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#e fuori piove
catsloverword · 5 months
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E comunque, fuori piove ed io sul divano, sotto la coperta, ne ascolto il rumore...
Tu qui, con me, nel 💜 sei presenza morbida, calda, mai invadante, ma costante...
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la-scigghiu · 2 years
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Credo che l'amore intenso, sia il sogno di tutti noi. Non sempre siamo capaci di viverlo. O forse non sempre i momenti sono quelli giusti.
A volte la paura ci frega.
.🦋.
Silvana Stremiz
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givemeanorigami · 7 months
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Avete presente il sindaco di Halloweentown su di giri perché mancano solo 365 giorni al prossimo Halloween? Ecco, io vorrei capire come sta Il Sindaco il giorno prima, quando ci sono le ultime cose da provare e si spera tutto vada come deve.
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pgfone · 3 months
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E fuori piove....
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mynameis-gloria · 3 months
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Venerdì: il mio meritato giorno di riposo è finalmente arrivato, per pura casualità caduto giusto l'8 marzo. Festeggiato svegliandomi comunque presto ed andando a prendermi cura di me stessa, in palestra, sbollendo nervosismo e cattivi pensieri. Ricevuto quel fiore vivace dal profumo intenso, da mio fratello, sorprendendomi in cucina con un bacio sulla guancia mentre preparavo il pranzo. Sorriso e pensato a quanto sia cresciuto. Gustata il mio riso con pollo e verdure, senza compensazioni, senza pensare alla cenetta di stasera fuori dai piani, e tutto non da sola, questo lo devo dire. Permettermi di stare sul divano e godermi qualche episodio di serie tv iniziate, rivisto foto che mi han fatto venire voglia di mare pelle abbronzata e piedi sporchi di sabbia. Quella bowl per spuntino era deliziosa. Ora piove, sono avvolta nella copertina con un libro davanti e finisco di godermi questo calmo venerdì
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biancarondine · 27 days
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Vedi, le persone sensibili sono quelle che preferisco. Hanno un equilibrio che varia ogni giorno, forse ogni ora, meglio ancora ogni minuto. E vivono tutto come viene, le emozioni come capitano, con il rischio di soffrire tanto e bruciarsi troppo.
Amano il rischio e odiano la monotonia.
Potresti dare loro tutto il tempo che vuoi, ma se non hai lo stesso cuore, la stessa anima, la stessa fragilitá, potrebbero anche preferire la solitudine a te.
E non perché tu sia sbagliato o loro siano sbagliati.
Semplicemente perché le persone sensibili hanno bisogno di qualcuno accanto che abbia lo stesso cuore, la stessa anima e la stessa voglia di affrontare ogni giorno.
Le persone sensibili amano il rischio e odiano la monotonia. Tutto ciò che si ripete, non va.
Hanno bisogno di sentire vivere le emozioni anche quando la vita si ferma, devono sentire scorrere nel sangue la musica dell’amore anche quando fuori piove e si abbassa l’umore.
Non puoi controllare un animo incasinato, mettendo a tacere i casini, lasciandolo in silenzio.
Le persone sensibili hanno la vita piena di casini, ma è stupenda per questa, sono fondamentali i casini.
Devi accompagnarli, viverli, ascoltarli, comprenderli, stravolgerli.
Per stare con una persona sensibile:
Devi avere la voglia di rompere i silenzi, di offrire alternative quando sembrano non esserci, devi avere creatività nel mandare avanti un rapporto ogni giorno, avere l’onestà di non fare cazzate, di non tradire la fiducia perchè per loro è fondamentale.
La fiducia, la sensibilità e la complicità sono le basi. E se tu non hai questi valori, non potrai stare con una persona sensibile.
E non perché non sei all’altezza, ma i vostri cuori non battono alla stessa frequenza, c’è chi viaggia di abitudine e chi viaggia di spontaneità.
Questa è la differenza.
Le persone sensibili sono questo.
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catsloverword · 3 months
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Come quando fuori piove...
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babvdxll · 10 months
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fuori piove e io vorrei solo un po’ di coccole e addormentarmi mentre qualcuno mi accarezza i capelli
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cappottoestivo · 3 months
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La domenica mi piace cominciarla in silenzio. Con il freddo sotto i piedi e il profumo di caffè. Mi pare sempre un buon modo, e poi ho la sensazione che sia un discreto supporto psicologico in previsione del lunedì. Oggi piove anche, e la pioggia mi coccola sempre. La realtà è tutta fuori. Qui è tutto quasi perfetto, il quasi racchiude un mondo, che però, al momento ho deciso di silenziare. Da domani, da domani ricomincio. Domani. Per ora l’unica realtà che riesco ad affrontare sono i miei piedi freddi.
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mucillo · 3 months
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Vittorio Arrigoni detto Vik è stato un attivista, giornalista e scrittore italiano. Sostenitore della soluzione binazionale come strumento di risoluzione del conflitto israeliano-palestinese, nonché pacifista, si era trasferito nella Striscia di Gaza per agire contro quella che definiva pulizia etnica dello Stato di Israele nei confronti della popolazione araba palestinese.
Sembra oggi ma parliamo di 25 anni fà
Una lettera di Vittorio del 02 marzo 2009 due anni dopo fu assassinato.
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Vittorio tornato a Gaza
«E alla fine sono tornato.
Non sazio del silenzio d’assenzio di una felicità incolta
accollata come un cerotto mal riposto su di una bocca che urla.
Non potevo fare altrimenti.
Essere ferito, venir rapito, derubato della propria missione, incatenato e imprigionato in un lurido carcere israeliano,
quindi deportato a forza su di un aereo verso Milano
senza neanche la pietà di mettere ai miei piedi nudi e martoriati dalle catene un paio di scarpe,
non è certo la conclusione auspicabile per il compito solenne e di riscatto umano che ha impegnato gli ultimi mesi della mia barocca vita.
Il leone accumula stagioni e cicatrici,
non ha certo il passo slanciato di una volta,
ma non abbassa di un pelo la criniera.
Poggiando il primo piede sulla terra di Gaza, per la seconda volta, sbarcando, come un Armstrong esiliato,
ho ruggito, eccome,
devono esser tremati i vetri delle finestre pure a Tel Aviv.
Fiero del mio passato, non curante del mio presente.
Perché è questo il tempo di spendersi, piuttosto che accaparrarsi un futuro agiato e comodamente distorto,
a quelle vittime innocenti a cui non abbiamo concesso neanche l’ascolto, per un attimo,
delle loro grida di dolore.
Spendersi affinché ogni diritto umano sia rispettato.
Tutto il resto non ha più importanza, semmai ne abbia mai avuta una.
Bisogna saper riconoscere la matrice della propria anima,
anche se ciò è spaventevole e significa solitudine, ostracismo, utopia, Don Chisciotte,
ingratitudine anche da chi verso cui si è dato tanto, si è speso tutto.
Ad aspettare nel fuoco si rischia di bruciarsi.
Ecco allora il perché della scelta dei miserabili, dei reietti, dei condannati,
essi sono ancora capaci di lealtà, di gesta aggraziate e di generosità audace, alle soglie della fine del mondo.
Reietto e miserabile la vita mi ci ha costretto,
sono tornato a casa.
Natale a Gaza pare un funerale.
E non esclusivamente perchè oggi ad un funerale effettivamente ci sono stato,
il vicino di casa di Fida, nostra coordinatrice ISM,
è stato ridotto in brandelli, in tanti piccoli pezzettini di carne lacera da un colpo di carroarmato israeliano.
Piove lacrime amare il cielo di Gaza in questi giorni di lutto e terrorismo da oltreconfine.
Si ascoltano i rutti delle minacce di imminente strage da Lvni e si trema dal freddo
(senza + gas, senza + gasolio, senza + energia elettrica).
Si odono i cingoli di Netanyahu sulle ossa dei palestinesi ammazzati ieri e di quelli a venire.
Lvni e Netanyahu in marcia funebre verso le prossime elezioni israeliane,
il teorema è semplicistico, ma purtroppo realistico,
vincerà chi porterà in dote ai propri elettori più teste palestinesi mozzate.
One head one vote.
A Gaza è come se si fosse in autunno,
e io sono nato sotto il segno dell’autunno.
Per cui se fuori piove,
perdonatemi,
a volte piove anche dentro.
Restiamo umani.
Vostro Vik dalle tenebre dell’assedio.»
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sophie-blanceur · 3 months
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Le sei le sette le otto le nove
le ore passano e fuori piove
io qui distesa sul mio divano
ti aspetto e scivola lenta la mano
che in preda al gioco di tentazioni
smuove l’ostacolo dei pantaloni
e trova un lembo di pizzo nero
difesa debole scudo leggero.
L’umida preda la mano cattura
la lotta sarà lunga sarà dura
oramai è passata quasi un’ora
ma non è stanca ne vuole ancora.
La chiave nella toppa si rigira
entri mi vedi e un pensiero ti attira…
Chiara Moimas
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francesca-70 · 6 months
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Succede che una mattina ti svegli e vedi che fuori non piove più e allora ti chiedi – beh? Che è successo?
Ecco, quella mattina successe a me che da tanto tempo non amavo, ma non per chissà quale motivo, non amavo e manco io sapevo il motivo preciso, ma forse sì che lo sapevo: che senso poteva avere per me l’amare se non amare che te?
Quella mattina io avevo una gran voglia di dirti – ti amo -, almeno credo.
Quanto mi manchi amore mio. Certo, io lo sapevo già dentro di me di questa cosa che mi manchi ma l’ho capita bene solo quando fuori ha smesso di piovere e a me mi giocava il cuore.
avanti, bisogna comunque provarci o almeno provo a convincermi che bisogna provarci.
Fossi riuscito a dirti ti amo oggi me ne fotterei della pioggia che smette o che non smette, facesse cosa cavolo vuole la pioggia, fossi riuscito a dirti ti amo io ora non sarei qui a pensare a dimenticarti senza cancellarti.
Sei incancellabile tu.
Sei come quelle macchie di inchiostro sul taschino della camicia, solo che sulla camicia ci puoi mettere una giacca, un maglioncino, ma su di te cosa ci posso mettere?
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Charles Bukowski
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limoniacolazione · 8 months
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Ieri (casualmente era pure la giornata mondiale delle malattie mentali) è stato un anno tondo dalla mia prima crisi, quella che ha fatto capitolare me e il resto intorno. Me ne sono accorta solo oggi, perché nel mare magnum della depressione ogni giorno è uno di troppo e tutto si assomiglia. Poi ottobre è il mese che è e di date nella memoria ce ne sono già due: il 20, che è morto S., il 25, che è morto L. "Ogni giorno è un anniversario", diceva zia Rosa, che di gente ne aveva persa parecchia e passava i mesi a ricordare nascite e morti, fino a quando poi non se n'è andata pure lei.
Il mese prossimo una commissione medica si riunirà per decidere se sono depressa abbastanza. Non so da che cosa determineranno la mia volontà di stare al mondo o meno. Non è come un osso rotto in una radiografia o un neo dai contorni non definiti. Ci riuniremo quindi su un ponte e mi chiederanno di saltare? Mi aspetteranno in seduta plenaria col cappio pronto?
Per me non è questione di abbastanza. Non è questione di bianco o nero: la mia depressione è un eterno grigiore in cui nulla accade. L'atmosfera è talmente pesante che gli arti non si sollevano più. Un cielo plumbeo che però non piove mai (dentro di me).
Non è questione di combattere, né di mollare e neppure di resistere. Ho lasciato cadere il coltello, che comunque non ho mai tenuto dalla parte del manico. Ho alzato le mani in segno di resa, ma non è neppure questione di arrendersi. Non è questione neanche di ricordare, di segnare di rosso un numero nel calendario o di stracciare le pagine dell'agenda una dopo l'altra. Non è questione di riempire, sostituire, distrarsi. Pure se faccio tutte queste cose (fuori da me): guardo film, disfo cartoni, cucino, mangio, leggo, rido.
Lo sapranno, quelli della commissione medica, che sono un'artista del camouflage? E certo rido, leggo, mangio, cucino, disfo cartoni, guardo film, ma non esco di casa, non ascolto la radio, non getto l'occhio sulle pagine del giornale. Che sarebbe troppo, mi dico, aggiungere al mio il dolore degli altri.
Faccio lo slalom tra gli annunci dei social che mi chiedono aiuto per costruire un ospedale per i koala investiti sulla tangenziale - per i bambini che muoiono di fame - per chi fa la guerra e chi la subisce - per il long COVID - per distruggere le cimici dei letti che invadono Parigi - per salvarle, le cimici dei letti. No, non è neppure questione di agire o di chiudersi a riccio e lasciare il mondo andare a farsi fottere. Non è questione di girarsi dall'altra parte, né di guardare il pericolo negli occhi. Non è questione di dire qualcosa o dare la propria opinione (quanto di farsene una). Non è questione di problem solving.
Non è per forza questione di morire. Non è certamente questione di vivere. È questione di liberare spazio, di imbiancare la tela, di restare sgombri, di alleggerirsi per poter almeno galleggiare, oppure, al contrario, di immergersi completamente.
E quando penso ad immergermi mi viene in mente, chi lo sa perché, Ragnar Kjartansson e la performance audio-visiva "The Visitors". Forse è la vasca da bagno, oppure cantare all'infinito "Once again I fall into my feminine ways", come fosse un sortilegio per cadere, sì, e poi riuscirne intatti, liberi, leggeri.
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fuorigelo · 5 months
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domenica e fuori piove sotto il plaid guardo un film con papà mi accarezza la mano così mi addormento
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fuoridalcloro · 5 months
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Resta con chi è presente. Per un buongiorno sincero, un "come stai?" senza fini, un "hai mangiato?" semplice e diretto.
Rimani con chi è stato al tuo fianco nei giorni neri, quando hai parlato soltanto tu e hai ascoltato poco, quando le ferite erano così profonde che non sapevi dove e come gridare.
Resta ferma, presente a te stessa e riconoscente ai fedeli guardiani del tuo cuore, alle compagnie delle tue ore di silenzio, al tuo buio, alle risalite faticose e alle speranze.
Resta con i pochi, quelli che aspettano un tuo cenno per ingranare la giornata, rimani attenta e lucida all’istinto che parla al cuore e lo mette in guardia, apri le orecchie a ciò che senti dentro e non fuori, resta a te stessa, perdonati, fai pace con gli sbagli, voltati e sparisci, fai spazio al presente e spera nel futuro. Le ferite vanno lasciate scoperte per guarire. Non temere il dolore, fallo seccare alla luce del sole e se piove brilla tu per cacciarlo via, meriti di essere serena.
-Tatiana Andena-
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lesolitecose · 28 days
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Un tipo che mi fa sangue mi ha chiesto di uscire, ma fuori piove e fa freddo, dovrei accettare? Boh.
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