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#e credo che non ci sarà nessuna performance
demonecelestiale · 4 months
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John Travolta se non mi fa un lip sync medley di Grease e Febbre del Sabato Sera per me può anche starsene a casa
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corallorosso · 3 years
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Cari parlamentari 5s, per me senza Conte non avrete più alcuna credibilità di Melania Ferrucci In questi anni deputati e senatori del M5s sono stati etichettati in vari modi e ce n’è uno in particolare che mi torna in mente in questo momento. Ma andiamo con ordine. Chi segue le vicende del Movimento, che sia un suo elettore o semplicemente una persona interessata alle vicende politiche, non ha potuto non notare l’estenuante attesa che avrebbe dovuto portare alla ri-fondazione del Movimento. Alcuni hanno evitato di infierire riguardo la per nulla appassionante diatriba tra Casaleggio e il Movimento stesso per la restituzione dei dati degli iscritti, una soap che non ci ha appassionato per niente e che, chiarisco, non ci appassiona neanche ora. Arrivati dunque alla conclusione di tanto noiosa storia, attendevamo con ansia la presentazione del nuovo statuto, per una ragione che forse sfugge a molti degli eletti dei 5stelle – e cioè non per continuare a parlare senza sosta dei due mandati, del simbolo, della nuova sede o altro, quanto per permettervi finalmente di avere un’organizzazione interna che vi mettesse nelle condizioni di iniziare, alla buon’ora, a fare politica all’interno di questo osannato governo dei migliori (!). L’arrivo di Beppe Grillo a Roma, dopo giorni burrascosi di trattative con Giuseppe Conte, avrebbe dovuto sancire la fine di questo travagliato percorso e lasciarvi ripartire. Sappiamo benissimo che non è andata così. Ecco, quello che mi stupisce di più di questa vicenda non è tanto lo show di Grillo davanti ai gruppi parlamentari: in fondo da uno come lui che altro dovevamo aspettarci, non certo la calma glaciale del povero Conte che decide, bontà sua, di non rispondere a caldo alle farneticazioni che si sono susseguite durante il pomeriggio. No, quello che mi ha stupito di più è stata la reazione dei vari deputati e senatori del Movimento. Applausi, risate, selfie, battute del tipo Grillo è tornato, Grillo si riprende il Movimento, insomma una grande festa prima dello sfascio totale. Ora, io non so se voi (onorevoli?) vi rendete conto della situazione in cui siete finiti, evidentemente no. La cosa peggiore, a mio parere, non è tanto l’inspiegabile superficialità con la quale state affrontando questa situazione, quanto il fatto che state commettendo l’errore più grave che un partito/movimento possa fare: pensare che tale partito o movimento appartenga a voi e soltanto a voi, perché noi, elettori e non, non possiamo capire l’affetto che vi lega a Grillo, il fatto che lui “è fatto così”, i bei tempi andati quando giravate per le piazze e via dicendo. Lasciatemi allora rispondervi con un po’ della vostra sana retorica: voi siete lì per noi cittadini, per portare avanti le nostre istanze, siamo noi che paghiamo il vostro lauto stipendio e certo non lo facciamo per permettervi di assistere ad uno spettacolo fuori programma di Grillo, che fra l’altro ormai fa ridere solo voi. Ora credo sia inulte ricordarvi che senza Conte, e dopo questo casino, non avrete più nessuna credibilità, perché lui magari non sarà andato nelle piazze, ma ha governato il paese durante uno dei momenti più difficili della storia recente e portato a casa i soldi che ci permetteranno (speriamo) di non affondare definitivamente. Alle prossime elezioni, quindi, se ci arriverete senza Conte, dovrete forse accontentarvi di un 4 o 5 per cento e non so ancora se vi vedremo esultare perché avrete passato la soglia di sbarramento, o forse invece vi vedremo allibiti e increduli per la batosta presa; ma dai, non ci pensate e tiratevi su, in fondo potete contare non solo sul Ministro degli Esteri più bravo della storia, ma anche su un garante visionario. E concludo tornando quindi alle prime righe: tra i molti modi, spesso offensivi, con i quali vi hanno chiamato in questi anni, ce n’è uno che mi ha sempre lasciato un po’ interdetta, scappati di casa. Ma che significa esattamente? Non lo so, ma date le vostre ultime performance mi sembra calzi a pennello.
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il-pipistrelloh · 3 years
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Promising Young Woman: vendicarsi con astuzia
Cari lettori, come da norma pubblico qui per voi il mio contributo allo speciale Oscar 2021 di Cogito et Volo. Ovviamente non potevo che scegliere proprio questa pellicola pazzesca da recensire.
Il revenge-movie scritto e diretto da Emerald Fennel è il secondo titolo, dopo Nomadland, con una regia al femminile in corsa per il premio di Miglior Film agli Oscar 2021. Questa eccentrica e destabilizzante pellicola – prodotta da niente di meno che Margot Robbie e interpretata da Carey Mulligan – è stata presentata in anteprima al Sundance Film Festival nel gennaio 2020 e si è recentemente aggiudicata un BAFTA per la miglior sceneggiatura originale, oltre a comparire come candidata in ben 5 categorie Oscar.
Vendicarsi senza cadere nel torto
Questa non è la storia di una anti-eroina. Cassandra Thomas era una giovane promettente studentessa di medicina finché la sua miglior amica di infanzia, Nina, non si è tolta la vita dopo aver subito un torbido episodio di stupro nel campus universitario, peraltro rimasto impunito. Da allora Cassie, che è ormai sulla soglia dei 30 anni, sembra aver perso ogni prospettiva sulla propria vita e non pensare ad altro che a una cosa: avrebbe potuto fare di più, tutti avrebbero potuto, e invece nessuno l’ha fatto. Allora cerca di rimediare, di svegliare e intimidire più coscienze possibili. Così ogni sera, dopo aver finito il suo turno sottopagato in un bar rosa confetto, si trasforma in un’eroina notturna, dotata di tanti travestimenti e pochi superpoteri, se non quello di mettere chi si crede un bravo ragazzo di fronte alla propria miserabilità. Come? Semplicemente rivelandosi sobria!
Ma non solo, dopo un intermezzo di apparente felicità, la nostra eroina sa che prima o poi dovrà fare i conti col passato e cercare di redimere o punire tutti quelli che sono stati coinvolti nella tragica fine di Nina e, quando le si presenta l’occasione, decide di non tirarsi indietro. Mette in atto un piano meticoloso per vendicarsi di tutti i responsabili e quasi mai con la violenza: il suo è un sottile gioco psicologico che le permette di far comprendere agli altri le loro colpe, senza passare lei stessa dalla parte del torto. Forse anche perché, come dimostrerà il finale, alle donne non è mai veramente concesso di mostrare la propria rabbia e cattiveria senza poi essere doppiamente punite.
Tutto quello che Cassie vuole sono delle scuse e un ammissione che ciò che è stato fatto era sbagliato. È questo il vero scopo del suo percorso. È un percorso dove lei offre al prossimo redenzione o punizione.
La redenzione può derivare soltanto dal chiedere scusa, ed è così interessante come le persone non siano disposte a farlo.
(La regista Emerald Fennel intervistata per Vulture)
Questa capacità di vendicarsi senza mai abbandonare del tutto la luce è ciò che costringe il pubblico a stare irrimediabilmente dalla parte della protagonista ed è con buona probabilità la stessa caratteristica che porterà Emerald Fennel a confermare il suo BAFTA per la miglior sceneggiatura originale con il corrispondente Oscar.
Cifre stilistiche e Female Gaze
Promising young woman è stato dichiaratamente girato a basso budget per un totale di 23 giorni di riprese, tuttavia questo non gli ha impedito di essere ricercatissimo nella scelta dei dettagli e ricco di simbolismi. Il female gaze – letteralmente ‘lo sguardo femminile’, ma più genericamente una prospettiva cinematografica sul mondo dal punto di vista di una donna, meno frequente rispetto al più comune male gaze – è ciò domina la scena dal primissimo minuto. La sequenza iniziale, composta da una serie di primi piani di corpi maschili impegnati in un frenetico ballo in discoteca, sembra voler proprio mettere in chiaro questo concetto, quasi prendendo in giro la normale mercificazione del corpo femminile a cui siamo abituati.
Anche la scelta della palette pastello per il registro dei colori pare avere un motivo ben preciso e collegato al messaggio che vuole essere trasmesso. Sempre durante un’intervista per la rivista Volture la regista ha dichiarato:
Credo che la questione in questo film riguardi il nascondersi in piena vista. Uomini che si nascondono in piena vista, una cultura che nasconde le cose in piena vista (…)
E se c’è un espediente che le donne sono molto abituate a usare è proprio il trucco e l’abbigliamento. Quindi era importante che Cassie sembrasse innocua, dolce e femminile, proprio come lo deve sembrare il film.
(Dichiarazione di Emerald Fennel intervistata per Volture)
In sostanza si addolcisce la pillola per sconvolgere meglio al momento giusto.
Coerentemente con questo filo logico, gli attori scelti per interpretare i presunti bravi ragazzi che la protagonista dovrà smascherare rappresentano quelli che per anni sono state le cotte televisive di una generazione, e che proprio per questo ci feriscono molto di più coi loro comportamenti inaccettabili. Alcuni esempi? Adam Brody, il mitico Seth Coen di The O.C. e Max Greenfield, che per 7 stagioni ha dato il volto a Schmidt in New Girl, di cui onestamente sembra aver mantenuto qualche caratteristica anche in questa performance.
Infine la colonna sonora, vera ciliegina sulla torta di quest’opera, è un’immersione nella cultura pop contemporanea e degli anni 2000, che con brani quali Toxic di Britney Spears e Stars are blind di Paris Hilton continua la doppia missione di esaltazione e rottura del binomio femminile-frivolo.
Insomma, se una cosa è certa su Promising Young Woman è che non avete visto mai nulla di simile, e proprio quando penserete che stia scadendo nella banalità sarà quello il momento in cui vi lascerà di stucco.
Dove e quando vederlo
Purtroppo a causa della pandemia l’uscita in sala di Promising Young Woman, o come è stato tradotto in Italia Una donna promettente, è stata ritardata. Ufficialmente dovrebbe debuttare al cinema il 29 aprile 2021, sempre che questi possano aprire. Per quanto riguarda i servizi streaming al momento non c’è nessuna notizia ufficiale su una futura disponibilità, che forse si inizierà a intravedere dopo la data di uscita in sala.
il_pipistrelloh
(instagram: @il_pipistrelloh)
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tarditardi · 4 years
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ADW10 "Faccio After" / aiutiamoci tra noi
ADW sta per AllaDiscoWeekend...  Sono decisamente incasinato a scrivere l'eBook benefico "Faccio After". Spero di pubblicarlo all'inizio di giugno. A chi andranno i soldi? Solo e soltanto a dj ed artisti dell'intrattenimento in difficoltà. L'ebook costerà 10 euro. Come sceglierò a chi donare i (pochi) soldi raccolti? E' l'unico tassello che ancora mi manca ma pian piano sto capendo come fare e cosa fare, ovviamente di testa mia e mettendoci la faccia.
Purtroppo, oggi non c'è, ripeto non c'è, un'associazione che aiuti dj ed artisti in difficoltà. Ci sono diversi sindacati di dj, c'è il SILB, c'è Asso Intrattenimento, ma a differenza del Nuovo Imaie o SIAE, che almeno un po' i loro associati li aiutano, nessuna associazione di artisti, dj e simili oggi ha le spalle così larghe da poter aiutare chi è nella melma.
"Faccio After" nasce per questo. L'idea è quella di dare nuovi stimoli creativi a chi sa far divertire e nel frattempo aiutare chi, in tempo di pandemia, non sa affatto quando potrà riprendere a lavorare. Per troppi anche solo i 600 euro promessi dallo stato non sono che un miraggio. Io (che verso l'INPS con regolarità dal 1996) per ora non li ho visti, ma posso farne a meno, per ora. Tanti, tantissimi no.
E siccome "Faccio After" sicuramente non incasserà abbastanza per dare un aiutino anche solo simbolico a tutti quelli che ne avrebbero bisogno, l'idea principale è soprattutto quella di aiutarci tra noi. Telefoniamo a quell'amico che già faceva poche serate a gennaio, a quel collega bravo ma un po' sfortunato, a quel titolare che aveva già i debiti a gennaio... Una chiamata e magari, perché no, un piccolo aiuto economico, cambiano l'umore. Danno speranza. Può tornare la voglia di fare. C'è già chi sta facendo queste cose, il mio è solo uno stimolo in più.
E, piccolo dettaglio, come cappero sarà "Faccio After"? Sarà un manuale "completo", dalla A alla Z, per diventare meglio di David Guetta o magari fare qualcosa di più divertente con meno concorrenza. Tipo il dj resident, il performer, la ballerina o il ballerino, il door selector, il vj, il social media manager, il PR, l'art director, il comunicatore per dj, festival, il badante ovvero il personal manager... Sarà una roba tutta da ridere, molto seria quindi. O viceversa.
Ci saranno tante star,  del mixer  e non, e ci saranno le idee di professionisti che possono rappresentare un bello spunto per chi inizia o vuol ripartire. Chi vorrà dare il suo contributo scrivendo o facendosi intervistare ci sarà, con le sue stesse parole, altrimenti di quelli che credo contino scriverò comunque... Ad esempio, Lorenzo Jovanotti, Vasco Rossi e Gigi D'Agostino ci saranno senz'altro, se vorranno scrivere due righe di loro pugno ancora non so. Ciò che so e penso di loro credo possa essere utile e pure divertente. Il punto è che solo chi sarà presente in "Faccio After" conta qualcosa. E quindi tutti gli addetti ai lavori dovranno comprarselo per sapere se la loro vita ha un senso.
Sulla mia stendiamo un pietoso velo. La bella ragazza che vedete qui, fotografata ad un party Vida Loca, non ci sarà, in "Faccio After" ed è un vero peccato.
Lorenzo Tiezzi x AllaDiscoteca
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E’ in arrivo Modus Dj feat. Andrea Love - Come On and Go With Me (Purple Music) - quando? Presto... intanto puoi cliccare https://www.mixcloud.com/modusdjofficial/ e ballare e/o molto bene.
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AllaDiscoteca.com e AllaDiscoWeekend sono pubblicati da ltc - lorenzo tiezzi comunicazione lorenzotiezzi.it
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fiumestige · 7 years
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[TRADUZIONE]Taemin Talks 'MOVE,' Gender Stereotypes & Pushing the Boundaries of K-Pop
Taemin parla di ‘MOVE’, stereotipi di genere e spingere i limiti del K-Pop. Traduzione a cura di FiumeStige. Se prendete creditate, grazie mille.
“Voglio andare oltre a come è comunemente percepito il K-pop e attraverso “MOVE” sono stato in grado di mostrare un concept più al limite, più potente.” Ha detto taemin a Billboard riferendosi alla sua nuova canzone. “E non solo, ma riguardo al genere, credo che tutto il pubblico in grado di apprezzare e ascoltare qualcosa di differente dalla maggior parte del resto del k-pop”. Sottilmente sensuale, l’ultimo singolo del membro degli SHINee è un retro-vibing R&B che tenta di spingere i limiti di ciò che il K-pop è nel 2017. Guidando l’album verso la terza posizione della classifica World Album, la traccia è stata rilasciata con 3 MV focalizzati sulla coreografia volta a rompere gli stereotipi di genere e i limiti artistici nel K-pop. Inizialmente “Love” sarebbe dovuta essere la track promozionale, ma è stata sostituita da “Move” perché Taemin ha creduto che la prima non fosse in grado di mostrare la sua identità nel modo in cui sperava. Con un sapore anni ’80 che richiama i bagliori artistici di Michael Jackson e George Michael, il ritmo groovy di “MOVE” accoppiato a movimenti ipnotici della danza è stato l'ultimo tentativo del cantante di creare un tipo di musica in cui spera l’industria pop coreana possa dirigersi. ome membro di una delle K-pop band più famose, Taemin può sembrare un improbabile sostenitore per mettere in discussione i preconcetti del settore. Ma è proprio questo guardare in avanti, l’attitudine alla sperimentazione che hanno fatto restare gli SHINee nella grandezza così a lungo. “Dal mio debutto (con gli SHINee nel 2008), ho sempre pensato di voler essere qualcuno che si sfidasse con cose nuove e questa motivazione mi ha spinto anche con la mia attività solista.” Ha detto. “Voglio essere quel tipo di persona capace di provare sempre qualcosa di novo. Voglio sperimentare di più e sfidarmi di più in generi ed elementi differenti e portare nell’industria cose che nessun altro fa. Voglio avere un buon impatto nel mondo musicale del K-pop. ” Lavorando con la coreografa giapponese Koharu Sugawara e un team di ballerine, la coreografia di “MOVE ” è piena di movimenti fluidi e manca la scintilla aggressiva che caratterizzano molte performance contemporanee. è intenzionale, per Taemin, utilizzare la sua figura flessuosa come punto di salto per contrastare le nome di genere tipiche in molti balli K-pop.“ Il mio obiettivo era quello di trovare un terreno comune, mescolando contemporaneamente i movimenti maschili e femminili nella coreografia”. “La mia struttura fisica è quella di un ballerino. Non è troppo mascolina o muscolosa e voglio trarne vantaggio. Ho pensato di poter mostrare le linee morbide come quelle di un ballerino classico aggiungendo sottigliezza alla coreografia. Voglio spezzare l’idea di come un performer maschio dovrebbe essere. Di come una performer femmina dovrebbe essere. Voglio davvero rompere queste etichette mostrando che la danza è una forma d’arte. ” Rilasciando 3 differenti MV insieme, era qualcosa che Taemin voleva fare per cercare di mostrare i differenti elementi di “MOVE”. “Sono diventato un po’ avido” Ammette con una risata timida. “Mi sono focalizzato sul portare sfumature nella musica, anziché grandi movimenti. E’ stata anche una decisione strategica dare l’idea che la coreografia fosse possibile e impossibile allo stesso tempo.” Oltre al suo tentativo di rompere stereotipi di danza, in "MOVE" sono state incluse scene mascherate che corrispondono alla visione di Taemin per un settore K-pop dove gli artisti non sono legati alla loro immagine come è attualmente. In parte questo, è stato ispirato da SIA, una dei suoi musicisti preferiti e al suo approccio a una musica “senza faccia”. Dice “Vorrei davvero ce i miei fans capissero che l’aspetto non conta. Molti dei fan del K-pop tendono a reagire a ciò che c’è al di fuori, io voglio far vedere che ciò che sei dentro è più importante.” Mentre è motivato da un desiderio personale di mostrare idee differenti di cosa significa essere un artista K-pop, Taemin ammette che questa voglia di espandere il proprio stile musicale e performativo è in parte dovuto al fatto che nessuna bolla di popolarità è eterna. Stando all’artista, anche se la presenza della musica coreana all’estero sta crescendo, lo slancio non può durare per sempre. “il K-pop ha raggiunto il massimo della sua popolarità, quindi in futuro, ci sarà un momento in cui ci sarà un declino.” Riflette.”Penso che molti artisti, incluso me, hanno bisogno di focalizzarsi sul portare nuovi stili e nuove cose sul mercato, anziché focalizzarsi su ciò che è stato già fatto. Il nostro scopo dovrebbe essere quello di rendere il kpop più stabile e meno incline a fluttuazioni musicali.” Questa intervista potete trovarla tradotta anche nel forum Subita
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saggiosguardo · 6 years
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Recensione: Apple Watch Series 3, diverso ma pur sempre lo stesso
Ieri sera mi sono detto: vorrei tanto scrivere qualcosa di interessante sull’Apple Watch. Stamattina mi sono accorto che non è poi così facile. Se date un’occhiata allo storico delle mie recensioni noterete che ho pubblicato solo quella del primissimo modello. L’ho preso in Inghilterra quando ancora non era disponibile in Italia, giusto per capire se mi potesse piacere. Ebbene, è stato così.
Ho venduto quel 38mm Sport ed ho comprato il 42mm in acciaio, che ho tenuto con me fino a poche settimane fa. Ad un certo punto ne avevo tre, contando quello e i due successivi. Mi piaceva cambiare stile e colore in base all’abbigliamento ma era un bello spreco. Inoltre ho sempre preferito l’acciaio, per cui li ho venduti tutti ed ora ho solo quello di terza generazione con LTE. Ho spiegato come e quale ho preso affinché funzionasse anche in Italia in un precedente articolo, per cui quel tipo di domande o approfondimenti direi di dirottarli lì.
Con tutti questi Apple Watch, a cui si aggiunge quello rosa da 38mm che usa mia moglie, resta da capire perché ho pubblicato solo la recensione del primissimo esemplare. Non c’era più niente da aggiungere? Non saprei, non ho una risposta secca, anche se ci sono diverse motivazioni di circostanza da poter addurre, eppure credo che la verità sia un’altra: è un prodotto che è migliorato tanto ma non è cambiato per nulla. Il design è sempre lo stesso, lo schermo e le dimensioni pure, le modalità d’uso sono sommariamente simili e rimane ancora inferiore per estetica ad un bell’orologio meccanico e per funzioni fitness rispetto ad un prodotto dedicato (come quelli di Garmin, tanto per citarne uno). Sto dicendo che avere il primo o il terzo sia indifferente? Assolutamente no.
I miglioramenti avuti nelle tre edizioni si sentono tutti. E intendo proprio con le orecchie, visto che il primo è la voce di Siri. È stata una delle mie principali lamentele sulle prime due edizioni, perché ci costringeva a guardare lo schermo per leggere il feedback alle nostre richieste. L’altro elemento nettamente migliorato è la batteria, che ora dura più o meno un paio di giorni. Con tutte le nuove funzioni dovute agli aggiornamenti di watchOS e con un po’ di anzianità alle spalle, quello di prima generazione ormai arrivava a sera con grande fatica, per cui questa maggiore longevità è assolutamente gradita. Per giunta mi ha concesso di usarlo in un modo completamente diverso di cui parlerò poco più avanti. La velocità del SoC è migliorata pure tanto, così come la memoria, ed è un aspetto che mi tocca molto anche se vedo solo una parte dei vantaggi.
Avete presente la classica home dell’Apple Watch con tutte le icone delle app circolari? Beh, io ci vado una volta al mese o forse meno, non ricordo neanche che aspetto abbia. Ritengo che lo smartwatch sia un dispositivo perfetto da usare per ricevere informazioni (diciamo pushed) e non per richiederle (pulled). Per questo motivo non ho apprezzato tanto il più veloce avvio delle app, ma le performance superiori non servono solo a quello. Usando il primo esemplare notavo come anche le animazioni delle schermate, oppure il tempo di risposta alla pressione di un pulsante o all’avvio di Siri fosse più lento. Diciamo che ora è come sarebbe sempre dovuto essere, anche se questa affermazione ha molto meno senso di quel che si possa immaginare, visto che le nostre attese si adeguano all’evoluzione hardware con il passare del tempo.
Piuttosto spiacevole il fatto che i primi esemplari non fossero resistenti all'immersione, almeno non ufficialmente. Più di una persona ha dimostrato che in realtà lo erano, anche se con un po’ di difformità da modello a modello, per cui meglio non rischiare. Ora abbiamo la "certezza” di poterci fare la doccia o le vasche con l’orologio. Tuttavia io continuo a non farlo, così come non era mia abitudine anche con gli orologi tradizionali. Mi dà fastidio e penso che anche il contatto continuo con sapone o shampoo bene non gli faccia. Ad ogni modo, è di certo una grande utilità più che altro perché rappresenta un pensiero in meno. Ammetto di non potervi dire molto sulle funzioni fitness di questo prodotto, poiché non ho modo di fare sport da alcuni anni a questa parte. Tuttavia trovo molto piacevole monitorare i passi o il consumo di calorie, pur considerando che non mi aspetto una precisione categorica. In quel caso, forse, potrebbe essere meglio rivolgersi altrove. Non sono uno di quelli che controlla continuamente i “tre cerchietti” dell’attività ma vedere un vuoto in quelle poche occasioni in cui non l’ho indossato dà fastidio. Posso immaginare quanto la cosa possa dare dipendenza a chi è più attento di me a questi aspetti ed è una delle tante ragioni che possono far avvertire come indispensabile l’Apple Watch. Ora che ha pure il GPS è certamente un miglior partner per chi si allena. Odio invece quando mi consiglia di respirare ed ho disattivato quella funzione. Capisco cosa intenda ma la notifica mi faceva innervosire, che è l’esatto contrario del suo scopo.
Esteticamente l’Apple Watch è… l’Apple Watch. Appena uscito tendevo a confrontarlo con i classici orologi e questa forma squadrata mi dava un po’ fastidio. Anche oggi fatico a considerarlo davvero bello, però ne si apprezza l’utilità una volta che ci si fa l’abitudine. Bene o male, tutte le implementazioni che ho visto su schermi circolari risultano meno pratiche e ottimizzate di questa. Mi piacerà di più quando sarà più sottile, con bordi ancor più ridotti e schermo leggermente più grande. Sarà forse il modello del 2020, ma ci arriveremo. Un design stazionario ha il vantaggio di non far sembrare vecchi i precedenti esemplari, e mi sembra un ragionamento logico per un prodotto del genere. Dopotutto ci vuole poco a ringiovanirlo con nuovi cinturini, tant’è che Apple ormai realizza proprio le collezioni stagionali come si farebbe nel settore della moda. Non è facile trovare chi abbia speso più in cinturini che nell’orologio stesso, specie se decide di prenderli originali. Io preferisco i “compatibili” perché cambio spesso, ma devo dire che col tempo ho imparato ad apprezzare anche il loop in maglia milanese, che all’inizio proprio non mi andava giù. Anzi, è uno di quelli che uso più spesso ultimamente. A parte tutto, la vera comodità è il sistema di sgancio ed aggancio dei cinturini, che ci consente di cambiarli davvero in un attimo e senza alcuno sforzo.
Carini alcuni nuovi quadranti, sempre più diffuse le “complicazioni” che ci consentono di accedere a funzionalità di terze parti già dalla schermata orologio. Io uso spesso quella Hue per le luci smart e mi risulta comoda specie di notte quando non voglio chiedere a Siri. Ecco, su questo aspetto secondo me c’è ancora del lavoro da fare. È sempre un po’ una ginnastica star dietro ai tempi dell’assistente vocale. Certe volte parte dopo 2 secondi da quando si preme la Digital Crown, certe volte all’istante e non si è preparati. Va un po’ meglio con “Ehi Siri” (che richiede prima di portare lo smartwatch a vista attivando lo schermo), ma anche lì non è insolito che decida di troncare improvvisamente il riconoscimento mentre ancora stavamo parlando. Poi ci sono casi in cui risponde subito, altri in cui rimane in pending per diversi secondi senza nessuna apparente motivazione. Inoltre dovrebbe funzionare anche l’aggancio al Wi-Fi ma quando siamo fuori portata dallo smartphone difficilmente riesce a funzionare la connessione internet pur essendo nella stessa rete wireless. Diciamo che, in sintesi, di lavoro per migliorare le cose se ne può e se ne deve fare ancora tanto. Però i consigli credo li stiano recependo, infatti adesso se si vuole mandare un messaggio si può “dialogare” con Siri e non è più richiesta una continua interazione con lo schermo come avveniva ai tempi delle prime due release di watchOS.
La batteria, dicevo, è uno degli aspetti che più apprezzo degli ultimi esemplari. Dura effettivamente molto di più e consente un utilizzo più smart. In realtà di norma lo mettevo sempre in carica la sera e per chi ha questa abitudine la durata in più potrebbe essere del tutto irrilevante. Per me le cose sono cambiate tanto quando ho avuto un piccolo problemino cardiaco – per fortuna nulla di grave – ed ho deciso di monitorare il battito anche durante il sonno. Premesso che il monitoraggio non può essere preciso e del tutto continuo, fornisce comunque un quadro piuttosto veritiero a patto di indossarlo nel giusto modo. Non si deve tenere troppo “lento”, ma neanche stretto da dar fastidio, anche se poi qui si entra nelle sensazioni personali che possono variare molto. A me non sta dando fastidio, specie utilizzando i cinturini Sport originali, ma spesso dormo anche con quello in acciaio e non mi disturba affatto. Per monitorare il tutto uso HeartWatch ed AutoSleep, due app davvero ottime che non posso che consigliare vivamente. Ma se la notte lo indosso e il giorno pure, quando lo ricarico? È qui che entra in gioco la buona autonomia dell’Apple Watch 3 (almeno senza usare il modulo LTE). Io lo metto in carica una trentina di minuti la mattina, mentre faccio la doccia, la barba e mi vesto, e di norma questo mi basta. Un paio di volte a settimana gli devo dare una ulteriore spinta e lo faccio la sera prima di andare a letto, quando la vedo sotto il 40%. Non è una cosa che mi crea ansia e non sto lì a controllarlo costantemente: è molto semplice riuscire ad averlo sempre carico staccandolo dal polso per pochissimo tempo.
Conclusione
Qualche giorno fa gli amici di EasyApple hanno lanciato un sondaggio chiedendo agli ascoltatori se l’Apple Watch avesse creato in loro una “dipendenza”. Non mi ha affatto stupito leggere che oltre il 60% dei votanti ha detto sì, perché io stesso lo avverto come un dispositivo fondamentale e ne sentirei la mancanza. La cosa bella è che ognuno può avere motivi diversi per giungere alla medesima conclusione: non necessariamente si devono ricevere tantissime notifiche al giorno come me, evitandosi mille volte di accendere lo smartphone solo per leggere o rispondere (e qui c’è ancora lavoro da fare per le app di terze parti); non necessariamente si deve andare a correre o fare attività sportiva tutti i giorni per apprezzare il monitoraggio del movimento e delle calorie bruciate; ancora, non necessariamente si deve avere un problema cardiaco o di stress per gradire un costante e non intrusivo controllo della regolarità del battito. So che potreste continuare anche voi con altri esempi, ma il punto è che rimane un accessorio e, come tale, non si potrà mai considerare indispensabile. È questa la sua più grande differenza rispetto allo smartphone, che oggi è effettivamente una necessità oltre che comodo. Al punto che nei paesi emergenti è più facile avere solo quello come unico dispositivo di accesso all’informazione, escludendo sia TV che giornali che computer. L’Apple Watch è una comodità, non c’è dubbio, è può impattare più o meno sulle persone in base alle loro abitudini. L’unico aspetto da considerare è che difficilmente si può intuire quanto lo si potrebbe apprezzare senza effettivamente usarlo per almeno un mese. Io non mi immagino più ad usare altri orologi e non sto più neanche provando smartwatch Android perché togliere l’Apple Watch significherebbe perdere continuità nel monitoraggio. Direi che questo è il risultato più importante che Apple potesse raggiungere nei miei confronti.
PRO Design pulito e costruzione molto curata Display eccellente per colori, luminosità, risoluzione Cinturini molto pratici da sostituire  Ancora più veloce e reattivo  Finalmente Siri ha un feedback vocale Pratica corona digitale per la modifica dei parametri Buona gestione delle notifiche Cardiofrequenzimetro preciso e più costante Comandi sempre più semplici ed efficaci Interfacce chiare e complete Utile Force Touch per le funzioni aggiuntive Animazioni di sistema molto gradevoli Quadranti multi-funzione personalizzabili con complicazioni Si può usare anche per le telefonate È resistente all'acqua e agli schizzi Pratico sistema di navigazione turn-by-turn  Buona autonomia
CONTRO Prezzo elevato dei modelli acciaio Fluidità di Siri ancora da perfezionare  Usare LTE riduce drasticamente la batteria (e ancora non si sa quanto costerà in Italia)
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