The Last Emperor (Movie Review) | An Informative Historical Drama
36 years ago this week the epic portrayal of an Emperor, a citizen's life graced our screen and here's my review of The Last Emperor
#TheLastEmperor #ThrowbackThursday #MovieReview
Bernardo Bertolucci (Director), Puyi (Novel)CASTJohn LoneJoan ChenPeter O’TooleYing RuochengVictor WongDennis DunVivian WuRyuichi SakamotoBased on From Emperor to Citizen, The Autobiography of Aisin-Gioro Pu Yi by Puyi
Review
I’ve been aware of this movie for a long time but only recently saw it when one of my local movie theatre put it back on the big screen. This Academy Awards winning…
View On WordPress
0 notes
Le cinque stagioni, sceneggiato natalizio della Rai
Alla fine del 1976 la Rai, per il periodo del Natale, trasmise lo sceneggiato in quattro puntate, diretto da Gianni Amico, che ne fu anche lo sceneggiatore con Enzo Ungari e Arnaldo Bagnasco, Le cinque stagioni.
Nella storia, ambientata in un ospizio, sono cinque sono le stagioni meteorologiche narrate, inverno, con una lunga descrizione delle giornate che gli anziani ospiti trascorrono nell’ospizio, c’è poi la primavera che racconta la gioia, l’energia, la vitalità ritrovate nel momento stesso in cui uno di loro ha l’idea di partecipare a un concorso per il più bel presepe, l’estate è invece la fatica che costa la costruzione del presepe, con debolezze e scoramenti da parte degli anziani, poi l’autunno e ancora l’inverno con il gran finale della notte di Natale e la conclusione delle storie private che si sono sviluppate parallelamente alla costruzione del presepe, con attori come Tino Carraro, Gianni Santuccio, Tino Scotti, Elsa Merlini, Carlo Romano e Tiberio Murgia.
Gianni Amico, nato a Loano il 27 dicembre 1933, nel 1960 ideò con il padre gesuita Angelo Arpa la Rassegna Internazionale del Cinema Latinoamericano di Santa Margherita Ligure, che ospitò i maggiori esponenti del cinema sudamericano, come Glauber Rocha, Fernando Birri, Nelson Pereira dos Santos, Tomás Gutiérrez Alea, oltre a segnare la fine dell'isolamento diplomatico di Cuba ospitandone le autorità.
In seguito Amico si trasferì a Roma, dove continuò a lavorare come organizzatore culturale per la Mostra Internazionale del Cinema Libero di Porretta Terme, ideando nel 1964 una sezione dedicata alla Nouvelle vague, e con la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, di cui fu membro della commissione di selezione nel 1966 e nel 1967.
Partecipò alla produzione di Era notte a Roma di Roberto Rossellini e nel 1964 scrisse, assieme a Bernardo Bertolucci, la sceneggiatura di Prima della rivoluzione.
Alla fine degli anni Sessanta Amico fece una serie di viaggi in Brasile, dove girò per la Rai i documentari Giovani brasiliani e Ah! Vem o samba, collaborò alla sceneggiatura di Partner per Bertolucci e di Il leone a sette teste per Glauber Rocha, oltre ad essere l’aiutoregista di Jean-Luc Godard in Vento dell'est.
Negli anni Settanta lavorò a fiction e sceneggiati per la Rai, come Lo specchio rovesciato. Un'esperienza di autogestione operaia, Your Love is like the Sea, L'inchiesta, Ritorno , Le affinità elettive e Giovani, donne, fabbrica.
Il regista organizzò nel 1983 a Roma l’evento musicale Bahia de todos os sambas, allestito al Circo Massimo nell'ambito delle iniziative dell'Estate romana, con grandi nomi della musica brasiliana come Gilberto Gil, Caetano Veloso, Gal Costa, Naná Vasconcelos e João Gilberto .
Gianni Amico morì a Roma il 2 novembre 1990 e nel 1995 Godard gli dedicò il capitolo sul cinema italiano delle sue Histoire(s) du cinéma.
Read the full article
0 notes
Schermo delle mie brame
Massimiliano Fasoli, già Direttore generale di Cult Network Italia, ha creato una nicchia eccentrica, resistenza culturale di alto livello, un'opera non standardizzata.
Conferenza a cura di Massimiliano Fasoli – Palazzo Ducale – Società ligure di storia patria
A partire dal titolo, la Conferenza “Schermo delle mie brame” ci riporta alla pubblicazione dello spezzino Enzo Ungari (Vallecchi, 1978 e Cue press, 2019), che fu tra i responsabili di Filmstudio 70 e della Sezione Mezzogiorno/Mezzanotte della Mostra del Cinema di Venezia diretta da Carlo Lizzani…
View On WordPress
0 notes
O Último Imperador (1987)
The Last Emperor
Direção: Bernardo Bertolucci;
Roteiro: Mark Peploe e Bernardo Bertolucci; com a colaboração inicial de Enzo Ungari;
Gênero: Biografia; Drama; História;
País: Reino Unido, França e Itália.
A principal repreensão que comumente recai sobre este grandiloquente épico de Bernardo Bertolucci diz respeito à predominância do idioma inglês numa narrativa que refere-se a um período relativamente próximo da História Chinesa. Este pormenor, no entanto, desmerece muito pouco - ou quase nada - a obra-prima cuidadosamente construída com que Bertolucci nos brinda em O Último Imperador, premiado com sete estatuetas da Academia. O drama expõe-nos à história de Pu Yi, o último imperador chinês que assumiu o trono quando contava apenas com menos de dois anos de idade. Valendo-se de uma direção de arte magnífica, Bertolucci adentra privilegiadamente os espaços proibidos da Cidade Proibida, cedendo-nos uma vista particular do cotidiano imperial.
A narrativa memorialista da trajetória de Pu Yi tem início em 1950, a partir de suas reminiscências numa prisão do Exército Vermelho, onde cumpre pena acusado de contra-revolucionismo. Instado pela condição do cárcere, o homem que outrora fora imperador reflete sobre seu passado ao mesmo tempo em que exigem dele uma confissão formalizada de seus crimes. Apesar da grandiloquência épica, este filme de Bertolucci versa sobre a privação da liberdade humana centrando-se na trajetória trágica deste indivíduo: sequestrado do seio de sua mãe para tornar-se imperador aos dois anos e dez meses de vida, fora prisioneiro dos costumes e das restrições imperais no período em efetivamente fora imperador (entre 1908 e 1912, quando foi forçado a abdicar em função da Revolução Chinesa que proclamava a República); posteriormente subjugou-se ao Japão no período em que liderara o estado-fantoche de Manchukuo, motivo pelo qual foi designado inimigo da República Popular da China. Sua absolvição formal acontece em 1959, quando é libertado da prisão do Exército Vermelho, após ter confessado seus crimes e se reeducado ideologicamente. Transferindo-se para Pequim, trabalha como jardineiro enquanto assiste com perplexidade à dissolução moral do maoismo.
O apuro técnico, narrativo e artístico que configuram este drama histórico apresenta-se impecavelmente durante as quase quatro horas (Director’s Cut) de exibição da película. Que, apesar da longa duração, não é de modo algum fatigante.
⭐ 4.5 / 5.0
9 notes
·
View notes
Il mangiatore di film crede che non si abbia diritto di parlare e scrivere di cinema se non se ne sia profondamente innamorati, di un amore appassionato e dipendente. Per lui solo chi senza il cinema non può vivere, ha il diritto di vivere di cinema
Schermo Delle Mie Brame, Enzo Ungari.
0 notes