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#eugenio bava
ambrenoir · 2 years
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GIORNO DELLA MEMORIA - 27 gennaio
“Campi di sterminio per chi non si vaccina” - Giuseppe Gigantino, cardiologo
“Mi divertirei a vederli morire come mosche” - Andrea Scanzi, giornalista
“Se fosse per me costruirei anche due camere a gas” - Marianna Rubino, medico
“I cani possono sempre entrare. Solo voi, come è giusto, resterete fuori” - Sebastiano Messina, giornalista
“Vagoni separati per non vaccinati” - Mauro Felicori, assessore
“Escludiamo chi non si vaccina dalla vita civile” - Stefano Feltri, giornalista
“I no vax fuori dai luoghi pubblici” - Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana
“Potrebbe essere utile che quelli che scelgono di non vaccinarsi andassero in giro con un cartello al collo” - Angelo Giovannini, sindaco di Bomporto
“Stiamo aspettando che i no vax si estinguano da soli” - Paolo Guzzanti, giornalista
“Verranno messi agli arresti domiciliari, chiusi in casa come dei sorci” - Roberto Burioni, virologo.
“Non chiamateli no vax, chiamateli col loro nome: delinquenti” - Alessia Morani, deputato
“Vorrei un virus che ti mangia gli organi in dieci minuti riducendoti a una poltiglia verdastra che sta in un bicchiere per vedere quanti inflessibili no-vax restano al mondo” - Selvaggia Lucarelli, giornalista
“I rider devono sputare nel loro cibo.” - David Parenzo, giornalista
“I loro inviti a non vaccinarsi sono inviti a morire.” - Mario Draghi, Presidente del Consiglio
“Gli metterò le sonde necessarie nei soliti posti, lo farò con un pizzico di piacere in più.” - Cesare Manzini, infermiere
“Gli bucherò una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla “ - Francesca Bertellotti, infermiera
“Provo un pesante odio verso i no vax” J-Ax, cantante (eh?)
“Se riempiranno le terapie intensive mi impegnerò per staccare la spina” - Carlotta Saporetti, infermiera
“Non siete vaccinati? Toglietevi dal cazzo!” - Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna
“Un giorno faremo una pulizia etnica dei non vaccinati, come il governo ruandese ha sterminato i tutsi” - Alfredo Faieta, giornalista
“Il greenpass ha l’obiettivo di schiacciare gli opportunisti ai minimi livelli” - Renato Brunetta, ministro
“E’ giusto lasciarli morire per strada” - Umberto Tognolli, medico
“Prego Dio affinché i non vaccinati si infettino tra loro e muoiano velocemente” - Giovanni Spano, vicesindaco
“Bisogna essere duri e discriminare chi non si vaccina, in ospedale, a scuola, nei posti di lavoro” - Filippo Maioli, medico
“Serve Bava Beccaris, vanno sfamati col piombo” - Giuliano Cazzola, giornalista
“Mandategli i Carabinieri a casa” - Luca Telese, giornalista
“Gli renderemo la vita difficile, sono pericolosi” - Piepaolo Sileri, Viceministro
“E’ possibile porre a loro carico una parte delle spese mediche, perché colpevoli di non essersi vaccinati” - Sabino Cassese, costituzionalista
“Non sarà bello augurare la morte, ma qualcuno sentirà la mancanza dei novax?” - Laura Cesaretti, giornalista
“Se arrivi in ospedale positivo, il Covid ti sembrerà una spa rispetto a quello che ti farò io” - Vania Zavater, infermiera
“I novax sono i nostri talebani” - Giovanni Toti, presidente regione Liguria
“Sono dei criminali, vanno perseguitati come si fa con i mafiosi” - Matteo Bassetti, infettivologo
Si, NOI ci ricorderemo anche di "Loro".
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aldebaran66 · 1 year
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1 ANNO FA DECADEVA IL GREEN PASS E MASCHERINA ANCHE AL CHIUSO, MA NON DIMENTICHEREMO MAI QUESTE AFFERMAZIONI:
“Campi di sterminio per chi non si vaccina” 
Giuseppe Gigantino, cardiologo.
“Mi divertirei a vederli morire come mosche”
Andrea Scanzi, giornalista.
“Se fosse per me costruirei anche due camere a gas”
Marianna Rubino, medico.
“I cani possono sempre entrare. Solo voi, come è giusto, resterete fuori”
Sebastiano Messina, giornalista.
“Vagoni separati per non vaccinati”
Mauro Felicori, assessore.
“I no vax fuori dai luoghi pubblici”
Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana.
“Potrebbe essere utile che quelli che scelgono di non vaccinarsi andassero in giro con un cartello al collo”
Angelo Giovannini, sindaco di Bomporto.
“Stiamo aspettando che i no vax si estinguano da soli”
Paolo Guzzanti, giornalista.
“Verranno messi agli arresti domiciliari, chiusi in casa come dei sorci”
Roberto Burioni, virologo.
“Non chiamateli no vax, chiamateli col loro nome: delinquenti”
Alessia Morani, deputato.
“Vorrei un virus che ti mangia gli organi in dieci minuti riducendoti a una poltiglia verdastra che sta in un bicchiere per vedere quanti inflessibili no-vax restano al mondo”
Selvaggia Lucarelli, giornalista.
“I rider devono sputare nel loro cibo.”
David Parenzo, giornalista.
“I loro inviti a non vaccinarsi sono inviti a morire.”
Mario Draghi, Presidente del Consiglio
“Gli metterò le sonde necessarie nei soliti posti, lo farò con un pizzico di piacere in più.”
Cesare Manzini, infermiere.
“Gli bucherò una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla”
Francesca Bertellotti, infermiera.
“Provo un pesante odio verso i no vax”
J-Ax, cantante.
“Se riempiranno le terapie intensive mi impegnerò per staccare la spina”
Carlotta Saporetti, infermiera.
“Non siete vaccinati? Toglietevi dal cazzo!”
Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna.
“Un giorno faremo una pulizia etnica dei non vaccinati, come il governo ruandese ha sterminato i tutsi”
Alfredo Faieta, giornalista.
“Il greenpass ha l’obiettivo di schiacciare gli opportunisti ai minimi livelli”
Renato Brunetta, ministro.
“E’ giusto lasciarli morire per strada”
Umberto Tognolli, medico.
“Prego Dio affinché i non vaccinati si infettino tra loro e muoiano velocemente”
Giovanni Spano, vicesindaco.
“Bisogna essere duri e discriminare chi non si vaccina, in ospedale, a scuola, nei posti di lavoro”
Filippo Maioli, medico.
“Serve Bava Beccaris, vanno sfamati col piombo”
Giuliano Cazzola, giornalista.
“Mandategli i Carabinieri a casa”
Luca Telese, giornalista.
“Gli renderemo la vita difficile, sono pericolosi”.
Piepaolo Sileri, Viceministro alla salute.
“E’ possibile porre a loro carico una parte delle spese mediche, perché colpevoli di non essersi vaccinati”
Sabino Cassese, costituzionalista.
“Non sarà bello augurare la morte, ma qualcuno sentirà la mancanza dei novax?”
Laura Cesaretti, giornalista.
“Se arrivi in ospedale positivo, il Covid ti sembrerà una spa rispetto a quello che ti farò io”.
Vania Zavater, infermiera.
“I novax sono i nostri talebani”
Giovanni Toti, presidente regione Liguria
“Sono dei criminali, vanno perseguitati come si fa con i mafiosi”
Matteo Bassetti, infettivologo.
ecc...
*ABBIAMO SEGNATO I NOMI.*
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sesiondemadrugada · 5 years
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La maschera del demonio (Mario Bava, 1960).
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thebutcher-5 · 4 years
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palmiz · 3 years
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PER NON DIMENTICARE CHI HA SCATENATO L'ODIO:
Vorrei vederli cadere come mosche. Andrea Scanzi, giornalista.
Tutti i vaccinabili siano immunizzati con le buone o con le cattive. Matteo Bassetti, infettivologo.
Mi impegnerò a staccare la spina ai pazienti non vaccinati. Carlotta Saporetti. Infermiera.
I rider dovrebbero sputare nel cibo dei no-vax. David Parenzo, giornalista.
Gli bucherò una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla e poi altro che mi verrà in mente. Francesca Bertellotti, infermiera.
Per loro non faccio più le corse, si arrangiassero. Stefania Trezza, infermiera.
Io sono molto democratico: campi di sterminio per chi non si vaccina. Giuseppe Gigantino, dottore.
Criminali no vax. Libero quotidiano del 21 agosto 2021.
Gli integralisti delle cure domiciliari. Zona bianca, Rete 4.
Soluzione campi di concentramento e camere a gas. Marianna Rubino, medico.
Carrozze dei treni dove segregare i no vax. Mauro Felicori, assessore alla cultura Emilia Romagna.
Ricoverare per Covid amici non vaccinati lo trovo uno dei momenti più straordinari dell’umanità. Mirco Ribul, medico.
Li intubo senza anestesia poi gli chiedo come stanno. Sara Dalla Torre, infermiera.
Sarò felice di mettergli le sonde necessarie negli appositi posti, lo farò con un pizzico di piacere in più. Cesare Manzini, infermiere.
Come sorci resteranno chiusi in casa, agli arresti domiciliari. Roberto Burioni, virologo.
Non voglio essere infettata da loro. Alessia Morani, deputata del PD.
Vorrei vederli ridotti a una poltiglia verdastra. Selvaggia Lucarelli, opinionista.
Non vaccinarsi significa morire e far morire. Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri.
Prego Dio affinché i no-vax muoiano velocemente. Giovanni Spano, vicesindaco di Villacitro.
I cani possono sempre entrare. Solo voi, come è giusto, resterete fuori. Sebastiano Messina, giornalista.
Sono dei criminali, associazioni organizzate contro lo Stato. Matteo Bassetti, infettivologo.
I no vax si paghino i ricoveri da soli. Alessio D’Amato, assessore alla sanità del Lazio.
No vax fuori dai luoghi pubblici. Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.
Escludiamo gli evasori vaccinali dalla vita civile. Stefano Feltri, direttore di Domani.
Stiamo aspettando che i no vax si estinguano da soli. Paolo Guzzanti, giornalista.
Non vaccinati mettano un cartello al collo. Sarà possibile scansarli. Angelo Giovannini, sindaco di Bomporto.
I no vax sono terroristi e vanno sfamati con il piombo. Richiamate Bava Beccaris. Giuliano Cazzola, giornalista e candidato + Europa.
A diffondere il virus sono soprattutto i non vaccinati. Crisanti
Manca qualcos' altro?
Ah sì. La colpa della situazione attuale è dei non vaccinati.
DR.AGHI IN ARTE DRAGULA.
Manderemo le forze militari e andremo a stanarli dentro le loro case uno per uno l' ha detto Figliuolo? O l ha solo pensato?
Non so...so solo che mi ha chiamato mia mamma per chiedermi se era possibile....
Voglio rendere la vita impossibile ai no vax . Macron
Aggiungete voi se ho dimenticato qualcosa.
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tergestin · 3 years
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PER NON DIMENTARE CHI HA SCATENATO L'ODIO
Vorrei vederli cadere come mosche. Andrea Scanzi, giornalista.
Tutti i vaccinabili siano immunizzati con le buone o con le cattive. Matteo Bassetti, infettivologo.
Mi impegnerò a staccare la spina ai pazienti non vaccinati. Carlotta Saporetti. Infermiera.
I rider dovrebbero sputare nel cibo dei no-vax. David Parenzo, giornalista.
Gli bucherò una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla e poi altro che mi verrà in mente. Francesca Bertellotti, infermiera.
Per loro non faccio più le corse, si arrangiassero. Stefania Trezza, infermiera.
Io sono molto democratico: campi di sterminio per chi non si vaccina. Giuseppe Gigantino, dottore.
Criminali no vax. Libero quotidiano del 21 agosto 2021.
Gli integralisti delle cure domiciliari. Zona bianca, Rete 4.
Soluzione campi di concentramento e camere a gas. Marianna Rubino, medico.
Carrozze dei treni dove segregare i no vax. Mauro Felicori, assessore alla cultura Emilia Romagna.
Ricoverare per Covid amici non vaccinati lo trovo uno dei momenti più straordinari dell’umanità. Mirco Ribul, medico.
Li intubo senza anestesia poi gli chiedo come stanno. Sara Dalla Torre, infermiera.
Sarò felice di mettergli le sonde necessarie negli appositi posti, lo farò con un pizzico di piacere in più. Cesare Manzini, infermiere.
Come sorci resteranno chiusi in casa, agli arresti domiciliari. Roberto Burioni, virologo.
Non voglio essere infettata da loro. Alessia Morani, deputata del PD.
Vorrei vederli ridotti a una poltiglia verdastra. Selvaggia Lucarelli, opinionista.
Appello a non vaccinarsi è a morire e far morire. Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri.
Prego Dio affinché i no-vax muoiano velocemente. Giovanni Spano, vicesindaco di Villacitro.
I cani possono sempre entrare. Solo voi, come è giusto, resterete fuori. Sebastiano Messina, giornalista.
Sono dei criminali, associazioni organizzate contro lo Stato. Matteo Bassetti, infettivologo.
I no vax si paghino i ricoveri da soli. Alessio D’Amato, assessore alla sanità del Lazio.
No vax fuori dai luoghi pubblici. Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.
Escludiamo gli evasori vaccinali dalla vita civile. Stefano Feltri, direttore di Domani.
Stiamo aspettando che i no vax si estinguano da soli. Paolo Guzzanti, giornalista.
Non vaccinati mettano un cartello al collo. Sarà possibile scansarli. Angelo Giovannini, sindaco di Bomporto.
I no vax sono terroristi e vanno sfamati con il piombo. Richiamate Bava Beccaris. Giuliano Cazzola, giornalista e candidato + Europa.
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E per non dimenticare … il “Giorno della Memoria”
‘Campi di sterminio per chi non si vaccina’
Giuseppe Gigantino, cardiologo
‘Mi divertirei a vederli morire come mosche’
Andrea Scanzi, giornalista
‘Se fosse per me costruirei anche due camere a gas’
Marianna Rubino, medico
‘I cani possono sempre entrare. Solo voi, come è giusto, resterete fuori’
Sebastiano Messina, giornalista
‘Vagoni separati per non vaccinati’
Mauro Felicori, assessore
‘Escludiamo chi non si vaccina dalla vita civile’
Stefano Feltri, giornalista
‘I no vax fuori dai luoghi pubblici’
Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana
‘Potrebbe essere utile che quelli che scelgono di non vaccinarsi andassero in giro con un cartello al collo’
Angelo Giovannini, sindaco di Bomporto
‘Stiamo aspettando che i no vax si estinguano da soli’
Paolo Guzzanti, giornalista
‘Verranno messi agli arresti domiciliari, chiusi in casa come dei sorci’
Roberto Burioni, virologo.
‘Non chiamateli no vax, chiamateli col loro nome: delinquenti’
Alessia Morani, deputato
‘Vorrei un virus che ti mangia gli organi in dieci minuti riducendoti a una poltiglia verdastra che sta in un bicchiere per vedere quanti inflessibili no-vax restano al mondo’
Selvaggia Lucarelli, giornalista
‘I rider devono sputare nel loro cibo.’
David Parenzo, giornalista
‘I loro inviti a non vaccinarsi sono inviti a morire.’
Mario Draghi, Presidente del Consiglio
‘Gli metterò le sonde necessarie nei soliti posti, lo farò con un pizzico di piacere in più.’
Cesare Manzini, infermiere
‘Gli bucherò una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla’
Francesca Bertellotti, infermiera
‘Provo un pesante odio verso i no vax’
J-Ax, cantante
‘Se riempiranno le terapie intensive mi impegnerò per staccare la spina’
Carlotta Saporetti, infermiera
‘Non siete vaccinati? Toglietevi dal ca**o!’
Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna
‘Un giorno faremo una pulizia etnica dei non vaccinati, come il governo ruandese ha sterminato i tutsi’
Alfredo Faieta, giornalista
‘Il greenpass ha l’obiettivo di schiacciare gli opportunisti ai minimi livelli’
Renato Brunetta, ministro
‘E’ giusto lasciarli morire per strada’
Umberto Tognolli, medico
‘Prego Dio affinché i non vaccinati si infettino tra loro e muoiano velocemente’
Giovanni Spano, vicesindaco
‘Bisogna essere duri e discriminare chi non si vaccina, in ospedale, a scuola, nei posti di lavoro’
Filippo Maioli, medico
‘Serve Bava Beccaris, vanno sfamati col piombo’
Giuliano Cazzola, giornalista
‘Mandategli i Carabinieri a casa’
Luca Telese, giornalista
‘Gli renderemo la vita difficile, sono pericolosi’
Piepaolo Sileri, Viceministro
‘E’ possibile porre a loro carico una parte delle spese mediche, perché colpevoli di non essersi vaccinati’
Sabino Cassese, costituzionalista
‘Non sarà bello augurare la morte, ma qualcuno sentirà la mancanza dei novax?’
Laura Cesaretti, giornalista
‘Se arrivi in ospedale positivo, il Covid ti sembrerà una spa rispetto a quello che ti farò io’
Vania Zavater, infermiera
‘I novax sono i nostri talebani’
Giovanni Toti, presidente regione Liguria
‘Sono dei criminali, vanno perseguitati come si fa con i mafiosi’
Matteo Bassetti, infettivologo
Il giorno della memoria è appena passato, ma per alcuni la discriminazione non esiste e non si possono paragonare la situazione attuale a quella degli ebrei.
Queste dichiarazioni pubbliche e condivise sui social fanno rabbrividire oltre che oltraggiare le milioni di vittime della seconda guerra mondiale.
Riflettiamo bene su cosa stia succedendo
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love-nessuno · 3 years
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LA NOTTE PIÙ BUIA...
Il piddino Eugenio Giani a minaccia un 'campo di contenimento' ideale per tutti coloro che, al 1 ottobre, non saranno vaccinati. L'europeista Giuliano Cazzola invoca il fuoco dei cannoni di Bava Beccaris sulla folla FreeVax (troppo comodo definire NoVax anche chi ha legittimi dubbi). E poi i terroristi, i fomentatori di odio, i pericolosi criminali sarebbero quelli che non accettano un vaccino (lecito! Non c'è obbligo di riceverlo...) e chiedono più trasparenza e meno balle? Stanno creando due Italie da mettere l'una contro l'altra, da spingere alla guerra civile, quelli che avanzano legittimi dubbi su una narrazione distopica e quelli che in modo fideistico (anche per ignoranza, ideologia e paura) credono nell'elisir universale. Insomma, accusano i FreeVax di creare il caos e intanto alzano il tiro (mai vista la Lamorgese così ferma e determinata contro i NoVax esserlo altrettanto contro gli sbarchi di irregolari) e sperano in un pazzo isolato che, esasperato e ignorato, commetta una follia tale da giustificare il pugno duro. Nessuno Stato che non si assume responsabilità (la manleva per sottrarsi ai risarcimenti è uno scandalo) e soffia sul fuoco è Paese democratico. È questa che stiamo vivendo la vigilia della fine della democrazia in Italia. Eppure non vaccinarsi è ancora un diritto, quindi di cosa parla? Intanto però hanno inventato una categoria che non esiste ('NoVax') creando una minaccia che non c'è (pazzi isolati sono ovunque) per coprire un pericolo reale e coprirne narrazione e tracce...
Di Lucio Rizzica
E questi cosa sarebbero ? Messaggeri di pace?
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giallofever2 · 5 years
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Book : ALL THE COLORS OF THE DARK
MARIO BAVA by Tim Lucas
Winner of 2008
Saturn Award for Special Achievement
Independent Publishers Book Award
Rondo Hatton Classic Horror Award
International Horror Guild Award
ntroduction by Martin Scorsese!
Foreword by Italian Horror Pioneer
Riccardo Freda!
The Complete Story of Mario Bava's life and careers as director, cameraman and special effects artist
Interviews with more than 100 actors, co-workers, friends and family members
The Definitive Study of each of his films: production histories, cast biographies, critical analysis, and video information
Never-before Published Photos including the only color shots taken on the set of BLACK SUNDAY
Original Mario Bava Storyboards - including the boards for the unfilmed project BABY KONG
Original Mario Bava Artwork - Some in Full Color!
Bava's Secret Filmography: His uncredited works as director, cameraman and special effects artist
Complete Videography and Discography
Eugenio Bava (Mario's father) Filmography
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docrotten · 3 years
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BLACK SABBATH (1963) – Episode 108 – Decades of Horror: The Classic Era
"No one can love you as much as we do. You know that." That’s what Mom always said, but when Boris Karloff says it, somehow, it carries more weight. Join this episode’s Grue-Crew - Whitney Collazo, Daphne Monary-Ernsdorff, and Jeff Mohr along with special guest Bill Mulligan - as they journey through the decades depicted in the three stories included in Mario Bava’s Black Sabbath (1963).
Decades of Horror: The Classic Era Episode 108 – Black Sabbath (1963)
Join the Crew on the Gruesome Magazine YouTube channel! Subscribe today! And click the alert to get notified of new content! https://youtube.com/gruesomemagazine
ANNOUNCEMENT Decades of Horror The Classic Era is partnering with THE CLASSIC SCI-FI MOVIE CHANNEL which will now include video episodes of The Classic Era! Available on Roku, AppleTV, Amazon FireTV, AndroidTV, Online Website. Across All OTT platforms, as well as mobile, tablet, and desktop. https://classicscifichannel.com/
Boris Karloff hosts a trio of horror stories concerning a stalked call girl, a vampire-like monster who preys on his family, and a nurse who is haunted by her ring's rightful owner.
IMDb
  Director: Mario Bava
Writers: Marcello Fondato (screenplay with the collaboration of) Mario Bava & Alberto Bevilacqua; (freely adapted from three stories by) Anton Chekhov, Aleksei Tolstoy, & Guy de Maupassant
Special Effects: 
Eugenio Bava (sculptor: masks and faces) (uncredited)
Mario Bava (matte paintings / special effects) (uncredited)
Selected Cast:
"The Telephone" ("Il telefono")
Michèle Mercier as Rosy (segment "Il telefono")
Lidia Alfonsi as Mary (segment "Il telefono") (as Lydia Alfonsi)
"The Wurdulak" ("I Wurdalak")
Boris Karloff as Gorca (segment "I Wurdalak")
Mark Damon as Vladimir D'Urfe (segment "I Wurdalak")
Susy Andersen as Sdenka (segment "I Wurdalak")
Massimo Righi as Pietro (segment "I Wurdalak")
Rika Dialyna as Maria (segment "I Wurdalak") (as Rica Dialina)
Glauco Onorato as Giorgio (segment "I Wurdalak")
"The Drop of Water" ("La goccia d'acqua")
Jacqueline Pierreux as Helen Chester (segment "La goccia d'acqua")
Milly as The Maid (segment "La goccia d'acqua") (as Milly Monti)
Harriet Medin as Neighbor (segment "La goccia d'acqua")
Gustavo De Nardo as Police Inspector (segment "La goccia d'acqua")
Black Sabbath is a big hit with Whitney and her nephew, who realizes immediately that the woman getting the threatening telephone calls in “The Telephone” needed to get the heck out of there! Daphne had always watched the Italian version of Black Sabbath in the past so she loved hearing Karloff’s voice in the US release, and the more she learns about Bava, the more she appreciates the film. When Bill, DoH’s resident Bava-head, first saw Black Sabbath’s trick ending, it made him wonder what else wasn’t what he thought he was seeing. Jeff wishes that all the things he loves about Black Sabbath were combined in one version instead of being split between the Italian and US versions. Even so, he describes it as an amazing and beautiful film. If you haven’t seen Black Sabbath in a while, the Classic Era Grue Crew thinks you owe it to yourself to catch it again. The film is currently available to stream on Shudder and on physical media as separate Blu-rays for the Italian or US versions from Kino Lorber.
Gruesome Magazine’s Decades of Horror: The Classic Era records a new episode every two weeks. Up next on their very flexible schedule is one chosen by Jeff, Hammer’s Horror of Dracula (1958), starring Peter Cushing and Christopher Lee! The Classic Era Grue Crew will be joined by special guest Dick Klemensen, who since 1972 has been the editor and publisher of LITTLE SHOPPE OF HORRORS Magazine - The Journal of Classic British Horror Films. We can’t wait!!
Please let them know how they’re doing! They want to hear from you – the coolest, grooviest fans: leave them a message or leave a comment on the site or email the Decades of Horror: The Classic Era podcast hosts at [email protected]
To each of you from each of us, “Thank you so much for listening!”
Check out this episode!
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cinegiallo · 4 years
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Mario Bava (San Remo, 1914 - 1980) fue un director de cine italiano, hijo del director de fotografía y escultor Eugenio Bava, y padre del también director Lamberto Bava.
El director italiano está considerado el auténtico padre de este subgénero cinematográfico, que surgió en los años 60 y 70 en el país trasalpino y, que triunfó en todo el mundo, gracias a directores como Darío Argento y Lucio Fulci.
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italianaradio · 5 years
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Marco Travaglio contro la «torta alla bava» per i 95 anni di Eugenio Scalfari
Nuovo post su italianaradio http://www.italianaradio.it/index.php/marco-travaglio-contro-la-torta-alla-bava-per-i-95-anni-di-eugenio-scalfari/
Marco Travaglio contro la «torta alla bava» per i 95 anni di Eugenio Scalfari
Marco Travaglio contro la «torta alla bava» per i 95 anni di Eugenio Scalfari
L’incipit dell’articolo con cui Marco Travaglio affronta il 95esimo compleanno di Eugenio Scalfari sembra addirittura bonario, in linea con l’esaltazione collettiva fatta per l’ennesimo traguardo tagliato in buona salute e con estrema lucidità dal fondatore di Repubblica. Eppure, nel resto dell’articolo il direttore del Fatto Quotidiano rispolvera il vecchio ditino da censore e attacca i giornalisti della testata di via Cristoforo Colombo per la «torta alla bava» apparecchiata per il loro venerando primo direttore.
Travaglio e l’elogio di Scalfari per i suoi 95 anni
Travaglio, infatti, si unisce agli auguri per i 95 anni di Eugenio Scalfari, compiuti il 6 aprile 2019. Contemporaneamente ricorda anche i colloqui avuti con lui, i rari punti di contatto che ci sono stati all’epoca del berlusconismo e anche all’indomani delle elezioni del 4 marzo, quando il fondatore di Repubblica chiese all’universo della sinistra progressista – di cui ha sempre fatto parte – di trovare un accordo con il Movimento 5 Stelle, per evitare la deriva delle destre.
Per questa circostanza, Marco Travaglio fa l’elogio della lucidità dell’anziano giornalista: «Pensavo – scrive Travaglio – quant’è bello arrivare a quell’età con quella lucidità, quella salute, quella fortuna». Poi, però, passa a una critica leggera nei confronti di Scalfari: «si è dimenticato di dire ai suoi giornalisti che basta una torta alla panna con qualche candelina per festeggiare, niente fiori e niente retorica». E a quella più sferzante nei confronti della redazione di Repubblica.
L’attacco di Travaglio alla redazione di Repubblica
Il primo a finire nel mirino è Francesco Merlo, reo di aver fatto un elogio particolarmente ispirato alla barba di Scalfari. Gli altri della lista sono Corrado Augias (che si avventura in un paragone tra Scalfari e Dio «ma tutti sanno che la sua fede è d’Io»), Massimo Giannini, Antonio Gnoli, Paolo Mauri, Natalia Aspesi, Ezio Mauro e Simonetta Fiori. Ma l’attacco più sferzante è per Massimo Recalcati, definito secondo le circostanze «Recalcazzola» o «Recalscalfari». Quest’ultimo si è reso protagonista di un articolo in cui cita più volte la potenza di Eros, analizzando la carriera di Scalfari alla luce di un nume che ha da sempre animato la letteratura classica.
Infine, Marco Travaglio chiude così: «Caro Eugenio, auguri doppi per le due imprese compiute in un solo giorno: vivere 95 anni e sopravvivere all’annegamento in tutta quella bava».
FOTO: ANSA
L’articolo Marco Travaglio contro la «torta alla bava» per i 95 anni di Eugenio Scalfari proviene da Giornalettismo.
Il direttore del Fatto Quotidiano critica la «cascata di bave» di Repubblica
L’articolo Marco Travaglio contro la «torta alla bava» per i 95 anni di Eugenio Scalfari proviene da Giornalettismo.
Gianmichele Laino
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thebutcher-5 · 4 years
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I tre volti della paura
I tre volti della paura
Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Sono molto soddisfatto degli ultimi film che abbiamo recensito. Non sono soddisfatto al 100% degli articoli, probabilmente avrei potuto dire di più o approfondire meglio, ma sono comunque soddisfatto delle opere che ho portato, delle opere molto interessanti e molto diverse tra loro. Film unici che riuscivano a mischiare i generi e a creare una storia molto…
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infosannio · 5 years
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Torta alla bava
Ieri Eugenio Scalfari ha compiuto 95 anni e noi ci associamo agli auguri più affettuosi. Quel traguardo, specialmente per un giornalista, si può augurarlo soltanto se è associato alla lucidità, alla salute e alla fortuna. E Scalfari le ha collezionate tutt’e tre. Come ricorda Carlo Verdelli, suo terzo successore a Repubblica dopo Ezio Mauro e Mario Calabresi, l’Eugenio “è nato nel 1924, mentre…
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giancarlonicoli · 6 years
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1 ott 2018 19:10 IL PRODUTTORE A 90 ANNI RACCONTA ANEDDOTI GUSTOSISSIMI E CRUDELI: '''IL TASSINARO' DI SORDI? UNA NOIA MORTALE. ALBERTO FECE CERTI SALAMELECCHI AD ANDREOTTI… NESSUNO OSAVA DIRGLI CHE NON SI DOVEVA CIMENTARE NELLA REGIA'' - ''TROISI? I GIOVANI SONO TERRIBILI. QUANDO LO INTERVISTARONO DISSE…'' - IL 'NO' A 'RAMBO', IL PRIMO BUD SPENCER E TERENCE HILL CEDUTO A UNA CIFRA IRRISORIA. ''IL CASO BRIZZI? FORSE QUALCOSA DI VERO C'È, MA MI RICORDA QUANDO UNA RAGAZZA RESTO' NUDA DAVANTI A ME. LE DISSI CHE MIA MOGLIE…'' 
Malcom Pagani per Vanity Fair
Fino a un paio d’anni fa, dice il novantenne Fulvio Lucisano: «Non mi ero accorto di essere così vecchio. Sciavo regolarmente e salivo in moto. Ora che Paola e Federica, le mie figlie, me l’hanno sequestrata mi tocca pedalare clandestinamente in bicicletta». Fondò la IIF, 600 film prodotti o distribuiti, nell’agosto del 1958.
Da allora, nell’epopea di un cinema inclassificabile in cui il genere (l’horror e il fantascientifico, il giallo e la farsa, i poliziotteschi e le commedie sexy) si è affiancato ai premi Oscar e alle avventure con Ferreri, Zeffirelli e Comencini, molti incontri, qualche litigio e ondate di ricordi che indietreggiano e avanzano come una marea: «Per Due marines e un generale con Franco e Ciccio, andai a ingaggiare Buster Keaton in America».
Più Viale del tramonto che Luci della ribalta: «Keaton aveva superato i 70 da un pezzo e qualche impellente necessità economica. Prese 20 mila dollari, ma fu molto professionale. “Questi due hanno talento”, diceva di Franchi e Ingrassia, magari appaiono un po’ naïf, ma sono molto bravi».
Era un po’ naïf anche lei?
«Volevo fare l’avvocato come mio padre, ex seminarista cresciuto con 16 fratelli e tornato dalla guerra, dove era stato assistente del supremo tribunale militare, incazzatissimo con il re che non aveva proclamato lo stato d’assedio contro il duce. “È un vigliacco”, diceva. A casa erano tutti antifascisti, a partire da mia nonna, una calabrese analfabeta che veniva dall’Aspromonte ma aveva le idee chiare: “Ma questo Musolino, esattamente, cosa vuole?”».
Lei che cosa voleva?
«Rendermi indipendente. L’occasione me la diede un produttore americano, Samuel Bronston. Nel ’49 lo vidi spuntare nell’ufficio di mio padre. Cercava aiuto per girare un documentario sull’Anno Santo. Pagavano benissimo. Tre volte lo stipendio di un impiegato. Cercai di farmi ingaggiare, ci riuscii e da allora indietro non sono più tornato».
Pochi anni dopo fondò la IIF.
«Per poter lavorare in autonomia e distribuire i film che producevo. Mi chiudevano sempre le porte in faccia, così riunii alcuni agenti regionali e partimmo».
Fu per reazione?
«Alla Titanus, per dire, neanche mi ricevevano. Goffredo Lombardo, il capo, dal suo trono ci guardava con aria di sufficienza. Era piccolo e basso, Lombardo. Ma sul trono sembrava altissimo».
All’epoca il cinema italiano era un’industria fiorentissima.
«Si producevano più di 300 film all’anno. Si sperimentava. C’era febbre, fame, curiosità».
Lei conobbe bene Andreotti. Per alcuni censore senza fantasia, per altri, tra tutti lo sceneggiatore Rodolfo Sonego, un benemerito: «Non avete capito niente, Andreotti forse ha ucciso 5 film, ma ha permesso di realizzarne 5.000».
«Sonego, un comunista intelligente, aveva capito. Avrebbero dovuto fare tutti un monumento ad Andreotti. Da sottosegretario con delega allo spettacolo fece approvare una legge in cui gli americani erano costretti a lasciare il 50 per cento dei proventi dei loro film in Italia».
Una manna.
«Poi arrivò quel coglione del suo successore e la legge venne massacrata. Dino De Laurentiis per protesta lasciò l’Italia e fece bene».
Lei è l’ultimo esponente dei capitani coraggiosi che come Ponti e De Laurentiis segnarono una stagione del cinema italiano.
«Dino era un mio amico. Pensi che l’ultima telefonata, prima di morire, la fece a me. Persi la chiamata e non risposi. Il giorno dopo non c’era più il tempo».
Che uomo era?
«Un personaggio difficile che a stare zitto proprio non riusciva. Nel 1992 comprai Indocina, un film che aveva vinto l’Oscar per il miglior film straniero e che prima di distribuire ero intenzionato a tagliare perché troppo lungo. Mi serviva il permesso del regista, Régis Wargnier, e così con mille diplomazie lo invito a Roma per parlarne. Sulla porta della moviola incontriamo Dino, che senza chiedere permesso si siede con noi e comincia a commentare il film ad alta voce: “Questa scena è inutile, quest’altra è leziosa, qui c’è un controcampo di troppo” e così via. Wargnier si innervosisce e alla fine se ne va irritatissimo decidendo di non tagliare neanche un secondo. Piano miseramente fallito, il mio».
Le è capitato spesso?
«È la vita. Vinci, perdi, pareggi. A volte hai intuizioni luminose e altre fai delle cazzate veramente plateali».
Esempi?
«Mi offrirono il primo Rambo a una cifra irrisoria. Vidi il film e lo trovai stupendo, ma c’era una carica di violenza così profonda che non me la sentii. Esitai nel comprarlo e ancora me ne pento».
Ha altri rimpianti?
«Nel 1969 avevo prodotto Dio perdona... io no!, il capostipite di tutta la saga con Bud Spencer e Terence Hill, ma il regista Giuseppe Colizzi, con il quale avevo rapporti burrascosi, mi indusse a cedergli i diritti del film per 50 milioni. Non ero del tutto persuaso, ma mi feci convincere da mia moglie: “Prendi i soldi, che ti importa?”. Il film uscì e incassò un miliardo e 200 milioni dell’epoca. Praticamente lo regalai. Terence Hill iniziò così, per caso. L’attore che avevamo scelto si ruppe la gamba, anzi venne scaraventato giù dalle scale da una fidanzata gelosa e fummo costretti a sostituirlo».
Con i registi ha avuto rapporti faticosi?
«Se il regista non si monta la testa è un conto, ma quando se l’è montata non lo recuperi più. In certe occasioni capitava di litigare. Con Marco Ferreri, per Diario di un vizio, discutemmo aspramente sulla scelta degli attori. Su Sabrina Ferilli eravamo entrambi d’accordo, invece Jerry Calà proprio non mi convinceva».
Diario di un vizio, il penultimo film di Ferreri, andò a Berlino in concorso e venne fischiato. Ferreri tenne la conferenza stampa da Roma in pieno stile Ferreri: «Sono un genio. Se fossi nato adesso sarei uno di quei bambini superdotati che sono padroni di tutte le discipline dell’universo. E infatti ho fatto film superdotati».
«Marco un genio lo era davvero, ma era anche intrattabile e molto presuntuoso. Gli suggerivo una soluzione e lui diceva solo: “Nun se po ffà”. Mi trattava come un bambino».
Diario di un vizio fu anche il penultimo film di Ferreri.
«Feci anche uno degli ultimi film di Comencini dopo essere stato in causa con lui per vent’anni. Girammo in Calabria, con Volonté e Abatantuono, anche se Comencini di girare in Calabria non voleva saperne: “Ambientiamolo a Calcata, a Sud rischiamo che ci rapiscano tutti”. Per rassicurarlo dovetti portarlo da Lessona, il prefetto di Reggio, figlio di un ministro delle colonie fasciste».
Lei è del 1928. Il fascismo l’ha vissuto in pieno.
«Le botte che mi diedero i fascisti davanti all’edicola quando mi sorpresero a comprare L’Osservatore Romano me le ricordo ancora e non mi sono dimenticato di quel tipo che uscì per le strade di Roma in camicia nera, come se niente fosse, il 25 luglio del ’43. Volevano linciarlo. Lui correva e intanto si girava verso gli inseguitori gridando: “Ma che volete?”. Non aveva ascoltato la radio e nessuno aveva avuto la grazia di avvertirlo».
A proposito di figli del ’900. Lei lavorò a lungo con Alberto Sordi.
«Dopo un paio di film a tinte malinconiche, Alberto doveva tornare a far ridere. Così convocai Age e Scarpelli e mettemmo in piedi Il tassinaro. Sordi guidava Zara 87 e tra un semaforo e l’altro ascoltava le storie dei suoi passeggeri, dal marito in crisi ad Andreotti. La comparsata del divo Giulio era prevista per il primo agosto. Lo avevo avvertito: “Saremo cattivissimi con te”. E lui, da uomo di mondo, aveva risposto soltanto: “Mi fido di voi”.
Una volta sul set però, Sordi, che per Andreotti aveva una venerazione, si mise sull’attenti. Batté letteralmente i tacchi e tagliò di sua iniziativa la battuta “Presidente, quanto è veloce a occupare i posti” che avevamo scritto per l’occasione. Il cameo si rivelò, un po’ come il film, di una noia mortale. Avrebbe dovuto graffiare, ma era tutto un salamelecco.  Un inchino. Un’occasione mancata».
Perché?
«Perché nessuno diceva a Sordi, che come tutte le divinità aveva una sua corte di yes­man: “Alberto, sei un grande attore, ma non dovresti cimentarti nella regia”. Qualsiasi fesseria facesse scattava l’applauso. Fellini, altro ospite prestigioso del film, l’aveva capito. Ci promise: “Se lo fa Andreotti lo faccio anche io”. Mantenne la parola, ma una volta sul set, resosi conto della trappola, ci disse: “Mi avete fregato”».
Il Sordi uomo? Avaro come raccontano?
«Testardo sicuramente, avaro forse. Effettivamente saremo andati a pranzo un milione di volte e mai che abbia pagato un caffè».
Lucisano, la critica non era benevola con i suoi film.
«Hanno sempre sparato a zero, ma non me ne è mai importato niente».
A Venezia, durante una retrospettiva che le dedicò la Biennale, Quentin Tarantino venne a salutarla. Sotto il braccio aveva la pizza di Cosa avete fatto a Solange?, uno dei suoi gialli prodotto all’inizio degli anni ’70.
«Ci sono state riscoperte tardive e oggi film come quello o Terrore nello spazio di Bava sono incensati. Per Nicolas Winding Refn Terrore nello spazio è pura Pop art. Con Bava che era figlio di Eugenio, un vero maestro, faceva film sottili e inquietanti e nella vita aveva paura anche della sua ombra, discutevamo spesso, ci appassionavamo e parlavamo fino a notte. Oggi non succede più. Oggi si mandano le mail».
Lei produsse anche Ricomincio da tre di Massimo Troisi. 15 miliardi di incasso.
«Insieme a Ottavio Jemma, il vero sceneggiatore del film, suggerii a Troisi di ripetere le battute due volte perché alla prima, il napoletano era così stretto da risultare incomprensibile. Troisi era giovane, non facilmente indirizzabile. Gli presentai Sordi e convinsi Alberto a concedere un’intervista in cui lodava lui e la nuova comicità napoletana. Passano due mesi e finalmente tocca anche a Troisi concedere un’intervista. Gli domandano di Sordi e lui: “È un vecchio trombone”. I giovani sono terribili».
Il cinema italiano si è perso?
«Dall’80 in poi, con l’avvento delle tv commerciali, ha subìto un notevole peggioramento. Ci sono talenti come Max Bruno che mi permettono di non disperare però».
Il film più difficile della sua vita?
«Il giovane Toscanini di Zeffirelli. Costò molto più di quanto incassò, ma per contenere Zeffirelli ci sarebbe voluta la mano di Dio. Ci feci certe litigate in Portogallo, con Franco, che tremavano le mura dell’albergo. Liz Taylor, poi, sembrava la principessa sul pisello. Altera, scostante, si dava arie insopportabili. Io non capivo. Pensavo: ma come? Ti do un sacco di soldi, vuoi almeno dire buongiorno?».
Altri caratteri difficili?
«Massimo Girotti. In uno dei miei primi film, I quattro del getto tonante, aveva un pessimo rapporto con l’attrice protagonista. Era sempre incazzato. “Mi sono stufato di questa cretina”, urlava fuori dall’albergo. “Se voglio, io lo metto nel culo anche al cavallo che sta in piazza”. “Massimo, il cavallo è di bronzo”, rispondevo. “Mi sembra imprudente”».
Lei ha lavorato anche con Fausto Brizzi. Cosa pensa delle accuse di molestie che lo hanno investito prima di vederlo assolto?
«Che forse qualcosa di vero poteva anche esserci, ma per saperlo senza ombra di dubbio bisognerebbe esser stati lì. A metà degli anni ’60, per dirle quanto è antica la storia, venne da me in ufficio una ragazza bellissima. Si sfilò l’impermeabile e restò nuda. Rimasi imperturbabile: “La ringrazio signorina, ma le consiglio di rivestirsi. Mia moglie è al piano di sopra e potrebbe scendere in qualsiasi momento”» (ride).
Dove si vede tra vent’anni?
«All’altro mondo».
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martian-night · 11 years
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The list of Bavas goes
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Bava - Mario
Little Bava - Lamberto
Mini Bava - Fabrizio
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