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#formazione prescolare
letteraturadiviaggio · 8 months
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Ram Pace - Educazione indiana
Se siete in cerca di un romanzo di formazione, avete trovato il libro che fa per voi. L’opera di Ramchandra (Ram) Pace va anche oltre tale definizione, essendo un lavoro che in controluce analizza anche il difficoltoso rapporto con i genitori, facendosi domande che appaiono più che legittime per il vissuto di un figlio che ha subito due abbandoni: il primo da parte della mamma in età prescolare,…
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Centro psicologico Milanese ricerca PSICOTERAPEUTA
Cerchiamo giovani promesse della psicologia, sensibili ai bisogni delle famiglie e motivate al lavoro in èquipe, da inserire in organico e far crescere professionalmente.
Si ricerca PSICOTERAPEUTA ABILITATA con:
- esperienza professionale con la valutazione neuropsicologica in età evolutiva, DSA, ADHD, BES, valutazione prerequisiti età scolare e prescolare.
- esperienza in trattamento abilitativo neuropsicologico DSA, BES, ritardi di sviluppo.
- Consolidata esperienza con il sostegno emotivo individuale
- esperienza in sostegno alla genitorialità e parent training.
Offriamo contratto di collaborazione a partita iva a tempo indeterminato, tutoraggio costante, lavoro dinamico in équipe multidisciplinare e formazione continua.
Solo se seriamente interessati inviare Curriculum Vitae in formato europeo e lettera di presentazione a: [email protected]
https://www.centroamamente.it
https://www.centropsicologicomilano.it
#CERCASIPSICOTERAPEUTA
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lamilanomagazine · 1 year
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Lecco: La biblioteca è diventata "Presidio Nati per Leggere"
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Lecco: La biblioteca è diventata "Presidio Nati per Leggere". Da anni la Biblioteca civica U. Pozzoli di Lecco è impegnata sul territorio nella formazione di genitori e operatori, col fine ultimo di diffondere la passione per la lettura. Diventare Presidio Nati per Leggere significa ottenere un riconoscimento nazionale, al termine di un percorso di preparazione durato più di un anno, che ha visto i bibliotecari impegnati nel riallestimento degli spazi, nella revisione del materiale bibliografico e in corsi di formazione specifici e approfonditi. Nati per Leggere è un programma nato nel 1999 e promosso dall’Associazione Culturale Pediatri, dal Centro per la Salute del Bambino e dal’Associazione Italiana Biblioteche per diffondere in tutta Italia attività di lettura, interagendo coi consultori, gli ospedali, le scuole e, naturalmente, le biblioteche. Leggere ai bambini, fin dalla più tenera età, è un atto d’amore che permetterà ai più piccoli di potenziare non solo il linguaggio, ma anche l’interazione con gli altri e il loro bagaglio emozionale. Gli adulti, inoltre, trovano in questa pratica un momento di condivisione prezioso che crea un legame indissolubile e profondo con i loro bambini. Così l'assessore alla Cultura del Comune di Lecco Simona Piazza: "Quello raggiunto è un risultato significativo per la nostra biblioteca, frutto di un lavoro di squadra durato oltre un anno. Ringrazio lo staff per la professionalità e la costanza dimostrate nel creare un luogo di riferimento di cultura, non solo per i più grandi, ma anche per i giovani lettori". Tra le numerose iniziative Nati per Leggere rivolte agli adulti con bambini in età prescolare promosse a Lecco, la prossima, dal titolo "Il piacere di leggere insieme", si terrà sabato 22 luglio in cortile (o in sala ragazzi in caso di maltempo) e sarà dedicata alle famiglie dei bambini da 0 a 3 anni. In biblioteca è inoltre allestito uno spazio interamente dedicato al programma, dove trovare libri e arredi morbidi, lo spazio allattamento e il baby pit-stop.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Hackathon SAE Institute: storia di idee al servizio della salute
La storia di oggi vede come protagonista #PlaySeriously, l’hackathon ibrido organizzato da SAE Institute Milano (https://www.sae.edu/ita/) e co-finanziato da CEI Initiative, programma di finanziamento europeo rivolto ai Paesi della regione Sud Est Europa, per lo sviluppo di un videogioco che consenta lo screening dei predittori di possibili disturbi dell’apprendimento (DSA) nei bambini, con il patrocinio di AIRIPA, l’associazione di psicologi che si occupa di dislessia. Hackathon SAE Institute e DSA Andiamo, però, con gradi: cosa sono i DSA? I DSA (Disturbi Specifici dell'Apprendimento) sono disturbi dell'apprendimento che possono influire sulla capacità di una persona di comprendere e utilizzare le informazioni in modo efficace. I DSA possono includere difficoltà nella lettura, nella scrittura, nell'ortografia, nel calcolo e nell'organizzazione del pensiero. Questi disturbi possono essere causati da diverse fattori, come problemi di sviluppo del cervello, traumi o disturbi dello sviluppo. Se una persona ha dei DSA, può avere bisogno di supporto specializzato per aiutarla a superare queste difficoltà e raggiungere il suo pieno potenziale scolastico e professionale. Intervista a Alessandra Micalizzi, docente e ricercatrice presso SAE Institute Eccoci giunti, quindi, al momento dell'intervista. Nostra ospite di oggi è Alessandra Micalizzi, docente e ricercatrice presso SAE Institute: Ogni storia ha un suo punto di partenza: cos'è SAE Institute? SAE Institute, il più grande Creative Media College, è un’Accademia di formazione nelle industrie creative fondata in Australia nel 1976 e presente in 28 Paesi dei 6 continenti, con più di 54 campus. SAE Institute Europe oggi è parte del gruppo AD Education e SAE Italia s.r.l. International Technology College ha sede a Milano, in via Domenico Trentacoste 14. Cos'è #PlaySeriously? Fin troppo spesso il gioco, e anche il videogioco, viene considerato semplice intrattenimento quando in realtà è molto di più: è una base per intessere relazioni, un contesto protetto dove fare esperienza e migliorare le proprie competenze. #PlaySeriously è stata per tutti un’occasione di confronto con un tema molto delicato, ancora sottovalutato, quello dei disturbi dell’apprendimento, che interessa tantissimi studenti e le loro famiglie e che perciò va preso in considerazione con la giusta serietà. Quali sono le vostre sensazione riguardo questo progetto? Questo progetto ci ha confermato quanto il tema sia sentito, anche dai più giovani, che in questa giornata hanno saputo mettere le proprie abilità e competenze a servizio di un'idea, di un progetto creativo, e portare dei risultati straordinari davanti alla giuria Quali sono i progetti vincitori? I progetti vincitori sono stati realizzati da tre team differenti, di età compresa tra 18 e 25 anni, con l’obiettivo di costruire uno strumento che, attraverso il videogioco, potesse supportare gli specialisti nello screening dei predittori di possibili disturbi dell’apprendimento in età prescolare: - Bombetta Misadventures è il concept che si è aggiudicato il primo premio in gara, con un gioco adatto ai bambini dai 5 ai 7 anni per sottoporli a un allenamento altamente validato per la dislessia - Fluffy, secondo classificato, è il concept di un gioco dove il protagonista è un gattino nello spazio, e permette di predire eventuali segni precoci di dislessia attraverso una serie di giochi avventurosi alla ricerca di gomitoli - Dough Space Adventure, un gioco interattivo di avventura ambientato in una galassia di argilla, in cui diversi enigmi hanno l’obiettivo di far divertire i bambini ed essere allo stesso tempo un utile strumento di educazione Read the full article
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redazione-rosebud · 6 years
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Tipi geniali (19) - Alannah George, 4 anni, IQ 140, membro del MENSA
Tipi geniali (19) – Alannah George, 4 anni, IQ 140, membro del MENSA
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megachirottera · 2 years
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Formazione all’obbedienza per adulti in età prescolare a livello globale con miliardi di finanziamenti per il pieno controllo della spiritualità nella programmazione dell’istruzione
Insieme a “Apprendimento Emotivo Sociale” (SEL), l’agenda di educazione spirituale è chiamata “Collaborativa per la Spiritualità nell’Educazione” (CSE). È stato fondato da Steven C. Rockefeller, Sr. per promuovere lo sviluppo spirituale e morale dei giovani attraverso gli Stati Uniti, che è incorporato nelle scuole pubbliche e indipendenti PreK-12 per “fornire una base per la capacità intellettuale ed emotiva, sviluppo morale, sociale e fisico di un giovane”.
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corallorosso · 4 years
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Come rispettare ciò che non si conosce? Il segreto sta nel saper osservare (...) Con quanti animali entrate in contatto? Ma prof… c’è il Covid, dobbiamo stare a casa. Ma potete andare nel supermercato a fare la spesa, no? Lo sapete cosa mangiate? Sapete da dove viene? Se è stato allevato, e come, o come è stato catturato? Una studentessa mi ha mandato la dissezione di una cozza, e ha documentato il movimento ciliare sulle branchie, spiegando come facciano ad alimentarsi questi molluschi così popolari. Un’altra ha fatto una dissezione da manuale di un calamaro. Hanno esplorato i supermercati, guardando le etichette delle scatolette di tonno o dei bastoncini di pesce, e hanno scoperto che quello che mangiano non è quello che credevano. Una mi ha fatto una relazione sui parassiti del suo gatto. Con tanto di fotografie, ovviamente anche dell’amato felino, ma non solo. I riti di accoppiamento dei millepiedi sono stati molto popolari. Ma anche i modi di muoversi di lombrichi e chiocciole, riprese mentre scorrono su un vetro, e si vedono la reptazione peristaltica e le contrazioni del piede. Le mucche allevate all’aperto d’inverno mettono il pelo. Sembrano yak! Si sono guardati attorno, hanno osservato, descritto, notando tutto quello che hanno visto e che di solito passava inosservato. Io dico sempre che i bambini tornano a casa da scuola e non conoscono i nomi degli alberi che incontrano nel loro cammino. L’insegnamento astratto, che quantifica tutto e qualifica poco, domina nei percorsi di formazione e non educa a guardare. E invece i bambini amano tutte le forme di vita: Edward Wilson la chiama “biofilia”. Una mamma mi manda un video di suo figlio Andrea. Quattro anni. Elenca gli animali che conosce: molluschi, poriferi, vermi; alcuni animali fanno i piccoli nella pancia della mamma e altri li fanno deponendo le uova. Sono ovipari! Ci sono animali a sangue caldo e animali a sangue freddo. Questo dicono gli scienziati, e io devo imparare tutti gli animali se voglio diventare un vero scienziato. Sai quali sono gli animali a sangue freddo? I rettili! Termina con una sfida: adesso ripeti. Tutti i bambini in età prescolare sono come Andrea. Poi vanno a scuola. I miei studenti mi hanno confessato di aver sempre cercato di sapere queste cose, ma non le hanno mai trovate nel loro percorso di formazione. Molti avevano dimenticato la curiosità infantile. L’hanno ritrovata, e sono entusiasti di quello che hanno fatto, proprio come Andrea. I documentari in televisione mostrano forme esotiche, curiosità, ma non insegnano a guardare. La finalità è di far fare “ohhh” agli spettatori, intrattenendoli. Mentre è raro che si arrivi a far esclamare “ahhh!” In quanti sanno come fanno a mangiare le cozze, e cosa mangiano? Non sto parlando di gastrotrichi e chinorinchi, sto parlando di cozze! Quanti sanno quali siano, da dove vengano e come siano pescati i pesci che chiamiamo genericamente tonno? Ferdinando Boero, zoologo, Federico II Napoli, Cnr e Szad
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crazy-so-na-sega · 4 years
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ALL’INTERNO  SVEZIA- GRAN bRETAGNA-FRANCIA. sotto (per brevità) ITALIA. anche se l’articolo è datato, lo ritengo interessante.... 
Anche l’Italia è pronta ad “allinearsi”
Sulla scia delle grandi potenze dell’Occidente, anche la Scuola italiana pare essere sul punto di fare un irreversibile “aggiornamento” ideologico in chiave gender. Nel nostro Paese, tuttavia, tale cambiamento sembra essere proposto in maniera meno traumatica e più surrettizia, spesso giocando sui cavilli verbali e sulle ambiguità del linguaggio burocratico e, soprattutto, contando sull’enorme disinformazione delle masse rispetto a tali temi.
Già sotto il governo Monti, l’allora ministro del Lavoro con delega alle Pari opportunità Elsa Fornero ha approvato delle “linee guida” (presentate con l’impegnativo titolo di Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere) che successivamente sono state confermate e finanziate con 10 milioni di euro dal governo Letta.
Ma di cosa di tratta, esattamente?
In concreto, le “linee guida” (redatte, è bene evidenziarlo, con il contributo esclusivo di organizzazioni gay e lesbiche) prevedono dei “corsi di aggiornamento” per insegnanti di ogni ordine e grado, allo scopo di creare dei
«percorsi innovativi di formazione e di aggiornamento per dirigenti, docenti e alunni sulle materie antidiscriminatorie, con un particolare focus sul tema Lgbt e sui temi del bullismo omofobico e transfobico […]. In particolare la formazione dovrà riguardare: lo sviluppo dell’identità sessuale nell’adolescente; l’educazione affettivo-sessuale; la conoscenza delle nuove realtà familiari».
Legata a tale progetto, vi è anche la controversa vicenda della produzione degli opuscoli redatti dall’UNAR (sigla che sta per Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali) dall’accattivante titolo Educare alla diversità a scuola, una sorta di sussidi formativi per insegnanti.
Su questi testi, fra l’altro, si afferma che, per evitare la discriminazione, «gli insegnanti devono evitare […] analogie che facciano riferimento a una prospettiva eteronormativa (cioè che assume che l’eterosessualità sia l’orientamento normale)», dato che tali analogie potrebbero tradursi nella pericolosa assunzione che «un bambino da grande si innamorerà di una donna». Segue un vero e proprio vademecum per riconoscere «l’individuo omofobo», che di solito è di «età avanzata » ed è accecato da un alto «grado di religiosità» e di «ideologia conservatrice »; si andrebbe così dall’«omofobo di tipo religioso che considera l’omosessualità un peccato» a quello «scientifico, che la considera una malattia», fino ai «genitori omofobi». Si consiglia, inoltre, agli insegnanti di portare gli alunni “eterosessuali” a provare a immedesimarsi con gli “omosessuali” e di mettere gli alunni «in contatto con sentimenti ed emozioni che possono provare persone gay o lesbiche». Ci sono storielle, attività e strumenti anche per questo, e a tale scopo vengono proposti alcuni documentari come Kràmpack, in cui la masturbazione fra due ragazzi è presentata come esplorazione e “gioco”, e L’altra metà del cielo, che racconta «le vite di donne che amano altre donne» che «si sono scontrate con l’omofobia della propria famiglia».
Nel caso di questi opuscoli, tuttavia, la reazione tempestiva del FONAGS, il Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola, ha indotto il Ministero dell’Istruzione a ordinare il ritiro di questi testi, a cui ha addirittura fatto seguito una lettera ufficiale di scuse, inviata al Ministero dall’UNAR stesso, che riconosceva di avere portato avanti il progetto… senza aver pensato di presentarlo e condividerlo prima con il Ministero (cosa che, per legge, avrebbe dovuto fare).
Per una volta, dunque, la tipica strategia della lobby gay di “bruciare i tempi”, allo scopo di porre amici e avversari di fronte al “fatto compiuto”, sembra non avere pagato.
L’autoerotismo entra nel programma scolastico
Come se ciò non bastasse, in una scuola di Piacenza è stato inserito nel programma scolastico un corso di autoerotismo, obbligatorio per tutti i ragazzi, senza alcuna eccezione. I genitori di un tredicenne piacentino, che avevano chiesto l’esonero del figlio dal percorso di «educazione alla sessualità e all’affettività» Viva l’amore promosso dalla regione Emilia-Romagna, se lo sono visti negare dalla scuola.
Come sempre, quest’iniziativa, che avrebbe dovuto essere facoltativa, si basa sul contrasto alla discriminazione e sulla battaglia contro gli «stereotipi di genere». Come documenta però Giovanni Masini, che ha incontrato i genitori dello studente cui è stato negato l’esonero al corso,
«il libretto distribuito alle famiglie contiene istruzioni molto esplicite, con tanto di illustrazioni, sull’uso dei contraccettivi maschili e femminili, sezioni dedicate alla masturbazione e questionari sulle trasformazioni “gradevoli o sgradevoli” della pubertà. E Viva l’amore non si limita a spiegare come evitare malattie veneree o gravidanze indesiderate: affronta anche i temi dell’identità e delle discriminazioni di genere».
Trincerandosi dietro il “clima di serenità” in cui si svolgerebbe il corso, la preside avrebbe negato l’esonero al ragazzo in quanto, citando la Cassazione, «la scuola può legittimamente impartire un’istruzione non pienamente corrispondente alle convinzioni dei genitori».
Gli asili come terreno di conquista
Nemmeno gli asili, tuttavia, sembrano essere preservati dalla propaganda gender. Negli ultimi tempi, infatti, in molti istituti materni della Penisola hanno fatto la loro apparizione dei testi graficamente adattati a bambini in età prescolare, in cui vengono proposti i temi più cari alla cultura omosessualista: l’esistenza di “famiglie gay”, la possibilità di avere “figli” grazie agli “uteri in affitto” eccetera. Un esempio di questa “letteratura” è il libricino di Francesca Pardi dal titolo Perché hai due papà?, edito dalle edizioni Lo Stampatello. Nella presentazione del libricino sul sito della casa editrice, la finalità di questa produzione è esplicitamente quella di scrivere un racconto per chiarire le idee ai bambini, ma anche agli adulti.
Questa “fiaba gay” per bambini piccoli narra la storia di Tommaso e Franco, due uomini che si amano e vogliono mettere su famiglia (con bambini); siccome, però, in natura due uomini non possono rimanere “incinti”, Franco e Tommaso vanno in America, dove, afferma il testo, ci sono delle donne che possono decidere di far crescere nella propria pancia i bambini che non potrebbero nascere, e lo fanno perché pensano sia meraviglioso avere dei figli e aiutare chi non può averli. Al termine della gravidanza, quindi, nasce Lia, che ha due papà; nessuno di loro l’ha portata nella pancia, ma, insiste il testo, «entrambi insieme l’hanno messa al mondo». Nelle pagine successive, poi, Franco, Tommaso, Lia e Andrea (nel frattempo, infatti, un altro bimbo è arrivato con le stesse modalità) prendono una casa al mare e casualmente (!) si ritrovano come vicine una coppia di donne, Meri e Franci, con i loro “figli”. Particolare interessante, nella spiaggia delle vacanze disegnata nel libro sono presenti unicamente coppie omosessuali e una donna da sola con i figli: non vi è alcuna famiglia formata da un uomo e da una donna.
Ancora più recente è il “progetto” portato avanti negli asili del Comune di Trieste dal titolo Il gioco del rispetto, che, al di là del nome piuttosto “neutro”, come si legge sull’opuscolo informativo, mira
«a verificare le conoscenze e le credenze di bambini e bambine su cosa significa essere maschi o femmine, a rilevare la presenza di stereotipi di genere e ad attuare un primo intervento che permetta loro di esplicitare e riorganizzare i loro pensieri, offrendo ai bambini anche un punto di vista alternativo rispetto a quello tradizionale».
Estremamente espliciti sono i “giochi” proposti nell’ambito del progetto, che prevede, tra l’altro, un esperimento chiamato “Se fossi”, durante il quale i bambini, utilizzando dei costumi, si travestono. «I bambini e le bambine», è scritto nelle schede informative, «potranno indossare dei vestiti diversi dal loro genere di appartenenza e giocare così abbigliati».
Il progetto è stato parzialmente sospeso in seguito alle veementi proteste di molte famiglie per i suoi contenuti “ideologici” e per il fatto di non essere state sufficientemente informate dei contenuti di queste attività; si può però scommettere che progetti di questo tipo continueranno a essere proposti nelle scuole italiane, anche perché nel mondo del gender sembra sempre più affermarsi un atteggiamento esplicitamente autoritario che pare voler fare a meno del consenso delle masse e mettere tutti di fronte al fatto compiuto.
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ora purtroppo capisco anche dove andranno i tot miliardi..:-(
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ama-god · 6 years
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"Pur con tutti i nostri limiti si poteva vivere meglio di oggi!"
Nonostante la struttura unificata dello stato, que­sta è una nazione divisa, ma nessuno può contesta­re che la politica della DDR non fosse orientata a soddisfare le esigenze popolari. Da noi nessuno viveva sulle spalle del popolo. Tutto quello che veniva prodotto veniva diviso.
Come potevamo garantire, per esempio, il posto in un asilo a tutti i bambini, per di più a titolo praticamente gratuito? Oppure il doposcuola per tutti i bambini dei primi quattro anni? Lo stato e le imprese assicuravano vacanze, sport, cultura, strut­ture sociali. I fondi delle imprese provvedevano alla formazione politecnica e professionale e pen­savano alla specializzazione degli operai, dei
diri­genti e degli ingegneri. Per tutti c'era il sistema di istruzione di dieci anni e le numerose scuole professionali e superiori; la società assicurava anche il necessario insegnamento prescolare, i pasti scolastici, le strutture per le persone anziane, la solidarietà popolare, un servizio sanitario molto sviluppato con i policlinici, le numerose attività ricreative organizzate dal sindacato. I giovani avevano una prospettiva; i bambini erano ben curati dalle famiglie e dalla società. Le risorse per le strutture sociali provenivano dalla proprietà sociale, non potevano essere accaparrate da qual­cuno. Questa è una caratteristica fondamentale del vero socialismo.
Ma, che lo volessimo o no, il metro di paragone per giudicare la Repubblica Democratica Tedesca era sempre la Repubblica Federale Tedesca. Era una competizione sleale. Già alla fine degli anni '70 avevo segnalato che il nostro ritardo era quantificabile in un 30%. Non siamo riusciti a colmarlo perchè ci sono mancate risorse scientifiche e tecniche decisive. Il fine della nostra politica economica è sempre stato l'elevamento, passo dopo passo, del livello materiale e socio-culturale del popolo... Nonostante la grande quantità di beni di consumo disponibili dopo il 1971, dopo l'8° congresso del partito, non siamo riusciti a progre­dire senza problemi su quel terreno. Le aspettative della gente, tra cui molti se la passavano piuttosto bene, crescevano più in fretta delle possibilità materiali. Non abbiamo prestato in tempo utile l'attenzione dovuta alle concezioni consumistiche che crescevano in funzione della pubblicità e di vari altri metodi. Il malcontento comprensibile per la difficoltà a reperire certi articoli rendeva più difficile la vita quotidiana. Eppure, se anche non potevamo sempre importare banane a sufficienza, si poteva vivere bene e a me sembra meglio e con molta più sicurezza che non oggi con l'economia di «libero mercato». La disoccupazione nella Ger­mania orientale è attualmente più elevata di quan­to fosse nel 1932 nella repubblica di Weimar".
Da "Discorso-autodifesa pronunciato da Erich Honecker (ultimo presidente della DDR) davanti al Tribunale di Berlino", 1992.
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paoloxl · 6 years
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Il 24 gennaio 2019  si celebra per la prima volta la Giornata Mondiale dell’Educazione voluta dall’UNESCO per sottolineare l’importanza della scuola. La scuola ricopre un ruolo primario nella crescita dei bambini e degli adolescenti: aiuta infatti i ragazzi a prendere consapevolezza delle proprie potenzialità che, opportunamente sviluppate, diventano abilità e competenze di un futuro cittadino.
Se da un lato può aiutare gli studenti a raggiungere il loro pieno potenziale e a sviluppare i loro talenti e le loro abilità, dall’altro rischia di rinforzare il divario e le ineguaglianze.
Gli studenti che maggiormente rischiano di far parte di quei fenomeni che oggi si definiscono ‘dispersione scolastica’ o ‘fallimento formativo’ sono i bambini e gli adolescenti stranieri. Uno degli elementi attraverso cui comparare il percorso scolastico degli studenti italiani e stranieri consiste nell’analisi degli esiti scolastici. I risultati scolastici, infatti, forniscono un quadro articolato sul livello e sulla qualità delle competenze acquisite dagli studenti. I risultati degli studi internazionali di valutazione degli studenti PISA (Programma per la valutazione internazionale degli studenti) mostrano che gli studenti immigrati hanno prestazioni generalmente inferiori rispetto agli studenti italiani.
“Garantire entro il 2030 ad ogni ragazza e ragazzo libertà, equità e qualità nel completamento dell’educazione primaria e secondaria che porti a risultati di apprendimento adeguati e concreti” Obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile, 2015, Obiettivo 4.1 -
Rendimenti scolastici inferiori per gli studenti  immigrati nei paesi più ricchi
L’UNICEF ha svolto uno studio sui 41 paesi più ricchi del mondo, inclusa l’Italia, per cercare di capire la relazione tra disuguaglianza e fattori come la situazione socio-economica familiare, il contesto migratorio, il genere dello studente e le caratteristiche degli istituti scolastici. Il contesto migratorio è stato identificato come un fattore centrale per la performance degli studenti: gli studenti che si trasferiscono in un paese nuovo si trovano a dover affrontare problematiche che incidono (direttamente o indirettamente) sul loro progresso educativo.
Le problematiche che devono affrontare gli studenti stranieri includono l’adattamento ad un diverso stile di vita e ad un nuovo sistema scolastico, la necessità di imparare una nuova lingua e la difficoltà di fare nuove amicizie. Bisogna poi considerare l’aspetto psicologico ed emotivo: gli studenti potrebbero avere avuto traumi prima o durante il viaggio, oppure potrebbero essersi dovuti confrontare con pregiudizi e reazioni negative all’arrivo nel nuovo paese. Anche i figli di immigrati si trovano ad affrontare alcune di queste problematiche. Qual è quindi il rendimento scolastico dei ragazzi immigrati o dei figli di immigrati nei paesi ricchi?
Basandosi sui dati PISA [1] del 2015, il grafico sottostante mostra la percentuale di quindicenni che non ha raggiunto il livello base di capacità di lettura nella lingua di svolgimento dei test suddivisi per status migratorio (non immigrati, seconda generazione, prima generazione). Vengono considerati i paesi in cui almeno il 5% dei bambini è nato all’estero e i paesi sono classificati in base al divario assoluto tra non immigrati e immigrati di prima generazione.
Nella maggior parte dei paesi, i ragazzi immigrati di prima generazione [2] ottengono punteggi significativamente più bassi in lettura rispetto agli studenti non immigrati (definiti come bambini o ragazzi che hanno almeno un genitore nato nel paese, indipendentemente dal fatto che essi siano o meno nati in quel paese).
In 15 paesi su 25, gli studenti immigrati di seconda generazione [3] riportano punteggi considerevolmente più bassi in lettura rispetto agli studenti non immigrati.
Detto ciò, ci sono alcuni paesi, come l’Australia, la Nuova Zelanda e il Canada, in cui la differenza tra ragazzi immigrati e i loro coetanei nativi non risulta statisticamente significativa. In casi eccezionali, i risultati dei ragazzi immigrati sono addirittura migliori rispetto agli studenti nativi. Le differenze dell’Australia e del Canada possono essere spiegate riflettendo sui modelli storici di immigrazione tipici di questi paesi. L’OCSE infatti identifica l’Australia, il Canada e la Nuova Zelanda come “paesi di insediamento”, dove l’immigrazione fa parte del patrimonio del paese, e dove spesso gli immigrati possiedono un elevato livello di istruzione e condividono l’inglese come prima lingua.
In Italia, secondo il Ministero dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca [4], nel complesso si conferma una netta tendenza: gli studenti italiani ottengono punteggi superiori alla media nazionale, in ogni livello scolastico e in tutte  le prove rispetto ai loro compagni immigrati. Inoltre, coloro che provengono da stati non UE ottengono risultati  di gran lunga inferiori a quelli degli studenti italiani.
Fonte: Unicef
L’ipotesi della ‘generazione ponte’
Secondo Paolo Barabandi [5], il gap di apprendimento è più marcato tra studenti nativi e studenti immigrati di prima generazione rispetto alle differenze tra studenti nativi e immigrati di seconda generazione.
Questo perché, secondo Colombo (2014: p. 69), «vengono meno le barriere linguistiche, in alcune famiglie si assume l’abitudine di parlare la lingua del paese di arrivo in coincidenza con la crescita dei figli, i genitori stessi tendono a migliorare la propria posizione sociale aumentando gradualmente reddito, livello occupazionale e in qualche caso anche il capitale culturale (attraverso la partecipazione a programmi di alfabetizzazione e formazione degli adulti)»
Anche secondo lo studio del Ministero dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca, la differenza è più marcata tra nativi e studenti stranieri di prima generazione, mentre rispetto alle seconde generazioni il gap è più ridotto. Anche se in nessun caso gli alunni stranieri riescono a ottenere un punteggio simile a quello ottenuto dagli studenti italiani, sono gli studenti di seconda generazione a conseguire risultati più simili (seppure sempre inferiori) ai nativi, rispetto alle prime generazioni.
Cosa si può fare per ridurre la disuguaglianza a scuola?
Lo studio dell’UNICEF mostra che i paesi possono avere prestazioni educative medie molto simili ma livelli di disuguaglianza educativa decisamente diversi. Questo dato suggerisce che ridurre le disuguaglianze è possibile.
Alcuni principi generali suggeriti per ridurre le disparità tra studenti nativi e stranieri sono:    1. Garantire istruzione e cura di alta qualità nella prima infanzia a tutti i bambini - Garantire che tutti i bambini abbiano accesso a opportunità di apprendimento prescolare di alta qualità svolge un ruolo importante nel ridurre le disuguaglianze socio-economiche esistenti all’inizio del percorso scolastico.    2. Assicurare che tutti i bambini raggiungano un livello minimo di competenze di base adeguato - Un test chiave per qualsiasi sistema educativo è verificare che fornisca a tutti i bambini le competenze di base necessarie per partecipare pienamente alla società.   3. Produrre dati e statistiche migliori - Non ci sono sufficienti studi e statistiche per capire come le disuguaglianze si sviluppano e persistono in diversi contesti. SI profila quindi la necessità di produrre dati oggettivi di alta qualità, transnazionali e comparabili.
Nella pratica, alcune raccomandazioni alle scuole includono:    1. Fornire supporto linguistico agli alunni stranieri. La barriera linguistica è uno dei maggiori fattori che provoca la mancanza di interesse e la scarsa motivazione degli studenti. Di conseguenza, promuovere l’insegnamento della lingua italiana per gli alunni stranieri potrebbe rendere a loro partecipazione in classe effettiva ed efficace.    2. Evitare l’elevata concentrazione di ragazzi stranieri nelle classi. I peggiori rendimenti scolastici degli alunni stranieri sono correlati principalmente ad una alta concentrazione nelle classi di studenti provenienti da famiglie con condizioni socioeconomiche svantaggiate. Di conseguenza, nella formazione di una classe si dovrebbe tener conto non soltanto della presenza di alunni stranieri ma anche sulle condizioni socio-economiche degli studenti.    3. Coinvolgere le famiglie degli alunni immigrati e impiegare i mediatori culturali.  Le famiglie sono di solito più restie all’integrazione completa o incontrano più difficoltà nell’adattarsi alla nuova cultura rispetto ai figli. La famiglia ricopre un ruolo importante nella vita dello studente
Per maggiori informazioni:   L’articolo della Repubblica Sul sito di UNICEF Italia
BIBLIOGRAFIA Barabandi P. La disuguaglianza di performance tra studenti nativi e stranieri in Italia e nell’UE. Uno studio attraverso l’indagine OCSE-PISA 2012.
Chzhen, Yekaterina; Gromada, Anna; Rees, Gwyther; Cuesta, Jose; Bruckauf, Zlata (2018). An Unfair Start: Inequality in Children’s Education in Rich Countries, Innocenti Report Card no. 15, UNICEF Office of Research - Innocenti, Florence.
Colombo M. (2014), Gli esiti scolastici degli alunni con cittadinanza non italiana, in MIURFondazione ISMU (2014), Alunni con cittadinanza non italiana. L’eterogeneità dei percorsi scolastici. Rapporto nazionale a.s. 2012/2013, Fondazione ISMU, Milano, pp. 69-89.
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (2016) Rapporto nazionale. A.s. 2014/2015. Alunni con cittadinanza non italiana La scuola multiculturale nei contesti locali.
OCSE, PISA 2015 Results, Vol. I: Excellence and Equity in Education, OECD Publishing, 2016.
Note
[1] L’indagine PISA (Programme of International Students Assessment), promossa dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha una cadenza triennale ed intende monitorare le competenze dei quindicenni in alcuni ambiti fondamentali, necessari per formare cittadini attivi, giovani e poi adulti capaci di affrontare le sfide della società moderna e in grado di apprendere lungo tutto il corso della vita. Gli ambiti valutati sono lettura, matematica e scienze.
[2] (ovvero i bambini e ragazzi di origini straniera i cui genitori sono entrambi nati all’estero)
[3] (ovvero coloro che sono nati nel paese da genitori nati entrambi all’estero)
[4] Il Rapporto nazionale ‘Alunni con cittadinanza non italiana: La scuola multiculturale nei contesti locali’, realizzato da un gruppo di lavoro composto dai ricercatori della Fondazione Ismu e dai rappresentanti del Ministero dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca, si propone di approfondire, con analisi statistiche puntuali, le caratteristiche della presenza degli alunni con cittadinanza non italiana in tutti i livelli scolastici
[5] Basandosi sui dati PISA del 2012, Paolo Barabandi ha analizzato le disuguaglianze sociali legate allo status di cittadinanza degli studenti nel contesto formativo italiano
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rpallavicini · 2 years
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Agenda psicologica 2030 – Parte 1: Introduzione – Megachiroptera
Agenda psicologica 2030 – Parte 1: Introduzione – Megachiroptera
I miei girovagare mi han portato ad aprire questo…. Formazione all’obbedienza per adulti in età prescolare già a livello globale con miliardi di finanziamenti per il pieno controllo Source: December 16, 2021; by Corey Lynn L’entità espos… Agenda psicologica 2030 – Parte 1: Introduzione – Megachiroptera È lungo ed in molte parti. Ora non ho tempo di leggerlo ma le premesse sembrano interessanti ma…
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lotographicgiochi · 2 years
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Giocattoli Educativi Per Lo Sviluppo Sociale Dei Bambini In Età Prescolare
I vantaggi del gioco sono notevoli per i guardiani, tuttavia spesso non hanno la più pallida idea dell'associazione tra esso e l'apprendimento. I bambini hanno bisogno di molto tempo inventiva tutti insieme per svilupparsi come persone con ricche capacità mentali come la capacità di pensare. È normale per loro pensare che scherzare non abbia nulla da cui si potrebbe guadagnare perché non è per una ragione in particolare e non richiede un vero lavoro da parte loro. Giocare è imparare. I bambini imparano giocando e, come indicato da concentrati su di esso, possono aiutarli a volte lungo la strada.
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Puoi trovare di più sui giocattoli prescolari nel nostro negozio di giocattoli!
Il neurotrasmettitore è il piccolo foro tra due neuroni che consente ai dati di passare avanti e indietro come un collegamento, o addirittura di memorizzare nuovi ricordi nelle sue cellule a lungo raggio. Le menti infantili sono fornite di un eccesso di associazioni sinapsi (connessioni neurali). Costruire un'esperienza di valore piacevole e divertente per i bambini è la fase iniziale della creazione di una struttura. Giocare a giocattoli che rinvigoriscono le facoltà o danno nuovi incontri aiutano a stabilire questa base significativa. Nel caso in cui questi incontri manchino, i neurotrasmettitori collegati andranno persi.
C'è una motivazione dietro il motivo per cui i neuroscienziati hanno scelto di chiamarlo "avanzamento". Giocattoli, giochi e giochi sono stati dimostrati più volte come un movimento che può cambiare la scienza cerebrale delle persone che lo fanno. Il cervello assomiglia a un muscolo che diventa più radicato attraverso l'uso. Più pratichi la tua corteccia cerebrale, meglio può ricoprire i suoi ruoli e irradiare segni positivi per il benessere emotivo.
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Giocare con i bambini è un tipo di articolazione inventiva ed è stato dimostrato che sono destinati a inventare nuovi pensieri. Il ragionamento inventivo è una gamma di abilità con cui molte persone non vengono messe al mondo, ma allo stesso tempo è praticamente accademica. A dire il vero, l'innovatività può essere appresa attraverso la formazione e il vero sforzo di gestione del mulino! Anche mettere da parte un po' di margine per il gioco inventivo può aiutarti a pensare fuori dalla cassa mentre ti occupi dei problemi. Il gioco libero è un diversivo non strutturato per l'intera famiglia. Incoraggia i bambini a indagare, pianificare i propri giochi e fare un sacco di risate insieme! La capacità di immaginare e portare avanti le cose senza limiti rende il gioco immaginativo così accattivante. Alcuni esami hanno inoltre osservato che gli adolescenti innovativi avranno spesso compagni fantasiosi in gioventù. La mente creativa riempie l'inventiva e non è una grande sorpresa quindi, con la forza della mente creativa prontamente disponibile sarai in grado di fare brainstorming su alcuni pensieri unici senza dubbio!
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Nella ricerca, c'è una connessione ragionevole tra il gioco iniziale e le abilità relazionali successive. Gli specialisti hanno visto cosa è successo quando un neonato ha iniziato a giocare con un giocattolo. Consideravano che nella remota possibilità che la madre rispondesse controllando e nominando i giocattoli, il suo bambino sarebbe stato avvisato delle abilità linguistiche tre mesi dopo il fatto! Un'altra revisione diretta da specialisti dell'Università della Georgia ha osservato che i bambini scoperti in condizioni giovanili in cui ci sono un sacco di immaginari avranno generalmente una migliore esecuzione delle capacità di prelettura come il miglioramento del gergo; comprensione della lingua tra i bambini in età prescolare; fornendo inoltre indicazioni sulle capacità compositive preveggenti in età avanzata!
Poiché il gioco è fondamentale nel corso degli eventi di un bambino, i giocattoli in età prescolare possono offrire un clima di apprendimento preferibile rispetto a diverse altre opzioni . Durante la scelta di un giocattolo prescolare, i tutori dovrebbero concentrarsi su come vengono trasmessi i dati, se viene utilizzato l'approccio "gioca per imparare" e quanto è consentito il gioco libero.
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CERCASI PSICOTERAPEUTA A MILANO
Cerchiamo giovani promesse della psicologia, sensibili e motivate al lavoro in team, da inserire in organico e far crescere professionalmente.
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Solo se seriamente interessati e in linea con il profilo indicato, inviare Curriculum Vitae in formato europeo e lettera di presentazione a: [email protected]
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lamilanomagazine · 2 years
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Pesaro, al Teatro La Piccola Ribalta un concerto interattivo per famiglie e bambini
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Pesaro, al Teatro La Piccola Ribalta un concerto interattivo per famiglie e bambini.   Continuano le proposte musicali per famiglie e bambini, promosse dall’associazione Il Giardino delle Voci in collaborazione con il Comune di Pesaro, con l’obiettivo di diffondere in città il programma “Nati per la Musica”. Domenica 8 gennaio – alle 16.30 e alle 18 in replica – appuntamento al Teatro “La Piccola Ribalta” (via dell’Acquedotto 15): i più piccoli avranno l’occasione di ascoltare e conoscere da vicino gli strumenti dell’orchestra, partecipando attivamente ad un concerto costruito “su misura” per loro, secondo i principi della Music Learning Theory di Edwin E. Gordon. L’attività è pensata per famiglie con bimbi da 0 a 6 anni. Si tratta di un concerto un po' speciale in cui i bambini saranno liberi di muoversi, interagire con i musicisti e di esprimersi con la voce in un’atmosfera fatta di gioco e spontaneità per far vivere l’ascolto di musica suonata e cantata dal vivo in modo autentico. I brani scelti sono di breve durata per rispettare le capacità di concentrazione del bambino. In programma anche attività di interazione in modo da arricchire l’esperienza musicale e la partecipazione emotiva che scaturiscono dal fare musica insieme. Il progetto è curato da Ximena Jaime – musicista esperta in educazione musicale per la prima infanzia – e vede la partecipazione dei musicisti Jean Gambini (contrabbasso), Zulma Jaime (flauto), Manuel Mainieri (pianoforte), Giuseppe Poderi (percussioni), Ximena Jaime al violino. Ingresso gratuito fino a 14 anni; biglietto unico adulti: 5 euro. I posti sono limitati per cui è consigliata la prenotazione. Info e prenotazioni: il Giardino delle Voci 346 1110422 (cell e Whatsapp), [email protected] L’Associazione “Il Giardino delle Voci APS”. L’associazione nasce dall’iniziativa di un gruppo di genitori, con l’obiettivo di far vivere ai bambini un’esperienza significativa di crescita nella musica d’insieme, in particolare nel coro. Offre percorsi di canto corale per bambini e ragazzi e l’opportunità di partecipare, con il suo Coro di Voci Bianche, a spettacoli e concerti nell’ambito di eventi e festival, e organizza laboratori musicali nelle scuole. Dal 2020 promuove il Programma “Nati per la Musica” a Pesaro proponendo laboratori per famiglie, lezioni-concerto e corsi di formazione per insegnanti dei nidi e delle scuole d’infanzia. Da quest’anno inaugura “Musica ZEROSEI”, il percorso strutturato di avvicinamento alla musica dedicato ai piccoli e piccolissimi. Info: www.ilgiardinodellevoci.it “Nati per la Musica”. Progetto per la diffusione della musica da 0 a 6 anni avviato nel 2005 su ispirazione di “Nati per leggere”, “Nati per la Musica” parte dall’assunto che le buone pratiche musicali aiutano i bambini a crescere meglio; per questo si propone di sensibilizzare la comunità educante (genitori, educatori, pediatri, musicisti, bibliotecari, e in generale chiunque si trovi a contatto con il mondo della prima infanzia) per far vivere al bambino esperienze musicali di qualità sia a casa, e già durante la gravidanza, che a scuola. Promosso dall'Associazione Culturale Pediatri e dal Centro per la Salute del Bambino, il programma è attivo su tutto il territorio italiano grazie alle reti regionali di operatori che coordinano iniziative per piccoli in età prescolare e le loro famiglie.    ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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redazione-rosebud · 6 years
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Filosofia dell’anima e tipi geniali – Nishi Uggalle, un IQ più alto di Einstein. Sulla diseducazione imperante nella tv italiana e sul caso Foligno.
Filosofia dell’anima e tipi geniali – Nishi Uggalle, un IQ più alto di Einstein. Sulla diseducazione imperante nella tv italiana e sul caso Foligno.
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megachirottera · 2 years
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Formazione all’obbedienza per adulti in età prescolare a livello globale con miliardi di finanziamenti per il pieno controllo
Come con la maggior parte dei programmi perpetrati sugli esseri umani, coloro che hanno prodotto la presunta “crisi” sono coloro che ne traggono profitto, e alcuni di questi globalisti sono così furbi che possono vendere cubetti di ghiaccio agli eschimesi.
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