato lasciato nell’abbandono più totale dal 1989 fino al 2003, quando decine di persone lo hanno riportato in vita attraverso l’autorecupero guidati e sostenuti dal movimento per il diritto all’abitareACTION. Nel 2003 il palazzo, nonostante alcuni lavori di messa in sicurezza effettuati in precedenza dalla proprietà, si presentava in totale stato di abbandono e di degrado. Negli anni gli occupanti insieme al collettivo dello spazio sociale, si sono prodigati per rendere lo stabile più accogliente e sicuro per chi lo ha attraversato. Molti sono stati gli interventi realizzati allo scopo: grossi lavori di edilizia, ripristino delle condotte fognarie, manutenzione dei terrazzi condominiali al fine di eliminare le infiltrazioni di acqua piovana, disinfestazioni, migliorie varie.
Riguardo la presunta precarietà strutturale del palazzo, atta a giustificare lo sgombero immediato dell’immobile, sarebbe il caso che la proprietà, così come gli organi coinvolti nella questione, rendessero pubblici e disponibili i documenti che attestano la pericolosità dello stabile.
Una perizia insomma, perché – e sicuramente Salvini così come Banca d’Italia non lo sanno – i documenti a nostra disposizione attestano conclusioni differenti da quelle circolate a mezzo stampa. Conclusioni che smonterebbeo la motivazione maggiore addotta dalla proprietà, responsabile tra l’altro di aver lasciato lo stabile in stato di abbandono per 10 anni e ora, guarda caso in concomitanza con l’apertura della Metro C e del seguente aumento dei canoni d’affitto della zona, pronta a riprendersi il palazzo.
Con ogni mezzo e nel rispetto ligio della recente circolare diffusa dal Viminale, che dispone lo sgombero di tutti i luoghi fuori dalla “legalità”, su Carlo Felice ci si sta muovendo con molta fretta.
Il 4 settembre il Comune di Roma, il Municipio I e la Regione si sono riuniti per discutere le sorti di famiglie, vite, esperienze che fino ad oggi hanno animato tutto lo stabile di Carlo Felice. Sembrano tutti avere la coscienza pulita: la Regione Lazio pare abbia delle soluzioni cuscinetto (che bella la lingua italiana!) per le famiglie che nel frattempo sono in graduatoria per le case popolari; Banca d’Italia assicura che la liberazione del palazzo sarà indolore. Vogliono farci credere che possiamo dormire sonni tranquilli, che non sia necessario stare sul chi-va-la, che non ci stanno privando del diritto all’abitare, al fare comunità, alla libera espressione… Non abbiamo mai creduto alle false promesse, conosciamo la retorica della lingua italiana e, per fortuna, non abbiamo mai confinato la lotta in un solo luogo fisico. Per questo , anche davanti simili attacchi, non smetteremo di diffondere e difendere con ogni mezzo la libertà e la cultura.
Il nostro progetto non è all’asta.
È una risorsa per il territorio tutto, una possibilità importante per i giovani del quartiere, è punto di raccordo culturale e sociale con altre esperienze dislocate per tutta la città, è un punto di riferimento. Per questo chiediamo al I Municipio un incontro, nel quale avanzare le nostre richieste alla luce del lavoro fatto, e di cui il I Municipio è stato per tutti questi anni il primo e principale fruitore. Ci aspettiamo un interesse da parte dagli amministratori, e delle risposte. Inoltre, per i motivi di cui sopra, abbiamo deciso di continuare la difesa dei nostri spazi e delle nostre esperienze anche valutando, con l’aiuto degli Avvocat* e Giurist* di Alterego – Fabbrica dei Diritti, le possibilità di impugnare questa ingiusta e illegittima circolare, davanti a un Giudice. È fondamentale, infatti, cercare di fermare queste iniziative arbitrarie e violente con ogni mezzo, anche quello legale.
Insomma, qui nessuno si arrende. Anzi,#LaFestaCominciaAdesso. E di certo questo, Salvini non lo sa.
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cesarecitypilgrim · 4 years
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Certosa, certosino, pazienza certosina, gatti certosini, formaggio certosino, località certosa: quanti termini nella vita corrente sono legati a questa famiglia religiosa, una delle più affascinanti e rigorose nella storia della chiesa. Nel 2005 un film di un certo successo, Il grande silenzio del regista olandese Philip Gröning, svelò al mondo la vita segreta dei monaci della Grand Chartreuse, la casa madre dell’ordine che sorge sopra Grenoble il Francia e da cui deriva nome “certosa”. Si rimase sorpresi, affascinati, commossi, sconcertati nel vedere quel film perché i certosini sono, in un certo senso, degli estremisti dello spirito e come tali o affascinano o spaventano.
Fondato dal dotto professore universitario Bruno (o Brunone) da Colonia nel 1176, quello certosino è un ordine essenzialmente contemplativo, il più contemplativo tra quelli ancora presenti nell’ambito della Chiesa Cattolica L’ordine Certosino vive in stretta simbiosi con due elementi determinanti: il silenzio e lo spazio.
Svegliarsi nel cuore della notte per recarsi in chiesa a pregare; svegliarsi al mattino e immergersi subito nella preghiera, non lasciare mai la propria cella se non in casi di assoluta necessità, incontrare i propri parenti solo in occasioni particolari (le donne solo nella foresteria esterna e in casi selezionati dal priore). Bastano queste poche notazioni di cronaca quotidiana per far capire come mai le vocazioni certosine non sono mai state copiose e i severissimi criteri di ammissione (solo un postulante su dieci viene ammesso ai voti temporanei) le abbiano ancor più ristrette. Delle centinaia di certose che punteggiavano l’Europa nei secoli passati solo 19 ancora sopravvivono e rimangono rigorosamente chiuse ai visitatori. I monaci sono 37O, la metà dei quali fratelli laici tutti “innamorati di Dio” e totalmente dediti al suo servizio. I certosini sono un ordine di élite, rispettato per la sua coerenza assoluta. Talvolta sono anche religiosi di altre famiglie a chiedere l’ammissione alla vita certosina, vista come stadio finale di ogni esperienza religiosa. Alla domanda di quale possa essere la funzione di un certosino nella Chiesa di oggi lasciamo che a rispondere uno di loro (i Certosini non si firmano mai con il proprio nome per non peccare di superbia): “il monaco costituisce una testimonianza terrena di Dio e dei beni eterni. Inoltre, con la sua penitenza, egli intercede per il genere umano.”
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MACCHINE PER IL SILENZIO – Non c’è contemplazione senza silenzio e non c’è silenzio senza uno spazio che ne favorisca il mantenimento. Ecco perché le certose, tutte simili tra loro come pianta, non sono solo luoghi di preghiera e di ritiro ma sono delle vere e proprie “macchine” per creare il silenzio, quel silenzio ricco, a cui ogni certosino anela. L’Europa è disseminata di certose e basta visitarne una per capirne l’originalità e apprezzare la funzionalità dello spazio che esse rappresentano. SPAZIO Attorno a un grande chiostro-giardino, adibito anche a cimitero, sono disposte delle vere e proprie casette, di solito dodici, numero simbolico per ogni comunità cristiana. Ogni casetta è un microcosmo, composto da un corridoio, dove si trova la ruota attraverso cui i monaci prendono il cibo, da un piccolo studio (detto anche Ave Maria perché ogni volta che vi entravano i monaci devono recitare la preghiera mariana), da una stanza più grande che serve per dormire, mangiare e soprattutto pregare; da un laboratorio per le attività manuali (in genere falegnameria) e da un piccolo orto-giardino interno, chiuso da un muro. Immerso in questo spazio, il monaco certosino si dedica alla ricerca di Dio attraverso la preghiera e la meditazione quotidiana. Prega intensamente, nella propria mente e secondo il calendario liturgico proposto dal servizio delle Ore. Tre volte al giorno, di notte per il Matutino, per la Messa e per il Vespro, si ritrova in chiesa con i fratelli. Solo la domenica e nei giorni festivi è consentita una breve ricreazione in comune mentre una sola volta la settimana è possibile compiere una passeggiata nei dintorni della certosa. ORGANIZZAZIONE – Una delle particolarità dell’organizzazione certosina, codificata nel 1127 dal priore Guigo I, quinto successore del fondatore san Bruno alla Chartreuse e vero e proprio organizzatore della vita eremitica, è l’avere creato due tipi di vita paralleli e complementari alla vita della Certosa. Accanto ai monaci esistono infatti i “fratelli”, laici che consacrano la propria esistenza al Signore attraverso il lavoro manuale. La presenza dei fratelli laici, detti talvolta conversi, non è un’esclusiva dei Certosini. Quasi contemporaneamente anche i Cistercensi e i Vallombrosani erano giunti a questa innovativa presenza nella comunità monastica. I fratelli laici si occupavano dei lavori agricoli, della manutenzione, dell’amministrazione, della cucina. Erano loro che portavano ai monaci il cibo in cella e che si occupavano della foresteria esterna. SUCCESSO La legislazione di Guigo è il punto di partenza per una fioritura incredibile per l’ordine, in relazione soprattutto all’austerità della vita che viene praticata nelle certose. Le ragioni di questo successo sono forse da ricercare proprio nella perfetta fusione di elementi eremitici e cenobitici e nel grande appoggio che quest’ordine, rigoroso e severo, ottenne sempre da principi e sovrani, anche per la sua eterea neutralità. BELLE Le certose col passare dei secoli diventano più sfarzose, si arricchiscono di opere d’arte: i potenti sanno di fare un buon “investimento spirituale” favorendo i Certosini, ordine di provata integrità e al di sopra di ogni critica. La bellezza non è nemica della contemplazione: per sopportare una vita di altissima tensione morale è necessario costruire attorno alla cella un ambiente accogliente e piacevole che aiuti il monaco a sopportare la fatica della sua vocazione. DOVE? Ci sono solo 19 certose ancora vive in tutto il mondo (l’elenco lo trovate qui). Sono chiuse al turismo e alla visita. In Italia sono ancora attive la certosa di Serra san Bruno, in provincia di Reggio Calabria, quella di Farneta, presso Lucca e quella femminile di Dego, in provincia di Savona. Per poter apprezzare la bellezza delle certose dobbiamo visitare quelle, sparse un po’ ovunque in Italia, utilizzate da altri ordini religiosi o trasformate in musei, spazi di accoglienza, persino hotel di lusso.
Certosini: chi sono, dove vivono/Carthusian monks who they are, whre they live… Certosa, certosino, pazienza certosina, gatti certosini, formaggio certosino, località certosa: quanti termini nella vita corrente sono legati a questa famiglia religiosa, una delle più affascinanti e rigorose nella storia della chiesa.
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freedomtripitaly · 5 years
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Da Rocca Imperiale a Reggio Calabria, passando per sentieri a ridosso del mare, colline sconfinate, borghi antichi, paesaggi montani e boschi secolari. Ci sono voluti 14 anni di studio e 8 di messa a punto, ma il Cammino Basiliano per scoprire la Calabria è finalmente realtà: un percorso in 44 tappe, 56 per chi volesse essere certo di esplorare la punta dello Stivale da cima a fondo, che si snoda attraverso 955 chilometri di bellezza e di natura incontaminata. Al pari del celebre Cammino di Santiago, permetterà di toccare con mano i mille volti di una terra che vale davvero la pena girare in lungo e in largo. Perché, al di là della natura, questo lungo percorso conduce il visitatore dritto al cuore della Calabria più autentica, laddove ci si può imbattere nelle minoranze linguistiche, sia greche che albanesi, nell’arte, nella storia e nella fede di questa regione del Sud Italia. Il Cammino Basiliano avrà come punto di partenza Rocca Imperiale (123rf | Ph. milla74) Ogni tappa è pensata per poter essere affrontata in un giorno di cammino, ragion per cui il Cammino Basiliano ha una durata ideale di 44 giorni, 56 nella variante estesa. Chi deciderà di esplorare la Calabria troverà al termine di ogni percorso un posto in cui dormire e rifocillarsi: si troverà accoglienza presso castelli, monasteri, bed and breakfast e alberghi diffusi. L’itinerario è naturalmente già stato messo a punto, ma da qui a breve sarà online un sito web che permetterà di scaricare le tracce GPS, di approfondire le peculiarità di ogni tappa e di avere maggior informazioni sulle strutture convenzionate in cui sarà possibile trovare vitto e alloggio. Ad annunciarlo è il responsabile del progetto, Carmine Lupia, ex direttore delle Valli Cupe. Il punto di partenza, come detto, è Rocca Imperiale, un suggestivo borgo medievale che si affaccia sul Mar Ionio. Si procederà poi a piedi attraversando i comuni di Canna, Nucara, Santa Maria degli Antropici, Oriolo, Alessandria del Carretto, Cerchiara Calabra e Santa Maria delle Armi sino a raggiungere l’incantevole borgo di Civita, nel cuore del Parco nazionale del Pollino e della riserva naturale delle Gole del Raganello. Dopo poco più di una settimana di marcia i camminatori basiliani continueranno la loro marcia passando per Cassano allo Ionio, Terranova da Sibari, Corigliano, Rossano, Paludi, Longobucco, Ortiano e Bocchigliero. A Campana, la tappa successiva, potranno ammirare dal vivo i Giganti dell’Invallicata, dei megaliti che hanno le forme inequivocabili di un elefante e di un guerriero. A questo punto ci si addentrerà nella Sila più incontaminata, con tappe indimenticabili nei comuni di Umbriatico, Verzino, Savelli, Castel Silano, San Giovanni in Fiore, nel territorio del Lago Ampollino, del monte Gariglione e a Buturo. La marcia nella natura della Calabria continuerà poi attraverso Sersale, Sellia Superiore, Zagarise, Catanzaro, Tiriolo, San Floro e Squillace, non troppo distanti dall’incantevole Costa degli Aranci che nulla ha da invidiare alle mete tropicali. Il Cammino Basiliano farà tappa, ancora, a San Vito allo Jonio, Cardinale, Serra San Bruno, Ferdinandea, Bivongi, Stilo, Pazzano, Caulonia, Mammola, Martone, Gioiosa e Gerace, ad oggi considerato uno dei 20 borghi più belli d’Italia. La sua architettura autenticamente medievale e la collocazione all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte, in effetti, fanno di esso un gioiello raro tutto da scoprire. Tra le tappe del Cammino Basiliano c’è anche la suggestiva Pentedattilo (123rf) A questo punto, nella variante standard, mancheranno soltanto 14 tappe. Si passerà quindi da Ardore, Bovalino Superiore, Casignana, Samo, Africo, Gallicianò, Condofuri Superiore, Santuario delle Cappelle, San Lorenzo, Bagaladi e attraverso la suggestiva frazione di Pentedattilo, con la sua conformazione decisamente atipica, nel comune di Melito Porto Salvo. Gli ultimi tre giorni del Cammino Basiliano saranno dedicati, rispettivamente, a Fortezza San Niceto, Motta San Giovanni e Reggio Calabria. Dopodiché si farà ritorno a casa, ovunque essa si trovi, con gli occhi sazi di paesaggi di rara bellezza, col cuore pieno zeppo di splendidi ricordi e con la mente ancora frastornata dagli odori e dall’incanto che solo una terra eclettica come la Calabria sa regalare ai suoi visitatori. https://ift.tt/2FbcWy7 44 tappe tra mari e monti: nasce il Cammino Basiliano per scoprire la Calabria Da Rocca Imperiale a Reggio Calabria, passando per sentieri a ridosso del mare, colline sconfinate, borghi antichi, paesaggi montani e boschi secolari. Ci sono voluti 14 anni di studio e 8 di messa a punto, ma il Cammino Basiliano per scoprire la Calabria è finalmente realtà: un percorso in 44 tappe, 56 per chi volesse essere certo di esplorare la punta dello Stivale da cima a fondo, che si snoda attraverso 955 chilometri di bellezza e di natura incontaminata. Al pari del celebre Cammino di Santiago, permetterà di toccare con mano i mille volti di una terra che vale davvero la pena girare in lungo e in largo. Perché, al di là della natura, questo lungo percorso conduce il visitatore dritto al cuore della Calabria più autentica, laddove ci si può imbattere nelle minoranze linguistiche, sia greche che albanesi, nell’arte, nella storia e nella fede di questa regione del Sud Italia. Il Cammino Basiliano avrà come punto di partenza Rocca Imperiale (123rf | Ph. milla74) Ogni tappa è pensata per poter essere affrontata in un giorno di cammino, ragion per cui il Cammino Basiliano ha una durata ideale di 44 giorni, 56 nella variante estesa. Chi deciderà di esplorare la Calabria troverà al termine di ogni percorso un posto in cui dormire e rifocillarsi: si troverà accoglienza presso castelli, monasteri, bed and breakfast e alberghi diffusi. L’itinerario è naturalmente già stato messo a punto, ma da qui a breve sarà online un sito web che permetterà di scaricare le tracce GPS, di approfondire le peculiarità di ogni tappa e di avere maggior informazioni sulle strutture convenzionate in cui sarà possibile trovare vitto e alloggio. Ad annunciarlo è il responsabile del progetto, Carmine Lupia, ex direttore delle Valli Cupe. Il punto di partenza, come detto, è Rocca Imperiale, un suggestivo borgo medievale che si affaccia sul Mar Ionio. Si procederà poi a piedi attraversando i comuni di Canna, Nucara, Santa Maria degli Antropici, Oriolo, Alessandria del Carretto, Cerchiara Calabra e Santa Maria delle Armi sino a raggiungere l’incantevole borgo di Civita, nel cuore del Parco nazionale del Pollino e della riserva naturale delle Gole del Raganello. Dopo poco più di una settimana di marcia i camminatori basiliani continueranno la loro marcia passando per Cassano allo Ionio, Terranova da Sibari, Corigliano, Rossano, Paludi, Longobucco, Ortiano e Bocchigliero. A Campana, la tappa successiva, potranno ammirare dal vivo i Giganti dell’Invallicata, dei megaliti che hanno le forme inequivocabili di un elefante e di un guerriero. A questo punto ci si addentrerà nella Sila più incontaminata, con tappe indimenticabili nei comuni di Umbriatico, Verzino, Savelli, Castel Silano, San Giovanni in Fiore, nel territorio del Lago Ampollino, del monte Gariglione e a Buturo. La marcia nella natura della Calabria continuerà poi attraverso Sersale, Sellia Superiore, Zagarise, Catanzaro, Tiriolo, San Floro e Squillace, non troppo distanti dall’incantevole Costa degli Aranci che nulla ha da invidiare alle mete tropicali. Il Cammino Basiliano farà tappa, ancora, a San Vito allo Jonio, Cardinale, Serra San Bruno, Ferdinandea, Bivongi, Stilo, Pazzano, Caulonia, Mammola, Martone, Gioiosa e Gerace, ad oggi considerato uno dei 20 borghi più belli d’Italia. La sua architettura autenticamente medievale e la collocazione all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte, in effetti, fanno di esso un gioiello raro tutto da scoprire. Tra le tappe del Cammino Basiliano c’è anche la suggestiva Pentedattilo (123rf) A questo punto, nella variante standard, mancheranno soltanto 14 tappe. Si passerà quindi da Ardore, Bovalino Superiore, Casignana, Samo, Africo, Gallicianò, Condofuri Superiore, Santuario delle Cappelle, San Lorenzo, Bagaladi e attraverso la suggestiva frazione di Pentedattilo, con la sua conformazione decisamente atipica, nel comune di Melito Porto Salvo. Gli ultimi tre giorni del Cammino Basiliano saranno dedicati, rispettivamente, a Fortezza San Niceto, Motta San Giovanni e Reggio Calabria. Dopodiché si farà ritorno a casa, ovunque essa si trovi, con gli occhi sazi di paesaggi di rara bellezza, col cuore pieno zeppo di splendidi ricordi e con la mente ancora frastornata dagli odori e dall’incanto che solo una terra eclettica come la Calabria sa regalare ai suoi visitatori. Nasce il Cammino Basiliano, un percorso di 955 chilometri attraverso le meraviglie che la Calabria ha da offrire. Si parte da Rocca Imperiale e si marcia in direzione di Reggio.
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nickmolise64 · 4 years
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UNA SOLA VOLTA"  (Tutto in una notte)
 Racconto a soggetto.
   Il treno era lì, binario unico di una piccola stazione di provincia. Veniva da
Vienna, si fermò cinque minuti a raccogliere  l'unica anima vivente con un
biglietto di ritorno nelle mani,  una valigia con poche cose, e i resti di giorni
vuoti e freddi. Aveva l'imbarazzo della scelta, scelse uno scompartimento
a caso, forse il meno sporco, si sedette come al solito vicino al finestrino,
una pacca sulla spalla dall'amico che lo aveva accompagnato, e il treno si
mosse lentamente scorrendo via via tutte le luci della piccola stazione,
ritrovandosi ben presto nel buio della notte. Era quello che voleva, ormai
da un pò di tempo la sua vita era radicalmente cambiata. Si sentiva solo,
perchè  era solo dentro, non riusciva a distaccarsi da tutto quello che gli
era successo poche settimane prima, pensava solo a quel giorno, quel
maledetto giorno in cui lei prese sua figlia e la portò via da lui. La cosa
che più gli faceva male, e che si sentiva responsabile, perchè spinta da lui
ad andarsene, da tutta una situazione che negli ultimi mesi era diventata
pesante, dove il silenzio, i rancori, e qualcos'altro che ancora gli sfuggiva
aveva  finito per creare una convivenza insostenibile. Si era irrimediabilmente
addossato tutte le colpe di quel matrimonio ormai fallito.
Passarono un paio d'ore, e fumate alcune sigarette, sapeva benissimo che non
avrebbe chiuso occhio quella notte, così come tante altre negli ultimi tempi,
il treno non lo faceva mai dormire, tra luci di gruppi di case che spuntavano
improvvisi come lampi nella notte, e i pensieri che si rincorrevano più veloci
che mai. Provò a farsi trasportare dallo sferragliare del treno, che da un pò di
tempo aveva preso a correre più velocemente, evitando di pensare al recente
passato. Ci riuscì per poco, e lì, vennero a galla i ricordi più belli, il sorriso
unico e dolce di sua figlia, gli amici, i viaggi, ma un'improvvisa frenata lo fece
tornare alla realtà. Nel frattempo erano saliti alcuni passeggeri, chi avrebbe
mai viaggiato per il diciassette di agosto, si chiese, dove praticamente tutti
erano al mare. Alla spicciolata salirono pochissime persone, tra cui una coppietta,
e dietro di loro fece la sua apparizione una ragazza bruna, alta.
Lo scompartimento era al buio, per volere di tutti, tutti avvertivano l'esigenza di
dormire, ma nessuno ci riusciva. Dopo alcuni minuti la coppietta si accorse che
c'erano degli scompartimenti vuoti e pensarono bene di uscire, restarono soli,
lei stava esattamente seduta di fronte, anche lei amava guardare fuori, e dopo
un'iniziale imbarazzo, si parlarono. Era salita a Bologna, era diretta a Reggio
Calabria, con il suo carico di paure ed angosce che ben presto gli confidò, così,
come si affidano i propri ricordi alle persone più care, sentirono un'esigenza
unisona di liberarsi di tutto ciò che li opprimeva, complice il buio. Ogni tanto
delle luci illuminavanoi volti, scorgendo appena i lineamenti, ma nessuno dei
due avvertiva l'esigenza di guardare l'altro per cercare di vedere come fosse
fatto, non interessava la fisicità, ma le loro anime, gridavano aiuto, e le
ascoltarono. A Reggio l'aspettava il tribunale dei minori, il quale aveva affidato
il figlio ai nonni, e sperava di riaverlo, in tutto ciò c'era la sua tormentata storia
d'amore con un uomo d Bologna, il padre del bambino, di buona famiglia,
ma con il vizio della cocaina, che si era dovuta vendere i mobili di casa per
far fronte ai debiti per colpa del  suo vizio, e a poco a poco, lei ed il loro
figlio, si erano allontanati da lui, ed in mezzo tanti altri casini e per ultimo,
il tribunale, che gli aveva tolto il figlio, ma ripeteva sempre che in fondo lo
amava, perchè era buono e gli avrebbe dato un'altra possibilità, malgrado
gliene avesse già dato in passato.
Lui, con un'iniziale distacco, raccontò che era andato via per qualche giorno
da una situazione dove non riusciva a trovare una via d'uscita, dove gli
sembrava di impazzire. Si lasciò andare. Al buio dello scompartimento, di
fronte ad una donna sconosciuta liberò le sue angosce e le sue paure, che
chiudeva ermeticamente dentro di sè come un peccato inconfessabile, come
una colpa incancellabile. Gli disse che i suoi nervi lo avevano tradito,
la situazione gli era sfuggita di mano senza rendersene conto, non avrebbe
mai creduto di dire questo ad una donna, eppure ci riuscì.
Ci fu un iniziale pausa, uno strano silenzio, un silenzio dopo qualcosa di
compiuto, e nello stesso tempo, di qualcosa che doveva ancora accadere.
Tutte e due avevano parlato di se con il cuore in mano, senza scuse, senza
troppi raggiri, e senza incredibilmente, quel dolore che li aveva portati su
quel treno, e che dopo sarebbe ritornato inesorabilmente con la vita di tutti
i giorni.
 Lei capii con l' intuito di una donna, e gli disse che non c'era niente di peggio
in una coppia quando uno rema contro, allontanandosi veramente e lasciando
solo chi ti sta accanto. "La coppia si fà in due" gli disse, quindi, lo aveva
ammonito, di non addossarsi tutte le colpe, e di cercare se poteva, con calma,
di capire cosa voleva, e soprattutto cosa valeva  di più veramente per lui.
In quel momento gli venne in mente solo la sua piccola che aveva
lasciato lontano dai suoi occhi, e dai suoi occhi, si disse, doveva ricominciare.
Si sentì sollevato, quella misteriosa ragazza aveva capito tutto, lo colpì la
serenità di giudizio, aveva passato situazioni penose, ma la forza e l'amore
che aveva dentro, e per quell'uomo, se lo sognava tutto per sè.
 E le ore passavano. Del controllore nessuna traccia. Più passava il tempo,
più il tempo stesso non esisteva, era come se il treno fluttuasse in un'altra
dimensione, rapito da due anime in cerca dello stesso sogno. Non c'erano
più stazioni, ne persone, la notte era il luogo, il buio il loro complice.
 La conversazione, una volta liberatosi dalle angherie, si inoltrò in percorsi
più leggeri ma non per questo meno interessanti, e il modo diventava sempre
più confidenziale, era come se, disinfettate le proprie ferite, inconsciamente
si sentivano più vicini. Il male comune era stato ormai liberato da catene
invisibili. I sobbalzi  improvvisi gli fecero ricordare che erano ancora sul
treno. Sentì il bisogno di fumare una sigaretta, gli chiese se ciò gli avrebbe
dato fastidio, lo fece fare, e a sua volta le offrì una sigaretta, dapprima
lei rifiutò, poi, ripensandoci accettò, confidandogli che aveva smesso da
parecchio tempo, lui invece, aveva ripreso da poco, aveva resistito ai giorni
che gli erano piovuti addosso, e in un giorno più bastardo degli altri, aveva
ripreso. Nei bagliori di luce delle sigarette, i volti giocavano a scoprirsi.
Fumare era un altro modo per avvicinarsi ancora di più. Lei gli confidò ridendo,
che in verità non aveva mai fumato, lui aveva intuito, ed aveva accettato
perchè  gli disse che fino a poco prima si erano detto di tutto confidandosi
reciprocamente, e accettando la sigaretta era un modo per continuare la
loro originale amicizia. Raccontarono le reciproche prime esperienze d'amore,
nel frattempo fumarono un'altra sigaretta, e attraverso la fiamma dell'accendino
scorse un frammento di lei, gli parve per un' istante come se la conosceva da
sempre, come la sua terra, come le persone a lui più care, come i giorni già 
vissuti, come i desideri sperati. Cantarono alcune canzoni a bassa voce,
e fra tante, lui intonò una canzone che tra le altre parole, parlava di un uomo
"perso" su  di un treno che precipita, lei la ritenne proprio azzeccata, visto
dove si trovavano, e gli chiese di ricantarla. Nel momento di spegnere le
sigarette, involontariamente lo fecero nello stesso momento, nell'unico
posacenere  che si trova a metà tra i due sedili. Avvicinandosi pericolosamente,
sentirono i loro respiri, sempre più vicini, sempre più intensi. Si sfiorarono
le labbra, assaporarono il loro gusto agrodolce, di anni infinitamente lunghi
passati a rincorrere i loro rispettivi sogni, che adesso stavano precipitando
insieme a quel treno, e quel treno li aveva fatti incontrare. Per una volta
sola. Si staccarono lentamente, i respiri si intrecciarono inesorabilmente ai
pensieri, rimasero sempre pericolosamente vicini, e si guardarono. Da fuori
il finestrino entrò un' improvviso fascio di luce, lui scoprì il suo sguardo
malinconico e il dolore che aveva dentro, e lo riconobbe.
  Si riappoggiarono allo schienale della poltrona, e ritornarono al buio. Dopo
pochi minuti passati in silenzio, ritornarono nelle loro menti i giorni che li
attendevano. Lei si sdraiò nel sedile sperando nell'intento di addormentarsi
qualche ora. Lui rimase sveglio ancora per un pò, guardava fuori il finestrino
era tornato il buio che ormai conosceva da un bel pò di tempo, ogni tanto
la guardava, e scorgeva appena i suoi lunghi capelli neri, e già pensava a
quanto fosse accaduto. Gli parve dal  respiro che si era addormentata, e
pensando che potesse sentire freddo, prese la sua giacca e la coprì, in quel
momento si sentì felice di quel gesto perchè gli ricordava quando rimboccava
le lenzuola a sua figlia, lei lo sentì avvicinare e non si mosse, ringraziandolo
con voce calda e soddisfatta. Appoggiando la testa,  il sonno ghermì anche
lui. Le prime luci del mattino lo svegliarono, amava quei colori tenui e soffusi,
con il mare all'orizzonte, ma il treno che lentamente rallentava, faceva presagire
che erano ormai giunti a Reggio Calabria, lei era ancora distesa. Il treno era
quasi fermo, aveva poco tempo per scendere, così la scosse leggermente
per avvisarla, lei di scatto si alzò, gli diede la giacca ringraziandolo, farfugliò
qualche parola ancora  paralizzata dal sonno, e con i capelli sparsi sul volto,
prese di corsa l'unico borsone che aveva, il treno nel frattempo si era già
fermato da qualche minuto, ed uscì dallo scompartimento così come apparve,
all'improvviso. In controluce, appena fuori dallo scompartimento, la sua figura
appariva come in un sogno, lo salutò fermandosi come a voler dire qualcosa,
quel qualcosa che rimase in bilico tra l’anima e il cuore, ma restò imprigionato
per sempre nel gelo della sua mente. Cercando invano di raccogliere qualche
pensiero, si guardarono un' attimo, un’ attimo che sembrò eterno la sua figura
in controluce sembrava uscita da un sogno, ripercorsero in quel breve lasso
di tempo le ore passate insieme, una notte che aveva stillato fiele e miele,
e non sapevano neanche i loro rispettivi nomi. Scomparve tra la poca gente
che scese, portandosi una parte di lui che aveva volentieri donato.
   Alle sue spalle il controllore gli chiese il biglietto, dopo quattordici ore di
viaggio si era fatto vivo. Non sapeva sè odiarlo o ringraziarlo, se fosse venuto
durante la notte accendendo la luce si sarebbero rivelati i volti, e avrebbe
potuto vedere con chi aveva parlato con semplicità ed armonia di situazioni
che lo opprimevano, poi ripensandoci lo assolse, perchè si sarebbe dissolta
la magia che si era creata quella notte. Nascosti dalle  tenebre le loro anime
si erano incontrate. Una sola volta nella loro vita.
   Racconto breve a Soggetto. Autore Mauro Monteverdi
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crocieracaraibi · 5 years
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Giorno 16: 22-02-2020 Point à Pitre (Guadalupa) – Milano Malpensa – Catania
Sposto l'orologio di 5 ore in avanti e cerco di dormire. Alle 06.30 passa la colazione. Atterriamo alle 08.38 (previsto alle 08.45) a Milano Malpensa e il termometro segna -1°. Ci sottopongono al controllo preventivo della temperatura corporea in cerca di focolai di coronavirus. Attualmente in Italia si registrano 3 casi (due turisti cinesi e un italiano a cui  si aggiungono 16 casi per i quali si attendono i test definitivi). Passo il controllo passaporti e ritiro la valigia. Esco dagli arrivi per salire alle partenze. Vado subito ai check-in AirItaly che trovo chiuso. Mi informano che aprirà due ore e mezzo prima della partenza. Trovo un bagno e mi do una sistemata. Faccio la barba con il mio rasoio elettrico e cambio camicia indossandone una a maniche lunghe in flanella. Quindi resto in attesa fino alle 12.25. Ritorno al check-in e trovo una unica lunghissima fila che si arrocca su se stessa. Tutti gli sportelli sono chiusi. In attesa ci sono i passeggeri di almeno tre voli (uno cancellato la mattina alle 07.00 per Reggio Calabria riprotetto alle 15.00.) Le ultime notizie danno AirItaly chiusa dal 25 febbraio e quindi serpeggia una certa apprensione. Alla spicciolata arriva il personale aeroportuale di servizio al nostro check-in. Il mio turno arriva alle 13.50. Il volo servito da Tayaranjet decolla alle 15.25 (previsto 14.55). Non c'è modo di riposare a causa di un bambino alle mie spalle che non riesce a quietarsi. La giovane madre con una gamba ingessata fa il possibile e deve badare anche ad altri due ragazzini. Le hostess dispensano bevande e atterriamo alle 16.38 (previsto 16.45). Appena passato il finger ci misurano la temperatura corporea. Ritirata l'auto in parcheggio (pago €56.00) mi dirigo verso l'autostrada. E' il tramonto e mi godo un cielo che passa dall'arancione all'azzurro per tutta l'ora del viaggio. Sono a casa alle 19.00. Il tempo di cenare e alle 20.30 trovo il letto. Sono 30 ore che sono alzato. Grazie per la vostra pazienza e arrivederci al prossimo viaggio, coronavirus permettendo.
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italianaradio · 5 years
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A piedi per 955 km. Nasce il Cammino Basiliano: tour tra fede, arte e storia calabrese
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/a-piedi-per-955-km-nasce-il-cammino-basiliano-tour-tra-fede-arte-e-storia-calabrese/
A piedi per 955 km. Nasce il Cammino Basiliano: tour tra fede, arte e storia calabrese
A piedi per 955 km. Nasce il Cammino Basiliano: tour tra fede, arte e storia calabrese
Quarantaquattro tappe o 56 con le varianti per 955 chilometri. Sono i numeri del Cammino basiliano che percorre la Calabria da nord a sud. Un Cammino di fede, arte, storia, minoranze linguistiche greche e albanesi, foreste, natura incontaminata e paesaggi tra mare e monti. È quanto ha annunciato in un lungo post su Facebook Carmine Lupia, ex direttore della Riserva Valli cupe, e responsabile del progetto. È lo stesso Lupia a ripercorrere l’iter per l’istituzione del cammino che si preannuncia più lungo del Cammino di Santiago, “dopo quattordici anni di studio, otto anni di cammino e di revisione delle tracce Gps, finalmente è stato ultimato dalla associazione Camminatori Basiliani, il Cammino Basiliano, che percorre la Calabria da nord a sud per 955 Km, soprattutto su sentieri e piste”. Il lungo cammino, che inizia a Rocca Imperiale e finisce a Reggio Calabria, impegna circa una giornata di cammino per tappa e in ogni luogo di arrivo sarà possibile dormire e mangiare. IL PERCORSO L’itinerario del percorso è Rocca Imperiale, Canne, Nucara, Santa Maria degli Antropici, Oriolo, Alessandria del Carretto, Cerchiara Calabra, Santa Maria delle Armi, Civita, Cassano allo Ionio, Terranova di Sibari, Corigliano, Rossano, Paludi, Longobucco, Ortiano, Bocchigliero, Campana, Umbriatico, Verzino, Savelli, Castel Silano, San Giovanni in Fiore, Lago Ampollino(Trepidò), Gariglione(Rifugio Grandinetti), Buturo, Sersale, variante(Petilia P. Convento Santa Spina, Mesoraca Convento Ecce Homo, Sersale), Sellia Superiore, Zagarise, Catanzaro, Tiriolo, San Floro, Squillace, San Vito allo Ionio, Cardinale, Serra San Bruno,Ferdinandea, Bivongi, variante(Satriano, San Sostene, Badolato, Santa Caterina allo Ionio, Guardavalle, Monastero Bizantino di Bivongi) Stilo, Pazzano (Santuario di Monte Stella), Sant’Ilarione(Caulonia), Mammola, Martone, Gioiosa, Gerace, Ardore, Bovalino Superiore, Casignana, Samo, Africo (Villaggio Carrà), Gallicianò, Condofuri Superiore, variante (Samo, Staiti, Palizzi, Bova, Amendole, Condofuri Superiore), Santuario delle Cappelle, San Lorenzo, Bagaladi, Pentadattilo, Fortezza San Niceto, Motta San Giovanni, Reggio Calabria (Duomo).
Quarantaquattro tappe o 56 con le varianti per 955 chilometri. Sono i numeri del Cammino basiliano che percorre la Calabria da nord a sud. Un Cammino di fede, arte, storia, minoranze linguistiche greche e albanesi, foreste, natura incontaminata e paesaggi tra mare e monti. È quanto ha annunciato in un lungo post su Facebook Carmine Lupia, ex direttore della Riserva Valli cupe, e responsabile del progetto. È lo stesso Lupia a ripercorrere l’iter per l’istituzione del cammino che si preannuncia più lungo del Cammino di Santiago, “dopo quattordici anni di studio, otto anni di cammino e di revisione delle tracce Gps, finalmente è stato ultimato dalla associazione Camminatori Basiliani, il Cammino Basiliano, che percorre la Calabria da nord a sud per 955 Km, soprattutto su sentieri e piste”. Il lungo cammino, che inizia a Rocca Imperiale e finisce a Reggio Calabria, impegna circa una giornata di cammino per tappa e in ogni luogo di arrivo sarà possibile dormire e mangiare. IL PERCORSO L’itinerario del percorso è Rocca Imperiale, Canne, Nucara, Santa Maria degli Antropici, Oriolo, Alessandria del Carretto, Cerchiara Calabra, Santa Maria delle Armi, Civita, Cassano allo Ionio, Terranova di Sibari, Corigliano, Rossano, Paludi, Longobucco, Ortiano, Bocchigliero, Campana, Umbriatico, Verzino, Savelli, Castel Silano, San Giovanni in Fiore, Lago Ampollino(Trepidò), Gariglione(Rifugio Grandinetti), Buturo, Sersale, variante(Petilia P. Convento Santa Spina, Mesoraca Convento Ecce Homo, Sersale), Sellia Superiore, Zagarise, Catanzaro, Tiriolo, San Floro, Squillace, San Vito allo Ionio, Cardinale, Serra San Bruno,Ferdinandea, Bivongi, variante(Satriano, San Sostene, Badolato, Santa Caterina allo Ionio, Guardavalle, Monastero Bizantino di Bivongi) Stilo, Pazzano (Santuario di Monte Stella), Sant’Ilarione(Caulonia), Mammola, Martone, Gioiosa, Gerace, Ardore, Bovalino Superiore, Casignana, Samo, Africo (Villaggio Carrà), Gallicianò, Condofuri Superiore, variante (Samo, Staiti, Palizzi, Bova, Amendole, Condofuri Superiore), Santuario delle Cappelle, San Lorenzo, Bagaladi, Pentadattilo, Fortezza San Niceto, Motta San Giovanni, Reggio Calabria (Duomo).
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lacasareggina-blog · 5 years
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Riprendono i concerti del Conservatorio al Cilea
Riprendono i concerti del Conservatorio al Cilea
I concerti del Conservatorio al Teatro Cilea prenderanno il via con il violoncellista di fama internazionale Giovanni Sollima e la pianista Loredana Romano.
(more…)
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lacasareggina-blog · 5 years
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BB30.it: aggiornata pagina, foto e prezzi
BB30.it: aggiornata pagina, foto e prezzi
Abbiamo appena aggiornato la nostra pagina su BB30.it .
Adesso abbiamo una descrizione più precisa, nuove foto (speriamo vi piacciano) e nuovi prezzi.
Facci sapere cosa ne pensi: bb30.it
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lacasareggina-blog · 5 years
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Voli per e da Reggio Calabria - il dispaccio.it
Voli per e da Reggio Calabria – il dispaccio.it
Alitalia conferma i collegamenti dall’aeroporto di Reggio Calabria per la stagione invernale 2019-2020
ildispaccio.it
Dal prossimo 30 ottobre sarà possibile volare da Reggio Calabria a Roma Fiumicino e Milano Linate con la Compagnia di bandiera. Si conferma , ancora una volta, la partnership di lunga data con Alitalia che ha già messo in vendita sul proprio sito web i collegamenti giornalieri da…
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lacasareggina-blog · 5 years
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Play music festival a Reggio Calabria
Play music festival a Reggio Calabria
Da domani 6 aprile al Hotel Miramare di Reggio Calabria inizierà il Play music festival.
Alle 22 aprirà la kermesse Italian Trio:
Dado Moroni, piano
Rosario Bonaccorso, contrabbasso
Roberto Gatto, batteria
Biglietto: €15
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lacasareggina-blog · 5 years
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Flixbus invita a visitare il sud Italia
Flixbus invita a visitare il sud Italia
La compagnia tedesca Flixbus invita l’utenza a visitare il sud Italia.
La società di bus di linea collega già molti paesi europei.
« Preparati a tuffarti – si legge nella mail di Flixbus – in acque color smeraldo e goderti la tintarella! Prenota ora il tuo viaggio verso Puglia, Calabria e Sicilia e organizza la tua vacanza estiva! »
Da Milano a Reggio Calabria a partire da €45.99 .
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lacasareggina-blog · 6 years
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Mostra sul Djembe a Reggio Calabria
Mostra sul Djembe a Reggio Calabria
Il Museo dello Strumento Musicale presenta “D come Djembè”, il quarto appuntamento della rassegna sugli strumenti musicali intitolata “dall’Arpa alla Zampogna”.
Dopo il successo delle edizioni precedenti che hanno visto docenti, studenti, musicisti, maestranze ed appassionati, entusiasti per questi splendidi eventi, arriva adesso il Djembé uno degli strumenti probabilmente più antichi al mondo e…
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lacasareggina-blog · 7 years
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Dal 27 al 30 luglio a RC c'è International Street Food
Dal 27 al 30 luglio a RC c’è International Street Food
International Street Food Parade sarà a Reggio Calabria sul lungomare Falcomatà dal 27 al 30 luglio 2017. Ecco un buon motivo per prenotare alla Casa Reggina.  https://www.facebook.com/events/1712419232394824/?ti=icl E qui la distanza a piedi dalla Casa Reggina al Lungomare Falcomatà, location dell’International Street Food Parade. Qui le indicazioni in macchina:
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lacasareggina-blog · 7 years
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Dal 27 al 30 luglio a RC c'è International Street Food
Dal 27 al 30 luglio a RC c’è International Street Food
International Street Food Parade sarà a Reggio Calabria sul lungomare Falcomatà dal 27 al 30 luglio 2017. Ecco un buon motivo per prenotare alla Casa Reggina.  https://www.facebook.com/events/1712419232394824/?ti=icl E qui la distanza a piedi dalla Casa Reggina al Lungomare Falcomatà, location dell’International Street Food Parade. Qui le indicazioni in macchina:
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