“Sapevo che non era un problema di luoghi, ma di cuore. Ovunque mi fossi trovato, in compagnia di chiunque, il mio posto sarebbe stato quello in cui ero certo di non stare mentendo al mio cuore.”
― Satoshi Yagisawa, “I miei giorni alla libreria Morisaki”.
r.i.p per tutti quei messaggi scritti, per tutti quei vocali registrati ma poi cancellati malamente, perché tanto sai che dall'altro lato non c'è il tuo stesso coinvolgimento emotivo e risulteresti solo inopportuna.
"Non riuscivo neanche a parlare con me stessa quando eravamo insieme. Invece ora ci sono così tante cose che vorrei dirti. È durata poco, ma mi hai resa felice. Scusami se non sono riuscita a proteggerti e grazie per essere venuta da me. Ti voglio tanto, tanto bene. Grazie. Addio. Ti voglio tanto bene. Ti voglio tanto bene..."
— Ishida Syou, Un gatto per i giorni difficili
Un caffè e qualcuno con cui prenderlo, ma qualcuno che sappia, che si ricordi bene, quanta voglia di comunanza, di condivisione, quanto affetto ci stava nella domanda, frequente e retorica, "ci prendiamo un caffè?", un caffè accompagnato da tanta vita, splendida e quotidiana, insomma, grazie.