Tumgik
#fosse l'altra erba
tuportamiviareturn · 1 year
Text
Non vedo l'ora di tagliare l'erba sotto il sole cocente delle 12
8 notes · View notes
celestica-1988 · 2 years
Quote
Non ho quasi alcun ricordo delle ore successive. Ritengo che la mia concentrazione sull'immediato futuro fosse così intensa da non lasciare spazio per nient'altro. Forse per fissare dei ricordi si deve avere un sia pur minimo lasso di tempo per riflettere, giusto per consentire al ricordo di trovare un luogo dove sistemarsi. Ciò che mi rimane di quelle ore non va oltre un paio di istantanee: la visione della piantagione di erba vista dall'alto del passo, e un'altra visione, più surreale - surreale poiché fisicamente non mi si è mai presentata davanti agli occhi, ma che, se mi affido allo sguardo vedo altrettanto bene. Si tratta di noi tre che discendiamo la montagna sul versante opposto del passo. L'inquadratura è di spalle, sicché riesco a vedere solo le nostre schiene. Non abbiamo più i nostri sacchi di plastica. Le mie braccia sono scariche e aperte, come se stessi cercando di mantenere l'equilibrio, ed Etienne tiene per mano Françoise. L'altra cosa strana è che sotto di noi vedo la laguna, e chiazze di sabbia bianca al di là della cima degli alberi. Ma non è possibile. La laguna la vedemmo solo quando arrivammo sull'orlo della cascata.
The beach, Alex Garland
0 notes
itsagnesmia · 3 years
Text
       ☆    —   ♯ 𝐇𝐄𝐀𝐃𝐂𝐀𝐍𝐎𝐍         ☆ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ ʀ. ʟᴏ̈ғᴠᴇɴ ☆    ❝ ♘ — un ricordo di un fratello o una sorella. ❞         ❪      ❄️      ❫
                       𝕾ilenzio aleggiava in quella stanza che aveva sempre considerato il suo regno quando non era altro che un'adolescente. Si sentiva potente all'interno di quelle quattro mura, pochissime persone avevano il permesso di entrarci, e ogni volta che la governante di casa metteva piede al suo interno per riordinarla, la giovane svedese era sempre in all’erta. Osservava i suoi movimenti come se dovesse scoprire i suoi nascondigli, da quelli più semplici come quelli ove nascondeva i top troppo succinti per uscire, a quelli più importanti come il luogo nascosto sotto il ripiano di una libreria dove teneva il suo diario segreto, o anche solo la sua riserva personale di erba. Era certa che se mai lo avessero scoperto i suoi genitori, sarebbe finita in qualche collegio svizzero al riparo da occhi indiscreti.    Quante volte poi aveva cercato di cancellare l'odore di fumo aprendo la finestra o spruzzando il suo profumo preferito qui e là, e quante erano state le risate con Hanna, la stessa giovane che entrava baldanzosa nella sua stanza ogni volta che ne sentiva la necessità. Esattamente come in quel momento, quando si buttò sul suo letto a pancia in giù e cominciò a farsi le treccine ai capelli. Ogni volta che Agnes la vedeva arrivare, sapeva in cuor suo che non avrebbe mai potuto dirle di no, qualunque fosse la sua richiesta.   « Promettimi che non litigheremo mai per un ragazzo. E' così stupido farlo... Noi siamo più importanti. »   « Certo! Te lo prometto Hanna. Ma perché hai deciso di dirmelo proprio adesso? Che è successo? »   « Hai presente Josefin? La mia compagna di classe, seguite pianoforte insieme credo... Ha litigato con la sua migliore amica Marlene, perché ad entrambe piace lo stesso ragazzo. Lui ci ha giocato e ha invitato a uscire entrambe, prima una e poi l'altra... E adesso la loro amicizia è andata al diavolo. Promettimi che non accadrà anche a noi. »   « Che cosa stupida... Non accadrà. E poi a noi non piacciono gli stessi ragazzi. »   « Questo è vero... »    Sospirò la bionda mentre prendeva posto accanto alla ragazza che era cresciuta assieme a lei. Avevano affrontato ogni tipo di ostacolo, avevano perfino litigato per poi ritornare ad essere inseparabili, ma mai una volta Agnes sentì di dirle ciò che le passava realmente per la testa. Non aveva mai rivelato le proprie emozioni, ciò che provava lo teneva sempre stretto a sé come se qualcuno potesse deriderla per la sua sensibilità, ed ogni volta, immancabilmente chi non la conosceva, giudicava la svedese come una persona fredda, perfino algida.   « Sai anche perché non accadrà? Perché tu sei la sorella che non ho mai avuto. Non esiste altra persona al di fuori di te che mi conosca quanto mi conosci tu, che mi apprezza e che sappia tutto di me... I ragazzi vanno e vengono, ma prometto che quando ci sarà qualcuno di davvero importante te ne parlerò e nessuno potrà mai intromettersi. Sei mia sorella, Hanna... Ora e per sempre. »
Tumblr media
2 notes · View notes
amabilii-restii · 5 years
Text
“We are MEANT TO BE together”
Te lo avevo promesso.
Ti avevo promesso che avrei scritto quelle parole sussurrate tra un bacio e l’altro, anche se sicuramente dirtele in quel modo, mentre facciamo l’amore è decisamente più bello. Anche se sbaglio le parole, anche se te le ripeto fino a farti arrabbiare, forse perché penso che ripetendole ti possano entrare più dentro, possano emozionarti di più.
Però eccomi qui, da brava testarda, con un foglio bianco davanti da riempire di parole e sentimenti; perché sicuramente scrivere è più facile eppure in questi giorni non riesco a riordinare le emozioni e tutto ciò che vorrei dirti e che forse mai mai mai riuscirò a fare.
In questi giorni ho riletto la nostra chat, da aprile ad oggi. A quante cose sono cambiate, nel modo di scriversi, di vedersi, di parlarsi. Quel qualcosa che sembrava impossibile ed irraggiungibile (e forse anche oggi lo sembra un po’), sta piano piano diventando sempre più possibile e più definito.
Anche nei giorni grigi, perché preferisco non pensare alla strada che dobbiamo ancora fate ma piuttosto a godermi ogni singolo momento ed ogni singola sfumatura di questo paesaggio. Perché non voglio guardare avanti ma piuttosto indietro, a tutta la strada che abbiamo fatto da aprile, alle parole dette, i momenti vissuti, ed ancora di più ai sentimenti e le emozioni che non riescono ad uscire fuori ma che custodiamo dentro di noi.  
Io parlo molto e scrivo anche di più lo so, ma quando ti guardo soprattutto quando mi capita di guardarti mentre facciamo l’amore, mi immobilizzo ed ho solo il desiderio di sentirti respirare e quando mi guardi mi vedi esattamente per chi sono e cosa provo; la cosa più bella è che mi accetti e ti metti in gioco per farmi stare bene e questa è una delle più grandi fortune della vita, avere qualcuno che si spende per noi e per vederci tornare il sorriso.  Tu sei quella persona, sono sicura che ci sono miliardi di persone qui fuori ma credo proprio che tu sia l'unico. Tu e quei tuoi bellissimi occhi marroni, colorati di una bellezza che va trattata come una questione molto importante.  Tu hai il profumo dei cornetti la mattina in pasticceria, che a me piace tanto.  Sei il caffè fatto in casa, hai l'odore dell'asfalto bagnato, di vernice fresca e di erba appena tagliata. Hai la pace e la tranquillità di una giornata di primavera mentre passeggi e non pensi a nulla.
Sai di vecchi vinili e di libri mai aperti.  Hai la bellezza del mare a Gennaio e la forza di quelle onde, del cioccolato e di vestiti appena stirati. Sai dell'odore di pioggia a Luglio e della bellezza che lascia subito dopo, sai di inchiostro, di viaggi improvvisati, sei la bellezza dei regali ancora da scartare ma dei quali ti piace già la carta con la quale sono impacchettati, sei il rosso del tramonto che squarcia il cielo grigio di Londra, sei il raggio di sole che c'è prima, durante e dopo la bufera perché non svanisce mai.
Sei il tremore del mio cuore quando io guardo da un altra parte o mi incanto, ma ho la sensazione che in quei pochi secondi tu invece stai guardando me, e sei la voglia di sorridere che mi viene quando penso agli angoli della tua bocca che ogni volta sono indecisa se baciare o osservarli ed incantarmi.
Mi rende felice il modo in cui solo tu riesci a farmi ridere sinceramente ma soprattutto la pazienza che riesci ad avere con una come me e il tuo modo di sorprendermi in ogni momento quando meno me l'aspetto.  Mi rendi felice tu ed il modo in cui mi ami e perciò non posso che ringraziarti per la cura avuta di me quando ero agitata e tutto ciò che volevo era piangere. Tu sei speciale, e no nessuno di noi è speciale di suo ma lo si diventa per gli altri quando qualcun altro riesce a vedere in noi quello che il resto del mondo non cerca nemmeno di scoprire, e sono così fortunata ad essere stata io una di quelle persone. 
Quando sei una persona così buona, quando sei un ottimo uomo puoi anche fare a meno delle parole (anche se lo sai, a me piacciono) che tanto io parlo abbastanza per due; sei il mio eroe in questi momenti, il mio Capitan America che non ha paura di niente per farmi stare bene.  Tutto ciò che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora saputo dire e mai lo saprò fare, voglio solo ringraziarti per tutto ciò che fai per me anche se a te può sembrare poco.
Il tuo abbracciarmi e ricomporre tutti quei pezzi, il tuo tendere sempre la mano verso di me, le tue coccole quando vorrei solo piangere.
Ho detto che giovedi mi sono sentita come quel giorno a Cortona, la prima volta in cui veramente ti ho conosciuto e chi mi conosce sa che non ho l’abitudine di prendere la mano a persone che non conosco, ma credo che in quel momento la mia “anima” sapesse qualcosa di cui la mente ed il mio corpo non erano ancora a conoscenza; sapeva forse già che le nostre mani erano fatte per stringersi l’un l’altra, per questo mi sono sentita come se non ti stessi conoscendo ma come se mi stessi ricordando di te, come se avessimo già vissuto una vita insieme e avessimo scelto di tornare indietro per poter innamoraci di nuovo.
Recentemente, ho capito che forse l’amore sta nel tirar fuori quel coraggio che non sapevi neanche di avere, nello spendersi per l’altro e con te mi sento di incassare una vittoria ogni volta che ti vedo sorridere, e una sconfitta ogni volta che ti sento stare male.
L’amore sta nell’aver sbagliato tante volte e nell’averti ferito ma nel voler andare oltre quegli sbagli, perché preferisco sbagliare con te piuttosto che fare la cosa giusta con qualcun altro. L’amore è stato non esserci capiti forse troppe volte ma nell’esserci sempre voluti capire senza ne se e ne ma. L’amore è la tenacia e la forza di saper guardare sotto i tuoi mille scudi, sotto i tuoi mille aculei che a volte mi tengono a distanza da ciò che realmente provi, non facendo a volte trasparire le emozioni nemmeno con il cuore che ti esplode in petto.
Adoro il fatto che dopo aver passato una giornata con te, possa ancora sentire il tuo profumo sui miei vestiti. E adoro il fatto che tu sia l’ultima persona con la quale voglio parlare prima di addormentarmi la notte il che rende speciali tutte le “buonanotte” che posso anche solo immaginare di dire o di ricevere. Grazie per tutto il bello che con la tua sola presenza riesci a portare ogni giorno nella mia vita e che spero di poterti restituire di rimbalzo.
E voglio questo con te, amarti ogni giorno ma dirti a fine giornata di non averti amato mai abbastanza, per ricominciare.
Mi piange il cuore quando so che stai così, è come se qualcuno lo prendesse e lo stritolasse fra le sue mani; in questi momenti vorrei poter fare di più per te, più parole, più baci più gesti scalerei una montagna altissima a mani nude se solo me lo chiedessi e se servisse a farti stare meglio, o almeno a sorridere del mio essere impacciata.
Ma forse è proprio in questi momenti, anche se ho paura, che dovrei lasciarti stare, lasciarti solo a guardare tutto ciò che siamo ADESSO.
Ed io ci credo, alla storia del fatti l'uno per l'altro. Perché non crederci, in fondo? Chi non vuole un po’ più di romanticismo nella vita? Forse dipende solo da noi fare in modo che accada. Incontrarsi ed essere fatti l'uno per l'altra.
Posso dire con certezza che se non avessi mai conosciuto te, non mi sarei mai resa conto di quanto la mia vita potesse essere completa e avrei potuto vagare nel mondo senza sapere cosa mi mancasse o cosa stessi cercando ed ora mi rendo anche conto che non ci accorgiamo di quanto sia solido un legame finché questo non viene messo alla prova.  L'amore non conosce confini, così dicono. Io non lo so, mi sembra di aver visto dei confini a volte anche quasi insormontabili e di averli superati un paio di volte, soprattutto ultimamente.
Ci sarò per te. Con le mie troppe parole, scritte e dette tra un bacio e l’altro.
Con i miei gesti, anche i più banali. Con la mia voglia di fare l’amore con te e viverti, viverti tutto che poi tanto non mi basti mai; anche quando sarò oscurata da mille cose o anche quando avrò altre mille persone davanti, ci sarò perché so che anche tra la folla tu saprai riconoscere i miei occhi.
Non so immaginarmi senza di te e so per certo che non so immaginare nemmeno te con un’altra persona; non si dovrebbe stare con chi non si ama, non ci si dovrebbe accontentare di un rapporto quando il cuore in petto scoppia per un'altra persona che è scolpita li e pensiamo non se ne andrà mai. Che cosa estenuante potrebbe essere? È vero, non possiamo sapere come andrà ma fosse anche un mese o forse solamente un anno o se siamo davvero fortunati tutta la vita io voglio stare con te e lottare per te.
Voglio stare con te perché i tuoi occhi hanno un mondo dentro e tu non hai nemmeno idea di che meraviglia siano.  Voglio stare con te per il modo in cui mi tocchi la pelle e per come fai l'amore con me. 
So quanto pesano in te le paure, i pensieri ed il dolore, e quanto io mi senta impotente davanti a tutto ciò, anche se nonostante tutto cerco sempre di fare qualcosa.
Ed eccomi qui, di nuovo con pensieri sconnessi tra loro, che non hanno una logica. Ma dopotutto in queste cose, la logica non serve.  Voglio stare con te, e non m'importa se sarà difficile.  Tutti gli amori sono un po difficili, quando ne valgono la pena.
E vorrei dirti tutto ciò baciandoti, ma non saprei usare le stesse parole.
Sono innamorata di te.
Ti voglio nella mia vita.
Ti voglio al mio fianco.
Farò di tutto per riconquistarti.
Inventerò nuove parole se queste non bastano e le inventerò anche per te che invece a volte stai fin troppo zitto, anche se a me le parole piacciono. 
Cercherò di scriverti tutto ciò che provo per poi racchiuderlo in un gesto, e quando le parole non basteranno allora ti dedicherò il silenzio.
E se siamo innamorati, l’uno dell’altra, io credo nel profondo che niente può (o potrà) fermarci.
Che possiamo tornare ad essere noi, in un modo diverso, in un modo nuovo ma non per questo meno bello, anzi, ho così tante immagini nella mia testa.
E sappi, che anche se mi dirai mille motivi per andare via da te e da NOI, ti stupirò trovandone sempre uno in più per restare.
9 notes · View notes
simonettiwalter · 5 years
Text
WALT WHITAM canto di me stesso
1
Canto me stesso, e celebro me stesso, E ciò che assumo voi dovete assumere Perché ogni atomo che mi appartiene appartiene anche a voi. Io ozio, ed esorto la mia anima, Mi chino e indugio ad osservare un filo d'erba estivo. La mia lingua, ogni atomo di sangue, fatti da questo suolo, da quest'aria, Nato qui da genitori nati qui e così i loro padri e così i padri dei padri, lo, ora, trentasettenne in perfetta salute, ora incomincio, E spero di non cessare che alla morte. Credi e scuole in sospeso, Un po' discosto, sazio di ciò che sono, ma mai dimenticandoli, Accolgo la natura nel bene e nel male, lascio che parli a caso, Senza controllo, con l'energia originale.
2
Case e stanze sono piene di profumi, gli scaffali affollati di profumi, Respiro la fragranza, la riconosco e mi piace, Il distillato potrebbe ubriacare anche me, ma non lo permetto. L'atmosfera non è un profumo, non ha il gusto del distillato, è inodore, È fatta per la mia bocca, in eterno, ne sono innamorato, Andrò sul pendio presso il bosco, sarò senza maschera e nudo, Mi struggo dalla voglia di sentirne il contatto. Il fumo del mio fiato, Echi, gorgoglii, diffusi bisbigli, radice d'amore, filamento di seta, inforcatura e viticcio, Il mio inspirare ed espirare, il pulsare del cuore, il transitare dell'aria e del sangue attraverso i polmoni, Il sentore delle foglie verdi e delle foglie secche, della spiaggia e degli scogli neri, del fieno nel fienile, Il suono delle parole eruttate della mia voce abbandonata ai vortici del vento, Pochi rapidi baci, pochi abbracci, un tendere a cerchio di braccia, Il gioco delle ombre e dei riflessi all'oscillare dei rami flessuosi, Il godimento da soli o tra la folla nelle strade, o lungo i campi o sui fianchi d'una collina, La sensazione di salute, il vibrare del pieno mezzogiorno, il canto di me che mi alzo dal letto e vado incontro al sole. Hai creduto che mille acri fossero molti? che tutta la terra fosse molto? Ti sei esercitato così a lungo per imparare a leggere? Tanto orgoglio hai sentito perché afferravi il senso dei poemi? Fermati con me oggi e questa notte, e ti impadronirai dell'origine di tutti i poemi, Ti impadronirai dei beni della terra e del sole (ci sono ancora milioni di soli), Non prenderai più le cose di seconda o terza mano, né guarderai con gli occhi dei morti, ne ti nutrirai di fantasmi libreschi, E neppure vedrai attraverso i miei occhi o prenderai le cose da me, Ascolterai da ogni parte e le filtrerai da te stesso.
3
Ho udito ciò che i parlatori dicevano, il discorso del principio e della fine, Ma io non parlo del principio o della fine. Non ci fu mai più inizio di quanto ce n'è ora, Ne più gioventù o vecchiaia di quanta ce n'è ora, Ne vi sarà più perfezione di quanta ce n'è ora, Ne più cielo o più inferno di quanto ce n'è ora. Urgere, urgere, urgere, Sempre l'urgere procreante del mondo. Dalla confusa oscurità gli opposti eguali avanzano, sempre sostanza e accrescimento, e sesso, E intrecciarsi di identità, e sempre distinzione, sempre riproduzione. Elaborare è inutile, dotti e non dotti sentono che è così. Sicuri come ciò che è più sicuro, i muri a piombo, ben connessi, la travatura rinforzata, Forti come un cavallo, affezionati, tracotanti, elettrici, Io e questo mistero qui ci ergiamo. Limpida e dolce è la mia anima, e limpido e dolce è tutto quello che non è la mia anima. Se manca uno, mancano entrambi, e il non veduto è provato dal veduto, Finché questo non diventi invisibile e debba a sua volta esser provato. Ogni età tormenta l'altra mostrando il meglio e separandolo dal peggio, Conoscendo la perfetta giustezza e imparzialità delle cose, mentre quelle discutono sto zitto, e vado a fare il bagno e ad ammirare me stesso. Benvenuto ogni mio organo e attributo, e quelli di ogni uomo onesto e vigoroso, Non un pollice è da scartare o frazione di pollice, e niente dev'essere meno familiare del resto. lo sono pago: vedo, ballo, rido e canto; E se l'amato compagno di letto che dorme abbracciato al mio fianco, allo spuntare del giorno si ritira con passo furtivo, Lasciandomi cesti di bianchi asciugamani che mi riempiono la casa con la loro abbondanza, Dovrò posporre la mia accettazione e comprensione e gridare ai miei occhi Che si astengano dopo dal guardare giù per la strada, E mi mostrino sùbito, calcolato al centesimo, L 'esatto valore di uno e l'esatto valore di due, e chi è in vantaggio?
4
La gente che passa e che m'interroga, Le persone che incontro, gli effetti su di me dei miei primi anni o del quartiere, della città, della nazione in cui vivo, Gli avvenimenti recenti, le scoperte c invenzioni, le società, gli autori vecchi e nuovi, Il pranzo, gli abiti, i compagni, il bell'aspetto, i complimenti, i doveri, L'indifferenza reale o immaginaria di qualcuno che amo, La malattia d'uno dei miei o mia, le malefatte, la perdita o la penuria di danaro, le depressioni o l'euforia, Le battaglie, gli orrori della guerra fratricida., la febbre delle dubbie notizie, lo spasmo degli avvenimenti, Tutto questo mi arriva giorno e notte, e se ne va, Ma non sono il mio Io. Separato da ciò che attira e trascina sta quello che io sono, Se ne sta divertito, compiacente, compassionevole, inattivo, unitario, Guarda dall'alto, è eretto, o appoggia un braccio a un impalpabile sicuro sostegno, Con la testa piegata di Iato, curioso di ciò che verrà dopo, Dentro e fuori del gioco, osservandolo e meravigliandosi. Ripenso ai giorni passati quando mi affaticavo nella nebbia con linguisti e dialettici, Non ho battute o argomenti, io testimonio e attendo.
5
Io credo in te anima mia, e l'altro che io sono non deve umiliarsi Davanti a te ne tu davanti a lui. Ozia con me sopra l'erba, rimuovi il groppo dalla gola, Io non chiedo parole, né musica, né rime, né conferenze o patrocini, sia pure i migliori, Solo la nenia mi appaga, il mormorio della tua voce a bocca chiusa. Rammento come una volta in un simile limpido mattino d'estate noi due giacevamo, E tu posavi il capo di traverso sui miei fianchi e ti volgevi a me con tenerezza, E aperta la camicia sullo sterno, affondasti la lingua dentro al mio cuore nudo, E ti stendesti fino a sentire la mia barba, e ti stendesti fino a trattenermi i piedi. Rapidamente sorse e si diffuse intorno a me quella pace e quella conoscenza che oltrepassano ogni disputa terrestre, E ora so che la mano di Dio è la promessa della mia, So che lo spirito di Dio è il fratello del mio spirito, Che tutti gli uomini nati sono anche fratelli miei, e le donne sorelle ed amanti, E che la controd1iglia della creazione è l'amore, E che sono infinite le foglie dritte o recline nei campi, E le brune formiche nei piccoli pozzi sotto di loro, E le croste di muschio del recinto serpeggiante, i mucchi di sassi, il sambuco, la fitolacca, il verbasco.
6
Che cos'è l'erba? mi chiese un bambino, portandomene a piene mani; Come potevo rispondergli? Non so meglio di lui che cosa sia. Suppongo che sia lo stendardo della mia vocazione, fatto col verde tessuto della speranza. O forse è il fazzoletto del Signore, Un ricordo profumato lasciato cadere di proposito, Con la cifra del proprietario in un angolo sicché possiamo vederla e domandarci di Chi può essere? O forse l'erba stessa è un bambino, il bimbo generato dalla vegetazione. O un geroglifico uniforme Che voglia dire, crescendo tanto in ampi spazi che in strette fasce di terra, Fra bianchi e gente di colore, Canachi, Virginiani, Membri del Congresso, gente comune, io do loro la stessa cosa e li accolgo nello stesso modo. E ora mi appare come la bella capigliatura delle tombe. Ti userò con gentilezza, erba ricciuta, Forse traspiri dal petto di giovani uomini, Che avrei potuto amare, se li avessi conosciuti, Forse provieni da vecchi, o da figli ghermiti appena fuori dai ventri materni, Ed ecco, sei tu il ventre materno. Quest'erba è troppo scura per uscire dal bianco capo delle nonne, Più scura della barba scolorita dei vecchi, È scura per spuntare dal roseo palato delle bocche. Oh nonostante tutto io sento il parlottio di tante lingue, E comprendo che non esce dalle bocche per nulla. Vorrei poter tradurre gli accenni ai giovani morti, alle fanciulle, Gli accenni ai vecchi e alle madri, ai rampolli ghermiti ai loro ventri. Che cosa pensate sia avvenuto dei giovani e dei vecchi? E che cosa pensate sia avvenuto delle madri e dei figli? Vivono e stanno bene in qualche luogo, Il più minuscolo germoglio ci dimostra che in realtà non vi è morte, E che se mai c'è stata conduceva alla vita, e non aspetta il termine per arrestarla, E che cessò nell'istante in cui la vita apparve. Tutto continua e tutto si estende, niente si annienta, E il morire è diverso da ciò che tutti suppongono, e ben più fortunato.
Walt Whitman
2 notes · View notes
sofieanja · 3 years
Text
       ☆    —   ♯ 𝐇𝐄𝐀𝐃𝐂𝐀𝐍𝐎𝐍        ☆ sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ ᴍ. ʜᴀʟᴠᴏʀsᴇɴ ☆   ❝ ♘ — un ricordo di un fratello o una sorella. ❞         ❪      ✨      ❫ ㅤㅤ          ㅤㅤ  ㅤㅤ                𝕾ilenzio aleggiava in quella stanza che aveva sempre considerato il suo regno quando non era altro che un'adolescente. Si sentiva potente all'interno di quelle quattro mura, pochissime persone avevano il permesso di entrarci e, ogni volta che la governante di casa metteva piede al suo interno per riordinarla, la giovane svedese era sempre in all’erta. Osservava i suoi movimenti come se dovesse scoprire i suoi nascondigli, da quelli più semplici come quelli ove nascondeva i top troppo succinti per uscire, a quelli più importanti come il luogo nascosto sotto il ripiano di una libreria dove teneva il suo diario segreto, o anche solo la sua riserva personale di erba. Era certa che se mai lo avessero scoperto i suoi genitori, sarebbe finita in qualche collegio svizzero al riparo da occhi indiscreti.    Quante volte poi aveva cercato di cancellare l'odore di fumo aprendo la finestra o spruzzando il suo profumo preferito qui e là, e quante erano state le risate con Hanna, la stessa giovane che entrava baldanzosa nella sua stanza ogni volta che ne sentiva la necessità. Esattamente come in quel momento, quando si buttò sul suo letto a pancia in giù e cominciò a farsi le treccine ai capelli. Ogni volta che Sofie la vedeva arrivare, sapeva in cuor suo che non avrebbe mai potuto dirle di no, qualunque fosse la sua richiesta.   « Promettimi che non litigheremo mai per un ragazzo. E' così stupido farlo... Noi siamo più importanti. »   « Certo! Te lo prometto, Hanna. Ma perché hai deciso di dirmelo proprio adesso? Che è successo? »   « Hai presente Julia? La mia compagna di classe, seguite pianoforte insieme, credo... Ha litigato con la sua migliore amica Marlene, perché ad entrambe piace lo stesso ragazzo. Lui ci ha giocato e ha invitato a uscire entrambe, prima una e poi l'altra... E adesso la loro amicizia è andata al diavolo. Promettimi che non accadrà anche a noi. »   « Che cosa stupida... Non accadrà, te lo prometto. E poi a noi non piacciono gli stessi ragazzi. »   « Questo è vero... »    Sospirò la bionda mentre prendeva posto accanto alla ragazza che era cresciuta assieme a lei. Avevano affrontato ogni tipo di ostacolo, avevano perfino litigato per poi ritornare ad essere inseparabili, ma mai una volta Sofie sentì di dirle ciò che le passava realmente per la testa. Non aveva mai rivelato le proprie emozioni, ciò che provava lo teneva sempre stretto a sé come se qualcuno potesse deriderla per la sua sensibilità, ed ogni volta, immancabilmente chi non la conosceva, giudicava la svedese come una persona fredda, perfino algida.   « Sai anche perché non accadrà? Perché tu sei la sorella che non ho mai avuto. Non esiste altra persona al di fuori di te che mi conosca quanto mi conosci tu, che mi apprezza e che sappia tutto di me... I ragazzi vanno e vengono, ma prometto che quando ci sarà qualcuno di davvero importante te ne parlerò e nessuno potrà mai intromettersi. Sei mia sorella, Hanna... Ora e per sempre. »
Tumblr media
0 notes
crasmaan17-blog · 7 years
Text
Notte fine anno 2017...
Com'è andata la serata?
Di merda,come tutte le cose belle ormai ahaha sembra che abbia fatto incazzare qualcuno dall'alto..
Nessuno sapeva del mio arrivo,alla mia visione mi hanno visto tutti con occhi di meraviglia e gli amici sono corsi per abbracciarmi e farmi risentire di nuovo tra loro..
Inizia la serata e si inizia a bere,fumo un paio di canne e butto giù una bella quantità di alcol..
La serata era tutto sommato tranquilla fino a quando l'alcol non ha preso il sopravvento sugli altri.
Mi sono ritrovato a parlare con una ragazza mezza ubriaca..poi due,poi tre e poi tutte insieme..
Mi ricordavo il protagonista del romanzo che ho tanto amato "il ritratto di Dorian Gray",testa vagante tra alcol e droga e tre ragazze che ci provavano con me in contemporanea...
Non ho osato toccare in maniera sconcia nessuna di esse..
Una piangeva perchè la sua amica ci provava con me,un'altra non capiva più cosa stesse accadendo ed è andata via con un'amica..
L'altra è rimasta con me tra pianto e sorriso..Sapevo bene quello che cercava da me ma non volevo accontentarla, allora l'ho abbracciata e ascoltata..Mi ha raccontato di lei e della sua triste storia finchè non ha iniziato a farmi domande personali..
"Perchè ti sei lasciato?"
"Perchè sei stato lasciato? Eppure so che tu la amavi tanto,mi hanno raccontato tutto quello che facevi..Non mi spiego il perchè.."
"Ma tu sei innamorato ancora? Perchè io penso che tu lo sia..Penso che tu soffra molto per quella ragazza"
"Vorrei trovare una persona capace di amarmi,farmi sentire protetta,al sicuro con lui...Perchè ti ha lasciato se tu l'amavi e facevi tanto per lei?"
"Ma tu come riesci a superare tutto questo?"
A tutte queste domande io non rispondevo,eppure lei continuava a farmele..Dopotutto era pur sempre una ragazza ubriaca che non sapeva cosa diceva o faceva..
Eppure mi chiedo..è forse vero che non lo sapeva oppure era semplicemente più diretta nei suoi pensieri sparsi?
Quelle domande e quegli imbarazzi nell'evitare le risposte,hanno provocato in me un forte malumore...
Oltre questo,la serata è continuata tra pianti di ragazze ed i loro ragazzi nervosi..Alla fine tutte nella loro sofferenza parlavano con me..Chiedevano una parola di supporto,un'aiuto con i loro ragazzi...Io queste ragazze non le ho mai considerate,mai data confidenza nè tanto meno stasera..Eppure mi sentivo dire che io fossi apprensivo,buono..
Sono un fottuto coglione porcaputtana,il buono di sto cazzo...Wow che soddisfazioni..
Cerca di riprendere tutti gli amici che vomitano e guida da ubriaco e fatto per scappare da quella casa ormai disastrata con l'elevato rischio di spiacevoli incidenti..
Aiuta gli amici a camminare per lo schifo che hanno combinato..Manda a puttane l'occasione di tre ragazze che mi vogliono..Aiuta le ragazze che vedono in me un riparo dalle loro insicurezze e paure..Prenditi la responsabilità di riportare i tuoi amici a casa propria guidando in stato di ebbrezza e sotto l'uso di erba...Subisciti le 1000 domande sulla mia storia finita..Prova uno strano imbarazzo nel non saper e voler rispondere alle tante domande..
Basta...
Io non riposo più,ho disturbi fisici da mesi ormai,la testa sta partendo,i sorrisi diventano sempre più spenti,il cuore mi è solo di disturbo ormai,l'animo non trova pace,la mia famiglia grava in parte su di me,la mia vita grava su di me,per stare bene non faccio altro che autoconvincermi che c'è sempre qualcosa di bello..A casa mia il 31,manco un fottuto brindisi per l'anno nuovo! Mio padre non ha mangiato,io non parlavo,mio fratello arreso d'avanti al carattere di quel padre di merda che mi ritrovo,mia madre sola a preparare da mangiare come se a tavola ci fosse un esercito ma i posti a sedere erano vuoti..
Mi sento di scoppiare!!
Perchè...perchè..perchè...
Non sopporto più nulla,manderei la vita intera affanculo se solo sapessi con certezza che domani sarà come oggi..certo,tutto può cambiare sta a NOI..Ma quando NOI non abbiamo la forza di combattere,chi ci aiuta a farlo??
Nessuno,perchè sei solo.
Benvenuto nella mia vita 2018,sarà sicuramente un piacere viverti.
2 notes · View notes
stanleyparable3 · 19 years
Photo
Tumblr media
La mia annata aveva occupato praticamene due piani di quella struttura. Io me l'ero filata il prima possibile. Prima cosa, non mettevo piede ad Uptown da un pezzo, secondo, vedere tutti così esaltati per una tale sciocchezza mi deprimeva parecchio. Lui invece era rimasto con Keith a fare non so cosa. La stanza non era un granché. Sono piuttosto sicuro che fosse l'hotel più schifoso di tutto il quartiere e che costava di meno. E vi assicuro che, se continuate ad ascoltarmi, sarete d'accordo con me. Ero sul mio letto e stavo fumando erba. Fuori nevicava da far schifo ed io ero tutto concentrato a capire se chiamare una ragazza che in realtà neanche conoscevo. Mi aveva passato il numero un tale del quarto anno. Era una ragazza che non era una puttana vera e propria né niente di simile, ma che non aveva niente in contrario a farlo una volta ogni tanto, così mi aveva detto quel tale del quarto anno. Alla fine mi decisi e composi il suo numero. Si chiamava Faith Gumble e abitava ad Uptown tra la Stanford Arms e la Petterson. Una topaia, senza dubbio. Erano circa le sei del pomeriggio. Qualcuno rispose. “Pronto?” Per non farle capire la mia età né niente, lo dissi con una voce molto baritonale. Però la mia voce, a diciassette anni, era già decisamente baritonale. Sapevo che era più grande di me, comunque, quindi non volevo pensasse fossi un pivello. “Pronto.” disse una voce di donna. Con un tono tutt'altro che amichevole, per giunta. “Parlo con Faith Gumble?” di tanto in tanto sbuffavo fumo. “E tu chi sei?” Disse la voce. “Chi diavolo mi chiama su questo numero?” Questo mi spaventò un poco, perché non avevo la minima idea di cosa volesse dire con questo numero. “Spero mi scuserai, ma avevo una gran voglia di parlare con te.” Ero tutto latte e miele. Sul serio. “Chi parla?” disse lei. “Beh, non mi conosci, ma sono un amico di Eddie Birdsell. È stato lui a dirmi che noi due avremmo dovuto prenderci una birra insieme, se una volta o l'altra capitavo vicino Uptown.” Ragazzi se stavo inventando a tutto spiano. “Chi? Tu sei amico di chi?” Ragazzi era una vera tigre, per telefono. Ancora un po’ e si metteva a ruggirmi contro. Seriamente. “Edmund Birdsell, Eddie Birdsell.” Non riuscivo a ricordarmi se si chiamava Edmund o Edward. L'avevo visto si e no due volte, una delle quali mi lasciò il numero di questa. Eravamo ubriachi persi. “Non conosco nessuno che si chiama così.” Sentivo che stava per attaccare quando tentai le ultime carte. “Birdsell … Accademia Militare.” Silenzio. “Accademia militare?” Mi grattai il naso. “Precisamente.” Ragazzi se l'avevo scampata. Dovete sapere che il mio potere non funziona attraverso i telefoni. “Oh … Come sta Eddie?” Disse lei. “Certo non pensavo avesse ancora questo numero. Santo Dio.” Aveva cambiato tono e tutto il resto. “Sta bene. Mi ha detto di salutarti non app…” non mi fece neanche finire. “Salutamelo. E’ un tipo eccezionale, Eddie. Cosa fa adesso?” Stava diventando tutta cordiale, di colpo. A me non andava neanche morto di parlare di Eddie Birdsell. “Le solite cose. Ti andrebbe se ci incontrassimo stasera vicino all’ Absolut Hotel? Ti offro da bere una birra.” Lei ci mise un bel po’ per rispondere. “Posso chiederti come ti chiami? Hai la voce un po’ da sbarbatello sai?” Mi misi a ridere. O aveva buttato a caso o era una maga, perché io avevo la voce tutt'altro che da sbarbatello. “Mi chiamo Stan Harper.” Avrei dovuto darle un nome falso, ma non ci pensai al momento. “Beh senti Stan Carter, non ho l'abitudine di prendere appuntamenti al buio, tramite telefono per altro. Anche perché domani devo lavorare …” “Domani è domenica.” Ragazzi, so benissimo quando qualcuno mi sta prendendo per i fondelli. Con tutte le storie andate male, c'avevo fatto l'orecchio. “Fa lo stesso. Il sabato sera lo prendo come serata personale per la cura della mia bellezza.” Staccai il telefono dal mio orecchio e lo fissai, come se fosse quella cretina di Faith Gumble. Sentii però che stava aggiungendo qualcosa, mi sbrigai a sentire “…enica sera?” Saremmo tornati in Accademia l'indomani pomeriggio, quindi era da escludere qualsiasi cosa c'entrasse domenica sera. “Ci sono solo stasera.” avevo un tono che manco ve lo dico. “Allora temo che non riusciamo a beccarci.” A volte faccio fatica a seguirle le donne. Seguirle nei ragionamenti dico. “Temo di no.” Ero tutto triste, ve l'assicuro. “Ricordati di salutarmi Eddie, però.” Feci un sospiro. “Come no, ciao.” E attaccai. Lanciai il telefono sul letto di Noah e mi misi a fissare la porta con una faccia particolarmente apatica e le mani sulla pancia.
0 notes