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#due anni fa vabbè insomma avete capito
omarfor-orchestra · 2 years
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Allora un paio di anni fa quando mia sorella stava decidendo il nome per il pupo io ero ferma su due opzioni: Damiano ed Enea
Guess how Damiano's character in NO is named
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unfilodaria · 19 days
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Ai sei gradi di separazione ci avete mai creduto? Stasera ho avuto l’ennesima riprova dell’esistenza di questo principio.
Ho conosciuto una persona in questi giorni, disastrata come me (non sono gli opposti che si attraggono ma i disastrati). Ci stiamo conoscendo e raccontando. Comincia a starmi a cuore. Abbiamo un’amica in comune, la flautista, disastrata anche lei ma eccentrica e fuori scala, che ci ha fatto conoscere.
Stasera esco con la flautista per assistere ad una presentazione di un libro (non vi dico chi è lo scrittore, ormai non più emergente, perché è un pessimo intrattenitore). C’é la città da bere, quella che io odio, ma va da sé che in un buco di città, come la mia, quando c’è un evento la gente che “conta” e vuol farsi vedere corre a presenziare, anche se non gliene fotte un cazzo. Ci sediamo, parliamo, arrivano altre sue amiche, una che conosco perché amica di altri amici (insomma paesone for ever). Ma I legami tra di noi, almeno per ora, sembrano labili, quasi inesistenti: semplicemente qualcuno conosce qualcun altro.
Quella delle due che conosco di vista, ha un bambino piccolo, bellissimo. Mi scatta come sempre l’istinto da zio. Ho un particolare feeling con i bambini. Ne avrei voluti un bel po’. Giochiamo, il bimbo si diverte, lo prendo in braccio, si sta, ride di gusto. Dieci mesi di pupo, fatto di baci e mozzichi. Chiedo di fotografarmi col pupo. Nel mentre parlo con la madre, per cercare di ricostruire il grado di conoscenza. Siamo entrambi grandi amici di una coppia di librai indipendenti, che hanno casa e attività lontano da qui. Questi amici librai mi sono molto cari: praticamente mi hanno adottato e mi hanno salvato dai momenti bui di solitudine. Dilungandomi con la mamma del pupo nelle spiegazioni, esclamo senza pensare: “vabbè li ho invitati (i librai) a cena giovedì prossimo, saremo in otto, vieni anche tu col bimbo e marito” “si, con piacere” e in tutto questo dimentico che:
a) tra gli invitati c’è l’amica disastrata conosciuta da poco;
b) nemmeno cinque minuti prima la flautista mi aveva accennato che la neo mamma, aveva soffiato il compagno all’amica disastrata e che a sua volta era stata lasciata.
Sangiuliano a gaffe mi fa un baffo e i gradi di separazione cominciano ad evidenziarsi pericolosamente.
Sempre dimentico di tutto quello che mi è stato detto e fatto e non contento per nulla delle stronzate fatte, preso dall’entusiasmo del pupo, dell’effetto zio, della bella foto, della cena che diventa interessante, ecco la genialata finale: inconsapevolmente, lo giuro, invio la foto di me e del pupo sorridente alla cara amica disastrata con didascalia aggiunta “mi dona vero?”
La flautista, con la coda dell’occhio, vede tutto, capisce tutto e mi fulmina con un “che cazzo stai facendo? Hai capito a chi ha inviato la foto?”, Solo allora realizzo della stronzata dell’invito a cena, del pupo che l’amica potrebbe riconoscere per “figlio di” e fanculizzarmi in maniera sacrosanta a vita. Uccidetemi, non ho scusanti.
Blin! Messaggio wzp dell’amica disastrata “Bello, di chi è il bambino?”
“Ehm, di vicini di tavolo che me l’hanno appioppato”
Parla d’altro. Ci avrà creduto? Non lo so.
Ma che cazzo!, scendo in città dopo mesi e:
- incontro la ex che non volevo e non voglio incontrare
- conosco due nuove persone di cui una che è madre di un bellissimo pupo e che ha amicizie con amici comuni distanti km
- invito la madre, amica degli amici in comune, ad una cena dove ci saranno gli amici in comune e la persona che mi sta diventando cara
- dimentico in tutto questo che ho appreso pochi minuti prima che la madre del pupo é colei che ha mandato a puttane la vita della persona a me cara, soffiandole anni prima il compagno
- non contento, invaghito del pupo, e in stato di totale incoscienza mando la foto alla persona a me cara e la flautista, giustamente, mi vuole morto
A quel punto De Crescenzo mi avrebbe chiesto a voce alta e dinanzi a tutti i presenti “Sei o non sei un imbecille?”
Ed io, a mani giunte e con lo sguardo rivolto in alto, “Sono un imbecille”
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ecodelmare · 5 years
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memoria #15
C'è questo ragazzo del paese mio, ha qualche anno più di me, non siamo mai stati amici proprio, ma come non puoi definire amico una persona di quasi la tua età del tuo stesso paese di poco più di 1000 abitanti, tutti i falò li abbiamo comunque fatti insieme e i fatti suoi io li conosco come lui conosce i miei, grosso modo, ma capirete, più avanti, che non posso condividerli tutti.
Dicevo, si sa che il suo chiodo fisso è sempre stato quello di diventare famoso, non che avesse grandi talenti e seppur li avesse mai avuti non li ha mai saputi sfruttare fino in fondo, un po’ un forrest gump al contrario con lo stesso motto però.
Stupido è chi lo stupido fa. e lui non lo abbiamo mai capito se lo facesse o se lo fosse sul serio.
Fatto sta che intorno alla giovinezza pre adolescenziale ha tentato la professione di calciatore, prometteva bene, ma il tempo passava e lui restava in serie c, quindi ha mollato.
Ha tentato la carriera di ristoratore, più di una volta, per tirar su soldi e pagarsi una buona scuola di recitazione, ma arrivò a fare un book e delle comparsate. ricordo di un'estate in cui girava nella sua uno, sul sedile del passeggero portava il book e lo mostrava a tutti, fiero. Anni dopo quando lo andavi a trovare a casa metteva su il dvd delle sue comparsate o-g-n-i-v-o-l-t-a.
Bello era e bello è, ma sinceramente vuoto. Del tipo che lo trovi sulla spiaggia a gonfiare un canotto e ti guarda seriamente chiedendoti se lo trovi bello. Il canotto. Beh è un canotto. Vabbè si dai, bello si, molto bello.
Alla fine ha fatto la comparsa in qualche fiction e poi.
E poi?
Eh. E poi sarà come morire.
Stasera stavo a lavoro, al solito avevamo la tv accesa e un cazzo da guardare, non si lavorava molto, si capisce. dovevamo pulire e chiudere e casualmente stavamo sul grande fratello, ma mio zio si lamentava e alloa via di zapping, decidiamo, decido di fermare la carrellata dei canali su La7, c'era Piazza Pulita e ovviamente era il suo turno di opinare sulla Grande Bellezza.
Insomma ho lasciato su La7 perchè scorrevano immagini di Roma, ma non quelle dei motivi per restare, mostravano i motivi per odiarla nel profondo, la tiburtina nelle ore di punta, ovvero 24h/7, le metro e il loro disastro, i romani e la loro strafottenza.
Negli ultimi giorni me stava a pijà ammale co tutti quei servizi sulla Roma che non mi sono mai potuta permettere che quant'è bella e chi me lo ha fatto fare quando poi vai a pensare che io quel cazzo di buco della serratura l'ho sempre  solo potuto vedere da fuori che me stavo a scordà perchè me n'ero andata, mortacci sua mille ore al giorno solo pe fa 5km de merda, 500€ pe n'affitto de n'buco de culo situato in un buco de culo poco più grosso, la vita di chi i privilegi non li ha che nonostante uno stipendio (da morto de fame) nun te poi permette manco na birra de mercoledì senò poi de sabato te tocca sta a casa e poi come je la fai a sta si nun poi annà ar teatro a vedè timi che fa l'amleto?
E questo io quasi me lo scrodavo, ma non era questo di cui stavo parlando.
In tutta quella bolgia di immagini di una città che nuota a vista nella merda ce ne stavano alcune che ritraevano una parte della fauna cittadina che cercava di ricreare i fasti di un passato più che remoto: I Nobili ancor più che decaduti direi decadenti.
Sti vecchi co la pelle che casca a pezzetti, che come lavoro fanno la caricatura di se stessi insieme ad altri della loro razza, le vecchie rifatte 20 anni fa che la morte ti fa bella pare un documentario su di loro e non un film di fantasia, stavano tutti insieme a festeggiare una contessa che cantava, credo imitasse un rinoceronte in calore, cantava e cantava in suo onore perchè quella sera presentavano una bambola, tipo barbie, che però era lei, na bambola co le fattezze de quella contessa, uguale uguale vestita pure come lei, uguale uguale.
Se la descrivo come grottesca questa scena acquista di tono.
Ma il mio stupore arrivò a toccare la punta massima quando ad un certo punto la telecamera, in un giro panoramico sul reparto geriatria in formato plastica, inquadra il mio amico di cui sopra, nello stesso salotto, tutti ultraottantenni e lui.
Lui, con la sua nuova compagna, mo nuova è un parolone, tra tira e molla stanno insieme da quasi due annetti o tre, non saprei, me so scordata, la sua compagna è niente poco di meno che Corinne Clery e sì, st'amico mio è il toy boy de sto fresco bocciolo de Corinne, niente niente lei avrà un 30 anni deppiù e adesso chiunque prova a tirar fuori che l'amore non ha età esca da questa stanza.
Ho visto ste scene de sto salotto e poi ho visto lui, co quella solita faccia da niente, quella faccia senza anima, in mezzo a quella gente che l'anima se l'è venduta per una bambola e una faccia di plastica, per una vita all'inseguimento.
Ma ne vale la pena? Io me lo son chiesto e mi son risposta di no. c'è chi si risponde di sì, ma chiedo disperatamente di non venirmelo mai a spiegare il perchè, tanto le stelle che avete lì son finte e io non le voglio.
Dopo sta scena con zio ci siam presi male e abbiamo ripristinato l'ordine naturale delle cose spegnendo la tv e ci siamo fatti una pizza coi controcazzi.
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carolinerecords · 4 years
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MARRANO
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Marrano sono una band originaria di Rimini nata nel 2015 da Andrea, Daniele e Nicola. Dopo la pubblicazione, nel dicembre 2015, del loro EP d’esordio, registrato tra lo Stop Studio Rimini e lo Stonebridge Studio di Cesena e mixato allo Swift Mastering di Londra, negli anni successivi dividono il palco con molti gruppi della scena underground tra cui Gazebo Penguins, Lantern, Futbolìn, Labradors, Mood, Giona, Hallelujah, e molti altri. Nel 2016 si rinchiudono allo Stonebridge di Cesena per registrare il loro primo disco dal titolo “Gioventù Spaccata”, che uscirà nel settembre 2017 e dal quale ne escono tre singoli: BELGRADO, RATICOSA e GUTRO. Anche in questo tour l’attività live intensa, ha dato la possibilità di condividere palchi con artisti e band come Ministri, Andrea Laszlo De Simone, Le Capre a Sonagli, Havah e tanti altri. Nel 2019 si chiudono nuovamente  in studio per dar vita al loro secondo disco, “Perdere”, registrato presso il prestigioso Stonebridge Studio di Cesena. L’album vede la pubblicazione il 16 marzo 2020 per Floppy Dischi e Altini Cose. Il primo singolo, GOLF, esce il 29 gennaio. “E’ un disco vero, sofferto, limato nelle sue sfaccettature finché lo ritenevamo giusto, senza mai snaturare la colonna portante che rimane sempre quella: la sincerità. Un disco potente e morbido allo stesso tempo, che speriamo arrivi alle orecchie di tutt*. Siamo molto felici e motivati a presentarlo ovunque”: queste sono le parole sincere Andrea, Daniele e Nicola. Insomma, se non lo avete capito, “Suonare forte, possibilmente fortissimo” è il motto di questi tre ragazzi con le idee chiare e tanta voglia di spaccare il mondo. E il bassista Andrea alle nostre domande risponde così.
1 - Ti svegli su un isola deserta. No panic: hai potuto portare con te tre cose e una di queste è un album.
-  In teoria se devo portare un album con me è abbastanza semplice la scelta. Un generatore di corrente, uno stereo e Nevermind dei Nirvana…anche perché se no come lo ascolto? :)
2 - On the road: c'è un’ autoradio con dentro una musicassetta. Dentro ci sono almeno tre canzoni da cantare a finestrino aperto.
-  A day in the life (The Beatles) - Changes (David Bowie) - Beat It (Micheal Jackson).
3 - Hai rimandato, hai rimandato, ma oggi tocca a te. La playlist dal dentista per non sentire il trapano nelle orecchie.
-  Bullshit (Dune Rats) - Waiting room (Fugazi) - No sleep till Brooklyn (Beastie Boys) - Are you gonna be my girl (Jet) - Take me out (Franz Ferdinand) - Pure morning (Placebo)- My name is Jonas (Weezer) - Coffee and TV (Blur) -  About a girl (Nirvana) - Loniterp (Verdena) - La canzone di Tom (Il teatro degli orrori)… le ultime due ho voluto inserire del made in italy.
4 - Qual è il tuo memorabilia musicale a cui non potresti mai rinunciare?
-  Uomo Donna di Andrea Laszlo De Simone…ho una delle 300 copie prima stampa in vinile :)
5 - Guilty Pleasure : quella canzone che ti fa vergognare, ma che non puoi proprio fare a meno di ascoltare.
-  Pippa di meno di Iacchetti, però con allegato il video del Festivalbar 1995.
6 - Film o serie tv : questa volta sceglilo per la colonna sonora.
- 
Qui sono super mega scontato ma ti dico School of Rock, a distanza di anni quando parte Bonzo goes to Bitburg dei Ramones mi si illuminano ancora gli occhi.   Poi vabbè la colonna sonora di Dark è assurda, o magari Stranger Things. 7 - La chiavetta nello spazio : la band o il musicista di cui la terra non ha proprio bisogno.
-  Gigi D’Alessio (qui copio la risposta dei Garda1990, ma dopo tutto penso sia l’unico che mette d’accordo un po’ tutti). 
8 - Il 1999 per noi Caroline Records è stato l'anno in cui abbiamo cominciato a diventare quello che musicalmente siamo oggi: tu a che punto eri?
-  Io scoprivo (un anno dopo, come sempre arrivo tardi) Acida dei Prozac+, al tempo pensavo si chiamasse “acigoaciga” e poi ovviamente What’s my age again dei Blink-182 (evergreen per sempre).
9 - E invece un album degli ultimi 12 mesi che tutti dovrebbero ascoltare?
-  Qui gioco in casa, il disco di FADI. Molto figo, suonato molto bene e lui canta con una timbrica soul che non si sentiva da anni (CONSIGLIATISSIMO).
10 - Dal vivo: il miglior concerto che hai visto, quello che rimpiangi di aver perso e quello che non vuoi assolutamente perdere.
- Migliore: Black Sabbath a Bologna 2014 (hanno suonato 1 ora e 20, un singolo dietro l’altro…sembrava che avessero 20 anni, forse la droga ha giocato un ruolo fondamentale). Il rimpianto: Non aver mai visto i Nirvana, chiaramente per questioni anagrafiche …ah, e i Beatles. L’imperdibile: il prossimo che andrò (anzi andremo tutti e tre noi Marrano) sono i Red Hot Chili Peppers ma ormai c’ho perso un po’ le speranze visti i tempi. Spero posticipino il tour al prossimo anno e che Frusciante stia buonino li dov’è. —
▼ foto di Isotta Zucchi
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volevodirtj · 6 years
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Autobus!AU - parte uno
Dopo millenni sono finalmente tornata con un nuovo chilometrico headcanon a punti! Ci stavo rimuginando su da almeno due mesi, solo che la mia idea ha subito numerose trasformazioni e alla fine il mio cervello, a causa dei molteplici autobus presi nelle ultime settimane, ha partorito questo.
Breve contestualizzazione: Ermal studia lingue a Roma e, abitando piuttosto lontano dall’università, è costretto a muoversi con i mezzi pubblici. In un’ordinaria mattina di ottobre, a causa del suo coinquilino Marco, perde l’autobus ed è costretto ad aspettare il successivo. È così che il destino gli fa incontrare Fabrizio, che cerca di racimolare soldi mitigando da un lavoro all’altro e, di tanto in tanto, esibendosi in qualche locale notturno. Il resto è storia.
  Nonostante la corsa olimpionica dall’androne del palazzo fino alla pensilina della fermata, Ermal arriva giusto in tempo per vedere l’autobus ripartire e sfilargli davanti, senza che lui possa fare niente per fermarlo
In quel preciso istante il suo cervello sta già formulando improperi in tutte le lingue e i dialetti da lui conosciuti, oltre che un piano infallibile per vendicarsi di Marco, il suo sventurato coinquilino
“Io ho lezione alle nove, tu alle undici. Ergo, in bagno ci vado prima io”
Peccato che quella mattina Marco, dopo aver passato la nottata insonne, aveva deciso che necessitava di una lunga doccia fredda e aveva tenuto occupato il bagno per mezz’ora
E a poco erano serviti i pugni sulla porta e le velate minacce di morte: non era comunque riuscito a prepararsi, a mangiare quel tanto che bastava per non svenire in aula, a ritrovare l’abbonamento – che chissà come era finito in mezzo ai libri – e a non perdere il bus
Così adesso, seduto su una panchina con le braccia incrociate al petto e con uno sguardo omicida dipinto in volto, è costretto a prendere la corsa successiva. Sarebbe riuscito comunque ad arrivare in tempo, ma avrebbe dovuto rinunciare al solito caffè in compagnia di Dino e probabilmente sarebbe crollato dopo nemmeno la prima ora
Sono due le cose che Ermal odia di più in assoluto: arrivare in ritardo e rinunciare al caffè, soprattutto quando lo aspettano due ore di linguistica. E lui è in ritardo – almeno rispetto ai suoi standard – e non assume caffeina da più di dodici ore
La giornata è decisamente iniziata con il verso sbagliato e non può che finire col peggiorare
L’autobus arriva venti minuti più tardi, mentre Ermal sta scrivendo un messaggio a Dino e sta pensando ad un metodo per rasare il ciuffo di Marco senza essere scoperto
Perlomeno non è eccessivamente affollato e ci sono dei posti a sedere. Si fionda su quello più vicino, proprio di fronte ad un ragazzo intento ad ascoltare musica ad alto volume. È talmente forte che riesce a sentirla pure lui e questo lo scazza ancora di più
In realtà non è nemmeno troppo fastidioso, ma la giornata è appena iniziata e a lui già girano le palle, quindi gli urterebbe anche il ronzare di una mosca
Prima che possa scoppiargli un mal di testa atroce, decide di dirgliene quattro chiedergli gentilmente di moderare il volume, il tanto che basta per non ostentare i suoi gusti musicali a chiunque si trovi nel raggio di pochi passi
Ma quando si volta in sua direzione la sua bocca non riesce a produrre nessuna frase di senso compiuto, rimanendo semiaperta e conferendogli un’espressione a dir poco ridicola. Perché il ragazzo di fronte a lui è innegabilmente bello, tanto da fargli perdere ogni funzione cognitiva
Avrà qualche anno in più di lui, i capelli castani e gli occhi scuri, tra i più belli che avesse mai visto. Il naso è all’insù, contornato da una leggera spruzzata di lentiggini, e le labbra carnose e screpolate, che normalmente avrebbe considerato orrende ma che su di lui stavano d’incanto. Inoltre non può fare a meno di notare le braccia ricoperte da tatuaggi.
Ermal.exe non risponde
Non riesce a staccargli gli occhi di dosso. Sembrava essere stato scolpito dal più abile degli scultori. L’avrebbe volentieri fissato per ore ed ore, studiando ogni singolo particolare
Vabbè dai, possiamo anche dire che si è preso una bella sbandata per un perfetto sconosciuto
Manco nei romanzi rosa o nelle soap opera più scadenti
“Aò regazzì, che te sei ‘ncantato?”
Ermal è talmente andato che nemmeno si è accorto che il tipo si è tolto un auricolare e lo sta guardando abbastanza confuso. Probabilmente l’avrà anche scambiato per un pazzo o un maniaco
È stato beccato in pieno e non può camuffarlo in alcun modo. Infatti nemmeno si è premunito di abbassare o distogliere lo sguardo. Il suo unico intento è quello di non arrossire, almeno per mantenere un minimo di decenza
E la prima figura di merda della giornata è stata fatta
Non gli ci vuole molto per mettere su l’espressione più strafottente che conosca e fare sfoggio della sua tagliente ironia, l’arma più valida ed efficace che possegga. Anche perché l’unica cosa che può fare è buttarla sul ridere
“Scusa, ma è colpa tua. Ti hanno mai detto che sei tremendamente bono?”
Tanto la sua dignità l’ha già mandata a puttane un minuto fa, non ha niente da perdere
Il ragazzo sembra apprezzare il suo tentativo di battuta, perché ridacchia imbarazzato e si copre gli occhi con una mano
Ermal.exe è completamente fuso
“Pe’ caso ce stai a provà co’ mme?”
Ma no, cosa te lo fa pensare?
“È così che attacco bottone. Di solito funziona”
ErMarpione mode on
No davvero, ci manca solo che ammicchi
“Sono Ermal, comunque”
“Io so’ Fabrizio”
Ermal nota adesso che si era sfilato un auricolare, quindi si allunga per afferrarlo e se lo porta all’orecchio destro. Almeno così avrebbero avuto un argomento di conversazione – perché un’altra cosa che odia sono i lunghi silenzi imbarazzanti – ed è troppo curioso di sapere cosa stia ascoltando
Quando riconosce la canzone si illumina, ma cerca in ogni modo di non far uscire il fanboy che è in lui. Fabrizio l’ha ovviamente notato e il sorriso gli si allarga un po’ di più
“Non mi dire, anche a te piacciono i Radiohead?”
Tempo due secondi e già stanno discutendo di generi musicali, artisti e concerti vari. Ermal è a dir poco entusiasta: lui ama la musica, ma non riesce mai a parlarne con i suoi coetanei, perché, oltre ad essere terribilmente ignoranti in materia, hanno dei gusti alquanto discutibili e lontani anni luce da quelli che sono i suoi
Scopre inoltre che nel tempo libero Fabrizio suona e scrive canzoni, proprio come lui
Non solo è bellissimo, ma è anche un musicista. Ermal è a tanto così dal chiedergli di sposarlo
“Un giorno di questi devi farmi ascoltare qualcosa di tuo”
“Un giorno di questi? È il tuo modo pe’ chiederme ‘n appuntamento?”
“Forse”
“Ce sto, ma solo se me fai ascoltare pure qualcosa di tuo”
Questi due sono ormai dentro ad una bolla, potrebbero continuare a chiacchierare fino a che non si faccia sera. Tornano alla realtà solo nel momento in cui Ermal si accorge di essere arrivato alla fermata e finalmente ricollega i puntini: ha lezione all’università, è in ritardo e se non vuole arrivare fino al capolinea forse è il caso che si affretti a scendere
Ermal scatta in piedi, già pronto a correre a perdifiato fino alla sua aula pur di trovare un posto decente, ma Fabrizio lo ferma poggiandogli una mano sul braccio
“Ci vediamo domani mattina, Ricciole’?”
“Certo, a domani”
Inutile dire che questo è solo la prima serie di molti altri “ci vediamo domani”. Da questo momento, infatti, Ermal prende abitualmente l’autobus delle otto e un quarto col solo scopo di vedere Fabrizio almeno una volta al giorno. Egli, d’altro canto, gli occupa sempre il posto di fronte o, se è già occupato, gli cede con molta galanteria il suo
E quelle semplici chiacchierate si trasformano ben presto in molto altro: una colazione e una sigaretta smezzata in una fredda mattinata di novembre, una pausa pranzo passata insieme quando Ermal ha lezione al pomeriggio, interi weekend trascorsi a casa di Fabrizio ad ascoltare musica e strimpellare la chitarra. Senza dimenticare che, quando può, Fabrizio lo accompagna fino al campus universitario e si ferma con lui fino a che non cominciano le lezioni
“Avete la mia benedizione” aveva sentenziato Marco la sera in cui finalmente il suo coinquilino gli aveva presentato Fabrizio. Ermal l’aveva invitato a cena senza dirgli nulla, quindi era rimasto un attimino scioccato quando era rientrato a casa e aveva visto in cucina i due flirtare palesemente battibeccare come una vecchia coppia sposata e scambiarsi sguardi languidi. Subito aveva sentito il bisogno di ritirarsi nella sua camera, sentendosi di troppo, e di ripresentarsi solo una manciata di minuti più tardi
Marco ha capito da subito quanto Fabrizio sia importante per Ermal, l’ha capito da tutte le accurate descrizioni che gli fornisce e dal sorriso che mette su quando lo nomina – e quel sorriso ce l’ha solo quando parla di sua mamma e dei suoi fratellini
E insomma, è piuttosto palese che si sia preso una bella cotta, peccato che Ermal sia terribilmente cocciuto e, piuttosto che ammettere una cosa del genere, preferirebbe nuotare in acque infestate dai piranha
Ha provato anche ad affrontare l’argomento con lui, ma il suo coinquilino gli è letteralmente scoppiato a ridere in faccia
Va bene, non può negare che Fabrizio sia splendido e che gli provoca non pochi scompensi. Ed è vero anche che in pochissimi mesi abbia assunto un ruolo fondamentale nella sua vita. E sì, ama passare quanto più tempo possibile in sua compagnia e, quando non riescono a vedersi, sente un pochino la sua mancanza. E la sua voce lo fa impazzire, potrebbe ascoltarlo cantare per giorni interi senza mai stancarsi
Ma da qui a dire che si è innamorato che ne vuole, sebbene tutti quelli che conosce sostengano il contrario
E ne rimane fermamente convinto fino ad una fredda mattina di metà gennaio
Ermal ha un importante esame e, nonostante abbia studiato per tutte le vacanze di Natale, è più in ansia del solito. Sente di non essere abbastanza pronto e teme di dimenticare anche quelle poche cose che ha memorizzato
Si è svegliato con una fastidiosa sensazione di nausea e non ha nemmeno fatto colazione. Adesso se ne sta pentendo perché non solo si sente debole come uno straccio, ma il suo stomaco ha anche iniziato a brontolare. Una volta arrivato all’università avrebbe bevuto come minimo tre caffè
Fabrizio si è accorto che ha qualcosa che non va, l’ha capito quando era salito sull’autobus senza degnarsi di salutarlo e tenendo gli occhi fissi su quelle che sembravano pagine e pagine di appunti e schemi
“Non so un cazzo, Fabrì” esordisce Ermal, dopo aver passato gli ultimi cinque minuti a ripetere sottovoce lo stesso argomento a mo’ di cantilena
“Dai, mo’ non esse’ tragico. A me sembra che le cose le sai”
“Non sono tragico, sono realista. Non so davvero un cazzo”
E Fabrizio cerca di tranquillizzarlo, ma le sue parole sono completamente inutili. Ermal non lo sta minimamente ascoltando ed è tornato a concentrarsi su quei fogli
Quindi si sporge verso di lui, e gli appoggia una mano sulla coscia, col tentativo di rasserenarlo un po’
Quando Ermal se ne accorge, deve autoimporsi di mantenere un certo contegno e di pensare soltanto ai suoi appunti. Ripassare non è mai stata un’impresa così ardua
Senonché il pollice di Fabrizio inizia a tracciare dei cerchi concentrici sulla sua coscia ed è allora che Ermal compie un errore fatale: incrociare lo sguardo dell’altro
Nello stesso momento il cuore prende a battergli furiosamente nella cassa toracica e cerca di convincersi che no, questo non vuol dire che si sta innamorando
Poi Fabrizio gli sorride in un modo così puro ed adorabile e all’improvviso si sente mancare la terra sotto i piedi (in realtà sta seduto, ma dettagli). Non può fare a meno di ricambiare
E sì, forse si è un attimino perso in quegli occhi nocciola, perché ci mette un po’ a realizzare di essere arrivato
“Io… dovrei andare” bisbiglia Ermal, rompendo quell’attimo magico e deciso a mettere quanta più distanza fra loro, perché è fin troppo confuso
Così confuso che di primo acchito nemmeno si accorge che Fabrizio – che è molto meno stupido di Ermal e figuriamoci se lo fa scappare via proprio adesso! – è sceso con lui e gli ha poggiato una mano sulla spalla per fermarlo
 “Ti posso offrire una colazione? Me pari ‘n cadavere, non puoi affrontà l’esame in ‘ste condizioni”
“Ma non mi sembra il caso. E poi tu devi andare a lavoro…”
“Non ti preoccupà pe’ mme. Avverto che faccio ‘n po’ tardi. E poi te c’hai bisogno d’aiuto ed è a questo che servono gli amici, no?”
Sì sì, Fabrì, proprio amici siete
Venti minuti e due muffin al cioccolato dopo, Ermal si sente decisamente più carico e l’ansia opprimente sembra essere svanita quasi del tutto. E il merito è da attribuire solo a Fabrizio: quel ragazzo gli fa davvero tanto bene
Fabrizio si è anche offerto di aiutarlo a ripetere qualcosa – o meglio, di ascoltarlo mentre ripete, perché le sue conoscenze di inglese sono alquanto limitate
E infatti lascia che Ermal parli a ruota libera mentre lui rimane imbambolato, annuendo di tanto in tanto. Quell’insieme di suoni sono indecifrabili, ma di una cosa è certo: Ermal che parla in inglese è il sesso
“Guarda, non ho capito una mazza, ma secondo me farai un figurone”
“Grazie mille, Fabrì. Davvero. Senza di te, a quest’ora sarei già svenuto dalla fame”
“Ma figurati, Ricciole’, pe’ così poco!”
Senza pensarci troppo, Ermal allunga la mano verso quella di Fabrizio e gliel’afferra. Stretta che Fabrizio ricambia immediatamente, facendo intrecciare le loro dita
A questo punto, se avessimo a che fare con due persone normali, scatterebbe in automatico il bacio. Purtroppo, i nostri due eroi sono tutto fuorché normali, quindi niente. Si limitano solo a sorridersi come dei beoti
“Merda, si è fatto tardi!” esclama Ermal dopo quelli che sembrano secoli, controllando l’orario sul cellulare e scattando in piedi
Recupera tutti i fogli e li infila alla rinfusa nello zaino, mentre anche Fabrizio si alza e lo aiuta
“Chiamami appena finisci, va bene?”
“Sarai il primo a cui comunicherò il voto”
Fabrizio se lo abbraccia tutto e gli dà un bacio, che inizialmente avrebbe dovuto essere sulla guancia ma, siccome Ermal si era leggermente voltato verso di lui, finisce per poggiare le labbra sull’angolo della bocca
Error 404, Ermal.exe doesn’t work
È il primo a sciogliere l’abbraccio, imbarazzato fino alla cima dei capelli
“Ci sentiamo dopo, Bizio” gli dice in tono fin troppo soft e si allontana prima che l’altro possa vedere che le sue gote si sono graziosamente colorate di porpora
Okay, forse si è davvero innamorato di Fabrizio
  E fine! Almeno per il momento…
Non so, avrei una mezza idea per un continuo, ma non vi assicuro niente (già per scrivere questo ci ho messo due settimane). Fatemi sapere se può interessarvi.
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balkonskij · 6 years
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Il Pagellone del Papa (umile ma non troppo) di Sanremo 2019
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Francesco Renga - L’unica vera vittima conclamata dell’Accademia della Crusca alla fine è lui. Apre il Festival ma i fonici si scordano di settare il volume dei microfoni. Non c’ha voglia e si vede, ma il mio animo romantico vuole credere che la sua “Aspetto che torni” sia dedicata ad Ambra. Peccato che lei ora stia con un altro che aspetta anche lui che torni qualcosa, tipo una coppa, dalle grandi orecchie. Puttanah Maialah. 
USCITE L’AUDIO, voto 6
Nino d’Angelo/Livio Cori - C’erano una volta i neomelodici. Tendenzialmente le loro canzoni avevano un vago sentore di martellata sulle palle, però almeno sulla vocalità non potevi dirci nulla. C’era una volta appunto. E stavi meglio senza giacca e cravatta, caro il mio “ragazzo” della Curva B. 
GESU CRI, voto 5
Nek - In soffitta deve aver nascosto un quadro con la foto di Anna Tatangelo che invecchia al posto suo. E funziona. Per il resto è passato da “Fatti avanti amore” a “Mi farò trovare pronto”. E qualcosa mi fa pensare che Laura in tutto ciò ancora non ci sia. Ma Filippo se ne frega comunque, tanto c’è Lady Tata che accusa il colpo mentre lui continua a non fare (e a non avere) una piega.
DORIAN GREY (grigio sì, col nome sbagliato, perché la canzone non sa né di me e né di te), voto 6-
Primo intermezzo - Svelato il mistero del livello fonico scarsissimo di queste prime canzoni sul palco dell’Ariston. Non è colpa loro. Sono le casse delle nostre tv che si sono sminchiate per colpa della pubblicità di Adrian.
Zen Circus - Ahi Zen. Al “porte aperte, porti chiusi” ho avuto un sobbalzo carico d’orgoglio. Poi niente più. Pezzo non facile da rendere su quel palco, e conoscendolo bene dopo anni e anni di Live e bagordi sotto il loro di palco è già un miracolo che Appino sia riuscito a ricordarsi tutto il testo a memoria senza sbagliarlo. Peccato, ma col tempo amerò anche questa, lo so. Nella speranza che nel frattempo Ufo si metta a fare le previsioni meteo in diretta streaming anche lì a Sanremo con Baglioni che osserva interessato con le mani incrociate dietro la schiena.
PISA MERDA (e non solo quella), voto 5,5 con riserva
Il Volo - Dai, loro sono i primi ospiti e stanno rifacendo “Grande Amore”, vero? Lo ammetto, il primo pensiero prima che la spada furente del mio odio represso si abbattesse verso quei tre ragazzotti nati vecchi è stato questo. E invece no. Il Volo, la Juve, e il reddito di cittadinanza: i capisaldi del nuovo governo del Cambiamento. Era meglio Piotta. 
RANCORE (ah no, quello viene dopo), voto 4,5
Loredana Bertè - Toh, il prossimo inno del PD. Scritto da Curreri. Per essere cantato da Vasco Rossi. Però funziona. Altroché se funziona (Almeno questo). Lory è un’ira di Dio, come sempre (e ancora non le hanno fatto trovare davanti Briga) ed è più moderna lei di tanti che su quel palco ci sono per la prima volta (o la seconda, tipo quelli di prima..). Non sono una signora cantava. Ebbene sì, c’aveva ragione. Lei è la 
QUEEN, voto 6,5
Andrea Bocelli - Che je voi dì. Ha fatto la storia. Stasera poteva scriverne un altro pezzo imperituro da tramandare alle future generazioni se avesse obbligato Baglioni a mettersi da parte e avesse cantato “Vivo per lei” con Giorgia. Invece ha ceduto il chiodo in eurovisione al figlio. Che da semplice Matteo è diventato Don Matteo. Ed è subito diventato l’idolo di tutte. Dalle teenager alle milf. La dinastia degli Angela può avere degna successione. 
FATHER & SON, voto 8
Daniele Silvestri - “Avete preso un bambino che non stava mai fermo, l’avete messo da solo davanti a uno schermo. E adesso vi domandate se sia normale se il solo mondo che apprezzo è un mondo virtuale.” Un cazzotto, dato con Rancore. Non si vive di sola paranza. E menomale. Anche se la canzone è difficile e farà fatica ad arrivare. 
SALIRO’, voto 7- solo perché non ha un ritornello
Federica Carta & Shade - Che ci fanno Bernardeschi e una delle “Divinas” del Mondo di Patty (dai su, è vestita uguale) sul palco del Festival di Sanremo? Non l’avranno fatto apposta (a scegliere l’outfit senza ombra di dubbio), ma la canzone soprattutto in radio data la sua leggerezza può avere il suo perché. 
QUOTA TEEN, voto 6
Ultimo - Il fantasma di Fabrizio Moro aleggia ancora a quelle latitudini. E’ inutile, non c’è disinfestazione che tenga. E quest’anno da vincitore in pectore s’è messo d’impegno e ha pure prestato la sua solita giacca di Jacquard al caro Niccolò. E attenzione, dopo la scorsa edizione potrebbe averci preso gusto. 
MA ULTIMO NON ERA RAOUL BOVA?, voto 6,5 con la stellina, solo per l’inciso “siamo soltanto bagagli, viaggiamo in ordine sparso”.
Pierfrancesco Favino - Ah Pierfrancè, ma perché te ne sei annato? 
PERCHE’?, voto 7,5
Paola Turci - La sua carta d’identità dice che ha 54 anni, noi ci crediamo a fatica, ma Paoletta non ha bisogno di quadri nascosti in soffitta. Sì ok, io sono e sarò sempre di parte, ma se lei è una garanzia cosa posso farci? E d’altronde al televoto aveva il numero 10. Quello dei giocatori di classe. Anche se la voce stasera ha rischiato l’autogol. E anche se in passato ha comunque cantato decisamente di meglio. I numeri 10 fanno comunque quello che vogliono e non sbagliano (quasi) mai. 
PUPONA, voto 6,5
Motta - Ha cantato la fine dei vent’anni, ma sul palco dell’Ariston sembra uscito da un quadro pre-raffaelita. Io di te mi fidavo Francesco, ma ti sei perso e invece che al Carroponte ti sei ritrovato a Sanremo. E no, non è la stessa cosa. La canzone è brutta, però è una brutta fatta bene. Ahi ahi, rimandato; potresti ma stavolta non ti sei applicato. 
CODICE 118, voto 5,5
Boomdabash - Salentu Salentu e manco 'na parola in dialetto? Eh no, non si fa così. Vestiti da globuli rossi peraltro. Solo Matthew Bellamy può. La canzone saprebbe anche di estate, ma stasera Salento fa rima solamente con (tanto) vento. 
QUESTA SERA TI DICO NO, voto 5+ d’incoraggiamento
Patty Pravo & Briga - Svelato l’arcano della non presenza dei fiori sul palco del Festival. Erano tutti nel camerino di Patty Neytiri, che buona parte se li è fumati prima della sua esibizione dove sfoggia dei meravigliosi fonzies in testa. Dà inquietudine, ma la si ama anche per quello. Ah, c’era pure Briga? Vabbè, non se n’è accorta nemmeno la Bertè. 
AVATAR, voto 5
Simone Cristicchi - Non è mai stato nelle mie grazie, lo ammetto. Una volta ha vinto Sanremo per sbaglio, scatenando tutta la mia ira funesta che in quel Sanremo 2007 in Tosca e nella sua “Il terzo fuochista” avevo trovato la canzone della Vita. La prima volta può essere un errore. La seconda no, lì subentra la consapevolezza. E questa canzone ne dà tanta. Ah Simò, ti voglio bene. 
CHAPEAU, voto 7
Giorgia - No, non era in playback. COSA SEI SCRICCIOLO DI DONNA, COSA SEI? (Di certo non una parrucchiera, ma chi se ne importa). Patrimonio di Sanremo, di Pippo Baudo, dell’umanità intera. 
THE BEST, voto 8,5
Achille Lauro - Giù la maschera perbenisti, che domattina la canterete tutti quanti in doccia. La quota trash che mancava terribilmente in questo Festival abulico, lento, e troppo pesante per riuscire a decollare. E attenzione, venerdì nella serata dei duetti insieme a lui canterà Morgan. 
VOLO ALTISSIMO, voto 5,5
Arisa - Rosalba Pippa, ‘ccidenti a te. E a me, che in tempi non sospetti sull’onda dilagante della tua sincerità creai apposta una pagina Facebook in tuo onore. Poi ho smesso di fare uso di sostanze strane, grazie a Dio. Te invece No, evidentemente. M’hai lasciato sotto choc. Ho urlato “ Ma che merda è?” Ma muoio dalla voglia di riascoltarla. 
NONSENSE, ma mandatela all’Eurofestival in coppia con Achille Lauro, vi prego. Magari non vestita con una busta di fave però, ecco. Voto 5,5 a matita.
Negrita - Tornati sul palco dell’Ariston a sedici anni da quel signor pezzo che era “Magnolia”. Sedici an…oh cazzo. Li amavo alla follia sedici anni e rotti fa. Volevo farci una cover band. Poi hanno iniziato a rotolare un po’ troppo verso sud. E io me ne sono emigrato al Nord. ‘Nsomma, siamo destinati a non ritrovarci più. E questo Festival non cambierà i nostri destini. Canzone piatta, sterile.
FORTITUDINE (Ma solo quella con cui Pau ha amorevolmente preso a schiaffi Andrea Scanzi e per cui avrà la mia stima imperitura nei secoli dei secoli). Voto 6, perché a loro voglio comunque bene.
Ghemon - Toh, l’ispettore Gadget. No, aspè..forse è meglio che vada a sciacquarmi un po’ la faccia che inizia a calarmi l’abbiocco. Torno e vedo la faccia affranta di un musicista dell’orchestra durante l’esibizione. Ok. Penso a Valeria Fabrizi, alias Suor Costanza a cui hanno dedicato un applauso prima. Bene, la risposta all’outfit da muratore della Brianza bene di Ghemon può essere soltanto una. 
CHE DIO CI AIUTI. Voto 5
Einar - Barcollo ma non mollo, anche se ormai ho perso la lucidità. Soddisfatta la quota Michele Bravi. Quella e basta. No calma, è la quota amici di Maria De Filippi questa. Comunque sia, 
PER ME E’ NO. Voto 5+
Ex-Otago - “Ci vuole molto coraggio per guardare Sanremo fino in fondo”. Parole sante ragazzi cari. Vi ho aspettato con ansia e bah. Siete bravi ma pure voi non vi applicate. O meglio, vi basta il compitino e bona lè. (Toh, che strano deja-vù, mi ricordate qualcuno..). Insomma, è solo una canzone, ma potevate pure farla poco poco meglio. 
EX CINGHIALI INCAZZATI. Voto 6+
Secondo intermezzo - HABEMUS canzone vincitrice del Festival di Sanremo del 2019: è il jingle della pubblicità dell’Amaro del Capo.
Anna Tatangelo - Vince il premio Milf per manifesta superiorità. Come dite? Ha spento 32 candeline meno di un mese fa? Le stesse candeline che soffierò mestamente anche io tra poco più di due settimane? Ah.. Canzone senza infamia e senza lode tanto che dato l’orario pure il suo famoso ritratto si è ritirato su in soffitta mezzo brillo e mezzo depresso pur di non arrivare fino alla fine. 
COLLANT, voto 6--
Irama - Hai capito il ragazzetto? Sui social va fortissimo, la canzone così male non è. Potrebbe essere la sorpresa in ottica podio. 
IN MARIA WE TRUST, voto 6+
Enrico Nigiotti - Oh, finalmente uno che ha saputo mescolare come si deve la nobile arte della Paraculatio sanremese con una bella prepotente dose di operazione nostalgia. E quando si parla di paraculatio si sa, io non posso far altro che alzare il pugno di pollice. 
STASERA CHIUDERO’ GLI OCCHI MA NON DORMIRO’ (eh, ‘ccidenti a me e a ste cavolo di pagelle). Voto 6+
Mahmood - Sarà anche bravo ma io ormai ho spento il cervello. L’unica cosa che mi resta impressa è la camicia a fantasia arcobaleno che indossa sotto la giacca. E il giudizio sulla canzone non può che prescindere anche da quello. 
TERIBBILE. Voto 5 ma torni domani e poi vediamo
Menzione speciale alla voce idola dal pubblico che durante il siparietto pre esibizione di Patty Briga, nel silenzio generale urla un “Bella sta canzone” che racchiude alla perfezione tutta questa prima serata scarica, ammaccata e priva di mordente. Chissà, magari era anche uno di quelli seduto sulla piattaforma mobile tipo Tagadà. Voto DIESCI.
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