Tumgik
#farcito
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PANINI AL POLLO
E’ sempre un pensiero che cosa portarsi da mangiare al lavoro, soprattutto se non c’è la disponibilità di una mensa. Ecco la proposta di un panino, preparato con la carne di pollo cotta al forno, per avere un pasto che può essere considerato un piatto unico ma senza il piatto, e con ingredienti sani che soddisfano la fame, e ci nutrono a dovere. Potete mettere a marinare la carne alla sera per…
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tumbluca · 3 months
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𝐋𝐞 𝟒𝟎 𝐫𝐞𝐠𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐔𝐦𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐄𝐜𝐨
1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
4. Esprimiti siccome ti nutri.
5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
7. Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.
8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
9. Non generalizzare mai.
10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu. ”
12. I paragoni sono come le frasi fatte.
13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
14. Solo gli stronzi usano parole volgari.
15. Sii sempre più o meno specifico.
16. La litote è la più straordinaria delle tecniche espressive.
17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
19. Metti, le virgole, al posto giusto.
20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.
21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso el tacòn del buso.
22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
23. C’è davvero bisogno di domande retoriche?
24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe – o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento – affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
25. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.
26. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.
30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.
31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
32. Cura puntiliosamente l’ortograffia.
33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
34. Non andare troppo sovente a capo. Almeno, non quando non serve.
35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
36. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.
38. Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competenze cognitive del destinatario.
39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
40. Una frase compiuta deve avere.
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kon-igi · 1 year
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Vale anche per quella figata di film di The Rock, dove Stanley Goodspeed si infila un ago da materassaio nel ventricolo, farcito con atropina?
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Vale SOPRATTUTTO per quello.
Se la pratica di iniettare adrenalina intracardiaca aveva un senso prima di defribillare un paziente irresponsivo alle precedenti defibrillazioni (il rischio di lesioni cardiache oggi è ritenuto inaccettabile e si preferisce farla sgocciolare nei bronchi), c'è da capire che gli agenti nervini non agiscono così velocemente come rappresentato in quel film, ragion per cui basta un iniettore sottocutaneo Mark 1 NAAK (Nerve Agent Antidote Kit) che ti somministra in tempi utili una dose di atropina e di pralidossima in tempi consoni.
wolfhowls Domanda! In un sacchissimo di film il personaggio X inietta ad Y un sonnifero. Ok lasciamo perdere che nella realtà glielo inietterebbe male ma... fa effetto IMMEDIATAMENTE?
L'unica cosa che fa effetto immediatamente è un bolo di farmaco sparato direttamente in vena (e comunque si parla di una decina di secondi necessari a raggiungere e a saturare i neurorecettori cerebrali). Qualsiasi molecola iniettata intramuscolo impiega MINUTI (anche decine di) a fare effetto, quindi addio dardo sparato da pistola o fucile... se fosse efficace così istantaneamente non credi che sarebbe già una dotazione delle forze di polizia?
P.S. I lacci emostatici (torniquets in inglese) hanno senso esclusivamente nelle grandi catastrofi dove il paziente in emorragia non può essere tamponato e seguito in modo continuativo. Nel caso in cui - come fatto notare da @nusta - il soccorritore prima di andarsene a occuparsi di qualcun'altro annota l'orario di applicazione scrivendolo accanto al laccio e chi passa legge e lo allenta ogni tot minuti.
belafonten se finisci nel medioevo e più precisamente in un mulino e tanti piccoli te ti tengono bloccato per terra e uno di loro si ficca in gola, per combatterlo devi bere acqua bollente? Perché a quanto pare non serve. Poi comunque ti raddoppi.
Basta urlare KLAATU BARADA NIKTO e il gioco è fatto.
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E comunque sappi che
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colazionearipetere · 7 months
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Questa mattina colazione molto american: caffè americano addolcito con latte condensato, panna e spolverata di cannella. Siccome ci vuole il cornetto perché ci sta bene ma il cornetto congelato del bar non ce l'avevo mi accontento di una merendina a forma di cornetto che ho scaldato, tagliato in due e farcito con burro d'arachidi e sciroppo d'acero, sopra ho messo quello che doveva essere un ciuffetto di panna – ma somiglia più ad uno stronzetto (battuta terribile, lo so) – e anche qua una spolverata di cannella.
Immancabile la mia tovaglietta sobria con gli unicorni.
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lanymphedaphne · 2 years
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Giorno 66
del fine settimana: panbrioche farcito al momento con crema pasticcera, il sole che si riflette sulle bancherelle d'antiquariato in piazza vittorio
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occhietti · 2 years
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Le 40 regole
per parlare bene l'italiano
1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
4. Esprimiti siccome ti nutri.
5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
7. Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.
8. Usa meno virgolette possibili: non è "fine".
9. Non generalizzare mai.
10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: "Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu."
12. I paragoni sono come le frasi fatte.
13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
14. Solo gli stronzi usano parole volgari.
15. Sii sempre più o meno specifico.
16. L’iperbole è la più straordinaria delle tecniche espressive.
17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
19. Metti, le virgole, al posto giusto.
20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.
21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso el tacòn del buso.
22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
23. C’è davvero bisogno di domande retoriche?
24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
25. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.
26. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.
30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.
31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
32. Cura puntiliosamente l’ortograffia.
33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
34. Non andare troppo sovente a capo. Almeno, non quando non serve.
35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
36. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.
38. Non indulgere ad arcaismi, hapax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differenza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competenze cognitive del destinatario.
39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
40. Una frase compiuta deve avere.
- Umberto Eco
Ecco... Seguendo queste semplicissime regole si impara benisssssssimo l'italiano...
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solobrividiecoraggio · 7 months
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Il risotto allo zafferano con la pancetta si è asciugato durante il trasporto, a tavola era riso a blocchi più che altro. Ma va bene, fosse stato meno abbondante (era troppo, non riesco quasi mai a dosarmi) e fossi stato a mio agio avrei chiesto di poterlo riscaldare. Penso che anche aggiungendo solo acqua avrei potuto ripristinare la consistenza desiderata.
Sono stato a casa di amici per una cena di carnevale: ho portato del riso venere con soia edamame e mais, del "risotto" come ho detto, e zucchine e carote come verdura. Ho portato anche della salsa di soia e del pesto di peperoncini, per eventualmente arricchire il riso venere. Per il dolce un amico, una delle persone del gruppo della montagna, ha preparato dei bomboloni. Mi ha chiesto di aiutarlo a finire il lavoro, per il fatto che, ormai anni fa, sono arrivato ad essere apprendista aiuto pasticciere. Quindi mentre lui friggeva io ho zuccherato e farcito. Mi sembra di essere riuscito a non sporcare la felpa bianca di Tumblr.
La serata è andata. Ero senza costume, come avevo anticipato, ma io avrei voluto potermi vestire. Vestirsi non è impossibile, però.. perché agli altri sembra così semplice vestirsi, anche senza spendere?.. è solo una mia impressione?... Prima che uscissi, per preparare tutto ho fatto tardi e ho dovuto farmi aiutare. Sul posto, essendoci persone che non conoscevo, ma soprattutto per la scomodità del tavolo e delle sedie, ero un po' a disagio, stretto, a cercare di non invadere lo spazio altrui.
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3nding · 2 years
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21 anni fa (anno più, anno meno) teorizzavo l'impresa commerciale perfetta: il pizzordello coffe-shop. Un luogo dove il cliente avrebbe potuto soddisfare in circolo diversi vizi/bisogni indotti o meno.
Voglia di sesso? Bordello.
Voglia di fumare dopo? Coffee Shop.
Fame chimica dopo una delle due cose? Pizzeria.
Avevo immaginato anche il piatto per tale esigenza, il kebbalzone.
Un calzone farcito di kebab.
Poi oggi, a decenni di distanza a Venezia vedo questo:
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Ero così avanti che dal passato mi faccio paura da solo (semi-cit.)
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francesca-fra-70 · 2 years
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"Vorrei e non vorrei,mi trema un poco il cor.
Felice, è ver, sarei, ma può burlarmi ancor. ." 🎧
Mi piacerebbe poter dedicare queste codeste belle parole a qualcuno, ma mi viene in mente solo il panino farcito di parmigiana e non mi sembra il caso...🙄
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36 consigli di scrittura di Umberto Eco:
1. Evitate le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
4. Esprimiti siccome ti nutri.
5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
7. Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.
8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
9. Non generalizzare mai.
10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu”.
12. I paragoni sono come le frasi fatte.
13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
14. Solo gli stro*** usano parole volgari.
15. Sii sempre più o meno specifico.
16. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
17. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
18. Metti, le virgole, al posto giusto.
19. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non sempre è facile.
20. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
21. C’è davvero bisogno di domande retoriche?
22. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe – o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento – affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
23. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fa sbaglia.
24. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
25. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
26. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
27. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche e simili.
28. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del “5 maggio”.
29. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
30. Pura puntiliosamente l’ortograffia.
31. Non andare troppo sovente a capo.
Almeno, non quando non serve.
32. Non usare mai il plurale maiestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
33. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
34. Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva eccedono comunque le competenze cognitive del destinatario.
35. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
36. Una frase compiuta deve avere
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gcorvetti · 2 years
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Arte?
L'altro giorno ho visto uno short di un tizio di NY che odia le gallerie e per provare che tutto quello che si vede nelle gallerie è una presa per i fondelli ha appiccicato un suo quadro raffigurante un tentacolo di polipo verde e viola, onestamente fatto anche bene, al Moma di NY, naturalmente tutto documentato nel video, e con tanto di etichetta con nome e varie info come è consueto nelle gallerie, ha anche rischiato perché una tipa della sicurezza lo ha quasi sgamato, ma non si è resa conto che il quadro in quella parete, che era vuota, non c'era prima. Poi il video continua facendo vedere i visitatori della galleria che apprezzano il suo pezzo e che lo fotografano pure ignari di tutto; questo perché il tizio vuole dimostrare che quello che vediamo nelle gallerie non è arte assoluta, perché a decidere sono solo un pugno di persone (avvolte una sola), stessa cosa dice un tizio sul tubo che oltre a essere diretto con chi vuole fare arte e con chi la spaccia è anche incazzato con artisti che per lui, spesso anche per me, non sono artisti e che grazie all'alleggerimento della materia grigia dell'umanità e all'assuefazione alla monnezza vengono spacciati per artisti che fanno opere d'arte. Si è vero che come diceva Kandinskij l'arte è figlia del suo tempo e quindi ogni periodo storico ha la sua, ma certi pezzi saprei farli anche io che penso che un artista è una persona che riesce a fare qualcosa, non per forza innovativa, ma che solo lui riesce a fare; certo oramai ci sono tante persone brave che conoscono tante tecniche e possono benissimo intuire come ha fatto a farlo, ma sono sempre dell'idea che se 1000 persone fanno la stessa cosa su 1000 uno che sia artista c'è; un pò come lo studio che sto facendo in questi giorni sulla fluid o liquid art, ovunque su internet ci sono persone che si innalzano ad artisti sono perché mischiano il colore e lo spiattellano sulla tela, beh quello è, ci sono tantissime tecniche per farlo, ma spesso nei video che ho visto quando sembra che "l'artista" abbia finito e il pezzo sembra bello, ci da quel tocco e il pezzo diventa una merda, almeno per me, ho visto molti che lo fanno, poi ci sono persone che li comprano e quindi va tutto bene, chi se ne frega.
Ricordo un tizio che parlava proprio del fatto che oramai non esiste l'artista che pondera mesi per fare un pezzo è tutto legato al denaro si fa arte per venderla, dirai allora per cosa si fa, l'arte nasce lo stesso anche senza il bisogno del denaro, è un modo più semplice per guadagnare è vero, ma chi lo dice che i tuoi pezzi siano veramente artistici? I galleristi amici tuoi, quelli che guadagnano gonfiando il prezzo del tuo quadro per prenderci una grossa fetta di percentuale se ti va bene, se no ti danno 4 spiccioli e il resto se lo pappano loro inventandoti scuse su spese che non esistono, questo giusto per fare un esempio. Poco fa scorrendo FB ho visto delle foto della casa dell'arte di Tartu, alcuni volti li ho riconosciuto, persone che tempo addietro incontravo e con cui parlavo e che stavano sul loro piedistallo farcito di fogli di carta innalzandosi a grandi artisti, uno di questi mi diede un giorno alcuni suoi adesivi, su uno c'è della pancetta, su uno c'è scritto Jesus saves, e su uno una scritta in cirillico che non ricordo cosa significa, mi disse attaccali dove vuoi in giro per la città, gli dissi "contacci", arrivato a casa li buttai nella spazzatura, se quella è arte io sono Picasso; qua c'è un senso strano di glorificazione o di mistificazione di uno che fa un pezzo che secondo lui o chi lo espone è arte, nelle foto c'erano delle cornici dipinte così perfette che si vedeva che erano fatte col proiettore, un tizio che si spalma il colore in faccia e nel busto per poi spiaccicarlo nella tela, roba già vista nel secolo scorso.
Io ho come il bisogno di fare qualcosa e sto cercando la strada per farlo, non sono un artista visuale sono un musicista, anche se ho sempre studiato con curiosità la storia dell'arte a scuola, non so se sono un artista, su questo non tocca a me darmi l'appellativo, ho fatto fino ad ora 2 ready-made che per il tizio del tubo non è arte, ma i concetti che mi sono venuti in mente difficilmente sono rappresentabili in musica, quindi mi sono affidato ad oggetti che li rappresentano perfettamente, un giorno magari posto le foto, anche dei lavori futuri. Che dire, se non riesco a fare qualcosa che sia arte cercherò almeno di farlo per denaro, un pò come fanno tutti.
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fullyouthdream · 1 month
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è dal 12 agosto che mangio in modo sano e soltanto quando ho fame o vengo vista da altri (per testimonianza), assumendo tra le 200 e le 600 calorie al giorno, e sono passata da 48,3 kg il 13 agosto a 46,3 kg il 18 agosto, per cui sono 5 giorni di "dieta".
ho perso 2 kg senza attività fisica e riempiendomi con 1 o 2 di questi mix al giorno: insalata mista farcita con 5 olive verdi e 5 nere, 1 pomodoro per insalata, 1 uovo sodo e mais (due cucchiai circa per insalata); 2 gallette di riso farcite con metà cucchiaino di miele e pecorino romano grattugiato (non più di 20 grammi al giorno); frutta mista (per lo più tagli di anguria, melone, melone giallo e pesche); 1 filetto di carne con spinaci; 1 patata bollita con piselli (2 cucchiai) e 1 coscetta di pollo; iced coffee con 60 ml di latte senza lattosio.
sono molto soddisfatta dei risultati, ma soprattutto vedere la pancia per niente gonfia dopo questo tipo di pasti mi riempie di gioia... probabilmente sono intollerante al lievito, o quantomeno a pasta, pane e panini, e soprattutto alla pizza quando la mangio intera dopo un fritto misto, poiché dopo aver ingerito una di queste cose (anche in quantità ridotte), ho lo stomaco sempre molto gonfio.
mi rendo conto di non aver mangiato pesce in questi giorni, ma i miei amici stavano parlando di pranzare in un ristorante dalla cucina cinese/giapponese in settimana, per cui aspetterò loro per mangiarne un po'.
intanto, stasera ho mangiato 3 fette di pizza col mio ragazzo e mio fratello (1 fetta di primavera, 1 di diavola rossa con patatine, 1 di margherita con wurstel e patatine), e nel tardi ho mangiato 1 cornetto farcito col miele.
devo dire che non ho la pancia esageratamente gonfia e non mi sento nauseata.
sto bene, anche perché non sto facendo troppe ore di digiuno tra un pasto e un altro, credo di non aver superato le 20 ore insomma (non ne sono sicura), e sarà anche per questo che il mio stomaco si sta abituando comunque a digerire di nuovo del cibo in modo normale.
la bilancia ovviamente mi ha riportato un numero senza senso dopo la cena e il dopo cena di stasera, ma tra il mangiare, i tanti bicchieri d'acqua e il fatto che non sia riuscita ad andare in bagno neanche per fare pipì, non posso meravigliarmi... domani magari peserò qualche grammo in più, ma sto andando bene, quindi che fa?
sono sulla giusta strada, ho capito il gioco e so come giostrarmelo, ho già vinto, sono già al mio ugw in teoria; mi serve solo qualche settimana, ma ce l'ho già fatta.
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sarllegroupeconfig · 5 months
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Il mio secondo giorno inizia così!! PanCakes con PURENOURISH, uovo e acqua. Farcito con marmellata di e miele di castagno. Me ne sarei “scofanata” un altro piatto !!Buongiornooooo!! #giunina #colazione #colazionesana #p
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scontomio · 5 months
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designmiss · 11 years
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Chef’n Panini Spatula https://www.design-miss.com/chefn-panini-spatula/ Chef’n Panini Spatula è la spatola per sollevare e tagliare in modo preciso senza scottarsi o sporcarsi un panino ben farcito, grazie alla semplice fessura centrale. Acquistabile su Williams-Sonoma.
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dato-georgia-caucasus · 5 months
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In Italian cuisine, a pan brioche is a kind of bread similar to a brioche. There are many variations of pan brioche, such as pan brioche dolce, pan brioche speziato, pan brioche salato, and pan brioche farcito.
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